
Carla Gubert
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Books by Carla Gubert
«Nuovi Argomenti».
Non ci sono dubbi: a partire dal secondo dopoguerra fino ad arrivare ai nostri giorni, la rivista ha saputo farsi interprete di una parte consistente delle istanze letterarie, sociali e politiche che hanno contribuito a definire la fisionomia della cultura italiana per oltre mezzo secolo.
Il volume, pur incentrato su un singolo periodico, non rinuncia alla varietà d'approcci e di proposte. «Nuovi Argomenti» diviene un punto di partenza da cui esercitare uno sguardo obliquo sul contesto storico in cui si inserisce e sulle singolari parabole di autori e autrici che, a più riprese, tra inchieste, dibattiti, fughe in avanti e ripensamenti, ne hanno animato la testata. Il lettore vi troverà saggi di impostazione più storiografica, altri dal taglio più sociologico, altri ancora incentrati su singole figure che hanno avuto in «Nuovi Argomenti» un importante interlocutore o una prestigiosa vetrina per i propri scritti. Una varietà, insomma, che rispecchia lo spirito della rivista stessa, la quale ha fatto dell'apertura al dialogo una delle principali marche di originalità: non passi inosservato che, già nel primo editoriale del 1953, i redattori professavano un marxismo libero e antidogmatico, una sincera vocazione per la scoperta di voci poco note o addirittura sconosciute, in un contesto culturale in cui il discorso letterario rischiava di rimanere soffocato dagli schemi delle ortodossie ideologiche.
Una voce selvaggia e limpida, fiera di una diversità che la avvicinava agli umili, Ada Negri è una poetessa inusuale di straordinaria modernità. Cuore e ispirazione dei suoi versi è la vita vissuta: dalla poesia civile animata dall'afflato rivoluzionario degli ambienti del Partito socialista, all'amore, alla maternità e al rapporto con la figlia, al lutto per la perdita in culla della secondogenita. E ancora la paura della guerra imminente, la lontananza da casa, la religiosità degli ultimi anni. Ma soprattutto le donne amiche, le Sorelle a cui la poetessa dà voce, l'universo femminile sfruttato e costretto a soffocare pensieri e passioni. Figlia di una portinaia e orfana di padre, sempre fiera delle proprie origini e della propria indipendenza economica e ideologica, Ada Negri è dall'esordio nel 1892 penna amata dal pubblico. Viene poi, negli anni, riconosciuta dalla critica dei suoi più illustri contemporanei fino a diventare una delle scrittrici più apprezzate e prolifiche del primo Novecento.
In questa raccolta si vuole restituire il ritratto di un'artista del proprio tempo. Ma anche raccontare con le sue stesse parole la singolare urgenza di dire, di non farsi ridurre mai al silenzio, di rivendicare con forza e dignità il proprio essere donna, indipendente e libera.
La prima esecuzione ha avuto luogo a Trento il 21 settembre 2022.
Sommario: Premessa. Riscritture novecentesche tra traduzioni e ricezione delle letterature europee (Carla Gubert); M. CASTOLDI, Il «fratello sventurato» e il romito felice. Giovanni Pascoli e la cultura russa contemporanea tra Gor’kij e Tolstoj; C. GUBERT, Il bambino e il pirata. I Mari del Sud secondo Emilio Cecchi; G. CORDIBELLA, La vocazione europeista del «Convegno» tra censura e antifascismo. Nota su Enzo Ferrieri e Thomas Mann. Con un’appendice di lettere di Thomas Mann a Enzo Ferrieri (a cura di G. Cordibella); W. NARDON, Svevo in Francia, Crémieux in Italia. Le prime avventure di Zeno oltrefrontiera; M. M. COPPOLA, «Donnescamente leggiadre»: le scrittrici di lingua inglese nell’«Almanacco della donna italiana» (1920-1943); F. DI BLASIO, «Una variopinta e bizzarra calligrafia?»: la ricezione del romanzo modernista inglese nelle riviste letterarie italiane dagli anni Venti agli anni Quaranta; N. SACCÀ, «L’Approdo letterario» (1958-1977) e i suoi poeti: traduzioni, riscritture e «trans-poesia»
La prosa d'arte, fenomeno letterario circoscritto al periodo di circa un ventennio seguente la prima guerra mondiale e la nascita della «Ronda», resta tuttora qualcosa di vago sotto il profilo epistemico, i cui confini con altri cosiddetti generi minori come l'elzeviro, il capitolo, il frammento o la prosa poetica, spesso sfuggono anche agli addetti ai lavori. Carla Gubert si propone di individuare e definire le coordinate di genere che contraddistinguono la prosa d'rte da queste diverse forme di espressione letteraria; al tempo stesso ne traccia una minuziosa storia culturale che va dalla sua nascita in ambito vociano fino alle diffusione negli ambienti letterari francesi.
Il volume presenta una riflessione collettiva sul ruolo dei periodici come indispensabili mediatori per lo sviluppo culturale di ogni paese, in direzione della conoscenza di autori stranieri, non di rado presentati e tradotti con largo anticipo rispetto alla loro pubblicazione in volume. I saggi raccolti, coprendo un periodo che va dalla stagione futurista sino alla più recente traduzione di Svevo, consentono di tracciare una mappatura culturale dei mediatori novecenteschi che certo non si pretende esaustiva ma che contribuisce indubbiamente a colmare un terreno di ricerca ancora lacunoso.
Sommario: Massimo Rizzante, Premessa; Lakis Proguidis, Un lettore, nient’altro che un lettore; François Livi, Tra avanguardia e classicismo. La letteratura italiana nelle riviste parigine all’inizio del ‘900; Elisabeth Galvan, Una rivista femminile controcorrente nel Terzo Reich: “Die Deutsche Kämpferin” (1933-1937); Alessandro Fambrini, Il marchio di Caino. Erich Mühsam e le riviste; Marina Vitale, Le riviste letterarie inglesi del primo Novecento tra insularismo e internazionalismo; Giuseppe Langella, Passaporto per “La Ronda”; Miguel Gallego Roca, Estetica ed etica delle riviste: “The Criterion” (1922-1939) e “Revista de Occidente” (1923-1936); Marina Camboni, “The Freewoman”-“The Egoist”. Trasformazioni di una rivista tra femminismo britannico e modernismo letterario angloamericano; Renato Barilli, Il “Verri” e le origini della neoavanguardia; Fabrizio Cambi, La rivista “Sinn und Form” e la mediazione culturale del redattore Peter Huchel; Gloria Manghetti, Appunti per l’europeismo solariano e oltre; Carla Gubert, Il ruolo di Nino Frank nella mediazione culturale tra Italia e Francia e il tentativo mancato di “Bifur”; Valeria Ferraro, Dalla “ lingua transmentale” alla “letteratura del fatto”: l’avanguardia russa tra “Lef” e “Novyj Lef”; Carla Locatelli, Gertrude Stein e “TRANSITION”: alterne vicende di una relazione modernista; Mauro Martini, Il disgelo in una rivista sola: il “Novyj mir” di Aleksandr Tvardovskij; Clara Rocha, “Orpheu”, “Portugal futurista”, “Contemporanea” e altre riviste fatte “espressamente per civilizzare la gente”; Serge Safran, Breve panorama delle riviste letterarie francesi dal 1970 ai giorni nostri.
Papers by Carla Gubert
«Nuovi Argomenti».
Non ci sono dubbi: a partire dal secondo dopoguerra fino ad arrivare ai nostri giorni, la rivista ha saputo farsi interprete di una parte consistente delle istanze letterarie, sociali e politiche che hanno contribuito a definire la fisionomia della cultura italiana per oltre mezzo secolo.
Il volume, pur incentrato su un singolo periodico, non rinuncia alla varietà d'approcci e di proposte. «Nuovi Argomenti» diviene un punto di partenza da cui esercitare uno sguardo obliquo sul contesto storico in cui si inserisce e sulle singolari parabole di autori e autrici che, a più riprese, tra inchieste, dibattiti, fughe in avanti e ripensamenti, ne hanno animato la testata. Il lettore vi troverà saggi di impostazione più storiografica, altri dal taglio più sociologico, altri ancora incentrati su singole figure che hanno avuto in «Nuovi Argomenti» un importante interlocutore o una prestigiosa vetrina per i propri scritti. Una varietà, insomma, che rispecchia lo spirito della rivista stessa, la quale ha fatto dell'apertura al dialogo una delle principali marche di originalità: non passi inosservato che, già nel primo editoriale del 1953, i redattori professavano un marxismo libero e antidogmatico, una sincera vocazione per la scoperta di voci poco note o addirittura sconosciute, in un contesto culturale in cui il discorso letterario rischiava di rimanere soffocato dagli schemi delle ortodossie ideologiche.
Una voce selvaggia e limpida, fiera di una diversità che la avvicinava agli umili, Ada Negri è una poetessa inusuale di straordinaria modernità. Cuore e ispirazione dei suoi versi è la vita vissuta: dalla poesia civile animata dall'afflato rivoluzionario degli ambienti del Partito socialista, all'amore, alla maternità e al rapporto con la figlia, al lutto per la perdita in culla della secondogenita. E ancora la paura della guerra imminente, la lontananza da casa, la religiosità degli ultimi anni. Ma soprattutto le donne amiche, le Sorelle a cui la poetessa dà voce, l'universo femminile sfruttato e costretto a soffocare pensieri e passioni. Figlia di una portinaia e orfana di padre, sempre fiera delle proprie origini e della propria indipendenza economica e ideologica, Ada Negri è dall'esordio nel 1892 penna amata dal pubblico. Viene poi, negli anni, riconosciuta dalla critica dei suoi più illustri contemporanei fino a diventare una delle scrittrici più apprezzate e prolifiche del primo Novecento.
In questa raccolta si vuole restituire il ritratto di un'artista del proprio tempo. Ma anche raccontare con le sue stesse parole la singolare urgenza di dire, di non farsi ridurre mai al silenzio, di rivendicare con forza e dignità il proprio essere donna, indipendente e libera.
La prima esecuzione ha avuto luogo a Trento il 21 settembre 2022.
Sommario: Premessa. Riscritture novecentesche tra traduzioni e ricezione delle letterature europee (Carla Gubert); M. CASTOLDI, Il «fratello sventurato» e il romito felice. Giovanni Pascoli e la cultura russa contemporanea tra Gor’kij e Tolstoj; C. GUBERT, Il bambino e il pirata. I Mari del Sud secondo Emilio Cecchi; G. CORDIBELLA, La vocazione europeista del «Convegno» tra censura e antifascismo. Nota su Enzo Ferrieri e Thomas Mann. Con un’appendice di lettere di Thomas Mann a Enzo Ferrieri (a cura di G. Cordibella); W. NARDON, Svevo in Francia, Crémieux in Italia. Le prime avventure di Zeno oltrefrontiera; M. M. COPPOLA, «Donnescamente leggiadre»: le scrittrici di lingua inglese nell’«Almanacco della donna italiana» (1920-1943); F. DI BLASIO, «Una variopinta e bizzarra calligrafia?»: la ricezione del romanzo modernista inglese nelle riviste letterarie italiane dagli anni Venti agli anni Quaranta; N. SACCÀ, «L’Approdo letterario» (1958-1977) e i suoi poeti: traduzioni, riscritture e «trans-poesia»
La prosa d'arte, fenomeno letterario circoscritto al periodo di circa un ventennio seguente la prima guerra mondiale e la nascita della «Ronda», resta tuttora qualcosa di vago sotto il profilo epistemico, i cui confini con altri cosiddetti generi minori come l'elzeviro, il capitolo, il frammento o la prosa poetica, spesso sfuggono anche agli addetti ai lavori. Carla Gubert si propone di individuare e definire le coordinate di genere che contraddistinguono la prosa d'rte da queste diverse forme di espressione letteraria; al tempo stesso ne traccia una minuziosa storia culturale che va dalla sua nascita in ambito vociano fino alle diffusione negli ambienti letterari francesi.
Il volume presenta una riflessione collettiva sul ruolo dei periodici come indispensabili mediatori per lo sviluppo culturale di ogni paese, in direzione della conoscenza di autori stranieri, non di rado presentati e tradotti con largo anticipo rispetto alla loro pubblicazione in volume. I saggi raccolti, coprendo un periodo che va dalla stagione futurista sino alla più recente traduzione di Svevo, consentono di tracciare una mappatura culturale dei mediatori novecenteschi che certo non si pretende esaustiva ma che contribuisce indubbiamente a colmare un terreno di ricerca ancora lacunoso.
Sommario: Massimo Rizzante, Premessa; Lakis Proguidis, Un lettore, nient’altro che un lettore; François Livi, Tra avanguardia e classicismo. La letteratura italiana nelle riviste parigine all’inizio del ‘900; Elisabeth Galvan, Una rivista femminile controcorrente nel Terzo Reich: “Die Deutsche Kämpferin” (1933-1937); Alessandro Fambrini, Il marchio di Caino. Erich Mühsam e le riviste; Marina Vitale, Le riviste letterarie inglesi del primo Novecento tra insularismo e internazionalismo; Giuseppe Langella, Passaporto per “La Ronda”; Miguel Gallego Roca, Estetica ed etica delle riviste: “The Criterion” (1922-1939) e “Revista de Occidente” (1923-1936); Marina Camboni, “The Freewoman”-“The Egoist”. Trasformazioni di una rivista tra femminismo britannico e modernismo letterario angloamericano; Renato Barilli, Il “Verri” e le origini della neoavanguardia; Fabrizio Cambi, La rivista “Sinn und Form” e la mediazione culturale del redattore Peter Huchel; Gloria Manghetti, Appunti per l’europeismo solariano e oltre; Carla Gubert, Il ruolo di Nino Frank nella mediazione culturale tra Italia e Francia e il tentativo mancato di “Bifur”; Valeria Ferraro, Dalla “ lingua transmentale” alla “letteratura del fatto”: l’avanguardia russa tra “Lef” e “Novyj Lef”; Carla Locatelli, Gertrude Stein e “TRANSITION”: alterne vicende di una relazione modernista; Mauro Martini, Il disgelo in una rivista sola: il “Novyj mir” di Aleksandr Tvardovskij; Clara Rocha, “Orpheu”, “Portugal futurista”, “Contemporanea” e altre riviste fatte “espressamente per civilizzare la gente”; Serge Safran, Breve panorama delle riviste letterarie francesi dal 1970 ai giorni nostri.