Papers by gilberto sacerdoti
Quodlibet Gilberto Sacerdoti Saggi libertini «Se agli uomini viene proibito di esprimere seriamen... more Quodlibet Gilberto Sacerdoti Saggi libertini «Se agli uomini viene proibito di esprimere seriamente le loro opinioni su certi soggetti, lo faranno ironicamente. Se viene loro proibito di parlare del tutto di questi soggetti, o se troveranno troppo pericoloso farlo, allora raddoppieranno il mascheramento, si avvilupperanno di misteriosità, e parleranno in modo di non essere quasi capiti, o per lo meno facilmente interpretati da coloro che sono disposti a far loro dei danni».

Saggi libertini, 2020
Prefazione 13 Cani latranti, magia e miracoli di Cristo. Spunti pichiani nella History of the Wor... more Prefazione 13 Cani latranti, magia e miracoli di Cristo. Spunti pichiani nella History of the World di Sir Walter Ralegh 65 Toland e la «lettura moderna» di Bruno 79 Bacone, Machiavelli e l'imitazione di Cristo 97 Calibano: post-colonial, pre-colonial o post-post-colonial? 107 Shakespeare e «l'infinito libro di segreti della natura» 135 «La Tempesta». Cani blasfemi e rozzi maghi 161 Su alcuni precedenti delle bestemmie dei Bianchi 185 Le dannabili opinioni di Christopher Marlowe. L'anticristianesimo rinascimentale tra guerre di religione, nuova filosofia e fonti pagane 233 Nota ai testi Indice 14 15 saggi libertini cani latranti, magia e miracoli di cristo tematico pitagorizzante, alchimista, cabbalista, evocatore di spiriti, ma an che interessato all'applicazione tecnica e meccanica delle matematiche, come dichiara nella stessa Prefazione-trovava dunque in Pico innanzitutto una «nuova filosofia», o una «filosofia nuova» 4. Infine, integrando i contributi precedenti, e rilevando tracce pichiane in Burton, Fludd, Cudworth e altri, Paolo Rossi suggeriva che «tracce dell'influenza di Pico potrebbero forse essere cercate con successo anche nel gruppo che si muoveva intorno a Walter Ralegh» 5. In effetti, tracce rilevanti di Pico sono reperibili non solo nella cerchia di Ralegh, ma in Ralegh stesso, che da Pico prende apertamente l'essenziale della sua argomentazione in uno dei capitoli cruciali della sua monumentale History of the World: quello su Zoroastro, la magia e i miracoli di Cristo. Data la rilevanza di Ralegh e l'interesse del suo uso di Pico, mi soffermerò soprattutto su questo capitolo. Ma prima di farlo, una constatazione, che peraltro porta anch'essa nelle prossimità di Ralegh, e può dunque fungere da tappa di avvicinamento. La constatazione è questa: l'ultima ristampa conosciuta del testo integrale delle Conclusiones di Pico compare in appendice alla seconda edizione (Ginevra, 1619) della Philosophia Epicurea, Democritiana, Theophrastica proposita simpliciter, non edocta, dell'inglese Nicholas Hill 6. Il libro, edito per la prima volta a Parigi nel 1601, si presenta come una serie numerata di 506 «stringate proposizioni filosofiche simili alle tesi che filosofi o teologi difendevano a sfida contro chiunque fosse disposto a farsi avanti» 7 , e appartiene dunque, se non altro formalmente, allo stesso genere 4
Liberte, 1994
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Liberte, 1994
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Visions of Venice in Shakespeare, 2016

Questioning Bodies in Shakespeare’s Rome, 2010
is a wondrous land. We might say, indeed, that it is literally so, since the very slime or mud of... more is a wondrous land. We might say, indeed, that it is literally so, since the very slime or mud of that land seems to have something wondrous about it. Not only do we know, from Antony, that there is a "fire that quicken's Nilus' slime" (1.3.68-9), but in the seventh scene of the second act we read of "strange serpents" and "crocodiles" that are "bred" out of the Egyptian "mud" by the "operation" of the Egyptian "sun" (2.7.24-7). In other words, in Egyptwhose Queen, by the way, is herself a "serpent of old Nile" (1.5.25)-crocodiles and serpents have the custom of being born by 'abiogenesis', or 'equivocal generation', or 'spontaneous generation'-a "doctrine", writes Case, which "was current in Shakespeare's day", and according to which "living matter can be produced from matter without life". 1 But are we so sure that Egyptian matter is really without life? Madeleine Doran, in her essay 'On Elizabethan "Credulity"', writes that yes, the theory that certain animals were bred in such a way was fairly common at the time, and "it had ordinarily no more colouring of the marvelous about it than any other little understood operation of nature"-and yet in this case, she writes, the properties of the Egyptian mud communicate a "note of wonder at a strange thing in a strange land". 2 As a matter of fact, the doctrine of spontaneous generation has quite illustrious fathers. We first find it in Anaximander, where life arises from mud when exposed to sunlight. We then find it in a mythical form in Plato's Politicus, where animals and men sprout from the earth after the cataclysms that mark the end of each cycle of life, and in a scientific form in Aristotle's treatises De Generatione Animalium and De Corruptione et Generatione, in Lucretius's De rerum natura, which follows the doctrine of Epicurus, and in Avicenna's De diluviis. And in the 1 I follow the Arden edition, ed. by Maurice R. Ridley (London: Methuen, 1974). Ridley's edition reprints many notes from the previous Arden edition, ed. by R. H. Case ([n.p.]: Methuen, 1920).
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