chiara basile
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Papers by chiara basile
Tarso. Dopo un'iniziale e breve analisi su cosa significava per la comunità giudaica postesiliaca
l'istituzione templare, e quindi aver individuato la sua rilevanza socio-politica oltre che religiosa, si
è passato ad un excursus su chi, prima di Paolo, aveva posto delle obiezioni riguardo il culto
templare in tutte le sue forme. Innanzitutto si è notato come queste voci dissonanti avessero
un'esistenza precedente al cristianesimo, come la comunità di Qurmran che si era autoproclamata
comunità eletta e Tempio puro, scelta da Dio tra i componenti di un Israele ormai preda della
concupiscenza a causa della classe sacerdotale corrotta. L'esistenza di questa comunità testimonia
come in effetti l'idea del Tempio svuotato della presenza divina e della sua carica salvificopurificativa
sia stata raggiunta gradualmente. Infatti seguono Gesù e Stefano, rei di aver professato
la possibilità di ri-creazione di un altro Tempio l'uno, e la fine della centralità del culto templare
l'altro.
A partire da questa eredità, si cercherà di capire come Paolo abbia conciliato la novità di entrambe
queste figure con la sua provenienza farisaica. Per Paolo il tema del Tempio è fondamentale in
quanto incarna pienamente la dicotomia paolina Legge-Spirito. Trattare il problema del Tempio
significa ricomprendere la tensione che esiste tra antico e nuovo patto, capire la centralità di un
Gesù rivelatore escatologico, accettare la presenza dello Spirito come entità caratterizzante la fede
in Cristo e propria della misericordia di Dio che, attraverso i doni carismatici, apre al credente una
dimensione di unione partecipativa totalmente nuova.
Attraverso lo studio di alcuni passi delle Epistole paoline, considerate autentiche, e l'episodio della
vita dell'apostolo descritto in Atti 21, si è cercato di comprendere la posizione effettivamente
assunta da Paolo nei confronti del Tempio e ciò che ne consegue. In maniera particolare si è posta
l'attenzione su i versetti (Gal 3,26-28; Ef 2,11-22; 1Cor 3,16-17) che restituiscono la decostruzione
e defunzionalizzazione del Tempio nella sua struttura architettonica, come uno specchio della
destrutturazione della gerarchia sociale e cultuale. In Paolo troviamo una nuova concezione di
comunità: la presenza dello Spirito conferisce l'autorità di luogo della presenza di Dio ad ogni
fedele in maniera particolare ed alla comunità in generale. La grande novità quindi è la costituzione
della comunità carismatica che è nuovo Tempio ed una in Cristo.
Tarso. Dopo un'iniziale e breve analisi su cosa significava per la comunità giudaica postesiliaca
l'istituzione templare, e quindi aver individuato la sua rilevanza socio-politica oltre che religiosa, si
è passato ad un excursus su chi, prima di Paolo, aveva posto delle obiezioni riguardo il culto
templare in tutte le sue forme. Innanzitutto si è notato come queste voci dissonanti avessero
un'esistenza precedente al cristianesimo, come la comunità di Qurmran che si era autoproclamata
comunità eletta e Tempio puro, scelta da Dio tra i componenti di un Israele ormai preda della
concupiscenza a causa della classe sacerdotale corrotta. L'esistenza di questa comunità testimonia
come in effetti l'idea del Tempio svuotato della presenza divina e della sua carica salvificopurificativa
sia stata raggiunta gradualmente. Infatti seguono Gesù e Stefano, rei di aver professato
la possibilità di ri-creazione di un altro Tempio l'uno, e la fine della centralità del culto templare
l'altro.
A partire da questa eredità, si cercherà di capire come Paolo abbia conciliato la novità di entrambe
queste figure con la sua provenienza farisaica. Per Paolo il tema del Tempio è fondamentale in
quanto incarna pienamente la dicotomia paolina Legge-Spirito. Trattare il problema del Tempio
significa ricomprendere la tensione che esiste tra antico e nuovo patto, capire la centralità di un
Gesù rivelatore escatologico, accettare la presenza dello Spirito come entità caratterizzante la fede
in Cristo e propria della misericordia di Dio che, attraverso i doni carismatici, apre al credente una
dimensione di unione partecipativa totalmente nuova.
Attraverso lo studio di alcuni passi delle Epistole paoline, considerate autentiche, e l'episodio della
vita dell'apostolo descritto in Atti 21, si è cercato di comprendere la posizione effettivamente
assunta da Paolo nei confronti del Tempio e ciò che ne consegue. In maniera particolare si è posta
l'attenzione su i versetti (Gal 3,26-28; Ef 2,11-22; 1Cor 3,16-17) che restituiscono la decostruzione
e defunzionalizzazione del Tempio nella sua struttura architettonica, come uno specchio della
destrutturazione della gerarchia sociale e cultuale. In Paolo troviamo una nuova concezione di
comunità: la presenza dello Spirito conferisce l'autorità di luogo della presenza di Dio ad ogni
fedele in maniera particolare ed alla comunità in generale. La grande novità quindi è la costituzione
della comunità carismatica che è nuovo Tempio ed una in Cristo.