
Nicola Simonetti
I am a High School Teacher of Philosophy and Human Sciences in the Liceo of Human Sciences "C.T. Bellini" of Novara and on December 2, 2013 I earned the PhD in Cognitive Sciences at the University of Siena. I am interested in philosophy of mind and neurosciences, notably the mirror neurons discovery, its interpretations, outcomes and implications, and the idea of "embodied cognition", "motor intentionality" and "affordance" for a new reductive-naturalistic theory of mind, making use above all of J. Kim's supervenience reductive theory of mind and other recent theories (Damasio, Dennett, etc.). As you probably know, it is very difficult for an italian free researcher to have funds for a genuine and challenging research in every field, but this is not for me a good reason for abandoning free research, which is the lifeblood for a modern and civilized country. So, if you concretely want to recognize and support my commitment for research in Cognitive Sciences (notably Neurosciences and Philosophy of Mind), write to me privately ([email protected]) for supporting my free research and/or to buy original copies of my research works on cognitive sciences, above all the interdisciplinary debate on mirror neurons discovery. Thank you in advance for your kindness and sincere love for research! Per aspera ad astra semper! Prof. Nicola Simonetti
P.S.:This is my personal website on which you may read the synthesis of my principal works of research: http://simonettin.wix.com/supervenience
Phone: Mobile Phone. 3471409838
Address: Novara (NO), 28100, Via Grippa n. 64, ITALY
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Books by Nicola Simonetti
Dalla “Prefazione” di Edoardo Boncinelli
In una prima parte l’autore delinea con mano sicura i tratti fondamentali di ciò che si sa e di ciò che ci piacerebbe sapere sulla mente e sul suo funzionamento, in relazione a una visione il più possibile naturalistica del mondo. Il panorama è vastissimo e la sola elencazione dei diversi punti di vista che si sono imposti all’attenzione generale richiederebbe pagine e pagine. Non mi ci provo neppure, quindi, ma posso tranquillamente dire che questa sorta di “ripasso” della lezione è stata utile anche per me, appassionato di neuroscienze da anni e “furioso” lettore di quanto si pubblica sull’argomento. Il punto fondamentale è rappresentato per me dall’ampiezza delle informazioni e dalla misura e dall’equilibrio con cui sono riportate. Persone colte ce ne sono tante, ma persone colte ed equilibrate e magari non ideologiche molto poche, purtroppo. Nella parte finale viene affrontato l’argomento dei cosiddetti neuroni specchio, oggetto di una grande scoperta scientifica, ma anche di speculazioni selvagge di tutti i tipi, purtroppo anche a opera di alcuni degli scopritori. Oggi tutto è conseguenza, diretta e indiretta, dei neuroni specchio, come se il romanzo, il teatro, il cinema – ma anche la pornografia – la pietà, la commiserazione e l’immedesimazione, oggi detta prevalentemente empatia, fossero cose nuove delle quali non abbiamo mai sentito parlare e sulle quali non abbiamo mai riflettuto. O forse è proprio così. Per evitare il ripetersi di inconvenienti del genere, è opportuno informarsi su opere aggiornate e meditate come questa. Che gioca in fondo sul modo in cui le cose di natura possono essere viste dalla prospettiva della cultura, anzi, della Cultura.
RECENSIONE DI F. ARMEZZANI PER “LA MENTE INCORPORATA”, REF 2013: http://www.recensionifilosofiche.info/2013/03/simonetti-nicola-la-mente-incorporata.html
One of the best books in reporting experiments and implications arising from this discovery is Rizzolatti and Sinigaglia (2006). The central argument of the book is that «the brain that acts is also and above all a brain that understands» (Ib., p.3).
MNs are in these last years the focus of a inter-disciplinary debate about the correct interpretation of the many experiments on MNs between many scientists and philosophers. I take into consideration some of their theories. MN activity, on my view, is more closely related to understanding goal-directed behavior than intentional actions. Although MNs activity may in fact be a mechanism we use to understand goal-directed behavior, it is certainly not logically necessary and sufficient for understanding goal-directed behavior.
pagine: 108
formato: 14 x 21
ISBN: 978-88-548-7356-8
data pubblicazione: Luglio 2014
editore: Aracne
Kim endorses a reductive supervenience, according to which mental causation would be a mere illusion.
I consider Kim’s distinction between “levels” (micro/macro) and “orders” (physical/mental) very interesting and important from a logical and metaphysical point of view to clarify the causal role of some mental properties and notably consciousness (Kim, 1998; 2006).
About mind/body problem I endorse the theories of ontological monism and epistemological dualism.
The discovery of the mirror neurons system (MNS) and its way of working is a good example to understand the previous theories.
According to Rizzolatti and Sinigaglia (2006), it seems that perception, understanding and action are grouped together into a unified mechanism, according to which «the brain that acts is also and above all a brain that understands» (Ib., p.3). Finally, I try to show the theoretical concordance of this discovery with the supervenience reductive theory of mind claimed by Kim (1993, 1996, 1998, 2005).
Il volume di Nicola Simonetti offre un’accurata ricostruzione della filosofia della mente di Jaegwon Kim e ne utilizza le conclusioni al fine di mettere in luce le implicazioni filosofiche dei celebri studi di G. Rizzolati, V. Gallese ed altri sui neuroni specchio, in direzione di una concezione naturalistica del mentale e, quindi, di una soluzione anticartesiana del problema mente-corpo. Poiché la ricostruzione che Simonetti dà del pensiero di Kim è molto chiara e dettagliata e l’uso che egli ne fa per esaminare alcuni aspetti filosofici del dibattito sui neuroni specchio è circostanziato ed appropriato, non priverò il lettore del piacere di leggersi per proprio conto il suo saggio e pertanto mi asterrò dal proporne un inopportuno pre-riassunto."
Il pubblico cui vorremmo sinceramente rivolgerci è quello degli studenti di Scuola Media Superiore, in particolare del triennio liceale, a vario indirizzo, scientifico, sociale, linguistico, ecc., nei cui programmi di scienze e filosofia rileviamo un certa separazione e inadeguatezza rispetto alla attuali ricerche sulla mente. Peraltro già i nuovi testi in adozione hanno cercato di colmare questo importante divario, focalizzando l’attenzione soprattutto su una discussione di tematiche interdisciplinari classiche (come il problema mente-corpo o l’analisi del comportamento sociale, ecc.), ma spesso tale discussione rimane episodica, legata per lo più ad aree di progetto d’indirizzo. Il presente testo vorrebbe essere un ausilio ai docenti, da associarsi al manuale adottato, per affrontare in maniera più sistematica e articolata un percorso di conoscenza e approfondimento, nello specifico, del campo delle scienze cognitive e della filosofia della mente.
La struttura del manuale consiste in due parti. La prima presenta la nascita della scienza cognitiva con i suoi principali modelli rappresentazionali della mente, seguiti dalla vasta schiera delle contemporanee ontologie della mente. Infine affronta un argomento di approfondimento su alcuni concetti di particolare interesse attuale, come la sopravvenienza e la causalità mentale. La seconda parte prende in considerazione la storia delle teorie sulle emozioni con particolare riferimento alla teoria biologica della coscienza e delle emozioni avanzata da Damasio
Papers by Nicola Simonetti
Semir Zeki, in The Vision From Within: Art and Brain, clearly supports the close link between neurological aspects in our brain and the perception and imagination involved in aesthetic activity. The way in which the artist imagines and produces art and the way in which the spectator perceives, sees, interprets this artistic product sheds light on the mechanisms of perception and cognition of man, giving rise to a new discipline of investigation of the human faculties: the “neuro-aesthetics”. In a recent experiment of 2014 the cognitive neuroscientist F. Ticini writes about the outcome of this experiment: «we observed that when the image that preceded the painting (in this case the famous “Starry Night” of Vincent Van Gogh) was congruent with the brushstrokes on the painting, the judgment of the work increased significantly». In short, the work was appreciated more if its observation was preceded by the simulation of the movements made by the artist. I conclude by trying to draw some reflections on school teaching. Both for a teacher and a student, the fruitful "contamination" of different and complementary teaching and learning methods, about which training and refresher courses are hoped for, is a source of cultural and personal growth. Therefore, I hope that these two types of cognitive and visuo-motor teaching and learning modalities are increasingly integrated, in the direction of a global education of the richest and most complete person, within a school that is receptive to the latest investigations and scientific discoveries.
Finally, I believe that the naturalistic phenomenology of Varela and Maturana is closer to the philosophy of complexity, to Bateson's ecological approach and to an evolutionary approach, supported, for example, by the psychobiologist A. Oliverio, in agreement with which I believe it is better the essential adaptive, social and communicative role of the mirror mechanism at a species-specific level can be explained.
Neuroscienze, Arte e Filosofia
NICOLA SIMONETTI 21/05/2018
Lo scorso 17 aprile 2018, presso la Sala Consiliare del Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate, si è svolta la conferenza interdisciplinare dal titolo “Riflessioni sullo Specchio. Neuroscienze, Arte e Filosofia”. Un evento interdisciplinare ideato da Nicola Simonetti, Docente di Filosofia e Storia presso il Liceo delle Arti Felice Casorati di Novara e membro della SFI, Società Filosofica Italiana, con l’avallo Salvatore Palvetti Dirigente Scolastico del suddetto Liceo. Michelangelo Pistoletto, artista internazionale e fondatore a Biella di “Cittadellarte”, insieme Aldo Biolcati, Geriatra, mèntore dell’ AMA, Associazione Malati di Alzheimer, di Novara, di cui fa parte anche Simonetti, sono stati gli ospiti speciali di questa iniziativa moderata dal critico Fortunato D’Amico. L’incontro, ha rappresentato un momento significativo del percorso formativo degli alunni delle classi quarte e quinte del Liceo presenti in sala, un prezioso evento di aggiornamento e di confronto anche con i relatori e gli auditori che hanno assistito alla simposio. Oggetto del dibatto è stato lo “specchio”, inteso sia come metafora dell’identità personale frammentata e distorta nel paziente malato di Alzheimer (nota demenza neurodegenerativa), sia come modalità pittorica e artistica in senso lato, alla ricerca di una oggettività rappresentativa della propria identità soggettiva, che come “meccanismo psicologico”, operante a livello inconscio neurobiologico, di interpretazione dei comportamenti altrui. Aldo Biolcati, ha sottolineando che una persona demente ha molti volti, molti modi di mostrare la faccia della perdita di memoria, ciascuno la sua specifica condizione patologica. Anche se in generale il tipo di demenza più conosciuto è l’Alzheimer, non è l’unico esistente, ma è solo il più comune (50%) . Tale patologia può anche manifestarsi attraverso la difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali . Alcuni malati di Alzheimer possono avere invece solo difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto.
In termini di percezione, essi possono passare davanti a uno specchio e pensare che qualcun altro sia presente nella stanza. Addirittura, in uno stadio neurodegenerativo estremo potrebbero non capire di essere loro la persona nello specchio (agnosia). Lo stadio dello specchio nella vecchiaia rappresenta in qualche modo l’inverso di quello dell’infanzia: l’unità e l’integrità sono percepite come ciò che risiede all’interno, e non all’esterno, del soggetto; così, in questa dinamica, l’immagine che si dipinge nello specchio viene a simbolizzare il rovescio di quella superpotenza che rappresentava per il bambino, riflettendo per il soggetto anziano solo la perturbante ed estrema dipendenza della vecchiaia. Nicola Simonetti ha presentato una sintesi del suo saggio edito da Diogene Multimedia e una prefazione curata dal Genetista Edoardo Boncinelli, dal titolo “Lo specchio della mente. Il problema mente-corpo e i neuroni specchio 2016”. L’autore ha raccontato brevemente la storia della scoperta dei cosiddetti “neuroni specchio” negli Anni ’80-’90 del secolo scorso, ad opera del team parmense di neuroscienziati capeggiati da Giacomo Rizzolatti. I neuroni specchio sono stati chiamati così in quanto si attivano, come esemplificato dai moltissimi esperimenti compiuti e in fieri, sia quando svolgiamo un’azione motoria indirizzata a uno scopo (neuroni motori) sia quando osserviamo qualcuno che sta agendo o intende agire, manifestando uno scopo, per esempio con una espressione facciale, in modo del tutto involontario e inconsapevole, attraverso un “meccanismo” di “risonanza” e simulazione a livello neurale. Questi neuroni specchio, quindi, si attivano nel cervello dell’osservatore in modo almeno duplice, ovvero per eseguire un movimento con uno scopo, ma anche per interpretare il comportamento o l’espressione altrui, in modo pre-concettuale e pre-linguistico, fondando anche il fenomeno dell’empatia, così diffuso nella specie umana e in molte specie animali. Tale scoperta ha aperto un ampio dibattito interdisciplinare tuttora in corso in quanto è controversa la sua portata nella spiegazione dei comportamenti cognitivi.
L’intervento di Michelangelo Pistoletto ha messo in evidenza il tema indagando come nella storia dell’arte la scoperta dello specchio coincida con quella dell’autoritratto e quindi come quella di uno strumento utile per rappresentare la propria identità personale. Questo naturalmente sino all’invenzione della fotografia nell’ ‘800, che ha costretto l’arte a modificare il proprio ruolo non più legato alla rappresentazione dell’apparenza, ma alla ricerca dell’essenza psicologica più profonda. I movimenti artistici, Cubismo, Surrealismo, Espressionismo, Astrattismo, e in generale le avanguardie artistiche del novecento, sono una conseguenza della rivoluzione tecnologica che per tutto il secolo scorso ha travolto la produzione delle immagini tradizionali e ha portato i suoi protagonisti ad indagare nuove strade di ricerca e di interrogarsi sulla condizione e sulla funzione dell’arte contemporanea. E’ proprio lo specchio lo strumento fondamentale per la ricerca dell’oggettività, della propria identità personale, che ha consentito a Michelangelo Pistoletto di progredire nello studio delle relazioni che legano il mondo oggettivo e soggettivo, la permanenza e la precarietà dell’immagine, il rapporto tra passato e futuro e la loro continua sintesi nel presente ricerca ampia e interdisciplinare di cui oggi riusciamo a coglierne. Già agli inizi della sua attività ha incominciato a trasformare la tela in un elemento riflettente, utilizzando smalti, fondi in oro e argento e poi superfici metalliche che con il loro piano lucido a specchio hanno consentito al pubblico di diventare protagonista dentro un’opera d’arte mutevole. Il lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto per la sua indole fenomenologica è di grande interesse scientifico, perché attiva intorno a sé relazioni e aperture interdisciplinari che ampliano il sapere in direzione di una condivisione della conoscenza e di orizzonti ideali.
One of the best books in reporting experiments and implications arising from this discovery is Rizzolatti and Sinigaglia (2006). The central argument of the book is that «the brain that acts is also and above all a brain that understands» (Ib., p.3).
MNs are in these last years the focus of a inter-disciplinary debate about the correct interpretation of the many experiments on MNs between many scientists and philosophers. I take into consideration some of their theories. MN activity, on my view, is more closely related to understanding goal-directed behavior than intentional actions. Although MNs activity may in fact be a mechanism we use to understand goal-directed behavior, it is certainly not logically necessary and sufficient for understanding goal-directed behavior.
Dalla “Prefazione” di Edoardo Boncinelli
In una prima parte l’autore delinea con mano sicura i tratti fondamentali di ciò che si sa e di ciò che ci piacerebbe sapere sulla mente e sul suo funzionamento, in relazione a una visione il più possibile naturalistica del mondo. Il panorama è vastissimo e la sola elencazione dei diversi punti di vista che si sono imposti all’attenzione generale richiederebbe pagine e pagine. Non mi ci provo neppure, quindi, ma posso tranquillamente dire che questa sorta di “ripasso” della lezione è stata utile anche per me, appassionato di neuroscienze da anni e “furioso” lettore di quanto si pubblica sull’argomento. Il punto fondamentale è rappresentato per me dall’ampiezza delle informazioni e dalla misura e dall’equilibrio con cui sono riportate. Persone colte ce ne sono tante, ma persone colte ed equilibrate e magari non ideologiche molto poche, purtroppo. Nella parte finale viene affrontato l’argomento dei cosiddetti neuroni specchio, oggetto di una grande scoperta scientifica, ma anche di speculazioni selvagge di tutti i tipi, purtroppo anche a opera di alcuni degli scopritori. Oggi tutto è conseguenza, diretta e indiretta, dei neuroni specchio, come se il romanzo, il teatro, il cinema – ma anche la pornografia – la pietà, la commiserazione e l’immedesimazione, oggi detta prevalentemente empatia, fossero cose nuove delle quali non abbiamo mai sentito parlare e sulle quali non abbiamo mai riflettuto. O forse è proprio così. Per evitare il ripetersi di inconvenienti del genere, è opportuno informarsi su opere aggiornate e meditate come questa. Che gioca in fondo sul modo in cui le cose di natura possono essere viste dalla prospettiva della cultura, anzi, della Cultura.
RECENSIONE DI F. ARMEZZANI PER “LA MENTE INCORPORATA”, REF 2013: http://www.recensionifilosofiche.info/2013/03/simonetti-nicola-la-mente-incorporata.html
One of the best books in reporting experiments and implications arising from this discovery is Rizzolatti and Sinigaglia (2006). The central argument of the book is that «the brain that acts is also and above all a brain that understands» (Ib., p.3).
MNs are in these last years the focus of a inter-disciplinary debate about the correct interpretation of the many experiments on MNs between many scientists and philosophers. I take into consideration some of their theories. MN activity, on my view, is more closely related to understanding goal-directed behavior than intentional actions. Although MNs activity may in fact be a mechanism we use to understand goal-directed behavior, it is certainly not logically necessary and sufficient for understanding goal-directed behavior.
pagine: 108
formato: 14 x 21
ISBN: 978-88-548-7356-8
data pubblicazione: Luglio 2014
editore: Aracne
Kim endorses a reductive supervenience, according to which mental causation would be a mere illusion.
I consider Kim’s distinction between “levels” (micro/macro) and “orders” (physical/mental) very interesting and important from a logical and metaphysical point of view to clarify the causal role of some mental properties and notably consciousness (Kim, 1998; 2006).
About mind/body problem I endorse the theories of ontological monism and epistemological dualism.
The discovery of the mirror neurons system (MNS) and its way of working is a good example to understand the previous theories.
According to Rizzolatti and Sinigaglia (2006), it seems that perception, understanding and action are grouped together into a unified mechanism, according to which «the brain that acts is also and above all a brain that understands» (Ib., p.3). Finally, I try to show the theoretical concordance of this discovery with the supervenience reductive theory of mind claimed by Kim (1993, 1996, 1998, 2005).
Il volume di Nicola Simonetti offre un’accurata ricostruzione della filosofia della mente di Jaegwon Kim e ne utilizza le conclusioni al fine di mettere in luce le implicazioni filosofiche dei celebri studi di G. Rizzolati, V. Gallese ed altri sui neuroni specchio, in direzione di una concezione naturalistica del mentale e, quindi, di una soluzione anticartesiana del problema mente-corpo. Poiché la ricostruzione che Simonetti dà del pensiero di Kim è molto chiara e dettagliata e l’uso che egli ne fa per esaminare alcuni aspetti filosofici del dibattito sui neuroni specchio è circostanziato ed appropriato, non priverò il lettore del piacere di leggersi per proprio conto il suo saggio e pertanto mi asterrò dal proporne un inopportuno pre-riassunto."
Il pubblico cui vorremmo sinceramente rivolgerci è quello degli studenti di Scuola Media Superiore, in particolare del triennio liceale, a vario indirizzo, scientifico, sociale, linguistico, ecc., nei cui programmi di scienze e filosofia rileviamo un certa separazione e inadeguatezza rispetto alla attuali ricerche sulla mente. Peraltro già i nuovi testi in adozione hanno cercato di colmare questo importante divario, focalizzando l’attenzione soprattutto su una discussione di tematiche interdisciplinari classiche (come il problema mente-corpo o l’analisi del comportamento sociale, ecc.), ma spesso tale discussione rimane episodica, legata per lo più ad aree di progetto d’indirizzo. Il presente testo vorrebbe essere un ausilio ai docenti, da associarsi al manuale adottato, per affrontare in maniera più sistematica e articolata un percorso di conoscenza e approfondimento, nello specifico, del campo delle scienze cognitive e della filosofia della mente.
La struttura del manuale consiste in due parti. La prima presenta la nascita della scienza cognitiva con i suoi principali modelli rappresentazionali della mente, seguiti dalla vasta schiera delle contemporanee ontologie della mente. Infine affronta un argomento di approfondimento su alcuni concetti di particolare interesse attuale, come la sopravvenienza e la causalità mentale. La seconda parte prende in considerazione la storia delle teorie sulle emozioni con particolare riferimento alla teoria biologica della coscienza e delle emozioni avanzata da Damasio
Semir Zeki, in The Vision From Within: Art and Brain, clearly supports the close link between neurological aspects in our brain and the perception and imagination involved in aesthetic activity. The way in which the artist imagines and produces art and the way in which the spectator perceives, sees, interprets this artistic product sheds light on the mechanisms of perception and cognition of man, giving rise to a new discipline of investigation of the human faculties: the “neuro-aesthetics”. In a recent experiment of 2014 the cognitive neuroscientist F. Ticini writes about the outcome of this experiment: «we observed that when the image that preceded the painting (in this case the famous “Starry Night” of Vincent Van Gogh) was congruent with the brushstrokes on the painting, the judgment of the work increased significantly». In short, the work was appreciated more if its observation was preceded by the simulation of the movements made by the artist. I conclude by trying to draw some reflections on school teaching. Both for a teacher and a student, the fruitful "contamination" of different and complementary teaching and learning methods, about which training and refresher courses are hoped for, is a source of cultural and personal growth. Therefore, I hope that these two types of cognitive and visuo-motor teaching and learning modalities are increasingly integrated, in the direction of a global education of the richest and most complete person, within a school that is receptive to the latest investigations and scientific discoveries.
Finally, I believe that the naturalistic phenomenology of Varela and Maturana is closer to the philosophy of complexity, to Bateson's ecological approach and to an evolutionary approach, supported, for example, by the psychobiologist A. Oliverio, in agreement with which I believe it is better the essential adaptive, social and communicative role of the mirror mechanism at a species-specific level can be explained.
Neuroscienze, Arte e Filosofia
NICOLA SIMONETTI 21/05/2018
Lo scorso 17 aprile 2018, presso la Sala Consiliare del Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate, si è svolta la conferenza interdisciplinare dal titolo “Riflessioni sullo Specchio. Neuroscienze, Arte e Filosofia”. Un evento interdisciplinare ideato da Nicola Simonetti, Docente di Filosofia e Storia presso il Liceo delle Arti Felice Casorati di Novara e membro della SFI, Società Filosofica Italiana, con l’avallo Salvatore Palvetti Dirigente Scolastico del suddetto Liceo. Michelangelo Pistoletto, artista internazionale e fondatore a Biella di “Cittadellarte”, insieme Aldo Biolcati, Geriatra, mèntore dell’ AMA, Associazione Malati di Alzheimer, di Novara, di cui fa parte anche Simonetti, sono stati gli ospiti speciali di questa iniziativa moderata dal critico Fortunato D’Amico. L’incontro, ha rappresentato un momento significativo del percorso formativo degli alunni delle classi quarte e quinte del Liceo presenti in sala, un prezioso evento di aggiornamento e di confronto anche con i relatori e gli auditori che hanno assistito alla simposio. Oggetto del dibatto è stato lo “specchio”, inteso sia come metafora dell’identità personale frammentata e distorta nel paziente malato di Alzheimer (nota demenza neurodegenerativa), sia come modalità pittorica e artistica in senso lato, alla ricerca di una oggettività rappresentativa della propria identità soggettiva, che come “meccanismo psicologico”, operante a livello inconscio neurobiologico, di interpretazione dei comportamenti altrui. Aldo Biolcati, ha sottolineando che una persona demente ha molti volti, molti modi di mostrare la faccia della perdita di memoria, ciascuno la sua specifica condizione patologica. Anche se in generale il tipo di demenza più conosciuto è l’Alzheimer, non è l’unico esistente, ma è solo il più comune (50%) . Tale patologia può anche manifestarsi attraverso la difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali . Alcuni malati di Alzheimer possono avere invece solo difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto.
In termini di percezione, essi possono passare davanti a uno specchio e pensare che qualcun altro sia presente nella stanza. Addirittura, in uno stadio neurodegenerativo estremo potrebbero non capire di essere loro la persona nello specchio (agnosia). Lo stadio dello specchio nella vecchiaia rappresenta in qualche modo l’inverso di quello dell’infanzia: l’unità e l’integrità sono percepite come ciò che risiede all’interno, e non all’esterno, del soggetto; così, in questa dinamica, l’immagine che si dipinge nello specchio viene a simbolizzare il rovescio di quella superpotenza che rappresentava per il bambino, riflettendo per il soggetto anziano solo la perturbante ed estrema dipendenza della vecchiaia. Nicola Simonetti ha presentato una sintesi del suo saggio edito da Diogene Multimedia e una prefazione curata dal Genetista Edoardo Boncinelli, dal titolo “Lo specchio della mente. Il problema mente-corpo e i neuroni specchio 2016”. L’autore ha raccontato brevemente la storia della scoperta dei cosiddetti “neuroni specchio” negli Anni ’80-’90 del secolo scorso, ad opera del team parmense di neuroscienziati capeggiati da Giacomo Rizzolatti. I neuroni specchio sono stati chiamati così in quanto si attivano, come esemplificato dai moltissimi esperimenti compiuti e in fieri, sia quando svolgiamo un’azione motoria indirizzata a uno scopo (neuroni motori) sia quando osserviamo qualcuno che sta agendo o intende agire, manifestando uno scopo, per esempio con una espressione facciale, in modo del tutto involontario e inconsapevole, attraverso un “meccanismo” di “risonanza” e simulazione a livello neurale. Questi neuroni specchio, quindi, si attivano nel cervello dell’osservatore in modo almeno duplice, ovvero per eseguire un movimento con uno scopo, ma anche per interpretare il comportamento o l’espressione altrui, in modo pre-concettuale e pre-linguistico, fondando anche il fenomeno dell’empatia, così diffuso nella specie umana e in molte specie animali. Tale scoperta ha aperto un ampio dibattito interdisciplinare tuttora in corso in quanto è controversa la sua portata nella spiegazione dei comportamenti cognitivi.
L’intervento di Michelangelo Pistoletto ha messo in evidenza il tema indagando come nella storia dell’arte la scoperta dello specchio coincida con quella dell’autoritratto e quindi come quella di uno strumento utile per rappresentare la propria identità personale. Questo naturalmente sino all’invenzione della fotografia nell’ ‘800, che ha costretto l’arte a modificare il proprio ruolo non più legato alla rappresentazione dell’apparenza, ma alla ricerca dell’essenza psicologica più profonda. I movimenti artistici, Cubismo, Surrealismo, Espressionismo, Astrattismo, e in generale le avanguardie artistiche del novecento, sono una conseguenza della rivoluzione tecnologica che per tutto il secolo scorso ha travolto la produzione delle immagini tradizionali e ha portato i suoi protagonisti ad indagare nuove strade di ricerca e di interrogarsi sulla condizione e sulla funzione dell’arte contemporanea. E’ proprio lo specchio lo strumento fondamentale per la ricerca dell’oggettività, della propria identità personale, che ha consentito a Michelangelo Pistoletto di progredire nello studio delle relazioni che legano il mondo oggettivo e soggettivo, la permanenza e la precarietà dell’immagine, il rapporto tra passato e futuro e la loro continua sintesi nel presente ricerca ampia e interdisciplinare di cui oggi riusciamo a coglierne. Già agli inizi della sua attività ha incominciato a trasformare la tela in un elemento riflettente, utilizzando smalti, fondi in oro e argento e poi superfici metalliche che con il loro piano lucido a specchio hanno consentito al pubblico di diventare protagonista dentro un’opera d’arte mutevole. Il lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto per la sua indole fenomenologica è di grande interesse scientifico, perché attiva intorno a sé relazioni e aperture interdisciplinari che ampliano il sapere in direzione di una condivisione della conoscenza e di orizzonti ideali.
One of the best books in reporting experiments and implications arising from this discovery is Rizzolatti and Sinigaglia (2006). The central argument of the book is that «the brain that acts is also and above all a brain that understands» (Ib., p.3).
MNs are in these last years the focus of a inter-disciplinary debate about the correct interpretation of the many experiments on MNs between many scientists and philosophers. I take into consideration some of their theories. MN activity, on my view, is more closely related to understanding goal-directed behavior than intentional actions. Although MNs activity may in fact be a mechanism we use to understand goal-directed behavior, it is certainly not logically necessary and sufficient for understanding goal-directed behavior.
In the first Part I take into consideration the history of the mirror neurons discovery from the staff of neurologists led by the Parma team of Rizzolatti, Fadiga, Fogassi e Gallese in the 90s (the announcement of the discovery dates back to 1996) and its fundamental interpretations, making use of the book of Giacomo Rizzolatti and Corrado Sinigaglia, Mirrors in the Brain. How Our Minds Share Actions and Emotions, 2008 – Oxford University Press, from the original one in Italian, published by Raffaello Cortina Editore, Milan 2006.
These fundamental interpretations are: 1) motor and cognitive processes are non separated but very tied because they are activated by some common groups of bimodal neurons which fire both when we act and observe an action (“neural embodied simulation”); 2) mirror neurons system would permit an immediate understanding of the intentions in the actions of other individuals (“affordance understanding”); 3) our imitative and communicative capacity through a gesture and verbal language would be the result of an evolutionary process in which mirror neurons system had and has a crucial role; 4) the immediate (non cognitive) understanding of the basic emotions of others (such as disgust, fear, happiness, etc.), already well observed by C. Darwin in animals, would arise from our mirror neurons system and would be the necessary prerequisite for that “empathic behaviour” which underlies much of our inter-relationships.
In the second Part I try to clarify the theoretical concordance which I find between this discovery and a reductive theory of mind, and particularly the supervenience reductive theory of mind claimed by Jaegwon Kim (1993; 1998; 2005).
Indeed, it seems to me that the way in which the so-called “mirror system” works is theoretically compatible with some crucial concepts and principles in the metaphysics of mind by Kim. Notably, they are: 1) the concept of reductive psychophysical supervenience, according to which a mental property is realized by a species-specific physical/neural property, making use of a functional model of reduction; 2) the pre-emption of a physical cause on a mental cause and the redundancy and unintelligibility of mental causation; 3) the principle of physical causal closure, according to which there are causes in a genuine sense only in the physical domain; 4) the multi-layered metaphysical model of the world, which distinguishes between ontological “levels” (micro/macro properties) and theoretical/conceptual “orders” (physical, mental, social, etc.).
In the first part I take into consideration the history of the mirror neurons discovery from the staff of neurologists led by the Parma team of Rizzolatti, Jacoboni, Gallese, etc. in the 90s (the announcement of the discovery dates back to 1996) and its fundamental interpretations, making use of the book of Giacomo Rizzolatti and Corrado Sinigaglia, Mirrors in the Brain. How Our Minds Share Actions and Emotions, 2008 – Oxford University Press. These fundamental interpretations are: 1) motor and cognitive processes are non separated but very tied because they are activated by some common groups of bimodal neurons which fire both when we act and observe an action (“neural embodied simulation”); 2) mirror neurons system would permit an immediate understanding of the intentions in the actions of other individuals (“affordance understanding”); 3) our imitative and communicative capacity through a gesture and verbal language would be the result of an evolutionary process in which mirror neurons system had and has a crucial role; 4) the immediate (non cognitive) understanding of the basic emotions of others (such as disgust, fear, happiness, etc.), already well observed by C. Darwin in animals, would arise from our mirror neurons system and would be the necessary prerequisite for that “empathic behaviour” which underlies much of our inter-relationships.
In the second part I try to clarify the theoretical concordance that I find between this discovery and a reductive theory of mind, and particularly with the supervenience reductive theory of mind claimed by Jaegwon Kim (1993; 1998; 2005).
Indeed, it seems to me that the way in which the so-called “mirror system” works is theoretically compatible with some crucial concepts and principles in the metaphysics of mind by Kim. Notably, they are: 1) the concept of reductive psychophysical supervenience, according to which a mental property is realized by a species-specific physical/neural property, making use of a functional model of reduction; 2) the pre-emption of a physical cause on a mental cause and the redundancy and unintelligibility of mental causation; 3) the principle of physical causal closure, according to which there are causes in a genuine sense only in the physical domain; 4) the multi-layered metaphysical model of the world, which distinguishes between ontological “levels” (micro/macro properties) and theoretical/conceptual “orders” (physical, mental, social, etc.).
This principle doesn’t state that things psychologically indiscernible must be therefore alike in every physical character, but only the converse thesis.
Kim criticizes the idea from Davidson (1970) of an anti-reductive supervenience, embracing that of a reductive supervenience, according to which mental causation would be a mere illusion.
Dulcis in fundo, I consider Kim’s distinction between “levels” (micro/macro) and “orders” (physical/mental) very interesting and important from a logical and metaphysical point of view to clarify the causal role of some mental properties and notably consciousness (Kim, 1998; 2006).
In the first Part I take into consideration the history of the mirror neurons discovery from the staff of neurologists led by the Parma team of Rizzolatti, Fadiga, Fogassi, Gallese, etc. in the 90s (the announcement of the discovery dates back to 1996 on the Annual Review of Neuroscience) and its fundamental interpretations, making use of the book of Giacomo Rizzolatti & Corrado Sinigaglia, Mirrors in the Brain. How Our Minds Share Actions and Emotions, 2008 – Oxford University Press, from the original one in Italian published by Raffaello Cortina Editor, Milan 2006.
In the Second Part I take into consideration the debate on mirror
neurons that has opened from their discovery in the ’90s and
that is particularly fruitful and interesting in these last years.
In particular I want to shed light and analyze some significant
statements and reflections on the explanatory role of mirror
neurons by the protagonists of the current debate:
neuroscientists, cognitive scientists, psychologists and
philosophers of mind, namely G. Rizzolatti, V. Gallese,
A. Caramazza, A. Goldman, P. Jacob, etc.
In the third part I try to clarify the theoretical concordance which I
find between this discovery and a reductive theory of mind, notably
the supervenience reductive theory of mind claimed by
Jaegwon Kim (1993; 1998; 2005).
Indeed, it seems to me that the way in which the so-called “mirror
system” works is theoretically compatible with some crucial
concepts and principles in the metaphysics of mind by Kim.
In the first Part I take into consideration the history of the mirror neurons discovery from the staff of neurologists led by the Parma team of Rizzolatti, Fadiga, Fogassi, Gallese, etc. in the 90s (the announcement of the discovery dates back to 1996 on the Annual Review of Neuroscience) and its fundamental interpretations, making use of the book of Giacomo Rizzolatti & Corrado Sinigaglia, Mirrors in the Brain. How Our Minds Share Actions and Emotions, 2008 – Oxford University Press, from the original one in Italian published by Raffaello Cortina Editor, Milan 2006.
In the Second Part I take into consideration the debate on mirror
neurons that has opened from their discovery in the ’90s and
that is particularly fruitful and interesting in these last years.
In particular I want to shed light and analyze some significant
statements and reflections on the explanatory role of mirror
neurons by the protagonists of the current debate:
neuroscientists, cognitive scientists, psychologists and
philosophers of mind, namely G. Rizzolatti, V. Gallese,
A. Caramazza, A. Goldman, P. Jacob, etc.
In the Third Part I try to clarify the theoretical concordance which I find between this discovery and a reductive theory of mind, notably the supervenience reductive theory of mind claimed by
Jaegwon Kim (1993; 1998; 2005).
Indeed, it seems to me that the way in which the so-called “mirror
system” works is theoretically compatible with some crucial
concepts and principles in the metaphysics of mind by Kim.
In the first Part I take into consideration the history of the mirror neurons discovery from the staff of neurologists led by the Parma team of Rizzolatti, Fadiga, Fogassi, Gallese, etc. in the 90s (the announcement of the discovery dates back to 1996 on the Annual Review of Neuroscience) and its fundamental interpretations, making use of the book of Giacomo Rizzolatti & Corrado Sinigaglia, Mirrors in the Brain. How Our Minds Share Actions and Emotions, 2008 – Oxford University Press, from the original one in Italian published by Raffaello Cortina Editor, Milan 2006.
In the Second Part I take into consideration the debate on mirror
neurons that has opened from their discovery in the ’90s and
that is particularly fruitful and interesting in these last years.
In particular I want to shed light and analyze some significant
statements and reflections on the explanatory role of mirror
neurons by the protagonists of the current debate:
neuroscientists, cognitive scientists, psychologists and
philosophers of mind, namely G. Rizzolatti, V. Gallese,
A. Caramazza, A. Goldman, P. Jacob, etc.
In the Third Part I try to clarify the theoretical concordance which I find between this discovery and a reductive theory of mind, notably the supervenience reductive theory of mind claimed by
Jaegwon Kim (1993; 1998; 2005).
Indeed, it seems to me that the way in which the so-called “mirror
system” works is theoretically compatible with some crucial
concepts and principles in the metaphysics of mind by Kim.
In the first Part I take into consideration the history of the mirror neurons discovery from the staff of neurologists led by the Parma team of Rizzolatti, Fadiga, Fogassi, Gallese, etc. in the 90s (the announcement of the discovery dates back to 1996 on the Annual Review of Neuroscience) and its fundamental interpretations, making use of the book of Giacomo Rizzolatti & Corrado Sinigaglia, Mirrors in the Brain. How Our Minds Share Actions and Emotions, 2008 – Oxford University Press, from the original one in Italian published by Raffaello Cortina Editor, Milan 2006.
In the Second Part I take into consideration the debate on mirror
neurons that has opened from their discovery in the ’90s and
that is particularly fruitful and interesting in these last years.
In particular I want to shed light and analyze some significant
statements and reflections on the explanatory role of mirror
neurons by the protagonists of the current debate:
neuroscientists, cognitive scientists, psychologists and
philosophers of mind, namely G. Rizzolatti, V. Gallese,
A. Caramazza, A. Goldman, P. Jacob, etc.
In the Third Part I try to clarify the theoretical concordance which I find between this discovery and a reductive theory of mind, notably the supervenience reductive theory of mind claimed by
Jaegwon Kim (1993; 1998; 2005).
Indeed, it seems to me that the way in which the so-called “mirror
system” works is theoretically compatible with some crucial
concepts and principles in the metaphysics of mind by Kim.
as you probably know, it is very difficult for an italian researcher to have funds for a genuine and challenging research in every field, but this is not a good reason for abandoning research, which is the lifeblood for a modern and civilized country.
So, if you concretely want to recognize and support my commitment for research in Cognitive Sciences (notably Neurosciences and Philosophy of Mind), write to me privately ([email protected]) for a safe donation and/or to buy original copies of my research works.
Thank you in advance for your kindness and shared love for research!
Per aspera ad astra!
NikeLaos
http://simonettin.wix.com/supervenience
as you probably know, it is very difficult for an italian researcher to have funds for a genuine and challenging research in every field, but this is not a good reason for abandoning research, which is the lifeblood for a modern and civilized country.
So, if you concretely want to recognize and support my commitment for research in Cognitive Sciences (notably Neurosciences and Philosophy of Mind), write to me privately ([email protected]) for a safe donation and/or to buy original copies of my research works.
Thank you in advance for your kindness and shared love for research!
Per aspera ad astra semper!
NikeLaos
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as you probably know, it is very difficult for an italian researcher to have funds for a genuine and challenging research in every field, but this is not a good reason for abandoning research, which is the lifeblood for a modern and civilized country.
So, if you concretely want to recognize and support my commitment for research in Cognitive Sciences (notably Neurosciences and Philosophy of Mind), write to me privately ([email protected]) for a safe donation and/or to buy original copies of my research works.
Thank you in advance for your kindness and shared love for research!
Per aspera ad astra!
NikeLaos
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Nella II SEZIONE prendo invece in considerazione lo stretto rapporto tra neuroscienze e scienze cognitive nell’affrontare il classico mind-body problem, esplicitando la mia visione e affrontando in sintesi, in conclusione, la storia della scoperta dei neuroni specchio con le sue principali interpretazioni e implicazioni teoretiche, e infine la concordanza che io ravviso tra tale scoperta e il modello riduzionista della sopravvenienza di Kim.
Neuroscienze, Arte e Filosofia
NICOLA SIMONETTI 21/05/2018
Lo scorso 17 aprile 2018, presso la Sala Consiliare del Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate, si è svolta la conferenza interdisciplinare dal titolo “Riflessioni sullo Specchio. Neuroscienze, Arte e Filosofia”. Un evento interdisciplinare ideato da Nicola Simonetti, Docente di Filosofia e Storia presso il Liceo delle Arti Felice Casorati di Novara e membro della SFI, Società Filosofica Italiana, con l’avallo Salvatore Palvetti Dirigente Scolastico del suddetto Liceo. Michelangelo Pistoletto, artista internazionale e fondatore a Biella di “Cittadellarte”, insieme Aldo Biolcati, Geriatra, mèntore dell’ AMA, Associazione Malati di Alzheimer, di Novara, di cui fa parte anche Simonetti, sono stati gli ospiti speciali di questa iniziativa moderata dal critico Fortunato D’Amico. L’incontro, ha rappresentato un momento significativo del percorso formativo degli alunni delle classi quarte e quinte del Liceo presenti in sala, un prezioso evento di aggiornamento e di confronto anche con i relatori e gli auditori che hanno assistito alla simposio. Oggetto del dibatto è stato lo “specchio”, inteso sia come metafora dell’identità personale frammentata e distorta nel paziente malato di Alzheimer (nota demenza neurodegenerativa), sia come modalità pittorica e artistica in senso lato, alla ricerca di una oggettività rappresentativa della propria identità soggettiva, che come “meccanismo psicologico”, operante a livello inconscio neurobiologico, di interpretazione dei comportamenti altrui. Aldo Biolcati, ha sottolineando che una persona demente ha molti volti, molti modi di mostrare la faccia della perdita di memoria, ciascuno la sua specifica condizione patologica. Anche se in generale il tipo di demenza più conosciuto è l’Alzheimer, non è l’unico esistente, ma è solo il più comune (50%) . Tale patologia può anche manifestarsi attraverso la difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali . Alcuni malati di Alzheimer possono avere invece solo difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto.
In termini di percezione, essi possono passare davanti a uno specchio e pensare che qualcun altro sia presente nella stanza. Addirittura, in uno stadio neurodegenerativo estremo potrebbero non capire di essere loro la persona nello specchio (agnosia). Lo stadio dello specchio nella vecchiaia rappresenta in qualche modo l’inverso di quello dell’infanzia: l’unità e l’integrità sono percepite come ciò che risiede all’interno, e non all’esterno, del soggetto; così, in questa dinamica, l’immagine che si dipinge nello specchio viene a simbolizzare il rovescio di quella superpotenza che rappresentava per il bambino, riflettendo per il soggetto anziano solo la perturbante ed estrema dipendenza della vecchiaia. Nicola Simonetti ha presentato una sintesi del suo saggio edito da Diogene Multimedia e una prefazione curata dal Genetista Edoardo Boncinelli, dal titolo “Lo specchio della mente. Il problema mente-corpo e i neuroni specchio 2016”. L’autore ha raccontato brevemente la storia della scoperta dei cosiddetti “neuroni specchio” negli Anni ’80-’90 del secolo scorso, ad opera del team parmense di neuroscienziati capeggiati da Giacomo Rizzolatti. I neuroni specchio sono stati chiamati così in quanto si attivano, come esemplificato dai moltissimi esperimenti compiuti e in fieri, sia quando svolgiamo un’azione motoria indirizzata a uno scopo (neuroni motori) sia quando osserviamo qualcuno che sta agendo o intende agire, manifestando uno scopo, per esempio con una espressione facciale, in modo del tutto involontario e inconsapevole, attraverso un “meccanismo” di “risonanza” e simulazione a livello neurale. Questi neuroni specchio, quindi, si attivano nel cervello dell’osservatore in modo almeno duplice, ovvero per eseguire un movimento con uno scopo, ma anche per interpretare il comportamento o l’espressione altrui, in modo pre-concettuale e pre-linguistico, fondando anche il fenomeno dell’empatia, così diffuso nella specie umana e in molte specie animali. Tale scoperta ha aperto un ampio dibattito interdisciplinare tuttora in corso in quanto è controversa la sua portata nella spiegazione dei comportamenti cognitivi.
L’intervento di Michelangelo Pistoletto ha messo in evidenza il tema indagando come nella storia dell’arte la scoperta dello specchio coincida con quella dell’autoritratto e quindi come quella di uno strumento utile per rappresentare la propria identità personale. Questo naturalmente sino all’invenzione della fotografia nell’ ‘800, che ha costretto l’arte a modificare il proprio ruolo non più legato alla rappresentazione dell’apparenza, ma alla ricerca dell’essenza psicologica più profonda. I movimenti artistici, Cubismo, Surrealismo, Espressionismo, Astrattismo, e in generale le avanguardie artistiche del novecento, sono una conseguenza della rivoluzione tecnologica che per tutto il secolo scorso ha travolto la produzione delle immagini tradizionali e ha portato i suoi protagonisti ad indagare nuove strade di ricerca e di interrogarsi sulla condizione e sulla funzione dell’arte contemporanea. E’ proprio lo specchio lo strumento fondamentale per la ricerca dell’oggettività, della propria identità personale, che ha consentito a Michelangelo Pistoletto di progredire nello studio delle relazioni che legano il mondo oggettivo e soggettivo, la permanenza e la precarietà dell’immagine, il rapporto tra passato e futuro e la loro continua sintesi nel presente ricerca ampia e interdisciplinare di cui oggi riusciamo a coglierne. Già agli inizi della sua attività ha incominciato a trasformare la tela in un elemento riflettente, utilizzando smalti, fondi in oro e argento e poi superfici metalliche che con il loro piano lucido a specchio hanno consentito al pubblico di diventare protagonista dentro un’opera d’arte mutevole. Il lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto per la sua indole fenomenologica è di grande interesse scientifico, perché attiva intorno a sé relazioni e aperture interdisciplinari che ampliano il sapere in direzione di una condivisione della conoscenza e di orizzonti ideali.
https://www.lastampa.it/2018/05/21/blogs/culturanatura/riflessioni-sullo-specchio-AJGJLThmix6iMI4kfWtp5L/pagina.html
Neuroscienze, Arte e Filosofia
NICOLA SIMONETTI 21/05/2018
Lo scorso 17 aprile 2018, presso la Sala Consiliare del Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate, si è svolta la conferenza interdisciplinare dal titolo “Riflessioni sullo Specchio. Neuroscienze, Arte e Filosofia”. Un evento interdisciplinare ideato da Nicola Simonetti, Docente di Filosofia e Storia presso il Liceo delle Arti Felice Casorati di Novara e membro della SFI, Società Filosofica Italiana, con l’avallo Salvatore Palvetti Dirigente Scolastico del suddetto Liceo. Michelangelo Pistoletto, artista internazionale e fondatore a Biella di “Cittadellarte”, insieme Aldo Biolcati, Geriatra, mèntore dell’ AMA, Associazione Malati di Alzheimer, di Novara, di cui fa parte anche Simonetti, sono stati gli ospiti speciali di questa iniziativa moderata dal critico Fortunato D’Amico. L’incontro, ha rappresentato un momento significativo del percorso formativo degli alunni delle classi quarte e quinte del Liceo presenti in sala, un prezioso evento di aggiornamento e di confronto anche con i relatori e gli auditori che hanno assistito alla simposio. Oggetto del dibatto è stato lo “specchio”, inteso sia come metafora dell’identità personale frammentata e distorta nel paziente malato di Alzheimer (nota demenza neurodegenerativa), sia come modalità pittorica e artistica in senso lato, alla ricerca di una oggettività rappresentativa della propria identità soggettiva, che come “meccanismo psicologico”, operante a livello inconscio neurobiologico, di interpretazione dei comportamenti altrui. Aldo Biolcati, ha sottolineando che una persona demente ha molti volti, molti modi di mostrare la faccia della perdita di memoria, ciascuno la sua specifica condizione patologica. Anche se in generale il tipo di demenza più conosciuto è l’Alzheimer, non è l’unico esistente, ma è solo il più comune (50%) . Tale patologia può anche manifestarsi attraverso la difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali . Alcuni malati di Alzheimer possono avere invece solo difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto.
In termini di percezione, essi possono passare davanti a uno specchio e pensare che qualcun altro sia presente nella stanza. Addirittura, in uno stadio neurodegenerativo estremo potrebbero non capire di essere loro la persona nello specchio (agnosia). Lo stadio dello specchio nella vecchiaia rappresenta in qualche modo l’inverso di quello dell’infanzia: l’unità e l’integrità sono percepite come ciò che risiede all’interno, e non all’esterno, del soggetto; così, in questa dinamica, l’immagine che si dipinge nello specchio viene a simbolizzare il rovescio di quella superpotenza che rappresentava per il bambino, riflettendo per il soggetto anziano solo la perturbante ed estrema dipendenza della vecchiaia. Nicola Simonetti ha presentato una sintesi del suo saggio edito da Diogene Multimedia e una prefazione curata dal Genetista Edoardo Boncinelli, dal titolo “Lo specchio della mente. Il problema mente-corpo e i neuroni specchio 2016”. L’autore ha raccontato brevemente la storia della scoperta dei cosiddetti “neuroni specchio” negli Anni ’80-’90 del secolo scorso, ad opera del team parmense di neuroscienziati capeggiati da Giacomo Rizzolatti. I neuroni specchio sono stati chiamati così in quanto si attivano, come esemplificato dai moltissimi esperimenti compiuti e in fieri, sia quando svolgiamo un’azione motoria indirizzata a uno scopo (neuroni motori) sia quando osserviamo qualcuno che sta agendo o intende agire, manifestando uno scopo, per esempio con una espressione facciale, in modo del tutto involontario e inconsapevole, attraverso un “meccanismo” di “risonanza” e simulazione a livello neurale. Questi neuroni specchio, quindi, si attivano nel cervello dell’osservatore in modo almeno duplice, ovvero per eseguire un movimento con uno scopo, ma anche per interpretare il comportamento o l’espressione altrui, in modo pre-concettuale e pre-linguistico, fondando anche il fenomeno dell’empatia, così diffuso nella specie umana e in molte specie animali. Tale scoperta ha aperto un ampio dibattito interdisciplinare tuttora in corso in quanto è controversa la sua portata nella spiegazione dei comportamenti cognitivi.
L’intervento di Michelangelo Pistoletto ha messo in evidenza il tema indagando come nella storia dell’arte la scoperta dello specchio coincida con quella dell’autoritratto e quindi come quella di uno strumento utile per rappresentare la propria identità personale. Questo naturalmente sino all’invenzione della fotografia nell’ ‘800, che ha costretto l’arte a modificare il proprio ruolo non più legato alla rappresentazione dell’apparenza, ma alla ricerca dell’essenza psicologica più profonda. I movimenti artistici, Cubismo, Surrealismo, Espressionismo, Astrattismo, e in generale le avanguardie artistiche del novecento, sono una conseguenza della rivoluzione tecnologica che per tutto il secolo scorso ha travolto la produzione delle immagini tradizionali e ha portato i suoi protagonisti ad indagare nuove strade di ricerca e di interrogarsi sulla condizione e sulla funzione dell’arte contemporanea. E’ proprio lo specchio lo strumento fondamentale per la ricerca dell’oggettività, della propria identità personale, che ha consentito a Michelangelo Pistoletto di progredire nello studio delle relazioni che legano il mondo oggettivo e soggettivo, la permanenza e la precarietà dell’immagine, il rapporto tra passato e futuro e la loro continua sintesi nel presente ricerca ampia e interdisciplinare di cui oggi riusciamo a coglierne. Già agli inizi della sua attività ha incominciato a trasformare la tela in un elemento riflettente, utilizzando smalti, fondi in oro e argento e poi superfici metalliche che con il loro piano lucido a specchio hanno consentito al pubblico di diventare protagonista dentro un’opera d’arte mutevole. Il lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto per la sua indole fenomenologica è di grande interesse scientifico, perché attiva intorno a sé relazioni e aperture interdisciplinari che ampliano il sapere in direzione di una condivisione della conoscenza e di orizzonti ideali.