
Luca Tedesco
Address: Italy
less
Related Authors
Giovanni Maria Zinno
Roma Tre University, Rome, Italy
Giovanni De Grandis
University College London
Lorenzo Cini
University College Cork
Miriam Collura
Università Cattolica del Sacro Cuore (Catholic University of the Sacred Heart)
Giuseppe Turchi
Università degli Studi di Parma (Italy)
Luciano Sesta
Università degli Studi di Palermo
Alvaro Di Santo
Universidade Federal de Santa Catarina - UFSC (Federal University of Santa Catarina)
Uploads
Papers by Luca Tedesco
Il lavoro intende scandagliare le riflessioni e le argomentazioni formulate da Luigi Einaudi nel dibattito alla Costituente, che, muovendosi all’interno di leitmotiv e fili rossi che percorrono l’intera sua produzione scientifica e giornalistica, sono ascrivibili alla sensibilità e all’orientamento filobritannici dell’economista piemontese e più in generale ai principi del costituzionalismo liberale.
accoglie le recensioni di alcuni lavori intorno allo stato della scuola italiana che, pur nella diversità delle
sensibilità e degli sguardi dei loro autori, hanno alimentato e alimentano il discorso pubblico circa i suoi
destini. Tali recensioni, scritte da alcune studentesse del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria
dell’Università degli Studi Roma Tre, si presentano senza alcun intervento del curatore, nel tentativo di restituire
al lettore una fotografi a, la più fedele possibile, della cifra culturale delle autrici.
The book is in perfect continuity with L’aula è vuota?, published in the series in 2020. It collects the reviews
of some works on the state of the Italian school which, despite the diversity of the sensibilities and views of
their authors, have fueled and fuel public discourse about its destiny. These reviews, written by some Primary
Education Science students of the University of Roma Tre, are reported without any intervention by the editor,
in an eff ort to provide the reader with the most faithful picture of the authors’ cultural background.
Il lavoro intende scandagliare le riflessioni e le argomentazioni formulate da Luigi Einaudi nel dibattito alla Costituente, che, muovendosi all’interno di leitmotiv e fili rossi che percorrono l’intera sua produzione scientifica e giornalistica, sono ascrivibili alla sensibilità e all’orientamento filobritannici dell’economista piemontese e più in generale ai principi del costituzionalismo liberale.
accoglie le recensioni di alcuni lavori intorno allo stato della scuola italiana che, pur nella diversità delle
sensibilità e degli sguardi dei loro autori, hanno alimentato e alimentano il discorso pubblico circa i suoi
destini. Tali recensioni, scritte da alcune studentesse del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria
dell’Università degli Studi Roma Tre, si presentano senza alcun intervento del curatore, nel tentativo di restituire
al lettore una fotografi a, la più fedele possibile, della cifra culturale delle autrici.
The book is in perfect continuity with L’aula è vuota?, published in the series in 2020. It collects the reviews
of some works on the state of the Italian school which, despite the diversity of the sensibilities and views of
their authors, have fueled and fuel public discourse about its destiny. These reviews, written by some Primary
Education Science students of the University of Roma Tre, are reported without any intervention by the editor,
in an eff ort to provide the reader with the most faithful picture of the authors’ cultural background.
sponsored by the Department of Education Sciences of Roma Tre and the magazine MicroMega,
attended by the colleague Ernesto Galli della Loggia, and the discussion that arose on the floor
around the latest work of the roman historian, L’aula vuota. Come l’Italia ha distrutto la sua scuola
(The empty classroom. How Italy destroyed its school system) (Venezia, Marsilio).
The above mentioned discussion prompted some Primary Education Sciences students to draft reviews
of the pamphlet, which are reported here with no style or content edits, in an effort to provide
the reader with the most faithful picture of the authors’ cultural background.
All’interno della cultura scientifica positivista la caratterizzazione psichica e morale dell’individuo veniva fatta derivare dalla sua struttura anatomo-biologica: le nascenti scienze umane veicolarono dunque l’immagine di una femminilità legittima solo se commisurata alle funzioni naturali inscritte nel corpo della donna. In questo contesto, una formidabile eco ebbe l’opera di Cesare Lombroso.
Obiettivo del volume è allora quello di ripercorrere l’eredità lombrosiana circa la normalità e la devianza femminili tanto nella riflessione teorica, quanto nei dispositivi normativi dall’ultimo decennio dell’Ottocento fino all’Italia repubblicana.
egoismo patriottico» nell’analisi e nella denuncia di Gino Borgatta
sulla grande stampa d’opinione
scientifica italiana e internazionale soprattutto in relazione ai suoi
studi di sociologia finanziaria. Meno indagato è stato invece il lavoro
svolto dall’economista aostano, allievo di Vilfredo Pareto e Luigi Einaudi,
in materia di politica commerciale, ambito in cui ha ricoperto un ruolo
rilevante sia sotto il profilo scientifico che politico. Le analisi di Borgatta
circa il protezionismo cerealicolo e siderurgico, infatti, inaugurarono
una ricca stagione di studi, mentre indubbiamente originale fu la sua
proposta in tema di autarchia negli anni Trenta. La stessa proposta fu veicolata
sulla grande stampa d’opinione, facendo di Borgatta un infaticabile
opinion maker.
Il filo rosso che attraversa i saggi riprodotti nel volume rimanda invece a un’altra concezione del lavoro storico, probabilmente minoritaria tra gli addetti ai lavori ma non per questo, riteniamo, meno legittima, concezione che rifiuta l’idea che l’attività di ricerca debba prefiggersi obiettivi extrascientifici.
Secondo tale concezione, lo storico, nell’esercizio della sua professione, deve ripudiare ogni torsione funzionalista e strumentale della ricerca, ogni suggestione etico-pedagogica.
Deve respingere ogni blandizia e lusinga provenienti da chi gli volesse commissionare compiti terapeutici, di rigenerazione e legittimazione di sistemi politico-istituzionali.
Lo storico, se veramente tale, non deve partecipare, a parer nostro, ad alcun processo di nation building. Né costruttore di identità né dispensatore di virtù civiche, deve anzi correre il rischio che il proprio lavoro possa rivelare una contraddizione, insanabile, tra le esigenze della professione storica e i doveri civici discendenti dall’appartenenza a una comune cittadinanza.
The belief that the work of the historian is to fulfill an ethical and civic function is certainly not rare within the Academy.
The thread that runs through the essays reproduced in this volume refers to a different conception of the historical work, instead: though probably in the minority among the experts, we believe this conception, rejecting the idea that research must serve extra-scientific goals, to be equally legitimate.
Accordingly, the historian, in the exercise of his profession, must repudiate any ethical-pedagogical suggestion; he should reject any blandishment and flattery from those who would want to commission him therapeutic tasks, aimed at regenerating and legitimizing political and institutional systems. The historian, if truly such, should not take part, in our opinion, in any process of nation building. Neither a creator of identity nor a promoter of civic virtues, he must indeed take the risk that his work may reveal an irreconcilable contradiction between his professional duties and the civic obligations deriving from belonging to a common citizenship.
Luca Tedesco è Professore associato in Storia contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre.