Books by Federica Castelli

Introduzione -Il politico diviso di Nicole Loraux 1. Pensare l'Altro, pensare l'altrove 1.1 Senza... more Introduzione -Il politico diviso di Nicole Loraux 1. Pensare l'Altro, pensare l'altrove 1.1 Senza ringhiera 1.2 Tra la cité e la polis, Freud 1.3 La politica del mito 1.4 E dunque la politica. La divisione, il conflitto, l'oblio 1.5 Un passo in più. La donna e le fessure della Storia 2. L'Altro, la donna 2.1 L'alterità come dispositivo politico 2.2 Pensare la differenza sessuale ad Atene 2.3 Derealizzazioni 2.4 Ancora sulla derealizzazione 3. Il femminile come operatore politico 3.1. Soffrire come una donna, morire come un uomo. Il corpo virile tra maschile e femminile 3.2 Tra Omero, Eracle e Platone 3.3 L'operatore femminile 4. Il Politico dell'oblio 4.1 Alle porte sia la guerra. Il fantasma del conflitto e della divisione 4.2 Il Politico dell'oblio 4.3 Il femminile, il conflitto. La doppia negazione del politico greco 4.4 Eris e il legame della divisione Appendice -Atena. Il femminile non è una donna 1. Il femminile divino 2. Atena, dea civica par excellence Bibliografia L'autrice Nel 2003, a pochi giorni dalla notizia della morte prematura di Nicole Loraux, storica e antropologa francese, il mondo accademico -e non solo -entrò in un momento di involontaria vicinanza; in occasione della sua scomparsa, infatti, non solo le riviste di taglio scientifico, ma persino i quotidiani, sia italiani che francesi, dedicarono pagine al ricordo dell'autrice. Tutti -autori francesi e stranieri, storici, antropologi, filosofi, antichisti, psicologi, studenti, lettori -si erano uniti, senza volerlo, in un saluto collettivo, nel ricordo della direttrice dell'École Des Hautes Études en Sciences Sociales a Parigi, allieva di Vernant, erede di Gernet. Oggi, nonostante gli anni di distanza, quel gesto comune di ricordo e saluto è ancora perfettamente comprensibile. La ricchezza del metodo, l'audacia del pensiero, il rifiuto della prudente chiusura nello specialismo asettico e delle categorizzazioni a compartimenti stagni, la passione politica che contraddistinguono Nicole Loraux, infatti, non possono che rimanere impresse nella memoria di chi ha letto e studiato le sue pagine e risultare, nonostante il passare del tempo, anno dopo anno, efficacemente attuali. Le ricerche e gli studi di Nicole Loraux danno vita a un pensiero dalla stringente attualità e dalla profonda risonanza politica. Nonostante i suoi studi siano venuti a concentrarsi su un periodo storico ben definito e collocato a decisa distanza dalla contemporaneità, l'Atene del V secolo, gli esiti delle ricerche e le posizioni teoriche che l'autrice viene ad assumere si rivelano dirimenti anche in contesti apparentemente inconciliabili rispetto all'Atene classica -quali, a esempio, il mondo dell'economia e della politica globale -e riescono a spingersi oltre, fino ad assumere il valore di un pensiero all'altezza dei più noti teorici della politica, con il pensiero dei quali l'autrice entra costantemente in confronto diretto. Nonostante la sua formazione sembri apparentemente esulare dagli ambiti della filosofia politica, infatti, Nicole Loraux elabora posizioni che richiamano, tra assonanze e distanze, alcune delle teorie politiche più influenti della modernità: Marx, Schmitt, Weil, Arendt e non solo; il pensiero di Loraux entra in diretto contatto con le maggiori riflessioni della politica del Novecento, senza mai adagiarsi su una prospettiva in modo stabile o acritico. La riflessione sul politico sembra nascere naturalmente dall'intersezione delle varie prospettive disciplinari e metodologiche che l'autrice costantemente mette in gioco all'interno delle sue ricerche; se, infatti, si volesse tentare di individuare la caratteristica più evidente del pensiero di Nicole Loraux, questa non potrebbe essere individuata che nella spontanea irrequietezza del pensiero che caratterizza ogni sua indagine e che rende ogni sua ricerca unica nel suo genere. Senza mai adagiarsi su alcuna disciplina accademica, Loraux descrive movimenti ininterrotti tra la storia, l'antropologia, la psicologia, in un approccio variegato e ricco in cui tutte le griglie di comprensione predefinite, così come tutte le rigide distinzioni accademiche, vengono oltrepassate e fatte saltare. Ciò che consegue da questa particolare impostazione è la totale impossibilità di definire Loraux in modo univoco, impossibilità da cui deriva la ricchezza di un pensiero che non riesce ad adagiarsi e ad appiattirsi in nessun luogo predefinito della cultura. In tale transdisciplinarietà, che polverizza ogni griglia concettuale, Loraux riesce a sviluppare una pratica di ricerca fine che dà luogo a un'analisi precisa e raffinata e dal forte valore sia teorico che pratico. A partire da questo gioco di saperi, prospettive, suggestioni, nasce un pensiero vivo che riesce a porsi come leva politica nella concretezza delle pratiche. Ma non dobbiamo anticipare. Il movimento che porta il pensiero dell'autrice dall'Atene classica fino all'attualità più vicina non si compie, come per alcuni studiosi della scuola storica tradizionale, in virtù del riconoscimento di un debito che la modernità intratterrebbe con la dimensione originariaalmeno in senso normativo -della classicità e della democrazia ateniese in particolare ma, anzi, viene a essere elaborato all'interno di una posizione che assegna alla modernità una totale estraneità ermeneutica rispetto al V secolo greco. Nell'affermazione "i greci sono altri", Loraux racchiude la propria prospettiva metodologica e la posizione di tutto il panorama della generazione di storici che, con lei, dagli anni Sessanta del Novecento in poi, ha messo in atto un capovolgimento dei dogmi e dei canoni della tradizione storica francese. Volgendo il proprio sguardo oltre i canoni dell'accademia e delle istituzioni storiche, Loraux rifiuta di aggrapparsi a qualsiasi autorità della storiografia tradizionale, procedendo in un percorso totalmente altro rispetto alle voce istituzionali della polis. Lontana da Tucidide, dal restringimento delle fonti storiche ai soli documenti ufficiali, dal logos cristallino del discorso civico, Nicole Loraux si addentra nella storia greca indagando nei suoi recessi, esplorando i suoi non detti, interrogando l'immaginario sociale. Nasce così un pensiero mobile, agile, che sa disfarsi del dogma dell'autorità e dai vincoli delle discipline accademiche; un pensiero che è puro movimento. Non esiste una cultura di riferimento precisa, una griglia concettuale univoca per potersi accostare alle pagine di Loraux. Ogni conoscenza dovrà essere posta in relazione ad ambiti nuovi, a nuove informazioni; chi legge le sue pagine si ritroverà immerso in una pluralità di prospettive, arricchendo così il proprio sguardo e liberando la propria mente da suddivisioni mute e ingannevoli. Contribuisce all'unicità del metodo dell'autrice anche quella "doppia lettura" che fa sì che la riflessione sul politico non si trovi mai a cadere nelle trappole di un discorso neutro e astrattamente omogeneo, quel radicamento nella differenza sessuale che porta la donna al centro dell'analisi sull'ideologia civica ateniese, mentre questa ne cancella invece l'esistenza. Contro il pensiero dell'Uno, contro il soggetto unico, Loraux pensa la differenza sessuale al cuore del politico greco. Chiave interpretativa, in quanto elemento strutturale, dell'intera tassonomia sociale, la differenza sessuale rende conto degli spazi costitutivi del politico che le narrazioni ufficiali e i resoconti storici lasciano in ombra per far spazio al discorso unico dell'istituzione politica. In questo modo, coniugando studio del politico e prospettiva di genere, Loraux fuoriesce ancora una volta dalle griglie istituzionali per indagarne i recessi con un'ottica altra. Nella prospettiva dell'autrice, tenere in conto la differenza sessuale permette l'accesso a numerose realtà sociali che si perdono e soffocano nel discorso della Città. Solo leggendo la storia a partire dalla messa a tema della differenza si potrà cogliere il politico nella sua realtà più profonda e nelle sue ambiguità costitutive. Il pensiero neutro non esiste e così è per la politica, sempre radicata in un due fondamentale. Al cuore del pensiero di Nicole Loraux vi è la consapevolezza di una dialettica irrinunciabile e non risolvibile che porta il politico a costituirsi in un rapporto senza sintesi tra il sé e l'altro. Le Même e l'Autre, al centro della riflessione francese del secolo scorso, vengono ripensati dall'autrice in modo nuovo, totalmente altro, in cui il politico greco è polo dialettico in continuo rapporto con la propria alterità. I criteri fondamentali di individuazione del politico e della cittadinanza in ambito greco vengono a essere elaborati in una logica che sembra procedere sempre per opposizioni, in cui l'identità del sé si acquisisce tramite la messa a distanza di ciò che viene posto al di fuori dello spazio civico. Saranno dunque la differenza sessuale, l'autoctonia e lo status sociale a individuare il cittadino come maschio, adulto, libero e autoctono, conferendo così al politico una precisa connotazione. Sulla base di queste polarizzazioni viene a definirsi un'immagine dello spazio pubblico dai contorni netti e dalle caratteristiche omogenee e unitarie. Il politico greco, infatti, nato dalla dualità e dalla divisione, si costituisce nel discorso della polis come logos autentico, unico e totalizzante. Senza poterla mai negare -pena la perdita della propria identità -il discorso civico esclude l'alterità mentre la Cittàcostruzione identitaria, astratta, ideologicamente connotata -fornisce un'immagine di sé come realtà unica, come spazio omogeneo, senza resti e totale. Andres e kora, uomini e suolo civico, si pongono come determinazioni univoche della polis. Ciò che ne deriva è una vera e propria ideologia dell'Uno civico, veicolata dalle istituzioni e dal discorso ufficiale, che insinua le rappresentazioni civiche fin dentro l'immaginario sociale diffuso. Tra la polis irenica che supera le divisioni e il conflitto attraverso le proprie pratiche...
Edifir | collana 2050. Abitare nelle rovine della metropoli, 2023
Il libro affronta l’intreccio tra la dimensione del genere e quella della città, attraverso le ri... more Il libro affronta l’intreccio tra la dimensione del genere e quella della città, attraverso le riflessioni e le pratiche sviluppate dai movimenti femministi e transfemministi in Italia. Utilizzando gli strumenti di diversi ambiti disciplinari (filosofia politica, sociologia, urbanistica), il testo mette a tema lo spazio pubblico, gli spazi transfemministi, gli spazi delle pratiche quotidiane, gli spazi del rapporto con le istituzioni. Il titolo allude al desiderio, come passione e motore dell’azione politica, e al conflitto. Più che un resoconto, infatti, questo libro vuole essere un dialogo a più voci che restituisce la postura critica e conflittuale con cui i movimenti e le pratiche transfemministe oggi contestano, risignificano, trasformano, fanno ardere gli spazi urbani. Prefazione di Linda Peake

La Comune di Parigi: pratiche inedite, alleanze impreviste, nuovi soggetti che irrompono sulla sc... more La Comune di Parigi: pratiche inedite, alleanze impreviste, nuovi soggetti che irrompono sulla scena. Una nuova idea di politica, una nuova idea di città, di lavoro, di famiglia.
Nell’anno del 150° anniversario, Federica Castelli dà voce alle donne che hanno dato vita alla Comune e al conseguente mutamento radicale dell’immaginario politico, mantenendo lo sguardo sui corpi, sulle esperienze materiali e sulle pratiche collettive. Un saggio che rilegge questa esperienza da una postura femminista, incarnata e sessuata, per rintracciare parole e azioni che parlino alla nostra contemporaneità. Le Comunarde si sono formate politicamente e pubblicamente in un contesto storico che le negava in quanto donne; hanno lottato per un’idea di collettività nuova, seguendo percorsi inattesi, fuori dalle narrazioni misogine e sessiste della loro epoca. Hanno cercato l’autodeterminazione in una lotta che liberasse tutti e tutte, imbracciando i fucili e alzando barricate. Hanno immaginato un’altra società, radicata su altre basi, che permettesse uguaglianza e pieno esercizio della cittadinanza a francesi e stranieri, poveri e ricchi, borghesi e proletari, uomini e donne.
Alle generazioni successive invece mostrano che niente è mai acquisito quando si tratta di uguaglianza dei sessi, nemmeno nelle avanguardie politiche, e che occorre sempre essere vigili, unite. Che il lavoro politico deve muoversi in modo plurale, dall’immaginario ai diritti; dalle strade alle barricate, dalle scuole ai giornali; e che i rapporti di genere si danno sempre su piani intricati e stratificati, pieni di ambivalenze e di conflitti. E più di tutto, le Comunarde ci mostrano che anche le donne hanno il diritto di essere rivoluzionarie.
Questo testo, certo, si soffermerà su alcune figure più note, ma facendo attenzione a non cadere nella trappola di focalizzarsi su alcune donne ‘speciali’ lasciando nell’oblio tutte le altre. Non cerchiamo figure di riferimento, né donne eccezionali. Questo libro vuole parlare delle donne comunarde, delle loro relazioni, dei loro vissuti e dei loro corpi anche quando restano senza nome.

La Libertà è una Passeggiata. Donne e spazi urbani tra violenza strutturale e autodeterminazione, 2019
Indice
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio u... more Indice
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio urbano (Chiara Belingardi, Federica Castelli, Serena Olcuire)
GENEALOGIE. Intessere racconti altri tra passato e futuro
Riandare alle origini per scardinare l’idea di città patriarcale e immaginare altre forme di urbanità possibili (Lidia Decandia)
Costruite per le donne, costruite dalle donne. Produzione di spazi femminili dai Women’s Building alle case delle donne (Claudia Mattogno)
Architetta non si nasce, lo si diventa (Chiara Belingardi)
IMMAGINARI. Interrogare l’esistente a partire dal desiderio
Città stellari (Federica Giardini)
Violenza e spazio urbano. Oltre la sicurezza, verso l’autodeterminazione (Federica Castelli)
Mappe del desiderio. Spazi safe e pratiche transfemministe di riappropriazione dell’urbano (Giada Bonu)
Città a misura di donne o donne a misura di città? La mappatura come strumento di governo e sovversione del rapporto tra sicurezza e genere (Serena Olcuire)
Soggettività molteplici nello spazio urbano (Cristina Mattiucci)
La città dei corpi indecorosi: femminismi, spazi urbani e politiche securitarie in Italia (Miriam Tola)
INVENZIONI. Mettiamoci i corpi, prendiamoci gli spazi
Lo spazio-corpo come laboratorio: the body strikes back (Rachele Borghi)
Presenze indecorose: pratiche femministe oltre le politiche securitarie. Intervista con Viola su Tuba Bazar (Fabio Bertoni, Simone Tulumello)
Comitati di quartiere e riproduzione sociale tra sperimentazione e contraddizioni (Sara Pierallini, Martina Tontodonati)
La città femminista che meritiamo di vivere (Lucha y Siesta)
ARCIPELAGA, una città transfemminista e antispecista (TerraCorpiTerritorieSpaziUrbani)
Carta della città femminista (Non Una Di Meno – Padova)
Note per una risignificazione femminista dello spazio urbano. Dalla toponomastica allo sciopero transnazionale (Alina Dambrosio)
La potenza delle pratiche. Note sulla giornata ‘La libertà è una passeggiata’ (Isabella Pinto)
(in)Movement – su quello che si muove anche dentro. Azione
performativo-poetica di apertura alla giornata di studi (Paula Carrara)

I mutamenti sociali degli ultimi anni hanno mostrato l'esigenza di rimettere in discussione il te... more I mutamenti sociali degli ultimi anni hanno mostrato l'esigenza di rimettere in discussione il tema dello spazio pubblico, portando all'apertura di forti dibattiti circa la sua natura e le sue definizioni. Una delle cause principali delle ambiguità che segnano tali discussioni deriva dal continuo oscillare tra l'idea di spazio pubblico come spazio fisico e materiale e l'idea di spazio pubblico nel suo senso metaforico, come arena politica. L'intento del volume è mostrare come lo spazio pubblico, in quanto spazio politico, sia sempre legato alla sua dimensione materiale. Procedendo attraverso la ricostruzione genealogica e l'analisi critica delle recenti dinamiche sociali e politiche secondo la prospettiva del conflitto e della differenza, queste pagine cercano di evidenziare gli slittamenti, i ritorni, le reinvenzioni dietro i diversi usi del concetto, articolandone e problematizzandone gli assunti, mostrandone le implicite visioni ed esigenze politiche.

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Nicole Loraux può essere considerata una delle più grandi e vivaci menti del panorama intellettuale contemporaneo. Storica, antropologa, classicista, filologa, ha saputo coniugare mondo antico e psicanalisi in un pensiero che, nei suoi esiti, raggiunge livelli di intenso valore politico. Coniugando lettura di genere e riflessione politica, Nicole Loraux fa parlare la classicità una lingua politica ben più ampia e generale, che arriva ai nostri giorni, pur nella ferma assunzione metodologica che colloca la grecità come alterità inassimilabile. Elaborando un discorso squisitamente politico l’autrice illustra una polis e uno spazio pubblico scisso, lontano dall’armonia razionale e dal logos, ma anzi preso tra irrisolvibili divisioni, costitutive e intrinseche – spiega Loraux – al concetto stesso di politico. Attraverso un intenso lavoro sull’immaginario e sulle rappresentazioni sociali, che Loraux rintraccia nelle pratiche di potere antiche – lavoro tanto sistematico da far parlare l’autrice di una vera e propria ideologia dell’Uno – appare come il politico trovi la propria forza e la propria essenza nella scissione e nel conflitto, configurandosi così come una politica del due. Il due della divisione, della stasis, della presa di posizione. Ma, in modo ancor più fondamentale, un due che è innanzi tutto il due della differenza sessuale.
Indice:
Introduzione – Il politico diviso di Nicole Loraux
I – Pensare l’Altro, pensare l’altrove
1- Senza ringhiera
2- Tra la cité e la polis, Freud
3- La politica del mito
4- E dunque la politica. La divisione, il conflitto, l’oblio
5- Un passo in più. La donna e le fessure della Storia
II – L’Altro, la donna
1- L’alterità come dispositivo politico
2- Pensare la differenza sessuale ad Atene
3- De-realizzazioni
4- Ancora sulla de-realizzazione
III – Il femminile come operatore politico
1- Soffrire come una donna, morire come un uomo. Il corpo virile tra maschile e femminile
2- Tra Omero, Eracle e Platone
3- L’operatore femminile
IV – Il Politico dell’Oblio
1- Alle porte sia la guerra. Il fantasma del conflitto e della divisione
2- Il Politico dell’Oblio
3- Il femminile, il conflitto. La doppia negazione del politico greco
4- Eris e il legame della divisione
Appendice – Atena. Il femminile non è una donna
1- Il femminile divino
2- Atena, dea civica par excellence
Conclusioni – Il due della politica
Bibliografia

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Questo libro è un punto di incontro tra donne che ragionano sulla città a partire da diversi punti di vista.
Noi, come curatrici, crediamo che non esistano teorie prive di corpo, riflessioni nate dalla purezza dei concetti e che di solo pensiero si alimentano. Crediamo che le teorie, i pensieri, i libri e le pagine fitte fitte di appunti nascano da esperienze, incontri, incroci (a volte anche imprevisti), e che abbiano a che fare con la contingenza delle vite, la loro materialità, le loro imprevedibilità e necessità.
Insomma, che abbiano a che fare con il corpo di ognuna e ognuno e tutto ciò che essi portano sulla scena.
Abbiamo scelto la politica come chiave di lettura del fenomeno urbano. Questo non solo perché la politica è stata il nostro punto di incontro, ma anche per scardinare la logica che vede nella costruzione dello spazio urbano un’operazione asettica da affidare a tecnici, quando invece in essa si rivela una dimensione molto forte della politica. Attraverso la costruzione degli spazi, delle geometrie e dei luoghi, attraverso la libertà e l’accessibilità dell’urbano, attraverso la cura, il dispiegamento delle possibilità e l’esercizio della serendipity, è possibile costruire una società più aperta e più giusta. Questa è una questione strettamente politica.
Questo volume, dunque, vuole essere un luogo di lavoro e di scambio tra donne sulle questioni di città e genere. Le donne di cui questo volume racconta non sono un “oggetto” di indagine, ma soggetti creatori di saperi e di pratiche, di immaginari e pratiche istituzionali informali.
Il libro è diviso in tre sezioni: Agorà, che raccoglie contributi eterogenei sulla città; Strade, che raccoglie contributi e riflessioni sul tema chiave della sicurezza; Incroci, spazio di sperimentazione e contaminazione, in cui vi si ritrovano riletture e commenti di testi fondamentali a partire da posizionamenti non previsti (non dall’accademia, almeno). All’interno delle diverse sezioni trovano posto donne con posizionamenti diversi: abbiamo raccolto punti di vista di professioniste e lavoratrici, di studiose e teoriche, filosofe e urbaniste, donne appartenenti a movimenti e/o al mondo delle pratiche, donne artiste o legate alla costruzione di immaginari e narrazioni. Ogni contributo incarna più di un aspetto: nessuna di queste donne, infatti, riesce a esaurirsi in un solo di questi posizionamenti ed è restia a farsi ingabbiare in diciture chiuse e delimitanti. Ogni donna che ha contribuito in questo volume non si esaurisce in un’etichetta, ma incarna in sé molti degli aspetti di cui sopra. Ogni autrice è portatrice di uno sguardo ampio, complesso e ricco di sfumature, impossibile da delimitare.
Indice
Introduzione (C. Belingardi, F. Castelli)
Parte 1: Agorà
1. A proposito di femminismi, donne e città (C. Belingardi)
2. Cartografie di genere (D. Poli)
3. Posizione, spazio, movimento: termini della differenza sessuale. A partire dal libro di Federica Giardini, Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia, Sossella, Roma 2004 (a cura di F. Castelli)
4. Città e conflitto. Trasformazioni, reinvenzioni e rifondazioni (F. Castelli)
5. The Politics of Dispossession and Reappropriation in the Neoliberal City (M. Mayer)
6. Un teatro occupato e il diritto alla città (C. Belingardi, I. Caleo, F. Giardini, I. Pinto)
7. Una operazione di fermentazione urbana (L. Decandia)
8. ORA. Indagine sulla piazza in 4 tappe (S. Calderoni, I. Caleo)
Parte 2: Strade
9. Securitarismo, rischio ed uso strumentale del corpo delle donne (A. Simone)
10. Paris by Night (V. Medda)
11. Alcune riflessioni sulla sicurezza da una prospettiva di Lucha e di Siesta (a cura di C. Belingardi)
12. “Il buio va strettamente illuminato”. Laboratorio di progettazione partecipata sulla percezione della sicurezza in ambito urbano (L. Moretti, V. Petrucci)
Parte 3: Incroci
13. Corpi urbani, alcune note a margine. Recensione a Giancarlo Paba, Corpi urbani. Differenze, interazioni, politiche, FrancoAngeli, Milano 2010. (I. Pinto)
14. Oltre il margine. bell hooks e la città (M. Rossi)
15. Violenza del confine e umane inclinazioni. Una lettura del film La zona di Rodrigo Plà (2007) (G. Serughetti)
16. Politiche della differenza. Questioni di giustizia (spaziale), di genere e di diritto (alla città) (C. Perrone)
17. Marta Lonzi “l’architetto fuori di sé” (1982) e “Autenticità e progetto” (2006) (C. Belingardi)
18. L’apprendimento come esperienza estetica. Una comunità di pratiche in azione. Testi di Lidia Decandia riletti da Sandra de Perini (S. De Perini)
19. La giustizia mise en space. Note sul testo di Susan S. Fainstein, The just city (2010) (F. Giardini)
20. L’esperienza della città. Note sul testo di Jane Jacobs, Vita e morte delle grandi città (E. De Majo)
21. Il testo della città. Nadja di Breton (D. Angelucci)

Cosa significa protestare per le strade, perché occupare uno spazio nella città? Veniamo da un re... more Cosa significa protestare per le strade, perché occupare uno spazio nella città? Veniamo da un recente risveglio, da anni che hanno riportato la politica nelle piazze e nelle strade. In tutto il mondo uomini e donne sono scesi in piazza manifestando un'urgenza condivisa di resistenza, di riappropriazione degli spazi e della capacità di agire e fare politica a partire dalle vite. Come comprendere la specificità di queste esperienze? Perché chiamarle rivolte urbane e non rivoluzioni? Quali sono gli strumenti per leggere una rivolta senza astrarre, generalizzare, neutralizzare? Stare per le strade è la pratica di 'stasis' che crea lo spazio per la rivolta e contemporaneamente dispone un modo affettivo di vivere lo spazio urbano. Durante una protesta, la corporeità è esposta in tutta la sua intensità appassionata e vulnerabile. Il corpo al centro permette di cogliere la relazione che questi eventi intessono con gli spazi urbani, il nuovo senso della politica che propongono e i rapporti tra uomini e donne nel momento della protesta.
Edited Books by Federica Castelli

Nova Delphi, pp. 168, ISBN: 979-12-800-97-00-2, 2021
con contributi di: Angela Balzano, Lorenzo Benadusi, Lorenzo Bernini, Giada Bonu, Roberto Carocci... more con contributi di: Angela Balzano, Lorenzo Benadusi, Lorenzo Bernini, Giada Bonu, Roberto Carocci, Francesca Casafina, Federica Castelli, Alessandra Chiricosta, Chiara Corazza, Anna Curcio, Nesma Elsakaan, Silvia Federici, Serena Fiorletta, Valeria Mercandino, Renata Pepicelli, Djamila Ribeiro, Daniela Rossini, Paola Stelliferi
Il volume si propone come strumento di orientamento nel panorama, plurale e sempre in movimento, dei femminismi internazionali, in un percorso genealogico che abbraccia gli ultimi due secoli. Il suo intento è quello di disporre quadri di riferimento, aggiornandoli con riflessioni critiche, spunti e dialoghi utili a fornire strumenti concettuali per una lettura sessuata e femminista delle dinamiche contemporanee. Allo stesso tempo, è frutto di un’operazione di tessitura tra pratiche, interpretazioni e posture differenti. Seguendo traiettorie policrome, le autrici e gli autori di queste pagine mettono a fuoco e in relazione i femminismi e le lotte che compongono il nostro presente, in un vivace dialogo multidisciplinare e interdisciplinare. Storia, antropologia, rifles- sione filosofica si intrecciano in un sapere che per sua definizione è radicato nell’esperienza e che “non parla per altre” ma interroga vissuti e contesti, tramite saggi che inquadrano i femminismi coevi e quelli passati anche attraverso i dialoghi con autrici e pensa- trici protagoniste di quelle esperienze.
Papers by Federica Castelli

Filosofia, n. 69, 2024
the paper focuses on the issue of relationship to otherness from a philosophical and political pe... more the paper focuses on the issue of relationship to otherness from a philosophical and political perspective, taking into account its characters-specifically Harfex, the biologist, and Osden, the "empath"-in dialogue with feminist theorists such as Irigaray, Cavarero, Butler, Haraway, among others. On the one hand, we find a dichotomous vision of difference rooted in confrontation, categorization, hierarchization (and hence oppression and exploitation); on the other hand, we find otherness as interdependence and connection: a tactile, mucosal, not pacified relationship that is not anthropocentric, nor rational, and recognizes agency in otherness. A situated and embodied dynamic that is never given in advance. Together with Osden we will explore the possibility of empathy as a form of truth, and, linking up to Le Guin's Earthsea saga and The Dispossessed, we will highlight two different modes of power-knowledge production: on one side, knowledge as organization, classification, and anthropocentric reduction to human perspective; on the other, knowledge as intimacy, equilibrium, connection, and unassimilability of the other.
Bristol University Press eBooks, Sep 30, 2022

The philosopher Adriana Cavarero has long been a well recognised voice in the plural landscape of... more The philosopher Adriana Cavarero has long been a well recognised voice in the plural landscape of contemporary Italian thought. Her engagement with grounding themes and ideas has resonated across, and often profoundly shaken, multiple fields of enquiry, spanning political philosophy, the humanities and classical studies, literary theory, and the traditions of feminist debates. Whilst a coherent synthesis of such a vast reception would be impossible to pursue in one volume, the collection of contributions that follows attempts to portray-via a multiplicity of perspectives and angles-Cavarero's work, and the important legacy and debates that it continues to spark, not only in Italy, but also, increasingly, at an international level. On the backdrop of an expanding reception in and outside Italy, however, we can ponder whether it is plausible to speak of an "Italian" philosophy; in other words, can philosophy be constructed in national or geographical terms, or rather does it need to be conceived as inevitably stateless, and not bound by territorial constraints? Assuming the admissibility of the existence of a philosophy that is distinctively "Italian", then, the question would arise: what are its main traits? What are its distinctive and, possibly, uniquely recognisable characteristics? While these questions have been central to the Journal of Italian Philosophy since its inception, their origins have a much more complex and extensive historical trajectory. Studies on the topic can be traced back to the writings of Bertrando Spaventa in the 19th century (Spaventa, 2009), and some of their most comprehensive and innovative

European Journal of Pragmatism and American Philosophy
It is not difficult to consider the women who animated Hull House as a constellation. Eleanor J. ... more It is not difficult to consider the women who animated Hull House as a constellation. Eleanor J. Stebner did so in The Women of Hull House (1997), a text that investigates women's relationships, practices, and the intertwining of activism and spiritualitybroadly understood and not reducible to religious observances or institutions-in the most important social settlement of the United States, founded by Jane Addams and Ellen Gates Starr in 1889. I too will adopt this image of a constellation and its emphasis on plurality; it is not possible to fully appreciate the beauty of a constellation by focusing on only one of its elements (most typically, Addams's figure) without studying the relations between the different parts that compose it. The stories and lived experiences that animated Hull House evoke a detailed image in which different approaches, methodologies, and conditions address complex and articulated social priorities. Looking at Jane Addams, her companions, and the women of the Hull House neighborhood, and what they managed to accomplish with great effort, patience, and commitment, we see pulsating stars of different colors, shapes, and intensities, which together compose an evocative and lively image. Each star is unique, but it is only through their relations that we can glimpse something new. Moreover, constellations offer a possible direction for our individual and collective paths. They remind us that we are immersed in a cosmos: interconnected, interdependent, and caught up in a sympoietic system that cannot be reduced to human actors (Dempster 2000). In other words, we are embodied in a mutual relationship and not individuals without ties or context, as some Western philosophers have tried to suggest (Cavarero 2013).
SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA)
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Books by Federica Castelli
Nell’anno del 150° anniversario, Federica Castelli dà voce alle donne che hanno dato vita alla Comune e al conseguente mutamento radicale dell’immaginario politico, mantenendo lo sguardo sui corpi, sulle esperienze materiali e sulle pratiche collettive. Un saggio che rilegge questa esperienza da una postura femminista, incarnata e sessuata, per rintracciare parole e azioni che parlino alla nostra contemporaneità. Le Comunarde si sono formate politicamente e pubblicamente in un contesto storico che le negava in quanto donne; hanno lottato per un’idea di collettività nuova, seguendo percorsi inattesi, fuori dalle narrazioni misogine e sessiste della loro epoca. Hanno cercato l’autodeterminazione in una lotta che liberasse tutti e tutte, imbracciando i fucili e alzando barricate. Hanno immaginato un’altra società, radicata su altre basi, che permettesse uguaglianza e pieno esercizio della cittadinanza a francesi e stranieri, poveri e ricchi, borghesi e proletari, uomini e donne.
Alle generazioni successive invece mostrano che niente è mai acquisito quando si tratta di uguaglianza dei sessi, nemmeno nelle avanguardie politiche, e che occorre sempre essere vigili, unite. Che il lavoro politico deve muoversi in modo plurale, dall’immaginario ai diritti; dalle strade alle barricate, dalle scuole ai giornali; e che i rapporti di genere si danno sempre su piani intricati e stratificati, pieni di ambivalenze e di conflitti. E più di tutto, le Comunarde ci mostrano che anche le donne hanno il diritto di essere rivoluzionarie.
Questo testo, certo, si soffermerà su alcune figure più note, ma facendo attenzione a non cadere nella trappola di focalizzarsi su alcune donne ‘speciali’ lasciando nell’oblio tutte le altre. Non cerchiamo figure di riferimento, né donne eccezionali. Questo libro vuole parlare delle donne comunarde, delle loro relazioni, dei loro vissuti e dei loro corpi anche quando restano senza nome.
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio urbano (Chiara Belingardi, Federica Castelli, Serena Olcuire)
GENEALOGIE. Intessere racconti altri tra passato e futuro
Riandare alle origini per scardinare l’idea di città patriarcale e immaginare altre forme di urbanità possibili (Lidia Decandia)
Costruite per le donne, costruite dalle donne. Produzione di spazi femminili dai Women’s Building alle case delle donne (Claudia Mattogno)
Architetta non si nasce, lo si diventa (Chiara Belingardi)
IMMAGINARI. Interrogare l’esistente a partire dal desiderio
Città stellari (Federica Giardini)
Violenza e spazio urbano. Oltre la sicurezza, verso l’autodeterminazione (Federica Castelli)
Mappe del desiderio. Spazi safe e pratiche transfemministe di riappropriazione dell’urbano (Giada Bonu)
Città a misura di donne o donne a misura di città? La mappatura come strumento di governo e sovversione del rapporto tra sicurezza e genere (Serena Olcuire)
Soggettività molteplici nello spazio urbano (Cristina Mattiucci)
La città dei corpi indecorosi: femminismi, spazi urbani e politiche securitarie in Italia (Miriam Tola)
INVENZIONI. Mettiamoci i corpi, prendiamoci gli spazi
Lo spazio-corpo come laboratorio: the body strikes back (Rachele Borghi)
Presenze indecorose: pratiche femministe oltre le politiche securitarie. Intervista con Viola su Tuba Bazar (Fabio Bertoni, Simone Tulumello)
Comitati di quartiere e riproduzione sociale tra sperimentazione e contraddizioni (Sara Pierallini, Martina Tontodonati)
La città femminista che meritiamo di vivere (Lucha y Siesta)
ARCIPELAGA, una città transfemminista e antispecista (TerraCorpiTerritorieSpaziUrbani)
Carta della città femminista (Non Una Di Meno – Padova)
Note per una risignificazione femminista dello spazio urbano. Dalla toponomastica allo sciopero transnazionale (Alina Dambrosio)
La potenza delle pratiche. Note sulla giornata ‘La libertà è una passeggiata’ (Isabella Pinto)
(in)Movement – su quello che si muove anche dentro. Azione
performativo-poetica di apertura alla giornata di studi (Paula Carrara)
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Nicole Loraux può essere considerata una delle più grandi e vivaci menti del panorama intellettuale contemporaneo. Storica, antropologa, classicista, filologa, ha saputo coniugare mondo antico e psicanalisi in un pensiero che, nei suoi esiti, raggiunge livelli di intenso valore politico. Coniugando lettura di genere e riflessione politica, Nicole Loraux fa parlare la classicità una lingua politica ben più ampia e generale, che arriva ai nostri giorni, pur nella ferma assunzione metodologica che colloca la grecità come alterità inassimilabile. Elaborando un discorso squisitamente politico l’autrice illustra una polis e uno spazio pubblico scisso, lontano dall’armonia razionale e dal logos, ma anzi preso tra irrisolvibili divisioni, costitutive e intrinseche – spiega Loraux – al concetto stesso di politico. Attraverso un intenso lavoro sull’immaginario e sulle rappresentazioni sociali, che Loraux rintraccia nelle pratiche di potere antiche – lavoro tanto sistematico da far parlare l’autrice di una vera e propria ideologia dell’Uno – appare come il politico trovi la propria forza e la propria essenza nella scissione e nel conflitto, configurandosi così come una politica del due. Il due della divisione, della stasis, della presa di posizione. Ma, in modo ancor più fondamentale, un due che è innanzi tutto il due della differenza sessuale.
Indice:
Introduzione – Il politico diviso di Nicole Loraux
I – Pensare l’Altro, pensare l’altrove
1- Senza ringhiera
2- Tra la cité e la polis, Freud
3- La politica del mito
4- E dunque la politica. La divisione, il conflitto, l’oblio
5- Un passo in più. La donna e le fessure della Storia
II – L’Altro, la donna
1- L’alterità come dispositivo politico
2- Pensare la differenza sessuale ad Atene
3- De-realizzazioni
4- Ancora sulla de-realizzazione
III – Il femminile come operatore politico
1- Soffrire come una donna, morire come un uomo. Il corpo virile tra maschile e femminile
2- Tra Omero, Eracle e Platone
3- L’operatore femminile
IV – Il Politico dell’Oblio
1- Alle porte sia la guerra. Il fantasma del conflitto e della divisione
2- Il Politico dell’Oblio
3- Il femminile, il conflitto. La doppia negazione del politico greco
4- Eris e il legame della divisione
Appendice – Atena. Il femminile non è una donna
1- Il femminile divino
2- Atena, dea civica par excellence
Conclusioni – Il due della politica
Bibliografia
Questo libro è un punto di incontro tra donne che ragionano sulla città a partire da diversi punti di vista.
Noi, come curatrici, crediamo che non esistano teorie prive di corpo, riflessioni nate dalla purezza dei concetti e che di solo pensiero si alimentano. Crediamo che le teorie, i pensieri, i libri e le pagine fitte fitte di appunti nascano da esperienze, incontri, incroci (a volte anche imprevisti), e che abbiano a che fare con la contingenza delle vite, la loro materialità, le loro imprevedibilità e necessità.
Insomma, che abbiano a che fare con il corpo di ognuna e ognuno e tutto ciò che essi portano sulla scena.
Abbiamo scelto la politica come chiave di lettura del fenomeno urbano. Questo non solo perché la politica è stata il nostro punto di incontro, ma anche per scardinare la logica che vede nella costruzione dello spazio urbano un’operazione asettica da affidare a tecnici, quando invece in essa si rivela una dimensione molto forte della politica. Attraverso la costruzione degli spazi, delle geometrie e dei luoghi, attraverso la libertà e l’accessibilità dell’urbano, attraverso la cura, il dispiegamento delle possibilità e l’esercizio della serendipity, è possibile costruire una società più aperta e più giusta. Questa è una questione strettamente politica.
Questo volume, dunque, vuole essere un luogo di lavoro e di scambio tra donne sulle questioni di città e genere. Le donne di cui questo volume racconta non sono un “oggetto” di indagine, ma soggetti creatori di saperi e di pratiche, di immaginari e pratiche istituzionali informali.
Il libro è diviso in tre sezioni: Agorà, che raccoglie contributi eterogenei sulla città; Strade, che raccoglie contributi e riflessioni sul tema chiave della sicurezza; Incroci, spazio di sperimentazione e contaminazione, in cui vi si ritrovano riletture e commenti di testi fondamentali a partire da posizionamenti non previsti (non dall’accademia, almeno). All’interno delle diverse sezioni trovano posto donne con posizionamenti diversi: abbiamo raccolto punti di vista di professioniste e lavoratrici, di studiose e teoriche, filosofe e urbaniste, donne appartenenti a movimenti e/o al mondo delle pratiche, donne artiste o legate alla costruzione di immaginari e narrazioni. Ogni contributo incarna più di un aspetto: nessuna di queste donne, infatti, riesce a esaurirsi in un solo di questi posizionamenti ed è restia a farsi ingabbiare in diciture chiuse e delimitanti. Ogni donna che ha contribuito in questo volume non si esaurisce in un’etichetta, ma incarna in sé molti degli aspetti di cui sopra. Ogni autrice è portatrice di uno sguardo ampio, complesso e ricco di sfumature, impossibile da delimitare.
Indice
Introduzione (C. Belingardi, F. Castelli)
Parte 1: Agorà
1. A proposito di femminismi, donne e città (C. Belingardi)
2. Cartografie di genere (D. Poli)
3. Posizione, spazio, movimento: termini della differenza sessuale. A partire dal libro di Federica Giardini, Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia, Sossella, Roma 2004 (a cura di F. Castelli)
4. Città e conflitto. Trasformazioni, reinvenzioni e rifondazioni (F. Castelli)
5. The Politics of Dispossession and Reappropriation in the Neoliberal City (M. Mayer)
6. Un teatro occupato e il diritto alla città (C. Belingardi, I. Caleo, F. Giardini, I. Pinto)
7. Una operazione di fermentazione urbana (L. Decandia)
8. ORA. Indagine sulla piazza in 4 tappe (S. Calderoni, I. Caleo)
Parte 2: Strade
9. Securitarismo, rischio ed uso strumentale del corpo delle donne (A. Simone)
10. Paris by Night (V. Medda)
11. Alcune riflessioni sulla sicurezza da una prospettiva di Lucha e di Siesta (a cura di C. Belingardi)
12. “Il buio va strettamente illuminato”. Laboratorio di progettazione partecipata sulla percezione della sicurezza in ambito urbano (L. Moretti, V. Petrucci)
Parte 3: Incroci
13. Corpi urbani, alcune note a margine. Recensione a Giancarlo Paba, Corpi urbani. Differenze, interazioni, politiche, FrancoAngeli, Milano 2010. (I. Pinto)
14. Oltre il margine. bell hooks e la città (M. Rossi)
15. Violenza del confine e umane inclinazioni. Una lettura del film La zona di Rodrigo Plà (2007) (G. Serughetti)
16. Politiche della differenza. Questioni di giustizia (spaziale), di genere e di diritto (alla città) (C. Perrone)
17. Marta Lonzi “l’architetto fuori di sé” (1982) e “Autenticità e progetto” (2006) (C. Belingardi)
18. L’apprendimento come esperienza estetica. Una comunità di pratiche in azione. Testi di Lidia Decandia riletti da Sandra de Perini (S. De Perini)
19. La giustizia mise en space. Note sul testo di Susan S. Fainstein, The just city (2010) (F. Giardini)
20. L’esperienza della città. Note sul testo di Jane Jacobs, Vita e morte delle grandi città (E. De Majo)
21. Il testo della città. Nadja di Breton (D. Angelucci)
Edited Books by Federica Castelli
Il volume si propone come strumento di orientamento nel panorama, plurale e sempre in movimento, dei femminismi internazionali, in un percorso genealogico che abbraccia gli ultimi due secoli. Il suo intento è quello di disporre quadri di riferimento, aggiornandoli con riflessioni critiche, spunti e dialoghi utili a fornire strumenti concettuali per una lettura sessuata e femminista delle dinamiche contemporanee. Allo stesso tempo, è frutto di un’operazione di tessitura tra pratiche, interpretazioni e posture differenti. Seguendo traiettorie policrome, le autrici e gli autori di queste pagine mettono a fuoco e in relazione i femminismi e le lotte che compongono il nostro presente, in un vivace dialogo multidisciplinare e interdisciplinare. Storia, antropologia, rifles- sione filosofica si intrecciano in un sapere che per sua definizione è radicato nell’esperienza e che “non parla per altre” ma interroga vissuti e contesti, tramite saggi che inquadrano i femminismi coevi e quelli passati anche attraverso i dialoghi con autrici e pensa- trici protagoniste di quelle esperienze.
Papers by Federica Castelli
Nell’anno del 150° anniversario, Federica Castelli dà voce alle donne che hanno dato vita alla Comune e al conseguente mutamento radicale dell’immaginario politico, mantenendo lo sguardo sui corpi, sulle esperienze materiali e sulle pratiche collettive. Un saggio che rilegge questa esperienza da una postura femminista, incarnata e sessuata, per rintracciare parole e azioni che parlino alla nostra contemporaneità. Le Comunarde si sono formate politicamente e pubblicamente in un contesto storico che le negava in quanto donne; hanno lottato per un’idea di collettività nuova, seguendo percorsi inattesi, fuori dalle narrazioni misogine e sessiste della loro epoca. Hanno cercato l’autodeterminazione in una lotta che liberasse tutti e tutte, imbracciando i fucili e alzando barricate. Hanno immaginato un’altra società, radicata su altre basi, che permettesse uguaglianza e pieno esercizio della cittadinanza a francesi e stranieri, poveri e ricchi, borghesi e proletari, uomini e donne.
Alle generazioni successive invece mostrano che niente è mai acquisito quando si tratta di uguaglianza dei sessi, nemmeno nelle avanguardie politiche, e che occorre sempre essere vigili, unite. Che il lavoro politico deve muoversi in modo plurale, dall’immaginario ai diritti; dalle strade alle barricate, dalle scuole ai giornali; e che i rapporti di genere si danno sempre su piani intricati e stratificati, pieni di ambivalenze e di conflitti. E più di tutto, le Comunarde ci mostrano che anche le donne hanno il diritto di essere rivoluzionarie.
Questo testo, certo, si soffermerà su alcune figure più note, ma facendo attenzione a non cadere nella trappola di focalizzarsi su alcune donne ‘speciali’ lasciando nell’oblio tutte le altre. Non cerchiamo figure di riferimento, né donne eccezionali. Questo libro vuole parlare delle donne comunarde, delle loro relazioni, dei loro vissuti e dei loro corpi anche quando restano senza nome.
Aprire spazi. Dialoghi per interrogare e sovvertire la violenza strutturale dello spazio urbano (Chiara Belingardi, Federica Castelli, Serena Olcuire)
GENEALOGIE. Intessere racconti altri tra passato e futuro
Riandare alle origini per scardinare l’idea di città patriarcale e immaginare altre forme di urbanità possibili (Lidia Decandia)
Costruite per le donne, costruite dalle donne. Produzione di spazi femminili dai Women’s Building alle case delle donne (Claudia Mattogno)
Architetta non si nasce, lo si diventa (Chiara Belingardi)
IMMAGINARI. Interrogare l’esistente a partire dal desiderio
Città stellari (Federica Giardini)
Violenza e spazio urbano. Oltre la sicurezza, verso l’autodeterminazione (Federica Castelli)
Mappe del desiderio. Spazi safe e pratiche transfemministe di riappropriazione dell’urbano (Giada Bonu)
Città a misura di donne o donne a misura di città? La mappatura come strumento di governo e sovversione del rapporto tra sicurezza e genere (Serena Olcuire)
Soggettività molteplici nello spazio urbano (Cristina Mattiucci)
La città dei corpi indecorosi: femminismi, spazi urbani e politiche securitarie in Italia (Miriam Tola)
INVENZIONI. Mettiamoci i corpi, prendiamoci gli spazi
Lo spazio-corpo come laboratorio: the body strikes back (Rachele Borghi)
Presenze indecorose: pratiche femministe oltre le politiche securitarie. Intervista con Viola su Tuba Bazar (Fabio Bertoni, Simone Tulumello)
Comitati di quartiere e riproduzione sociale tra sperimentazione e contraddizioni (Sara Pierallini, Martina Tontodonati)
La città femminista che meritiamo di vivere (Lucha y Siesta)
ARCIPELAGA, una città transfemminista e antispecista (TerraCorpiTerritorieSpaziUrbani)
Carta della città femminista (Non Una Di Meno – Padova)
Note per una risignificazione femminista dello spazio urbano. Dalla toponomastica allo sciopero transnazionale (Alina Dambrosio)
La potenza delle pratiche. Note sulla giornata ‘La libertà è una passeggiata’ (Isabella Pinto)
(in)Movement – su quello che si muove anche dentro. Azione
performativo-poetica di apertura alla giornata di studi (Paula Carrara)
http://www.iaphitalia.org/federica-castelli-il-pensiero-politico-di-nicole-loraux-iaph-italia-2016/
Nicole Loraux può essere considerata una delle più grandi e vivaci menti del panorama intellettuale contemporaneo. Storica, antropologa, classicista, filologa, ha saputo coniugare mondo antico e psicanalisi in un pensiero che, nei suoi esiti, raggiunge livelli di intenso valore politico. Coniugando lettura di genere e riflessione politica, Nicole Loraux fa parlare la classicità una lingua politica ben più ampia e generale, che arriva ai nostri giorni, pur nella ferma assunzione metodologica che colloca la grecità come alterità inassimilabile. Elaborando un discorso squisitamente politico l’autrice illustra una polis e uno spazio pubblico scisso, lontano dall’armonia razionale e dal logos, ma anzi preso tra irrisolvibili divisioni, costitutive e intrinseche – spiega Loraux – al concetto stesso di politico. Attraverso un intenso lavoro sull’immaginario e sulle rappresentazioni sociali, che Loraux rintraccia nelle pratiche di potere antiche – lavoro tanto sistematico da far parlare l’autrice di una vera e propria ideologia dell’Uno – appare come il politico trovi la propria forza e la propria essenza nella scissione e nel conflitto, configurandosi così come una politica del due. Il due della divisione, della stasis, della presa di posizione. Ma, in modo ancor più fondamentale, un due che è innanzi tutto il due della differenza sessuale.
Indice:
Introduzione – Il politico diviso di Nicole Loraux
I – Pensare l’Altro, pensare l’altrove
1- Senza ringhiera
2- Tra la cité e la polis, Freud
3- La politica del mito
4- E dunque la politica. La divisione, il conflitto, l’oblio
5- Un passo in più. La donna e le fessure della Storia
II – L’Altro, la donna
1- L’alterità come dispositivo politico
2- Pensare la differenza sessuale ad Atene
3- De-realizzazioni
4- Ancora sulla de-realizzazione
III – Il femminile come operatore politico
1- Soffrire come una donna, morire come un uomo. Il corpo virile tra maschile e femminile
2- Tra Omero, Eracle e Platone
3- L’operatore femminile
IV – Il Politico dell’Oblio
1- Alle porte sia la guerra. Il fantasma del conflitto e della divisione
2- Il Politico dell’Oblio
3- Il femminile, il conflitto. La doppia negazione del politico greco
4- Eris e il legame della divisione
Appendice – Atena. Il femminile non è una donna
1- Il femminile divino
2- Atena, dea civica par excellence
Conclusioni – Il due della politica
Bibliografia
Questo libro è un punto di incontro tra donne che ragionano sulla città a partire da diversi punti di vista.
Noi, come curatrici, crediamo che non esistano teorie prive di corpo, riflessioni nate dalla purezza dei concetti e che di solo pensiero si alimentano. Crediamo che le teorie, i pensieri, i libri e le pagine fitte fitte di appunti nascano da esperienze, incontri, incroci (a volte anche imprevisti), e che abbiano a che fare con la contingenza delle vite, la loro materialità, le loro imprevedibilità e necessità.
Insomma, che abbiano a che fare con il corpo di ognuna e ognuno e tutto ciò che essi portano sulla scena.
Abbiamo scelto la politica come chiave di lettura del fenomeno urbano. Questo non solo perché la politica è stata il nostro punto di incontro, ma anche per scardinare la logica che vede nella costruzione dello spazio urbano un’operazione asettica da affidare a tecnici, quando invece in essa si rivela una dimensione molto forte della politica. Attraverso la costruzione degli spazi, delle geometrie e dei luoghi, attraverso la libertà e l’accessibilità dell’urbano, attraverso la cura, il dispiegamento delle possibilità e l’esercizio della serendipity, è possibile costruire una società più aperta e più giusta. Questa è una questione strettamente politica.
Questo volume, dunque, vuole essere un luogo di lavoro e di scambio tra donne sulle questioni di città e genere. Le donne di cui questo volume racconta non sono un “oggetto” di indagine, ma soggetti creatori di saperi e di pratiche, di immaginari e pratiche istituzionali informali.
Il libro è diviso in tre sezioni: Agorà, che raccoglie contributi eterogenei sulla città; Strade, che raccoglie contributi e riflessioni sul tema chiave della sicurezza; Incroci, spazio di sperimentazione e contaminazione, in cui vi si ritrovano riletture e commenti di testi fondamentali a partire da posizionamenti non previsti (non dall’accademia, almeno). All’interno delle diverse sezioni trovano posto donne con posizionamenti diversi: abbiamo raccolto punti di vista di professioniste e lavoratrici, di studiose e teoriche, filosofe e urbaniste, donne appartenenti a movimenti e/o al mondo delle pratiche, donne artiste o legate alla costruzione di immaginari e narrazioni. Ogni contributo incarna più di un aspetto: nessuna di queste donne, infatti, riesce a esaurirsi in un solo di questi posizionamenti ed è restia a farsi ingabbiare in diciture chiuse e delimitanti. Ogni donna che ha contribuito in questo volume non si esaurisce in un’etichetta, ma incarna in sé molti degli aspetti di cui sopra. Ogni autrice è portatrice di uno sguardo ampio, complesso e ricco di sfumature, impossibile da delimitare.
Indice
Introduzione (C. Belingardi, F. Castelli)
Parte 1: Agorà
1. A proposito di femminismi, donne e città (C. Belingardi)
2. Cartografie di genere (D. Poli)
3. Posizione, spazio, movimento: termini della differenza sessuale. A partire dal libro di Federica Giardini, Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia, Sossella, Roma 2004 (a cura di F. Castelli)
4. Città e conflitto. Trasformazioni, reinvenzioni e rifondazioni (F. Castelli)
5. The Politics of Dispossession and Reappropriation in the Neoliberal City (M. Mayer)
6. Un teatro occupato e il diritto alla città (C. Belingardi, I. Caleo, F. Giardini, I. Pinto)
7. Una operazione di fermentazione urbana (L. Decandia)
8. ORA. Indagine sulla piazza in 4 tappe (S. Calderoni, I. Caleo)
Parte 2: Strade
9. Securitarismo, rischio ed uso strumentale del corpo delle donne (A. Simone)
10. Paris by Night (V. Medda)
11. Alcune riflessioni sulla sicurezza da una prospettiva di Lucha e di Siesta (a cura di C. Belingardi)
12. “Il buio va strettamente illuminato”. Laboratorio di progettazione partecipata sulla percezione della sicurezza in ambito urbano (L. Moretti, V. Petrucci)
Parte 3: Incroci
13. Corpi urbani, alcune note a margine. Recensione a Giancarlo Paba, Corpi urbani. Differenze, interazioni, politiche, FrancoAngeli, Milano 2010. (I. Pinto)
14. Oltre il margine. bell hooks e la città (M. Rossi)
15. Violenza del confine e umane inclinazioni. Una lettura del film La zona di Rodrigo Plà (2007) (G. Serughetti)
16. Politiche della differenza. Questioni di giustizia (spaziale), di genere e di diritto (alla città) (C. Perrone)
17. Marta Lonzi “l’architetto fuori di sé” (1982) e “Autenticità e progetto” (2006) (C. Belingardi)
18. L’apprendimento come esperienza estetica. Una comunità di pratiche in azione. Testi di Lidia Decandia riletti da Sandra de Perini (S. De Perini)
19. La giustizia mise en space. Note sul testo di Susan S. Fainstein, The just city (2010) (F. Giardini)
20. L’esperienza della città. Note sul testo di Jane Jacobs, Vita e morte delle grandi città (E. De Majo)
21. Il testo della città. Nadja di Breton (D. Angelucci)
Il volume si propone come strumento di orientamento nel panorama, plurale e sempre in movimento, dei femminismi internazionali, in un percorso genealogico che abbraccia gli ultimi due secoli. Il suo intento è quello di disporre quadri di riferimento, aggiornandoli con riflessioni critiche, spunti e dialoghi utili a fornire strumenti concettuali per una lettura sessuata e femminista delle dinamiche contemporanee. Allo stesso tempo, è frutto di un’operazione di tessitura tra pratiche, interpretazioni e posture differenti. Seguendo traiettorie policrome, le autrici e gli autori di queste pagine mettono a fuoco e in relazione i femminismi e le lotte che compongono il nostro presente, in un vivace dialogo multidisciplinare e interdisciplinare. Storia, antropologia, rifles- sione filosofica si intrecciano in un sapere che per sua definizione è radicato nell’esperienza e che “non parla per altre” ma interroga vissuti e contesti, tramite saggi che inquadrano i femminismi coevi e quelli passati anche attraverso i dialoghi con autrici e pensa- trici protagoniste di quelle esperienze.
G. F.
Jean-Paul Sartre (1905-1980) è forse l’esponente più rappresentativo dell’esistenzialismo ed uno degli intellettuali francesi contemporanei più noti nel mondo. Versatile e poliedrico, la sua attività ha attraversato vasti campi del sapere: dalla filosofia alla letteratura, dal teatro al cinema, dal giornalismo alla politica. Nel 1964 fu insignito del premio Nobel per la letteratura, che rifiutò.
Chiricosta, Chiara Corazza, Anna Curcio, Nesma Elsakaan, Silvia Federici,
Serena Fiorletta, Valeria Mercandino, Renata Pepicelli, Djamila Ribeiro,
Daniela Rossini, Paola Stelliferi
Il volume si propone come strumento di orientamento nel panorama, plurale e sempre in movimento, dei femminismi internazionali, in un percorso genealogico che abbraccia gli ultimi due secoli. Il suo intento è quello di disporre quadri di riferimento, aggiornandoli con riflessioni critiche, spunti e dialoghi utili a fornire strumenti concettuali per una lettura sessuata e femminista delle dinamiche contemporanee. Allo stesso tempo, è frutto di un’operazione di tessitura tra pratiche, interpretazioni e posture differenti. Seguendo traiettorie policrome, le autrici e gli autori di queste pagine mettono a fuoco e in relazione i femminismi e le lotte che compongono il nostro presente, in un vivace dialogo multidisciplinare e interdisciplinare. Storia, antropologia, rifles- sione filosofica si intrecciano in un sapere che per sua definizione è radicato nell’esperienza e che “non parla per altre” ma interroga vissuti e contesti, tramite saggi che inquadrano i femminismi coevi e quelli passati anche attraverso i dialoghi con autrici e pensa- trici protagoniste di quelle esperienze.
Federica Castelli è assegnista di ricerca in Filosofia politica all’Università degli Studi Roma Tre e coordinatrice del Master in Studi e Politiche di Genere del medesimo ateneo. Si occupa del nesso tra conflitto, spazi urbani e corpi da una prospettiva femminista; tra le sue pubblicazioni Lo spazio pubblico (Ediesse).
Roberto Carocci insegna Storia contemporanea all’Università degli Studi Roma Tre, si occupa di storia del lavoro e dei movimenti radicali; tra le sue pubblicazioni Roma sovversiva. Anarchismo e conflittualità sociale dall’età giolittiana al fascismo 1900-1926 (Odradek).
a cura di / dossier coordonné par / edited by // Elisabetta Risi, Riccardo Pronzato & Cristina Mattiucci
Guest artist / artiste présenté / artista ospite // Tommaso Vaccarezza