Books by Nika Tomasevic
Le professioni del comunicare: passato, presente, futuro, 2023
Il saggio prende in esame una forma inconsueta di comunicazione: la promozione e l’affermazione d... more Il saggio prende in esame una forma inconsueta di comunicazione: la promozione e l’affermazione dell’Accademia Nazionale di Danza (AND) attraverso la pubblicazione Numero Unico. Ampio progetto editoriale intrapreso tra il 1956 e il 1965 grazie alla volontà dell’allora direttrice dell’AND, Jia Ruskaja, Numero Unico era stato ideato per integrare una già ampia strategia promozionale dispiegata su vari canali (spettacoli, conferenze, documentari). La pubblicazione, costituita da sette edizioni, cinque delle quali definibili monografiche, edite a cadenza irregolare, era un unicum nel settore editoriale coreico del periodo: non un giornale, ma un ibrido tra una rivista e una collana.
Attraverso l'analisi dei diversi esemplari di Numero Unico, l’obiettivo del lavoro è di studiare la strategia comunicativa intraprese da Ruskaja nell'ambito della pubblicazione: da un lato, culturale, in quanto inerente ai rapporti tra la danza e le altre arti; dall’altro, promozionale, poiché orientata a illustrare le attività didattiche dell’Accademia.
Flavia Pappacena (a cura di), Il ballo a Torino 1748-1762. Dalla Raccolta de’ balli fatti nelle opere del Real Teatro, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2019. Con CD-Audio. Collana: “Le Chevalier Errant”. Studi sulla musica degli Antichi Stati Sabaudi e del Piemonte. ISSN: 978-8855430111, 2019
www.lim.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere rip... more www.lim.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere riprodotta, archiviata in sistemi di ricerca e trasmessa in qualunque forma elettronica, meccanica, fotocopiata, registrata o altro senza il permesso dell'editore e degli autori.
www.lim.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere rip... more www.lim.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere riprodotta, archiviata in sistemi di ricerca e trasmessa in qualunque forma elettronica, meccanica, fotocopiata, registrata o altro senza il permesso dell'editore e degli autori.
Hermann, 2019
Peut-on penser une histoire européenne de la danse ? Quel rôle la danse a-t-elle joué dans la con... more Peut-on penser une histoire européenne de la danse ? Quel rôle la danse a-t-elle joué dans la construction des identités nationales en Europe ? Comment a-t-on représenté la figure de l’étranger ? Par quels indices peut-on identifier les figures de l’altérité ? Quelle a été l’influence des discours sur les corps des danseurs européens ?
En dépassant les frontières réelles et symboliques, disciplinaires et géographiques, cet ouvrage met en lumière, de façon inédite, l’identité fragmentaire de l’Europe en interrogeant la richesse de ses pratiques chorégraphiques entre 1687 et 1914. Page après page, il met à jour le processus de construction des stéréotypes en soulignant les déformations du réel provenant des discours nationalistes du spectateur, du critique, voire de l’historien. Il montre ainsi un nouveau visage de l’Europe, vue à travers le prisme singulier de la danse et de sa culture.
Immagini di arte e di spettacoli, ricordi di eventi e di prove raccontano la nuova stagione dell'... more Immagini di arte e di spettacoli, ricordi di eventi e di prove raccontano la nuova stagione dell'Accademia Nazionale di Danza e testimoniano il viaggio dell'istituzione per diventare alta formazione.
Place, Body and Light are the terms on which Fabrizio Crisafulli's theatre research is focused. R... more Place, Body and Light are the terms on which Fabrizio Crisafulli's theatre research is focused. Research that challenges performance practices at their very foundations, in an attempt to reclaim the original potency of theatre and its relevance and effectiveness in contemporary times. This is where dance meets architecture, drama meets territory, and the performance of the body meets poetic light. Crisafulli's works are poetic and visionary, hypnotic and deeply emotional, and produce imaginative exchanges between archetypes and the world as it is now. A career of intense research is revealed through interviews, personal accounts, reviews, information and photos related to performances and installations created between 1991 and 2011. Luogo, Corpo e Luce sono i termini sui quali si incentra la ricerca teatrale di Fabrizio Crisafulli. Una ricerca che mette in discussione dalle fondamenta le pratiche performative, tentando di risalire alla forza originaria del teatro, rivendicandone allo stesso tempo necessità ed efficacia nel contemporaneo. Vi si incontrano danza e architettura, teatro e senso del territorio, performance del corpo e azione poetica della luce. I suoi lavori, poetici e visionari, ipnotici e sospesi, altamente emozionali e insieme filosofici, producono immaginifici scambi tra archetipi e mondo attuale. Un percorso intenso, ricostruito attraverso interviste, testimonianze, recensioni, dati e immagini riguardanti gli spettacoli e le installazioni realizzati dal 1991 al 2011.
Conference Presentations by Nika Tomasevic
In the years immediately preceding the Roman Republic and Napoleon's arrival in the Papal States,... more In the years immediately preceding the Roman Republic and Napoleon's arrival in the Papal States, Rome was experiencing years of great turmoil and cultural vitality. Beyond the peculiar limits of the urban theatrical life (very present censorship, closure of theaters between 1793 and 1795, ban on female performances on stage) Argentina, Apollo and Alibert theatres proposed an interesting and heterogeneous artistic offer.
In this context, three choreographers worked at Teatro Argentina during the period 1790-1797: Michele Fabiani, Domenico Ballon e Charles-August Favier (Jean Favier's son).
The study is based on a comparative analysis of late eighteenth century dance booklets, related to the data obtained from chronologies and repertoires, and reconstructs and examines the activity of Fabiani, Ballon, and Favier, contextualizing it in transalpine dance trend.
In Rome, the three dancing-masters consolidated performance practices and contributed, as part of Italian pantomime dance, to the "standardization" of artistic and literary lines formed in the eighteenth century. An example is the "colonial current" that left a mark in French and Italian opera and ballet (see Jean-Georges Noverre's Belton et Éliza, 1774, and Gasparo Angiolini's Alzira o gli Americani, 1781).
The second part of the study focuses on the transformation of the "American colonial current" in a general exoticism (American, Middle Eastern, Australian). This introduced new dances and an almost invented local color in pantomime ballets, in very similar plots (stories about jealousy and thwarted love), La conquista del Perù o sia Telasco ed Amazili, La morte di Pizarro, Il capitano Cook nell'isola degli Ottaiti can be cited as examples. These pantomime ballets weren't very demanding in terms of content, because the main interest was focused on the spectacular nature of the scenes (religious ceremonies, military marches and battles) and a dynamic use of the scenography in the wake of traditional Italian dance in Rome.
Papers by Nika Tomasevic
Peut-on penser une histoire européenne de la danse ? Quel rôle la danse a-t-elle joué dans la con... more Peut-on penser une histoire européenne de la danse ? Quel rôle la danse a-t-elle joué dans la construction des identités nationales en Europe ? Comment a-t-on représenté la figure de l’étranger ? Par quels indices peut-on identifier les figures de l’altérité ? Quelle a été l’influence des discours sur les corps des danseurs européens ? En dépassant les frontières réelles et symboliques, disciplinaires et géographiques, cet ouvrage met en lumière, de façon inédite, l’identité fragmentaire de l’Europe en interrogeant la richesse de ses pratiques chorégraphiques entre 1687 et 1914. Page après page, il met à jour le processus de construction des stéréotypes en soulignant les déformations du réel provenant des discours nationalistes du spectateur, du critique, voire de l’historien. Il montre ainsi un nouveau visage de l’Europe, vue à travers le prisme singulier de la danse et de sa culture.
Mia Slavenska (1916-2002) è stata un'artista croata eclettica. Danzatrice poliedrica e coreog... more Mia Slavenska (1916-2002) è stata un'artista croata eclettica. Danzatrice poliedrica e coreografa versatile, nonché attrice cinematografica e insegnante, Slavenska ha lavorato a contatto con i maggiori esponenti della danza del Novecento (Bronislava Nižinskaja, Serge Lifar, Léonide Massine) e come protagonista di alcuni dei principali avvenimenti artistici della sua epoca (Olimpiadi di danza di Berlino, 1936). Nel 1943, Slavenska decise di iniziare, a New York, un nuovo percorso di studio con Vincenzo Celli, uno degli ultimi allievi del maestro italiano Enrico Cecchetti. Il saggio ripercorre i primi anni della carriera di Slavenska per focalizzarsi, poi, sul momento formativo con Celli e le diverse correnti didattiche della danza accademica novecentesca.
Nel giugno 2019 a "La Stanza", uno spazio per l'arte contemporanea a Narni, il regista teatrale F... more Nel giugno 2019 a "La Stanza", uno spazio per l'arte contemporanea a Narni, il regista teatrale Fabrizio Crisafulli e la performer Alessandra Cristiani hanno presentato, per la prima volta in vent'anni di collaborazione, un'opera ideata congiuntamente: Corpoluce. La performance, strutturata a partire da un serrato scambio tra i movimenti di Alessandra Cristiani e una tecnica di luce particolare ideata da Crisafulli, ha rivelato diversi livelli di comunione delle modalità creative dei due autori, in particolare sui piani della genesi del lavoro, della concezione del luogo e della tensione scenica. Il risultato è un'opera incendiaria e complessa, sviluppata in maniera innovativa su vari livelli, ricca di visioni immaginifiche e di poetici riferimenti. In June 2019, theatre director Fabrizio Crisafulli and dancer Alessandra Cristiani staged Corpoluce at "La stanza", a space for contemporary art in Narni. It was the first time that the two artists produced a jointly conceived work. The performance is structured on the basis of a close exchange between dance and light, with the use of peculiar light techniques conceived by Crisafulli. This work reveals different and fertile affinities between the creative procedures of the two authors, concerning the genesis of the production, the conception of the "place" and the scenic tension. The result is a dense and incendiary work, developed in an innovative way on different levels, very rich in visions and poetic references.
Gli Ateliers de la danse sono una manifestazione scientifica e artistica nata nel 2005 che coniug... more Gli Ateliers de la danse sono una manifestazione scientifica e artistica nata nel 2005 che coniuga diverse forme partecipative: comunicazioni, dibattiti, conferenze danzate, conversazioni, performance, proiezioni 1. Una prima testimonianza editoriale degli esiti di questi incontri (in particolare di quelli realizzati tra il 2006 e il 2009) risale allo scorso 2010, con la pubblicazione del volume Ricordanze. Memoria in movimento e coreografie della storia (UTET, Torino), curato da Susanne Franco e Marina Nordera e incentrato sul rapporto tra danza e memoria. A dieci anni di distanza, il nuovo lavoro Pratiques de la pensée en danse. Les Ateliers de la danse (L'Harmattan, Paris 2020) riassume gli sviluppi dei
Peut-on penser une histoire européenne de la danse ? Quel rôle la danse a-t-elle joué dans la con... more Peut-on penser une histoire européenne de la danse ? Quel rôle la danse a-t-elle joué dans la construction des identités nationales en Europe ? Comment a-t-on représenté la figure de l’étranger ? Par quels indices peut-on identifier les figures de l’altérité ? Quelle a été l’influence des discours sur les corps des danseurs européens ? En dépassant les frontières réelles et symboliques, disciplinaires et géographiques, cet ouvrage met en lumière, de façon inédite, l’identité fragmentaire de l’Europe en interrogeant la richesse de ses pratiques chorégraphiques entre 1687 et 1914. Page après page, il met à jour le processus de construction des stéréotypes en soulignant les déformations du réel provenant des discours nationalistes du spectateur, du critique, voire de l’historien. Il montre ainsi un nouveau visage de l’Europe, vue à travers le prisme singulier de la danse et de sa culture.
Acting Archives Review, 2021
Jia Ruskaja was an important figure in the Italian dance history, as a performer, a choreographer... more Jia Ruskaja was an important figure in the Italian dance history, as a performer, a choreographer and a pedagogue. She arrived in Italy around 1921 and met Anton Giulio Bragaglia, who was a director, a theorist and a historian. Thanks to this encounter, she was able to undertake her dance experiments, first at the Casa d'Arte Bragaglia, then at the Teatro degli Indipendenti. Starting from 1925, the collaboration between Ruskaja and Bragaglia evolved from a purely creative-productive to a more speculative level. In fact, between 1925 and 1926, they produced a series of articles in the magazine «Comoedia» and the publication La danza come un modo di essere (The dance as a way of being, Milan, 1927-1928). The present study explores the different aspects (performative, speculative and pedagogical) of Ruskaja's activity influenced by Anton Giulio Bragaglia through the study of reviews, articles and essays produced by the two artists. The study also points out the contribution of Ruskaja’s dance and pedagogic experiments to the Bragaglia's theory and highlights the affinities between the texts signed by Ruskaja with the aesthetic notions of the Enlightenment and the concepts of the Jean-Georges Noverre’s Lettres sur la danse et les ballets (1760). Finally, the research focuses on the various questions posed by La danza come un modo di essere (for example authorship and sources of images) and the original elements inside the book (the concept of improvisation and the didactic programming integrated between the theoretical and the practical).
SigMa - Rivista di Letterature comparate, Teatro e Arti dello spettacolo , 2019
Nel giugno 2019 a “La Stanza”, uno spazio per l’arte contemporanea a Narni, il regista teatrale F... more Nel giugno 2019 a “La Stanza”, uno spazio per l’arte contemporanea a Narni, il regista teatrale Fabrizio Crisafulli e la performer Alessandra Cristiani hanno presentato, per la prima volta in vent’anni di collaborazione, un’opera ideata congiuntamente: Corpoluce. La performance, strutturata a partire da un serrato scambio tra i movimenti di Alessandra Cristiani e una tecnica di luce particolare ideata da Crisafulli, ha rivelato diversi livelli di comunione delle modalità creative dei due autori, in particolare sui piani della genesi del lavoro, della concezione del luogo e della tensione scenica. Il risultato è un’opera incendiaria e complessa, sviluppata in maniera innovativa su vari livelli, ricca di visioni immaginifiche e di poetici riferimenti.
Libreria Musicale Italiana, 2019
www.lim.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere rip... more www.lim.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere riprodotta, archiviata in sistemi di ricerca e trasmessa in qualunque forma elettronica, meccanica, fotocopiata, registrata o altro senza il permesso dell'editore e degli autori.
Tanz in Italien. Italienischer Tanz in Europa 1400-1900. Für Barbara Sparti (1932-2013), 2016
In the years immediately preceding the Roman Republic and Napoleon's arrival in the Papal States,... more In the years immediately preceding the Roman Republic and Napoleon's arrival in the Papal States, Rome was experiencing years of great turmoil and cultural vitality. Beyond the peculiar limits of the urban theatrical life (very present censorship, closure of theaters between 1793 and 1795, ban on female performances on stage) Argentina, Apollo and Alibert theatres proposed an interesting and heterogeneous artistic offer.
In this context, three choreographers worked at Teatro Argentina during the period 1790-1797: Michele Fabiani, Domenico Ballon e Charles-August Favier (Jean Favier's son).
The study is based on a comparative analysis of late eighteenth century dance booklets, related to the data obtained from chronologies and repertoires, and reconstructs and examines the activity of Fabiani, Ballon, and Favier, contextualizing it in transalpine dance trend.
In Rome, the three dancing-masters consolidated performance practices and contributed, as part of Italian pantomime dance, to the "standardization" of artistic and literary lines formed in the eighteenth century. An example is the "colonial current" that left a mark in French and Italian opera and ballet (see Jean-Georges Noverre's Belton et Éliza, 1774, and Gasparo Angiolini's Alzira o gli Americani, 1781).
The second part of the study focuses on the transformation of the "American colonial current" in a general exoticism (American, Middle Eastern, Australian). This introduced new dances and an almost invented local color in pantomime ballets, in very similar plots (stories about jealousy and thwarted love), La conquista del Perù o sia Telasco ed Amazili, La morte di Pizarro, Il capitano Cook nell'isola degli Ottaiti can be cited as examples. These pantomime ballets weren't very demanding in terms of content, because the main interest was focused on the spectacular nature of the scenes (religious ceremonies, military marches and battles) and a dynamic use of the scenography in the wake of traditional Italian dance in Rome.
Book Reviews by Nika Tomasevic
«Danza e ricerca. Laboratorio di studi, scritture, visioni», 2020
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Books by Nika Tomasevic
Attraverso l'analisi dei diversi esemplari di Numero Unico, l’obiettivo del lavoro è di studiare la strategia comunicativa intraprese da Ruskaja nell'ambito della pubblicazione: da un lato, culturale, in quanto inerente ai rapporti tra la danza e le altre arti; dall’altro, promozionale, poiché orientata a illustrare le attività didattiche dell’Accademia.
En dépassant les frontières réelles et symboliques, disciplinaires et géographiques, cet ouvrage met en lumière, de façon inédite, l’identité fragmentaire de l’Europe en interrogeant la richesse de ses pratiques chorégraphiques entre 1687 et 1914. Page après page, il met à jour le processus de construction des stéréotypes en soulignant les déformations du réel provenant des discours nationalistes du spectateur, du critique, voire de l’historien. Il montre ainsi un nouveau visage de l’Europe, vue à travers le prisme singulier de la danse et de sa culture.
Conference Presentations by Nika Tomasevic
In this context, three choreographers worked at Teatro Argentina during the period 1790-1797: Michele Fabiani, Domenico Ballon e Charles-August Favier (Jean Favier's son).
The study is based on a comparative analysis of late eighteenth century dance booklets, related to the data obtained from chronologies and repertoires, and reconstructs and examines the activity of Fabiani, Ballon, and Favier, contextualizing it in transalpine dance trend.
In Rome, the three dancing-masters consolidated performance practices and contributed, as part of Italian pantomime dance, to the "standardization" of artistic and literary lines formed in the eighteenth century. An example is the "colonial current" that left a mark in French and Italian opera and ballet (see Jean-Georges Noverre's Belton et Éliza, 1774, and Gasparo Angiolini's Alzira o gli Americani, 1781).
The second part of the study focuses on the transformation of the "American colonial current" in a general exoticism (American, Middle Eastern, Australian). This introduced new dances and an almost invented local color in pantomime ballets, in very similar plots (stories about jealousy and thwarted love), La conquista del Perù o sia Telasco ed Amazili, La morte di Pizarro, Il capitano Cook nell'isola degli Ottaiti can be cited as examples. These pantomime ballets weren't very demanding in terms of content, because the main interest was focused on the spectacular nature of the scenes (religious ceremonies, military marches and battles) and a dynamic use of the scenography in the wake of traditional Italian dance in Rome.
Papers by Nika Tomasevic
In this context, three choreographers worked at Teatro Argentina during the period 1790-1797: Michele Fabiani, Domenico Ballon e Charles-August Favier (Jean Favier's son).
The study is based on a comparative analysis of late eighteenth century dance booklets, related to the data obtained from chronologies and repertoires, and reconstructs and examines the activity of Fabiani, Ballon, and Favier, contextualizing it in transalpine dance trend.
In Rome, the three dancing-masters consolidated performance practices and contributed, as part of Italian pantomime dance, to the "standardization" of artistic and literary lines formed in the eighteenth century. An example is the "colonial current" that left a mark in French and Italian opera and ballet (see Jean-Georges Noverre's Belton et Éliza, 1774, and Gasparo Angiolini's Alzira o gli Americani, 1781).
The second part of the study focuses on the transformation of the "American colonial current" in a general exoticism (American, Middle Eastern, Australian). This introduced new dances and an almost invented local color in pantomime ballets, in very similar plots (stories about jealousy and thwarted love), La conquista del Perù o sia Telasco ed Amazili, La morte di Pizarro, Il capitano Cook nell'isola degli Ottaiti can be cited as examples. These pantomime ballets weren't very demanding in terms of content, because the main interest was focused on the spectacular nature of the scenes (religious ceremonies, military marches and battles) and a dynamic use of the scenography in the wake of traditional Italian dance in Rome.
Book Reviews by Nika Tomasevic
Attraverso l'analisi dei diversi esemplari di Numero Unico, l’obiettivo del lavoro è di studiare la strategia comunicativa intraprese da Ruskaja nell'ambito della pubblicazione: da un lato, culturale, in quanto inerente ai rapporti tra la danza e le altre arti; dall’altro, promozionale, poiché orientata a illustrare le attività didattiche dell’Accademia.
En dépassant les frontières réelles et symboliques, disciplinaires et géographiques, cet ouvrage met en lumière, de façon inédite, l’identité fragmentaire de l’Europe en interrogeant la richesse de ses pratiques chorégraphiques entre 1687 et 1914. Page après page, il met à jour le processus de construction des stéréotypes en soulignant les déformations du réel provenant des discours nationalistes du spectateur, du critique, voire de l’historien. Il montre ainsi un nouveau visage de l’Europe, vue à travers le prisme singulier de la danse et de sa culture.
In this context, three choreographers worked at Teatro Argentina during the period 1790-1797: Michele Fabiani, Domenico Ballon e Charles-August Favier (Jean Favier's son).
The study is based on a comparative analysis of late eighteenth century dance booklets, related to the data obtained from chronologies and repertoires, and reconstructs and examines the activity of Fabiani, Ballon, and Favier, contextualizing it in transalpine dance trend.
In Rome, the three dancing-masters consolidated performance practices and contributed, as part of Italian pantomime dance, to the "standardization" of artistic and literary lines formed in the eighteenth century. An example is the "colonial current" that left a mark in French and Italian opera and ballet (see Jean-Georges Noverre's Belton et Éliza, 1774, and Gasparo Angiolini's Alzira o gli Americani, 1781).
The second part of the study focuses on the transformation of the "American colonial current" in a general exoticism (American, Middle Eastern, Australian). This introduced new dances and an almost invented local color in pantomime ballets, in very similar plots (stories about jealousy and thwarted love), La conquista del Perù o sia Telasco ed Amazili, La morte di Pizarro, Il capitano Cook nell'isola degli Ottaiti can be cited as examples. These pantomime ballets weren't very demanding in terms of content, because the main interest was focused on the spectacular nature of the scenes (religious ceremonies, military marches and battles) and a dynamic use of the scenography in the wake of traditional Italian dance in Rome.
In this context, three choreographers worked at Teatro Argentina during the period 1790-1797: Michele Fabiani, Domenico Ballon e Charles-August Favier (Jean Favier's son).
The study is based on a comparative analysis of late eighteenth century dance booklets, related to the data obtained from chronologies and repertoires, and reconstructs and examines the activity of Fabiani, Ballon, and Favier, contextualizing it in transalpine dance trend.
In Rome, the three dancing-masters consolidated performance practices and contributed, as part of Italian pantomime dance, to the "standardization" of artistic and literary lines formed in the eighteenth century. An example is the "colonial current" that left a mark in French and Italian opera and ballet (see Jean-Georges Noverre's Belton et Éliza, 1774, and Gasparo Angiolini's Alzira o gli Americani, 1781).
The second part of the study focuses on the transformation of the "American colonial current" in a general exoticism (American, Middle Eastern, Australian). This introduced new dances and an almost invented local color in pantomime ballets, in very similar plots (stories about jealousy and thwarted love), La conquista del Perù o sia Telasco ed Amazili, La morte di Pizarro, Il capitano Cook nell'isola degli Ottaiti can be cited as examples. These pantomime ballets weren't very demanding in terms of content, because the main interest was focused on the spectacular nature of the scenes (religious ceremonies, military marches and battles) and a dynamic use of the scenography in the wake of traditional Italian dance in Rome.