Books by Martina Pietropaoli

Il quaderno, curato da Giovanni Caudo, Martina Pietropaoli e Sofia Sebastianelli e dedicato al co... more Il quaderno, curato da Giovanni Caudo, Martina Pietropaoli e Sofia Sebastianelli e dedicato al corso “Studi urbani: Spazio e Comunità”, nasce dalla volontà di festeggiare il decimo anniversario dalla sua ideazione, invitando alla scrittura gli ex studenti e studentesse di architettura (oggi professionisti, ricercatori, docenti) che negli anni hanno colto l’opportunità di questo corso opzionale tenuto dal professor Giovanni Caudo. Un corso che fa della lettura ad alta voce di testi di filosofia, sociologia, antropologia – e di altri campi del pensiero che interrogano sulla condizione urbana – il suo momento centrale e della loro discussione colle va il suo senso ultimo.
I saggi raccolti ragionano sulle forme di relazione che oggi si determinano nello spazio urbano, a partire dalle letture che sostanziano il corso: muovendosi attraverso le discipline, affrontano il tema del vivere insieme nella ci à contemporanea. Un tema che gli autori declinano in modo diverso, chi ragionando sull’individuo e il suo spazio di prossimità e chi sull’azione colle va costruttrice di beni comuni. In tutti si riscontra comunque la medesima postura: la consapevolezza di essere immersi nella relazione con l’altro, con gli altri, con le cose, con il mondo.

Riabitare il mondo, 2021
La crisi del mondo interamente mappato e digitalizzato cambia il modo in cui ogni giorno «precipi... more La crisi del mondo interamente mappato e digitalizzato cambia il modo in cui ogni giorno «precipitiamo sulla Terra». L’accelerazione e la dislocazione hanno reso il tempo la misura di tutto, riducen- do l’aspettativa di partecipare al farsi dei luoghi. Le consuetudini legate all’orientamento, un tempo necessarie, sembrano ora perdu- te. Ma se il sentimento da cui si parte è l’essere sopraffatti da ciò che abbiamo messo al mondo come esseri umani, «le cose» tuttavia continuano ostinatamente ad attivare una sapienza dimenticata e modi nuovi per leggere e interpretare la città. La città che verrà si nasconde nella città che è già stata prodotta e costruita: sta a noi scoprirla. Anche da qui passa la riappropriazione: dalle cose e dal modo in cui riescono ancora a meravigliarci.
Il libro consta di due saggi introduttivi e di dieci testi di studiosi di va- rie discipline ( loso a, sociologia, urbanistica, arte, sica, economia agraria), protagonisti dei seminari Alterità, mondo, crisi (marzo-giu- gno 2019, Dipartimento di Architettura, Università Roma Tre), in cui si è dialogato sulle opportunità e sulle faglie aperte dall’attuale condizione urbana. Ciò che si propone è un percorso di spaesamento e di ritrovamento: accettare un iniziale turbamento, del resto, è l’ap- proccio di chi è capace di riabitare il mondo. Un testo dopo l’altro, trattando temi complessi in maniera sintetica e diretta, si ritessono i li tra divenire individuale e divenire collettivo: la possibilità di par- tecipare alla vita pubblica, l’allenamento dello sguardo, la percezione di sé e degli altri, le rappresentazioni geogra che e psico-geogra che che permettono di ricollocarsi nel mondo e di pensare la propria tra- sformazione insieme al movimento di rifondazione dei luoghi.
Contributi di Alberonero, Elena Battaglini, Giovanni Caudo, Aurora Cavallo, Laura Centemeri, Roberto D’Autilia, Lidia Decandia, Mau- ra Gancitano, Martina Pietropaoli, Silvano Tagliagambe, Sarantis Thanopulos, Paolo Virno.
École des hautes études en sciences sociales; Rui Manuel Trindade Braz Afonso, Universidade do Po... more École des hautes études en sciences sociales; Rui Manuel Trindade Braz Afonso, Universidade do Porto leNote di U3 sono una sezione de leRubriche del giornale on line UrbanisticaTre urbanisticatre.uniroma3.it/
TESTI TRIENNALE IN SCIENZE DELL'ARCHITETTURA
Book Reviews by Martina Pietropaoli
U3 - Urbanistica Tre, Le Rubriche, 2018
Ad ottobre 2018 è uscito il primo NU3[1], dedicato al lavoro che gli studenti del Liceo Virgilio ... more Ad ottobre 2018 è uscito il primo NU3[1], dedicato al lavoro che gli studenti del Liceo Virgilio hanno svolto, educati dai ricercatori del Dipartimento di Architettura, Roma Tre. A dicembre 2017 erano per me i primi mesi di Dottorato[2]e collaborazione con la redazione di U3-UrbanisticaTre. Una condizione acerba, fortunata e faticosa: tutto potenzialmente interessante, con il rischio di perdersi. Il progetto "I racconti di Roma Capitale" concedeva uno speciale allineamento tra ricerca/istituzione/uso dell'intelletto (inteso come formazione). Mi sembrò un'occasione utile per un'autocoscienza sull'agire della ricercatrice e oggi, al termine del progetto, condivido qualche pensiero su ciò che chiamerei esperienza della mente che ricerca.

U3 - Urbanistica Tre, 2019
Stampato nel novembre 2017, è il prodotto di sforzi di ricerca eterogenei di autori con diversi p... more Stampato nel novembre 2017, è il prodotto di sforzi di ricerca eterogenei di autori con diversi profili e provenienze. La grandezza del volume non va a scapito dell’agilità dei contenuti, organizzati in modo da essere consultabili per parti dagli addetti cui è rivolto: amministratori pubblici, legislatori, ricercatori. È contro le eccessive risonanze prodotte dal fenomeno dell’abusivismo che il libro fa il punto: nonostante la sovrabbondante ramificazione di derivazioni del tema, il riverbero sociale e politico dell’abusivismo non dovrebbe compromettere l’assertività del discorso urbanistico rispetto alle questioni sociali, alla criminalità organizzata e nei confronti di questioni prettamente edilizie. Le intersezioni con altri sguardi vengono continuamente rimesse in asse con la ricerca di una progettualità condivisa. Il mirino attraverso cui il lettore guarda è obiettivo della macchina fotografica ma anche congegno di arma da fuoco: la sparatoria con il condono è una resa dei conti?
Published in November 2017, the book is the result of the choral effort of authors with different backgrounds. The bigness of the printed volume does not penalize the agility of the contents, organised in order to be read in sectors by the experts to whom it is addressed: public administrators, lawmakers, researchers. The book focuses on the excessive resonances produced by the phenomenon of the illegal construction: despite the overabundant branching of derivations of the theme, the social and political reverberation of building out of planning should not compromise the the assertiveness of urban planning toward social issues, toward organized crime ant toward purely constructive issues. The intersecions with other sights are constantly aligned with the research of shared projects. The viewfinder through which the reader looks is a sorto of camera lens but also a firearm device: the shooting with the building amnesty is a showdown?
Recensione del libro "Tensioni urbane. Ricerche sulla città che cambia" di Michele Cerruti But, A... more Recensione del libro "Tensioni urbane. Ricerche sulla città che cambia" di Michele Cerruti But, Agim Enver Kërçuku, Giulia Setti, Ianira Vassallo
Editore: LetteraVentidue
Papers by Martina Pietropaoli

Officina *40 "Rivoluzione", 2023
La maggior parte degli abitanti delle città oggi difficilmente accetterebbe una rivoluzione ma tu... more La maggior parte degli abitanti delle città oggi difficilmente accetterebbe una rivoluzione ma tutti richiamano la necessità di un cambiamento. Di fronte a questa inerzia della città , nelle discipline progettuali e negli apparati normativi si usa un vocabolario della trasformazione in cui prolifera il prefisso “ri-”. È un indizio lessicale da ricondurre alla domanda: come si cambia l’esistente a partire da come abitiamo? Ci muoviamo in un’arena fittizia della rivoluzione inventando parole diverse che indicano lo stesso problema: come cambio ciò che fa resistenza? Ristrutturazione, riqualificazione, rigenerazione e recupero sono sostantivi che entrano nel lessico comune. Ma oggi le parole di cui siamo più stanchi sono le stesse con cui progettiamo il mondo a venire, quelle parole “idropiche”, “gonfie e vuote” che ci hanno nutriti fino ad esserne “intossicati” (Prato, 2022). Questo testo contribuisce al numero di OFFICINA* sulle Rivoluzioni indicando un cambio di postura poggiato su due argomentazioni. Da un lato, la necessità di scardinare gli automatismi progettuali contro la crisi, che fanno leva su alcune parole delle quali reclamare invece l’interpretazione di una forma mentis femminile (primo paragrafo). Dall’altro, l’utilizzo di una genealogia di pensiero femminile per supportare dispositivi progettuali capaci di stare nella crisi, rivelando le contraddizioni dell’agire umano e della realtà fenomenologica urbana che ci si presenta all’apice della crisi globale (secondo paragrafo). In cosa consiste quindi una rivoluzione inscritta nella crisi stessa?

L'(in)comune. Equivoci, essenziale, pratiche, 2022
L’articolo propone la definizione di città “comprensiva”. Sinonimo di accogliente, inclusiva, co... more L’articolo propone la definizione di città “comprensiva”. Sinonimo di accogliente, inclusiva, comune, l'aggettivo tiene insieme le aspettative ambivalenti espresse nei confronti delle città in Europa. Il desiderio di uno spazio pubblico che sia al contempo ospitale/funzionale, sicuro/accessibile, autentico/generico, leggibile/polivalente verrà indagato attraverso l’esperienza compiuta dal Gruppo di Ricerca Progetto e contesti (Dipartimento di Architettura, Università degli Studi Roma Tre), con cui nel 2017 ho condotto un’indagine sull’accessibilità del Colosseo. Riproporrò criticamente le scelte volte a restituire l’area monumentale agli usi misti, in risposta tanto alle domande di mobilità e rappresentatività poste dalla comunità urbana e nazionale, quanto alle esigenze dettate dalle economie del turismo di massa. Rileggerò il progetto nella sua capacità di me ere a fuoco una domanda implicita di ci à “con-prensiva”, in termini di pratiche, politiche, narrazioni.

L'(in)comune. Equivoci, essenziale, pratiche, 2022
I testi che seguono sono dedica al dibattito cominciato dieci anni fa a orno alle letture condiv... more I testi che seguono sono dedica al dibattito cominciato dieci anni fa a orno alle letture condivise durante il corso “Studi urbani: Spazio e Comunità”1 (Professor Giovanni Caudo). Seppure variamente significative per ciascuno, esse disegnavano la parabola di espansione/deterritorializzazione/rilocalizzazione del Globo, avviata con l’estensione geogra ca e civile dell’Impero romano. La condizione urbana contemporanea discende dall’idea di “vivere sopra” alla condizione naturale, ai legami di sangue, per costruire una seconda natura e le istituzioni necessarie a regolarla, ponendo in tensione il nostro corpo e il nostro agire tra le ragioni di natura e quelle dell’ambizione di non essere solo terreni. L’(in)comune è la chiave per negoziare tale ambivalenza, ricca di equivoci. In questa interpretazione colle va emergono due dimensioni irrinunciabili attraverso cui si manifestano i legami di comunità: il corpo, ul ma frontiera, e la percezione di un’assenza incolmabile che è spazio di possibilità.

Symptoms – Of Literature, Vignola P. & Baranzoni S. (eds.), «La Deleuziana» n. 7, 2018
How to treat the topic of the narrative challenge of a devenir minoritaire (of an individual stor... more How to treat the topic of the narrative challenge of a devenir minoritaire (of an individual story) contained in a main story? In this text we propose the practice of city planning as a way to deal not only with planning techniques but also with an incremental way of telling. Inventing these techniques from time to time, the imagination of urbanizing carried out over the centuries this struggle of telling. Telling how to use, telling where to act and telling how an image of the city emerges. This paper points out some aspects that today could elevate this renovated literary “urbanistic” genre as one of the main allies for other literatures trying to mediate between a national (or main) dimension and a urban (or minor) dimension of telling. It happens in Europe: whenever urban planners find a way of renegotiating official/non official, formal/informal, legal/illegal they propose in their written work a laboratory of narrative methods containing a strong purpose of decolonisation, not yet well framed. Using some Deleuzian categories, we want to discuss this effort in urban studies of renaming parts of the urban “body” which has the direct or indirect consequence of rearticulating (with words and actions) the reason of a common agreeing around objects and places in a common story4telling. By renegotiating use, action and image this urban literature unconsciously defines city itself as a devenir femme.

U3 - Urbanistica Tre, 2019
Poliedrico autore dalla disciplina morale ferrea e dal pensiero libero, Carlo Donolo ci ha lascia... more Poliedrico autore dalla disciplina morale ferrea e dal pensiero libero, Carlo Donolo ci ha lasciati due anni fa. È stato parte del Comitato Scientifico di Urbanistica Tre, solo uno dei vuoti che lascia. Attorno a questa mancanza sembra essersi dissolta una tonalità del milieucircoscrivibile ma denso degli Studi Urbani, nelle accademie italiane. Con l’occasione della presentazione del libro Affari pubblici. Benessere individuale e felicità pubblica tra sapere e potere(Franco Angeli, 2017), Simone Ombuen ha proposto insieme all’associazione Eutropia onlus un Seminario dall’omonimo titolo (13 maggio, Dipartimento di Architettura Roma Tre) per riscoprire gli orli di un’eredità pulsante. Il ritratto non è un mosaico ma un insieme di propositi di ricerca che del pensiero di Carlo Donolo continuano a guardare modi e lampi. La sfida, che riceve carburante dal lessico di questo urbanista umanista, è la riscoperta di un vocabolario comune, capace di rifondare il patto tra realtà e indagine pubblica.
A multifaceted author with a strong moral discipline and a graceful thought, Carlo Donolo died two years ago.He was part of the Scientific Committee of Urbanistica Tre and it is just one of the voids missing his voice. With this loss, it seems that something of the well defined milieu of the Urban Studies has been dissolved in Italian academies. Simone Ombuen proposed, with Eutropia onlus, a Seminar (13thof May 2019, Dipartimento di Architettura, Roma Tre) where was also presented last Donolo’s homonymous book: “Affari pubblici. Benessere individuale e felicità pubblica tra sapere e potere” (Franco Angeli, 2017). The portrait is not a mosaic but a set of research proposals that continue to consider the methods and the intuitions of Carlo Donolo’s thought. The challenge, which receives inspiration from the vocabulary of this humanist urbanist, is the rediscovery of a common vocabulary, in the direction of a renewed pact between reality and public investigation.

U3-Urbanistica 3, 2018
Abstract
Dopo aver visitato Palermo e Manifesta 12 durane la penultima settimana dell’esposizione... more Abstract
Dopo aver visitato Palermo e Manifesta 12 durane la penultima settimana dell’esposizione, rifletto sulla relazione tra queste due entità, testimoniando cosa rimane della spinta trasformativa che ha visto ricercatori, artisti e ospiti europei coinvolti in questo ‘moto a luogo.’ Il “nomadismo” della mostra viene tradito da discorsi su “la Città prima” e “la Città dopo”, radicati in una retorica patriarcale che non sceglie tra vocazione etica e vocazione politica e, tentando di rifondare lo statuto ontologico della convivenza, non coglie la lezione di Palermo. La città è proiettata in un paese delle meraviglie, sublimando alcuni aspetti drammatici in intarsi concettuali inefficaci. Quali elementi geografici e iconografici possono aiutare l’esercizio d’immaginazione alla ricerca delle capacità rigeneratrici di questa mostra discussa e celebrata? Un’occasione per centrare la questione della politicità della dimensione locale, passando dalla nozione di contesto a quella di ‘contestuale’.
Abstract eng.
After having visited Palermo and Manifesta 12 during the penultimate week of the exhibition, I reflect about the relationship between these two entities, recording what remains of the transformative that involved researchers, artists and guests in this ‘movement towards the place’. The “nomadism” of the show has been betrayed by the speeches about “the City before” and “the City after”, rooted in a patriarchal rhetoric that doesn’t chose between ethical and political vocation and, trying to re-establish the ontological status, doesn’t catch the lesson of Palermo. The city is projected in a Wonderland, with a sublimation of some dramathic aspects in ineffective conceptual inlays. Which geographical and iconological elements may help the imaginative exercice searching for regenerative capacities of this discussed and celebrated festival? It’s an opportunity to focus on the matter of the politicity of the locl dimension, passing from the concept of contest to the concept of ‘contextual’.

La Deleuziana, n.7/2018 Sintomi della Letteratura, 2018
We identify in the currently trends of reviewing the instruments of urban planning something to d... more We identify in the currently trends of reviewing the instruments of urban planning something to do with a more wide questioning about the effectiveness of three institutions: census inquest, map and museum.
As Anderson (1983) intimates, nation-state learnt from colonial states (violently anti-nationalist) those three institutions above mentioned. Aftermath the end of the colonial available free space - The end of the History? (Fukuyama 1992) - and the crisis of the nation-state itself, the “storm” running over urban planning instruments suggests the loss of the pact between national empowerment and modern urban techniques. In quest of new dispositifs and a new vocabulary, urban government thought is looking for roots in different genealogies of thoughts, more feminine and discursive and more effective to reveal spatial intuition of Deleuzian coordinates of the see. Breaking the covenant with the nation, also more “urban”.
We propose a tripartite structure to express how urbanism, mediating between a geography of the demand and a geography of the supply, organises a discourse on diversity which can help the individual story-telling to escape from the unique frequency of the Égal.
(1) Imagine yourself in the world: from census to master plan
(2) Imagine yourself acting: from the map to the direction
(3) Imagine yourself in a story: from the Muse to the Nymph
Thesis Chapters by Martina Pietropaoli

TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN PROGETTAZIONE URBANA, 2016
Nella vigna ogni espressione di intenzionalità progettuale scaturisce da un momento di osservazio... more Nella vigna ogni espressione di intenzionalità progettuale scaturisce da un momento di osservazione della manifestazione della vita. dopo l’azione dell’uomo, la forma della pianta risponde agli stimoli e manifesta nuovamente la sua vitalità. Il “costruttore” assiste a questa risposta della natura e da questa meraviglia scaturisce una nuova fase del progetto. ogni volta c’è un incremento di intenzionalità che riparte dall’esito di quello precedente. ogni volta l’intelligenza della natura continua a manifestarsi.
abbiamo guadagnato la possibilità di aver cura, costruire, ed ogni quota di costruttività contiene sempre la possibilità di distruggere. Questa tesi guarda alla sostenibilità senza inseguire una situazione paci cata nel rapporto tra uomo e natura e senza proporre alcuna ideologia di ritorno alla terra. È un omaggio all’ar- chitettura, un invito a non rinunciare ad intervenire sulla vita, non rinunciare a sentire.
Cosa succede quando un “io-costruttore” si confronta con la vita in trasformazione?
la vigna inizialmente poteva avere soltanto il valore di un simbolo, di una metafora, ma ho trovato molto di più. la descrizione del lavoro in campo si rivelerà un importante “per esempio” in riferimento alla città. Questa tesi è il racconto di come ho imparato che cos’è l’intenzionalità progettuale. “Per esempio...”
la vigna è un “oggetto tecnico”.
la vigna è uno spazio sostanziale la vigna è un dispositivo
la vigna è un rito, un monumento, una liturgia.
Conference Presentations by Martina Pietropaoli

Aesop book of papers, 2019
AESOP 2019 congress,
Venice 9-13 July 2019
Session 17. Spatial tensions: urban microgeographies f... more AESOP 2019 congress,
Venice 9-13 July 2019
Session 17. Spatial tensions: urban microgeographies for changing cities
I will present two years of experience as a PhD researcher on the thesis “European city: Fundamentals and images of its Krisis”. I made an anthology of narrations accompanying projects “for”, “against”, “between” crisis. How do these tells make urban government frameworks pass from the paradigm of “finality” to the paradigm of “intentionality”? By mixing functional rationality (biological sciences) and intentional rationality (social sciences), Urban Studies create the condition to reshape equilibrium. From the consciousness that the total outcome doesn't satisfy everyone's interest, negative externalities are something to be controlled. Like Odysseus binds himself to not hear the Sirens, to reduce the field of action, we reduce the unpredictability. The problem of operationalization of the concept of crisis reveals the contraposition of two genealogies of thoughts; the one considered dominant and the other in objection. If we give the attribute of “feminine” to the genealogy of thought in opposition, we find some important concepts: empathy, contradiction, anachronism, otherness, cosmogony. By recognising the historical genealogies of this thought I want discuss the lexicon of the tension between patriarchal language and a feminine way of access to reality. How does the triad work/efficacy/example change? May this manage European city in order to integrate the uncertainty?
Keywords: crisis; feminine; European city; storytelling
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Books by Martina Pietropaoli
I saggi raccolti ragionano sulle forme di relazione che oggi si determinano nello spazio urbano, a partire dalle letture che sostanziano il corso: muovendosi attraverso le discipline, affrontano il tema del vivere insieme nella ci à contemporanea. Un tema che gli autori declinano in modo diverso, chi ragionando sull’individuo e il suo spazio di prossimità e chi sull’azione colle va costruttrice di beni comuni. In tutti si riscontra comunque la medesima postura: la consapevolezza di essere immersi nella relazione con l’altro, con gli altri, con le cose, con il mondo.
Il libro consta di due saggi introduttivi e di dieci testi di studiosi di va- rie discipline ( loso a, sociologia, urbanistica, arte, sica, economia agraria), protagonisti dei seminari Alterità, mondo, crisi (marzo-giu- gno 2019, Dipartimento di Architettura, Università Roma Tre), in cui si è dialogato sulle opportunità e sulle faglie aperte dall’attuale condizione urbana. Ciò che si propone è un percorso di spaesamento e di ritrovamento: accettare un iniziale turbamento, del resto, è l’ap- proccio di chi è capace di riabitare il mondo. Un testo dopo l’altro, trattando temi complessi in maniera sintetica e diretta, si ritessono i li tra divenire individuale e divenire collettivo: la possibilità di par- tecipare alla vita pubblica, l’allenamento dello sguardo, la percezione di sé e degli altri, le rappresentazioni geogra che e psico-geogra che che permettono di ricollocarsi nel mondo e di pensare la propria tra- sformazione insieme al movimento di rifondazione dei luoghi.
Contributi di Alberonero, Elena Battaglini, Giovanni Caudo, Aurora Cavallo, Laura Centemeri, Roberto D’Autilia, Lidia Decandia, Mau- ra Gancitano, Martina Pietropaoli, Silvano Tagliagambe, Sarantis Thanopulos, Paolo Virno.
Book Reviews by Martina Pietropaoli
Published in November 2017, the book is the result of the choral effort of authors with different backgrounds. The bigness of the printed volume does not penalize the agility of the contents, organised in order to be read in sectors by the experts to whom it is addressed: public administrators, lawmakers, researchers. The book focuses on the excessive resonances produced by the phenomenon of the illegal construction: despite the overabundant branching of derivations of the theme, the social and political reverberation of building out of planning should not compromise the the assertiveness of urban planning toward social issues, toward organized crime ant toward purely constructive issues. The intersecions with other sights are constantly aligned with the research of shared projects. The viewfinder through which the reader looks is a sorto of camera lens but also a firearm device: the shooting with the building amnesty is a showdown?
Editore: LetteraVentidue
Papers by Martina Pietropaoli
A multifaceted author with a strong moral discipline and a graceful thought, Carlo Donolo died two years ago.He was part of the Scientific Committee of Urbanistica Tre and it is just one of the voids missing his voice. With this loss, it seems that something of the well defined milieu of the Urban Studies has been dissolved in Italian academies. Simone Ombuen proposed, with Eutropia onlus, a Seminar (13thof May 2019, Dipartimento di Architettura, Roma Tre) where was also presented last Donolo’s homonymous book: “Affari pubblici. Benessere individuale e felicità pubblica tra sapere e potere” (Franco Angeli, 2017). The portrait is not a mosaic but a set of research proposals that continue to consider the methods and the intuitions of Carlo Donolo’s thought. The challenge, which receives inspiration from the vocabulary of this humanist urbanist, is the rediscovery of a common vocabulary, in the direction of a renewed pact between reality and public investigation.
Dopo aver visitato Palermo e Manifesta 12 durane la penultima settimana dell’esposizione, rifletto sulla relazione tra queste due entità, testimoniando cosa rimane della spinta trasformativa che ha visto ricercatori, artisti e ospiti europei coinvolti in questo ‘moto a luogo.’ Il “nomadismo” della mostra viene tradito da discorsi su “la Città prima” e “la Città dopo”, radicati in una retorica patriarcale che non sceglie tra vocazione etica e vocazione politica e, tentando di rifondare lo statuto ontologico della convivenza, non coglie la lezione di Palermo. La città è proiettata in un paese delle meraviglie, sublimando alcuni aspetti drammatici in intarsi concettuali inefficaci. Quali elementi geografici e iconografici possono aiutare l’esercizio d’immaginazione alla ricerca delle capacità rigeneratrici di questa mostra discussa e celebrata? Un’occasione per centrare la questione della politicità della dimensione locale, passando dalla nozione di contesto a quella di ‘contestuale’.
Abstract eng.
After having visited Palermo and Manifesta 12 during the penultimate week of the exhibition, I reflect about the relationship between these two entities, recording what remains of the transformative that involved researchers, artists and guests in this ‘movement towards the place’. The “nomadism” of the show has been betrayed by the speeches about “the City before” and “the City after”, rooted in a patriarchal rhetoric that doesn’t chose between ethical and political vocation and, trying to re-establish the ontological status, doesn’t catch the lesson of Palermo. The city is projected in a Wonderland, with a sublimation of some dramathic aspects in ineffective conceptual inlays. Which geographical and iconological elements may help the imaginative exercice searching for regenerative capacities of this discussed and celebrated festival? It’s an opportunity to focus on the matter of the politicity of the locl dimension, passing from the concept of contest to the concept of ‘contextual’.
As Anderson (1983) intimates, nation-state learnt from colonial states (violently anti-nationalist) those three institutions above mentioned. Aftermath the end of the colonial available free space - The end of the History? (Fukuyama 1992) - and the crisis of the nation-state itself, the “storm” running over urban planning instruments suggests the loss of the pact between national empowerment and modern urban techniques. In quest of new dispositifs and a new vocabulary, urban government thought is looking for roots in different genealogies of thoughts, more feminine and discursive and more effective to reveal spatial intuition of Deleuzian coordinates of the see. Breaking the covenant with the nation, also more “urban”.
We propose a tripartite structure to express how urbanism, mediating between a geography of the demand and a geography of the supply, organises a discourse on diversity which can help the individual story-telling to escape from the unique frequency of the Égal.
(1) Imagine yourself in the world: from census to master plan
(2) Imagine yourself acting: from the map to the direction
(3) Imagine yourself in a story: from the Muse to the Nymph
Thesis Chapters by Martina Pietropaoli
abbiamo guadagnato la possibilità di aver cura, costruire, ed ogni quota di costruttività contiene sempre la possibilità di distruggere. Questa tesi guarda alla sostenibilità senza inseguire una situazione paci cata nel rapporto tra uomo e natura e senza proporre alcuna ideologia di ritorno alla terra. È un omaggio all’ar- chitettura, un invito a non rinunciare ad intervenire sulla vita, non rinunciare a sentire.
Cosa succede quando un “io-costruttore” si confronta con la vita in trasformazione?
la vigna inizialmente poteva avere soltanto il valore di un simbolo, di una metafora, ma ho trovato molto di più. la descrizione del lavoro in campo si rivelerà un importante “per esempio” in riferimento alla città. Questa tesi è il racconto di come ho imparato che cos’è l’intenzionalità progettuale. “Per esempio...”
la vigna è un “oggetto tecnico”.
la vigna è uno spazio sostanziale la vigna è un dispositivo
la vigna è un rito, un monumento, una liturgia.
Conference Presentations by Martina Pietropaoli
Venice 9-13 July 2019
Session 17. Spatial tensions: urban microgeographies for changing cities
I will present two years of experience as a PhD researcher on the thesis “European city: Fundamentals and images of its Krisis”. I made an anthology of narrations accompanying projects “for”, “against”, “between” crisis. How do these tells make urban government frameworks pass from the paradigm of “finality” to the paradigm of “intentionality”? By mixing functional rationality (biological sciences) and intentional rationality (social sciences), Urban Studies create the condition to reshape equilibrium. From the consciousness that the total outcome doesn't satisfy everyone's interest, negative externalities are something to be controlled. Like Odysseus binds himself to not hear the Sirens, to reduce the field of action, we reduce the unpredictability. The problem of operationalization of the concept of crisis reveals the contraposition of two genealogies of thoughts; the one considered dominant and the other in objection. If we give the attribute of “feminine” to the genealogy of thought in opposition, we find some important concepts: empathy, contradiction, anachronism, otherness, cosmogony. By recognising the historical genealogies of this thought I want discuss the lexicon of the tension between patriarchal language and a feminine way of access to reality. How does the triad work/efficacy/example change? May this manage European city in order to integrate the uncertainty?
Keywords: crisis; feminine; European city; storytelling
I saggi raccolti ragionano sulle forme di relazione che oggi si determinano nello spazio urbano, a partire dalle letture che sostanziano il corso: muovendosi attraverso le discipline, affrontano il tema del vivere insieme nella ci à contemporanea. Un tema che gli autori declinano in modo diverso, chi ragionando sull’individuo e il suo spazio di prossimità e chi sull’azione colle va costruttrice di beni comuni. In tutti si riscontra comunque la medesima postura: la consapevolezza di essere immersi nella relazione con l’altro, con gli altri, con le cose, con il mondo.
Il libro consta di due saggi introduttivi e di dieci testi di studiosi di va- rie discipline ( loso a, sociologia, urbanistica, arte, sica, economia agraria), protagonisti dei seminari Alterità, mondo, crisi (marzo-giu- gno 2019, Dipartimento di Architettura, Università Roma Tre), in cui si è dialogato sulle opportunità e sulle faglie aperte dall’attuale condizione urbana. Ciò che si propone è un percorso di spaesamento e di ritrovamento: accettare un iniziale turbamento, del resto, è l’ap- proccio di chi è capace di riabitare il mondo. Un testo dopo l’altro, trattando temi complessi in maniera sintetica e diretta, si ritessono i li tra divenire individuale e divenire collettivo: la possibilità di par- tecipare alla vita pubblica, l’allenamento dello sguardo, la percezione di sé e degli altri, le rappresentazioni geogra che e psico-geogra che che permettono di ricollocarsi nel mondo e di pensare la propria tra- sformazione insieme al movimento di rifondazione dei luoghi.
Contributi di Alberonero, Elena Battaglini, Giovanni Caudo, Aurora Cavallo, Laura Centemeri, Roberto D’Autilia, Lidia Decandia, Mau- ra Gancitano, Martina Pietropaoli, Silvano Tagliagambe, Sarantis Thanopulos, Paolo Virno.
Published in November 2017, the book is the result of the choral effort of authors with different backgrounds. The bigness of the printed volume does not penalize the agility of the contents, organised in order to be read in sectors by the experts to whom it is addressed: public administrators, lawmakers, researchers. The book focuses on the excessive resonances produced by the phenomenon of the illegal construction: despite the overabundant branching of derivations of the theme, the social and political reverberation of building out of planning should not compromise the the assertiveness of urban planning toward social issues, toward organized crime ant toward purely constructive issues. The intersecions with other sights are constantly aligned with the research of shared projects. The viewfinder through which the reader looks is a sorto of camera lens but also a firearm device: the shooting with the building amnesty is a showdown?
Editore: LetteraVentidue
A multifaceted author with a strong moral discipline and a graceful thought, Carlo Donolo died two years ago.He was part of the Scientific Committee of Urbanistica Tre and it is just one of the voids missing his voice. With this loss, it seems that something of the well defined milieu of the Urban Studies has been dissolved in Italian academies. Simone Ombuen proposed, with Eutropia onlus, a Seminar (13thof May 2019, Dipartimento di Architettura, Roma Tre) where was also presented last Donolo’s homonymous book: “Affari pubblici. Benessere individuale e felicità pubblica tra sapere e potere” (Franco Angeli, 2017). The portrait is not a mosaic but a set of research proposals that continue to consider the methods and the intuitions of Carlo Donolo’s thought. The challenge, which receives inspiration from the vocabulary of this humanist urbanist, is the rediscovery of a common vocabulary, in the direction of a renewed pact between reality and public investigation.
Dopo aver visitato Palermo e Manifesta 12 durane la penultima settimana dell’esposizione, rifletto sulla relazione tra queste due entità, testimoniando cosa rimane della spinta trasformativa che ha visto ricercatori, artisti e ospiti europei coinvolti in questo ‘moto a luogo.’ Il “nomadismo” della mostra viene tradito da discorsi su “la Città prima” e “la Città dopo”, radicati in una retorica patriarcale che non sceglie tra vocazione etica e vocazione politica e, tentando di rifondare lo statuto ontologico della convivenza, non coglie la lezione di Palermo. La città è proiettata in un paese delle meraviglie, sublimando alcuni aspetti drammatici in intarsi concettuali inefficaci. Quali elementi geografici e iconografici possono aiutare l’esercizio d’immaginazione alla ricerca delle capacità rigeneratrici di questa mostra discussa e celebrata? Un’occasione per centrare la questione della politicità della dimensione locale, passando dalla nozione di contesto a quella di ‘contestuale’.
Abstract eng.
After having visited Palermo and Manifesta 12 during the penultimate week of the exhibition, I reflect about the relationship between these two entities, recording what remains of the transformative that involved researchers, artists and guests in this ‘movement towards the place’. The “nomadism” of the show has been betrayed by the speeches about “the City before” and “the City after”, rooted in a patriarchal rhetoric that doesn’t chose between ethical and political vocation and, trying to re-establish the ontological status, doesn’t catch the lesson of Palermo. The city is projected in a Wonderland, with a sublimation of some dramathic aspects in ineffective conceptual inlays. Which geographical and iconological elements may help the imaginative exercice searching for regenerative capacities of this discussed and celebrated festival? It’s an opportunity to focus on the matter of the politicity of the locl dimension, passing from the concept of contest to the concept of ‘contextual’.
As Anderson (1983) intimates, nation-state learnt from colonial states (violently anti-nationalist) those three institutions above mentioned. Aftermath the end of the colonial available free space - The end of the History? (Fukuyama 1992) - and the crisis of the nation-state itself, the “storm” running over urban planning instruments suggests the loss of the pact between national empowerment and modern urban techniques. In quest of new dispositifs and a new vocabulary, urban government thought is looking for roots in different genealogies of thoughts, more feminine and discursive and more effective to reveal spatial intuition of Deleuzian coordinates of the see. Breaking the covenant with the nation, also more “urban”.
We propose a tripartite structure to express how urbanism, mediating between a geography of the demand and a geography of the supply, organises a discourse on diversity which can help the individual story-telling to escape from the unique frequency of the Égal.
(1) Imagine yourself in the world: from census to master plan
(2) Imagine yourself acting: from the map to the direction
(3) Imagine yourself in a story: from the Muse to the Nymph
abbiamo guadagnato la possibilità di aver cura, costruire, ed ogni quota di costruttività contiene sempre la possibilità di distruggere. Questa tesi guarda alla sostenibilità senza inseguire una situazione paci cata nel rapporto tra uomo e natura e senza proporre alcuna ideologia di ritorno alla terra. È un omaggio all’ar- chitettura, un invito a non rinunciare ad intervenire sulla vita, non rinunciare a sentire.
Cosa succede quando un “io-costruttore” si confronta con la vita in trasformazione?
la vigna inizialmente poteva avere soltanto il valore di un simbolo, di una metafora, ma ho trovato molto di più. la descrizione del lavoro in campo si rivelerà un importante “per esempio” in riferimento alla città. Questa tesi è il racconto di come ho imparato che cos’è l’intenzionalità progettuale. “Per esempio...”
la vigna è un “oggetto tecnico”.
la vigna è uno spazio sostanziale la vigna è un dispositivo
la vigna è un rito, un monumento, una liturgia.
Venice 9-13 July 2019
Session 17. Spatial tensions: urban microgeographies for changing cities
I will present two years of experience as a PhD researcher on the thesis “European city: Fundamentals and images of its Krisis”. I made an anthology of narrations accompanying projects “for”, “against”, “between” crisis. How do these tells make urban government frameworks pass from the paradigm of “finality” to the paradigm of “intentionality”? By mixing functional rationality (biological sciences) and intentional rationality (social sciences), Urban Studies create the condition to reshape equilibrium. From the consciousness that the total outcome doesn't satisfy everyone's interest, negative externalities are something to be controlled. Like Odysseus binds himself to not hear the Sirens, to reduce the field of action, we reduce the unpredictability. The problem of operationalization of the concept of crisis reveals the contraposition of two genealogies of thoughts; the one considered dominant and the other in objection. If we give the attribute of “feminine” to the genealogy of thought in opposition, we find some important concepts: empathy, contradiction, anachronism, otherness, cosmogony. By recognising the historical genealogies of this thought I want discuss the lexicon of the tension between patriarchal language and a feminine way of access to reality. How does the triad work/efficacy/example change? May this manage European city in order to integrate the uncertainty?
Keywords: crisis; feminine; European city; storytelling