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Papers by Davide Tabor
The first section of the article reconstructs the sisters’ social profile between the Seventeenth and the early Nineteenth century and it shows the numerous kinship ties which linked the sisters to each other and that allowed different family groups to prevail alternately in the management of the confraternity and in the distribution of poor relief. Furthermore the research points out that these ladies, and their families, shared also other social urban spaces, including some of the most important welfare institutions of the city. The second section focuses on the mechanisms of allocation of dowries and on the girls, and their families, who benefited of this specific aid, in the Eighteenth and Nineteenth century. In particular, the study analyses the social profile of the young women, which included mainly girls of middle and low origin, and only minimally daughters of noble decayed families. At the same time, this section explores the nature of patronage relationships that were established among the ladies and the girls who received the dowry. The third part of the article studies how in the late Nineteenth and in early Twentieth century, the Company redefined its role, its composition and its purpose, in relation to profound economic, political and social changes that took place in the Turinese society during the transition from the Old Regime to industrialization. The section explores the relationship between the congregation and the society and ultimately it points out the difficulties encountered by the Compagnia in dealing appropriately with the challenges issued by the new urban context.
La Compagnia dell'Umiltà era una confraternita femminile con scopi devozionali e assistenziali. In questo saggio ci proponiamo di studiare il profilo sociale e relazionale delle consorelle e di un gruppo specifico di assistite, quelle per cui esiste una documentazione piuttosto loquace, cioè le ragazze che furono elette a una dote matrimoniale o spirituale. Il percorso affrontato si snoda dal Seicento fino a i primi decenni del Novecento. Come è ormai chiaro, le attività assistenziali e di carità costituivano degli spazi di azione per eccellenza delle donne nelle società di Antico Regime. Nell'affrontare questa ricerca abbiamo privilegiato un’ottica relazionale e un’attenzione specifica ai contesti sociali ed economici in cui si svolgevano le attività della consorelle: ci siamo interrogati sulle motivazioni che spingevano le dame a partecipare alla confraternita, sulla natura e sulla qualità delle relazioni che legavano le consorelle le une alle altre e le consorelle alle beneficiarie, ma anche sull’esistenza di legami tra le Umiliate e i confratelli della Compagnia di San Paolo e più in generale con il mondo dell’assistenza torinese. Abbiamo inoltre cercato di capire come funzionavano i meccanismi di ingresso e coinvolgimento delle dame nella confraternita e quali erano le dinamiche che consentivano l’accesso alle cariche.
La prima parte del saggio ricostruisce il profilo sociale delle consorelle tra Seicento e primo Ottocento e mostra i molteplici legami familiari che legavano le consorelle tra di loro e che permettevano a gruppi familiari diversi di prevalere alternativamente nella gestione delle cariche, quindi nella distribuzione degli aiuti. Inoltre l’articolo sottolinea che le dame della Compagnia, e le loro famiglie, condividevano anche altri spazi sociali cittadini, tra cui alcune tra le più importanti istituzioni assistenziali. La seconda parte del saggio si concentra sui meccanismi della dotazione all’interno della Compagnia e sulle ragazze che ne beneficiarono nel Sette e nell’Ottocento. In particolare lo studio indaga il profilo sociale delle dotate, che comprendeva prevalentemente ragazze di origine media e bassa, e solo in minima parte figlie di famiglie nobili decadute. Allo stesso tempo, questa sezione indaga la natura delle relazioni di patronage che si instauravano tra le elette e le consorelle che si facevano portavoce delle loro candidature. La terza parte del saggio si propone infine di capire se e come tra fine Ottocento e i primi anni del Novecento la Compagnia abbia ridefinito la sua funzione, la sua composizione e la sua finalità, di fronte ai mutamenti profondi, economici, politici e sociali della società torinese nel passaggio dall’Antico Regime all’industrializzazione. In questa sezione, in particolare, si indaga il rapporto tra la congregazione e la società in cui operava, e in ultima analisi si segnalano le difficoltà che la Compagnia incontro' nel far fronte in maniera appropriata alle sfide imposte dal nuovo contesto urbano.
Questo breve saggio segna l’inizio di una ricerca sulle scelte politiche
delle varie generazioni, e in particolare dei giovani, tra gli anni del fascismo, la guerra e la Resistenza. L’obiettivo è capire se la categoria della generazione può essere utile a interpretare i comportamenti individuali, e verificare come empiricamente la si possa adottare, senza limitarsi unicamente all’età. Negli ultimi anni la discussione sulle generazioni ha avuto un certo successo nella storiografia politica, sociale e culturale, soprattutto in ambito contemporaneistico, e spesso, per capire le decisioni degli attori sociali, gli studiosi sono partiti dalle rappresentazioni e dalle auto rappresentazioni di gruppi definiti o autodefiniti generazionali. Si è fatto molto riferimento al carattere polisemico e ambiguo della categoria di generazione, ma, a differenza di quanto accaduto per esempio negli studi di genere o delle classi sociali, la riflessione teorica è stata assai limitata. Nel presente contributo mi vorrei confrontare in particolar modo con quella posizione, così diffusa tra gli storici, secondo cui abbracciare la prospettiva generazionale significa studiare i giovani in quanto protagonisti del mutamento politico, e lo farò a partire da un caso di studio in cui sembrerebbe fin da subito emergere l’evidenza di questo "cleavage" generazionale, cioè la Resistenza italiana.
Il libro parla di politica e si concentra sui decenni tra Otto e Novecento, quando le trasformazioni sociali cominciarono a modificare il sistema politico italiano. Parla dell’Italia liberale, negli anni in cui iniziò ad allargarsi il corpo elettorale e dunque si estese la gamma degli interlocutori sociali dei candidati e delle associazioni, e quando tanto le istituzioni quanto le organizzazioni cominciarono ad affrontare il problema della partecipazione delle masse alla vita politica italiana. Parla di politica «alta» e di politica «bassa», di persone importanti, deputati, senatori e ministri, di individui comuni, artigiani, operai, membri di associazioni popolari, e di notabili di quartiere. Tra tutti questi attori, infatti, c’erano nessi, contatti e scambi, e la politica di massa sembrava il frutto, più che di una nazionalizzazione o di una mobilitazione dall’alto, dell’interazione tra i vari soggetti che da più parti contribuivano a costruire le organizzazioni e a definire i messaggi politici, in «alto» come in «basso». Il libro ha vinto il premio SISSCO-ANCI Storia 2014.
relationships. Through the analysis of more than 3.000 letters, it examines the networks of two political leaders of opposite parties: the socialist Oddino Morgari and the liberal Edward Daneo, who were very active between the beginning of the Nineties of the 19th century and the First World War both on the national level and in the local context of Turin.
The paper studies the photographic representation of the Italian Resistance in the shots of the partisan Ettore Serafino and it focuses in particular on the images of a specific event: the establishment of the " free zone " in the Val Chisone (in the north of Italia, near Turin), where Serafino was the commander of an " autonomous " partisan formation. Analysing a case study, the paper address the issue of photographic representation of the " free zones " in Italy during 1944. The principal aim is to examine the mechanisms of formation of the photographic memory of the past; this memory does not have a single cause, but rather it is the result of the interaction of a number of variables: local and supra local, individual and collective, private and public, political, social and cultural, and other factors depending on process of stratification of memory.
Programma
mattina - Aula seminari e dottorandi del Dipartimento Culture e civiltà
ore 11: presentazione della rivista "Contesti. Rivista di microstoria"
Luciano Allegra, Cinzia Bonato e Davide Tabor ne discutono con Alessandro Arcangeli, Gian Paolo Romagnani e Gian Maria Varanini
pomeriggio - Aula 1.2 del Polo Zanotto
ore 15.40: presentazione del libro “L’inferno è dirupato”. I Valdesi di Calabria fra resistenza e repressione di Renata Ciaccio pubblicato nella collana \"Contesti\" (Silvio Zamorani editore).
L’autrice ne discuterà con Federico Barbierato.
LUOGO
Università di Verona
Via San Francesco, 22
Verona
Italia
DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI, AULA SEMINARI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO, VIA FESTA DEL PERDONO 7
The first section of the article reconstructs the sisters’ social profile between the Seventeenth and the early Nineteenth century and it shows the numerous kinship ties which linked the sisters to each other and that allowed different family groups to prevail alternately in the management of the confraternity and in the distribution of poor relief. Furthermore the research points out that these ladies, and their families, shared also other social urban spaces, including some of the most important welfare institutions of the city. The second section focuses on the mechanisms of allocation of dowries and on the girls, and their families, who benefited of this specific aid, in the Eighteenth and Nineteenth century. In particular, the study analyses the social profile of the young women, which included mainly girls of middle and low origin, and only minimally daughters of noble decayed families. At the same time, this section explores the nature of patronage relationships that were established among the ladies and the girls who received the dowry. The third part of the article studies how in the late Nineteenth and in early Twentieth century, the Company redefined its role, its composition and its purpose, in relation to profound economic, political and social changes that took place in the Turinese society during the transition from the Old Regime to industrialization. The section explores the relationship between the congregation and the society and ultimately it points out the difficulties encountered by the Compagnia in dealing appropriately with the challenges issued by the new urban context.
La Compagnia dell'Umiltà era una confraternita femminile con scopi devozionali e assistenziali. In questo saggio ci proponiamo di studiare il profilo sociale e relazionale delle consorelle e di un gruppo specifico di assistite, quelle per cui esiste una documentazione piuttosto loquace, cioè le ragazze che furono elette a una dote matrimoniale o spirituale. Il percorso affrontato si snoda dal Seicento fino a i primi decenni del Novecento. Come è ormai chiaro, le attività assistenziali e di carità costituivano degli spazi di azione per eccellenza delle donne nelle società di Antico Regime. Nell'affrontare questa ricerca abbiamo privilegiato un’ottica relazionale e un’attenzione specifica ai contesti sociali ed economici in cui si svolgevano le attività della consorelle: ci siamo interrogati sulle motivazioni che spingevano le dame a partecipare alla confraternita, sulla natura e sulla qualità delle relazioni che legavano le consorelle le une alle altre e le consorelle alle beneficiarie, ma anche sull’esistenza di legami tra le Umiliate e i confratelli della Compagnia di San Paolo e più in generale con il mondo dell’assistenza torinese. Abbiamo inoltre cercato di capire come funzionavano i meccanismi di ingresso e coinvolgimento delle dame nella confraternita e quali erano le dinamiche che consentivano l’accesso alle cariche.
La prima parte del saggio ricostruisce il profilo sociale delle consorelle tra Seicento e primo Ottocento e mostra i molteplici legami familiari che legavano le consorelle tra di loro e che permettevano a gruppi familiari diversi di prevalere alternativamente nella gestione delle cariche, quindi nella distribuzione degli aiuti. Inoltre l’articolo sottolinea che le dame della Compagnia, e le loro famiglie, condividevano anche altri spazi sociali cittadini, tra cui alcune tra le più importanti istituzioni assistenziali. La seconda parte del saggio si concentra sui meccanismi della dotazione all’interno della Compagnia e sulle ragazze che ne beneficiarono nel Sette e nell’Ottocento. In particolare lo studio indaga il profilo sociale delle dotate, che comprendeva prevalentemente ragazze di origine media e bassa, e solo in minima parte figlie di famiglie nobili decadute. Allo stesso tempo, questa sezione indaga la natura delle relazioni di patronage che si instauravano tra le elette e le consorelle che si facevano portavoce delle loro candidature. La terza parte del saggio si propone infine di capire se e come tra fine Ottocento e i primi anni del Novecento la Compagnia abbia ridefinito la sua funzione, la sua composizione e la sua finalità, di fronte ai mutamenti profondi, economici, politici e sociali della società torinese nel passaggio dall’Antico Regime all’industrializzazione. In questa sezione, in particolare, si indaga il rapporto tra la congregazione e la società in cui operava, e in ultima analisi si segnalano le difficoltà che la Compagnia incontro' nel far fronte in maniera appropriata alle sfide imposte dal nuovo contesto urbano.
Questo breve saggio segna l’inizio di una ricerca sulle scelte politiche
delle varie generazioni, e in particolare dei giovani, tra gli anni del fascismo, la guerra e la Resistenza. L’obiettivo è capire se la categoria della generazione può essere utile a interpretare i comportamenti individuali, e verificare come empiricamente la si possa adottare, senza limitarsi unicamente all’età. Negli ultimi anni la discussione sulle generazioni ha avuto un certo successo nella storiografia politica, sociale e culturale, soprattutto in ambito contemporaneistico, e spesso, per capire le decisioni degli attori sociali, gli studiosi sono partiti dalle rappresentazioni e dalle auto rappresentazioni di gruppi definiti o autodefiniti generazionali. Si è fatto molto riferimento al carattere polisemico e ambiguo della categoria di generazione, ma, a differenza di quanto accaduto per esempio negli studi di genere o delle classi sociali, la riflessione teorica è stata assai limitata. Nel presente contributo mi vorrei confrontare in particolar modo con quella posizione, così diffusa tra gli storici, secondo cui abbracciare la prospettiva generazionale significa studiare i giovani in quanto protagonisti del mutamento politico, e lo farò a partire da un caso di studio in cui sembrerebbe fin da subito emergere l’evidenza di questo "cleavage" generazionale, cioè la Resistenza italiana.
Il libro parla di politica e si concentra sui decenni tra Otto e Novecento, quando le trasformazioni sociali cominciarono a modificare il sistema politico italiano. Parla dell’Italia liberale, negli anni in cui iniziò ad allargarsi il corpo elettorale e dunque si estese la gamma degli interlocutori sociali dei candidati e delle associazioni, e quando tanto le istituzioni quanto le organizzazioni cominciarono ad affrontare il problema della partecipazione delle masse alla vita politica italiana. Parla di politica «alta» e di politica «bassa», di persone importanti, deputati, senatori e ministri, di individui comuni, artigiani, operai, membri di associazioni popolari, e di notabili di quartiere. Tra tutti questi attori, infatti, c’erano nessi, contatti e scambi, e la politica di massa sembrava il frutto, più che di una nazionalizzazione o di una mobilitazione dall’alto, dell’interazione tra i vari soggetti che da più parti contribuivano a costruire le organizzazioni e a definire i messaggi politici, in «alto» come in «basso». Il libro ha vinto il premio SISSCO-ANCI Storia 2014.
relationships. Through the analysis of more than 3.000 letters, it examines the networks of two political leaders of opposite parties: the socialist Oddino Morgari and the liberal Edward Daneo, who were very active between the beginning of the Nineties of the 19th century and the First World War both on the national level and in the local context of Turin.
The paper studies the photographic representation of the Italian Resistance in the shots of the partisan Ettore Serafino and it focuses in particular on the images of a specific event: the establishment of the " free zone " in the Val Chisone (in the north of Italia, near Turin), where Serafino was the commander of an " autonomous " partisan formation. Analysing a case study, the paper address the issue of photographic representation of the " free zones " in Italy during 1944. The principal aim is to examine the mechanisms of formation of the photographic memory of the past; this memory does not have a single cause, but rather it is the result of the interaction of a number of variables: local and supra local, individual and collective, private and public, political, social and cultural, and other factors depending on process of stratification of memory.
Programma
mattina - Aula seminari e dottorandi del Dipartimento Culture e civiltà
ore 11: presentazione della rivista "Contesti. Rivista di microstoria"
Luciano Allegra, Cinzia Bonato e Davide Tabor ne discutono con Alessandro Arcangeli, Gian Paolo Romagnani e Gian Maria Varanini
pomeriggio - Aula 1.2 del Polo Zanotto
ore 15.40: presentazione del libro “L’inferno è dirupato”. I Valdesi di Calabria fra resistenza e repressione di Renata Ciaccio pubblicato nella collana \"Contesti\" (Silvio Zamorani editore).
L’autrice ne discuterà con Federico Barbierato.
LUOGO
Università di Verona
Via San Francesco, 22
Verona
Italia
DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI, AULA SEMINARI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO, VIA FESTA DEL PERDONO 7
Il libro parla di questi scatti e affronta il problema della memoria visuale della Resistenza indagandone i meccanismi di costruzione, la fisionomia e i caratteri di diffusione.
Nel novero delle raccolte fotografiche dedicate alla guerra e alla Resistenza in Italia, i tre album del comandante partigiano Ettore Serafino costituiscono in questo senso una fonte straordinaria: accompagnati da una ricca documentazione personale e creati unendo le riprese eseguite da lui stesso a quelle effettuate da altri autori, essi sono in grado di testimoniare il lungo processo di formazione
della memoria visuale di quella importante stagione.
La prima parte del libro si sofferma sulla produzione degli scatti ripercorrendo le vicende che anticipano la composizione dei tre volumi. La seconda si concentra sul loro montaggio e ordinamento
da parte di Serafino nell’immediato dopoguerra, e rivolge particolare attenzione alle diverse funzioni e modalità di impiego delle fotografie nel corso del tempo, in bilico tra fruizione privata e uso pubblico.
Il volume è diviso in tre parti: la prima si occupa della fondazione dello Iacp e delle politiche abitative tra età liberale e fascismo; la seconda si concentra sulle emergenze e sulla gestione dell’ente nel periodo della Ricostruzione e del miracolo economico; la terza parte ricostruisce il rapporto tra l’ente e gli abitanti delle case popolari tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta.
Luciano Allegra, Cinzia Bonato, Davide Tabor della redazione di «Contesti. Rivista di microstoria»
ne discutono con Ida Fazio, Giovanna Fiume, Salvatore Lupo, Antonino Blando, Rita Loredana Foti
MERCOLEDÌ 18 MAGGIO 2016
Aula seminari - edificio 12 h. 10 -12
Università degli Studi di Palermo
VIALE DELLE SCIENZE
Convegno
Torino 21-22 maggio 2019
Il GRID (Gruppo di Ricerca sulle Idee Politiche) del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino organizza, in collaborazione con il DIST (Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio) del Politecnico di Torino e dell’Università di Torino, il convegno Pensare la città. Condizione abitativa e politiche pubbliche nel “triangolo industriale” (1950-1980), che si terrà a Torino il 21 e 22 maggio 2019.
Il convegno intende concentrarsi sull’analisi della condizione di vita urbana, e in particolare di quella abitativa, nell’Italia del Nord-Ovest tra gli anni Cinquanta e Settanta. L’obiettivo di fondo è ricostruire i molteplici sguardi sulla città e sul problema della casa, misurare il grado di percezione dell’emergenza tra le forze politiche e nell’opinione pubblica, analizzare il tipo di mobilitazione nata intorno a questi temi e interpretare le risposte fornite dal decisore pubblico.
In apertura di convegno, nel pomeriggio del 20 maggio presso il Polo del ’900, verranno proiettate due puntate del documentario La casa in Italia di Liliana Cavani (1964), introdotte da una tavola rotonda. Nelle giornate del 21 e del 22 maggio studiosi di diverse discipline presenteranno i risultati delle loro ricerche fornendo interpretazioni del modo in cui la questione abitativa si è posta ed è stata affrontata in Italia nel secondo dopoguerra.
Intendiamo con il termine “inchiesta” fonti eterogenee per tipologia, caratteristiche del soggetto produttore, finalità: dalle analisi delle istituzioni e degli attori politici e sociali (partiti, sindacati, movimenti, comitati, enti locali, istituti di ricerca, ministeri, enti e organi dello stato) alle statistiche relative al patrimonio edilizio e agli abitanti (per es. censimenti); dalle indagini dei vari servizi territoriali (per es. sanitari e socio-assistenziali) alle inchieste sociali e alle relazioni degli architetti e degli urbanisti; dalle inchieste giornalistiche della carta stampata ai servizi televisivi; dal cinema alla letteratura.
L’obiettivo del convegno è fornire un primo censimento di tali indagini, delle loro tipologie, dei soggetti realizzatori, della loro distribuzione territoriale, delle prospettive adottate e delle informazioni contenute, avviando così una riflessione sulla comparazione dei dati e sull’analisi congiunta di fonti così diverse.
L’intento è promuovere un confronto a più voci sulla morfologia, sui meccanismi di formazione delle memorie fotografiche del secondo conflitto mondiale e della Resistenza e sulle modalità di fruizione delle immagini. Il seminario è aperto al contributo di studiosi e di esperti che da diverse prospettive possano discutere con gli autori il contenuto del libro, ma anche e soprattutto intendano approfondire le questioni teoriche e metodologiche più generali da esso sollevate e i problemi di conservazione e valorizzazione del patrimonio visuale della guerra.
Introducono:
Daniela Adorni (Università di Torino), Maria Beatrice Failla (Università di Torino)
Partecipano:
Luciano Boccalatte (Istoreto), Dimitri Brunetti (Regione Piemonte), Pierangelo Cavanna (storico della fotografia), Daniele Jallà (Icom Italia), Vanessa Maher (Università di Verona), Alessandra Giovannini Luca (Polo museale del Piemonte), Davide Tabor (Università di Torino)
21 febbraio 2018 ore 15-19
Polo del ’900
Sala Didattica, Palazzo San Daniele, Via del Carmine 14 Torino
Il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, la Fondazione Vera Nocentini, il Museo diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà, l’Urban Center Metropolitano e l’ATC del Piemonte Centrale promuovono presso il Polo del ’900 un incontro dedicato alla storia della condizione abitativa a Torino nel secondo dopoguerra.
Il pomeriggio è diviso in due parti: un seminario e una tavola rotonda. Il seminario ha lo scopo di analizzare da varie prospettive la condizione abitativa urbana dal 1945 a oggi mentre la tavola rotonda propone un dibattito sulla questione abitativa mettendo a confronto studiosi e amministratori a partire dal libro di Daniela Adorni, Maria D’Amuri e Davide Tabor, La casa pubblica. Storia dell’Istituto autonomo case popolari di Torino (Viella, Roma 2017).
Tutti gli appuntamenti sono aperti al pubblico.
Le fotografie della Resistenza italiana accumulate nel corso dei decenni sono migliaia: le hanno raccolte anzitutto gli ex partigiani, nel tentativo di tenere vivo, anche con le immagini, il ricordo della guerra di Liberazione.
Il libro parla di questi scatti. Esso affronta il problema della memoria visuale della Resistenza indagandone i meccanismi di costruzione, la fisionomia e i caratteri di diffusione.
Attraverso un caso di studio – la collezione delle fotografie di guerra di Ettore Serafino, ufficiale degli alpini e comandante di una formazione partigiana dopo l’8 settembre 1943 – il volume prende in esame i due tempi della vita delle immagini: quello della loro realizzazione e quello della loro successiva circolazione e ricezione, materiale e simbolica. Nel novero delle raccolte fotografiche dedicate alla guerra e alla Resistenza in Italia, i tre album di Serafino costituiscono in questo senso una fonte straordinaria: accompagnati da una ricca documentazione personale e creati unendo le riprese eseguite da lui stesso a quelle effettuate da altri autori, essi sono in grado di testimoniare il lungo processo di formazione della memoria visuale di quella importante stagione.
La prima parte del libro si sofferma sulla produzione degli scatti ripercorrendo le vicende che anticipano la composizione dei tre volumi. La seconda si concentra sul loro montaggio e ordinamento da parte di Serafino nell’immediato dopoguerra, e rivolge particolare attenzione alle diverse funzioni e modalità di impiego delle fotografie nel corso del tempo, in bilico tra fruizione privata e uso pubblico.
Giovannini Luca Alessandra: Dottoressa di ricerca in Museologia e critica artistica e del restauro. È autrice del volume "Alessandro Baudi di Vesme e la scoperta dell’arte in Piemonte. Erudizione, musei e tutela in Italia tra Otto e Novecento" (Ledizioni, 2015). Storica dell’arte e studiosa di storia della fotografia, collabora con l’Istoreto al progetto sulle fotografie di Ettore Serafino.
Tabor Davide: Dottore di ricerca in Storia contemporanea, collabora con l’Istoreto al progetto sulle fotografie di Ettore Serafino. Nel 2014 il suo libro "Il cerchio della politica. Notabili, attivisti e deputati a Torino tra 800 e 900" (Zamorani, 2013) ha vinto il premio ANCI Storia SISSCO. È direttore di “Contesti. Rivista di microstoria”.
Giovedì 22 marzo 2018 ore 16
Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea
Palazzo Antici Mattei di Giove, Via Michelangelo Caetani 32 Roma
Contesti: una rivista di microstoria
Direttore: Davide Tabor
Comitato di redazione: Daniela Adorni, Luciano Allegra, Federico Barbierato, Cinzia Bonato, Davide Tabor
Comitato scientifico:
Jean-Louis Briquet – Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne
Ida Fazio – Università di Palermo
Carlo Ginzburg – Scuola Normale Superiore Pisa
Giovanni Levi – Università di Venezia
Vanessa Maher – Università di Verona
Edward Muir – Northwestern University
Cecilia Pennacini – Università di Torino
Guido Ruggiero – University of Miami
Francesca Trivellato – Yale University
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