Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali

Il presente studio nasce dell’analisi dei reperti faunistici provenienti da tre focolari medievali del Foro della Pace, datati all’XI secolo dai materiali ceramici rinvenuti. Sebbene il campione di pesce sia relativamente ridotto, la presenza di diverse specie marine e dulciacquicole e l’abbondanza di molluschi marini indicano un chiaro contributo alla dieta da parte delle specie acquatiche. Il sostanziale equilibrio tra i due gruppi ecologici ha aperto un interessante scorcio su temi ancora molto dibattuti in ambito storico, come l’importanza del consumo di pesce nel Medioevo ed il ruolo delle acque interne nell’approvvigionamento della risorsa ittica. La selezione di precise parti anatomiche consente inoltre interessanti spunti di riflessione sulle modalità di preparazione del pesce, mentre l’osteometria e il confronto con esemplari da collezione consentono di riconoscere una certa standardizzazione delle taglie, che suggerisce una forma di selezione durante la cattura e la vendita del pescato. Al contrario, per i molluschi la raccolta appare più intensa e poco selettiva.

L'articolo presenta alcune riflessioni sulle pratiche alimentari in territorio altolaziale, attraverso l’analisi integrata dei resti ossei di pasto e dei recipienti ceramici per la cottura, raffrontando il dato archeologico con le osservazioni desumibili dai ricettari e trattati gastronomici bassomedievali. I materiali coprono un arco cronologico che va dalla metà del XIII al XVI secolo e provengono da contesti – perlopiù chiusi – di ambito urbano e rurale.

This paper presents some reflections on dietary practices in the Upper Latium through the integrated analysis of bone food remains and ceramic cooking pots, comparing the archaeological data with observations from early medieval gastronomic cookbooks and treatises. These materials cover a chronological span from the mid-13th to the 16th century and come from mostly closed urban and rural contexts.

In 2021 the Soprintendenza Speciale Antichità Belle Arti e Paesaggio di Roma has promoted
a rescue excavation and a restoration work of the villa rustica at Fralana: the building, found in Rome in the Axa-Malafede district, had already been subjected to preventive investigations by the Soprintendenza Archeologica di Ostia between 1992 and 2000. The recent interventions made it possible to deepen the study of its context and partially expand the limits of the excavation, thanks to the discovery of structures not previously investigated. The villa consists of a pars urbana with mosaic-paved rooms, around which a pars fructuaria and a pars rustica develop, the latter characterized by the presence of a large cistern. The pars fructuaria was intended mainly for the pressing and production of oil, as can be deduced from the presence
of a torcularium. The complex must have been used since the Republican age, as can be inferred by the presence of reused tufa blocks. The ceramic material found during recent excavations dates from the 2nd century bc to the 6th century ad. The layout of the villa itself
dates to the early imperial age and was then partially modified over time. A traumatic event
must have caused the disconnection of the floors: the villa was not abandoned but ransformed
with the insertion of buttresses in opus listatum. The torcularium still seems to be in use in the late imperial era.

La ricerca indaga le dinamiche di produzione e scambio commerciale tra Roma e la Tuscia tra il basso Medioevo e la prima età moderna, integrando dati archeologici, ceramologici e archeozoologici. Un’attenzione particolare è rivolta alla città medievale di Cencelle, un centro nodale per l’analisi dei flussi economici e produttivi. I materiali ceramici rinvenuti riflettono interazioni locali e importazioni da altre aree della penisola (Toscana, Campania) e del Mediterraneo (Spagna), rivelando l’influenza di mercati sovraregionali. Parallelamente, lo studio dei resti faunistici evidenzia cambiamenti nelle strategie di allevamento e di consumo, offrendo una chiave di lettura per comprendere la trasformazione di alcune dinamiche socioeconomiche dell’alto Lazio. L’approccio interdisciplinare adottato combina analisi minero-petrografiche, dati archeozoologici e fonti documentarie, proponendo nuove prospettive sulla cultura materiale e sull’evoluzione economica del periodo.

I butti archeologici sono una fonte essenziale per ricostruire le pratiche alimentari medievali, restituendo resti faunistici e vegetali ben preservati. L’analisi dei resti ossei indica una dieta prevalentemente basata su mammiferi domestici, come maiali e ovini, con una scarsa presenza di selvaggina anche in siti privilegiati come Tarquinia e Graffignano. La selvaggina è leggermente più abbondante a Cencelle, forse per dinamiche legate al mercato. Il pollo, al contrario, sembra costituire un consumo più raffinato, con una macellazione precoce dei pollastri e preparazioni ricercate, come documentato nei ricettari del XIV secolo.
La ceramica da cucina, come le olle e i tegami invetriati, rivela un'evoluzione nelle tecniche di cottura, passando da contenitori di legno a quelli in ceramica, più resistenti e adatti a diverse preparazioni. I butti, infine, offrono spunti sullo smaltimento dei rifiuti alimentari, con una gestione che riflette la struttura sociale dell’epoca.

Ferentium sorge a pochi chilometri da Viterbo; conobbe una continuità abitativa, che si protrasse almeno dall'età etrusca sino a quella medioevale: inizialmente municipium romano, fu poi sede vescovile fino al VI secolo d.C. ed infine venne distrutta nel 1172 a seguito della guerra con la vicina Viterbo.

In Italy the concept of preventive protection of the archaeological heritage was born after the intense urban transformations that began after the end of the First World War. The post-war reconstructions and the subsequent economic boom led to a rapid transformation of the historical centers.
Only in recent years, lagging behind the rest of Europe, through various laws, the preventive verification of archaeological interest has been regulated in Italy, becoming, at last, a fundamental step in the planning of public works.
The purpose of this work is to deal with the legislative aspects, through the analysis of the laws, as well as the technical ones, providing examples related to the methods of analysis and discussing the significant case studies, in order to provide a practical tool for the understanding and the application of the correct preventive archaeological verification procedures.
The study will begin with the discussion of the very often debated topic of preventive archeology in Italy: the history and the birth of the subject and the legislative sources will be deepened. Then the recent art. 25 (Preventive verification of the archaeological interest), contained in the Legislative Decree 50/2016 (Code of Contracts and Publics Procurement), will be illustrated and commented through the most recent legislative acts and the many MiBACT circulars. Then we will analyse the most used methods and technologies during the preventive verifications.
All these topics will be supported by many case studies and experiences which, as we will see, have been fundamental for the birth of the procedures and standards of investigation
currently in use. The analysis of the main models of preventive archeology in Europe (UK, Greece, France, Germany) strengthened by some examples of interventions in the field, will also allow a comparison with the Italian procedures.
Afterwards, we will deal with the awarding rules about the contracts related to the Cultural Heritage (Legislative Decree 50/2016, Articles 145-151), analysing the common criteria and the specific laws, highlighting the rule about the archaeological excavations and also those introduced by the recent "Regulation on public works contracts on cultural heritage" (Ministerial Decree 154/2017). These will give us the opportunity to integrate the specific topics related to the preventive verification of the archaeological interest.
In the end, it will be offered a general balance on the state of Italian preventive archeology, trying to identify its strengths and weaknesses on the basis of all the arguments previously discussed.