Papers by Claudio Innocenzi

Miss Czaplicka's work may be said, I think, to cover the social anthropology of the aboriginal tr... more Miss Czaplicka's work may be said, I think, to cover the social anthropology of the aboriginal tribes of Siberia. The physical anthropology, archaeology, and technology she does not profess to touch in the present work. On the other hand, the main aspects of the social life are dealt with adequadely; and she has had the happy thought to prefix, in accordance with modern method, an account of the geographical conditions to wich the native institutions so closely and characteristically respond." 1 Nel 1914 ad Oxoford veniva pubblicato Aboriginal Siberia, lo scritto più importante della studiosa polacca M.A. Czaplicka. Lavoro etno-antropologico di grande valenza scientifica, esso porta dentro di sé i presupposti di un percorso di ricerca pluridisciplinare e assolutamente nuovo. La storia degli studi sulle religioni siberiane non ha riservato un gran futuro a tale scritto; io cercherò di restituire i giusti meriti a quest'opera troppe volte trascurata. Aboriginal Siberia si lega fortemente al mio scritto per la sua capacità di affrontare insieme tematiche sociali come lo sciamanesimo, e problemi culturali presenti nel territorio siberiano. Il suo contributo rimane centrale nello sviluppo del mio elaborato. A lei sono fortemente debitore.

La nascita della fascinazione eliadiana per l'umanesimo indiano. "Ho rinunciato a scrivere un lib... more La nascita della fascinazione eliadiana per l'umanesimo indiano. "Ho rinunciato a scrivere un libro sull'India pittoresca e politica, ma non rinuncio al pensiero di pubblicare un libro sull'umanesimo indiano. Non sulla cultura e civiltà indianeperché mi occorrerebbero un migliaio di pagine -ma sull'umanesimo; cioè su quei perenni valori indiani creati per innalzare, consolare e salvare l'uomo." 1 Quando nel giugno del 1934 appare per la prima volta la piccola raccolta di appunti di viaggio, dal titolo India, Eliade tiene fin da subito a precisare le sue forti distanze per la letteratura di viaggio e la narrativa impressionistica: "questo libro non è un diario di viaggio né un libro d'impressioni, né di ricordi." La frammentarietà dell'opera (ricordiamo che il libro si occupa di un periodo che va dal 1928 al 1931, durante il quale Eliade sarà impegnato in una ricerca di dottorato sulla filosofia indiana) trascina il lettore ai quattro angoli dell'India, tra festività e folklore popolare da una parte, e vita cenobitica dall'altra. Nonostante da una parte (mi riferisco alla prefazione della seconda edizione del 1935) lo studioso rumeno continui a manifestare una certa avversione per un possibile parallelismo interpretativo tra diari di viaggio -conoscenza del mondo altro: "I diari di viaggi costituiscono non di rado libri ammirevoli; dubito però che portino a conclusioni sicure sul paese visitato. Quei pochi e molti fatti che ogni viaggiatore arriva a conoscere direttamente non vogliono poi dire granché. Raramente sono significativi. Quasi mai decisivi." 2

"Nel frattempo, mentre parlavamo, uno stregone guaritore uscì da una yurta. Era un vecchio che so... more "Nel frattempo, mentre parlavamo, uno stregone guaritore uscì da una yurta. Era un vecchio che soffriva di cataratta ad un occhio e dal volto profondamente segnato dalle cicatrici del vaiolo. Era vestito di stracci, con pezzi di stoffe di vari colori che pendevano dalla cintura. Portava un tamburo e un flauto. Aveva la schiuma alle labbra bluastre e uno sguardo da folle. Improvvisamente cominciò a roteare e a danzare, saltellando sulle lunghe gambe, agitando le braccia e continuando nel frattempo a battere il tamburo e a suonare il flauto, gridando e infuriandosi ad intervalli, rendendo sempre più frenetici i suoi movimenti finché, con il volto pallido e gli occhi iniettati di sangue, cadde sulla neve, dove continuò a contorcersi lanciando grida incoerenti. Così lo stregone curava i suoi pazienti, cercando di spaventare con la sua follia i demoni che portavano le malattie." 1 Quanto segue è frutto di un periodo di studio quinquennale presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo romano La Sapienza in Storia delle Religioni, congiunto ad un breve periodo di ricerca presso il Centro di Studi e Ricerca Siberiano di Akademgorodok (Novosibirsk, Siberia).
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