
Ornella Tajani
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Papers by Ornella Tajani
À travers l’insertion de commentaires dans leur fichier de travail, les deux traducteur·ice·s développent un dialogue en marge du texte, en discutant les choix adoptés, en proposant d’autres solutions ainsi que des remarques sur l’interprétation de la scène en question.
Nous nous proposons d’analyser ce qui constitue un véritable « discours » traductologique et de classer ces commentaires en différentes catégories, afin de montrer que l’étude des brouillons, révélant le processus traductif au moment même où il s’accomplit, peut s’avérer du plus grand intérêt, d’autant plus dans les traductions collaboratives, où la nécessité de l’échange finit par laisser des traces plus évidentes.
A cura di Giancarlo Alfano e Francesco de Cristofaro
A cura di Giancarlo Alfano e Francesco de Cristofaro
A cura di Giancarlo Alfano e Francesco de Cristofaro
À travers l’insertion de commentaires dans leur fichier de travail, les deux traducteur·ice·s développent un dialogue en marge du texte, en discutant les choix adoptés, en proposant d’autres solutions ainsi que des remarques sur l’interprétation de la scène en question.
Nous nous proposons d’analyser ce qui constitue un véritable « discours » traductologique et de classer ces commentaires en différentes catégories, afin de montrer que l’étude des brouillons, révélant le processus traductif au moment même où il s’accomplit, peut s’avérer du plus grand intérêt, d’autant plus dans les traductions collaboratives, où la nécessité de l’échange finit par laisser des traces plus évidentes.
A cura di Giancarlo Alfano e Francesco de Cristofaro
A cura di Giancarlo Alfano e Francesco de Cristofaro
A cura di Giancarlo Alfano e Francesco de Cristofaro
(2017, ed. Clichy)
Le tre giornate d’incontri mirano a promuovere il dialogo tra la figura dello scrittore/scrittrice e quella dei suoi traduttori/traduttrici, gettando luce, dal vivo e in modo diretto, sulla dialettica tra autore e traduttore che generalmente si realizza solo attraverso il testo. Il particolare lavoro trasformativo della pratica traduttiva e il cammino inverso, di nuovo verso l’opera letteraria di origine, saranno così valorizzati in una dinamica di reciproco scambio, creando un’ideale circolarità che coinvolga autori, traduttori, studenti e lettori.
L’idea di ragionare intorno alla mobilità del testo trae spunto da una definizione di Jorge Luis Borges, che definiva ogni testo come un «fatto mobile», rielaborazione costante di un testo precedente, sempre suscettibile di nuove e future “manipolazioni”. Borges sosteneva che «il concetto di testo originale appartiene soltanto alla religione o alla stanchezza», sottolineando così la vitalità intrinseca a qualsiasi opera, nonché le sue virtù rigenerative, direttamente collegate all’operazione traduttiva.
Come si struttura, all’interno della circolarità che ha come perno il testo, la relazione fra autore e traduttore? Come evolve il loro rapporto quando il traduttore o la traduttrice si ritrovano a lavorare su più testi di uno stesso autore? Alcuni traduttori prediligono il rapporto con l’opera; altri, invece, ritengono che il rapporto diretto con l’autore costituisca una strada privilegiata. Interessante sarà quindi confrontare esperienze diverse, di rapporto diretto e indiretto con l’autore.
Le riflessioni coinvolgeranno ad ampio raggio le strategie dei traduttori nella soluzione dei problemi presentati dai testi: come ogni opera richiede scelte e soluzioni specifiche, così ogni lingua e cultura affrontata necessita di particolari accorgimenti. Nel tempo, ogni letteratura crea una sua tradizione traduttiva: per questo motivo il confronto fra tradizioni diverse non potrà che rivelarsi stimolante.
Nello spazio del laboratorio pratico, ci si propone di riflettere su cosa accade all’italiano quando è tradotto dal cinese, dal francese e dal russo, provando a seguire l’intuizione di Henri Meschonnic, per il quale è necessario tradurre ciò che ogni autore “fa” alla propria lingua; ci si interrogherà così sia su questioni di sintassi, ritmo narrativo, modalità stilistiche, sia su problematiche interculturali.
Queste tre giornate di incontri hanno lo scopo di suscitare nuove riflessioni sulla pratica della traduzione, con la convinzione che dalla “mobilità” di un’opera letteraria, dal suo nascere in una data cultura ed essere poi trasportata in una cultura altra, possa emergere la sua polifonica potenzialità.
Comitato scientifico:
Anna Di Toro, Giulia Marcucci, Ornella Tajani
Programma:
Lunedì 11 novembre - Il testo mobile in Cina
Ore 11.45 –Aula 1:Sguardi sulla fantascienza da e verso la Cina. Incontro con la scrittrice XiaJia e Francesco Verso (scrittore ed editore di Future Fiction). Coordina Anna Di Toro
Ore 14.30 – Aula 19:‘Fare’ traduzione di fantascienza cinese. Laboratorio per studenti di cinese e revisione editoriale dei testi tradotti. Con Francesco Verso e Anna Di Toro
Martedì 12 novembre - Il testo mobile in Francia
Ore 10 – Aula 21:Régis Jauffret. L’opera, le traduzioni. Incontro con Régis Jauffret, Federica Di Lella, Giuseppe Girimonti Greco. Coordina Ornella Tajani
Ore 14.30 – Aula 1:Laboratorio di traduzione con gli studenti intorno all’opera di Régis Jauffret. Con Régis Jauffret, Federica Di Lella, Giuseppe Girimonti Greco. Coordina Ornella Tajani
Mercoledì 13 novembre – Il testo mobile in Russia
Ore 16.15 – Aula Magna:Tradurre la memoria. Dialogano Francesca Gori e Giulia Marcucci, traduttrici di Leningrado. Memorie di un assedio (Guerini e Associati) di Lidija Ginzburg e La bambina dell’hotel Metropole (con C. Zonghetti; Brioschi editore 2019) di Ljudmila Petruševskaja. Intervengono Paola Carlucci e Mauro Moretti.
Ore 18.00 – Aula 21: Laboratorio di traduzione con gli studenti di russo su passi scelti. Con Francesca Gori, coordina Giulia Marcucci
Università per Stranieri di Siena
10-12 novembre 2021
Questa quarta edizione del convegno dedicato alla "Pratica del commento" rilancia il valore del commento dalla prospettiva attuale e scottante delle migrazioni e della xenofobia. Una questione che sta sollecitando la rinascita di antichi nazionalismi e sta generando nuove, drammatiche frontiere geografiche e ideologiche nel territorio dell’Unione Europea e nel mondo. Le migrazioni e le convivenze multiculturali e multietniche sono da tempo assediate da semplificazioni, retoriche e menzogne mediatiche di diverso orientamento. In un simile contesto politico, la pratica del commento restituisce alla parola sugli stranieri un fondamento condiviso, perché radicato nella semantica, e - al contempo - una apertura problematica, perché garantita dalla polisemia. In questa nuova edizione, ci sembra importante tenere insieme il dentro e il fuori, intrecciando una prospettiva transnazionale con una invece più strettamente connessa alla storia letteraria e all’antropologia italiane. Essendo una nazione centrifuga, storicamente composta da straniere e da stranieri che hanno imparato e tuttora imparano a convivere, l’Italia è sia un Paese esposto alle attuali derive nazionaliste e xenofobe europee sia un laboratorio di frontiera e di inclusione per le emergenze migratorie di questo nuovo millennio. Agli stranieri, visti dall’interno e dall’esterno di questo «terzo spazio» nazionale e narrativo italiano, il convegno accosterà e intreccerà alcune tappe del riconoscimento e dell’alterità nelle altre letterature. Relatrici e relatori commenteranno in modo specifico e analitico una porzione di testo, mettendo in rilievo le questioni storiche, tematiche e formali connesse a innesti e/o conflitti tra soggettività marginali (anche in relazione al genere) e soggettività centrali, tra bilinguismo, plurilinguismo e translinguismo.