Books by Tommaso Braccini
The myth of the Golden Fleece, the Argonauts and Medea through ancient sources, with reflections ... more The myth of the Golden Fleece, the Argonauts and Medea through ancient sources, with reflections on the links between these stories and folklore, and insights into the history of the places touched by the voyage of the Argo.

«Tra tutti i titoli medievali nessuno è più magico di quello di imperatore di Trebisonda». Così s... more «Tra tutti i titoli medievali nessuno è più magico di quello di imperatore di Trebisonda». Così sir Steven Runciman, grande bizantinista, riassunse il fascino millenario dell’ultimo Impero greco sulle rive del Mar Nero, nato nel 1204 e caduto nel 1461. In due secoli e mezzo divenne crocevia internazionale, favolosamente ricco, al centro di commerci, ambascerie, intrighi, magie. Marco Polo, Cervantes, Cagliostro, Foscolo, Offenbach, d’Annunzio: tutti, nella realtà o nella fantasia, sono passati dall’antica capitale dei Gran Comneni, la più nobile delle dinastie bizantine, esiliata per sempre da Costantinopoli. Per i lettori che vogliono sognare i misteri e le glorie di Trebisonda, e i viaggiatori che intendono esplorare le vie dell’attuale Trabzon e i monasteri perduti del Ponto, tra nebbie impenetrabili e foreste fatate, nelle pagine di questo libro rivivono storia e leggenda di un minuscolo impero nella realtà, ma di una superpotenza dell’immaginario medievale e moderno.

Mitos errantes: leyendas urbanas de hoy y de siempre, 2023
¿Las cloacas de las ciudades antiguas? Estaban infestadas de pulpos monstruosos. ¿Emperadores rom... more ¿Las cloacas de las ciudades antiguas? Estaban infestadas de pulpos monstruosos. ¿Emperadores romanos? Conspiraban constantemente contra sus propios súbditos, eliminaban a inventores ingeniosos que podrían haber hecho la vida más fácil y barata para todos, e incluso conspiraban con los bárbaros para destruir Roma. La Guerra de Troya había sido desencadenada por Zeus para resolver un problema de superpoblación mundial. Y también había atractivas ladronas de órganos y demonios etruscos que hacían llover misteriosos hilos del cielo. Luego, tras el advenimiento del cristianismo, se empezó a hablar de mensajes satánicos ocultos en oraciones aparentemente inocuas, e incluso de un libro de memorias de Lázaro, de contenido espeluznante, supuestamente escondido por los Apóstoles. ¿Nos recuerda algo todo esto? Muchas de las "noticias imposibles" de hoy no nacieron con las redes sociales, sino que son viejas, muy viejas. Ni siquiera los griegos y los romanos fueron inmunes al encanto de las leyendas urbanas.

Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e ci trasferissimo nelle strade dell'Atene clas... more Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e ci trasferissimo nelle strade dell'Atene classica e nei fori di Roma antica, forse il primo suono che udiremmo sarebbe la risata. Il Riso era un dio, per i Greci e i Romani, e il mito racconta che i primi a ridere furono proprio gli dèi. Altro che “abbondare sulla bocca degli stolti”, come vuole una massima di origine cristiana: nel mondo antico l'ilarità era una cosa seria. La prima opera di Omero per alcuni fu un poema comico, e ridevano i filosofi come Democrito, gli oratori come Cicerone, gli imperatori come Augusto, gli schiavi come Esopo. Corti, teatri, tribunali, terme, persino latrine e campi di battaglia erano pieni di persone che si sbellicavano. Il volume – attraverso una selezione di testi greci e latini, talora mai tradotti prima in italiano – accompagna alla scoperta dell'umorismo degli antichi, libero e dissacrante, senza riguardi per nulla e per nessuno, fino alla risata finale, quella di Caronte.

La nave di Caronte: immagini dall'Aldilà a Bisanzio, 2022
A Bisanzio si pagavano le tasse anche dopo morti. E se uno terminava la «moneta», costituita da b... more A Bisanzio si pagavano le tasse anche dopo morti. E se uno terminava la «moneta», costituita da buone azioni e preghiere, precipitava all’Inferno. Raccontando l’Aldilà, l’uomo in fondo racconta se stesso, le proprie speranze e le proprie angosce; e la letteratura del medioevo greco, ricchissima di testi dedicati alla dimensione ultramondana, offre così visioni e descrizioni dello splendore della corte celeste e di giardini lussureggianti, ma anche di terribili torture e di carceri tenebrose. Le reminiscenze classiche si intrecciano con l’immaginario cristiano, e Caronte, abbandonata la sua barca, percorre la terra a cavallo come uno spietato predone di anime, mentre i morti irrequieti prefigurano il mito moderno del vampiro. Brevissimi apologhi, dettagliati resoconti di visioni e viaggi onirici nelle lande infernali e paradisiache, dialoghi, poemi e canti popolari che arrivano fino alle soglie della contemporaneità compongono un mosaico di cui questo volume offre una inedita panoramica a tutto tondo, in cui a parlare sono gli stessi Bizantini, in un coro affascinante di santi, letterati, devoti e voci senza nome. Molti dei testi qui antologizzati vengono presentati per la prima volta in italiano; di altri si offre la prima traduzione in assoluto in una lingua moderna.

Folklore, Inschibboleth, 2021
Folklore, le “conoscenze del popolo”: una parola inglese, moderna, che descrive un fenomeno dalla... more Folklore, le “conoscenze del popolo”: una parola inglese, moderna, che descrive un fenomeno dalla storia lunghissima. Già gli antichi, infatti, avevano tutto un patrimonio di canti, giochi, indovinelli, scongiuri e magie, favole e spauracchi, proverbi, leggende e fiabe. Era la forma di cultura più accessibile: per molti l’unica, per tutti la prima, quella che in un certo senso ogni bambino apprendeva con il latte materno. E anche se la letteratura elevata tendeva a marginalizzare e ignorare questa dimensione, abbiamo numerose allusioni e frammenti che gettano luce su questo aspetto inedito della Grecia e di Roma. La comparazione con il folklore moderno e contemporaneo, evidenziando i punti di contatto ma anche le differenze, permette di contestualizzarlo e comprenderlo meglio. L’eredità dei Greci e dei Romani non comprende solo le tracce materiali della loro civiltà o gli splendidi frutti della loro arte e della loro letteratura: queste culture hanno consegnato all’Occidente anche un vocabolario per descrivere il mondo, catalogare le forme della vita associata, organizzare le avventure dell’intelligenza o la percezione del corpo e della natura. Ecco perché esplorare quel vocabolario significa per un verso guardare agli antichi da un osservatorio privilegiato, in grado di restituire l’immagine di una straordinaria esperienza storica, per l’altro riconoscere loro la funzione di interlocutori dei quali non possiamo fare a meno per pensare le grandi questioni del nostro tempo.

Miti vaganti: leggende metropolitane tra gli antichi e noi, Bologna, il Mulino, 2021
Le fogne delle città antiche? Erano infestate da piovre mostruose. Gli imperatori romani? Erano c... more Le fogne delle città antiche? Erano infestate da piovre mostruose. Gli imperatori romani? Erano costantemente impegnati a tramare contro i propri stessi sudditi, eliminando geniali inventori che avrebbero potuto rendere più semplice ed economica la vita di tutti, e persino complottando con i barbari per distruggere Roma. La guerra di Troia era stata scatenata da Zeus per risolvere un problema di sovrappopolazione mondiale. E poi c'erano seducenti ladre di organi e demoni etruschi che facevano piovere misteriose scie dal cielo. Dopo l'avvento del cristianesimo, poi, si cominciò a parlare di messaggi satanici nascosti in preghiere apparentemente innocue, e persino di un libro di memorie di Lazzaro, dai contenuti sconvolgenti, che sarebbe stato occultato dagli Apostoli. Tutto questo ci ricorda qualcosa? Tante «notizie impossibili» di oggi non sono nate con i social networks ma sono vecchie, anzi vecchissime. Neanche Greci e Romani erano immuni al fascino delle leggende metropolitane.

Einaudi, 2020
Divenuto schiavo per problemi economici, Leone viene assunto al servizio dell’imperatore per la s... more Divenuto schiavo per problemi economici, Leone viene assunto al servizio dell’imperatore per la sua capacità di distinguere ciò che vale da ciò che non vale. Prima le gemme, poi i cavalli, poi le donne, e infine la genealogia dello stesso imperatore (che non è figlio di chi crede): alla fine le sue expertises gli permetteranno di riscattare la libertà. Come già per la Storia di Barlaam e Ioasaf, la Bisanzio medievale si dimostra un crocevia di tradizioni narrative e sapienziali fra Oriente e Occidente. Anche il poemetto del Povero Leone (Ptocholeon), inedito in Italia, è la rielaborazione di un anonimo monaco del XIV secolo di un’antica tradizione indiana di origine buddhista. Il racconto si incrocia con testi arabi, con Il Novellino, con la saga di Amleto narrata da Sassone Grammatico e arriva, con tutta la sua arguzia e saggezza, fino all’epoca moderna.
(Il povero Leone. Ptocholeon, a cura di Tommaso Braccini, Einaudi, 2020)

Hellenica, 2020
L'immagine di Omero come vertice del canone occidentale, inarrivabile modello e primo tra i poeti... more L'immagine di Omero come vertice del canone occidentale, inarrivabile modello e primo tra i poeti, non è mai venuta meno dall'antichità a oggi: l'as-senza dei suoi scritti nel lungo iato medievale non impedì a Dante di incoro-narlo sire tra i grandi autori classici. Fu anzi la sua fama di padre della poesia a facilitarne il rientro nella cultura occidentale, che avvenne molto presto e sotto i migliori auspici, quando Petrarca e Boccaccio promossero la traduzione in latino dei poemi omerici. Fu un evento fecondo di conseguenze, in primo luogo per l'insegnamento del greco. Leonzio Pilato, il traduttore, tenne il primo insegnamento pubblico di greco in Italia. E, pochi decenni dopo, il greco tornò a trarre impulso dai poemi omerici, che i dotti bizantini, scampati in Italia col loro tesoro di codici, inserirono subito nel curriculum di studi. Ma a questa vera e propria canonizzazione, che non venne mai meno a parole, non seguì nei fatti una rapida integrazione della poesia omerica nel discorso cultu-rale umanistico. In Italia Omero si trovò a competere con Virgilio, ritenuto a lui superiore per stile e rispetto del decorum, e a competere con una più diffusa e consolidata tradizione di racconti alternativi della guerra troiana, che indusse perfino a ritenere mendace e inaffidabile l'Iliade. Nel resto d'Europa non fu così: nei paesi della Riforma Omero entrò ben presto nell'itinerario scolastico e formativo; in Francia il sostrato di leggende troiane ne favorì la diffusione, anziché ostacolarla come era accaduto in Italia. Sono alcuni degli aspetti della ricezione di Omero e del suo ingresso nel canone della letteratura occidentale che si troveranno affrontati in queste pagine, dove ogni contributo svolge uno dei fili possibili, nell'intreccio complesso della riscoperta di Omero prima della "discoverta di Omero".

Salerno editrice, 2019
L’undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il s... more L’undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il sito della nuova capitale, tuttavia, aveva già una storia lunghissima, che iniziava dalla preistoria e proseguiva con la colonia megarese di Bisanzio, cruciale emporio sul Bosforo e inespugnabile avamposto contro i barbari.
Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest’antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all’improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l’eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine.
E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati
dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa “storia leggendaria” di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
ISBN: 978-88-6973-374-1
Recensione di Paolo Mieli: https://www.corriere.it/19_giugno_10/bisanzio-prima-di-bisanzio-salerno-editrice-tommaso-braccini-71dcccba-8b90-11e9-89a9-d9b502b0b46e.shtml

Che cosa raccontava la nutrice al piccolo Cicerone prima di metterlo a letto? Quali barzellette c... more Che cosa raccontava la nutrice al piccolo Cicerone prima di metterlo a letto? Quali barzellette circolavano nelle botteghe dei barbieri di Atene? Nell'antichità, esattamente come oggi, nella vita di tutti erano presenti fiabe, facezie, fake news. Soltanto in pochissimi casi, tuttavia, questa "letteratura orale", considerata triviale e poco seria, è riuscita ad approdare alla pagina scritta, e spesso solo sotto forma di allusioni. Non tutto è perduto, però: combinando filologia e folklore si può tentare di ricostruire questo capitolo dimenticato della vita degli antichi. Ad aiutarci saranno le storie che, dal Medioevo fino a oggi, rispecchiano i racconti popolari di Greci e Romani, con differenze altrettanto significative delle somiglianze. Seguendo così le tracce narrative del dio Pan e di un gatto diabolico, del poeta Archiloco e del bluesman Robert Johnson, di imperatori, lupi cattivi e molti altri ancora, il libro getta nuovi squarci di luce sull'"enciclopedia culturale" degli antichi e, contemporaneamente, ci permette di comprendere meglio la nostra.
Introduzione, traduzione e commento a cura di T. Braccini e S. Macrì; Milano, Adelphi, 2018, pp. ... more Introduzione, traduzione e commento a cura di T. Braccini e S. Macrì; Milano, Adelphi, 2018, pp. 417.

La filologia classica studia i passaggi attraverso i quali le opere letterarie greche e latine so... more La filologia classica studia i passaggi attraverso i quali le opere letterarie greche e latine sono giunte fino a noi, cercando al contempo di depurarle dai numerosi errori e fraintendimenti accumulatisi nel corso dei secoli. In questo manuale vengono esposti in primo luogo i supporti concreti che ci hanno trasmesso i testi classici, a partire dai rotoli di papiro e dai codici medievali per giungere alle edizioni a stampa, con una rassegna delle scritture adottate nel mondo greco e latino. Una dettagliata tipologia degli errori compiuti dai copisti medievali è il preludio all'esposizione del metodo della critica testuale scientifica (il cosiddetto «metodo del Lachmann»), accompagnata da una riflessione sulle strategie da adottare di fronte a tradizioni testuali problematiche o contaminate, e da una rassegna dei dibattiti che hanno interessato la filologia classica anche alla luce delle tecnologie più recenti. Il libro è corredato da consigli pratici sulla preparazione di un'edizione critica, e da una bibliografia ragionata per approfondire gli argomenti trattati.
Indice
Ha senso un manuale di filologia classica?; 1. Dalla philologia alla filologia classica: evoluzione e necessità di una disciplina; 2. I supporti; 3. Le scritture; 4. I palinsesti; 5. Copie ed errori; 6. L'arte dell'emendazione; 7. La recensio; 8. Esaminare ed emendare; 9. L'edizione critica; 10. Critiche e dibattito metodologico; 11. Come si fa un'edizione critica: suggerimenti pratici; Appendici; Bibliografia ragionata; Abbreviazioni bibliografiche; Indice dei nomi; Indice dei passi citati; Indice dei manoscritti.

by Nunzio Bianchi, Claudio Schiano, Bianca Maria Altomare, Max Bergamo, Luciano Bossina, Tommaso Braccini, Sergio Brillante, Cristiano Castelletti, Pasqua De Cicco, Francesca De Robertis, Ciro Giacomelli, Margherita Losacco, Vanna Maraglino, Ottavia Mazzon, Stefano Micunco, Rosa Otranto, Pasquale Massimo Pinto, Raffaele Tondini, and Anna Trento Nel secolo in cui l’impero bizantino è di fatto la più grande potenza mediterranea, la figura del... more Nel secolo in cui l’impero bizantino è di fatto la più grande potenza mediterranea, la figura del patriarca Fozio (ca. 820-891) domina la scena della «seconda Roma», capitale dell’impero. Grande battistrada dell’umanesimo, grande teologo, due volte patriarca ecumenico, pugnace avversario delle aspirazioni romane al primato, è considerato dal mondo cattolico pur sempre come un avversario, mentre dal mondo ortodosso solo tardi fu assunto come santo. Il suo nome è legato, per gli studiosi della letteratura greca antica e protobizantina, all’imponente repertorio, definito sommariamente Biblioteca, che in 280 capitoli riassume, analizza, sottopone a critica e in larga parte trascrive varie centinaia di autori: profani e cristiani, molto spesso per noi altrimenti perduti.
La Biblioteca non era certo destinata alla circolazione libraria: nacque come strumento di difesa della cerchia raccoltasi intorno al patriarca e variamente bersagliata dall’ala oltranzista della Chiesa d’Oriente. L’opera alla quale egli probabilmente intendeva legare il suo nome era semmai l’intensa pubblicistica teologica e dottrinaria che occupa quasi per intero un paio di tomi della Patrologia greca.
In questo volume viene finalmente offerta ai lettori la prima traduzione italiana integrale della Biblioteca. Al tempo stesso un commento sistematico ed essenziale accompagna il lettore nella selva fittissima della erudizione racchiusa in questo autentico «tesoro», come i grandi umanisti amarono definire la Biblioteca foziana. A fronte figura il testo greco, migliorato rispetto all’unica moderna edizione circolante, quella della “Collection Budé”. Al termine, l’indice analitico di Immanuel Bekker fornisce al lettore una preziosa chiave per la consultazione.
Plutarch, Table Talks, VIII: Introduction, critical text, translation and commentary.
Italian translation, with notes, of Phlegon of Tralles' "Book of marvels" (Peri thaumasion).
The history and development of the ogre, from the Roman god Orcus to modern folktales and fairyta... more The history and development of the ogre, from the Roman god Orcus to modern folktales and fairytales.
As the Middle Ages drew to a close, in the Balkans and in the increasingly distressed territories... more As the Middle Ages drew to a close, in the Balkans and in the increasingly distressed territories of the dying Byzantine Empire, there was a widespread fear of restless dead people who would abandon their tombs in order to hound the living. Drawing upon wide-ranging original research, this book examines the development of beliefs in vampires in the Byzantine and Slavic Middle Ages, explores their origins in ancient times, and follows their evolution and relationships with heresy and the history of the Church up to the modern era. Anthropological analysis of ancient sources reveals unexpected facets of the vampire myth; the ensuing "archaeology" shows that reality truly can be stranger than fiction
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Books by Tommaso Braccini
(Il povero Leone. Ptocholeon, a cura di Tommaso Braccini, Einaudi, 2020)
Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest’antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all’improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l’eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine.
E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati
dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa “storia leggendaria” di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
ISBN: 978-88-6973-374-1
Recensione di Paolo Mieli: https://www.corriere.it/19_giugno_10/bisanzio-prima-di-bisanzio-salerno-editrice-tommaso-braccini-71dcccba-8b90-11e9-89a9-d9b502b0b46e.shtml
Indice
Ha senso un manuale di filologia classica?; 1. Dalla philologia alla filologia classica: evoluzione e necessità di una disciplina; 2. I supporti; 3. Le scritture; 4. I palinsesti; 5. Copie ed errori; 6. L'arte dell'emendazione; 7. La recensio; 8. Esaminare ed emendare; 9. L'edizione critica; 10. Critiche e dibattito metodologico; 11. Come si fa un'edizione critica: suggerimenti pratici; Appendici; Bibliografia ragionata; Abbreviazioni bibliografiche; Indice dei nomi; Indice dei passi citati; Indice dei manoscritti.
La Biblioteca non era certo destinata alla circolazione libraria: nacque come strumento di difesa della cerchia raccoltasi intorno al patriarca e variamente bersagliata dall’ala oltranzista della Chiesa d’Oriente. L’opera alla quale egli probabilmente intendeva legare il suo nome era semmai l’intensa pubblicistica teologica e dottrinaria che occupa quasi per intero un paio di tomi della Patrologia greca.
In questo volume viene finalmente offerta ai lettori la prima traduzione italiana integrale della Biblioteca. Al tempo stesso un commento sistematico ed essenziale accompagna il lettore nella selva fittissima della erudizione racchiusa in questo autentico «tesoro», come i grandi umanisti amarono definire la Biblioteca foziana. A fronte figura il testo greco, migliorato rispetto all’unica moderna edizione circolante, quella della “Collection Budé”. Al termine, l’indice analitico di Immanuel Bekker fornisce al lettore una preziosa chiave per la consultazione.
(Il povero Leone. Ptocholeon, a cura di Tommaso Braccini, Einaudi, 2020)
Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest’antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all’improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l’eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine.
E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati
dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa “storia leggendaria” di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
ISBN: 978-88-6973-374-1
Recensione di Paolo Mieli: https://www.corriere.it/19_giugno_10/bisanzio-prima-di-bisanzio-salerno-editrice-tommaso-braccini-71dcccba-8b90-11e9-89a9-d9b502b0b46e.shtml
Indice
Ha senso un manuale di filologia classica?; 1. Dalla philologia alla filologia classica: evoluzione e necessità di una disciplina; 2. I supporti; 3. Le scritture; 4. I palinsesti; 5. Copie ed errori; 6. L'arte dell'emendazione; 7. La recensio; 8. Esaminare ed emendare; 9. L'edizione critica; 10. Critiche e dibattito metodologico; 11. Come si fa un'edizione critica: suggerimenti pratici; Appendici; Bibliografia ragionata; Abbreviazioni bibliografiche; Indice dei nomi; Indice dei passi citati; Indice dei manoscritti.
La Biblioteca non era certo destinata alla circolazione libraria: nacque come strumento di difesa della cerchia raccoltasi intorno al patriarca e variamente bersagliata dall’ala oltranzista della Chiesa d’Oriente. L’opera alla quale egli probabilmente intendeva legare il suo nome era semmai l’intensa pubblicistica teologica e dottrinaria che occupa quasi per intero un paio di tomi della Patrologia greca.
In questo volume viene finalmente offerta ai lettori la prima traduzione italiana integrale della Biblioteca. Al tempo stesso un commento sistematico ed essenziale accompagna il lettore nella selva fittissima della erudizione racchiusa in questo autentico «tesoro», come i grandi umanisti amarono definire la Biblioteca foziana. A fronte figura il testo greco, migliorato rispetto all’unica moderna edizione circolante, quella della “Collection Budé”. Al termine, l’indice analitico di Immanuel Bekker fornisce al lettore una preziosa chiave per la consultazione.
A comparison with the Mediterranean folklore traditions (with particular attention to those of Greece, Piedmont, Sardinia, and Tuscany) rather suggests that upstream of this saying there was the need to explain the random finds of buried pots which, if at times contained treasures, more often turned out to be cinerary vessels, much to the disappointment of their discoverers.
Iakovos Zarraftis, kept in the archives of the Faculty of Classics of the University of Cambridge, are a real treasure-trove for anyone studying the popular culture of the Dodecanese at the beginning of the last century. In this article are published for the first time Zarraftis’ notes about the many spirits and supernatural beings feared by the inhabitants of Cos and Leros, and in particular devils, Nereids, vrykolakes, geloudes, nightmares, kalostratis, kallikantzaroi, Moires, witches and spirits guarding treasures.
of a saint or an angel with the devil, providing both the mythical foundation and the guarantee of effectiveness of
the actual exorcism, often intended to free the “patient”, as well as from the demon, from the diseases caused by
it. Sometimes, the historiola ends with a prayer by the holy protagonist, asking and obtaining from God the
grant of special blessings for those who will copy the text of the story or will read it aloud, in this way
“performing” it. In the case of the so-called “exorcisms of Gello”, some manuscripts have retained the names of
the people who had copied the text, or of their family members, literally introduced into the story and into the
characters’ dialogues. The most remarkable case, however, is that of a 15th century manuscript of the Testament
of Solomon, where an unknown exorcist added his instructions on how to treat the possessed while reading
aloud the text. The celebrant repeated on the unfortunate “patient” the same, often violent, actions that Solomon
practiced against disease-inducing demons, beating, binding and abusing him in different ways: this provided a
kind of performative shock-therapy focused on the re-enactment of the text.
La prima edizione del seminario si terrà ad aprile: “Tra la Luce e le Tenebre. Angeli e Demoni nell’Horror, nella Fantascienza e nel Fantasy” (Velletri, 16-18 aprile 2020). In basso potete trovare la call for papers relativa.
Vi prego di diffondere la call a quanti ritenete possano essere interessati.
A presto
Per informazioni:
email: [email protected]
Call for papers pdf: https://drive.google.com/file/d/18modJeJSK0hA6B-ecd0TnAvLtdjvPRy1/view?usp=sharing
Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”
Tra la Luce e le Tenebre
Angeli e Demoni nell’Horror, nella Fantascienza e nel Fantasy
I Seminario sulle “Religioni Fantastiche”
16-18 aprile 2020
Velletri (Roma)
Call for Papers
Il seminario vuole essere un’occasione di confronto interdisciplinare sulla rappresentazione di angeli e demoni nella produzione horror, fantasy e di fantascienza, in ogni possibile manifestazione artistica connessa ai tre generi.
I temi che si intendono approfondire sono i seguenti:
• Definizione delle categorie “angeli” e “demoni”. Come da un punto di vista storico vengono a formarsi e definirsi queste categorie di esseri extra-umani? Quali le caratteristiche nelle singole testimonianze? Come e perché entità appartenenti ai più svariati contesti culturali sono state recepite secondo queste categorie?
• L’utilizzo delle categorie “angeli” e “demoni” nella produzione horror, fantasy e di fantascienza. Come vengono impiegate ed eventualmente rielaborate queste categorie?
• La rappresentazione nella produzione horror, fantasy e di fantascienza di angeli e demoni presenti nelle religioni “storiche”. Per quale motivo il singolo autore li rappresenta secondo una determinata chiave? Quale il rapporto con il contesto storico di appartenenza?
• La costruzione di angeli e demoni “inventati”. Quali elementi caratterizzano gli esseri inventati dai singoli autori? Secondo quali motivazioni un autore ne delinea le specifiche caratteristiche? Gli elementi che li caratterizzano vengono tratti dalle religioni “storiche” e secondo quali fini e modalità?
• La rappresentazione di miti, racconti, leggende e fiabe, “tradizionali” e “storici”, dove agiscono angeli e demoni. Secondo quali peculiarità e motivazioni questi vengono riportati nella produzione fantastica contemporanea?
• La rappresentazione di miti, racconti, leggende e fiabe, “inventati”, dove agiscono angeli e demoni. Come un singolo autore costruisce questa tipologia di narrazioni nel mondo che ha creato? Quali sono le caratteristiche che li delineano come tali? Quale il rapporto con il contesto storico-culturale di appartenenza?
• La rappresentazione dei riti riguardanti angeli e demoni presenti nelle religioni “storiche”. Secondo quali modalità e motivazioni questi vengono riportati?
• La rappresentazione di riti “inventati” riguardanti angeli e demoni. Come un singolo autore delinea questo tipo di rito nel mondo che ha creato?
• Alcune delle rappresentazioni di angeli e demoni in questi generi hanno influito concretamente sulla vita religiosa contemporanea, condizionandola?
Comitato Scientifico: Roberto Arduini (Associazione Italiana Studi Tolkieniani), Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”), Ada Barbaro (Sapienza Università di Roma), Tommaso Braccini (Università degli Studi di Siena), Elisabetta Marino (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Francesca Roversi Monaco (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna), Daniele Tripaldi (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna).
Segreteria organizzativa: Igor Baglioni, direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”.
Gli studiosi interessati a presentare un contributo possono inviare un abstract di non più di una pagina (max 2.000 battute) al dott. Igor Baglioni ([email protected]) entro e non oltre il giorno 29 febbraio 2020.
All’abstract dovranno essere allegati: il titolo del paper; una breve nota biografica degli autori; un recapito di posta elettronica; un recapito telefonico.
L’accettazione dei papers sarà comunicata (via posta elettronica) alle persone interessate entro il 10 marzo 2020.
Entro il 10 aprile 2020 dovrà essere consegnato (sempre in via posta elettronica) il paper corredato da note e bibliografia. La consegna del paper è vincolante per la partecipazione al seminario.
Date da ricordare:
Chiusura call for papers: 29 febbraio 2020.
Notifica accettazione paper: 10 marzo 2020.
Consegna paper: 10 aprile 2020.
Seminario: 16-18 aprile 2020.
La partecipazione al seminario è gratuita. I relatori residenti fuori la provincia di Roma saranno ospitati nelle strutture convenzionate al Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”, usufruendo di una riduzione sul normale prezzo di listino.
È prevista la pubblicazione degli Atti su Religio. Collana di Studi del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” (Edizioni Quasar) e su riviste scientifiche specializzate. Le relazioni da pubblicare saranno oggetto di un peer review finale.
Sono previste visite serali gratuite ai musei e ai monumenti dei comuni dei Castelli Romani. Il programma delle visite sarà reso noto contestualmente al programma del convegno.