Articles by dinoia rosalba

Expériences françaises et italiennes, in Regard extérieurs. Etudes d’historiens étrangers sur l’art en France, Jun 2002
Techniquement, l’eau-forte « mobile » consiste à modifier, sur la plaque déjà gravée, l’encrage à... more Techniquement, l’eau-forte « mobile » consiste à modifier, sur la plaque déjà gravée, l’encrage à chaque épreuve. Ce procédé permet d’obtenir un effet différent de gradation tonale pour chaque gravure.
D’un point de vue conceptuel, l’eau-forte « mobile » renie, dans un certain sens, le principe de la multiplication qui est essence même de l’estampe. À partir des années 1870, le phénomène de l’eau-forte mobile fait partie des expérimentations techniques qui caractérisent l’aspect novateur du monde de la gravure, surtout celles conduites au sein de deux mouvements avant-gardistes de l’époque, le groupe impressionniste en France et celui de la scapigliatura milanese en Italie. Des artistes de ces deux mouvements conduisent à la métamorphose de la gravure qui, d’objet de reproduction en série, devient œuvre unique, exploitant le jeu paradoxal de la multiplication des unica obtenus par la variation continue de l’encrage. En effet, l’encrage devient le moyen technique qui offre à l’artiste une dimension que n’a pas la peinture, et que les peintres graveurs italiens et français exploreront jusqu’aux limites les plus extrêmes.
“Nouvelles de l’Estampe” (Revue du Comité national de la Gravure française), n. 243 (juin 2013), pp. 4-28 (ISSN : 0029-4888), Jun 2013
Bulletin du Musée Ingres, Apr 2013
« Nous marcherons, je l'espère, comme par le passé toujours ensemble et j'aurai toujours besoin d... more « Nous marcherons, je l'espère, comme par le passé toujours ensemble et j'aurai toujours besoin de votre admirable talent pour faire lire mes oeuvres ».
Antonio Mancini et la redécouverte du monotype en Italie dans la deuxième moitié du XX siècle, Dec 2003
Il gruppo di venticinque monotipi di Antonio Mancini (Roma 1853 – 1930), pressoché inediti nell’... more Il gruppo di venticinque monotipi di Antonio Mancini (Roma 1853 – 1930), pressoché inediti nell’opera dell’artista noto come pittore , scaturisce da uno scenario alquanto singolare: la ripresa del monotipo in Italia nell’ultimo quarto dell’Ottocento, Essa muove da un complesso intreccio di scambi e relazioni internazionali ancora poco indagati, che potrebbero dare nuova luce al ruolo non secondario degli artisti italiani svolto per lo sviluppo di questa forma espressiva.
Gli indizi fino ad ora raccolti ci mostrano un movimento di scambi a doppio senso tra l’Italia con gli Stati Uniti da una parte e l’Italia con la Francia dall’altra.
revue Histoire de l’Art, Jun 2002
Books by dinoia rosalba

Luigi Calamatta (Civitavecchia, 21 June 1801 - Milano, 8 March 1869) was an ‘incisore di traduzio... more Luigi Calamatta (Civitavecchia, 21 June 1801 - Milano, 8 March 1869) was an ‘incisore di traduzione’, an ‘engraver translator’: he was in fact the kind of artist who devoted his life to interpret the work of others. His activity can be placed at the end of the centuries-old tradition of print d’après, a means through which the work of ancient and contemporary masters spread throughout the world. The present research aims to outline one of the most representative Italian figures among the incisori di traduzione in the context of early 19th century Europe. It also aims to fill some gaps in our knowledge of the tradition of engraving, being this issue still little studied. Even today there are too many prejudices about the role and relevance of the engraver in this period, marked by great political and social upheavals, but also by enormous technological advances that had a deep impact on prints production, until when it was disrupted with the advent of photography. Luigi Calamatta was a multifaceted figure: artist and internationally renowned patriot of the Risorgimento, he lived in Italy, France and Belgium and he was in contact with the leading representatives of the liberal and republican élite. The critic deepening of Calamatta’s figure offers many opportunities of research and reflexion. An updated interpretation was also possible thanks to the thorough analysis of the huge quantity of newly discovered, unpublished documents. Moreover, it allowed to add fresh considerations to the issue concerning the changing of perception of the incisore di traduzione’s specific role. A role that Calamatta himself contributed to modify, both because of his influent friendship with one of the main players of the romantic French culture, George Sand, and his long cooperation with the most important artist of that time, Jean Auguste Dominique Ingres.
Luigi Calamatta (Civitavecchia, 21 giugno 1801 - Milano, 8 marzo 1869) fu un incisore di traduzione appartenne, cioè, a quel genere di artisti che si dedicarono ad interpretare l’opera altrui. La sua attività si colloca a chiusura della secolare tradizione della stampa d’après mezzo attraverso il quale le opere dei grandi maestri antichi e contemporanei sono state divulgate in tutto il mondo. La stampa di traduzione ha avuto un ruolo di vasta portata nella diffusione dell’estetica, nei cambiamenti del gusto, nella fortuna visiva di alcune opere d’arte e in molti casi a questa valenza si è affiancata quella di essere considerata essa stessa un’opera d’arte. Tuttavia, nella più recente letteratura storico-artistica che riguarda il panorama italiano, se non mancano contributi che hanno preso in esame il concetto interpretativo di incisione di traduzione e diversi studi monografici sui più valenti incisori di traduzione dal XV al XVIII secolo, restano scarsi gli apporti sull’Ottocento, dove si ravvisa un certo ritardo nel recupero storico e critico delle personalità più rappresentative. L’interesse della critica si è infatti prevalentemente soffermato sulla più seducente incisione ‘originale’ dei peintres-graveurs della seconda metà del XIX secolo, considerata opera d’arte vera e propria per la presenza della componente creativa che, in alcuni casi, coinvolge l’artista in prima persona durante tutto il processo di esecuzione, dall’ideazione del disegno alla stampa della matrice. Di converso, l’attenzione per l’opera dei maestri traduttori è andata via via affievolendosi, poiché le stampe che hanno tramandato per secoli i capolavori dell’arte si presentano oggi di difficile lettura, venendo meno nel tempo quegli strumenti di conoscenza tecnici e storici che hanno permesso di farle apprezzare in passato e di cogliere il significato intrinseco della personalità artistica dell’incisore nella complessità del tessuto segnico. Partendo da questi presupposti, la presente ricerca vuole offrire un contributo per far emergere una delle personalità più rappresentative dall’“immenso magma fluttuante” (come lo definisce Evelina Borea nel suo ultimo lavoro, Lo specchio dell’arte italiana nelle stampe di cinque secoli, Pisa 2009) che caratterizza l’incisione di traduzione dell’Ottocento riguardante i fatti italiani e non solo, e tentare di colmare qualche lacuna di conoscenza della nostra tradizione incisoria che ancora oggi grava e alimenta pregiudizi sul ruolo e la rilevanza dell’incisore in un’epoca segnata da grandi sconvolgimenti politici e sociali, ma anche da enormi progressi tecnologici che si riverberarono sulla produzione figurativa a stampa fino a stravolgerla del tutto con l’avvento della fotografia. In questo contesto, l’approfondimento critico su Luigi Calamatta – poliedrica figura di uomo, artista e patriota risorgimentale di statura internazionale, vissuto tra l’Italia, la Francia e il Belgio, a contatto con i maggiori rappresentanti dell’élite progressista e repubblicana che segnarono la storia culturale e politica europea dell’epoca – offre spunti di ricerca e di riflessione che hanno permesso una rilettura per molti aspetti aggiornata basata su una considerevole quantità di documenti inediti, oltre a fornire la possibilità di aggiungere nuove considerazioni sul concetto di mutamento di percezione del ruolo specifico dell’incisore di traduzione e d’interpretazione che lo stesso Calamatta contribuì a modificare, grazie soprattutto all’influente amicizia con una delle protagoniste più attive della cultura romantica francese, George Sand, e alla lunga collaborazione con il maggiore rappresentante del panorama artistico dell’epoca, Jean Auguste Dominique Ingres. Il presente studio mira dunque ad affrontare e risolvere alcune problematiche inerenti i precedenti studi sull’incisore, in particolare la verifica delle fonti d’archivio, della bibliografia ottocentesca unita all’analisi diretta e al confronto sistematico degli esemplari delle opere, per ricostruire la genesi e la cronologia di queste ultime, la rete di relazioni artistiche e culturali di Calamatta e il dibattito intorno a temi specifici come la formazione accademica nel settore della calcografia nel primo Ottocento, il mutamento di prospettiva dell’incisore tra la traduzione e l’interpretazione dell’opera d’arte, il ruolo del ritratto nella propaganda politica.

Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia si presenta come occasione per conoscere l’affascinante ... more Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia si presenta come occasione per conoscere l’affascinante e poliedrica vicenda biografica di Luigi Calamatta (Civitavecchia, 1801 - Milano, l869), “genio del bulino” che affiancò ben presto l’attività politica di patriota italiano esule volontario tra Parigi e Bruxelles, all’attività artistica di geniale traduttore dei più grandi maestri del presente e del passato, da Ingres (del quale fu intimo amico) a Delaroche, da Sheffer a Delacroix, da Raffaello a Leonardo e Guido Reni.
Le recenti ricerche archivistiche e il ritrovamento di opere inedite dimostrano quanto la partecipazione di Calamatta ai grandi avvenimenti politici che segnarono la storia europea nell’Ottocento fu a tutto campo, senza distinzione tra la sfera artistica, sociale e affettiva, manifestandosi a vari livelli e nei più disparati ambiti.
Ben introdotto negli ambienti dell’intelligentia repubblicana e liberale della Francia, del Belgio e dell’Italia, Calamatta fu partecipe appassionato non solo alla causa italiana aderendo al pensiero mazziniano sin dalla fondazione della Giovine Italia, ma anche all’idea maturata in ambiente francese durante le rivoluzioni del 1848 di quel che può essere considerato l’embrione della nascita dell’Unione Europea, la creazione di una “Repubblica Universale”.
Questo volume, promosso dalla Presidenza del Consiglio – Unità Tecnica di Missione per le Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, ripercorre le tappe della vicenda biografica di Calamatta soffermandosi sugli episodi e sulle relazioni di amicizia e d’interesse che lo videro protagonista in ambito artistico e politico.
Attraverso il saggio di Rosalba Dinoia, i contributi di Pietro Finelli e di Annarosa Poli, un primo catalogo di opere anche inedite e il corredo documentario, vengono ricostruite e qui raccontate per la prima volta le circostanze che dettarono o influenzarono significativamente le scelte artistiche di Calamatta, come nel caso del suoi celebri ritratti di George Sand e di Mazzini.

Personaggio tra i più rappresentativi dell’incisione di traduzione, Luigi Calamatta (Civitavecchi... more Personaggio tra i più rappresentativi dell’incisione di traduzione, Luigi Calamatta (Civitavecchia, 1801 – Milano 1869) appartiene a quel genere di artisti che si dedicarono ad interpretare l’opera altrui. La sua attività si colloca a chiusura della secolare tradizione della stampa d’après che, prima dell’avvento della fotografia verso la fine degli anni Trenta dell’Ottocento, era il mezzo mediante il quale le opere dei grandi maestri antichi e contemporanei sono state divulgate in tutto il mondo.
Ma Calamatta è anche una figura poliedrica di uomo, artista e patriota risorgimentale di statura internazionale, vissuto tra l’Italia, la Francia, il Belgio e l’Inghilterra, a contatto con i maggiori rappresentanti dell’élite progressista e repubblicana che hanno segnato la storia culturale e politica europea posta a fondamento dell’epoca contemporanea.
Le sue Memorie autobiografiche rappresentano per importanza il primo strumento utile per chi si accinge allo studio o all’approfondimento del personaggio legato d’intima amicizia a Ingres e a George Sand e vissuto a contatto con Mazzini, Garibaldi, e altri personaggi celebri dell’epoca.
Alle Memorie segue l’epistolario scelto di 21 lettere inedite inviate da Calamatta alla figlia Lina e 7 a George Sand. Oltre agli aspetti propriamente familiari legati al coté intime, esse non mancano di offrire uno sguardo più allargato all’ambiente dell’epoca e alle ultime vicende risorgimentali degli anni Sessanta che vedono Calamatta direttamente coinvolto.
Lo stesso materiale documentario, unito ad altro rintracciato in sedi diverse, è servito per aggiornare la cronologia biografica che qui si propone in forma di regesto.

La Ricerca giovane in cammino per l’Arte accoglie diciannove contributi presentati in due giornat... more La Ricerca giovane in cammino per l’Arte accoglie diciannove contributi presentati in due giornate di studio a Viterbo nell’ambito del corso di dottorato in Materia e Memoria dell’opera d’arte. Assai diversi per taglio, oggetto di studio, orizzonti cronologici, essi, tuttavia, non hanno natura di tessere sparse: i temi dei saggi sono apparentati dall’essere frutto di spunti di riflessione nati nel solco delle ricerche inerenti le tesi di dottorato e soprattutto condividono un indirizzo nel quale è agevole riconoscere il timbro del progetto alla base della peculiarità del corso di dottorato.
Il volume – nella scelta di fondo dei contributi così diversi l’uno dall’altro, così resistenti a essere parti di un tutto organico, nell’assenza di una linea preminente di ricerca, ma così caparbi nello scegliersi dei temi mescolati, nodali – è una scheggia che corrisponde allo stato che vive la disciplina della storia dell’arte oggi. La crisi che l’attraversa non è legata all’idea di una sua fine, del suo esaurirsi, quanto all’esigenza di rinnovare le dimensioni di senso. Di fatto, in modo più o meno consapevole, e in modi non sempre ampiamente condivisi, è in atto una svolta.
“La Ricerca giovane in cammino per l’arte” si pone all’interno di questa svolta. Ne sono spia i percorsi di conoscenza compiuti dai dottorandi allorquando si svincolano dall’aderenza a un rigido disciplinare metodologico e si aprono al ventaglio degli incardinamenti delle varie morfologie artistiche nel più vasto orizzonte dei beni culturali; dove l’opera d’arte non è solo oggetto di conoscenza la più profonda e raffinata, ma anche e contestualmente oggetto di cura, perché sia conservata ma anche comunicata, messa cioè al centro di dinamiche che la pongano in relazione con la coscienza di chi l’osserva, la studia e la incanala verso il percorso di comprensione.
Book Reviews by dinoia rosalba
Nouvelles de l'estampe, Jan 2018
Book Review: Jonas Beyer, entre dessin et estampe. Edgar Degas et la redécouverte du monotype au ... more Book Review: Jonas Beyer, entre dessin et estampe. Edgar Degas et la redécouverte du monotype au XIXe siècle, traduction de l’allemand par Aude Virey-Wallon, Dijon, Les Presses du réel, 2017, 471 pages, ISBN 978-2-84066-845-9.
Critical Review of the Second Volume in Two Toms of the Ingres Correspondence by Daniel Ternois, ... more Critical Review of the Second Volume in Two Toms of the Ingres Correspondence by Daniel Ternois, LETTRES D'INGRES. DE L’ÂGE D'OR À HOMÈRE DÉIFIÉ (1841-1867). The article also presents an unpublished subject of Ingres engraved by Luigi Calamatta and some correction of correspondence between the two artists.
Papers by dinoia rosalba
La recente scoperta avvenuta quasi per caso di un’importante collezione di stampe che il cardinal... more La recente scoperta avvenuta quasi per caso di un’importante collezione di stampe che il cardinale romano Antonio Tosti (Roma, 1776-1866) ha raccolto in trent’anni durante la prima metà dell’Ottocento, ha imposto di aprire un filone di ricerca parallelo allo studio sull’incisore Luigi Calamatta, che merita di essere percorso anche per l’importanza e l’interesse ch’esso riveste nell’ambito di una storia del collezionismo di stampe del primo Ottocento ancora in gran parte da scrivere.
Prospettiva-rivista Di Storia Dell Arte Antica E Moderna, 2009
L'Officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro. I luoghi dell'arte. Immagine, memoria, materia, Oct 2014
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta s... more Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute autorizzazioni.
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Articles by dinoia rosalba
D’un point de vue conceptuel, l’eau-forte « mobile » renie, dans un certain sens, le principe de la multiplication qui est essence même de l’estampe. À partir des années 1870, le phénomène de l’eau-forte mobile fait partie des expérimentations techniques qui caractérisent l’aspect novateur du monde de la gravure, surtout celles conduites au sein de deux mouvements avant-gardistes de l’époque, le groupe impressionniste en France et celui de la scapigliatura milanese en Italie. Des artistes de ces deux mouvements conduisent à la métamorphose de la gravure qui, d’objet de reproduction en série, devient œuvre unique, exploitant le jeu paradoxal de la multiplication des unica obtenus par la variation continue de l’encrage. En effet, l’encrage devient le moyen technique qui offre à l’artiste une dimension que n’a pas la peinture, et que les peintres graveurs italiens et français exploreront jusqu’aux limites les plus extrêmes.
Gli indizi fino ad ora raccolti ci mostrano un movimento di scambi a doppio senso tra l’Italia con gli Stati Uniti da una parte e l’Italia con la Francia dall’altra.
Books by dinoia rosalba
Luigi Calamatta (Civitavecchia, 21 giugno 1801 - Milano, 8 marzo 1869) fu un incisore di traduzione appartenne, cioè, a quel genere di artisti che si dedicarono ad interpretare l’opera altrui. La sua attività si colloca a chiusura della secolare tradizione della stampa d’après mezzo attraverso il quale le opere dei grandi maestri antichi e contemporanei sono state divulgate in tutto il mondo. La stampa di traduzione ha avuto un ruolo di vasta portata nella diffusione dell’estetica, nei cambiamenti del gusto, nella fortuna visiva di alcune opere d’arte e in molti casi a questa valenza si è affiancata quella di essere considerata essa stessa un’opera d’arte. Tuttavia, nella più recente letteratura storico-artistica che riguarda il panorama italiano, se non mancano contributi che hanno preso in esame il concetto interpretativo di incisione di traduzione e diversi studi monografici sui più valenti incisori di traduzione dal XV al XVIII secolo, restano scarsi gli apporti sull’Ottocento, dove si ravvisa un certo ritardo nel recupero storico e critico delle personalità più rappresentative. L’interesse della critica si è infatti prevalentemente soffermato sulla più seducente incisione ‘originale’ dei peintres-graveurs della seconda metà del XIX secolo, considerata opera d’arte vera e propria per la presenza della componente creativa che, in alcuni casi, coinvolge l’artista in prima persona durante tutto il processo di esecuzione, dall’ideazione del disegno alla stampa della matrice. Di converso, l’attenzione per l’opera dei maestri traduttori è andata via via affievolendosi, poiché le stampe che hanno tramandato per secoli i capolavori dell’arte si presentano oggi di difficile lettura, venendo meno nel tempo quegli strumenti di conoscenza tecnici e storici che hanno permesso di farle apprezzare in passato e di cogliere il significato intrinseco della personalità artistica dell’incisore nella complessità del tessuto segnico. Partendo da questi presupposti, la presente ricerca vuole offrire un contributo per far emergere una delle personalità più rappresentative dall’“immenso magma fluttuante” (come lo definisce Evelina Borea nel suo ultimo lavoro, Lo specchio dell’arte italiana nelle stampe di cinque secoli, Pisa 2009) che caratterizza l’incisione di traduzione dell’Ottocento riguardante i fatti italiani e non solo, e tentare di colmare qualche lacuna di conoscenza della nostra tradizione incisoria che ancora oggi grava e alimenta pregiudizi sul ruolo e la rilevanza dell’incisore in un’epoca segnata da grandi sconvolgimenti politici e sociali, ma anche da enormi progressi tecnologici che si riverberarono sulla produzione figurativa a stampa fino a stravolgerla del tutto con l’avvento della fotografia. In questo contesto, l’approfondimento critico su Luigi Calamatta – poliedrica figura di uomo, artista e patriota risorgimentale di statura internazionale, vissuto tra l’Italia, la Francia e il Belgio, a contatto con i maggiori rappresentanti dell’élite progressista e repubblicana che segnarono la storia culturale e politica europea dell’epoca – offre spunti di ricerca e di riflessione che hanno permesso una rilettura per molti aspetti aggiornata basata su una considerevole quantità di documenti inediti, oltre a fornire la possibilità di aggiungere nuove considerazioni sul concetto di mutamento di percezione del ruolo specifico dell’incisore di traduzione e d’interpretazione che lo stesso Calamatta contribuì a modificare, grazie soprattutto all’influente amicizia con una delle protagoniste più attive della cultura romantica francese, George Sand, e alla lunga collaborazione con il maggiore rappresentante del panorama artistico dell’epoca, Jean Auguste Dominique Ingres. Il presente studio mira dunque ad affrontare e risolvere alcune problematiche inerenti i precedenti studi sull’incisore, in particolare la verifica delle fonti d’archivio, della bibliografia ottocentesca unita all’analisi diretta e al confronto sistematico degli esemplari delle opere, per ricostruire la genesi e la cronologia di queste ultime, la rete di relazioni artistiche e culturali di Calamatta e il dibattito intorno a temi specifici come la formazione accademica nel settore della calcografia nel primo Ottocento, il mutamento di prospettiva dell’incisore tra la traduzione e l’interpretazione dell’opera d’arte, il ruolo del ritratto nella propaganda politica.
Le recenti ricerche archivistiche e il ritrovamento di opere inedite dimostrano quanto la partecipazione di Calamatta ai grandi avvenimenti politici che segnarono la storia europea nell’Ottocento fu a tutto campo, senza distinzione tra la sfera artistica, sociale e affettiva, manifestandosi a vari livelli e nei più disparati ambiti.
Ben introdotto negli ambienti dell’intelligentia repubblicana e liberale della Francia, del Belgio e dell’Italia, Calamatta fu partecipe appassionato non solo alla causa italiana aderendo al pensiero mazziniano sin dalla fondazione della Giovine Italia, ma anche all’idea maturata in ambiente francese durante le rivoluzioni del 1848 di quel che può essere considerato l’embrione della nascita dell’Unione Europea, la creazione di una “Repubblica Universale”.
Questo volume, promosso dalla Presidenza del Consiglio – Unità Tecnica di Missione per le Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, ripercorre le tappe della vicenda biografica di Calamatta soffermandosi sugli episodi e sulle relazioni di amicizia e d’interesse che lo videro protagonista in ambito artistico e politico.
Attraverso il saggio di Rosalba Dinoia, i contributi di Pietro Finelli e di Annarosa Poli, un primo catalogo di opere anche inedite e il corredo documentario, vengono ricostruite e qui raccontate per la prima volta le circostanze che dettarono o influenzarono significativamente le scelte artistiche di Calamatta, come nel caso del suoi celebri ritratti di George Sand e di Mazzini.
Ma Calamatta è anche una figura poliedrica di uomo, artista e patriota risorgimentale di statura internazionale, vissuto tra l’Italia, la Francia, il Belgio e l’Inghilterra, a contatto con i maggiori rappresentanti dell’élite progressista e repubblicana che hanno segnato la storia culturale e politica europea posta a fondamento dell’epoca contemporanea.
Le sue Memorie autobiografiche rappresentano per importanza il primo strumento utile per chi si accinge allo studio o all’approfondimento del personaggio legato d’intima amicizia a Ingres e a George Sand e vissuto a contatto con Mazzini, Garibaldi, e altri personaggi celebri dell’epoca.
Alle Memorie segue l’epistolario scelto di 21 lettere inedite inviate da Calamatta alla figlia Lina e 7 a George Sand. Oltre agli aspetti propriamente familiari legati al coté intime, esse non mancano di offrire uno sguardo più allargato all’ambiente dell’epoca e alle ultime vicende risorgimentali degli anni Sessanta che vedono Calamatta direttamente coinvolto.
Lo stesso materiale documentario, unito ad altro rintracciato in sedi diverse, è servito per aggiornare la cronologia biografica che qui si propone in forma di regesto.
Il volume – nella scelta di fondo dei contributi così diversi l’uno dall’altro, così resistenti a essere parti di un tutto organico, nell’assenza di una linea preminente di ricerca, ma così caparbi nello scegliersi dei temi mescolati, nodali – è una scheggia che corrisponde allo stato che vive la disciplina della storia dell’arte oggi. La crisi che l’attraversa non è legata all’idea di una sua fine, del suo esaurirsi, quanto all’esigenza di rinnovare le dimensioni di senso. Di fatto, in modo più o meno consapevole, e in modi non sempre ampiamente condivisi, è in atto una svolta.
“La Ricerca giovane in cammino per l’arte” si pone all’interno di questa svolta. Ne sono spia i percorsi di conoscenza compiuti dai dottorandi allorquando si svincolano dall’aderenza a un rigido disciplinare metodologico e si aprono al ventaglio degli incardinamenti delle varie morfologie artistiche nel più vasto orizzonte dei beni culturali; dove l’opera d’arte non è solo oggetto di conoscenza la più profonda e raffinata, ma anche e contestualmente oggetto di cura, perché sia conservata ma anche comunicata, messa cioè al centro di dinamiche che la pongano in relazione con la coscienza di chi l’osserva, la studia e la incanala verso il percorso di comprensione.
Book Reviews by dinoia rosalba
Papers by dinoia rosalba
D’un point de vue conceptuel, l’eau-forte « mobile » renie, dans un certain sens, le principe de la multiplication qui est essence même de l’estampe. À partir des années 1870, le phénomène de l’eau-forte mobile fait partie des expérimentations techniques qui caractérisent l’aspect novateur du monde de la gravure, surtout celles conduites au sein de deux mouvements avant-gardistes de l’époque, le groupe impressionniste en France et celui de la scapigliatura milanese en Italie. Des artistes de ces deux mouvements conduisent à la métamorphose de la gravure qui, d’objet de reproduction en série, devient œuvre unique, exploitant le jeu paradoxal de la multiplication des unica obtenus par la variation continue de l’encrage. En effet, l’encrage devient le moyen technique qui offre à l’artiste une dimension que n’a pas la peinture, et que les peintres graveurs italiens et français exploreront jusqu’aux limites les plus extrêmes.
Gli indizi fino ad ora raccolti ci mostrano un movimento di scambi a doppio senso tra l’Italia con gli Stati Uniti da una parte e l’Italia con la Francia dall’altra.
Luigi Calamatta (Civitavecchia, 21 giugno 1801 - Milano, 8 marzo 1869) fu un incisore di traduzione appartenne, cioè, a quel genere di artisti che si dedicarono ad interpretare l’opera altrui. La sua attività si colloca a chiusura della secolare tradizione della stampa d’après mezzo attraverso il quale le opere dei grandi maestri antichi e contemporanei sono state divulgate in tutto il mondo. La stampa di traduzione ha avuto un ruolo di vasta portata nella diffusione dell’estetica, nei cambiamenti del gusto, nella fortuna visiva di alcune opere d’arte e in molti casi a questa valenza si è affiancata quella di essere considerata essa stessa un’opera d’arte. Tuttavia, nella più recente letteratura storico-artistica che riguarda il panorama italiano, se non mancano contributi che hanno preso in esame il concetto interpretativo di incisione di traduzione e diversi studi monografici sui più valenti incisori di traduzione dal XV al XVIII secolo, restano scarsi gli apporti sull’Ottocento, dove si ravvisa un certo ritardo nel recupero storico e critico delle personalità più rappresentative. L’interesse della critica si è infatti prevalentemente soffermato sulla più seducente incisione ‘originale’ dei peintres-graveurs della seconda metà del XIX secolo, considerata opera d’arte vera e propria per la presenza della componente creativa che, in alcuni casi, coinvolge l’artista in prima persona durante tutto il processo di esecuzione, dall’ideazione del disegno alla stampa della matrice. Di converso, l’attenzione per l’opera dei maestri traduttori è andata via via affievolendosi, poiché le stampe che hanno tramandato per secoli i capolavori dell’arte si presentano oggi di difficile lettura, venendo meno nel tempo quegli strumenti di conoscenza tecnici e storici che hanno permesso di farle apprezzare in passato e di cogliere il significato intrinseco della personalità artistica dell’incisore nella complessità del tessuto segnico. Partendo da questi presupposti, la presente ricerca vuole offrire un contributo per far emergere una delle personalità più rappresentative dall’“immenso magma fluttuante” (come lo definisce Evelina Borea nel suo ultimo lavoro, Lo specchio dell’arte italiana nelle stampe di cinque secoli, Pisa 2009) che caratterizza l’incisione di traduzione dell’Ottocento riguardante i fatti italiani e non solo, e tentare di colmare qualche lacuna di conoscenza della nostra tradizione incisoria che ancora oggi grava e alimenta pregiudizi sul ruolo e la rilevanza dell’incisore in un’epoca segnata da grandi sconvolgimenti politici e sociali, ma anche da enormi progressi tecnologici che si riverberarono sulla produzione figurativa a stampa fino a stravolgerla del tutto con l’avvento della fotografia. In questo contesto, l’approfondimento critico su Luigi Calamatta – poliedrica figura di uomo, artista e patriota risorgimentale di statura internazionale, vissuto tra l’Italia, la Francia e il Belgio, a contatto con i maggiori rappresentanti dell’élite progressista e repubblicana che segnarono la storia culturale e politica europea dell’epoca – offre spunti di ricerca e di riflessione che hanno permesso una rilettura per molti aspetti aggiornata basata su una considerevole quantità di documenti inediti, oltre a fornire la possibilità di aggiungere nuove considerazioni sul concetto di mutamento di percezione del ruolo specifico dell’incisore di traduzione e d’interpretazione che lo stesso Calamatta contribuì a modificare, grazie soprattutto all’influente amicizia con una delle protagoniste più attive della cultura romantica francese, George Sand, e alla lunga collaborazione con il maggiore rappresentante del panorama artistico dell’epoca, Jean Auguste Dominique Ingres. Il presente studio mira dunque ad affrontare e risolvere alcune problematiche inerenti i precedenti studi sull’incisore, in particolare la verifica delle fonti d’archivio, della bibliografia ottocentesca unita all’analisi diretta e al confronto sistematico degli esemplari delle opere, per ricostruire la genesi e la cronologia di queste ultime, la rete di relazioni artistiche e culturali di Calamatta e il dibattito intorno a temi specifici come la formazione accademica nel settore della calcografia nel primo Ottocento, il mutamento di prospettiva dell’incisore tra la traduzione e l’interpretazione dell’opera d’arte, il ruolo del ritratto nella propaganda politica.
Le recenti ricerche archivistiche e il ritrovamento di opere inedite dimostrano quanto la partecipazione di Calamatta ai grandi avvenimenti politici che segnarono la storia europea nell’Ottocento fu a tutto campo, senza distinzione tra la sfera artistica, sociale e affettiva, manifestandosi a vari livelli e nei più disparati ambiti.
Ben introdotto negli ambienti dell’intelligentia repubblicana e liberale della Francia, del Belgio e dell’Italia, Calamatta fu partecipe appassionato non solo alla causa italiana aderendo al pensiero mazziniano sin dalla fondazione della Giovine Italia, ma anche all’idea maturata in ambiente francese durante le rivoluzioni del 1848 di quel che può essere considerato l’embrione della nascita dell’Unione Europea, la creazione di una “Repubblica Universale”.
Questo volume, promosso dalla Presidenza del Consiglio – Unità Tecnica di Missione per le Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, ripercorre le tappe della vicenda biografica di Calamatta soffermandosi sugli episodi e sulle relazioni di amicizia e d’interesse che lo videro protagonista in ambito artistico e politico.
Attraverso il saggio di Rosalba Dinoia, i contributi di Pietro Finelli e di Annarosa Poli, un primo catalogo di opere anche inedite e il corredo documentario, vengono ricostruite e qui raccontate per la prima volta le circostanze che dettarono o influenzarono significativamente le scelte artistiche di Calamatta, come nel caso del suoi celebri ritratti di George Sand e di Mazzini.
Ma Calamatta è anche una figura poliedrica di uomo, artista e patriota risorgimentale di statura internazionale, vissuto tra l’Italia, la Francia, il Belgio e l’Inghilterra, a contatto con i maggiori rappresentanti dell’élite progressista e repubblicana che hanno segnato la storia culturale e politica europea posta a fondamento dell’epoca contemporanea.
Le sue Memorie autobiografiche rappresentano per importanza il primo strumento utile per chi si accinge allo studio o all’approfondimento del personaggio legato d’intima amicizia a Ingres e a George Sand e vissuto a contatto con Mazzini, Garibaldi, e altri personaggi celebri dell’epoca.
Alle Memorie segue l’epistolario scelto di 21 lettere inedite inviate da Calamatta alla figlia Lina e 7 a George Sand. Oltre agli aspetti propriamente familiari legati al coté intime, esse non mancano di offrire uno sguardo più allargato all’ambiente dell’epoca e alle ultime vicende risorgimentali degli anni Sessanta che vedono Calamatta direttamente coinvolto.
Lo stesso materiale documentario, unito ad altro rintracciato in sedi diverse, è servito per aggiornare la cronologia biografica che qui si propone in forma di regesto.
Il volume – nella scelta di fondo dei contributi così diversi l’uno dall’altro, così resistenti a essere parti di un tutto organico, nell’assenza di una linea preminente di ricerca, ma così caparbi nello scegliersi dei temi mescolati, nodali – è una scheggia che corrisponde allo stato che vive la disciplina della storia dell’arte oggi. La crisi che l’attraversa non è legata all’idea di una sua fine, del suo esaurirsi, quanto all’esigenza di rinnovare le dimensioni di senso. Di fatto, in modo più o meno consapevole, e in modi non sempre ampiamente condivisi, è in atto una svolta.
“La Ricerca giovane in cammino per l’arte” si pone all’interno di questa svolta. Ne sono spia i percorsi di conoscenza compiuti dai dottorandi allorquando si svincolano dall’aderenza a un rigido disciplinare metodologico e si aprono al ventaglio degli incardinamenti delle varie morfologie artistiche nel più vasto orizzonte dei beni culturali; dove l’opera d’arte non è solo oggetto di conoscenza la più profonda e raffinata, ma anche e contestualmente oggetto di cura, perché sia conservata ma anche comunicata, messa cioè al centro di dinamiche che la pongano in relazione con la coscienza di chi l’osserva, la studia e la incanala verso il percorso di comprensione.
Assieme alle circa cinquecento lettere (in parte ancora inedite) fino ad oggi riunite, la recente circostanza aggiunge nuovi apporti alla definizione della figura artistica e del ruolo che il celebre incisore rivestì nell’ambito degli scambi internazionali. Ciò che emerge è un aspetto centrale nella sua attività artistica: la migrazione oltralpe del modello disegnativo rinascimentale italiano che permea la cultura neoclassica del primo Ottocento, di cui Calamatta si rende portavoce e difensore strenuo accanto ad Ingres.
“La Rinascenza della rinascita” attuata da Ingres riportando in auge gli antichi fasti della classicità dell’arte greca e romana filtrata attraverso la visione delle grandi opere del Rinascimento italiano, è il concetto che Calamatta descrive e spiega nelle sue Memorie autobiografiche e sulla quale dialoga a più riprese nella corrispondenza. Essa diviene il tema cardine delle sue scelte, non solo in merito alle opere (note e meno note) dei grandi maestri da divulgare in Europa attraverso la trasposizione in disegno e in incisione, ma anche nell’attività didattica svolta dal 1836 al 1861 all’École Royale de gravure di Bruxelles ch’egli fu chiamato a rifondare dal primo re del Belgio, Leopoldo I.
La lettura del carteggio si rivela dunque determinante per comprendere come il Rinascimento italiano da lui esportato in Francia e in Belgio attraverso il disegno, l’incisione e la nascente fotografia, diventa strumento imprescindibile di conoscenza ed educazione al “bello ideale”, nonché metro di paragone per la comprensione dell’arte nordeuropea antica e moderna con la quale Calamatta ebbe continuamente a confrontarsi.
In una collezione privata francese è stato recentemente rinvenuto un disegno realizzato da Luigi Calamatta nel 1828 e dedicato a Jean-Auguste Dominique Ingres, con il quale l’incisore italiano suggellò il rapporto di collaborazione e intima amicizia iniziato con la traduzione del Voto di Luigi XIII e durato tutto il corso della loro vita. Il soggetto, Antioco e Stratonice o La malattia di Antioco, oltre a fornire lo spunto per alcune riflessioni circa l’attenzione alla “grecità” condivisa dai due, riapre una questione lungamente discussa dalla critica circa le differenti versioni disegnate e dipinte che Ingres dedicò in tutta la sua vita artistica a uno dei suoi temi preferiti.
Alcuni indizi tratti da un piccolo foglietto incollato sul cartone del montaggio del presente disegno, la rilettura delle fonti coeve e il confronto con altre interpretazioni del soggetto eseguite nella cerchia davidiana, inducono a formulare ipotesi che potrebbero apportare nuovi contributi al dibattito internazionale degli studiosi di Ingres, circa la corrispondenza tra le versioni disegnate già note del maestro di Montauban e un suo dipinto andato disperso alla vendita post mortem del 1867.
La galvanoplastica, la dagherrotipia e la fotografia segnano il punto di non ritorno di una rivoluzione epocale basata sul processo di accelerazione nella riproduzione dell’immagine. Il radicale cambiamento non è, tuttavia, da considerarsi in termini di drastica cesura con il passato, né in antitesi con l’avanzata dell’incisione originale o “autografa”: alcuni celebri bulinisti del “gran genere” si avvicinano a queste scoperte stravolgendo dal di dentro le regole accademiche orientando le loro scelte verso procedimenti più congeniali al rapido evolversi dei costumi, delle mode, degli stili di vita e del mutamento del gusto che l’ascesa di una nuova borghesia stava imponendo. È proprio nella diretta sperimentazione di questi ritrovati che emergono i ‘fili conduttori’ tra le differenti esperienze dei bulinisti italiani del primo Ottocento e quelle degli acquafortisti della seconda metà del secolo accomunati da periodi di permanenza in territorio francese.
The paper aims to highlight the importance of the information emerging from the plate: the analysis should start from the observation of materials, technology and also performing processes of printing. These conditions, followed by the study of the artist and his cultural and historical context, establish a solid basis for a correct results concerning the engraving and its historical, aesthetic and social implications.