
Roberto Merlo
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Books by Roberto Merlo
Al centro della sua poetica si trova, bruciante e violento, il problema del male, la flagrante incongruenza tra la presenza innegabile e ineludibile del male nel mondo e l’assenza di azione in esso da parte di Dio, la cocente impossibilità di riconciliare l’esperienza della sofferenza fisica e psichica, il dolore materiale del corpo e lo spasimo intangibile dello spirito, con il dogma della natura misericordiosa e amorevole di un Padre che si dimostra al meglio assente e obliatore, al peggio crudele e capriccioso. Cronaca eretica e ribelle di un’Apocalisse che non è evento ma condizione, la sua poesia scabra e inclemente è un’incisione nella materia viva del corpo che mette a nudo, con feroce tenerezza, la carne pulsante del dolore e del desiderio.
DAL TESTO – “Il sintagma «mito dacico» circoscrive, all'interno dell'articolato avvicendarsi e intrecciarsi di narrative delle origini che segna l'evoluzione della cultura romena, il complesso mitico-simbolico dell'etnogonia che, in parallelo e in concorrenza con il «mito latino», si viene coagulando intorno al progressivo imporsi dei daci quale elemento centrale del processo etnogenetico, e che si afferma originariamente come mito storico-politico […] presto capitalizzato dalla letteratura «nazionale» romantica […], in seno alla quale prenderà vita anche un mito autenticamente «letterario» […].
“Sul versante più specificamente letterario, numerosi sono stati gli autori romeni che, soprattutto nell'Ottocento ma anche oltre, hanno individuato nella narrativa delle origini temi e personaggi "pregnanti" (E. Cassirer) suscettibili di trattazione letteraria. Riprendendo creativamente i dati offerti dalle fonti storiche letterarie (in particolare Cassio Dione) o plastiche (principalmente la Colonna traiana), già i romantici tematizzano letterariamente personaggi ed eventi del mito: episodi come gli inganni di Decebalo, la violenza delle donne daciche, l'assassinio di Longino o il suicidio del re dacico, personaggi quali Dromichete, l'unificatore Burebista e il gran sacerdote Deceneo, la romantica Dochia o il misterioso Zalmoxis, e temi come il cristianesimo ante litteram o l'appetitus mortis dacico, sono solo alcuni dei fili della trama «storica» su cui la fantasia e la creatività degli scrittori intesse una «fiction mythique» che, se da un lato spesso si limita semplicemente ad articolare letterariamente le valenze del mito storico-politico (ad es. la visione dell'Età dell'Oro o della genealogia degli Eroi di A. Russo), dall'altro lato si dimostra anche in grado di creazione, come nel caso del «mito letterario» tutto ottocentesco e romantico di Dochia, e di innovazione, ad es. nelle narrative più originali di personaggi particolarmente fortunati quali Decebalo (particolarmente in Eminescu) e Zalmoxis (soprattutto nel Novecento).”
Papers by Roberto Merlo
Al centro della sua poetica si trova, bruciante e violento, il problema del male, la flagrante incongruenza tra la presenza innegabile e ineludibile del male nel mondo e l’assenza di azione in esso da parte di Dio, la cocente impossibilità di riconciliare l’esperienza della sofferenza fisica e psichica, il dolore materiale del corpo e lo spasimo intangibile dello spirito, con il dogma della natura misericordiosa e amorevole di un Padre che si dimostra al meglio assente e obliatore, al peggio crudele e capriccioso. Cronaca eretica e ribelle di un’Apocalisse che non è evento ma condizione, la sua poesia scabra e inclemente è un’incisione nella materia viva del corpo che mette a nudo, con feroce tenerezza, la carne pulsante del dolore e del desiderio.
DAL TESTO – “Il sintagma «mito dacico» circoscrive, all'interno dell'articolato avvicendarsi e intrecciarsi di narrative delle origini che segna l'evoluzione della cultura romena, il complesso mitico-simbolico dell'etnogonia che, in parallelo e in concorrenza con il «mito latino», si viene coagulando intorno al progressivo imporsi dei daci quale elemento centrale del processo etnogenetico, e che si afferma originariamente come mito storico-politico […] presto capitalizzato dalla letteratura «nazionale» romantica […], in seno alla quale prenderà vita anche un mito autenticamente «letterario» […].
“Sul versante più specificamente letterario, numerosi sono stati gli autori romeni che, soprattutto nell'Ottocento ma anche oltre, hanno individuato nella narrativa delle origini temi e personaggi "pregnanti" (E. Cassirer) suscettibili di trattazione letteraria. Riprendendo creativamente i dati offerti dalle fonti storiche letterarie (in particolare Cassio Dione) o plastiche (principalmente la Colonna traiana), già i romantici tematizzano letterariamente personaggi ed eventi del mito: episodi come gli inganni di Decebalo, la violenza delle donne daciche, l'assassinio di Longino o il suicidio del re dacico, personaggi quali Dromichete, l'unificatore Burebista e il gran sacerdote Deceneo, la romantica Dochia o il misterioso Zalmoxis, e temi come il cristianesimo ante litteram o l'appetitus mortis dacico, sono solo alcuni dei fili della trama «storica» su cui la fantasia e la creatività degli scrittori intesse una «fiction mythique» che, se da un lato spesso si limita semplicemente ad articolare letterariamente le valenze del mito storico-politico (ad es. la visione dell'Età dell'Oro o della genealogia degli Eroi di A. Russo), dall'altro lato si dimostra anche in grado di creazione, come nel caso del «mito letterario» tutto ottocentesco e romantico di Dochia, e di innovazione, ad es. nelle narrative più originali di personaggi particolarmente fortunati quali Decebalo (particolarmente in Eminescu) e Zalmoxis (soprattutto nel Novecento).”
of the volume Romanian Literature as World Literature (edited by Mircea Martin, Christian Moraru, and Andrei Terian), in relation to other comparative literary histories, on the one hand, and to the Romanian literary historiography, on the other hand. Several critics and scholars of Romanian and comparative literature, as well as two of the RLWL editors, comment on the book. Second, the dossier outlines a methodological debate, as the volume under scrutiny pleads for a paradigm shift in reading national literatures in the broader frame of world literature. Some contributors address key-issues such as “methodological nationalism” in Romanian literary research, the “exportability” of Romanian authors, and the politics of cross-cultural comparison, while others share their own academic experience in teaching Romanian literature as world literature.