BOOKS by Giuseppe Patisso

La donna, il matrimonio e la famiglia Aspetti sociali dal XVI al XX secolo. (a cura di Giovanna Da Molin e Angela Carbone), 2023
Date le ardue condizioni di vita del Nuovo Mondo, era molto raro che le donne, di propria volontà... more Date le ardue condizioni di vita del Nuovo Mondo, era molto raro che le donne, di propria volontà, migrassero oltreoceano. A spostarsi, talvolta con la promessa di accumulare ricchezze e terre, erano soprattutto gli uomini. Per i primi sessant’anni di esistenza dell’impero francese in America del Nord (1608-1663), le donne che migrarono in Nuova Francia furono o le consorti dei migranti o le componenti di ordini religiosi, quelle che i francesi chiamavano dévotes. Ciò si ripercosse in maniera decisiva sullo sviluppo delle colonie e sulla possibilità che i migranti giunti al di là dell’Atlantico potessero prendere moglie e mettere radici in terra nordamericana. Per ovviare a questa condizione, nel corso degli anni Sessanta del XVII secolo, durante il periodo delle grandi riforme varate da Luigi XIV, furono elaborate diverse politiche demografiche concepite con la volontà di incentivare la crescita della popolazione nelle colonie d’oltremare. La più importate tra queste fu probabilmente la migrazione delle filles du roi, donne in età da marito, mandate nei possedimenti francesi per sposarsi e generare la prole utile ad accrescerne la popolazione.
Il presente intervento mira a ricostruire la storia e l’impatto che tale politica demografica ebbe sul destino dei possedimenti nordamericani francesi. In particolare, attraverso la documentazione, si cercherà di illustrare quale estrazione sociale avessero le filles du roi, come venivano reclutate, quale educazione ricevessero per affrontare la dura vita nelle colonie, in quali condizioni giungessero nel Nuovo Mondo e come vivessero la loro quotidianità dopo aver contratto matrimonio. La disamina cercherà di mettere in luce le motivazioni – storiche, sociali e culturali – che hanno portato a considerare l’arrivo delle filles du roi non solo uno dei momenti più rappresentativi della storia dell’impero francese in America del Nord ma anche un evento-chiave per creazione di un’identità culturale della nazione canadese.

Carocci, 2018
Nel libro sono narrate le vicende di esploratori come i Caboto, Giovanni da Verrazzano, Jacques C... more Nel libro sono narrate le vicende di esploratori come i Caboto, Giovanni da Verrazzano, Jacques Cartier, Samuel de Champlain, Robert Cavelier de La Salle e la ricerca del mitico passaggio a Nord-ovest. Vi sono gli indiani, Irochesi e Uroni, e i luoghi della Nuova Francia. Vengono descritti l'organizzazione politico-amministrativa di quei territori, la società, l'economia - in particolare il commercio delle pellicce e la pesca del merluzzo -, il ruolo della Chiesa e degli ordini religiosi. C'è il sogno imperiale francese costellato da scontri, alleanze e trattati fino al 1763, anno in cui, dopo un conflitto dalle dimensioni mondiali-la guerra dei Sette anni-l'impero del Giglio sarà destinato a dissolversi nei flutti della storia. Un'opera vasta sull'impero francese nordamericano che risponde a un bisogno conoscitivo non solo degli specialisti, ma anche di un pubblico più ampio.

Congedo , 2017
Nella prima metà del XVIII secolo, durante la lotta tra Francia e Inghilterra per il possesso de... more Nella prima metà del XVIII secolo, durante la lotta tra Francia e Inghilterra per il possesso dei territori dell’America del Nord, anche la regione dell’Acadia dovette affronta- re la temperie di quella lunga contrapposizione che ebbe il suo apice durante la guerra dei sette anni, conflitto che nelle colonie americane fu denominato guerra franco-indiana. Agli abitanti della regione, fedeli alla corona del giglio, fu imposto di ripudiare quel- la loro appartenenza dopo che l’Acadia fu conquistata dagli inglesi, prendendo il nome di Nuova Scozia. Il loro sostanziale rifiuto portò al Grand Dérangement, cioè alla deportazione di migliaia di Acadiani (Acadiens), verso i luoghi più disparati: dalla Francia al- l’Inghilterra, dalla Guyana a Saint-Pierre et Miquelon, da Santo Domingo alla Louisia- na, fino alle isole Falkland, che furono poi ribattezzate Malouines proprio perché colonizzate da un nucleo di coloni Acadiani, in maggioranza provenienti da Saint-Malo. Intere famiglie furono smembrate e molte di esse si videro sottrarre anche i loro figli. Par- tendo dalle prime spedizioni in America del Nord e dagli aspri conflitti durante i diversi momenti della colonizzazione, nel libro sono trattate le principali fasi della questione acadiana, la quale sopravvisse ben oltre la prima metà del XVIII secolo, passando per la Francia rivoluzionaria, per il periodo napoleonico e per il Secondo Impero. Con un pro- clama reale del dicembre 2003, la regina Elisabetta II, in accordo con le autorità canadesi, ha annunciato che il 28 luglio di ogni anno, a partire dal 2005, sarebbe stato dedicato al ricordo del Grand Dérangement.

Congedo, 2009
Non è il dovere di un buon cristiano quello di estirpare i “culti satanici” e, in particolare, i ... more Non è il dovere di un buon cristiano quello di estirpare i “culti satanici” e, in particolare, i sacrifici umani? È giusto intraprendere una guerra contro coloro che non accettano il dominio di una civiltà superiore? Non è forse legittimo l’uso della forza nei confronti di quei popoli che si oppongono alla diffusione del Vangelo? Questi ed altri quesiti furono al centro di grandi discussioni che infiammarono la Spagna tra la prima e la seconda metà del XVI secolo, la più importante delle quali è ricordata come la Controversia di Valladolid (1550-1551). Da una parte vi era Bartolomeo De Las Casas, tra i più famosi difensori dei diritti degli Indios, dall’altra Juan Ginés de Sepúlveda, convinto che ai popoli inferiori, in quanto barbari, andava imposto il “giusto” modello di civiltà e di fede, cioè quello della cattolicissima Spagna. Lo scritto del Sepulveda, il Democrate secondo o delle giuste cause della guerra contro gli indios, ha la struttura di un dialogo socratico tra il tedesco Leopoldo, contagiato in parte dagli “errori luterani” - così come dice lo stesso autore - e Democrate, per bocca del quale sono espresse le opinioni di Sepúlveda. Leopoldo è persuaso che non esistono o sono rarissime le cause che giustificano la guerra, mentre Democrate pensa che esse siano numerose e frequenti, e “risiedono nei crimini e nelle nefande passioni che in continuazione riempiono e agitano la vita umana”.

Besa Editrice, 2003
Tra il XVI e il XVII secolo la monarchia cattolica, per controllare la burocrazia e la gestione d... more Tra il XVI e il XVII secolo la monarchia cattolica, per controllare la burocrazia e la gestione della fiscalità nei vari domini del sistema imperiale spagnolo, utilizzò l'istituto giuridico della visite generali. Le visite, condotte da grandi burocrati indicati direttamente dal sovrano, si tenevano in diverse parti della “polisinodia” spagnola, come nelle Indie e nel Regno di Napoli. A Napoli, però,le visitas furono percepite dalla burocrazia regnicola come un attacco alla secolare autonomia delle sue istituzioni e- soprattutto a partire dall’età della Controriforma – come un tentativo di introdurre nel Regno l’Inquisizione “al modo di Spagna”. Nel liro vengono analizzate tutte le grandi visite genrali che si svolsero nel napoletano tra il XVI e il XVII secolo, mettendo in evidenza, tra l’altro, come queste rappresentassero in un contesto territoriale e amministrativo in cui non agiva il controllo dell’Inquisizione spagnola, una qualche forma di controllo sugli apparati periferici.
articles by Giuseppe Patisso
Ricerche storiche, 2023
Creare una struttura di governo nelle lande desolate del nord America francese non fu impresa da ... more Creare una struttura di governo nelle lande desolate del nord America francese non fu impresa da poco. Gli spazi sterminati, i terreni impervi, gli indiani irochesi, (che per i loro continui attacchi e razzie furono soprannominati piccoli turchi), il sotto-popolamento della colonia, le rivalità con gli inglesi e i freddi inverni laurenziani impedivano, di fatto, il radicarsi di una struttura politico-amministrativa capace di gestire le innumerevoli necessità della Nouvelle France. Il presente lavoro ripercorre queste tensioni nonché i tentativi di personaggi quali Samuel de Champlain e Charles Jacques Huault de Montmagny, primo governatore della colonia che gli amerindi chiamavano Onontio, ossia “Grande montagna”, fino alla riforma del ministro Colbert che avrebbe subordinato i territori nordamericani al diretto controllo della corona del giglio.
Didattica della storia - DS rivista, 2020
In un mondo globalizzato nel quale le contaminazioni culturali rappresentano una sfida dirimente ... more In un mondo globalizzato nel quale le contaminazioni culturali rappresentano una sfida dirimente per la didattica, predisporre strumenti d'insegnamento che facilitino l'approccio degli studenti a temi di storia globale si rivela un'operazione indispensabile. Per tentare di illustrare l'origine e l'evoluzione di fenomeni complessi come la schiavitù e la tratta atlantica si rende necessario l'uso di strumenti didattici che consentano agli studenti di coglierne le caratteristiche fondamentali, in maniera semplice ma critica. I Codici neri e le memorie degli schiavi possono rivelarsi un'utile risorsa in questa prospettiva.
Tratas atlánticas y esclavitudes en América, 2021
Scritti in onore di Giovanna da Molin. Popolazione, famiglia e società in età moderna. Tomo II, 2017
Giornate di studio sul razzismo, 2021
Politica dell'emergenza, 2020

Studi Storici, 2016
Between the eighteenth and nineteenth centuries, Sweden too, in the wake of the great European po... more Between the eighteenth and nineteenth centuries, Sweden too, in the wake of the great European powers, attempted to build a colonial empire. Guided on the Atlantic routes by the expert hands of Dutch merchants, the Swedes founded in Delaware their first settled possession in the New World, Fort Christina (1638). The colonial drive led the Swedes to enter the great circuit of the slave trade, building several fortifications to hold slaves departing for the New World on the coast of modern-day Ghana. In the 1650s, the Swedes lost these outposts to the Danes and Dutch. Swedish imperial ambitions would remain silent until the end of the eighteenth century. In 1784, in exchange for some grants given to the French in the port of Gothenburg, King Gustav III received the possibility of colonizing the island of Saint-Barthélemy. The Swedes attempted to turn this small island, not far from the Greater Antilles, into a hub in the Caribbean trade and slave dealing between the eighteenth and nineteenth centuries. To manage a colony partly founded on the exploitation of slave labour, the Swedish authorities also resorted to the promulgation of slave laws, also known as Black Codes. A clear example is the Von Rosenstein Code, enacted in 1787.

Studi storici, 2017
Denmark did not occupy a prominent place among the great colonizing powers. Analyzing the Danish ... more Denmark did not occupy a prominent place among the great colonizing powers. Analyzing the Danish colonial model, however, different points of contamination with the great colonial empires can be seen. The Gardelins slavereglement of 5 September 1733, enacted by Philip Gardelin, governor of the island of St. Thomas, is one of the most tangible signs of such hybridization. A slave Code issued in a country with no tradition in slaves legislation.
La Danimarca non occupava un posto di primo piano tra le grandi potenze colonizzatrici. Analizzando il modello coloniale danese, tuttavia, si scorgono diversi punti di raccordo con i grandi imperi coloniali. Il Gardelins slavereglement del 5 settembre 1733, emanato da Philip Gardelin, governatore dell’isola di St. Thomas, è uno dei segni più tangibili dell’influenza delle grandi potenze europee sulla storia coloniale danese. Un Codice schiavista emanato da uno Stato senza tradizione nella legislazione speciale per gli schiavi.

Modern Slavery and Human Trafficking , 2020
The paper proposed aims to analyze the slavery legislation born between the fifteenth and ninetee... more The paper proposed aims to analyze the slavery legislation born between the fifteenth and nineteenth centuries, the so-called Black Codes laws-enacted in all the greatest colonial powers of the Old Continent-which regulated life and transportation of slaves in the colonies. Spain, Portugal, England and France, between the sixteenth and seventeenth centuries, created legislative codes dedicated to the slave's management in the colonies, which regulated all aspects of their life: from religion to marriage, from cohabitation to imprisonment, from crimes to corporal punishment. Particularly widespread in the Caribbean colonies of the seventeenth century, these slave laws were soon in force in almost all American colonies of European monarchies, forming the legal basis on which the slave societies of the European empires were founded. In the wake of the Spanish, Portuguese, English and French slave codes, even states that had a marginal role in the process of overseas colonization enacted similar slave codes. It was the case, for example, of Denmark and Sweden that in the management of some of their ultramarine possessions adopted slave codes inspired by those of the greatest colonizing powers.

mediterran tanulmanyok - Études Sur La Région Méditerranéenne, 2017
Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli... more Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli tentarono di avviare un sistema economico basato sulla piantagione. Rendere efficiente un'economia basata sulFagricoltura estensiva richiedeva una cospicua quantità di manodopera: gli schiavi. Nelle prime fasi del dominio castigliano, furono soprattutto gli indios ad essere ridotti in schiavitù. Ma lo sfruttamento dei nativi si sarebbe rivelato presto inefficace. L'introduzione di schiavi neri modificò in maniera sostanziale la società dell'isola al punto che Santo Domingo fu sconvolta da numerose rivolte nelle quali indios e neri combatterono, fianco a fianco, per affrancarsi dalla condizione di schiavitù nella quale versavano. Emerse, tra gli amministratori di Santo Domingo, la necessità di regolare la vita della forza lavoro schiavile. In tali circostanze, il 6 gennaio 1522, fu promulgata la pro- visión di Diego Colombo, viceré delle Indie. Il testo rappresentò uno di primi tentativi di regolamentare l'esistenza della manodopera schiavile nera, ormai in procinto di divenire la forza lavoro dominante nel possedimento dominicano.

Itinerari di ricerca storica , 2007
Nella seconda metà del XVII secolo la Francia possedeva nel continente nord americano, e in parte... more Nella seconda metà del XVII secolo la Francia possedeva nel continente nord americano, e in parte nelle Antille, un insieme di territori funzionali a quell’idea di “grandeur” perseguita da Luigi XIV e da ministri come Jean Baptiste Colbert. Tra i prodotti più commercializzati vi era lo zucchero la cui domanda nel Vecchio Continente cresceva in maniera esponenziale. La coltivazione della canna da zucchero e la continua necessità di manodopera fece affluire nelle colonie francesi d’oltremare un numero sempre crescente di schiavi dall’Africa. Si creò una società di stampo feudale con un limitato numero di coloni bianchi e una massa indistinta di schiavi che andava regolamentata. Fu per questo che agli inizi degli anni 80 del XVII secolo, su impulso del ministro Colbert, venne predisposta una serie di regolamenti che presero il nome di Code noir. Il primo Code noir vide la luce nel 1685 (quando Colbert era già morto) e i 60 articoli di cui era composto dovevano servire, nelle intenzioni della corona, a regolamentare l’afflusso, la vendita, l’acquisto e la vita degli schiavi neri, nonché la loro punizione ed eventualmente il loro perdono.
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BOOKS by Giuseppe Patisso
Il presente intervento mira a ricostruire la storia e l’impatto che tale politica demografica ebbe sul destino dei possedimenti nordamericani francesi. In particolare, attraverso la documentazione, si cercherà di illustrare quale estrazione sociale avessero le filles du roi, come venivano reclutate, quale educazione ricevessero per affrontare la dura vita nelle colonie, in quali condizioni giungessero nel Nuovo Mondo e come vivessero la loro quotidianità dopo aver contratto matrimonio. La disamina cercherà di mettere in luce le motivazioni – storiche, sociali e culturali – che hanno portato a considerare l’arrivo delle filles du roi non solo uno dei momenti più rappresentativi della storia dell’impero francese in America del Nord ma anche un evento-chiave per creazione di un’identità culturale della nazione canadese.
articles by Giuseppe Patisso
La Danimarca non occupava un posto di primo piano tra le grandi potenze colonizzatrici. Analizzando il modello coloniale danese, tuttavia, si scorgono diversi punti di raccordo con i grandi imperi coloniali. Il Gardelins slavereglement del 5 settembre 1733, emanato da Philip Gardelin, governatore dell’isola di St. Thomas, è uno dei segni più tangibili dell’influenza delle grandi potenze europee sulla storia coloniale danese. Un Codice schiavista emanato da uno Stato senza tradizione nella legislazione speciale per gli schiavi.
Il presente intervento mira a ricostruire la storia e l’impatto che tale politica demografica ebbe sul destino dei possedimenti nordamericani francesi. In particolare, attraverso la documentazione, si cercherà di illustrare quale estrazione sociale avessero le filles du roi, come venivano reclutate, quale educazione ricevessero per affrontare la dura vita nelle colonie, in quali condizioni giungessero nel Nuovo Mondo e come vivessero la loro quotidianità dopo aver contratto matrimonio. La disamina cercherà di mettere in luce le motivazioni – storiche, sociali e culturali – che hanno portato a considerare l’arrivo delle filles du roi non solo uno dei momenti più rappresentativi della storia dell’impero francese in America del Nord ma anche un evento-chiave per creazione di un’identità culturale della nazione canadese.
La Danimarca non occupava un posto di primo piano tra le grandi potenze colonizzatrici. Analizzando il modello coloniale danese, tuttavia, si scorgono diversi punti di raccordo con i grandi imperi coloniali. Il Gardelins slavereglement del 5 settembre 1733, emanato da Philip Gardelin, governatore dell’isola di St. Thomas, è uno dei segni più tangibili dell’influenza delle grandi potenze europee sulla storia coloniale danese. Un Codice schiavista emanato da uno Stato senza tradizione nella legislazione speciale per gli schiavi.