Books by Alessia Meneghin

Serbatoi di umanità. La Misericordia e i suoi volontari nella Storia, PACINI EDITORE, serie Tracciati, 2017
Sullo sfondo dei cambiamenti che interessarono l'Italia tutta nel passaggio dall'età medievale a ... more Sullo sfondo dei cambiamenti che interessarono l'Italia tutta nel passaggio dall'età medievale a quella moderna prima, e contemporanea poi, questo libro illustra la storia della Misericordia, un'istituzione nata come associazione spontanea di laici, coinvolti fin da subito nelle attività sociali, politiche e culturali della comunità svolgendo un ruolo di estrema importanza. Sorte nel lontano Dugento a Firenze, le Misericordie attecchirono nel resto della penisola solamente dopo secoli. Nel ripercorrere le tappe di un viaggio di quasi 800 anni questo libro racconta la storia di un'istituzione capace, nell'ambito dei lunghi, spesso dolorosi e complicati processi del suo sviluppo istituzionale e civile, di occuparsi delle esigenze della parte meno fortunata della popolazione, i poveri e i bisognosi.
Routledge Research in Medieval Studies series, 2020
ISBN: 978-0-367-40726-1
Essays and chapters by Alessia Meneghin

Per Padre Pozzi, preghiera e poesia. Studi in memoria di Giovanni Pozzi nel centenario della nascita, 2024
In Come pregava la gente, che Don Giovanni Pozzi diede alle stampe nel 1982, lo studioso analizza... more In Come pregava la gente, che Don Giovanni Pozzi diede alle stampe nel 1982, lo studioso analizzava gli aspetti orali e formulaici della pietà popolare nell’area ticinese e lombarda tra il XIX secolo e il primo Novecento. Partendo da questo spunto, il presente saggio intende soffermarsi sui percorsi devozionali dei fedeli in un periodo precedente, la tarda età di mezzo nella Firenze medicea. I casi presentati, l’inedita preghiera quattrocentesca di un servitore fiorentino (scritta di suo pugno nel 1434 nelle sue Ricordanze, custodite presso l’archivio dell’Istituto degli Innocenti a Firenze), e le testimonianze provenienti da uno Zibaldone e da un libro di conto di un merciaio fiorentino, permettono di operare una lettura della pietà popolare legata principalmente a questioni di materialità e consumo devozionale in un ambito quotidiano e domestico. L’intento è quello di offrire, mediante una chiave di interpretazione storica, una lettura degli aspetti caratteristici, e delle manifestazioni quotidiane della devozione popolare del tardo Medioevo.

Storia Urbana, 2023
Le mode e l’attitudine al consumo, già all’indomani della Peste nera, andarono rapidamente evolve... more Le mode e l’attitudine al consumo, già all’indomani della Peste nera, andarono rapidamente evolvendosi, accompagnandosi a un aumento progressivo del potere d’acquisto della popolazione, in grado, soprattutto nella prima metà del Quattrocento, di destinare cifre sempre più elevate all’acquisto di una vasta gamma di merci. Ciò trovò eco nell’offerta sempre più diversificata dei prodotti immessi sul mercato. Soprattutto categorie professionali come quelle dei merciai soddisfacevano molteplici esigenze, incontrando gusti e solleticando desideri e vanità. Tutto questo si ritrova nelle registrazioni contabili contenute nelle Ricordanze di un merciaio fiorentino, Lapino di Vico di Lapino. Il registro, che mostra tutte le vendite da lui effettuate tra il 1415 e il 1424, è di grande importanza per una ricognizione dell’attività giornaliera di un medio imprenditore, ma soprattutto per comprendere una serie di questioni che concernono la natura degli oggetti e delle merci vendute, la clientela e il mercato (urbano e regionale) entro cui egli operava. Emerge un mondo variegato di relazioni e di pratiche commerciali specifiche di vari settori produttivi e distributivi. Si delinea la grande ricchezza merceologica in un mercato alimentato dal lavoro di tutti quegli artigiani che necessitavano di rifornirsi dai merciai fiorentini, operanti a cavallo tra la vendita al dettaglio e la distribuzione all’ingrosso.
Ricerche Storiche, 2021
Partendo da un riferimento archivistico finora sconosciuto contenuto nell'Archivio di Stato di F... more Partendo da un riferimento archivistico finora sconosciuto contenuto nell'Archivio di Stato di Firenze, che attesta la presenza di Giovanni Bellini in città nel 1447, questo saggio ridiscute la tanto dibattuta data di nascita del pittore. Questo documento, il cui contenuto riguarda il lavoro degli stimatori nominati ufficialmente dall'Arte dei rigattieri per valutare i beni e gli abiti usati, può aiutare gli storici e gli storici dell'arte ad analizzare i movimenti di Bellini negli anni della sua formazione. Il saggio offrirà anche la possibilità di rivalutare la visione attualmente prevalente che considera i primi anni di Bellini trascorsi esclusivamente a Venezia o, comunque, nell'area veneziana. È importante tener conto del periodo trascorso dal pittore a Firenze, poiché esso potrebbe avrebbe influenzato le sue future composizioni e dipinti.
CRRS, Toronto. Making Stories in Early Modern Italy and Beyond: Essays in Honour of Elisabeth S. Cohen and Thomas V. Cohen, ed. by John Christopoulos and John M. Hunt, 2024
tions to the history of abandoned infancy in the late Middle Ages and the early modern age. They ... more tions to the history of abandoned infancy in the late Middle Ages and the early modern age. They are collected in Grandi, ed., Benedetto chi ti porta, Maledetto chi ti manda. 9 Piccinni, ed., Alle origini del welfare. The studies collected in this recent volume focus on that set of legal institutions, policies, operational structures, and cultures that we now call the "welfare system. "

Économies de la pauvreté au Moyen Âge. Études réunies par Pere Benito, Sandro Carocci et Laurent Feller, 2023
Oggi, più di 780 milioni di individui, uno stimato 11 % circa della popolazione mondiale, vive in... more Oggi, più di 780 milioni di individui, uno stimato 11 % circa della popolazione mondiale, vive in stato di povertà. Mentre la povertà cosiddetta relativa esprime l'incapacità e le difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi in rapporto al livello economico medio di un paese, la povertà assoluta fa invece riferimento alla condizione nella quale versano le persone impossibilitate a soddisfare i bisogni di base. Questi due parametri della povertà materiale si sono naturalmente manifestati, nel corso dei secoli, attraverso fattori quali la cattiva nutrizione, l'accesso limitato all'assistenza e ai servizi di base, la discriminazione economica, l'esclusione e la mancanza di partecipazione sociale e politica ai processi decisionali e alla crescita di una comunità. Secondo i dati recentemente diffusi dall'Istituto Nazionale di Statistica (Istat), in Italia la povertà assoluta interessa circa 5 milioni di persone mentre quella relativa riguarda quasi 9 milioni di individui. Ne consegue che in Italia sono affetti da povertà materiale 14 milioni di persone, ovvero il 23,4 % dell'intera popolazione. La natura aleatoria del lavoro di oggi, e i problemi legati ai bassi salari, fanno sì che la povertà materiale affligga milioni di lavoratori e lavoratrici confinandoli in una precarietà socio esistenziale. L'ultimo rapporto Censis relativo al 2018 e ai primi mesi del 2019 ha rivelato a proposito che le retribuzioni da lavoro dipendente sono scese sensibilmente rispetto agli anni passati. È cresciuto invece fra i lavoratori dipendenti il livello di insoddisfazione, come rilevato dall'Osservatorio Demos -COOP, in un contesto che ha visto nascere e crescere, come scrive Luigi Ceccarini su La Repubblica del 10 ottobre 2019, la cosiddetta «sindrome dei perdenti» o dei left behind 1 . Gli studi che riguardano la povertà, e che si sono sviluppati negli ultimi decenni del secolo scorso, hanno affrontato tale tema sotto diverse dimensioni. Sono state studiate nuove prospettive con l'ausilio di discipline quali la statistica, la sociologia e anche la storia, e sono stati analizzati particolari indicatori il cui scopo è quello di poter fotografare e spiegare la povertà e la sua incidenza nei secoli. La letteratura accademica ha dunque trattato approfonditamente il 1 Filippo Ceccarini, «Paese colpito dalla sindrome dei perdenti», La Repubblica, giovedì 10 ottobre 2019, p. 8.
Anuario de Estudios Medievales, 52/1, 2022
CIrCular eCoNomy aNd "CIrCular expertISe": tHe SeCoNdHaNd market aNd profeSSIoNal eStImatorS IN f... more CIrCular eCoNomy aNd "CIrCular expertISe": tHe SeCoNdHaNd market aNd profeSSIoNal eStImatorS IN fIfteeNtH-CeNtury floreNCe Economía circular y "conocimiEnTo EXPErTo circular": mErcado dE sEgunda mano y EsTimadorEs ProfEsionalEs En la florEncia dEl siglo XV
SAINTS, MIRACLES AND THE IMAGE. Healing Saints and Miraculous Images in the Renaissance, Sandra Caldarelli and Laura Fenelli (eds.) (Turnhout: Brepols), 2018

Ricerche Storiche, 2017
Nel 2008 Jan de Vries teorizzò la nascita di una «rivoluzione» che avrebbe avuto luogo nei Paesi ... more Nel 2008 Jan de Vries teorizzò la nascita di una «rivoluzione» che avrebbe avuto luogo nei Paesi bassi nella prima metà del XVII secolo 1 . Secondo l'ipotesi ormai accreditata del professore olandese una «rivoluzione industriosa» sarebbe emersa nell'Europa nordoccidentale con il risultato di una crescente domanda di beni per la casa: da qui a parlare di trasformazioni dell'economia tradizionale della famiglia il passo fu breve. Richard Goldthwaite anticipò la nascita di questa «rivoluzione dei consumi» a prima ancora, sostenendo che già nel XV secolo l'Italia fu protagonista di una rinnovata attitudine verso la spesa in beni «domestici» 2 . Esiste oggi una certa unanimità nel sostenere la tesi secondo cui una profusione di merci avrebbe investito l'Italia nel XV secolo, e poi via via il resto del bacino Mediterraneo e l'Europa. Questa proliferazione di prodotti atti a soddisfare le più svariate esigenze della vita quotidiana, da quelle fondamentali come il nutrirsi e il vestirsi, a quelle da considerarsi prossime alla sfera del superfluo poiché non strettamente necessarie, si accompagnò a una notevole espansione anche nelle produzioni in altri ambiti, tra le quali, per esempio, quella di oggetti pertinenti alla sfera religiosa e destinati alla devozione privata come rosari, medaglie devozionali, agnus dei, acquasantiere, «tavole» ovvero rappresentazioni della Madonna e dei Santi e così via. La contemporanea crescita di questo tipo di produzione subì una tale accelerazione tra il Quattro e il cinquecento che oggi la crescita dei consumi in Europa viene comunemente associata a un simultaneo processo di secolarizzazione della religione 3 . Non a caso l'ingente massa di oggetti aventi funzioni devozionali di cui l'intera Europa cattolica sembrò in questo periodo essere sommersa, suggerisce che il cattolicesimo, e in particolare quello italiano, era divenuto vistosamente una religione «delle cose». La diffusione che gli oggetti di culto avevano all'interno delle chiese, dei santuari, delle cappelle e degli oratori privati si accompagnò infatti a una proliferazione vera e propria della materia devozionale anche all'interno delle * Questo saggio è basato su una ricerca condotta nell'ambito del progetto ERc Domestic Devotions: The Place of Piety in the Italian Renaissance Home, 1400-1600 (2013-2016), presso l'Università di cambridge nel Regno Unito e diretto da Abigail brundin, deborah Howard e Mary Laven. La mia ricerca è confluita nelle creazione di una piccola banca dati composta da 322 voci di messa a pegno di 661 oggetti religiosi. Il database copre un periodo che va dagli anni '70 del Quattrocento a fine secolo (152 oggetti), e poi in maniera omogenea tutta la seconda metà del cinquecento (509 oggetti).

29 P. Panico La politica sanitaria marittima nel Regno di Napoli durante la soprintendenza di Fra... more 29 P. Panico La politica sanitaria marittima nel Regno di Napoli durante la soprintendenza di Francesco Ventura (1740-1746) » 45 F. Gaudioso Terremoto, famiglia e proprietà. Il caso della Calabria tardo-settecentesca » 67 D. Cristoferi La storia agraria dal medioevo all'età moderna: una rassegna sulla storiografia degli ultimi venti anni in alcuni paesi europei » 87 Archeologia industriale dell'età preindustriale A. Biondi, La classificazione dei sistemi di raccolta delle acque nei centri fortificati. Due casi di studio dell'alto Casentino fiesolano tra XIII e XV secolo » 121 G. Clemente, Ceramisti e produzione ceramica a Pisa tra medioevo ed età moderna » 133 Notiziario bibliografico » 147 Abstracts » 163 Gli autori » 167 RICERCHE STORICHE Rivista Quadrimestrale Anno XLVI -numero 3 Settembre-Dicembre 2016 sommario Ricerche Storiche anno XLVI, numero 3, settembre-dicembre 2016 RIGATTIERI, CENCIAI E FERROVECCHI DELLO STATO TERRITORIALE FIORENTINO: UN'INDAGINE PRELIMINARE, 1428-1429

Questo articolo ricostruisce la clientela di Taddeo di Chello, un rigattiere che operò nel mercat... more Questo articolo ricostruisce la clientela di Taddeo di Chello, un rigattiere che operò nel mercato degli abiti usati a Prato tra il XIV e il XV secolo (1390-1408). Esso indaga il fenomeno del consumo, visto soprattutto attraverso gli occhi di coloro che non componevano l'élite del tempo, e contribuisce ad approfondire la nostra comprensione degli usi che facevano dell'abbigliamento nella Toscana tardo medievale sia i consumatori che i commercianti. Il saggio delinea un quadro dell'abbigliamento e degli accessori venduti, nonché del loro valore e della loro diffusione, soprattutto come un tentativo di stabilire la loro destinazione ed uso; dimostra che diverse capacità finanziarie individuali, lo status sociale, di genere, e la reputazione determinarono diversi modelli di consumo, ma che quest'ultimo dipendeva anche dall'accesso individuale a differenti modalità di pagamento e circuiti di credito. 2 Decades of research have produced an immense literature on the subject. A detailed overview of these studies can be found in M.P. ZANOBONI, Salariati nel Medioevo, secoli 13-15: guadagnando bene e onestamente il proprio compenso fino al calar del sole, Ferrara 2009; see also

Florence: Firenze University Press: 2015, pp. 307-24. , May 2015
Supply and demand in the formal and informal economy from the 13 th to the 18 th century Selezion... more Supply and demand in the formal and informal economy from the 13 th to the 18 th century Selezione di ricerche Firenze University Press 2015 Il commercio al minuto. Domanda e offerta tra economia formale e informale. Secc. XIII-XVIII = Retail Trade. Supply and demand in the formal and informal economy from the 13th to the 18th century : selezione di ricerche. -Firenze : Firenze University Press, 2015. (Atti delle "Settimane di Studi" e altri Convegni ; 46) http://digital.casalini.it/9788866557517 ISBN 978-88-6655-750-0 (print) ISBN 978-88-6655-751-7 (online) La Settimana di Studi è stata realizzata con il contributo di: Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo Certificazione scientifica delle Opere Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com).

The clothing of the workforce is a neglected aspect of the otherwise rich historiography of the F... more The clothing of the workforce is a neglected aspect of the otherwise rich historiography of the Florentine Renaissance. This study focuses on the livery of minor officers of the Florentine Commune in the fifteenth century. It sheds light on the clothing of the lower social orders, and especially that of the household staff of the Parte Guelfa, the political faction that had defeated its rivals, the Ghibellines, in the second half of the thirteenth century, and had become a powerful institution in Florence, with vast real estate, financial assets and executive bodies. Liveries functioned as an immediately readable signal of the wearer's rank, social identity and even political allegiance. The article shows how the livery, which exercised a direct visual impact, was used by the Parte as a political means to project a powerful impression of itself, as well as to display honour and wealth. However, the Parte's attendants, who received not only a regular salary but also a series of bonuses, including clothing, occasionally made dishonest use of the livery given to them in order to acquire additional and secure revenue by resorting to illegal practices, such as embezzlement.
Archivio Storico Italiano, CLXXII (2014), II, pp. 249-75.
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