Il Libro dei nomi ci è giunto senza indicazione dell'autore in calce di Fatti e detti memorabili ... more Il Libro dei nomi ci è giunto senza indicazione dell'autore in calce di Fatti e detti memorabili di Valerio Massimo, un retore attivo nella prima metà del I secolo d.C. Mario Lentano insegna Lingua e letteratura latina presso l'Università di Siena. I suoi interessi di studi riguardano il teatro, la retorica, le relazioni familiari e la tradizione leggendaria sulle origini di Roma. Per l'editore La Vita Felice ha curato Terenzio,
Elio Donato (IV secolo d.C.) è stato uno dei grammatici più importanti della tarda antichità. A l... more Elio Donato (IV secolo d.C.) è stato uno dei grammatici più importanti della tarda antichità. A lui si devono, tra l'altro, una biografia di Virgilio e un commento alle commedie di Terenzio.
Vita e morte di una matrona romana Carocci editore Quality Paperbacks Mario Lentano Carocci edito... more Vita e morte di una matrona romana Carocci editore Quality Paperbacks Mario Lentano Carocci editore Quality Paperbacks Una collana per chi ritiene che nella vita non si smetta mai di imparare
Tito Livio: (Patavium, storico romano, autore di una monumentale storia di Roma, Ab Urbe condita ... more Tito Livio: (Patavium, storico romano, autore di una monumentale storia di Roma, Ab Urbe condita libri CXLII, dalla sua fondazione (tradizionalmente datata 21 aprile 753 a.C.) fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 a.C.
In intere epoche della storia culturale d'Occidente è stato più famoso e letto di Plauto; ha avut... more In intere epoche della storia culturale d'Occidente è stato più famoso e letto di Plauto; ha avuto molto presto la ventura di diventare un testo scolastico; le sue commedie hanno continuato a circolare anche nel Medioevo e la sua pièce d'esordio è stata tradotta da uno dei padri della modernità, Niccolò Machiavelli. Ha inventato la polemica letteraria, usando il teatro per rintuz-zare le accuse che gli venivano rivolte e difendere le sue scelte poetiche. Ha introdotto la commedia di situazione, in cui l'intera vicenda ruota intorno alle reazioni dei vari personaggi di fronte a una circostanza in apparenza inesplicabile; ha usato le convenzioni del suo genere letterario per demo-lirle, diventando così suo malgrado l'assassino della commedia, che dopo di lui non poteva né tornare indietro né proseguire oltre lungo una strada della quale sembravano esaurite pressoché tutte le possibilità. Ha regalato al futuro un verso bellissimo, Homo sum: humani nil a me alienum puto, adottato da allora in avanti come divisa di ogni umanesimo. Eppure, nonostante tutto questo Terenzio è quasi assente dal panorama delle riscritture contemporanee del teatro antico e resta assai meno conosciuto e studiato di Plauto. I saggi raccolti in questo volume ne affrontano i testi da molteplici prospettive, mettendone in luce una serie di aspetti letterari, antropologici, culturali e contribuendo a restituire spessore ad una affascinante esperienza intellettuale.
Fedra nasce a Creta, l'isola che aveva ospitato l'infanzia di Zeus e che rappresenta una sorta di... more Fedra nasce a Creta, l'isola che aveva ospitato l'infanzia di Zeus e che rappresenta una sorta di ombelico dell'universo mitico dei Greci. Suo padre è Minosse, re saggio e spietato, sua madre Pasifae, che Afrodite fece un giorno innamorare di un bellissimo toro per punirla di aver trascurato il suo culto, sua sorella Arianna, anche lei vittima di una passione folle e infelice per il giovane Teseo, dal quale sarà abbandonata su un'isola deserta. Fra tutte le eroine del mito greco, Fedra è quella che più dolorosamente sperimenta su di sé la potenza sconvolgente e incontenibile di Eros: prima si invaghisce perdutamente del figliastro Ippolito, poi, di fronte al suo rifiuto, decide di togliersi la vita. La storia di Fedra diventa così non solo un intreccio perfetto per la tragedia, ma anche la sede privilegiata per una riflessione sull'amore, sulle sue manifestazioni, e soprattutto sul suo rapporto sempre tendenzialmente conflittuale con le regole stabilite dalle società umane.
Il Libro dei nomi ci è giunto senza indicazione dell'autore in calce di Fatti e detti memorabili ... more Il Libro dei nomi ci è giunto senza indicazione dell'autore in calce di Fatti e detti memorabili di Valerio Massimo, un retore attivo nella prima metà del I secolo d.C. Mario Lentano insegna Lingua e letteratura latina presso l'Università di Siena. I suoi interessi di studi riguardano il teatro, la retorica, le relazioni familiari e la tradizione leggendaria sulle origini di Roma. Per l'editore La Vita Felice ha curato Terenzio,
Elio Donato (IV secolo d.C.) è stato uno dei grammatici più importanti della tarda antichità. A l... more Elio Donato (IV secolo d.C.) è stato uno dei grammatici più importanti della tarda antichità. A lui si devono, tra l'altro, una biografia di Virgilio e un commento alle commedie di Terenzio.
Vita e morte di una matrona romana Carocci editore Quality Paperbacks Mario Lentano Carocci edito... more Vita e morte di una matrona romana Carocci editore Quality Paperbacks Mario Lentano Carocci editore Quality Paperbacks Una collana per chi ritiene che nella vita non si smetta mai di imparare
Tito Livio: (Patavium, storico romano, autore di una monumentale storia di Roma, Ab Urbe condita ... more Tito Livio: (Patavium, storico romano, autore di una monumentale storia di Roma, Ab Urbe condita libri CXLII, dalla sua fondazione (tradizionalmente datata 21 aprile 753 a.C.) fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 a.C.
In intere epoche della storia culturale d'Occidente è stato più famoso e letto di Plauto; ha avut... more In intere epoche della storia culturale d'Occidente è stato più famoso e letto di Plauto; ha avuto molto presto la ventura di diventare un testo scolastico; le sue commedie hanno continuato a circolare anche nel Medioevo e la sua pièce d'esordio è stata tradotta da uno dei padri della modernità, Niccolò Machiavelli. Ha inventato la polemica letteraria, usando il teatro per rintuz-zare le accuse che gli venivano rivolte e difendere le sue scelte poetiche. Ha introdotto la commedia di situazione, in cui l'intera vicenda ruota intorno alle reazioni dei vari personaggi di fronte a una circostanza in apparenza inesplicabile; ha usato le convenzioni del suo genere letterario per demo-lirle, diventando così suo malgrado l'assassino della commedia, che dopo di lui non poteva né tornare indietro né proseguire oltre lungo una strada della quale sembravano esaurite pressoché tutte le possibilità. Ha regalato al futuro un verso bellissimo, Homo sum: humani nil a me alienum puto, adottato da allora in avanti come divisa di ogni umanesimo. Eppure, nonostante tutto questo Terenzio è quasi assente dal panorama delle riscritture contemporanee del teatro antico e resta assai meno conosciuto e studiato di Plauto. I saggi raccolti in questo volume ne affrontano i testi da molteplici prospettive, mettendone in luce una serie di aspetti letterari, antropologici, culturali e contribuendo a restituire spessore ad una affascinante esperienza intellettuale.
Fedra nasce a Creta, l'isola che aveva ospitato l'infanzia di Zeus e che rappresenta una sorta di... more Fedra nasce a Creta, l'isola che aveva ospitato l'infanzia di Zeus e che rappresenta una sorta di ombelico dell'universo mitico dei Greci. Suo padre è Minosse, re saggio e spietato, sua madre Pasifae, che Afrodite fece un giorno innamorare di un bellissimo toro per punirla di aver trascurato il suo culto, sua sorella Arianna, anche lei vittima di una passione folle e infelice per il giovane Teseo, dal quale sarà abbandonata su un'isola deserta. Fra tutte le eroine del mito greco, Fedra è quella che più dolorosamente sperimenta su di sé la potenza sconvolgente e incontenibile di Eros: prima si invaghisce perdutamente del figliastro Ippolito, poi, di fronte al suo rifiuto, decide di togliersi la vita. La storia di Fedra diventa così non solo un intreccio perfetto per la tragedia, ma anche la sede privilegiata per una riflessione sull'amore, sulle sue manifestazioni, e soprattutto sul suo rapporto sempre tendenzialmente conflittuale con le regole stabilite dalle società umane.
The man who survived his tyrant son. A note to Sen. contr. 1, 7, 8 • The article provides a new i... more The man who survived his tyrant son. A note to Sen. contr. 1, 7, 8 • The article provides a new interpretation of a sententia by the declaimer Julius Bassus in Sen. contr. 1, 7, 8, containing a so-far unnoticed allusion to a declamatory law.
2023 Club di Cultura Classica "Ezio Mancino" APStutti i diritti riservati -è vietata la riproduzi... more 2023 Club di Cultura Classica "Ezio Mancino" APStutti i diritti riservati -è vietata la riproduzione anche parziale del testo senza espressa autorizzazione dell'editore -l'editore si dichiara disponibile a regolare eventuali diritti c/o Liceo Classico Statale "Massimo D'Azeglio" via Parini, 8 -10121 Torino clubculturaclassica.it
Giulio Proculo e le ultime parole del fondatore SOMMARIO Le parole di Giulio Proculo, l'uomo che ... more Giulio Proculo e le ultime parole del fondatore SOMMARIO Le parole di Giulio Proculo, l'uomo che annunciò ai Romani l'avvenuta divinizzazione di Romolo, sono riportate in modo significativamente diverso dalle fonti che riferiscono l'episodio. L'articolo prende in esame questa tradizione, che da Livio giunge sino alla letteratura bizantina, mostrando come di volta in volta le priorità indicate dal fondatore rispondano a contesti storici e situazioni politiche proprie dell'epoca nella quale l'episodio viene ripreso.
Volume pubblicato con il contributo dell'Associazione Mnemosine * Sono molto grato a Giunio Rizze... more Volume pubblicato con il contributo dell'Associazione Mnemosine * Sono molto grato a Giunio Rizzelli e a Laura D'Amati per avermi generosamente messo a disposizione, una volta di più, la loro sapienza di provetti romanisti, ancora a quest'ultima e a Francesca Lamberti per l'aiuto nel reperimento della bibliografia, ad Alfredo Casamento per la sua competente lettura, agli anonimi revisori di Pan, infine, per i preziosi suggerimenti.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsias... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
The contribution provides an overall interpretation of Seneca the Elder's Controversia 2, 7, The ... more The contribution provides an overall interpretation of Seneca the Elder's Controversia 2, 7, The Foreign Merchant (characters and their relationships, plot, spaces, declamation laws on adultery). In particular, the paper focuses on the issues of communication and its inescapable ambiguities and on the interplay between speech and silence involving the suspected adulteress and her foreign seducer.
Remarks on the text of the anonymous De praenominibus • The contribution presents some observatio... more Remarks on the text of the anonymous De praenominibus • The contribution presents some observations about the text of the so-called De praenominibus, transmitted along with Julius Paris' epitome of Valerius Maximus' work.
Aureo, quod aiunt, saeculo natos (Sen. contr. 2, 7, 7) : A note on declamation and politics • The... more Aureo, quod aiunt, saeculo natos (Sen. contr. 2, 7, 7) : A note on declamation and politics • The contribution examines a passage from Seneca the Elder's controversy 2, 7, focusing in particular on the expression aureo saeculo natos used by the declaimer Porcius Latro. A careful analysis of the expression and its context reveals a double allusion to Augustus, which targets not only a key aspect of his propaganda (the return of the golden age), but also the figure of the princeps himself.
would no longer be required to know Greek and Latin, 'in a push to create a more inclusive and eq... more would no longer be required to know Greek and Latin, 'in a push to create a more inclusive and equitable program'. In the view of the professors who shared this decision, students entering the Department of Classics without 'previous exposure' to the classical languages 'will make it a more vibrant intellectual community'. What is more, the department's role 'in the long arc of systemic racism' is evident in their view. 2 To tell the truth, the examples given to justify these contrite affi rmations relate more to the utilisation of slaves by the founders and benefactors of the University, on whose largesse the institution's fi nancing then partly rested, than to racism strictly conceived. In any case, there can be no doubt that Princeton University's choice takes place in the context of a wider tendency that appears to be gathering pace in the United States and United Kingdom, which imputes to the classics-I mean, in this case, ancient Latin and Greek authors, not the departments that study them-the status of pathogens that should be kept at a distance, apparently because they are still considered capable of exercising a sort of contaminating eff ect on students who might come into contact with them. Even the choice of a term like 'exposure' to indicate the study of ancient languages in high schools is telling in this regard, since it is the same term used, for instance, to denote exposure to radiation or to the harmful eff ects of environmental pollutants. Th is contribution off ers too small a space to confront questions of such complexity and about which, besides, a sizeable bibliography has already accumulated in recent years. 3 Nevertheless, what I would like to try to suggest is that although Rome's history-for Greece the story would be diff erent, at least in part-has been marked undeniably by much that is appalling (at least according to how our contemporary culture classifi es behaviours), among these we do not 2
Il copyright su questa pubblicazione appartiene a L'ERMA di Brestchneider ®. Come autore lei è au... more Il copyright su questa pubblicazione appartiene a L'ERMA di Brestchneider ®. Come autore lei è autorizzato a fare copie stampate del pdf o di inviare il file pdf inalterato a un massimo di 50 relazioni. Non puo pubblicare questo pdf sul World Wide Webcompresi i siti web come academia.edu e Open-Access fino a tre anni dopo la pubblicazione. Per favore assicurarsi che chiunque riceva un estratto osservi anche queste regole. Se desidera pubblicare il suo articolo immediatamente su siti ad Open-Access, si prega di contattare l'editore per quanto riguarda il pagamento della tassa di elaborazione dell'articolo. Per domande su estratti, copyright e ripubblicazione del suo articolo, si prega di contattare l'editore tramite
a lavoro: tra cultura divinatoria, poesia e polemiche letterarie nelle scuole di declamazione. Pe... more a lavoro: tra cultura divinatoria, poesia e polemiche letterarie nelle scuole di declamazione. Per un'interpretazione di Sen. suas.
Le Nonae caprotinae e il 'caglio' del feto 17 Tommaso Braccini Un letto per tre: i phármaka lygrá... more Le Nonae caprotinae e il 'caglio' del feto 17 Tommaso Braccini Un letto per tre: i phármaka lygrá di Luciano, Alex. 50 tra medicina e magia 21 Carlo Brillante Archiloco, Gige e l'aidós della sposa 31
Il contributo esamina il sogno di Semele nel settimo libro dei Dionysiaca di Nonno di Panopoli e ... more Il contributo esamina il sogno di Semele nel settimo libro dei Dionysiaca di Nonno di Panopoli e quelli di Aura e Dioniso nel libro conclusivo. In particolare, l'attenzione si concentra sulla presenza in tutti e tre i casi di un albero di alloro o di mirto, o come oggetto del sogno stesso oppure come elemento esterno in grado di propiziarlo e di orientarne il contenuto.
Florence GHERCHANOC, Stéphanie WYLER (edd.), Corps en morceaux. Démembrer et recomposer les corps... more Florence GHERCHANOC, Stéphanie WYLER (edd.), Corps en morceaux. Démembrer et recomposer les corps dans l'Antiquité classique (Alessandra SCIMONE) AUTORI MARIO LENTANO Divieti fondativi. Il primo libro di Livio e le origini della cultura romana SOMMARIO Il contributo prende in esame tre passi del primo libro liviano (1, 7, 2; 1, 26, 4; 1, 58, 10) nei quali vengono stabilite altrettante norme destinate a segnare in profondità la cultura romana: il divieto di varcare le mura della città, quello di piangere il nemico, quello di violare la pudicizia matronale. Tali divieti sono espressi da Livio attraverso enunciati che presentano numerose analogie dal punto di vista linguistico, formale e antropologico; nel loro insieme, inoltre, essi si lasciano ricondurre a una questione chiave di ogni cultura umana, quella di definire il profilo del nemico e di escluderlo dal perimetro della città.
Il complesso dei racconti sulle origini di Roma è gravato da una insopprimibile illusione ottica.... more Il complesso dei racconti sulle origini di Roma è gravato da una insopprimibile illusione ottica. La versione canonica, consacrata in età augustea da Livio e Virgilio, in primo luogo, ma anche da storici greci come Diodoro Siculo e Dionigi di Alicarnasso, ha finito per imporsi nell'immaginario collettivo e per obliterare il fatto che si tratta solo della variante più fortunata tra le molte che nel corso dei secoli precedenti si erano stratificate nella memoria culturale dei Romani 1. Queste ultime, tuttavia, non sono mai scomparse del tutto: semmai, le loro tracce hanno trovato rifugio in note erudite, voci di lessicografi, digressioni di biografi e storici, glosse e scolî di grammatici, disposte in successioni anemiche che assomigliano pericolosamente a elenchi di dispersi e caduti in una guerra che ha avuto un solo, conclamato vincitore e un numero non precisamente calcolabile di sconfitti. Quello che dunque proveremo a fare nelle prossime pagine è restituire ai vinti almeno l'onore delle armi: cercando non tanto di ricostruire i progetti culturali e le strategie politiche cui le varianti bandite cercavano di rispondere-un obiettivo cui non pochi specialisti si sono dedicati ma per il quale mancano a nostro avviso troppe informazioni essenziali e che resta dunque quasi sempre fuori portata per lo studioso moderno-quanto i presupposti che ne orientano la costruzione e magari, laddove possibile, le ragioni che ne hanno determinato il minore appeal a vantaggio della versione risultata alla fine vincente 2. Diciamo subito che nel caso di Roma il ventaglio delle varianti si presenta nella forma di una tradizione aperta, che vanifica in partenza ogni tentativo di risalire a un archetipo comune o di individuare una versione «autentica» o «originale» del racconto. Se ad esempio si scorre il 1 «Tra 25 e 30 in totale, anche se alcune possono essere semplici varianti», secondo AMPOLO 2013, p. 220 (ciò che spiega perché le versioni diventano 61 nell'appendice di WISEMAN 1995, pp. 160-168). Questa variabilità è del resto caratteristica dei miti di fondazione nelle società tradizionali, come è stato ribadito anche di recente (cfr. MAC SWEENEY 2015a). Sulla nozione di «memoria culturale», una recente messa a punto in riferimento allo studio della cultura romana si deve a
Stuprum saevi tyranni. The pseudo-Seneca's Octavia and a forgotten variant of Lucretia's legend •... more Stuprum saevi tyranni. The pseudo-Seneca's Octavia and a forgotten variant of Lucretia's legend • In pseudo-Seneca's Octavia (vv. 300-303), the rape of Lucretia is attributed to a saevus tyrannus who seems to be identified with king Tarquin the Proud instead of his son Sextus Tarquinius, as happens in the canonical version of the legend. It is a variant that emerges in other late sources (Claudian, John Lydus) and is sometimes attested also in medieval literature. The article follows the traces of this variant and puts forward some hypotheses on the reasons that may have led the anonymous tragic author to choose it.
Recensioni e schede bibliogra che 307 più prudente accogliere revolvens, su cui concordano tutti ... more Recensioni e schede bibliogra che 307 più prudente accogliere revolvens, su cui concordano tutti i mss. di Cic. nat. deor. 2, 106, in cui questo luogo degli Aratea è citato (così per altro stampano tutti gli altri editori, "probabilmente -come osserva la Caldini Montanari, art. cit. 153 -a causa della preferenza accordata ad una tradizione che, se non risponde ai canoni della tradizione diretta, è pur sempre ciceroniana": ritengo questo un buon argomento a favore di revolvens [da notare che un analogo argomento induce P. ad optare, in Cic. Arat. frg. 10, 2, per admiscetur, lezione attestata da tutti i mss. di Cic. nat. deor. 2, 108, a fronte di admiscentur, lezione dei codici di Hyg., astr. 4, 3, 3, altro testimone di questo frammento]). In Cic. Arat. frg. 11, 1 la proposta di P. di integrare id tangens (Grotius: quod tangens) prima di defessa velut maerentis imago, sulla base del testo di Cic. nat. deor. 2, 108 id autem caput attingens 'defessa…vertitur', non è da escludere. In Cic. Arat. 8 (si parla della forma triangolare del Deltoton), P. stampa at non tertia pars lateris, traducendo lateris con "perimetro", ma evidenziando nella n. 92 del commento che questa è una accezione del termine "per cui mancano paralleli precisi"; cita, inoltre, Courtney (Two problematic terminations in Cicero's Aratea, «RhM» 156, 2013, 400), che propone di correggere lateris in laterum (secondo Courtney, la corruzione sarebbe stata causata dal fatto che nel verso precedente si trova latus al singolare). Effettivamente problematico è il singolare lateris, perché è chiaro che qui si parla del terzo lato del triangolo; non escluderei del tutto la proposta di intervento di Courtney (la corruzione di laterum in lateris potrebbe anche essere stata determinata dalle ultime lettere del sostantivo pars). Altro problema testuale è in Cic. Arat. 109 (si parla della costellazione del Cane Maggiore). P. stampa hunc (cioè il Cane) tegit obscurus subter praecordia vepres, accogliendo la proposta di Soubiran di correggere il tradito vesper, che qui non ha senso, in vepres. Buescu e Traglia preferiscono invece la congettura venter di Turnebus, che trova conferma nel confronto con Arato 328 s. / . Anche io ritengo preferibile la congettura del Turnebus, non solo sulla base di del modello, ma anche per il fatto che, come osserva lo stesso P., "il cespuglio è verosimilmente un'innovazione ciceroniana: infatti non compare negli scholia, nell'iconogra a, né in altri testi astronomici". In Arat. 268, P. stampa dimensum (emendamento proposto da Buescu), laddove i codici hanno diversum, mentre la seconda mano del Dresdensis corregge in diveisum o divisum, lezione quest'ultima accolta da Soubiran. P. difende la sua scelta perché più vicina al testo di Arato 497 -(cita anche Verg. georg. 1, 231 …certis dimensum partibus orbem). La lezione divisum trova sostegno comunque nel confronto con Germ. 473 Hunc octo in partis si quis diviserit orbem, il quale tiene conto senz'altro del testo di Cic. Arat. 268 s. Hunc octo in partis divisum noscere circum / si potes… (identico l'incipit dei due versi e identica la struttura sintattica). Nel tormentato v. 463, P. stampa abditur Orion, obiit Lepus: abditus umbra est, in cui Lepus è correzione di simul, lezione dei codici. Soubiran ipotizza una lacuna tra Orion e obiit. La presenza del riferimento alla Lepre trova sostegno nel confronto con la fonte aratea (ma anche nelle traduzioni di Germanico e di Avieno), benché, come nota pure Soubiran, non sia facile giusti care la congettura su basi paleogra che (ammesso che si intenda far valere l'importanza del criterio paleogra co, non sempre, a dire il vero, decisivo).
Recensioni e schede bibliogra che 914 P -M , Le parole del congedo e l'estetica del coccodrillo: ... more Recensioni e schede bibliogra che 914 P -M , Le parole del congedo e l'estetica del coccodrillo: silenzio, alterità, resistenza, 361-371. La sua attenzione si rivolge in particolare ad un'operazione, quella di selezionare, nella vita del defunto, quanto meriti di essere messo in rilievo, riservando all'oblio tutto il resto.
"Bollettino di studi latini", 38, pp. 266-269, 2008
Emanuele Berti, Scholasticorum Studia. Seneca il Vecchio e la cultura retorica e letteraria della... more Emanuele Berti, Scholasticorum Studia. Seneca il Vecchio e la cultura retorica e letteraria della prima età imperiale, Quaderni di «Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici», 20, Pisa, Giardini 2007, pp. 408. Su Seneca il Vecchio disponevamo di un agile saggio di Lewis A. Sussman del 1978 e di un impegnativo studio di Janet Fairweather, apparso nel 1981; ora una nuova, ampia monografia vede la luce nell'elegante veste della Biblioteca di «Materiali e discussioni» per le cure di Enamuele Berti, ricercatore della Scuola normale di Pisa, già segnalatosi per i suoi interessi nel campo della letteratura "argentea", culminati nel bel commento al decimo libro della Pharsalia di Lucano (a suo tempo segnalato su questa rivista da Paolo Esposito, cfr. «Bollettino di studi latini», XXXI, 2, pp. 64043).
Peer-review. Articoli e note inviati per la pubblicazione alla rivista sono sottoposti -nella for... more Peer-review. Articoli e note inviati per la pubblicazione alla rivista sono sottoposti -nella forma del doppio anonimato -a peer-review di due esperti, di cui uno almeno esterno al Comitato Scientifico o alla Direzione. Ogni due anni sarà pubblicato l'elenco dei revisori.
Seminar Program - :Memorie iconografiche di Roma antica in età moderna (Florence 21-2-2018) --- ... more Seminar Program - :Memorie iconografiche di Roma antica in età moderna (Florence 21-2-2018) --- Ida Gilda MASTROROSA (Università di Firenze), ‘Ex pictura discunt’ : la visualizzazione del passato in Roma antica -- Mario LENTANO (Università di Siena), Adottare i Romani. La costruzione iconografica di una genealogia -- Marilena CACIORGNA (Università di Siena), Eroi di Roma antica. Tradizione e identità
Dalla purezza alla giustizia. Il significato del termine iranico affine a ius 17.00 Coffee Break ... more Dalla purezza alla giustizia. Il significato del termine iranico affine a ius 17.00 Coffee Break 17.15 Lauretta MAGANZANI La norma assente. Storie di adulterio nella declamazione latina 10.30 Aglaia McCLINTOCK Università degli Studi del Sannio Fides, Nemesis, Iustitia. Riflessioni sulle dee della giustizia 11.00 Coffee Break 11.15 Maurizio BETTINI Università di Siena Ius, fas e mos Discussione Martedì 21 Aprile 2015
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