Thesis Chapters by Chiara De Robertis
Il Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale: dall'analisi dell'... more Il Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale: dall'analisi dell'esistente, alla proposta di un'identità uniforme e condivisa.

Alla luce della designazione come National Preventive Mechanism italiano del Garante Nazionale de... more Alla luce della designazione come National Preventive Mechanism italiano del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale – avvenuta con il d.l. n. 130/2020, convertito dalla legge n. 173/2020 – il presente scritto intende analizzare il rapporto tra le figure di garanzia che operano a livello comunale, regionale e nazionale, e il coordinamento dei loro interventi all’interno del sistema. Ai fini dell’indagine si è individuato quale caso di studio privilegiato quello piemontese poiché si può osservare una interazione dei tre livelli volta alla mutua collaborazione, tanto nell’ambito penitenziario quanto in quello del trattenimento amministrativo. È stata rivolta, poi, particolare attenzione a quest’ultima materia e a quella dei monitoraggi dei rimpatri forzati degli stranieri poiché in tali settori la cooperazione tra le figure di garanzia ha assunto carattere centrale nella tutela dei diritti delle persone private della libertà.
Il presente testo contiene un focus di ricerca sulla gestione dell'emergenza sanitaria nel Centro... more Il presente testo contiene un focus di ricerca sulla gestione dell'emergenza sanitaria nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio "Brunelleschi" di Torino. Il testo è stato realizzato in collaborazione con i docenti e gli studenti della clinica legale Human Rights and Migration Law Clinic.
Tesi di laurea in Giurisprudenza (aprile 2018)
Papers by Chiara De Robertis
Questione Giustizia, 2023
I magistrati che hanno partecipato alla presente ricerca hanno assunto le funzioni a seguito del ... more I magistrati che hanno partecipato alla presente ricerca hanno assunto le funzioni a seguito del superamento del concorso di secondo grado. In questo contributo saranno trattati i temi emersi nelle interviste e nei focus group con riferimento ai percorsi, alle esperienze formative e professionali pre-concorso e post lauream, si passeranno in rassegna poi le opinioni che questi nutrono nei confronti del concorso e del recente intervento legislativo che lo ha riformato, ma anche nei confronti della formazione, iniziale e permanente, erogata dalla Scuola superiore della magistratura. Il contributo termina infine con alcune considerazioni sulla forma mentis del magistrato e sul ruolo della formazione, soprattutto con riferimento all’interdisciplinarità a cui essa deve ambire e alle cd. soft skills.
This paper aims to analyze the most relevant measures adopted by the Department of prison adminis... more This paper aims to analyze the most relevant measures adopted by the Department of prison administration to contain the spread of the Covid-19 contagion within prisons. After a brief description of the context in which these measures took place, the analysis will retrace the various phases of the health emergency, highlighting the main measures adopted for each of them, without neglecting the reference to state interventions on the subject. Furthermore, a critical reading will be offered of some passages contained in the circulars regarding the protection of prisoners?rights. Finally, some conclusive considerations will be formulated relating to the management of the pandemic in prison with an eye also to the international level.

La situazione che tutto il mondo sta vivendo di questi tempi è surreale da molti punti di vista. ... more La situazione che tutto il mondo sta vivendo di questi tempi è surreale da molti punti di vista. In primis, e forse ce ne si rende conto molto di più quando si esce di casa per fare la spesa piuttosto che standosene rinchiusi nel proprio guscio sicuro, sembra di essere i nuovi protagonisti di uno di quei film distopici che abbiamo sempre creduto essere così lontani dalla realtà e che invece hanno preso forma reale. In secondo luogo, le nostre vite si sono fermate, anche se preferisco dire rallentate, le abitudini sono cambiate, e tutto si svolge intorno al focolare domestico di ognuno. È come se si fosse tirato il freno a mano alla quotidiana frenesia che contraddistingue la nostra società contemporanea e verso la quale ognuno di noi prova un odi et amo a fasi alterne. Il Covid19 però ci mette davanti a una dura realtà: i consumi mutano, il lavoro si trasforma, il quotidiano è completamente stravolto ma le diseguaglianze restano. La diseguaglianza rappresenta infatti una delle poche variabili indipendenti il cui valore non dipende dalla variabile Covid19. Le quarantene assumono forma diversa in relazione alle diverse risorse di cui ognuno dispone: chi sta nella villa al mare con dieci stanze, chi in cinque persone in un appartamento di 70 metri quadri e chi invece sta per strada perché una casa non ce l'ha. Partiamo da loro, partiamo dagli ultimi. È di questi giorni la vergognosa notizia che le Forze dell'ordine in diversi comuni italiani, in ottemperanza ai vari decreti varati dal Presidente del Consiglio dei Ministri nel mese di marzo, abbiano multato e denunciato molte persone senza fissa dimora perché trovate per strada in questo momento in cui per strada si può transitare esclusivamente per esigenze lavorative, motivi di salute e di necessità 1 . È qui che si nota a pieno il carattere cieco e infimo del diritto penale. Il diritto penale è stupido e non è in grado di per sé di ragionare. Nel senso di Umberto Eco, il cui Belbo de Il pendolo di Foucault (1988, pp. 40-41) distingueva tra cretini, imbecilli, stupidi e matti, e lo stupido era colui che «non sbaglia nel comportamento», ma «nel ragionamento». «È quello che dice che tutti i cani sono animali domestici e tutti i cani abbaiano, ma anche i gatti sono animali domestici e quindi abbaiano»; siccome tutti devono stare a casa, anche i senzatetto dovrebbero stare a casa, come il gatto che si vorrebbe che abbaiasse. La norma penale sebbene determini una fattispecie tipica raramente include in sé un livello di specificità tale da escludere i casi in cui la sua applicazione sarebbe irragionevole, come il caso appena esposto e cioè quello degli homeless ai tempi dei decreti italiani in tema di 1 Si rimanda alla lettera inviata da Fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone senza Fissa Dimora) al Ministro degli Interni e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali: https://www.fiopsd.org/basta-multe-e-denunce-allepersone-senza-dimora/?fbclid=IwAR2nW-T1SIvoW0H-hPz07f_ixCVta8L236OtqAKuTzSQEaeD1P_asBTdYz8. Coronavirus. Il diritto penale e la giustizia sociale raramente vanno d'accordo. Una buona quota di responsabilità risiede in capo a quegli attori (e cioè gli operatori delle forze dell'ordine siano essi vigili, poliziotti o appartenenti alla Guardia di Finanza) che attivano il processo di criminalizzazione secondario, applicando la norma penale, come in questo caso (riprendendo Eco, sbagliando quindi anche nel comportamento), o in altri casi decidendo di non applicarla, portando poi a quella selettività penale che ritroviamo sia in ambito di controllo poliziale, sia all'interno delle Procure e dei Tribunali. Torniamo al punto di cui sopra per fare un'ulteriore riflessione: il Covid19 non solo non elimina le diseguaglianze ma sembra a tutti gli effetti produrne un'amplificazione. Se si prende ad esempio il caso delle proteste all'interno degli istituti penitenziari italiani (proteste nel corso delle quali sono deceduti 13 detenuti sulle cui morti lo Stato dovrà far chiarezza) si può notare come la risposta istituzionale sia arrivata con estremo ritardo e in ogni caso non sia in alcun modo sufficiente ad arginare l'emergenza. Il Presidente della Repubblica Mattarella scrive una lettera 2 di risposta ai detenuti del nord-est in cui afferma: «Ho ben presente la difficile situazione delle nostre carceri, sovraffollate e non sempre adeguate a garantire appieno i livelli di dignità umana e mi adopero per sollecitare il massimo impegno al fine di migliorare la condizione di tutti i detenuti e del personale della Polizia penitenziaria che lavora con impegno e sacrificio». Ma il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si preoccupa di rassicurare: «Nessun indulto mascherato nelle carceri» 3 , insomma il giustizialismo non cede e non arretra di un passo nonostante alla condizione endemica di sovraffollamento delle nostre carceri si sia aggiunta una pandemia globale i cui rischi iniziano ad essere ormai noti a tutti.
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GIOVANI DENTRO e FUORI - Un'indagine per conoscere la popolazione giovanile nella Casa Circondariale di Torino, 2022
La pubblicazione riporta i risultati di una ricerca volta a conoscere la popolazione dei giovani ... more La pubblicazione riporta i risultati di una ricerca volta a conoscere la popolazione dei giovani adulti reclusi nella Casa Circondariale di Torino. L’indagine, nata su stimolo della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, ha coinvolto nella sua realizzazione gli studenti e le studentesse della Clinica Legale Carcere e Diritti I del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino integrando, come è proprio del metodo clinico legale, obiettivi didattici e di ricerca con la terza missione dell’università.
La ricerca, condotta con un metodo quali-quantitativo, fotografa le condizioni sociali e detentive dei giovani reclusi. Ai dati dell’indagine fanno seguito, nella seconda parte della pubblicazione, contributi che affrontano i temi della dipendenza da psicofarmaci e del possibile supporto offerto da strumenti tecnologici, aprendo piste di riflessione sulla devianza giovanile.
Coniugando ricerca e policy, la pubblicazione si chiude aprendo la riflessione e formulando proposte concrete per migliorare le condizioni di detenzione dei giovani detenuti nelle carceri per adulti.
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La ricerca, condotta con un metodo quali-quantitativo, fotografa le condizioni sociali e detentive dei giovani reclusi. Ai dati dell’indagine fanno seguito, nella seconda parte della pubblicazione, contributi che affrontano i temi della dipendenza da psicofarmaci e del possibile supporto offerto da strumenti tecnologici, aprendo piste di riflessione sulla devianza giovanile.
Coniugando ricerca e policy, la pubblicazione si chiude aprendo la riflessione e formulando proposte concrete per migliorare le condizioni di detenzione dei giovani detenuti nelle carceri per adulti.
La ricerca, condotta con un metodo quali-quantitativo, fotografa le condizioni sociali e detentive dei giovani reclusi. Ai dati dell’indagine fanno seguito, nella seconda parte della pubblicazione, contributi che affrontano i temi della dipendenza da psicofarmaci e del possibile supporto offerto da strumenti tecnologici, aprendo piste di riflessione sulla devianza giovanile.
Coniugando ricerca e policy, la pubblicazione si chiude aprendo la riflessione e formulando proposte concrete per migliorare le condizioni di detenzione dei giovani detenuti nelle carceri per adulti.