Papers by maurizio bonanno

Come espressione di uso comune il termine classico sta ad indicare un riferimento alla cultura el... more Come espressione di uso comune il termine classico sta ad indicare un riferimento alla cultura ellenico-romana dell'età antica. Con ciò non va inteso che si stia parlando di un semplice periodo storico che va approssimativamente dall'VIII sec. a.C. fino al VI sec. d.C. Infatti non tutte le espressioni artistiche e culturali presenti in quel periodo sono giudicate classiche. Il caso più eclatante a questo riguardo è costituito dalla cosiddetta arte paleocristiana, per la quale gli storici dell'arte pongono un netto distinguo con la contemporanea arte pagana, ritenuta ancora classica o tutt'al più tardo-classica. Allo stesso modo vengono escluse dal classicismo le varie componenti barbariche pur presenti all'interno dell'impero romano. Quindi non viene ritenuta classica tutta l'arte celtica di quel periodo. Ci accorgiamo allora che la denominazione di classico non è tanto usata per contraddistinguere un periodo storico, ma una specifica cultura contrassegnata, non tanto dall'adozione di una lingua o di una forma di governo o di diritto, quanto da una forma di orientamento religioso, consistente nell'adozione del politeismo " olimpico " e delle forme di espressione che esso ha elaborato (dall'arte alla filosofia). In questo senso il periodo classico si inaugura con l'apparizione della statuaria greca relativa ai santuari " pagani " e termina coi il diffondersi della pittura e della scultura cristiana che si impone unitamente all'emergere delle culture figurative delle regioni " periferiche " dell'impero (il fenomeno è illustrato in modo esemplare da (Bianchi Bandinelli). Ma la vitalità del mondo classico che ha ispirato poi molte generazioni in età cristiana non è dovuta solo alla ripresa del modello religioso che la sottende (e quindi al politeismo che in realtà non viene più riabilitato in modo esplicito) ma anche e soprattutto a una caratteristica della cultura politeista ellenico-romana capace di garantire ampi spazi di autonomia delle istituzioni civiche, giuridiche e culturali dal controllo o dalla finalità religiosa. Si pensi alle tante forme di espressione culturale svincolate dallo stretto riferimento alla religione come lo sono la retorica la filosofia e la poesia (anche le tecniche figurative hanno risentito di questa libertà andando a rappresentare atleti, scene di genere come la natura morta o i paesaggi della pittura compendia e altri motivi non religiosi). Questa situazione culturale, connessa anche alla grande complessità raggiunta dalla società ellenico-romana, sarà alla base poi dell'idea di " laicismo ". E non a caso nella modernità si ritroverà spesso l'arte classica presa a modello e a vessillo di quelle forze della società interessate a promuovere questo tipo di cultura (in modo particolare ciò è visibile nel fatto che il classicismo si afferma come stile internazionale adottato dalla borghesia, e ancor più nel legame esplicito, formulato da alcuni propugnatori del neoclassicismo, tra classicità e idea dello stato laico e repubblicano). Il Classicismo nell'antichità Gli antichi non parlavano né di classico né di classicismo, ma la moderna storia dell'arte ha voluto intravedere, anche all'interno della cosiddetta arte classica, un periodo più classico degli altri, ripreso nella produzione stilistica all'interno della stessa età antica. Questo è dovuto soprattutto all'analisi di Winckelmann che attraverso l'introduzione di parametri storico formali ha identificato diverse sequenze stilistiche all'interno dell'arte antica, proponendo di conseguenza una definizione più ristretta dell' arte classica. Infatti, in questa accezione, l'arte classica vera e propria va identificata con la produzione figurativa greca del V e IV sec. a.C.. Essa è preceduta dall'arte arcaica e seguita dalla baroccheggiante arte ellenistica. Tale triade stilistica intende inoltre rappresentare le tre fasi del ciclo evolutivo della forma artistica, con l'arte arcaica che ne rappresenta la fase primitiva, l'arte classica che ne rappresenta la maturità e infine con l'arte ellenistica che ne rappresenta la corruzione e la decadenza. A seguito di queste tre fasi si possono dare continuità riprese o l'avvio di un nuovo ciclo, ma ciò che è chiaro è che la fase classica viene ad essere in questo schema quella privilegiata per equilibrio e sobrietà. Sembra cosi che all'interno dell'arte antica questi stessi pregi venissero riconosciuti a questo stile e ne abbiano fatto il modello di successive riprese ed imitazioni. In realtà occorre considerare che, sebbene certe sculture del periodo classico abbiano costituito un modello di base per tutta la scultura antica a venire, nell'antichità è stata di volta in volta ripresa e copiata
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