Books by Serena Quagliaroli

Il volume ritesse la trama delle vicende di Giulio Mazzoni (Piacenza 1518/1519-1590), pittore, st... more Il volume ritesse la trama delle vicende di Giulio Mazzoni (Piacenza 1518/1519-1590), pittore, stuccatore e scultore ricordato da Giorgio Vasari in un breve medaglione biografico che ne elogia la versatilità e le abilità nelle diverse arti. Mettendone in luce la poliedrica personalità rispetto a quella dei protagonisti della decorazione nell’età della Maniera con cui si trovò a contatto più o meno diretto – Giorgio Vasari, Perino del Vaga, Daniele da Volterra, Michelangelo – se ne ricostruisce il catalogo delle opere e si rende ragione della posizione di grande prestigio raggiunta a Roma e nel ducato farnesiano. L’analisi dei documenti, delle fonti e della letteratura critica, affiancata all’esame autoptico delle opere superstiti, studiate con il sussidio della documentazione di restauro, capovolge la consolidata lettura di un artista nato come scultore in marmo e solo in un secondo tempo passato alla pittura e alla pratica dello stucco, suggerendo una nuova prospettiva interpretativa. Del tutto ripensate sono le prime esperienze di Mazzoni accanto a Vasari, la sua posizione nella bottega dell’aretino e il comune soggiorno a Napoli del 1544-1545, così come il forte legame che unì i due artisti sino alla morte. Novità emergono anche in merito all’apprendistato con Daniele da Volterra e alle successive relazioni intrattenute, nella Roma degli anni Sessanta e Settanta, con gli allievi e collaboratori di quest’ultimo. La maggiore impresa di Mazzoni – la campagna decorativa del palazzo di Girolamo Capodiferro – è analizzata attraverso una disamina capillare che, oltre a illuminare i modelli e le responsabilità progettuali di Giulio, mira a restituire la composizione e il funzionamento dell’intero cantiere architettonico-decorativo. Il percorso di Mazzoni così ricostruito offre un punto di vista utile per ripensare le vicende della grande decorazione del Cinquecento a Roma – fondata sulla sinergica unione dei diversi media: pittura, stucco, scultura – e la diffusione fuori dall’Urbe.

L’arte dello stucco a Piacenza dal Cinquecento al Settecento, 2022
Non discostandosi da quanto è verificabile per altri contesti, l’analisi della produzione a stucc... more Non discostandosi da quanto è verificabile per altri contesti, l’analisi della produzione a stucco del Cinquecento a Piacenza deve misurarsi inevitabilmente con un ampio numero di opere perdute, alterate o distrutte da cause accidentali o più spesso sacrificate da interventi e restauri deliberatamente programmati, sintomatici di una certa sfortuna, essa stessa meritevole di essere analizzata per approfondire importanti aspetti della storia del gusto. Non di meno, il sapiente incrocio di dati archivistici e di informazioni reperite nella letteratura periegetica e nelle diverse tipologie di fonti, con il supporto offerto dallo studio autoptico delle opere superstiti e da un rinnovato patrimonio di conoscenze relative agli artisti responsabili delle decorazioni, rende possibile proporre delle riflessioni sui modelli, offrire ricostruzioni di natura tipologica e soprattutto avanzare delle osservazioni sul significato dell’uso dello stucco nel contesto piacentino del XVI secolo. Lo stucco, una tecnica antica al servizio di un gusto spiccatamente moderno, è immediatamente evocativo tanto degli splendori della Roma imperiale, magniloquente ed eterna, quanto della Roma raffaellesca, paradigmatica di una nuova aurea aetas, e rientra tra le soluzioni messe in campo dai Farnese per affermare, attraverso l’arte, il proprio potere nei territori del neonato Ducato.

Horti Hesperidum, 2019
Il primo fascicolo di «Horti Hesperidum» del 2019 raccoglie gli atti delle giornate di studi (Rom... more Il primo fascicolo di «Horti Hesperidum» del 2019 raccoglie gli atti delle giornate di studi (Roma, palazzo Spada, 13-14 marzo 2018) «Quegli ornamenti più ricchi e più begli che si potesse fare nella difficultà di quell’arte». La decorazione a stucco a Roma tra Cinquecento e Seicento: modelli, influenze, fortuna, curati da Serena Quagliaroli e Giulia Spoltore. I contributi sono il frutto di un lavoro seminariale di durata triennale che ha visto coinvolti dottorandi e dottori di ricerca di università italiane e straniere.
I casi di studio raccolti sono accumunati da una rinnovata attenzione verso lo stucco e il suo impiego nella decorazione. Lo studio dell’uso di questo materiale, per molto tempo negletto e relegato tra i parerga ornamentali, ha fornito un’inedita prospettiva dalla quale rileggere la storia di importanti cantieri decorativi, consentendo di avanzare e confermare nuove ipotesi sulla circolazione dei modelli e delle maestranze e di rivedere, sotto nuova luce, lo sviluppo diacronico della decorazione tra Cinquecento e Seicento.
Dal punto di vista topografico, Roma è al centro dell’indagine, anche se pari attenzione viene riservata ad altre realtà in rapporto di dipendenza o di reciproca influenza con essa. Cronologicamente, l’analisi muove dalla riscoperta della tecnica dello stucco bianco per arrivare all’avvio della grande stagione decorativa barocca.
https://www.horti-hesperidum.com/hh/la-decorazione-a-stucco-a-roma-tra-cinquecento-e-seicento-modelli-influenze-fortuna-horti-hesperidum-2019-1/
Papers by Serena Quagliaroli

L’Epifania in Casa Buonarroti. Dal cartone di Michelangelo alla tavola dipinta da Ascanio Condivi, a cura di Marcella Marongiu, 2024
Il volume, quinto della collana 'Buonarrotiana', è dedicato al dipinto su tavola acquistato nel 1... more Il volume, quinto della collana 'Buonarrotiana', è dedicato al dipinto su tavola acquistato nel 1608 da Michelangelo Buonarroti il Giovane per collocarlo al vertice del progetto decorativo in onore del celebre antenato, quale esempio della sua attività di pittore e come pendant della Battaglia dei centauri. Al momento dell'acquisto l'Epifania era considerata un autografo di Michelangelo; solo più tardi la tavola fu collegata a una testimonianza di Giorgio Vasari che la indicava come opera di Ascanio Condivi, pittore marchigiano e autore di una biogra a di Michelangelo, pubblicata nel 1553. Grazie alla notizia vasariana è stato anche identicato il cartone elaborato dal Buonarroti per l'amico, ora al British Museum, unico cartone completo a noi rimasto dell'intera produzione di Michelangelo. Proprio grazie alla generosità del British Museum è stato possibile avviare nel 2022 un complesso intervento di indagini diagnostiche e di restauro sul dipinto dell'Epifania. Il volume è pensato per ospitare i risultati delle ricerche compiute intorno all'opera -dalla provenienza al contesto -e gli approfondimenti sulla stagione più avanzata del linguaggio di Michelangelo, ma anche su Ascanio Condivi pittore e scrittore, e sul colto contesto all'interno del quale nacquero il cartone e il dipinto; inoltre, ampio spazio è dedicato agli interventi di restauro e alle indagini scienti che.
Castel Sant’Angelo nel Cinquecento. Le decorazioni farnesiane, 2024
A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale, del presente olume o di parte di esso... more A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale, del presente olume o di parte di esso con qualsiasi mezzo Collana
I cantieri in Europa nel Cinquecento: architettura e decorazione. I. Roma, 2024
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsias... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
Intorno a Villa Giulia. Aggiornamenti e nuove ricerche, “Horti Hesperidum”, XIII, 2023, 1, 2023
Il contributo, concepito come una sorta di introduzione critica al volume, si propone di ripercor... more Il contributo, concepito come una sorta di introduzione critica al volume, si propone di ripercorrere e analizzare la vicenda storiografica della vigna Giulia e del suo committente, papa Giulio III. Oltre a una sintetica ricognizione sulle condizioni conservative del complesso tra Otto e Novecento, si approfondiscono le diverse posizioni dei principali studiosi che hanno rivolto le proprie attenzioni al complesso architettonico e all’apparato decorativo. L’obiettivo dell’articolo è inquadrare il cantiere di Villa Giulia contestualizzandolo entro l’articolato panorama romano per metterne in luce i legami esistenti con altre significative imprese architettonico-decorative dei pontificati precedenti e successivi.
Intorno a Villa Giulia. Aggiornamenti e nuove ricerche, “Horti Hesperidum”, XIII, 2023, 1, 2023
Questo breve contributo intede portare all’attenzione un disegno, conservato presso il Gabinetto ... more Questo breve contributo intede portare all’attenzione un disegno, conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo e Real Bosco di Capodimonte, che reca un’iscrizione con rimando a Villa Giulia. Le caratteristiche del foglio ne fanno una testimonianza, pur di difficile interpretazione, dell’amore di papa Giulio III per le sculture antiche e le rappresentazioni teatrali.

Saperi artigiani nei cantieri edilizi tra Età napoleonica e Restaurazione. Mestieri, prassi e materiali (Ricerche di Storia dell'Arte), 2023
For nearly three decades, in the Royal Palace of Milan, the maintenance, the upgrading, and the t... more For nearly three decades, in the Royal Palace of Milan, the maintenance, the upgrading, and the transformation activities were managed by the Milanese architect Giacomo Tazzini. Archival documentations, literary sources, and drawings cast light on the presence of a large number of artists and artisans engaged in this huge building site, allowing us to advance observations on working methods, techniques, materials, and the role played by the architect in the whole organization. Throughout two case studies – the construction of the throne and its baldachin in the Sala delle Cariatidi and the setting up of a new apartment on the second floor of the building – Tazzini’s personality emerges clearly, as does his predilection for a certain taste and style in decorations achieved through careful casting of the workforce to hide.
Bollettino d'Arte, 2022
Analizzando i profili di alcuni artisti che si distinsero per particolari abilità nella decorazio... more Analizzando i profili di alcuni artisti che si distinsero per particolari abilità nella decorazione a stucco, il contributo affronta l’impiego di questa tecnica nel Ducato farnesiano, dall’istituzione (1545) sino alla fine del XVI secolo, offrendo osservazioni in tema di circolazione di artisti, maestranze e soluzioni decorative. Per le opere (perdute) realizzate in patria dal più celebre fra gli stuccatori emiliani, il piacentino Giulio Mazzoni, si presentano riflessioni e ricostruzioni accompagnate da inedite testimonianze visive. Nuova luce è gettata anche sull’attività plastica di Girolamo Mirola, direttore dei lavori di decorazione nel palazzo del Giardino di Parma.

Le «invenzioni di tante opere». Domenico Fontana (1543-1607) e i suoi cantieri, 2022
Il contributo si pone l’obiettivo di indagare la consuetudine di Domenico Fontana con lo stucco, ... more Il contributo si pone l’obiettivo di indagare la consuetudine di Domenico Fontana con lo stucco, analizzando la questione nei due campi della sua attività, quello di stuccatore e quello di architetto-direttore di cantiere. Attraverso le fonti e i documenti si recuperano e si ordinano i frammenti delle sue prime esperienze romane, per sottoporli anzitutto a una verifica di natura tipologica: lo stucco praticato da Domenico deve essere considerato tra i lavori di muro? L’intervento dunque muove dai cantieri nei quali Domenico è ricompensato per opere a stucco, da villa D’Este a Tivoli al palazzo dei Conservatori sul Campidoglio, alla villa e al palazzo del cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano, alla committenza Cesi di recente riscoperta, sino ai documentati, ma perduti, interventi in Santa Maria in Vallicella. Lo studio di quest’attività – condotta in parte con il nipote Carlo Maderno –, che gli garantì una progressiva affermazione all’interno del milieu romano, permette di approfondire le conoscenze relative ai meccanismi di patronage che si seppe creare e alle forme di collaborazione da lui instaurate con architetti, artisti e maestranze, entrambe operazioni essenziali alla sua crescita professionale.

Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 2022
Thanks to a new examination of the archival documentation related to the Virgin’s chapel in the c... more Thanks to a new examination of the archival documentation related to the Virgin’s chapel in the church of the Madonna di Campagna in Piacenza, the article casts new light on its lost decoration painted by Girolamo Mirola, a commission often neglected in the literature on this Bolognese artist. These documents inform us that the painters Girolamo Mirola and Girolamo Baroni were one and the same person. Since the latter’s baptismal certificate is still preserved, it follows that Mirola was born in 1523, about ten years earlier than previously supposed. One of the many consequences of this finding is that it forces us to rethink the traditional belief – inherited from Carlo Cesare Malvasia – that Mirola studied with Pellegrino Tibaldi, overturning the relationship between these two artists.
Combining documentary evidence, literary sources, and the analysis of paintings and drawings, the article proposes a wholly new reconstruction for Mirola’s life trajectory and artistic career. The first commissions in Bologna, the artist’s presence in Rome (in the circle of Perino del Vaga, as Gaspare Celio’s newly published artists’ biographies suggest), and his involvement in the decoration of Palazzo Capodiferro are all discussed here on the basis of new evidence and comparisons. In addition, investigations in the Archivio di Stato di Bologna provide information on the hitherto unknown Baroni family.

Tra patria particolare e patria comune. L'architettura e le arti a Bologna 1534-1584, 2021
Bologna come «crocevia» della cultura artistica cinquecentesca, punto di incontro e di commistio... more Bologna come «crocevia» della cultura artistica cinquecentesca, punto di incontro e di commistione, ambiente di formazione e di messa alla prova di soluzioni, luogo di transito o di duratura fortuna per una pluralità di artefici, è un topos consolidato nella letteratura. Se la città felsinea viene giustamente intesa come lo scenario di un «complesso intreccio di svariate tendenze artistiche che segnalano appassionati e fecondi scambi culturali coi centri più prestigiosi della “maniera”», lo è primariamente – e lo è stata a lungo esclusivamente – dal punto di vista della produzione pittorica, per la quale si sono indagati i fertili e vicendevoli scambi con Roma e con il cantiere della reggia di Francesco I a Fontainebleau.
Il contributo affronta invece il tema dello stucco a Bologna, un aspetto di ricerca che ha una storia critica decisamente meno lunga e strutturata. Balzato all’interesse degli studi in tempi piuttosto recenti, lo si è affrontato principalmente da due punti di vista: da un lato, quello della riflessione finalizzata a intendere i meccanismi e le soluzioni adoperate nella progettazione di complessi decorativi plastico-pittorici, riflessione che trova nel documento grafico il suo oggetto di studio privilegiato; dall’altro, quello delle ricerche condotte in seno al più ampio ambito della modellazione, avviatesi in conseguenza dei grandi progressi raggiunti dallo studio della scultura nel corso degli ultimi decenni.

Renaissance Religions Modes and Meanings in History, 2021
In the cultural system of the Renaissance, music was never conceived of only as a practical disci... more In the cultural system of the Renaissance, music was never conceived of only as a practical discipline or a simple form of entertainment. It was a deeply intellectual activity able to connect a single individual to the universe and to God. Church organs had an important task in this regard, for they played a privileged role among musical instruments when it came to liturgy. This essay examines these dynamics through an art-historical analysis of organ shutters, and, in particular, their decoration. Shutters quite literally occupied the ground between music and painting. Their unique position gave distinctive characteristics to these peculiar paintings, turning them into something that differed from other artistic representations in churches, like altarpieces or devotional sculptures.
This essay will examine the paintings on organ shutters from the end of the fourteenth century to the beginning of the seventeenth century, in order to determine what the use and decoration of these shutters might tell us about how relationships between music and religion generally were conceptualized in the Renaissance. Might these material objects, quite literally suspended between two leading art forms, be useful tools for opening new questions in the study of Renaissance religions? Looking to aesthetics, musicology, and material culture, this essay aims to offer an interdisciplinary examination of an overlooked art form that may help us reconstruct the complex sixteenth-century religious world.

Studi di Memofonte, 2020
L’analisi delle occorrenze del sostantivo plastico tra gli scritti di padre Resta diventa occasio... more L’analisi delle occorrenze del sostantivo plastico tra gli scritti di padre Resta diventa occasione per esplorare una tematica rimasta ai margini degli attenti e approfonditi studi dedicati alla figura dell’oratoriano: la sua peculiare visione dell’arte della modellazione. Guardando al nutrito corpus di scritti e al ricco repertorio di disegni raccolti da Resta, si desume che in primo luogo all’autoritàdi Giovanni Paolo Lomazzo che egli si appella, non solo per recuperare informazioni sui più illustri plasticatori ma anche per costruirsi una certa idea della modellazione in rapporto alla pittura e alla scultura, consapevole del complesso dibattito sul tema del paragone delle arti. Attraverso la mediazione di Lomazzo l’oratoriano eredita infatti il pensiero di Leonardo da Vinci sulla plastica. Affiancando alle informazioni desunte dal
trattatista lombardo i dati attinti da diverse fonti, Resta approfondisce l’attivit di numerosi plasticatori, perlopi esponenti di quella cultura artistica di marca padana da lui tanto apprezzata e promossa. Rientra infine nell’ampio universo della plastica anche la modellazione
dello stucco, ambito nel quale Resta dà un significativo contributo, segnale di una sensibilità per nulla scontata.
The analysis of the occurrences of the substantive plastico in Sebastiano Resta’s writing production offers an opportunity to focus on a topic which has not yet been well examined by the many accurate studies centred around this fascinating figure of collector: his peculiar vision of the art of sculpting in clay, stucco and other plastic materials. Analysing his extensive corpus of critical notes and the rich repertoire of drawings, it can be deduced that Resta looks to Giovanni Paolo Lomazzo as his main source, not only to retrieve information on the most illustrious sculptors but also to create a certain idea of this art, comparing it to painting and sculpture and reflecting on the complex theme of the paragone delle arti. In fact, through the mediation of Lomazzo, Resta learns and embraces Leonardo da Vinci’s believes on plastica. Combining what he reads in Lomazzo’s treatises to the information that he derives from many other sources, Father Resta delves into the activity of numerous sculptors. For the most part, these artists belong to the Po Valley area and embody a specific culture that Resta appreciates and promotes. Regarding to stucco decoration, Resta makes a significant contribution thanks to a personal – and not obvious – sensitivity.
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Giulio Romano. Pittore, architetto, artista universale. Atti del convegno internazionale, 2021
Giorgio Vasari sembra legare la riuscita della più celebre delle imprese mantovane di Giulio, pal... more Giorgio Vasari sembra legare la riuscita della più celebre delle imprese mantovane di Giulio, palazzo Te, a un felice impiego dello stucco nell’architettura e nella decorazione: il Pippi era infatti riuscito, attraverso la tecnica di matrice antica riscoperta da Giovanni da Udine e messa in opera nei cantieri di Raffaello nell’Urbe, a trasformare la città dei Gonzaga in una nuova Roma.
Il contributo, nato da riflessioni sull’impiego dello stucco nei cantieri decorativi del Cinquecento, intende documentare l’utilizzo di questo peculiare medium nelle creazioni giuliesche, sia affrontando la fase progettuale che quella esecutiva. Si ricorre alle fonti e in larga misura alla grafica – schizzi, progetti, ma anche copie e d’aprés –, misurando l’eseguito, le trasformazioni e il perduto. Si presentano due disegni inediti che testimoniano la perduta decorazione della volta della cappella della Maddalena in Trinità de Monti.
Il testo offre un contributo alla ridefinizione dell’imprescindibile ruolo giocato da Giulio nella messa a punto di un sistema moderno di progettazione architettonica e decorativa, ponendosi l’obiettivo di illustrare la rilevanza dell’azione dell’artista nella diffusione di una moderna concezione di ornamento e nella circolazione di tecniche, modelli e di un ricco repertorio di motivi decorativi, alla luce dei recentissimi aggiornamenti sull’impiego dello stucco nel Cinquecento, una tecnica e un materiale di origine antica ma in grado di dare forma a una coscienza del costruire e del decorare pienamente moderna.

PERINO DEL VAGA per Michelangelo La spalliera del Giudizio universale nella Galleria Spada, 2021
La spalliera del Giudizio universale nella Galleria Spada con un regesto della vita e delle opere... more La spalliera del Giudizio universale nella Galleria Spada con un regesto della vita e delle opere di Perino, dal 1537 al 1547 a cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg Direzione artistica Paola Gallerani Progetto grafico e impaginazione Elisabetta Mancini Redazione Michela Corso, Antonio Geremicca Fotolito Premani srl, Pantigliate (Milano) Stampa XXXXXXXXXXXXXXXX Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore. ISBN: 978-88-3367-108-6 © Officina Libraria, Roma, 2021 Printed in Italy Controfrontespizio Michelangelo, Giudizio universale, 1536-1541. Città del Vaticano, Musei Vaticani, cappella Sistina. Perino del Vaga, Modello della spalliera del Giudizio universale di Michelangelo, 1542, tempera su tela, 240 × 980 cm. Roma, Galleria Spada. per rimanere aggiornati su libri in catalogo e novità, eventi, rassegna stampa, contenuti extra officinalibraria.net Officina.Libraria officinalibraria

Prospettiva, 2019
A nucleus of selected letters in the Archivio di Stato di Parma includes various documents relati... more A nucleus of selected letters in the Archivio di Stato di Parma includes various documents relating to Perino del Vaga. Three letters in particular reveal the existence of correspondence that is evidence of a new area of exchange between the French court of Francis I and Pope Paul III’s Roman entourage. In February 1544, the unknown “Giovan Battista daurnia”, writing from Paris, asked the protonotary apostolic Girolamo Dandini for assistance in fulfilling his ambition to have a project drawn up by Michelangelo or Perino for the decoration of his “galeria”. The drawings would subsequently be translated into painting by Luca Penni. The correspondence in question bears witness to the level of prestige attained by Bonaccorsi in terms of appreciation and consideration among his contemporaries, sheds new light on his relationship with his brother-in-law, Penni, and provides information on the latter’s still little-known activity in Paris.
"Forza, terribilità e rilievo": il Pordenone a Piacenza e dintorni. Atti del convegno internazionale di studi (23-25 maggio 2019)
In corso d'opera, ricerche dei dottorandi in Storia dell'Arte della Sapienza, 3, 2019
Il contributo offre nuove riflessioni sull’attività svolta da Giulio Mazzoni (Piacenza 1518/1519 ... more Il contributo offre nuove riflessioni sull’attività svolta da Giulio Mazzoni (Piacenza 1518/1519 – 1590) a palazzo Capodiferro Spada, ricorrendo a un’analisi aggiornata sulle metodologie e sugli strumenti sviluppati dai più recenti studi relativi al funzionamento dei cantieri decorativi a Roma nei decenni centrali del XVI secolo.
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Books by Serena Quagliaroli
I casi di studio raccolti sono accumunati da una rinnovata attenzione verso lo stucco e il suo impiego nella decorazione. Lo studio dell’uso di questo materiale, per molto tempo negletto e relegato tra i parerga ornamentali, ha fornito un’inedita prospettiva dalla quale rileggere la storia di importanti cantieri decorativi, consentendo di avanzare e confermare nuove ipotesi sulla circolazione dei modelli e delle maestranze e di rivedere, sotto nuova luce, lo sviluppo diacronico della decorazione tra Cinquecento e Seicento.
Dal punto di vista topografico, Roma è al centro dell’indagine, anche se pari attenzione viene riservata ad altre realtà in rapporto di dipendenza o di reciproca influenza con essa. Cronologicamente, l’analisi muove dalla riscoperta della tecnica dello stucco bianco per arrivare all’avvio della grande stagione decorativa barocca.
https://www.horti-hesperidum.com/hh/la-decorazione-a-stucco-a-roma-tra-cinquecento-e-seicento-modelli-influenze-fortuna-horti-hesperidum-2019-1/
Papers by Serena Quagliaroli
Combining documentary evidence, literary sources, and the analysis of paintings and drawings, the article proposes a wholly new reconstruction for Mirola’s life trajectory and artistic career. The first commissions in Bologna, the artist’s presence in Rome (in the circle of Perino del Vaga, as Gaspare Celio’s newly published artists’ biographies suggest), and his involvement in the decoration of Palazzo Capodiferro are all discussed here on the basis of new evidence and comparisons. In addition, investigations in the Archivio di Stato di Bologna provide information on the hitherto unknown Baroni family.
Il contributo affronta invece il tema dello stucco a Bologna, un aspetto di ricerca che ha una storia critica decisamente meno lunga e strutturata. Balzato all’interesse degli studi in tempi piuttosto recenti, lo si è affrontato principalmente da due punti di vista: da un lato, quello della riflessione finalizzata a intendere i meccanismi e le soluzioni adoperate nella progettazione di complessi decorativi plastico-pittorici, riflessione che trova nel documento grafico il suo oggetto di studio privilegiato; dall’altro, quello delle ricerche condotte in seno al più ampio ambito della modellazione, avviatesi in conseguenza dei grandi progressi raggiunti dallo studio della scultura nel corso degli ultimi decenni.
This essay will examine the paintings on organ shutters from the end of the fourteenth century to the beginning of the seventeenth century, in order to determine what the use and decoration of these shutters might tell us about how relationships between music and religion generally were conceptualized in the Renaissance. Might these material objects, quite literally suspended between two leading art forms, be useful tools for opening new questions in the study of Renaissance religions? Looking to aesthetics, musicology, and material culture, this essay aims to offer an interdisciplinary examination of an overlooked art form that may help us reconstruct the complex sixteenth-century religious world.
trattatista lombardo i dati attinti da diverse fonti, Resta approfondisce l’attivit di numerosi plasticatori, perlopi esponenti di quella cultura artistica di marca padana da lui tanto apprezzata e promossa. Rientra infine nell’ampio universo della plastica anche la modellazione
dello stucco, ambito nel quale Resta dà un significativo contributo, segnale di una sensibilità per nulla scontata.
The analysis of the occurrences of the substantive plastico in Sebastiano Resta’s writing production offers an opportunity to focus on a topic which has not yet been well examined by the many accurate studies centred around this fascinating figure of collector: his peculiar vision of the art of sculpting in clay, stucco and other plastic materials. Analysing his extensive corpus of critical notes and the rich repertoire of drawings, it can be deduced that Resta looks to Giovanni Paolo Lomazzo as his main source, not only to retrieve information on the most illustrious sculptors but also to create a certain idea of this art, comparing it to painting and sculpture and reflecting on the complex theme of the paragone delle arti. In fact, through the mediation of Lomazzo, Resta learns and embraces Leonardo da Vinci’s believes on plastica. Combining what he reads in Lomazzo’s treatises to the information that he derives from many other sources, Father Resta delves into the activity of numerous sculptors. For the most part, these artists belong to the Po Valley area and embody a specific culture that Resta appreciates and promotes. Regarding to stucco decoration, Resta makes a significant contribution thanks to a personal – and not obvious – sensitivity.
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Il contributo, nato da riflessioni sull’impiego dello stucco nei cantieri decorativi del Cinquecento, intende documentare l’utilizzo di questo peculiare medium nelle creazioni giuliesche, sia affrontando la fase progettuale che quella esecutiva. Si ricorre alle fonti e in larga misura alla grafica – schizzi, progetti, ma anche copie e d’aprés –, misurando l’eseguito, le trasformazioni e il perduto. Si presentano due disegni inediti che testimoniano la perduta decorazione della volta della cappella della Maddalena in Trinità de Monti.
Il testo offre un contributo alla ridefinizione dell’imprescindibile ruolo giocato da Giulio nella messa a punto di un sistema moderno di progettazione architettonica e decorativa, ponendosi l’obiettivo di illustrare la rilevanza dell’azione dell’artista nella diffusione di una moderna concezione di ornamento e nella circolazione di tecniche, modelli e di un ricco repertorio di motivi decorativi, alla luce dei recentissimi aggiornamenti sull’impiego dello stucco nel Cinquecento, una tecnica e un materiale di origine antica ma in grado di dare forma a una coscienza del costruire e del decorare pienamente moderna.
I casi di studio raccolti sono accumunati da una rinnovata attenzione verso lo stucco e il suo impiego nella decorazione. Lo studio dell’uso di questo materiale, per molto tempo negletto e relegato tra i parerga ornamentali, ha fornito un’inedita prospettiva dalla quale rileggere la storia di importanti cantieri decorativi, consentendo di avanzare e confermare nuove ipotesi sulla circolazione dei modelli e delle maestranze e di rivedere, sotto nuova luce, lo sviluppo diacronico della decorazione tra Cinquecento e Seicento.
Dal punto di vista topografico, Roma è al centro dell’indagine, anche se pari attenzione viene riservata ad altre realtà in rapporto di dipendenza o di reciproca influenza con essa. Cronologicamente, l’analisi muove dalla riscoperta della tecnica dello stucco bianco per arrivare all’avvio della grande stagione decorativa barocca.
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Combining documentary evidence, literary sources, and the analysis of paintings and drawings, the article proposes a wholly new reconstruction for Mirola’s life trajectory and artistic career. The first commissions in Bologna, the artist’s presence in Rome (in the circle of Perino del Vaga, as Gaspare Celio’s newly published artists’ biographies suggest), and his involvement in the decoration of Palazzo Capodiferro are all discussed here on the basis of new evidence and comparisons. In addition, investigations in the Archivio di Stato di Bologna provide information on the hitherto unknown Baroni family.
Il contributo affronta invece il tema dello stucco a Bologna, un aspetto di ricerca che ha una storia critica decisamente meno lunga e strutturata. Balzato all’interesse degli studi in tempi piuttosto recenti, lo si è affrontato principalmente da due punti di vista: da un lato, quello della riflessione finalizzata a intendere i meccanismi e le soluzioni adoperate nella progettazione di complessi decorativi plastico-pittorici, riflessione che trova nel documento grafico il suo oggetto di studio privilegiato; dall’altro, quello delle ricerche condotte in seno al più ampio ambito della modellazione, avviatesi in conseguenza dei grandi progressi raggiunti dallo studio della scultura nel corso degli ultimi decenni.
This essay will examine the paintings on organ shutters from the end of the fourteenth century to the beginning of the seventeenth century, in order to determine what the use and decoration of these shutters might tell us about how relationships between music and religion generally were conceptualized in the Renaissance. Might these material objects, quite literally suspended between two leading art forms, be useful tools for opening new questions in the study of Renaissance religions? Looking to aesthetics, musicology, and material culture, this essay aims to offer an interdisciplinary examination of an overlooked art form that may help us reconstruct the complex sixteenth-century religious world.
trattatista lombardo i dati attinti da diverse fonti, Resta approfondisce l’attivit di numerosi plasticatori, perlopi esponenti di quella cultura artistica di marca padana da lui tanto apprezzata e promossa. Rientra infine nell’ampio universo della plastica anche la modellazione
dello stucco, ambito nel quale Resta dà un significativo contributo, segnale di una sensibilità per nulla scontata.
The analysis of the occurrences of the substantive plastico in Sebastiano Resta’s writing production offers an opportunity to focus on a topic which has not yet been well examined by the many accurate studies centred around this fascinating figure of collector: his peculiar vision of the art of sculpting in clay, stucco and other plastic materials. Analysing his extensive corpus of critical notes and the rich repertoire of drawings, it can be deduced that Resta looks to Giovanni Paolo Lomazzo as his main source, not only to retrieve information on the most illustrious sculptors but also to create a certain idea of this art, comparing it to painting and sculpture and reflecting on the complex theme of the paragone delle arti. In fact, through the mediation of Lomazzo, Resta learns and embraces Leonardo da Vinci’s believes on plastica. Combining what he reads in Lomazzo’s treatises to the information that he derives from many other sources, Father Resta delves into the activity of numerous sculptors. For the most part, these artists belong to the Po Valley area and embody a specific culture that Resta appreciates and promotes. Regarding to stucco decoration, Resta makes a significant contribution thanks to a personal – and not obvious – sensitivity.
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Il contributo, nato da riflessioni sull’impiego dello stucco nei cantieri decorativi del Cinquecento, intende documentare l’utilizzo di questo peculiare medium nelle creazioni giuliesche, sia affrontando la fase progettuale che quella esecutiva. Si ricorre alle fonti e in larga misura alla grafica – schizzi, progetti, ma anche copie e d’aprés –, misurando l’eseguito, le trasformazioni e il perduto. Si presentano due disegni inediti che testimoniano la perduta decorazione della volta della cappella della Maddalena in Trinità de Monti.
Il testo offre un contributo alla ridefinizione dell’imprescindibile ruolo giocato da Giulio nella messa a punto di un sistema moderno di progettazione architettonica e decorativa, ponendosi l’obiettivo di illustrare la rilevanza dell’azione dell’artista nella diffusione di una moderna concezione di ornamento e nella circolazione di tecniche, modelli e di un ricco repertorio di motivi decorativi, alla luce dei recentissimi aggiornamenti sull’impiego dello stucco nel Cinquecento, una tecnica e un materiale di origine antica ma in grado di dare forma a una coscienza del costruire e del decorare pienamente moderna.
https://www.horti-hesperidum.com/hh/horti-hesperidum-2019-1-2/
in the Kupferstichkabinett in Berlin with some sketches of vaulting and decorative elements. The present article sets beside these a drawing housed in the Uffizi (inv. no. 6626 F), formerly attributed to Jacopo Pontormo and currently classified among the anonymous works of the sixteenth century.
The identification of this work as a preparatory sketch for the decoration of the so-called Sala dei Trionfi Romulei in the Palazzo Capodiferro Spada in Rome, discussed here, also provides an opportunity to contribute to the study of this complex Roman palazzo project.
CANTIERI, MAESTRANZE, MODELLI a cura di Alessandra Giannotti, Serena Quagliaroli, Giulia Spoltore, Patrizia Tosini
Editore Bollettino d’Arte – Ministero della cultura
Nel corso dei tre anni di svolgimento del progetto sono state condotte ricerche e organizzati seminari sulla ricezione della cultura figurativa del Sei e del Settecento in rapporto alla trasformazione degli ordinamenti museali, alla riflessione critica, ai percorsi della letteratura artistica, al ruolo delle mostre tanto locali quanto delle grandi esposizioni internazionali, alla crescente rivalutazione di un periodo precedentemente svalutato nelle strategie del collezionismo e del mercato dell’arte. In un turbolento momento politico che ammanta di propaganda nazionalistica la produzione delle opere d’arte contemporanea così come la funzione delle testimonianze del passato, il Barocco, sempre più metafora della modernità, si presta a sfaccettate interpretazioni su entrambe le sponde dell’Atlantico. Il contesto americano si pone infatti come un fertile terreno per la diffusione delle sollecitazioni provenienti dal Vecchio Continente ma anche come luogo di sperimentazione di nuovi percorsi collezionistici e museali.
Per il convegno si accettano proposte per le relazioni inerenti alle seguenti linee di ricerca, declinate nel corso del XX secolo:
- fortuna di opere e artisti del Barocco nelle collezioni pubbliche e private europee e americane
- figure di collezionisti, curatori, dealers, critici, restauratori e conoscitori
- allestimenti di mostre e ordinamenti museali
- dialoghi tra arte barocca e arte contemporanea
- ricezione e interpretazione del barocco da parte degli artisti del Novecento
- percorsi dell’editoria e della fotografia
Si invita a prendere in considerazione la presenza di figure femminili di particolare rilevanza per i temi affrontati dal convegno.
Saranno previsti interventi di 20 minuti.
Le proposte per le relazioni dovranno contenere: titolo e abstract di al massimo 1.500 battute, un breve curriculum vitae scientifico e un breve profilo bio-bibliografico dell’autrice/ore.
Le proposte per le relazioni dovranno contenere: titolo e abstract di al massimo 1.500 battute, un breve curriculum vitae scientifico e un breve profilo bio-bibliografico dell’autrice/ore.
Le proposte dovranno essere presentate esclusivamente seguendo la procedura online nel sito della Fondazione 1563: https://www.fondazione1563.it/application-form-call-for-papers/
Non saranno prese in considerazione proposte inviate in altra forma rispetto a quella indicata.
Tale documentazione potrà essere presentata in italiano o inglese.
Il convegno si svolgerà a Torino nel mese di maggio 2025.
Torino, Seminario Arcivescovile, 11-12/09/2024: "I. Vasari e il cantiere di Santa Croce a Bosco Marengo"
Roma, Palazzo Venezia, 13-14/11/2024: "II. Vasari pittore, impresario, architetto"
È possibile seguire la conferenza anche online: https://unito.webex.com/meet/serena.quagliaroli
abilità tecniche e capacità organizzative degli stuccatori ticinesi e lombardi tra il XVI e il XVIII secolo
Istituto Italiano di Cultura - 16 ottobre 2023 - ore 17.00
Interverranno:
• H.E. Mr. Mauro Marsili, Ambasciatore d’Italia in Repubblica Ceca
• H.E. Mr. Philippe Guex, Ambasciatore di Svizzera in Repubblica Ceca
• Esperti del fenomeno migratorio artistico e del settore dello stucco
o Jana Zapletalová - Professore associato, capo del dipartimento Facoltà di Lettere e Filosofia, Palacký University Olomouc
o Serena Quagliaroli - Ricercatore presso l’Università degli Studi di Torino
o Alberto Felici - Restauratore di dipinti murali e stucchi, laureato in Storia dell’arte presso l’Università di Firenze, professore alla SUPSI di Lugano
o Giovanni Nicoli - Restauratore e stuccatore presso la SUPSI di Lugano
o Giacinta Jean - Architetto, responsabile del corso di laurea in conservazione e restauro e professore alla SUPSI di Lugano.
La conferenza sarà interpretata simultaneamente / italiano-ceco
Laboratorio della ricerca
Coordinamento: Serena Quagliaroli
Con la collaborazione di: Edi Guerzoni, Eleonora Agostini, Sara Baccini, Beatrice Ferrando, Sofia Giletta, Virginia Martinelli
Un incontro con i membri del progetto ERASMUS+ STUDEC (Stucco Decoration across Europe) per comprendere i temi e gli obiettivi del programma, con un focus sui materiali e le relative pratiche di conservazione e restauro.
Ven, 29 Set
17:00 - 23:59
Musei Reali - Giardini Reali
Piazzetta Reale, 1 – Torino (TO)
del Barocco"
Venaria, Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale
7,8,9 giugno 2023
Nell’ambito del Programma Barocco, la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo propone la Summer School "Officina 1922. Una mostra alle origini della fortuna del Barocco", organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino e il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
La Summer School ambisce a contribuire alle riflessioni sulle esposizioni temporanee come strumento di lavoro e di ricerca della disciplina storico artistica e a indagare gli esordi della fortuna della cultura figurativa del Sei e del Settecento nel corso del XX secolo. Il percorso proposto si articola in lezioni frontali e laboratori pomeridiani per concludersi con visite guidate presso musei e residenze storiche torinesi.
Nelle lezioni teoriche sarà affrontata la fondamentale "Mostra della Pittura Italiana del Sei e Settecento", allestita nelle sale di Palazzo Pitti nella primavera del 1922.
Nel corso dei laboratori verrà approfondito il tema delle mostre sul Barocco ambientate nelle dimore storiche, con una particolare attenzione alle residenze sabaude, e verrà presentata l'architettura della piattaforma digitale in Linked Open Data predisposta per il progetto "Quale Barocco?" dalla Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo con la collaborazione di Regesta.exe.
Termine iscrizioni: 24 maggio 2023.
Informazioni e iscrizioni al sito:
https://www.ccrdigital-lab.it/prodotto/summer-school-officina-1922/
Per ulteriori informazioni: [email protected]
Corso di laurea magistrale in Storia dell’arte
Scuola di Specializzazione in Beni storici artistici
MERCOLEDÌ 24 MAGGIO 2023
ORE 14.00
Palazzo Nuovo, aula 12
Via sant’Ottavio 20, Torino
DALLA MAGISTRALE IN STORIA DELL’ARTE ALLA SPECIALIZZAZIONE IN BENI STORICI ARTISTICI: REQUISITI, CONTENUTI, PROSPETTIVE
intervengono
GIORGIA CORSO
(MUSEI REALI, TORINO)
SIMONETTA CASTRONOVO
(FONDAZIONE TORINO MUSEI)
ELISABETTA SILVELLO
(DIREZIONE REGIONALE MUSEI PIEMONTE, TORINO)
MARIA BELTRAMINI e
SERENA QUAGLIAROLI
(UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO)
coordinano
FABRIZIO CRIVELLO e
ALESSANDRO MORANDOTTI
(UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO)
per partecipare a distanza, accedere al collegamento:
https://unito.webex.com/meet/alessandro.morandotti
Data la destinazione istituzionale di Palazzo Spada, è richiesta la registrazione dei partecipanti. Gli interessati possono scrivere all'indirizzo [email protected] entro giovedì 4 maggio.
https://unito.webex.com/meet/serena.quagliaroli
Torino, Cavallerizza Reale, Spazio Arena
BAROQUEMANIA
Progetto “Quale Barocco?” Retrospective Meeting 2023
Un seminario di riflessione sulla ricezione contemporanea del Barocco
16-17 settembre 2022
Università degli Studi dell’Aquila,
Dipartimento di Scienze Umane,
L’Aquila, Via Nizza 14
Organizzato da
Dipartimento di Scienze Umane, Dipartimento di Eccellenza 2018-2022, Università degli Studi dell’Aquila
Archivio del Moderno, Università della Svizzera italiana
In collaborazione con
Centro Studi per la Storia dello Stucco in Età Moderna e Contemporanea
Dipartimento di Studi Letterari, Filosofici e di Storia dell’Arte, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Dipartimento di Studi Storici, Università degli Studi di Torino
Palacký University Olomouc
Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di L’Aquila e Teramo
Comitato scientifico e organizzativo
Barbara Agosti (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Tancredi Farina (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di L’Aquila e Teramo), Michele Maccherini (Università degli Studi dell’Aquila), Luca Pezzuto (Università degli Studi dell’Aquila), Serena Quagliaroli (Università degli Studi di Torino), Giulia Spoltore (Archivio del Moderno, Università della Svizzera italiana), Letizia Tedeschi (Archivio del Moderno, Università della Svizzera italiana), Jana Zapletalová (Palacký University Olomouc).
Per informazioni e per seguire il convegno da remoto scrivere a: [email protected]
Parte di una rete di capitali rispondenti a un unico potere centrale – politico e culturale –, Milano rappresenta un osservatorio privilegiato per l’indagine delle molteplici forme di organizzazione del lavoro artigianale e artistico, nonché della circolazione di uomini e di materiali, in quanto, nel periodo in esame, conosce un momento di significativo incentivo dei cantieri architettonici pubblici e privati e di trasformazione degli spazi urbani. In prospettiva comparatistica, il seminario intende mettere a confronto quanto si osserva nella città lombarda con altre città del territorio italiano ed europeo, riservando particolare attenzione ai rapporti tra Milano e il Ticino e alle mutazioni che questo secolare legame subisce nel tempo.
"La decorazione a stucco nell’Italia di Mezzo (XVI-XIX secolo): marginalità, confini, circolazione"
Convegno internazionale di studi
L’Aquila, 16-17 settembre 2022
CALL FOR PAPERS
"Stucco Decoration in «Middle Italy» (16th-19th Centuries) : Marginality, Borders, Circulation"
International Conference
L’Aquila, 16-17 September 2022
Le proposte di intervento (in italiano o in inglese) dovranno pervenire all’indirizzo [email protected] entro il 15 maggio 2022 sotto forma di abstract (circa 2000 battute), corredate da un breve profilo biografico (circa 1000 battute).
I risultati della selezione verranno comunicati entro il 31 maggio 2022.
Abstracts (max. 2000 characters) and a short CV (max. 1000 characters) should be submitted in Italian or English by no later than 15 May 2022 to [email protected].
Notification of acceptance will be given by 31 May 2022.
Comitato scientifico e organizzativo/Scientific and organizing committee: Barbara Agosti (Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Tancredi Farina (Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo), Michele Maccherini (Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi dell’Aquila), Luca Pezzuto (Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi dell’Aquila), Serena Quagliaroli (Dipartimento di Studi Storici, Università degli Studi di Torino), Giulia Spoltore (Archivio del Moderno, Università della Svizzera italiana), Letizia Tedeschi (Archivio del Moderno, Università della Svizzera italiana), Jana Zapletalová (Palacký University Olomouc). In collaborazione con/In collaboration with: Centro Studi per la Storia dello Stucco in Età Moderna e Contemporanea.
Episodi, metodi e prospettive di ricerca (secoli XVI-XVIII)
Summer School
12-16 settembre 2022
Iscrizioni entro il 29 aprile 2022.
L’iscrizione è gratuita, tutti i partecipanti selezionati avranno diritto a vitto e alloggio.
Sono previsti 15 posti di cui 8 con borse di ricerca da 750 euro. Vedi il bando completo:
https://www.univaq.it/include/utilities/blob.php?table=borse_studenti&id=536&item=bando
Per info: [email protected]
Comitato scientifico e organizzativo: Barbara Agosti (Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Tancredi Farina (Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e
Teramo), Michele Maccherini (Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi dell’Aquila), Luca Pezzuto (Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi dell’Aquila), Serena Quagliaroli (Dipartimento di Studi Storici, Università degli Studi di Torino), Giulia Spoltore (Archivio del Moderno, Università della Svizzera italiana), Letizia Tedeschi (Archivio del Moderno, Università della Svizzera italiana), Jana Zapletalová (Palacký University Olomouc). In collaborazione con Centro Studi per la Storia dello Stucco in Età Moderna e Contemporanea.
This international conference aims at examining the techniques and the artistic processes with which stucco decoration has been realized in different European countries from the 16th to the 17th Century, by foreign or by local masters. Stucco is very versatile and composite artwork, it can be executed using different materials and production methods according to what is available on site and the ability of the masters to manipulate the mortar. The conference will examine this and other related topics with an interdisciplinary approach, considering art and social history, technical art history, material science as subjects of enquiry.
Key question:
- The role of stucco makers in the design of decorative schemes
- Materials used to create stucco decoration: relationship between their provenance, technical characteristic and working properties
- Artistic techniques used to create stucco decoration: supporting structures, coarse and fine layers, polishing
- Organisation of the working site and collaboration with architects, builders, and other artists as sculptors or painters.
Organisation committee: Giacinta Jean, Alberto Felici (Istituto materiali e costruzioni, Dipartimento ambiente costruzioni e design, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), Letizia Tedeschi (Archivio del Moderno, Accademia di Architettura, Università della Svizzera italiana)
Scientific committee: Giacinta Jean, Alberto Felici, Marta Caroselli (SUPSI-DACD-IMC), Letizia Tedeschi (USI-AAMArchivio del Moderno), Serena Quagliaroli, Giulia Spoltore (Centro Studi per la storia dello stucco in Età Moderna e Contemporanea), Jana Zapletalová (Palacký University Olomouc)
The conference will take place at the Istituto Svizzero in Rome and online; advance registration is required.
LINK: https://www.istitutosvizzero.it/it/conferenza/the-art-and-industry-of-stucco-decoration/
for more information: [email protected]
Il seminario è realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali e grazie all’Accordo Quadro stipulato fra il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il Dipartimento di studi letterari, filosofici e di storia dell’arte dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Roma Tre e la Bibliotheca Hertziana – Max-Planck Institut für Kunstgeschichte. Ente promotore dell’iniziativa è il Comitato per Bologna Storica e Artistica, fondato da Alfonso Rubbiani nel 1899. Nato con lo scopo di conservare e far conoscere l’arte e la cultura bolognese, il Comitato promuove lo studio del patrimonio storico-artistico felsineo e sostiene iniziative scientifiche di studio dedicate agli artisti bolognesi.
Nelle Vite, Giorgio Vasari rivendica di essere stato «il primo che disegnasse e facesse tutta l’invenzione» della sontuosa residenza che, allo scoccare della metà del XVI secolo, papa Giulio III Ciocchi del Monte volle fosse edificata. L’intricata trama di figure coinvolte in questo cantiere è però ben più fitta di quanto l’aretino non lasci intendere ai suoi lettori, rendendo Villa Giulia un caso esemplare per affrontare un tema di grande attualità nello studio della produzione artistica del Cinquecento: il funzionamento di un cantiere architettonico e decorativo. Il seminario si propone di riflettere sulla villa, oggi sede del Museo Nazionale Etrusco, considerandone l’elaborata architettura e le ricche decorazioni tanto nella loro specificità quanto soprattutto come componenti essenziali di un sistema organico di progettazione, concepito sin dall’origine nelle dimensioni di un’entità complessa corrispondente alla “vigna” del pontefice. Misurando il rapporto con le preesistenze e ricostruendo il fitto tessuto di realizzazioni che gravitavano attorno all’edificio principale, si intende mettere a sistema i risultati di recenti ricerche allo scopo di gettare nuova luce sull’architettura e sulle campagne decorative che ne hanno rivestito gli interni e gli esterni. Il seminario si prefigge inoltre di illustrare l’incidenza della cultura bolognese nel contesto romano della metà del Cinquecento e valorizzare il contributo cruciale da essa offerto al panorama artistico dell’età della Maniera. Approfondendo le vicende biografiche e la committenza di Giovanni Maria Ciocchi del Monte, prima e durante il pontificato, è possibile rileggere i rapporti che lo legarono ai numerosi artisti felsinei e indagare quello con il cardinale bolognese Giovanni Poggi, dimostrandone le implicazioni per il cantiere della vigna. Lo studio dell’evoluzione della villa e delle sue pertinenze nei secoli, i dati offerti dai restauri, le informazioni fornite da fotografie storiche e da una nuova campagna condotta dalla Fototeca Hertziana, offrono infine un’occasione inedita per affrontare con una pluralità di strumenti lo studio interdisciplinare di quello che oggi è un complesso destinato a ospitare una collezione dotata di una spiccata specificità.
29 ottobre 2021
Piacenza
Chiesa di San Sisto
Sagrestia grande
Promoted by the Università della Svizzera italiana, Accademia di Architettura, Archivio del Moderno and HICSA, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne
24-25 February 2022
Mendrisio (CH), Università della Svizzera italiana, Accademia di Architettura, Archivio del Moderno
Deadline: 31 ottobre 2021
– arrivati nell’Urbe come scalpellini o capomastri – si sono impossessati di questa particolare tecnica artistica facendola diventare per antonomasia una peculiarità del territorio della Regione dei Laghi.
Le attività prevedono lo svolgimento di lezioni, centrate sugli aspetti metodo- logici, e visite a luoghi in cui sia possibile osservare i dettagli tecnici e artistici dei cicli decorativi.
Le visite in cantiere consentiranno di discutere l’approccio storico, artistico, tecnico e scientifico necessario alla conoscenza di queste opere.
Per iscrizioni, inviare un curriculum vitae
e una lettera di motivazione
a: prof. Giacinta Jean (giacinta. [email protected]), dr. Serena Quagliaroli e dr. Giulia Spoltore ([email protected]) entro il 9 maggio 2019.
Piattaforma Teams | 26.04.2022 ore: 15.00 | per registrarsi:
[email protected] oppure [email protected]
Il seminario Le parole dell’ornamento nasce come incontro preliminare tra studiosi affermati e giovani ricercatori per inaugurare una serie di iniziative dedicate alla storia del lessico della decorazione artistica e stabilire così un dialogo fertile tra specialisti di diversa formazione disciplinare e metodologica. La natura stessa della decorazione permette di aprire prospettive di confronto scientifico, anche di carattere lessicale, tra storici dell’arte e storici dell’architettura.
Il soggetto della decorazione artistica e architettonica ha goduto di un’ininterrotta fortuna nella storiografia e nella letteratura critica degli ultimi decenni, come dimostra la molteplicità delle iniziative congressuali ed editoriali dedicate a questo tema. Tra i tanti esempi risalenti all’ultimo decennio, si possono ricordare: la collana Cahiers de l’ornament, edita da De Luca editori, i convegni svolti in Francia dal 2009 al 2012 (confluiti in Questions d’ornement (XVe-XVIIIe siècles), Brepols, 2014), il seminario a Villa Medici a Roma nel 2011 sui fregi dipinti (Somogy, 2016) e quello a Palazzo Spada a Roma nel 2018 sugli stucchi del Cinque-Seicento (Horti Hesperidum, 1, 2019).
Al contrario, lo studio del lessico artistico e architettonico ha ricevuto più attenzione da parte della comunità scientifica solo in tempi recenti. L’ultimo numero monografico della rivista Studi di Memofonte, per esempio, è stato dedicato alla terminologia artistica di padre Sebastiano Resta (1635-1714), che apre vasti e stimolanti orizzonti di ricerca anche verso altri contesti storici e altri protagonisti.
Questo incontro seminariale, così come i successivi, aspira a definire un punto di intersezione tra gli studi dedicati alla prassi decorativa e quelli dedicati al lessico artistico, stimolando così nuove sinergie e nuove interpretazioni dei fenomeni storici, artistici e letterari sorti intorno alle parole dell’ornamento.
Villa Lante al Gianicolo, Institutum Romanum Finlandiae
28-29 ottobre 2021
Comitato scientifico:
Massimo Carlo Giannini – Università degli Studi di Teramo / Istituto Sangalli
Alessandra Giannotti – Università per Stranieri di Siena
Ria Berg – Institutum Romanum Finlandiae, Roma
Simö Ormä – Institutum Romanum Finlandiae, Roma
Maurizio Sangalli – Università per Stranieri di Siena / Istituto Sangalli
Chi fosse interessato a partecipare da remoto dovrà registrarsi scrivendo una e-mail all'indirizzo [email protected] entro il 25 ottobre.
Piacenza e Parma, 7-9 ottobre 2021
Seminario internazionale di studi a cura di Silvia Ginzburg, Letizia Tedeschi e Vitale Zanchettin
25, 26, 27 novembre 2019
Istituto Svizzero, Roma
Musei Vaticani
Bibliotheca Hertziana – Max-Planck Institut für Kunstgeschichte
Il contributo, nato da riflessioni sull’impiego dello stucco nei cantieri decorativi del Cinquecento, intende documentare l’utilizzo di questo peculiare medium nelle creazioni giuliesche, sia affrontando la fase progettuale che quella esecutiva. Si ricorrerà alle fonti e in larga misura alla grafica – schizzi, progetti, ma anche copie e d’aprés –, misurando l’eseguito, le trasformazioni e il perduto, e inserendo le opere di Giulio in un più vasto panorama di realizzazioni a stucco che spaziano dalla Roma leonina e clementina alle imprese del terzo e del quarto decennio realizzate tra Mantova, Genova e Fontainebleau, per tornare di nuovo nell’Urbe sotto Paolo III, negli anni dell’intensa stagione vissuta dallo stucco grazie a Perino del Vaga, ai suoi allievi e ai successori.
Con questa proposta si desidera dunque contribuire alla ridefinizione dell’imprescindibile ruolo giocato da Giulio nella messa a punto di un sistema moderno di progettazione architettonica e decorativa, ponendosi l’obiettivo di illustrare la rilevanza dell’azione dell’artista nella diffusione di una moderna concezione di ornamento e nella circolazione di tecniche, modelli e di un ricco repertorio di motivi decorativi, alla luce dei recentissimi aggiornamenti sull’impiego dello stucco nel Cinquecento, una tecnica e un materiale di origine antica ma capaci di dare forma a una coscienza del costruire e del decorare pienamente moderna.
Convegno Internazionale di Studi a cura di Giovanna Paolozzi Strozzi, Anna Còccioli Mastroviti, Antonella Gigli
Piacenza, 23-24 maggio 2019
a cura di Grégoire Extermann, Tancredi Farina, Giovanna Ioele, Livia Nocchi