Papers by Barbara Sorgoni
in B. Sorgoni (a cura di), Etnografia dell'accoglienza. Rifugiati e richiedenti asilo a Ravenna, CISU, Roma. , 2011
Le relazioni devono essere apprezzate per ciò che sono. Qualsiasi informazione che ne risulti è u... more Le relazioni devono essere apprezzate per ciò che sono. Qualsiasi informazione che ne risulti è un prodotto residuale -spesso inizialmente sconosciuto. Questo è ciò che immersement significa. (Marylin Strathern, The Ethnographic Effect)
Carlo CAPELLO, Pietro CINGOLANI, Francesco VIETTI ⎸ Etnografia delle mi-grazioni. Temi e metodi di ricerca, Roma, Carocci, 2014
Carlo CAPELLO, Pietro CINGOLANI, Francesco VIETTI ⎸ Etnografia delle migrazioni. Temi e metodi di... more Carlo CAPELLO, Pietro CINGOLANI, Francesco VIETTI ⎸ Etnografia delle migrazioni. Temi e metodi di ricerca, Roma, Carocci, 2014, pp. 133. Sebbene sia stato da più parti sottolineato il ritardo con cui lo studio delle migrazioni ha acquisito piena legittimità all'interno della disciplina antropologica, negli ultimi due decenni tale tema ha progressivamente assunto in Italia maggiore importanza. Questa rilevanza è testimoniata dalla pubblicazione crescente di ricerche etnografiche rivolte allo studio delle comunità di migranti presenti nel paese, secondo diverse prospettive teoriche e focalizzandosi su argomenti specifici, siano essi temi classici dell'antropologia o di più recente interesse.
La Critica Sociologica, n. 134, pp.78-88, 2000
La Critica Sociologica", n. 134, pp.78-88.

Journal of Modern Italian Studies, 8(3), pp.421-434, 2003
In 1938 the regime's popular periodical La Difesa della Razza published the portrait of Saartjie ... more In 1938 the regime's popular periodical La Difesa della Razza published the portrait of Saartjie Baartman (a Khoisan woman known to the western world as 'The Hot-tentot Venus') to discourage miscegenation in the empire of Italian East Africa. But by 1938, Italian public and scientific interest in the Hottentot Venus had long faded away. In addition, readily available photographs of Italo-Eritreans could have been used to show the 'outcome' of miscegenation. Why then did the regime's organ publish a portrait of 'The Hottentot Venus'? This article addresses this question, and explores how Baartman's story could serve the regime's aim of forging a new 'racial consciousness' among Italians. By focusing on the transformation of scientific discourses from the 1850s to the late 1930s, and on their silences, the article illuminates the process through which some of the regime's anthropologists constructed a new, 'made in Italy' story for the Hottentot Venus. Deliberately leaving out all the main issues long debated during the previous century, they turned this figure into an empty icon to support Fascist colonial obsession with the purity and prestige of the Italian race.
in A. Mazzacane (a cura), L'Oltremare. Diritto e Istituzioni dal colonialismo all'età post-coloniale, CUEN, Napoli, pp.235-254., 2006
in A. Mazzacane (a cura), 2006, L'Oltremare. Diritto e Istituzioni dal colonialismo all'età post-... more in A. Mazzacane (a cura), 2006, L'Oltremare. Diritto e Istituzioni dal colonialismo all'età post-coloniale, CUEN, Napoli, pp.235-254.]

in K. Koizumi, G. Hoffstaedter (eds), Urban Refugees. Challenges in Protection, Services and Policy, Routledge Research in Place, Space and Politics: Abington & New York, pp. 116-135, 2015
This chapter draws from the findings of research conducted from 2008 to 2010 by a group composed ... more This chapter draws from the findings of research conducted from 2008 to 2010 by a group composed of five postgraduate students in political sciences whom I supervised. The aim of the research was to produce an ethnographic study of the local institutions in the city of Ravenna, Italy, in charge of the 'protection and social integration' of refugees and asylum seekers, and to analyse the way the national asylum system functions from an anthropological perspective. In particular, the objective was to understand how national and trans-national policies turned into everyday practices at the local urban level within a specific refugees' reception project, how bureaucratic procedures for refugee status determination affected the lives and needs of asylum seekers, and how local administrative practices addressed issues such as housing, employment, and health. An ethnographic approach was adopted to examine everyday life inside local offices and organizations in charge of what was referred to as the 'reception and integration' process for asylum seekers and refugees-including voluntary organizations.
in Gill, N. and Good, A. Asylum Determination in Europe: Ethnographic Perspectives, Basingstoke: Palgrave, pp. 221-40, 2018
This book is open access:
https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-319-94749-5_11
in Parolechiave, n. 46, pp. 115-33 , 2011
in H. Tilley, R. J. Gordon (eds), Ordering Africa. Anthropology, European imperialism and the politics of knowledge, Manchester University Press, Manchester, pp. 330-374., 2007
eds), 2007, Ordering Africa. Anthropology, European imperialism and the politics of knowledge, Ma... more eds), 2007, Ordering Africa. Anthropology, European imperialism and the politics of knowledge, Manchester University Press, Manchester, pp. 330-374. DO NOT CIRCULATE WITHOUT AUTHOR'S CONSENT Officially Italian colonialism lasted some fifty years, from 1890 to 1941. It comprised first Eritrea, then Libya and Somalia, and from 1935, Ethiopia. In 1936 Eritrea, Somalia and
in P. Palumbo (ed), A Place in the Sun. Africa in Italian Colonial Culture from Post-Unification to the Present, University of California Press, Berkeley & Los Angeles, pp. 62-80., 2003
in B. Sorgoni (a cura di) “Chiedere asilo in Europa. Confini margini e soggettività”, Lares, numero monografico, LXXVII(1):15-33., 2011

in L. Faldini, E. Pili (a cura) Saperi antropologici, media e società civile nell’Italia contemporanea, CISU, Roma, pp. 255-266., 2011
Quando nel 1986 Marcus e Fischer indicavano nello stesso incipit del loro volume i due compiti sp... more Quando nel 1986 Marcus e Fischer indicavano nello stesso incipit del loro volume i due compiti specifici dell'antropologia-lo studio di altre forme di vita e la riflessione critica sul noi-un certo rimpatrio dell'antropologia era iniziato già da qualche tempo: negli anni Trenta del Novecento negli Stati Uniti per l'antropologia urbana e del lavoro, e tra gli anni Quaranta e Cinquanta in Europa, con lo studio di organizzazioni e imprese in Gran Bretagna, e su marginali interni, festività e sacro in Francia e in Italia. 2 Tale ritorno a casa obbliga l'antropologia a ripensare non solo il proprio oggetto e metodo-ad esempio nei termini di una "imbricazio-ne reciproca", come suggerito da Vanessa Maher in questa stessa occasione-ma anche a prendere atto del fatto che la "casa" non è più la stessa, poiché «le culture altre esistono anche a casa propria, sia in forma preesistente, sia in forma nuova» (Simonicca, 2001, p. 238). Questo aspetto compare con sempre maggiore insisten-za nella letteratura antropologica, almeno a partire dagli inizi degli anni Ottanta, sebbene sotto diverse forme e con diverse gradazioni. È nell'enunciato di Geertz sull'alterità che «non si profila sulla riva del mare, ma sull'orlo della pelle» (2001b, p. 93) o, per restare a casa, nell'invito di Remotti (1990) a chiarire anche la natura del noi, o infine nel riconoscimento di Fabietti (1999) sull'attuale impossibilità di distinguere con chiarezza un "qui" ed un "altrove". D'altro canto, Gupta e Fer-guson segnalavano anche i rischi della spazializzazione delle differenze culturali ancora implicita proprio nel testo di Marcus e Fischer, indicando al contrario la necessità di «interrogare, politicamente e storicamente, l'apparente "datità" di un mondo diviso essenzialmente in "noi" ed "altri"» (1992, p. 16); 3 e all'origine del ri-pensamento della relazione tra spazio ed identità proposto dai due autori troviamo i lavori di Liisa Malkki (1995a, 1995b) su richiedenti asilo, diaspora e cittadinanza. Ma il motivo per cui sono partita dall'incipit di Marcus e Fischer è un altro: mi è sembrato interessante che questo sia stato utilizzato in apertura del manuale di Helen Schwartzman (1993) sull'etnografia delle organizzazioni, per indicare nello studio delle istituzioni una delle porte di accesso più promettenti per il rimpatrio dell'antropologia. A patto però che istituzioni ed organizzazioni non siano inda-1 Università di Bologna. 2 Si veda Cannada Bartoli, 2001 per una rassegna critica sul tema e, più recentemente, Sbardella, 2007 per l'antropologia francese e Zinn, 2007 per quella anglosassone. 3 Nella prospettiva proposta dai due autori, il processo politico di costruzione dell'alterità non è riducibile al momento della rappresentazione poiché è già presente nel campo delle relazioni di potere tra gruppi, ossia nelle «radici extra-testuali del problema».

Antropologia Annuario - Migrazioni e asilo politico - XIII (15), 2013
In questo saggio mi concentro sui primi passaggi amministrativi con cui si attiva in Italia la pr... more In questo saggio mi concentro sui primi passaggi amministrativi con cui si attiva in Italia la procedura di asilo politico, analizzando l'interazione di tipo burocratico tra richiedenti asilo e soggetti istituzionali che ho potuto osservare in un caso di prima richiesta di protezione internazionale. Utilizzando le suggestioni che provengono da recenti studi di etnografia della comunicazione in contesti analoghi in altri paesi europei, mi soffermo sui modi in cui le ripetute azioni di raccolta, traduzione e trascrizione delle storie dei richiedenti asilo da parte di pubblici ufficiali e traduttori durante lo svolgersi della procedura, fun-gono da filtro rispetto alle storie stesse fino a depotenziarle e svuotarle di signi-ficato, funzionando a detrimento della loro stessa coerenza e credibilità. Applying for asylum. Narratives, translation, and textualization This essay deals with the initial administrative steps of a refugee status determination procedure in Italy, by focusing on the bureaucratic interaction between an asylum seeker and institutional subjects I could observe during my fieldwork on international protection's procedures. Drawing from case studies in linguistic anthropology in similar European contexts, I analyze the ways in which processes of interviewing, translating and inscribing asylum seekers' narratives into standard bureaucratic forms by public officers and interpreters, act as powerful filters that empty those stories, eventually weakening their internal coherence and final credibility.
AM Antropologia Museale, 2009
Il nostro è il secolo dei rifugiati. È quasi impossibile percorrere la letteratura sui richiedent... more Il nostro è il secolo dei rifugiati. È quasi impossibile percorrere la letteratura sui richiedenti asilo senza imbattersi almeno una volta in questa affermazione, anticipata da Said nelle sue riflessioni sull'esilio. Ma l'esilio di ieri non assomiglia in tutto all'asilo di oggi. Nel processo che porta pochi selezionati individui (apolidi, esuli) ad essere rimpiazzati da masse in movimento (profughi, rifugiati) cambiano non solo le condizioni storiche, ma anche le modalità con cui il fenomeno viene identificato e rappresentato, nonché le politiche di ricezione e gestione dello stesso.

Annuario di Antropologia, 2002
Contraddizioni coloniali e scrittura etnografica La letteratura internazionale che ha concentrato... more Contraddizioni coloniali e scrittura etnografica La letteratura internazionale che ha concentrato l'analisi sui nessi di diversa natura tra antropologia e colonialismo è oramai molto co-spicua, databile già agli anni Settanta del Novecento e rivolta a quasi tutte le ex colonie britanniche, francesi, olandesi e, in minor misura, belghe. All'interno di questa vasta letteratura esistono degli indirizzi, o anche semplicemente degli approcci o degli spunti di riflessione, che potrebbero a mio parere essere utilmente applicati al caso italia-no. Quest'ultimo, come è noto, è virtualmente un terreno ancora lar-gamente da esplorare. Negli anni Settanta, quando altrove si iniziava a esplorare il peso del colonialismo sulla disciplina antropologica, Lanternari (1974) af-fermava che-soprattutto per la brevità dell'esperienza coloniale ita-liana, la marginalità del territorio conquistato e il disinteresse del regime fascista verso la disciplina-uno studio dei nessi tra antropolo-gia e colonialismo non sarebbe stato rilevante nel caso italiano. Alcuni lavori degli anni Ottanta hanno comunque mostrato come proprio l'ossessiva attenzione del regime durante il periodo imperiale verso le questioni razziali abbia incentivato studi antropologici sui sudditi co-loniali; o come etnografie applicate venissero prodotte sul territorio coloniale da funzionari e amministratori, per ragioni di dominio 1. Più di recente, alcuni studi di storia sociale hanno focalizzato l'attenzione sul contesto coloniale, sulle relazioni tra cittadini e sudditi, sulle que-stioni di genere e sull'impatto delle leggi razziali per la società colo-nizzata 2. Si è così riempito un vuoto nella storiografia coloniale italia-na-dove i lavori esistenti, pur rilevanti, si concentravano principal-mente nei settori della storia politica o militare-iniziando a rico-struire parti del contesto sociale e culturale del vissuto coloniale 3. Per

in E. Tauber, D. Zinn (eds), The Public Value of Anthropology: Engaging Critical Social Issues through Ethnography, 2015
Traditionally a phenomenon concentrated in the global South, asylum is increasingly becoming a po... more Traditionally a phenomenon concentrated in the global South, asylum is increasingly becoming a political and social issue also in the North. In the late 1990s the EU started to set up a common European asylum system of rules on the recognition of refugees and the content of refugee status, a process which has been extensively analyzed from political and legal approaches. This chapter focuses on the ethnographic study of local institutions and association in charge with asylum procedures and with practices of asylum seekers' reception and status determination, in a north-eastern Italian region. Adopting a comparative perspective, it shows how an anthropological approach can differently contribute to an understanding of those issues, allowing to uncover crucial dimensions of the institutional relations between decision makers, social workers and asylum seekers, which eventually contribute to determine the outcome of the application.
In R. Grillo, J. Pratt (eds) The Politics of Recognizing Difference. Multiculturalism Italian-style, Ashgate, Aldershot., 2002
in V. Maher (ed.), Antropologia e diritti umani, Rosenberg & Sellier, Torino. , 2011
La storia della relazione tra antropologia e diritti umani è annosa e complessa, segnata in parti... more La storia della relazione tra antropologia e diritti umani è annosa e complessa, segnata in particolare da lunghi periodi di silenzio e apparente disinteresse reciproco.
Books by Barbara Sorgoni
Bollati Borignhieri, Torino, 2001
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