Recent papers by Paolo Canettieri
Questa rivista adotta un sistema di double blind peer review Direttore responsabile Letizia Lucar... more Questa rivista adotta un sistema di double blind peer review Direttore responsabile Letizia Lucarini Rivista quadrimestrale Anno VI n. 18 giugno 2022 LL In copertina: Bifolio contenente la genealogia di Cristo estrapolato da un manoscritto proveniente dal monastero benedettino

La digitalizzazione della rivista «Anticomoderno», a cura dalla Biblioteca FBK, è stata possibile... more La digitalizzazione della rivista «Anticomoderno», a cura dalla Biblioteca FBK, è stata possibile grazie alla collaborazione con Nota copyright Tutto il materiale contenuto nel sito HeyJoe, compreso il presente PDF, è rilasciato sotto licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 4.0 Internazionale. Pertanto è possibile liberamente scaricare, stampare, fotocopiare e distribuire questo articolo e gli altri presenti nel sito, purché si attribuisca in maniera corretta la paternità dell'opera, non la si utilizzi per fini commerciali e non la si trasformi o modifichi. Copyright notice All materials on the HeyJoe website, including the present PDF file, are made available under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDeri-vatives 4.0 International License. You are free to download, print, copy, and share this file and any other on this website, as long as you give appropriate credit. You may not use this material for commercial purposes. If you remix, transform, or build upon the material, you may not distribute the modified material.

Per che sapere si conviene che 'rima' si può doppiamente considerare, cioè largamente e strettame... more Per che sapere si conviene che 'rima' si può doppiamente considerare, cioè largamente e strettamente: strettamente s'intende pur per quella concordanza che nell'ultima e penultima sillaba fare si suole; quando largamente s'intende, [s'intende] per tutto quel parlare che [in] numeri e tempo regolato in rimate consonanze cade (DANTE ALIGHIERI, Convivio, 4 2 12). Per Dante la parola rima ha quindi un doppio significato: come si vede, qui egli riprende la terminologia spaziale e dimensionale (che oppone stretto a largo) del suo maestro Brunetto Latini. L'accezione strictu senso riguarda quella "concordanza che nell'ultima e penultima sillaba fare si suole", dove Dante, come il suo maestro, parla di ultima e penultima sillaba, facendo riferimento al concetto di rima così come lo intendiamo comunemente. Il senso lato, invece, riguarda tutto ciò che ha una struttura formale provvista di versi e rime: tutto ciò che riguarda la poesia, quindi, fondamentalmente, tutto ciò che è rimato, può ugualmente esser chiamato rima. Quindi per Dante il lemma rima ha un duplice significato: sta ad indicare sia la rima sia la poesia. Poiché quello che ci interessa è il significato stretto del lemma, la domanda che soprattutto dobbiamo porci è la seguente: in quale momento il significante rima ha assunto il significato di concordanza dell'ultima e della penultima sillaba? I testi mostrano che si tratta di un fenomeno relativamente recente, che potrebbe essersi generalizzato, se non addirittura prodotto, solo con la poesia toscana. Nel trattatello poetico di Ripoll, di ambito catalano della fine del XIII secolo (MARSHALL 1972: 104), si dice che "rima es semblanza d'un mot ab altre en la fi cant a las lettres e al accent": vediamo che, sotto questo rispetto, anche il trattato di Ripoll dà una definizione non precisa come quella di Brunetto, ma comunque parla di somiglianza (semblanza) di una parola con un'altra nella sua parte finale, avvicinandosi quindi alla definizione della rima che possiamo dire ingenua, popolare, certamente impropria e imprecisa, ma comunque evidentemente riferita al concetto tecnico che ci riguarda. Veniamo ora alle definizioni delle Leys d'Amors, un trattato tolosano del XIV secolo che tenta una razionalizzazione di tutta l'esperienza trobadorica e che, tuttavia, cronologicamente è posteriore alla produzione letteraria di Dante Alighieri (§ § II 18.3 e II 2.2): Rims es certs nombres de sillabas, ajustat a luy autre bordo per pario d'aquela meteysha acordansa, e paritat de sillabas, o de diversa, am bela cazensa e cert compas fayt de certa sciensa […] En un rim conven que sian duy bordo […] Bordo es una partz de rima que al may conte XII sillabas [...] una rima, so es l'acordansa final d'alcu bordo (FEDI 2019: 256-57; 234). Vengono utilizzati due termini: da un lato abbiamo rims, che è maschile, da un altro lato abbiamo rima, femminile. Per le Leys d'Amors la parola rim, indica un verso di un certo numero di sillabe accordato con almeno un altro verso per coppie della medesima accordanza: questo concetto, con tutta evidenza, va oltre le accezioni di rima che abbiamo analizzato fino a questo momento: la rima, infatti, è una concordanza che riguarda l'accento e la parola, mentre in apparenza rims è una consonanza che guarda l'intero verso. Si noti che, invece, quando le Leys d'Amors definiscono il termine rima, parlano di "acordansa final d'alcu bordo". Sembrerebbe, cioè, che facciano una distinzione fra la concordanza dell'intero verso (il ritmo, appunto) e la concordanza finale − solo finale, si badi − del bordo. Del resto questo dato è confermato dalla definizione di bordo : "bordo es una partz de rima que al may conte XII sillabas [...] en un rim conven que sian duy bordo": in un rims, in un ritmo, quindi, è necessarioche ci siano due versi. Credo che su questo punto abbia sostanzialmente ragione BILLY (1989: 9), che ha studiato analiticamente questo problema e ci dice che il concetto di rims al maschile va distinto nettamente dal concetto di rima al femminile: Le rim est donc défini comme une paire de vers fondée sur une caractéritique commune: lorsqu'il s'agit de l'homophonie finale à partir de la dernière voyelle accentuée, les Leys parlent de rim acordans. L'emploi est en fait étendu à un groupe quelconque de vers dont le nombre est déterminé par les propriétés combinatoires de la caractéristique considérée et ne peut par conséquent être défini comme "un ensemble formé de deux vers, et constituant comme tel une unité de cadence" (ZUMTHOR) [...] Le concept de rim ne se voit associer la rime que comme caractère secondaire. Le Leys, a mio avviso, traggono il concetto di rims maschil direttamente da quello di rhythmus: l'etimologia di questa parola, dal punto di vista delle Leys è trasparente, non c'è qui alcuna Streitfrage né ragione di
Sulle partizioni della strofe dei trovatori

This work is a pilot study that used neurometric indexes during the listening of selected pieces ... more This work is a pilot study that used neurometric indexes during the listening of selected pieces of Dante's " Divina Commedia " in 20 participants. Half of them had a literary formation (Humanist; university students of literature) while the other half of is attending other university courses (Not Humanist). The study applied the electroencephalographic (EEG) rhythms variations, the heart rate (HR) and galvanic skin response (GSR) during the listening of the excerpts. The neurometric indexes here employed were the Approach Withdrawal (AW), the Cerebral Effort (CE) and the Emotional indexes (EI). Results for the compar‐ isons of the estimated AW, CE and EI related to the perception of the canticas showed as the Humanist group reported higher AW and EI values when compared to the Not Humanist sample (p < 0.03 and p < 0.01, respectively). Results suggest that the perception of the aesthetic experience is significantly modulated by the previous specific knowledge experienced by the participants. Finally, results of this kind of research could find application in the implementation of software and devices based on symbiotic relation with the perspective reader or listener of a literature opera, in order to personalize and maximize the fruition of them. Keywords: Approach Withdrawal · Cerebral Effort · EEG · Alpha · Theta · Electrodermal Activity · HR · GSR · Emotion · Russell's circumplex model of affects
Guillem de la Tor, En vos ai mesa (BdT 236.3a) An., Finamen<s> (BdT 461.122) Con questa lectura s... more Guillem de la Tor, En vos ai mesa (BdT 236.3a) An., Finamen<s> (BdT 461.122) Con questa lectura si riprende il progetto finalizzato all'edizione e al commento dei descortz e dei lais occitanici e oitanici in forma sia cartacea sia elettronica. 1 Su questo argomento, si è già pubblicato uno studio d'insieme in cui si sono affrontati vari aspetti legati al genere in area romanza e si è fornito nel contempo un repertorio metrico e rimico di tutti i componimenti appartenenti al genere. 2

Nel numero del 29 giugno 1890 era apparso sulla rivista Vita Nuova un saggio del giovane Luigi Pi... more Nel numero del 29 giugno 1890 era apparso sulla rivista Vita Nuova un saggio del giovane Luigi Pirandello intitolato La menzogna del sentimento nell'arte. In questo scritto del periodo di Bonn, il giovane studente di filologia romanza si opponeva alle tante forme letterarie (antiche e moderne) che secondo lui erano state incapaci di rendere il sentimento umano in modo immediato e che lo avevano travestito secondo varie mode e maniere. 1 Non a caso, l'ultima e più cospicua parte del saggio riguardava la letteratura provenzale che, secondo Pirandello, sarebbe stata la più artificiosa fra le letterature che hanno cantato il sentimento amoroso, poiché, a suo avviso, «questo genere di poesia […] è quasi sempre più un prodotto della testa, che altro, e il sentimento, per quel che c'entra, non vi si manifesta che con la vivacità della forma». Già a quest'altezza, lo scrittore agrigentino aveva occhi soprattutto per l'aspetto umoristico, comico e satirico, che ritrovava ben scarsamente rappresentato nelle sillogi trobadoriche che aveva a disposizione. Le idee espresse in questo saggetto saranno riprese, con altra levatura teorica, nel saggio sull'Umorismo (1908), in cui Pirandello mostra chiaramente la sua opposizione alla retorica, che ha regole e precetti fissi, che è arte d'imitazione ed impone norme e leggi astratte di composizione che sfociano «in una letteratura di testa, quasi meccanicamente costruita, in cui gli elementi soggettivi dello spirito sono soffocati». Pirandello è antiretorico perché non ama lo stile di parole, ma lo stile di cose cioè un'arte in cui la parola «serve a esprimere la cosa, per modo che tra la cosa e chi deve vederla essa, come la parola, sparisca, e stia lì, non parola ma la cosa stessa». L'«umorismo», per Pirandello, è antitetico alla retorica, poiché «inevitabilmente scompone, disordina, discorda; quando, comunemente, l'arte in genere, com'era insegnata 1 Per un'analisi più dettagliata di questo scritto e delle conoscenze trobadoriche di Pirandello, cfr. Paolo Canettieri, Pirandello, Folchetto e la Gaia Scienza, in Studi sulla traduzione 95/97, a cura di Giuseppe Tavani e Carlo Pulsoni, «Romanica Vulgaria -Quaderni» 15, L'Aquila -Roma, 2003, pp. 73-91, cui si rinvia anche per le indicazioni bibliografiche e le citazioni qui riportate. Scienza e gaia scienza. Ragione e sentimento nella lirica romanza del medioevo
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riguardano la critica del testo e la comparatistica linguistico-letteraria del Medioevo Europeo. Esperienze di ricerca maturate nelle aree mediolatina, romanza e germanica si incontrano al fine di pervenire a una migliore comprensione dei fenomeni culturali. Il convegno ha l’obiettivo di offrire un terreno di confronto tra le filologie medievali, nella comune consapevolezza delle intersezioni che la stessa realtà storico-testuale medievale pone. Ne scaturisce una riflessione sul ruolo che la filologia può avere nel mondo
attuale, come disciplina storica, nella configurazione e nell’evoluzione dei processi mentali, oltre che sociali e culturali. Nella cultura contemporanea la filologia ha un ruolo fondamentale nella formazione di una coscienza
del passato: attraverso la ricostruzione critica dei
testi e della rete delle loro relazioni, recupera il
senso della distanza e permette di ricostruire il
passato nella sua specificità, imponendo un
ragionamento sulle eventuali differenze tra il
presente e il nostro futuro.