Thesis Chapters by Tommaso Frangioni

Tesi di laurea triennale in "Teorie del conflitto e ella mediazione".
I Paesi Baschi (Euskal Her... more Tesi di laurea triennale in "Teorie del conflitto e ella mediazione".
I Paesi Baschi (Euskal Herria) sono una regione amministrativamente divisa fra Spagna e Francia, nella quale è presente un forte movimento indipendentista a partire dalla fine del XIX secolo. Nel 1959 nasce come attore politico ETA, Euskadi Ta Askatasuna, dapprima movimento sociale indipendentista ed antifranchista e in seguito, dal 1968 al 2011, gruppo armato che utilizza il terrorismo, l'omicidio e forme di guerriglia urbana come strumento di promozione del progetto indipendentista.
Il mio ingresso sul campo si è svolto fra la fine di febbraio e l'inizio di giugno del 2012, poco dopo il definitivo abbandono della lotta armata indetto da ETA. Sfruttando questo “nuovo tempo”, il focus del mio lavoro si è incentrato su come i movimenti sociali baschi abbiano saputo costruire un nuovo spazio di discussione e far germinare nuove pratiche all'interno della società basca e di come si stia strutturando l'attuale movimento per la riconciliazione. Quello che presento è il primo passo di un percorso di riflessione sulla dimensione della risposta sociale al conflitto armato nelle società europee.
Sulla base di interviste non direttive ai principali gruppi coinvolti, ho cercato di tracciare un possibile modello interpretativo della attuale mobilitazione che fa perno sul concetto di riconciliazione. Per farlo, ho utilizzato due schemi concettuali di J.P. Lederach: la piramide e la ragnatela, cercando di configurarli in una composizione nuova e più attinente al contesto studiato.
The Pays Basque (Euskal Herria) is a region which is administratively divided between Spain and France, were a strong independentist movement developed since the late XIX century. In 1959 begins to operate ETA, Euskadi Ta Askatasuna, in his firsts days as independentist and anti-franchist social movement, and later, from 1969 to 2011 as armed group using terrorism, homicide and forms of urban guerrilla as tools for promoting his independentist project.
The on-the-field part of this research has been between the end of February and the beginning of June 2012, short after the permanent ceasefire called by ETA. Taking advantage of this “new time”, the focus of my work has been centered on how social basque movements succeeded in building a new space for discussion and spread the seeds of new practices in basque society, and in how is a social movement for reconciliation structuring itself. This work is the first step in a broader reflection on how European societies dealed with armed conflicts.
Basing on non-directive interviews I tried to trace a likely interpretative model of this mobilization based on the concept of reconciliation. On this purpose I used two conceptual frameworks by J. P. Lederach: the pyramid and the spiderweb, trying to re-frame them in a new manner, more related to this context.
El País Vasco (Euskal Herria) es una región administrativamente dividida entre España y Francia, en la que se ha desarollado un forte movimento indipendentista a partire de finales de XIX Siglo. En 1959 nace ETA, Euskadi Ta Askatasuna, primeramente como movimiento social indipendentista y antifranquista y después, de 1969 hasta 2011, como movimiento armado que utilizaba terrorismo, homicidio y una forma de guerrila urbana para promover su proyecto independentista.
La parte de campo de mi investigación ha empezado en febrero y acabado en Junio de 2012 poco después del alto el fuego permanente de ETA. Aprovechando de este “nuevo tiempo” mi focus de trabajo ha sido la manera en la que los movimientos sociales vascos han conseguido costruir un nuevo espacio de discusión, han difundido las semillas de nuevas prácticas en la sociedad vasca y como ese movimiento por la reconciliación se esructura. Ese trabajo es el rimer paso en un proceso de reflexión sobre las maneras en las que las sociedades europeas han respondido al conflicto armado.
Basandome sobre entrevistas non directivas, he ententado dibujar un ésquema interpretativo de esta mobilización. Por esto he utilizado dos modelos conceptuales de J. P. Lederach: la pirámide y la tela de araña, ententando modificarlos de una manera nueva, más cercana al contexto.

Questa ricerca è un’analisi dell’arena delle politiche abitative nella città di Firenze. Sono sta... more Questa ricerca è un’analisi dell’arena delle politiche abitative nella città di Firenze. Sono stati tenuti in considerazione due focus principali: da un lato, l’analisi dell’arena delle politiche per la casa, attraverso uno studio delle relazioni fra i principali soggetti collettivi coinvolti, con particolare attenzione ai meccanismi di cooperazione e conflitto fra attori pubblici e altri soggetti; dall’altro il tema dei movimenti urbani, con l’emergenza di una possibile messa in discussione del paradigma dei Nuovi Movimenti Sociali, attraverso la sua integrazione con il concetto di Diritto alla Città (elaborato a partire dalla formulazione originaria di Lefebvre).
A partire dai concetti di regime urbano (come formulato da Stone) e di governance (costruito principalmente seguendo Le Galés), è emerso un quadro che vede i due principali soggetti pubblici (Comune e Regione) come centrali nella produzione delle politiche abitative. Nel periodo in esame, la contrattazione direttamente collegata all’implementazione delle politiche tende a prodursi solamente a partire da un impulso proveniente dal settore pubblico. Intorno a questi attori si addensa un gruppo di soggetti privati, a partire da sindacati e associazioni degli imprenditori. Questi soggetti vengono coinvolti attraverso meccanismi tendenzialmente formali, standardizzati e tecnici. mentre al momento sembrano essere poco presenti le iniziative di carattere politico, di disegno e progettazione degli interventi.
La cooperazione fra altri attori privati e pubblici sembra quindi essere improntata a una instabilità non impossibilitante. Questo significa che, a fronte di una relazione tendenzialmente instabile, non sembrano esserci momenti di rottura talmente forti da far pensare a una fuoriuscita, soprattutto per quel che riguarda i sindacati, dal rapporto dialogico. A differenza di quanto avviene per questi, il locale Movimento di Lotta per la Casa non è considerato come legittimamente inserito fra i soggetti con i quali si può pensare di sviluppare un dialogo. Dal punto di vista del Movimento, il repertorio comunicativo è sviluppato in maniera consapevole ed adattiva. Questo emerge con particolare evidenza nel corso delle azioni di picchettaggio anti-sfratto. Durante gli sfratti con forza pubblica, la presenza fisica degli attivisti ha il triplice obiettivo di impedire lo sfratto, bloccando fisicamente la sua esecuzione; di mandare un messaggio simbolico di forza e unità; e di dialogare con assistenti sociali, ufficiale giudiziario e proprietà per trovare un accordo che impedisca la perdita della casa o che trovi soluzioni alternative soddisfacenti per gli inquilini. Il Movimento allora cerca una strategia che li porta a problematizzare sia il confine fra azione simbolica e azione materialistica e quello fra politica istituzionale-negoziale e politica dell’azione diretta e del conflitto sociale
Un ulteriore aspetto particolarmente interessante che emerge dalla ricerca è la creazione di sacche di esclusione a partire dalle politiche di inclusione abitativa. Nessuno fra gli attori intervistati mette in discussione il fatto che la casa sia un diritto universale, ma nella applicazione concreta delle politiche abitative si trovano diversi elementi che contribuiscono a creare delle distinzioni fra soggetti: quella fra individui “meritevoli” e individui “non meritevoli”; il privilegio accordato ad alcune categorie, con la conseguente parziale esclusione di altre; l’esistenza di soggetti considerati “intrattabili” attraverso l’intervento abitativo.
La ricerca si è svolta nel periodo fra settembre 2015 e giugno 2016 ed è stata caratterizzata dall’utilizzo dei seguenti strumenti: analisi delle dichiarazioni pubbliche e dei documenti prodotti da i principali soggetti in esame; interviste semi-strutturate a testimoni privilegiati; osservazione (semi-)partecipante alle attività del Movimento Lotta per la Casa.
Conference Presentations by Tommaso Frangioni

Cambio. Rivista sulle trasformazioni sociali, 2019
In an age of disintermediation and fading of great mass movements, the "spectre" of solitude seem... more In an age of disintermediation and fading of great mass movements, the "spectre" of solitude seems to appear on the political, social and media scene. The phenomena we are referring to, although not unprecedented, emerge in particular and contradictory forms. More specifically, we are trying to embrace a pervasive and - paradoxically - collective dimension of solitude that can be observed at different levels in the political sphere.
This call intends to solicit contributions that focus in particular on three spheres of political experience: the institutional sphere, the one concerning collective mobilizations, and the subjective sphere. Regarding the first area, we are particularly interested in thoughts on the relationship between the State and the individual, Here is crucial a reflection on those methods of organization of solitude conducted through bureaucratic-administrative processes, which result in the management of populations. In relation to the scope of collective mobilizations, on the other hand, contributions aimed at the study of the relationship between recomposition, individual paths of militancy, and construction of imaginaries that allow us to establish a sense of recognition and representation will be appreciated. Finally, in the sphere of subjectivity, we are interested in contributions that focus on the relationship between individualization and (experiences of) loneliness. To cite an example, it would be stimulating to focus on the ability of individuals to produce implicit theories capable to connect personal problems, i.e. private, with public issues; and lead to various kinds of practices in everyday life.
Interdisciplinary Conference on Social and Political Change. 25 & 26 January 2018, University of ... more Interdisciplinary Conference on Social and Political Change. 25 & 26 January 2018, University of Florence, Political and Social Sciences Department, via delle Pandette 32, Firenze. Building D4, room 0.02
Pubblicazione call: 5 giugno 2017. Scadenza invio abstract: 15 luglio 2017
In the time of disintermediation and the declared end of mass movements, it seems to appear in th... more In the time of disintermediation and the declared end of mass movements, it seems to appear in the political, social and media field the "specter" of solitude. The phenomenon -all but inedited-seems to derive in many and contradictory shapes. Not limited to Europe, as the Marxian specter, solitude seems to currently adopt a pervasive and -paradoxically-collective dimension; becoming a kind of fil rouge among unattended participation instances, ever so high ivory towers, and isolated mobilization strategies.

Presented at: ISA RC48 Mid-term Conference, Catania, May 30 and 31 2017.
This abstract is the fi... more Presented at: ISA RC48 Mid-term Conference, Catania, May 30 and 31 2017.
This abstract is the first step in re-opening an old field of research, aimed at investigating the role of various grassroots organizations in leading to ETA (Euskadi Ta Askatasuna) permanent cease-fire in 2011, and in shaping the public discourse over violence and reconciliation in the Spanish Basque country. I propose to conceive such organizations as part of a broader “reconciliation social movement”: a coalition of subjects which, with all due differences in approaches and definitions of the social reality, have been collectively
building a process of reframing of the Basque conflict, promoting the restauration of both political and civic relations and attempting at sustaining renewed dialogic processes of collective elaboration of a shared memory (Lederach 1997). I frame this conflict with a narrative
approach, through a focus on the social meanings of
silence. Silence is here understood as a strategy and a rhetorical tool in the hands of the various actors involved in the conflict, but also as a main-frame that allows to sketch various phases of the conflict: from the silencing of Basque identity during the Franco years, to the impossibility to speak against the activity of ETA; from the resignification of silence operated by Gesto por la Paz, whose repertoire was based on silent gatherings on the aftermath of a death, to the talkative attitude of Elkarri/Lokarri, another SMO centered on fostering dialogue between political actors and within the civil society as a whole.
Presented at 3rd ISA forum of sociology, Wien, July, 12nd, 2016.
Presented at 3rd ISA Forum of Sociology, Wien, July, 13nd, 2016
Papers by Tommaso Frangioni
Newsletter Osservatorio sulla Città Globale, 2021
L'Osservatorio sulla Città Globale, promosso dall'Istituto di Studi Politici "S. Pio V", pubblica... more L'Osservatorio sulla Città Globale, promosso dall'Istituto di Studi Politici "S. Pio V", pubblica digitalmente la sua Newsletter, con analisi di vario tipo sulla questione urbana, pre- e post-pandemica.

Lavoro culturale, 2019
Torino. La mattina del 4 ottobre, all'alba come si conviene a questo tipo di operazioni, viene co... more Torino. La mattina del 4 ottobre, all'alba come si conviene a questo tipo di operazioni, viene costruito un recinto di jerseys di cemento intorno al parcheggio tra via Cirio e Strada del Fortino, per impedire lo svolgersi del Barattolo. Il Barattolo, o Balonaccio, è una delle istituzioni commerciali della città di Torino: un luogo di scambio e vendita meticcio, incolto, popolare. Inserito all'interno di Borgo Dora, parte di un unico ecosistema insieme a Porta Palazzo, Aurora e Valdocco, il Balon è un mercato (per lo più) all'aperto che ha vissuto negli ultimi tempi varie fasi di ri-qualificazione, insieme all'ecosistema tutto. L'operazione, accettata e rivendicata dalla sindaca (criticata peraltro anche da esponenti della sua stessa parte politica) ha il manifesto obiettivo di restringere l'accesso a quella piccola porzione di territorio, impedendo così a una parte dei mercatali di partecipare al mercato del sabato. L'obiettivo è stato raggiunto attraverso un dispiegamento di forze massiccio, come è d'uso in città negli ultimi tempi , in un intreccio di militarizzazione periodica, richiami alla sicurezza e a un legalismo spesso di comodo, sviluppato attraverso la frequente mobilitazione delle categorie di "degrado" e "periferie", e che conduce inevitabilmente alla marginalizzazione di soggetti già abbondantemente marginalizzati.
This paper is a study on the housing policy arena in Firenze. During the last years, local city g... more This paper is a study on the housing policy arena in Firenze. During the last years, local city governments have been focusing on fostering international, high-profile tourism. The local SMO, Movimento Lotta per la Casa (literally, Fight for the Housing Movement) has some traits of NSMs. At the same time, there are elements that remind « old » Social Movements. It is addressing a material issue, it exercises a very physical resistance and its grammar of disobedience relies on the appropriation of urban spaces. Through the lens of the « Right to the City », I discuss here the relation between urban movements and the urban regime.
Book chapters by Tommaso Frangioni
Sounds of Origin in Heavy Metal Music, edited by Toni-Matti Karjalainen, Newcastle-upon-Tyne, Cambridge Scholars Publishing, pp. 71-93, 2018
Zapruder / online by Tommaso Frangioni
Stati di agitazione. Territori, autogoverno, confederalismo, May 2019
Hack the System, Jan 2018
Ricordiamo che a un anno dalla pubblicazione, i numeri della rivista «Zapruder» vengono resi disp... more Ricordiamo che a un anno dalla pubblicazione, i numeri della rivista «Zapruder» vengono resi disponibili in download gratuito sul nostro sito!
Edited journal issues by Tommaso Frangioni
Cambio Vol 9 No 17, 2019
Questo numero monografico raccoglie alcuni degli spunti emersi durante il convegno “Solitud... more Questo numero monografico raccoglie alcuni degli spunti emersi durante il convegno “Solitudine politica. Tra partecipazione, marginalità e indifferenza”, realizzato a Firenze nei giorni 25-26 gennaio 2018 grazie al supporto del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze e del Dipartimento di Culture Politica e Società dell’Università di Torino. La solitudine è una caratteristica costante e trasversale a molti problemi contemporanei, a partire dalla quale abbiamo cercato di tracciare le direttrici per un confronto necessario, in grado di cogliere uno
degli elementi cruciali del nostro essere nel mondo sociale oggi.

«Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale», 2019
Il nuovo numero della rivista, Stati di agitazione, si muove all'interno della prospettiva dei gl... more Il nuovo numero della rivista, Stati di agitazione, si muove all'interno della prospettiva dei global sixties, e mira a ridisegnare la geografia politica occidentale, per includervi anche lo spazio (post)coloniale. Questo tentativo di articolare il discorso in modo da visualizzare la diffusione delle idee e delle pratiche attraverso un'eterogeneità di luoghi lontani fra loro - non soltanto in termini strettamente geografici - permette di interrogarsi sulla relazione fra la lotta rivoluzionaria che punta alla decolonizzazione e all'affermazione di una dimensione territoriale e politica, e la lotta di chi intende "decolonizzare" i propri ambiti di vita, se non la vita tout court.
Stati di agitazione cerca di sviluppare alcune linee di ricerca che connettano, in una «costellazione satura di tensioni», i movimenti di autodeterminazione del lungo '68 con alcune esperienze attuali di autonomia territoriale (dalla Palestina al Rojava, dalle lotte amazigh al Chiapas, passando per l'Europa Meridionale), per accendere - come dice Walter Benjamin - «la miccia del materiale esplosivo riposto nel ciò che è stato».
Online articles by Tommaso Frangioni
Menelique, 2020
Sembra la periferia di Gotham City, ma è quella di Firenze. Alla gentrificazione guidata dai gros... more Sembra la periferia di Gotham City, ma è quella di Firenze. Alla gentrificazione guidata dai grossi gruppi immobiliari si aggiunge quella dei piccoli proprietari. Il risultato? Quartieri senza anima, dove il centro commerciale è l'unico spazio di aggregazione.
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Thesis Chapters by Tommaso Frangioni
I Paesi Baschi (Euskal Herria) sono una regione amministrativamente divisa fra Spagna e Francia, nella quale è presente un forte movimento indipendentista a partire dalla fine del XIX secolo. Nel 1959 nasce come attore politico ETA, Euskadi Ta Askatasuna, dapprima movimento sociale indipendentista ed antifranchista e in seguito, dal 1968 al 2011, gruppo armato che utilizza il terrorismo, l'omicidio e forme di guerriglia urbana come strumento di promozione del progetto indipendentista.
Il mio ingresso sul campo si è svolto fra la fine di febbraio e l'inizio di giugno del 2012, poco dopo il definitivo abbandono della lotta armata indetto da ETA. Sfruttando questo “nuovo tempo”, il focus del mio lavoro si è incentrato su come i movimenti sociali baschi abbiano saputo costruire un nuovo spazio di discussione e far germinare nuove pratiche all'interno della società basca e di come si stia strutturando l'attuale movimento per la riconciliazione. Quello che presento è il primo passo di un percorso di riflessione sulla dimensione della risposta sociale al conflitto armato nelle società europee.
Sulla base di interviste non direttive ai principali gruppi coinvolti, ho cercato di tracciare un possibile modello interpretativo della attuale mobilitazione che fa perno sul concetto di riconciliazione. Per farlo, ho utilizzato due schemi concettuali di J.P. Lederach: la piramide e la ragnatela, cercando di configurarli in una composizione nuova e più attinente al contesto studiato.
The Pays Basque (Euskal Herria) is a region which is administratively divided between Spain and France, were a strong independentist movement developed since the late XIX century. In 1959 begins to operate ETA, Euskadi Ta Askatasuna, in his firsts days as independentist and anti-franchist social movement, and later, from 1969 to 2011 as armed group using terrorism, homicide and forms of urban guerrilla as tools for promoting his independentist project.
The on-the-field part of this research has been between the end of February and the beginning of June 2012, short after the permanent ceasefire called by ETA. Taking advantage of this “new time”, the focus of my work has been centered on how social basque movements succeeded in building a new space for discussion and spread the seeds of new practices in basque society, and in how is a social movement for reconciliation structuring itself. This work is the first step in a broader reflection on how European societies dealed with armed conflicts.
Basing on non-directive interviews I tried to trace a likely interpretative model of this mobilization based on the concept of reconciliation. On this purpose I used two conceptual frameworks by J. P. Lederach: the pyramid and the spiderweb, trying to re-frame them in a new manner, more related to this context.
El País Vasco (Euskal Herria) es una región administrativamente dividida entre España y Francia, en la que se ha desarollado un forte movimento indipendentista a partire de finales de XIX Siglo. En 1959 nace ETA, Euskadi Ta Askatasuna, primeramente como movimiento social indipendentista y antifranquista y después, de 1969 hasta 2011, como movimiento armado que utilizaba terrorismo, homicidio y una forma de guerrila urbana para promover su proyecto independentista.
La parte de campo de mi investigación ha empezado en febrero y acabado en Junio de 2012 poco después del alto el fuego permanente de ETA. Aprovechando de este “nuevo tiempo” mi focus de trabajo ha sido la manera en la que los movimientos sociales vascos han conseguido costruir un nuevo espacio de discusión, han difundido las semillas de nuevas prácticas en la sociedad vasca y como ese movimiento por la reconciliación se esructura. Ese trabajo es el rimer paso en un proceso de reflexión sobre las maneras en las que las sociedades europeas han respondido al conflicto armado.
Basandome sobre entrevistas non directivas, he ententado dibujar un ésquema interpretativo de esta mobilización. Por esto he utilizado dos modelos conceptuales de J. P. Lederach: la pirámide y la tela de araña, ententando modificarlos de una manera nueva, más cercana al contexto.
A partire dai concetti di regime urbano (come formulato da Stone) e di governance (costruito principalmente seguendo Le Galés), è emerso un quadro che vede i due principali soggetti pubblici (Comune e Regione) come centrali nella produzione delle politiche abitative. Nel periodo in esame, la contrattazione direttamente collegata all’implementazione delle politiche tende a prodursi solamente a partire da un impulso proveniente dal settore pubblico. Intorno a questi attori si addensa un gruppo di soggetti privati, a partire da sindacati e associazioni degli imprenditori. Questi soggetti vengono coinvolti attraverso meccanismi tendenzialmente formali, standardizzati e tecnici. mentre al momento sembrano essere poco presenti le iniziative di carattere politico, di disegno e progettazione degli interventi.
La cooperazione fra altri attori privati e pubblici sembra quindi essere improntata a una instabilità non impossibilitante. Questo significa che, a fronte di una relazione tendenzialmente instabile, non sembrano esserci momenti di rottura talmente forti da far pensare a una fuoriuscita, soprattutto per quel che riguarda i sindacati, dal rapporto dialogico. A differenza di quanto avviene per questi, il locale Movimento di Lotta per la Casa non è considerato come legittimamente inserito fra i soggetti con i quali si può pensare di sviluppare un dialogo. Dal punto di vista del Movimento, il repertorio comunicativo è sviluppato in maniera consapevole ed adattiva. Questo emerge con particolare evidenza nel corso delle azioni di picchettaggio anti-sfratto. Durante gli sfratti con forza pubblica, la presenza fisica degli attivisti ha il triplice obiettivo di impedire lo sfratto, bloccando fisicamente la sua esecuzione; di mandare un messaggio simbolico di forza e unità; e di dialogare con assistenti sociali, ufficiale giudiziario e proprietà per trovare un accordo che impedisca la perdita della casa o che trovi soluzioni alternative soddisfacenti per gli inquilini. Il Movimento allora cerca una strategia che li porta a problematizzare sia il confine fra azione simbolica e azione materialistica e quello fra politica istituzionale-negoziale e politica dell’azione diretta e del conflitto sociale
Un ulteriore aspetto particolarmente interessante che emerge dalla ricerca è la creazione di sacche di esclusione a partire dalle politiche di inclusione abitativa. Nessuno fra gli attori intervistati mette in discussione il fatto che la casa sia un diritto universale, ma nella applicazione concreta delle politiche abitative si trovano diversi elementi che contribuiscono a creare delle distinzioni fra soggetti: quella fra individui “meritevoli” e individui “non meritevoli”; il privilegio accordato ad alcune categorie, con la conseguente parziale esclusione di altre; l’esistenza di soggetti considerati “intrattabili” attraverso l’intervento abitativo.
La ricerca si è svolta nel periodo fra settembre 2015 e giugno 2016 ed è stata caratterizzata dall’utilizzo dei seguenti strumenti: analisi delle dichiarazioni pubbliche e dei documenti prodotti da i principali soggetti in esame; interviste semi-strutturate a testimoni privilegiati; osservazione (semi-)partecipante alle attività del Movimento Lotta per la Casa.
Conference Presentations by Tommaso Frangioni
This call intends to solicit contributions that focus in particular on three spheres of political experience: the institutional sphere, the one concerning collective mobilizations, and the subjective sphere. Regarding the first area, we are particularly interested in thoughts on the relationship between the State and the individual, Here is crucial a reflection on those methods of organization of solitude conducted through bureaucratic-administrative processes, which result in the management of populations. In relation to the scope of collective mobilizations, on the other hand, contributions aimed at the study of the relationship between recomposition, individual paths of militancy, and construction of imaginaries that allow us to establish a sense of recognition and representation will be appreciated. Finally, in the sphere of subjectivity, we are interested in contributions that focus on the relationship between individualization and (experiences of) loneliness. To cite an example, it would be stimulating to focus on the ability of individuals to produce implicit theories capable to connect personal problems, i.e. private, with public issues; and lead to various kinds of practices in everyday life.
This abstract is the first step in re-opening an old field of research, aimed at investigating the role of various grassroots organizations in leading to ETA (Euskadi Ta Askatasuna) permanent cease-fire in 2011, and in shaping the public discourse over violence and reconciliation in the Spanish Basque country. I propose to conceive such organizations as part of a broader “reconciliation social movement”: a coalition of subjects which, with all due differences in approaches and definitions of the social reality, have been collectively
building a process of reframing of the Basque conflict, promoting the restauration of both political and civic relations and attempting at sustaining renewed dialogic processes of collective elaboration of a shared memory (Lederach 1997). I frame this conflict with a narrative
approach, through a focus on the social meanings of
silence. Silence is here understood as a strategy and a rhetorical tool in the hands of the various actors involved in the conflict, but also as a main-frame that allows to sketch various phases of the conflict: from the silencing of Basque identity during the Franco years, to the impossibility to speak against the activity of ETA; from the resignification of silence operated by Gesto por la Paz, whose repertoire was based on silent gatherings on the aftermath of a death, to the talkative attitude of Elkarri/Lokarri, another SMO centered on fostering dialogue between political actors and within the civil society as a whole.
Papers by Tommaso Frangioni
Book chapters by Tommaso Frangioni
Zapruder / online by Tommaso Frangioni
Edited journal issues by Tommaso Frangioni
degli elementi cruciali del nostro essere nel mondo sociale oggi.
Stati di agitazione cerca di sviluppare alcune linee di ricerca che connettano, in una «costellazione satura di tensioni», i movimenti di autodeterminazione del lungo '68 con alcune esperienze attuali di autonomia territoriale (dalla Palestina al Rojava, dalle lotte amazigh al Chiapas, passando per l'Europa Meridionale), per accendere - come dice Walter Benjamin - «la miccia del materiale esplosivo riposto nel ciò che è stato».
Online articles by Tommaso Frangioni
I Paesi Baschi (Euskal Herria) sono una regione amministrativamente divisa fra Spagna e Francia, nella quale è presente un forte movimento indipendentista a partire dalla fine del XIX secolo. Nel 1959 nasce come attore politico ETA, Euskadi Ta Askatasuna, dapprima movimento sociale indipendentista ed antifranchista e in seguito, dal 1968 al 2011, gruppo armato che utilizza il terrorismo, l'omicidio e forme di guerriglia urbana come strumento di promozione del progetto indipendentista.
Il mio ingresso sul campo si è svolto fra la fine di febbraio e l'inizio di giugno del 2012, poco dopo il definitivo abbandono della lotta armata indetto da ETA. Sfruttando questo “nuovo tempo”, il focus del mio lavoro si è incentrato su come i movimenti sociali baschi abbiano saputo costruire un nuovo spazio di discussione e far germinare nuove pratiche all'interno della società basca e di come si stia strutturando l'attuale movimento per la riconciliazione. Quello che presento è il primo passo di un percorso di riflessione sulla dimensione della risposta sociale al conflitto armato nelle società europee.
Sulla base di interviste non direttive ai principali gruppi coinvolti, ho cercato di tracciare un possibile modello interpretativo della attuale mobilitazione che fa perno sul concetto di riconciliazione. Per farlo, ho utilizzato due schemi concettuali di J.P. Lederach: la piramide e la ragnatela, cercando di configurarli in una composizione nuova e più attinente al contesto studiato.
The Pays Basque (Euskal Herria) is a region which is administratively divided between Spain and France, were a strong independentist movement developed since the late XIX century. In 1959 begins to operate ETA, Euskadi Ta Askatasuna, in his firsts days as independentist and anti-franchist social movement, and later, from 1969 to 2011 as armed group using terrorism, homicide and forms of urban guerrilla as tools for promoting his independentist project.
The on-the-field part of this research has been between the end of February and the beginning of June 2012, short after the permanent ceasefire called by ETA. Taking advantage of this “new time”, the focus of my work has been centered on how social basque movements succeeded in building a new space for discussion and spread the seeds of new practices in basque society, and in how is a social movement for reconciliation structuring itself. This work is the first step in a broader reflection on how European societies dealed with armed conflicts.
Basing on non-directive interviews I tried to trace a likely interpretative model of this mobilization based on the concept of reconciliation. On this purpose I used two conceptual frameworks by J. P. Lederach: the pyramid and the spiderweb, trying to re-frame them in a new manner, more related to this context.
El País Vasco (Euskal Herria) es una región administrativamente dividida entre España y Francia, en la que se ha desarollado un forte movimento indipendentista a partire de finales de XIX Siglo. En 1959 nace ETA, Euskadi Ta Askatasuna, primeramente como movimiento social indipendentista y antifranquista y después, de 1969 hasta 2011, como movimiento armado que utilizaba terrorismo, homicidio y una forma de guerrila urbana para promover su proyecto independentista.
La parte de campo de mi investigación ha empezado en febrero y acabado en Junio de 2012 poco después del alto el fuego permanente de ETA. Aprovechando de este “nuevo tiempo” mi focus de trabajo ha sido la manera en la que los movimientos sociales vascos han conseguido costruir un nuevo espacio de discusión, han difundido las semillas de nuevas prácticas en la sociedad vasca y como ese movimiento por la reconciliación se esructura. Ese trabajo es el rimer paso en un proceso de reflexión sobre las maneras en las que las sociedades europeas han respondido al conflicto armado.
Basandome sobre entrevistas non directivas, he ententado dibujar un ésquema interpretativo de esta mobilización. Por esto he utilizado dos modelos conceptuales de J. P. Lederach: la pirámide y la tela de araña, ententando modificarlos de una manera nueva, más cercana al contexto.
A partire dai concetti di regime urbano (come formulato da Stone) e di governance (costruito principalmente seguendo Le Galés), è emerso un quadro che vede i due principali soggetti pubblici (Comune e Regione) come centrali nella produzione delle politiche abitative. Nel periodo in esame, la contrattazione direttamente collegata all’implementazione delle politiche tende a prodursi solamente a partire da un impulso proveniente dal settore pubblico. Intorno a questi attori si addensa un gruppo di soggetti privati, a partire da sindacati e associazioni degli imprenditori. Questi soggetti vengono coinvolti attraverso meccanismi tendenzialmente formali, standardizzati e tecnici. mentre al momento sembrano essere poco presenti le iniziative di carattere politico, di disegno e progettazione degli interventi.
La cooperazione fra altri attori privati e pubblici sembra quindi essere improntata a una instabilità non impossibilitante. Questo significa che, a fronte di una relazione tendenzialmente instabile, non sembrano esserci momenti di rottura talmente forti da far pensare a una fuoriuscita, soprattutto per quel che riguarda i sindacati, dal rapporto dialogico. A differenza di quanto avviene per questi, il locale Movimento di Lotta per la Casa non è considerato come legittimamente inserito fra i soggetti con i quali si può pensare di sviluppare un dialogo. Dal punto di vista del Movimento, il repertorio comunicativo è sviluppato in maniera consapevole ed adattiva. Questo emerge con particolare evidenza nel corso delle azioni di picchettaggio anti-sfratto. Durante gli sfratti con forza pubblica, la presenza fisica degli attivisti ha il triplice obiettivo di impedire lo sfratto, bloccando fisicamente la sua esecuzione; di mandare un messaggio simbolico di forza e unità; e di dialogare con assistenti sociali, ufficiale giudiziario e proprietà per trovare un accordo che impedisca la perdita della casa o che trovi soluzioni alternative soddisfacenti per gli inquilini. Il Movimento allora cerca una strategia che li porta a problematizzare sia il confine fra azione simbolica e azione materialistica e quello fra politica istituzionale-negoziale e politica dell’azione diretta e del conflitto sociale
Un ulteriore aspetto particolarmente interessante che emerge dalla ricerca è la creazione di sacche di esclusione a partire dalle politiche di inclusione abitativa. Nessuno fra gli attori intervistati mette in discussione il fatto che la casa sia un diritto universale, ma nella applicazione concreta delle politiche abitative si trovano diversi elementi che contribuiscono a creare delle distinzioni fra soggetti: quella fra individui “meritevoli” e individui “non meritevoli”; il privilegio accordato ad alcune categorie, con la conseguente parziale esclusione di altre; l’esistenza di soggetti considerati “intrattabili” attraverso l’intervento abitativo.
La ricerca si è svolta nel periodo fra settembre 2015 e giugno 2016 ed è stata caratterizzata dall’utilizzo dei seguenti strumenti: analisi delle dichiarazioni pubbliche e dei documenti prodotti da i principali soggetti in esame; interviste semi-strutturate a testimoni privilegiati; osservazione (semi-)partecipante alle attività del Movimento Lotta per la Casa.
This call intends to solicit contributions that focus in particular on three spheres of political experience: the institutional sphere, the one concerning collective mobilizations, and the subjective sphere. Regarding the first area, we are particularly interested in thoughts on the relationship between the State and the individual, Here is crucial a reflection on those methods of organization of solitude conducted through bureaucratic-administrative processes, which result in the management of populations. In relation to the scope of collective mobilizations, on the other hand, contributions aimed at the study of the relationship between recomposition, individual paths of militancy, and construction of imaginaries that allow us to establish a sense of recognition and representation will be appreciated. Finally, in the sphere of subjectivity, we are interested in contributions that focus on the relationship between individualization and (experiences of) loneliness. To cite an example, it would be stimulating to focus on the ability of individuals to produce implicit theories capable to connect personal problems, i.e. private, with public issues; and lead to various kinds of practices in everyday life.
This abstract is the first step in re-opening an old field of research, aimed at investigating the role of various grassroots organizations in leading to ETA (Euskadi Ta Askatasuna) permanent cease-fire in 2011, and in shaping the public discourse over violence and reconciliation in the Spanish Basque country. I propose to conceive such organizations as part of a broader “reconciliation social movement”: a coalition of subjects which, with all due differences in approaches and definitions of the social reality, have been collectively
building a process of reframing of the Basque conflict, promoting the restauration of both political and civic relations and attempting at sustaining renewed dialogic processes of collective elaboration of a shared memory (Lederach 1997). I frame this conflict with a narrative
approach, through a focus on the social meanings of
silence. Silence is here understood as a strategy and a rhetorical tool in the hands of the various actors involved in the conflict, but also as a main-frame that allows to sketch various phases of the conflict: from the silencing of Basque identity during the Franco years, to the impossibility to speak against the activity of ETA; from the resignification of silence operated by Gesto por la Paz, whose repertoire was based on silent gatherings on the aftermath of a death, to the talkative attitude of Elkarri/Lokarri, another SMO centered on fostering dialogue between political actors and within the civil society as a whole.
degli elementi cruciali del nostro essere nel mondo sociale oggi.
Stati di agitazione cerca di sviluppare alcune linee di ricerca che connettano, in una «costellazione satura di tensioni», i movimenti di autodeterminazione del lungo '68 con alcune esperienze attuali di autonomia territoriale (dalla Palestina al Rojava, dalle lotte amazigh al Chiapas, passando per l'Europa Meridionale), per accendere - come dice Walter Benjamin - «la miccia del materiale esplosivo riposto nel ciò che è stato».