Papers by Raissa D'Uffizi

UD 22 Proceedingd Book: Metamorphosis. 8th PhD Design Research Meeting, 2023
“Let’s sit down sometimes” or “Sediamoci ogni tanto” is the iconic motto of the advertising campa... more “Let’s sit down sometimes” or “Sediamoci ogni tanto” is the iconic motto of the advertising campaign conceived by Giancarlo Iliprandi in the Seventies and appeared on the pages of numerous trade magazines. It is a plural imperative verb that suggested to readers the possibility of sitting in multiple ways: the ads showed different seating models, one for each "guest" including a dancer, a basketball player, a traffic policeman, and a maid. Starting from the 1950s, with the economic boom in Italy, the need to communicate a new productive universe of industrial products, and specifically of seats such as chairs, armchairs, sofas, etc ... created very creative communication campaigns to make them known and to promote. The contribution therefore aims to document a visual evolution between the Fifties and Seventies in Italy of advertising for seats and their respective brands through the history of graphics and visual communication; a story that has necessarily changed the way people sit, obviously also triggering a cultural and social transformation in the way of living objects and home.

Un oceano di stile Produzione e consumo di Made in Italy negli Stati Uniti del dopoguerra, 2023
Italy: the new domestic landscape, organizzata al MoMa di New York celebra nel 1972 il design ita... more Italy: the new domestic landscape, organizzata al MoMa di New York celebra nel 1972 il design italiano come una dimensione progettuale definita, identitaria e rivoluzionaria nell’ambito del disegno industriale internazionale, evidenziando l’influenza dell’Italia nella cultura e nel mercato americano. Gli americani si trovarono affascinati da una realtà italiana stravagante, documentano il fervore progettuale oltreoceano, elogiano la linea italiana come virtuosa e audace, e progressivamente iniziano a commercializzare prodotti “Made in Italy”. Il contributo ricostruisce la narrazione del design italiano negli Stati Uniti, all’interno delle più importanti riviste di progetto americane come Interiors, Industrial Design, Arts & Architecture, in un arco cronologico che va dall’“Italian Renaissance” degli anni Cinquanta, passando per “Italy’s new idiom” negli anni Sessanta, sino ad arrivare agli “Italy’s super-salesmen” che hanno meravigliato il mercato statunitense durante i primi anni Settanta.

Questo articolo analizza il contributo fotografico di Aldo Ballo per il catalogo della mostra “It... more Questo articolo analizza il contributo fotografico di Aldo Ballo per il catalogo della mostra “Italy: The New Domestic Lanscape”. Le fotografie degli objects, selezionate per la pubblicazione, riflettono l’aura mitica conferita ai prodotti in mostra, racchiusi nelle teche collocate nel Giardino delle Sculture del MoMA.
L’intento celebrativo e commerciale dell’evento è strettamente connesso alla cristallizzazione del prodotto industriale nelle fotografie di Aldo Ballo che conferiscono all’oggetto un’essenza spirituale e le definiscono con assoluta perfezione. Nel catalogo, le fotografie di Ballo sono “ritratti industriali”, protagonisti che emergono dallo spazio neutro e privo di ornamento, mentre l’inquadratura fotografica entra “dentro l’oggetto”, lo interpreta e gli restituisce un’anima. Il contributo indaga la relazione tra il lavoro di Aldo Ballo e la pubblicazione Italy: The New Domestic Landscape. Achievements and Problems of Italian Design, nell’ottica più generale di documentazione del design italiano. Si propone altresì un’analisi morfologica dei contenuti fotografici del libro, evidenziando la loro origine a seguito di una ricerca incrociata condotta presso l’Archivio Ballo & Ballo e sulle riviste di progetto del periodo.

Pages on Arts and Design. Future Heritage. PAD #24, 2023
Posters, brochures, advertisements, catalogs, and magazines constitute a fascinating cultural her... more Posters, brochures, advertisements, catalogs, and magazines constitute a fascinating cultural heritage to retrace the history of Italian graphic design. From the 1930s to the 1970s, graphic design enriched Italian communication with a revolutionary visual language. Various societies, foundations, associations, and public or private archives preserve graphic materials today. The result is the difficulty in creating a single place to preserve graphic design projects physically. This condition also reflects the digital archiving process of graphic
materials. The absence of official digital conversion has facilitated the emergence of independent entities that make graphic artifacts accessible online. Sometimes online dissemination does not provide historical sources, and it is not primary digitisation. The contribution
analyses the online diffusion and immaterial circulation of graphic artifacts. The research presents some emblematic cases to define original and no-original archiving processes. Archivio Storico del Progetto Grafico by Centro di Documentazione sul Progetto Grafico
(CDPG), the digitalisation of magazines like Campo Grafico and Stile Industria, or independent projects such as Archivio della Grafica Italiana, are only some examples. The purpose is to identify critical and strong points of these archives and digital platforms, imagining a new digital archive for the Italian graphic design heritage.

Lecture Notes in Networks and Systems, 2023
After the period of interruption caused by the war, the editorial Domus restarts in January 1946 ... more After the period of interruption caused by the war, the editorial Domus restarts in January 1946 with the number 205; Ernesto Nathan Rogers clarifies the intent of the magazine, announcing at the forefront the desire to “form a taste, a technique and a morality” to rebuild a society (205, 1946, 3). From that moment Domus will become the mirror of the new Italian housing condition, nourished and enriched by new styles, new needs and new possibilities. Between the 1950s and the 1970s, Domus tells a story in which images play a fundamental role. In fact, the visual enrichment testifies to a chronological evolution not only of taste, but also of the modus operandi of visual communication.
The images tell the story of the new objects and new spaces that have reformulated the new paradigma of the home. An ascending climax of visual content, and more generally of graphics, which over the years has confessed a strong communicative and evocative power; as Mario Piazza wrote, “It is the graphics that modeled and made visible a symbolic universe through which consumers encountered the product.” (2013).
The covers of the individual issues and the images used in the magazine were the dissemination tool of a new taste, received by a changing and well-oriented society. The contribution aims to analyze and reflect on the role of images within the Domus magazine during the period from 1955 to 1975, arguing on the visual display of visual content from a critical perspective, analyzing the stylistic choices and the masterful orchestration of advertising inserts, and how, thanks to their certification, they have made Domus a container for theorizing and promoting the new Italian house.

V convegno AIS/Design Associazione italiana storici del design Università Iuav di Venezia 26 -27 novembre 2021, 2022
Roma detiene numerosi primati, ma tra questi non vanta di
essere un polo principale per la promoz... more Roma detiene numerosi primati, ma tra questi non vanta di
essere un polo principale per la promozione della storia del design
italiano. Nel 1998 però la Galleria Nazionale di Roma organizza
la mostra Il design italiano nei musei del mondo 1950-1990 interamente
dedicata alle opere di design italiano presenti nelle più
importanti collezioni museali del mondo. Da Londra a New York si
ripropongono quarantadue pezzi iconici che hanno scritto la storia
del design italiano anche fuori dall’Italia. Il contributo offre una riflessione sulla mostra Il design italiano nei musei del mondo 1950-1990 rispetto all’ottica di promozione e diffusione della storia del design italiano, analizzando con particolare attenzione il progetto dell’allestimento rispetto e il risultato celebrativo dell’evento.

Geografie relazionali nella storia del design, 2021
Il saggio indaga l’attività italiana di Lina Bo analizzando criticamente i suoi contributi letter... more Il saggio indaga l’attività italiana di Lina Bo analizzando criticamente i suoi contributi letterari all’interno del panorama editoriale italiano. Il testo propone una rilettura critica degli scritti della Bo che, pubblicati su Domus, Stile, Grazia e A. Attualità, architettura, abitazione, arte tra il 1941 e il 1946, apportarono un contributo importante nella cultura abitativa in Italia. Il tessuto della narrazione percorre idealmente la biografia dell’architetto, a partire dal sogno, ovvero dalla sperata creazione di un moderno gusto dell’abitare, sino all’abbandono, che coincide con il trasferimento in Sud America. I principi teorici enunciati negli scritti italiani, connessi alla promozione di un paradigma abitativo nazionale, saranno riproposti e trasferiti in un contesto geografico diverso. Infatti, l’impegno didattico e sociale infuso dalla Bo nella divulgazione dell’abitare moderno, accompagnerà la sua attività in Brasile come testimoniato dalla fondazione della rivista Habitat.
Uploads
Papers by Raissa D'Uffizi
L’intento celebrativo e commerciale dell’evento è strettamente connesso alla cristallizzazione del prodotto industriale nelle fotografie di Aldo Ballo che conferiscono all’oggetto un’essenza spirituale e le definiscono con assoluta perfezione. Nel catalogo, le fotografie di Ballo sono “ritratti industriali”, protagonisti che emergono dallo spazio neutro e privo di ornamento, mentre l’inquadratura fotografica entra “dentro l’oggetto”, lo interpreta e gli restituisce un’anima. Il contributo indaga la relazione tra il lavoro di Aldo Ballo e la pubblicazione Italy: The New Domestic Landscape. Achievements and Problems of Italian Design, nell’ottica più generale di documentazione del design italiano. Si propone altresì un’analisi morfologica dei contenuti fotografici del libro, evidenziando la loro origine a seguito di una ricerca incrociata condotta presso l’Archivio Ballo & Ballo e sulle riviste di progetto del periodo.
materials. The absence of official digital conversion has facilitated the emergence of independent entities that make graphic artifacts accessible online. Sometimes online dissemination does not provide historical sources, and it is not primary digitisation. The contribution
analyses the online diffusion and immaterial circulation of graphic artifacts. The research presents some emblematic cases to define original and no-original archiving processes. Archivio Storico del Progetto Grafico by Centro di Documentazione sul Progetto Grafico
(CDPG), the digitalisation of magazines like Campo Grafico and Stile Industria, or independent projects such as Archivio della Grafica Italiana, are only some examples. The purpose is to identify critical and strong points of these archives and digital platforms, imagining a new digital archive for the Italian graphic design heritage.
The images tell the story of the new objects and new spaces that have reformulated the new paradigma of the home. An ascending climax of visual content, and more generally of graphics, which over the years has confessed a strong communicative and evocative power; as Mario Piazza wrote, “It is the graphics that modeled and made visible a symbolic universe through which consumers encountered the product.” (2013).
The covers of the individual issues and the images used in the magazine were the dissemination tool of a new taste, received by a changing and well-oriented society. The contribution aims to analyze and reflect on the role of images within the Domus magazine during the period from 1955 to 1975, arguing on the visual display of visual content from a critical perspective, analyzing the stylistic choices and the masterful orchestration of advertising inserts, and how, thanks to their certification, they have made Domus a container for theorizing and promoting the new Italian house.
essere un polo principale per la promozione della storia del design
italiano. Nel 1998 però la Galleria Nazionale di Roma organizza
la mostra Il design italiano nei musei del mondo 1950-1990 interamente
dedicata alle opere di design italiano presenti nelle più
importanti collezioni museali del mondo. Da Londra a New York si
ripropongono quarantadue pezzi iconici che hanno scritto la storia
del design italiano anche fuori dall’Italia. Il contributo offre una riflessione sulla mostra Il design italiano nei musei del mondo 1950-1990 rispetto all’ottica di promozione e diffusione della storia del design italiano, analizzando con particolare attenzione il progetto dell’allestimento rispetto e il risultato celebrativo dell’evento.
L’intento celebrativo e commerciale dell’evento è strettamente connesso alla cristallizzazione del prodotto industriale nelle fotografie di Aldo Ballo che conferiscono all’oggetto un’essenza spirituale e le definiscono con assoluta perfezione. Nel catalogo, le fotografie di Ballo sono “ritratti industriali”, protagonisti che emergono dallo spazio neutro e privo di ornamento, mentre l’inquadratura fotografica entra “dentro l’oggetto”, lo interpreta e gli restituisce un’anima. Il contributo indaga la relazione tra il lavoro di Aldo Ballo e la pubblicazione Italy: The New Domestic Landscape. Achievements and Problems of Italian Design, nell’ottica più generale di documentazione del design italiano. Si propone altresì un’analisi morfologica dei contenuti fotografici del libro, evidenziando la loro origine a seguito di una ricerca incrociata condotta presso l’Archivio Ballo & Ballo e sulle riviste di progetto del periodo.
materials. The absence of official digital conversion has facilitated the emergence of independent entities that make graphic artifacts accessible online. Sometimes online dissemination does not provide historical sources, and it is not primary digitisation. The contribution
analyses the online diffusion and immaterial circulation of graphic artifacts. The research presents some emblematic cases to define original and no-original archiving processes. Archivio Storico del Progetto Grafico by Centro di Documentazione sul Progetto Grafico
(CDPG), the digitalisation of magazines like Campo Grafico and Stile Industria, or independent projects such as Archivio della Grafica Italiana, are only some examples. The purpose is to identify critical and strong points of these archives and digital platforms, imagining a new digital archive for the Italian graphic design heritage.
The images tell the story of the new objects and new spaces that have reformulated the new paradigma of the home. An ascending climax of visual content, and more generally of graphics, which over the years has confessed a strong communicative and evocative power; as Mario Piazza wrote, “It is the graphics that modeled and made visible a symbolic universe through which consumers encountered the product.” (2013).
The covers of the individual issues and the images used in the magazine were the dissemination tool of a new taste, received by a changing and well-oriented society. The contribution aims to analyze and reflect on the role of images within the Domus magazine during the period from 1955 to 1975, arguing on the visual display of visual content from a critical perspective, analyzing the stylistic choices and the masterful orchestration of advertising inserts, and how, thanks to their certification, they have made Domus a container for theorizing and promoting the new Italian house.
essere un polo principale per la promozione della storia del design
italiano. Nel 1998 però la Galleria Nazionale di Roma organizza
la mostra Il design italiano nei musei del mondo 1950-1990 interamente
dedicata alle opere di design italiano presenti nelle più
importanti collezioni museali del mondo. Da Londra a New York si
ripropongono quarantadue pezzi iconici che hanno scritto la storia
del design italiano anche fuori dall’Italia. Il contributo offre una riflessione sulla mostra Il design italiano nei musei del mondo 1950-1990 rispetto all’ottica di promozione e diffusione della storia del design italiano, analizzando con particolare attenzione il progetto dell’allestimento rispetto e il risultato celebrativo dell’evento.