Books by Giovanna Pizziolo
Il volume racconta la trasformazione del paesaggio della Val di Chiana nei secoli, dai tempi remo... more Il volume racconta la trasformazione del paesaggio della Val di Chiana nei secoli, dai tempi remotissimi in cui la pianura era un mare agli anni della bonifica: partendo dalle evidenze archeologiche, dai dati storici e dalla cartografia, è possibile ripercorre l'affascinante storia di un territorio che è stato per secoli una via d'acqua e di collega-mento strategico tra popoli e civiltà. Un viaggio alla scoperta dell'acqua come elemento geografico-ambientale, collegato alla viabilità, come risorsa termale, come oggetto di culto nelle varie epoche.
Papers by Giovanna Pizziolo
Notizie dei Cavi e degli Scavi Archeologia SABAP – SI 2018, Atti del Convegno Internazionale (Siena, 14-15 Luglio 2018), Bollettino di Archeologia online, 2019
The paper describes the investigations undertaken at Spaccasasso, a hill placed in the Regional P... more The paper describes the investigations undertaken at Spaccasasso, a hill placed in the Regional Park of Maremma (Alberese, GR). Excavations at the site uncovered a Copper Age cemetery on the plan facing the Spaccasasso shelter, and a Neolithic cinnabar mine. Layers attesting the extraction of cinnabar have been excavated under the funerary layers. Survey investigations on the NW slope of the hill have individuated other mining areas that can date also to later phases.
Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 2019
Gli autori presentano i primi dati sul progetto di ricerca condotto nell'area golenale del Torren... more Gli autori presentano i primi dati sul progetto di ricerca condotto nell'area golenale del Torrente Torre, tra i comuni di Pavia di Udine e di San Vito al Torre. La zona, caratterizzata da una forte dinamica fluviale, consente di raccogliere numerosi dati sul potenziale archeologico, in particolare preistorico e protostorico, di questo tratto della pianura udinese.
The authors present the preliminary data on the research project carried out in the alluvial plain of the Torre River, in the territory of Pavia di Udine and San Vito al Torre. The area, characterized by a strong river dynamics, allows to collect information on the archaeological potential, in particular prehistoric and protohistoric, of this part of the Udine plain.

Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 2017
Il progetto TraTTo (Transumanza e Territorio in Toscana) nasce nell’anno accademico
2014-2015 da... more Il progetto TraTTo (Transumanza e Territorio in Toscana) nasce nell’anno accademico
2014-2015 dalla collaborazione fra il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali
dell’Università degli Studi di Siena e l’École française de Rome nell’ambito del Programme
scientifique 2012-2016 La transhumance en Italie centrale de la Protohistoire à nos jours (Axe 1.Parcours et échanges en Méditerranée; Thème 1. Espace économique), coordinato da Stéphane Bourdin (directeur des études pour l’Antiquité, École française de Rome ) e Saverio Russo (Università degli Studi di Foggia). Il lavoro di ricerca del biennio 2015-2016 si è concentrato sulla Toscana meridionale, in particolare sul comprensorio Monte Amiata-Maremma, all’interno dell’attuale provincia di Grosseto. Le azioni di ricerca svolte nell’area ed oggetto del presente contributo sono state la costruzione del sistema informativo e la ricognizione archeologica nell’area del Parco Regionale della Maremma presso Alberese (GR). In primo luogo è stata svolta un’ampia ricognizione della bibliografia storica, archeologica e geografica alla scopo di raccogliere i dati editi a disposizione sulle pratiche transumanti nella lunga durata per il territorio maremmano-amiatino. Inoltre sono stati consultati i risultati di due tesi di dottorato di ricerca in ambito storico e archeologico sulla transumanza per la medesima area e sono state svolte ulteriori ricerche sulla documentazione inedita negli Archivi di Stato di Siena e Firenze. Le caratteristiche delle diverse tipologie di dati e le problematiche relative al loro inserimento nel database e al dialogo con le altre fonti sono trattati nella sezione Fonti e Metodi. La progettazione e la costruzione della piattaforma e della banca dati del sistema informativo, sulla base dei dati a disposizione, è descritta nella sezione Banche dati e GIS, mentre la ricognizione archeologica è trattata nella sezione Ricognizione archeologica. Seguono alcune Osservazioni finali.

Preistoria e Protostoria della Puglia, 2017
Qualsiasi studio sul popolamento neolitico ed eneolitico del Gargano deve confrontarsi con un rec... more Qualsiasi studio sul popolamento neolitico ed eneolitico del Gargano deve confrontarsi con un record archeologico molto ricco ma frutto per la maggior parte di raccolte di superficie non sistematiche. A fronte degli oltre 100 siti conosciuti, rari, per lo più di vecchia data e/o di estensione limitata sono gli scavi archeologici. Molti dei siti conosciuti si caratterizzano tra l'altro per la presenza della sola componente litica e hanno pertanto un'attribuzione cronologica spesso incerta. In questo quadro emergono, per contrasto, le conoscenze relative all'attività di estrazione della selce, documentata da 21 complessi minerari che coprono un arco cronologico di circa quattro millenni, dagli inizi del VI agli inizi del II millennio BC (Tarantini, Galiberti 2011). Vari tentativi di sintesi delle dinamiche territoriali del popolamento neolitico ed eneolitico del Gargano sono stati tentati nei decenni precedenti, tutti però in qualche modo viziati (a nostro avviso) da alcune criticità: 1) mancato ancoramento ad una seria base cartografica; 2) uso di informazioni cronologiche con diversa attendibilità (su base ceramica e/o di tipologia litica); 3) estrema eterogeneità dei ritrovamenti e diverso grado di affidabilità delle informazioni. A questi tre punti si deve aggiungere il riferimento a un quadro delle conoscenze sulle miniere di selce allora povero di attribuzioni cronologiche 1 . Per cercare di superare almeno in parte queste criticità, è stato impostato un nuovo progetto di ricerca basato sulle potenzialità offerte dalle analisi spaziali in ambiente GIS (Geographic Information System). È stato dunque eseguito un riesame sistematico di tutta la bibliografia, facendo confluire le informazioni, acquisite secondo una specifica procedura, all'interno di una piattaforma GIS appositamente creata (per maggiori dettagli operativi, cfr. Pizziolo et alii 2011). Nell'inserimento e nell'elaborazione dei dati abbiamo ritenuto opportuno tenere distinte le informazioni cronologiche e/o culturali ottenute su base ceramica o radiometrica da quelle ricavate su base litica. Se la collocazione dei siti a sola industria litica è senz'altro di grande importanza per provare a ricostruire l'organizzazione spaziale della catena di produzione litica o per ipotizzare la presenza di aree minerarie non ancora individuate, tuttavia per la creazione delle carte di fase è parso più ** Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Via della Pergola 65, 50121 Firenze; [email protected] 1 Le prime e tuttora imprescindibili analisi territoriali sistematiche sul Gargano si devono ad Arturo Palma di Cesnola (Palma di Cesnola , 1985 alcune integrazioni in Gravina 2005). Una prospettiva diversa è stata proposta, limitatamente al Neolitico, da Savino Di Lernia (Di Lernia 1996), che ha giustamente insistito sui problemi di visibilità e sulla centralità dell'elemento minerario. Tale prospettiva è stata ripresa da Sandra Sivilli (Sivilli 2005), che ha analizzato anche i dati relativi all'Eneolitico iniziale.
La Chiana dal Mare alle Bonifiche. Storia di un fiume invisibile - Archeofest, 2011
CAA2015, Keep the revolution going, Proceedings of the 43rd Annual Conference on Computer Applications and Quantitative Methods in Archaeology, Mar 2016
This paper focuses on the intra-site analysis of two case studies from the area of Sesto Fiorenti... more This paper focuses on the intra-site analysis of two case studies from the area of Sesto Fiorentino (Florence): S. Antonio and Bulimacco Cilea. The sites, constituted by complex stratigraphies, are located in an alluvial plain affected by severe erosion/ accumulation processes. The two settlement areas are both positioned inside palaeoriverbeds but are characterised by some chronological and structural differences.
1. il progetto: obiettivi, MetodologiA e struMenti di indAgine

Alla luce dell’integrazione tra dati territoriali e dati relativi alla cultura materiale, verrà t... more Alla luce dell’integrazione tra dati territoriali e dati relativi alla cultura materiale, verrà tracciato un quadro delle possibili vie di comunicazione e di scambio culturale tra l’area nord orientale della Toscana e l’Emilia Romagna nel corso dell’Età del Bronzo.
Le due aree risultano difatti interessate, sin dalle prime fasi dell’Età del Bronzo ed, in misura sempre più evidente, durante le fasi avanzate e finali del periodo, da dinamiche interrelazionali favorite dalla presenza di alcune valli fluviali costituenti vie di comunicazione relativamente agevoli attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. In quest’ottica, lo spartiacque appenninico viene a configurarsi non solo come elemento di separazione ma anche come zona di cerniera tra il versante toscano e quello emiliano-romagnolo e, dunque, come zona di scambio culturale tra essi attraverso aree di valico e vallate interne.
L’approccio prevede l’utilizzo della tecnologia GIS come strumento di analisi nonché di supporto e verifica delle ipotesi formulate in corso d’opera. La costruzione del sistema GIS consente il confronto e l’interazione tra i diversi tipi di fonti a disposizione e permette di visualizzare attraverso carte tematiche la distribuzione degli elementi archeologici significativi per l’analisi degli scambi culturali. Attraverso tali analisi possiamo ipotizzare e mappare direttrici di scambio culturale, prospettando dunque una più completa comprensione dei contatti transappenninici nel periodo in esame.
Cultural relationships and communication networks between northern Tuscany and Emilia-Romagna during Middle and Final Bronze Age: a geographical approach
Throughout the integration of geographical and archaeological data, it will be presented hypotheses of the possible communication routes and cultural exchange between the North Eastern region of Tuscany and Emilia Romagna during the Bronze Age.
Indeed these two areas are involved, from the earliest stages of the Bronze Age and increasingly during the latter and final stages of this period, in relational dynamics and contacts favored by the geographical settings and in particular by some river valleys which offer relatively easy connections through Tuscan-Emilian Apennines. In this perspective, the watershed of the Apennines is to be considered not only as an element of separation but also as a hinge zone between the Tuscan side and the Emilia-Romagna and, therefore, as an area of cultural exchange between them constituted by passes and inland valleys.
The approach requires the use of GIS technology to support and verify the hypotheses. The use of the GIS allows the comparison and interaction between different types of sources and allows us to build up thematic maps on the distribution of archaeological features significant for the analysis of cultural exchanges. Through this analysis we suppose and map directions for cultural exchange to obtain a more complete understanding of trans-appennines contacts in the period under review.
Questo volume è stato stampato con il contributo dell'Università degli Studi di Milano È vietata ... more Questo volume è stato stampato con il contributo dell'Università degli Studi di Milano È vietata la riproduzione anche parziale a uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia non autorizzata.

Archaeology in the Digital Era Volume II - e-Papers from the 40 th Conference on Computer Applications and Quantitative Methods in Archaeology
Here we present the outcome of a project that involved the implementation of an intra-site GIS ba... more Here we present the outcome of a project that involved the implementation of an intra-site GIS based on photogrammetric methodologies at Spaccasasso Cave (Grosseto, Italy), an Eneolithic funerary site, the main burial chamber of which shows evidence of complex depositional practices. Due to their peculiar archaeological context, raditional excavation procedures are ineffective in recording these prehistoric palaeosurfaces. As a result, we have turned to using photogrammetric applications. The goal is to obtain 3D photorealistic restitutions in order to create DEM and ortophotographs, which are useful for managing archaeological information in a GIS. Two different methodologies are employed. The first is based on ERDAS IMAGINE LPS software, while the other makes use of open source software based on multi-vision scene reconstruction. 3D survey methodologies make it possible to render a realistic model of the archaeological site, which is an asset for recording qualitative data and 3D information, which is then used for performing intra-site analyses. We assess the different methods by focusing on the practical and
logistical requirements of the excavation process.
Being an ontologically multidisciplinary topic, language change is among the best candidates to b... more Being an ontologically multidisciplinary topic, language change is among the best candidates to be addressed using Geographic Information Systems (GIS). GIS can integrate datasets from diverse disciplines along with real-world geographical information, hence facilitating the investigation (i) of the spatial relations existing between research items and (ii) of (past) landscapes. Drawing from an ongoing project focused on the historical development of the extremely linguistically diverse situation documented in the Lower Fungom region (Northwest Cameroon), this article explores the possibility of placing authentic interdisciplinary research pivoting on linguistic issues within a GIS framework.
In this paper, we intend to discuss the evolution of the Holocene prehistoric landscape in the Gr... more In this paper, we intend to discuss the evolution of the Holocene prehistoric landscape in the Grosseto
area (Southern Tuscany, Italy) and the interaction with the pre- and proto-historic peopling process.
we present the outcome of a project that involved the implementation of an intra-site GIS based o... more we present the outcome of a project that involved the implementation of an intra-site GIS based on
photogrammetric methodologies at Spaccasasso Cave (Grosseto, Italy), an Eneolithic funerary site
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Books by Giovanna Pizziolo
Papers by Giovanna Pizziolo
The authors present the preliminary data on the research project carried out in the alluvial plain of the Torre River, in the territory of Pavia di Udine and San Vito al Torre. The area, characterized by a strong river dynamics, allows to collect information on the archaeological potential, in particular prehistoric and protohistoric, of this part of the Udine plain.
2014-2015 dalla collaborazione fra il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali
dell’Università degli Studi di Siena e l’École française de Rome nell’ambito del Programme
scientifique 2012-2016 La transhumance en Italie centrale de la Protohistoire à nos jours (Axe 1.Parcours et échanges en Méditerranée; Thème 1. Espace économique), coordinato da Stéphane Bourdin (directeur des études pour l’Antiquité, École française de Rome ) e Saverio Russo (Università degli Studi di Foggia). Il lavoro di ricerca del biennio 2015-2016 si è concentrato sulla Toscana meridionale, in particolare sul comprensorio Monte Amiata-Maremma, all’interno dell’attuale provincia di Grosseto. Le azioni di ricerca svolte nell’area ed oggetto del presente contributo sono state la costruzione del sistema informativo e la ricognizione archeologica nell’area del Parco Regionale della Maremma presso Alberese (GR). In primo luogo è stata svolta un’ampia ricognizione della bibliografia storica, archeologica e geografica alla scopo di raccogliere i dati editi a disposizione sulle pratiche transumanti nella lunga durata per il territorio maremmano-amiatino. Inoltre sono stati consultati i risultati di due tesi di dottorato di ricerca in ambito storico e archeologico sulla transumanza per la medesima area e sono state svolte ulteriori ricerche sulla documentazione inedita negli Archivi di Stato di Siena e Firenze. Le caratteristiche delle diverse tipologie di dati e le problematiche relative al loro inserimento nel database e al dialogo con le altre fonti sono trattati nella sezione Fonti e Metodi. La progettazione e la costruzione della piattaforma e della banca dati del sistema informativo, sulla base dei dati a disposizione, è descritta nella sezione Banche dati e GIS, mentre la ricognizione archeologica è trattata nella sezione Ricognizione archeologica. Seguono alcune Osservazioni finali.
Le due aree risultano difatti interessate, sin dalle prime fasi dell’Età del Bronzo ed, in misura sempre più evidente, durante le fasi avanzate e finali del periodo, da dinamiche interrelazionali favorite dalla presenza di alcune valli fluviali costituenti vie di comunicazione relativamente agevoli attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. In quest’ottica, lo spartiacque appenninico viene a configurarsi non solo come elemento di separazione ma anche come zona di cerniera tra il versante toscano e quello emiliano-romagnolo e, dunque, come zona di scambio culturale tra essi attraverso aree di valico e vallate interne.
L’approccio prevede l’utilizzo della tecnologia GIS come strumento di analisi nonché di supporto e verifica delle ipotesi formulate in corso d’opera. La costruzione del sistema GIS consente il confronto e l’interazione tra i diversi tipi di fonti a disposizione e permette di visualizzare attraverso carte tematiche la distribuzione degli elementi archeologici significativi per l’analisi degli scambi culturali. Attraverso tali analisi possiamo ipotizzare e mappare direttrici di scambio culturale, prospettando dunque una più completa comprensione dei contatti transappenninici nel periodo in esame.
Cultural relationships and communication networks between northern Tuscany and Emilia-Romagna during Middle and Final Bronze Age: a geographical approach
Throughout the integration of geographical and archaeological data, it will be presented hypotheses of the possible communication routes and cultural exchange between the North Eastern region of Tuscany and Emilia Romagna during the Bronze Age.
Indeed these two areas are involved, from the earliest stages of the Bronze Age and increasingly during the latter and final stages of this period, in relational dynamics and contacts favored by the geographical settings and in particular by some river valleys which offer relatively easy connections through Tuscan-Emilian Apennines. In this perspective, the watershed of the Apennines is to be considered not only as an element of separation but also as a hinge zone between the Tuscan side and the Emilia-Romagna and, therefore, as an area of cultural exchange between them constituted by passes and inland valleys.
The approach requires the use of GIS technology to support and verify the hypotheses. The use of the GIS allows the comparison and interaction between different types of sources and allows us to build up thematic maps on the distribution of archaeological features significant for the analysis of cultural exchanges. Through this analysis we suppose and map directions for cultural exchange to obtain a more complete understanding of trans-appennines contacts in the period under review.
logistical requirements of the excavation process.
area (Southern Tuscany, Italy) and the interaction with the pre- and proto-historic peopling process.
photogrammetric methodologies at Spaccasasso Cave (Grosseto, Italy), an Eneolithic funerary site
The authors present the preliminary data on the research project carried out in the alluvial plain of the Torre River, in the territory of Pavia di Udine and San Vito al Torre. The area, characterized by a strong river dynamics, allows to collect information on the archaeological potential, in particular prehistoric and protohistoric, of this part of the Udine plain.
2014-2015 dalla collaborazione fra il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali
dell’Università degli Studi di Siena e l’École française de Rome nell’ambito del Programme
scientifique 2012-2016 La transhumance en Italie centrale de la Protohistoire à nos jours (Axe 1.Parcours et échanges en Méditerranée; Thème 1. Espace économique), coordinato da Stéphane Bourdin (directeur des études pour l’Antiquité, École française de Rome ) e Saverio Russo (Università degli Studi di Foggia). Il lavoro di ricerca del biennio 2015-2016 si è concentrato sulla Toscana meridionale, in particolare sul comprensorio Monte Amiata-Maremma, all’interno dell’attuale provincia di Grosseto. Le azioni di ricerca svolte nell’area ed oggetto del presente contributo sono state la costruzione del sistema informativo e la ricognizione archeologica nell’area del Parco Regionale della Maremma presso Alberese (GR). In primo luogo è stata svolta un’ampia ricognizione della bibliografia storica, archeologica e geografica alla scopo di raccogliere i dati editi a disposizione sulle pratiche transumanti nella lunga durata per il territorio maremmano-amiatino. Inoltre sono stati consultati i risultati di due tesi di dottorato di ricerca in ambito storico e archeologico sulla transumanza per la medesima area e sono state svolte ulteriori ricerche sulla documentazione inedita negli Archivi di Stato di Siena e Firenze. Le caratteristiche delle diverse tipologie di dati e le problematiche relative al loro inserimento nel database e al dialogo con le altre fonti sono trattati nella sezione Fonti e Metodi. La progettazione e la costruzione della piattaforma e della banca dati del sistema informativo, sulla base dei dati a disposizione, è descritta nella sezione Banche dati e GIS, mentre la ricognizione archeologica è trattata nella sezione Ricognizione archeologica. Seguono alcune Osservazioni finali.
Le due aree risultano difatti interessate, sin dalle prime fasi dell’Età del Bronzo ed, in misura sempre più evidente, durante le fasi avanzate e finali del periodo, da dinamiche interrelazionali favorite dalla presenza di alcune valli fluviali costituenti vie di comunicazione relativamente agevoli attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. In quest’ottica, lo spartiacque appenninico viene a configurarsi non solo come elemento di separazione ma anche come zona di cerniera tra il versante toscano e quello emiliano-romagnolo e, dunque, come zona di scambio culturale tra essi attraverso aree di valico e vallate interne.
L’approccio prevede l’utilizzo della tecnologia GIS come strumento di analisi nonché di supporto e verifica delle ipotesi formulate in corso d’opera. La costruzione del sistema GIS consente il confronto e l’interazione tra i diversi tipi di fonti a disposizione e permette di visualizzare attraverso carte tematiche la distribuzione degli elementi archeologici significativi per l’analisi degli scambi culturali. Attraverso tali analisi possiamo ipotizzare e mappare direttrici di scambio culturale, prospettando dunque una più completa comprensione dei contatti transappenninici nel periodo in esame.
Cultural relationships and communication networks between northern Tuscany and Emilia-Romagna during Middle and Final Bronze Age: a geographical approach
Throughout the integration of geographical and archaeological data, it will be presented hypotheses of the possible communication routes and cultural exchange between the North Eastern region of Tuscany and Emilia Romagna during the Bronze Age.
Indeed these two areas are involved, from the earliest stages of the Bronze Age and increasingly during the latter and final stages of this period, in relational dynamics and contacts favored by the geographical settings and in particular by some river valleys which offer relatively easy connections through Tuscan-Emilian Apennines. In this perspective, the watershed of the Apennines is to be considered not only as an element of separation but also as a hinge zone between the Tuscan side and the Emilia-Romagna and, therefore, as an area of cultural exchange between them constituted by passes and inland valleys.
The approach requires the use of GIS technology to support and verify the hypotheses. The use of the GIS allows the comparison and interaction between different types of sources and allows us to build up thematic maps on the distribution of archaeological features significant for the analysis of cultural exchanges. Through this analysis we suppose and map directions for cultural exchange to obtain a more complete understanding of trans-appennines contacts in the period under review.
logistical requirements of the excavation process.
area (Southern Tuscany, Italy) and the interaction with the pre- and proto-historic peopling process.
photogrammetric methodologies at Spaccasasso Cave (Grosseto, Italy), an Eneolithic funerary site
methods, and tools
- What is the significance of the occasional single lithics found by the RAP surveys? Are they ‘the tip of the iceberg’ or not? And if so, what kind of iceberg?
- Can we obtain general distribution parameters for the ‘lithics landscape’ from a limited resurveying program based on a stratified sampling scheme?
- Which are the – personal and environmental – factors that have the most significant effect on our ability to detect lithics across the landscape?
The outcome and significance of the experiment is discussed in detail, with special reference to the question of spatial scales as applied to landscape and site studies.
S. Antonio shows a long frequentation from Middle Bronze age to Recent Bronze age. This site, as well as Cilea, is characterised by a specific settlement strategies widely documented in the Florentine area during Bell Beaker and Ancient Bronze age. With density analysis some functional areas have been recognized.
Cilea was occupied from Copper age to Final Bronze age with some interruptions in occupational phases. From the study of the morphology and analysis of the river banks it has been possible to distinguish the areas of the bed modified by human activities or by the natural processes.
The focus of the contribution will concern the bi-univocal dialogue between the analysis of archaeological materials and their distribution compared with the morphological and micro-morphological analysis of the sites. This kind of integrated analysis has been very useful in the case study of the Sesto Fiorentino plain, where the typical settlement strategy during Bell Beaker phases is the exploitation of already abandoned paleoriverbeds. The reading of such morphologies, often subjected to flooding and erosions as well as a anthropic activities, can be very difficult especially concerning the natural or artificial origin of some shapes or of the more or less consistent spreads of materials in palaeoriverbeds. The interaction between Computer Aided Design and GIS systems has been of primary importance in the integration of archaeological and morphological data. Visual analysis, spatial analysis and 3D reconstruction of micro morphologies and structures helped us to test interpretation hypotheses emerged during the excavation as well as to identify possible ‘latent structures’ (sensu Leroi-Gourhan). Moreover, in some cases the integrated methodology and tools we used led us to propose new hypotheses on the reading of the stratigraphic sequence and on the chronological interpretation of some paleosurfaces.
With the application of intrasite analysis and micromorphological analysis it has been possible to recognize with more precision the anthropic modification of the palaeoriver morphologies and their opportunistic exploitation. The comparison between the two sites enabled us to emphasize differences and similarities of palaeoriver occupation through the use of the same analytic tools.