Libri by Anna Iuso

Per un'antropologia delle scritture del sé, 2023
Riflettere sulle proprie azioni, raccontare ciò che si fa, chiedersi che senso abbia avuto la pro... more Riflettere sulle proprie azioni, raccontare ciò che si fa, chiedersi che senso abbia avuto la propria vita sono gesti che ciascuno di noi compie, spesso per iscritto. Chiunque prima o poi scrive lettere, tiene un diario o è tentato dalla stesura della propria autobiografia.
In queste pagine, che ripercorrono testi autobiografici di scrittori quanto di gente comune, si indagano le scritture del sé non come genere letterario, ma in quanto pratica sociale, sintomo culturale di specifiche configurazioni antropologiche della nostra modernità.
Si ricostruiscono lo sviluppo, l’affermazione, le implicazioni e la funzione di questi generi testuali,
intesi come forme emblematiche e complesse dei mutamenti antropologici delle società europee.
Che differenza c’è fra l’uno e l’altro di questi tipi di scrittura? Quali caratteristiche e quali funzioni hanno l’autobiografia, le lettere, i diari? Chi scrive? Quando, come, perché?
Questo volume è il primo tentativo unitario di mettere ordine nel discorso sulle scritture del sé.

Costruire il patrimonio culturale. Prospettive antropologiche, 2022
All’alba di questo nuovo millennio, il patrimonio sembra essere ovunque e tutto, potenzialmente, ... more All’alba di questo nuovo millennio, il patrimonio sembra essere ovunque e tutto, potenzialmente, sembra poterlo diventare. Ma che cos’è il patrimonio oggi, e chi lo crea? Quali ambizioni, quali storie e quali valori veicola?
Questo volume risponde a queste domande uscendo dal paradigma stretto delle definizioni, per vederlo non come un oggetto, ma come una serie di eventi plurali, un insieme di azioni sociali, disegnando una galleria di forme di creatività locale che fa risaltare assetti e conflitti, tanto più interessanti quanto più i casi presentati sono inusuali, a volte imprevisti.
Dalla Puglia di Federico ii e di Alberobello, da Piazza Navona alla Casa di Giulietta, dall’alluvione di Firenze al Vittoriale di D’annunzio, fino ai diari di Pieve Santo Stefano, il libro si propone come una sorta di enciclopedia di base dei processi di elaborazione di valori culturali patrimoniali attraverso la narrazione di sette insolite storie su altrettanti luoghi che in Italia hanno costruito, conservato o inventato un patrimonio.

con Catalini Alessio , 2019
Il y présente le résultat de ses réflexions sur les manières de « faire la jeunesse », autrement ... more Il y présente le résultat de ses réflexions sur les manières de « faire la jeunesse », autrement dit sur les façons culturelles, socialisées, pour une fille ou un garçon, hier et aujourd'hui, au village ou à l'école, de devenir adulte. Et immanquablement il revient sur les souvenirs de ses propres expériences de jeune garçon et d’adolescent, de son enfance narbonnaise puis carcassonnaise.
Une part centrale des publications de Daniel Fabre concerne la question des enfants et des « jeunes », leur apprentissage de la vie adulte, les voies de leur socialisation. Le texte ici publié synthétise ses réflexions en posant explicitement la question de l’existence ou non d’un parallélisme entre l’« initiation » des filles et celle des garçons.
Il compare ainsi l’apprentissage des garçons, tourné vers l’extérieur, marqué par la transgression des limites entre le domestique et le sauvage, les vivants et les morts, et l’apprentissage des filles, centré au contraire sur l’interprétation intime des mutations de leur corps et la préparation au mariage et à la maternité. Le texte de cette conférence est suivi d’un entretien avec Alessio Catalini en 2012, qui rappelle les points de soudure entre les traditions intellectuelles française et italienne ayant dessiné les objets de recherche de Daniel Fabre.
SOMMAIRE
Introduction de Jean-Claude Schmitt
L'invisible initiation. Devenir filles et garçons dans les sociétés rurales d'Europe
Conférence du Conservatoire régional d’Aubervilliers-La Courneuve (9 février 2015)
France-Italie. Un parcours d’anthropologue
Entretien avec Alessio Catalini (2012)

Cercare il senso della storia è una delle attività centrali dello spirito umano. Individualmente,... more Cercare il senso della storia è una delle attività centrali dello spirito umano. Individualmente, ognuno di noi ripercorre il proprio passato cercando il filo rosso che lega gli avvenimenti che ha attraversato e i sentimenti che lo hanno agito. Collettivamente, ogni comunità seleziona tappe dei propri trascorsi per legittimare, attraverso origini comuni ed eventi chiave, la propria identità attuale, e proiettarsi in un più o meno immediato futuro. Come se, nel caotico fluire degli eventi, fosse umanamente insopportabile, e ontologicamente inammissibile, l’idea che la nostra storia, dunque la nostra vita, un senso non ce l’ha.
Le memorie forti delle società a tempo ciclico, e le memorie deboli – costantemente ri-radicate in un passato remoto – delle società a tempo sagittale sono oggi lo strumento principale di gruppi che attraverso monumenti, narrazioni, commemorazioni, rievocazioni, valorizzazioni e patrimonializzazioni plasmano i propri confini identitari attingendo a piene mani da quella straordinaria risorsa che è il passato.
In un simile quadro, vasto e variegato, questo volume indaga campi etnografici che vanno dall’Italia alla Norvegia, dalla Nuova Caledonia a Tahiti, dal Ghana all’Uganda, concentrandosi su uno specifico tipo di “patrimonio”: la storia.
E ci mostra come intere collettività, dal basso o dall’alto, individuano nella propria storia un patrimonio da condividere, da mettere in scena, da modellare giostrando abilmente sulle frontiere fra oralità e scrittura, fra passato e presente, fra memoria e oblio.
INDICE
Anna Iuso, introduzione
• Stefano Maltese, Terra, storia, potere. La patrimonializzazione degli archivi della chieftaincy nzema
• Fulvio Cozza, Annibale è passato da qui. La (ri)costruzione del passato tra archeologia e storia locale
• Matteo Gallo, Quando le pietre ricordano: una storia sui petroglyphes della Nuova Caledonia
• Francesco Aliberti, Scegliere la storia. Nostalgie, narrazioni e attese su facebook
• Marco Sottilotta, Usi e disusi della storia. Il ruolo politico del passato nel regno del Buganda
• Giacomo Nerici, Rendere visibile il passato: riappropriazione della storia e neosciamanesimo tra i Sami norvegesi
• Matteo Aria, La Storia messa in scena nella Polinesia francese
• Fabio Dei, senza titolo

Fra il Sette e l’Ottocento cambia il modo di narrare di sé. Non più autobiografie intellettuali o... more Fra il Sette e l’Ottocento cambia il modo di narrare di sé. Non più autobiografie intellettuali o professionali alla terza persona, ma lunghe storie alla prima persona, il cui protagonista si racconta partendo dall’infanzia. Questo cambiamento si afferma e si diffonde lungo tutto il secolo: dai grandi autori si passa, man mano, ai borghesi, agli artigiani, agli operai.
Cosa c’è dietro questo grande cambiamento? Perché a fine Ottocento anche il più incolto e anonimo degli scriventi si considera degno di fare della propria vita un libro? E perché per raccontarsi si considera sempre più indispensabile partire dall’infanzia e dai suoi sfuggenti ricordi?
Questo libro indaga questo grande mutamento culturale. Percorrendo le vite di patrioti, letterati, scalpellini e vetrai mostra in che modo la pratica autobiografica ottocentesca sia il prodotto di una nuova concezione dell’individuo, della laicizzazione della nostra società, dello sviluppo delle scienze della psiche. E di come la più profonda intimità dell’uomo moderno si ripercorra attraverso mappe e piantine: ultime eredi delle arti della memoria, le autobiografie d’infanzia sono delle intime topografie dell’io.
INDICE
Introduzione, La collana di perle
PARTE I
La svolta autobiografica
CAPITOLO I
Indagine su due inchieste
Da Giovan Artico da Porcìa a Onorato Roux
Un Trattato precoce
L’infanzia dei grandi uomini
CAPITOLO II
Cercando gli autobiografi
Uno sguardo italiano: l’autobiografia come genere e come pratica »
L’Ottocento antologico e i primi passi verso un inventario
CAPITOLO III
L’io e la storia. Dell’autobiografia come fisiognomica dell’io
Memorie o Autobiografia?
Dalla critica letteraria a quella antropologica
Un’autobiografia per chiunque?
PARTE II
L’intimità per iscritto
CAPITOLO IV
L’universo della scrittura
I cavalli di Troia
L’odiosamata
La promozione della scuola
CAPITOLO V
Spazi e valori della vita privata
Il nuovo individuo della modernità
Un’intimità per tutti
Scriversi
8 Indice
CAPITOLO VI
Individuo e modernità
Il sentimento di sé
Il filo rosso: Bildung e autobiografia
Religione, democrazia, individuo
Il doppio individuo della modernità
PARTE III
Il territorio dell’infanzia
CAPITOLO VII
L’infanzia dalla storia alla memoria
Il continente inesplorato
Un nuovo territorio del sapere
Costruire l’infanzia
L’irraggiungibile infanzia
Luoghi, topoi e autoritratto
Infanzia senza tempo
PARTE IV
Biografemi: iniziazione, formazione, Bildung
CAPITOLO VII
Il presagio. Lotta e predestinazione
La fuga
Viaggio, passaggio
Il collegio: l’istituzione del soggetto
Il doppio programma
Totalità e individualità
Il microcosmo collegio
EPILOGO
Il popolo dell’inchiostro
Raccontarsi per gli altri

Se il concetto di ‹ambiente scritto› è stato utilizzato in ambito paleografico per descrivere una ... more Se il concetto di ‹ambiente scritto› è stato utilizzato in ambito paleografico per descrivere una specifica realtà urbana di antico regime ricca di segni e simboli, non di meno può essere impiegato per designare il più remoto territorio alpino. La montagna, infatti, contiene magmaticamente le tracce di generazioni di uomini e donne, che in questo volume abbiamo tentato di individuare, distinguere, classificare. È un mondo, quello alpino, in cui la scrittura è quasi onnipresente, ma non sempre evidente, perché celata dall’irraggiungibilità di alcune vette o dall’assuefazione dell’osservatore o dalla pregiudiziale cecità del viaggiatore. Erede degli studi sull’alfabetizzazione alpina, questo volume apre lo sguardo su tutte le forme di scrittura di cui la montagna sembra essere insieme l’origine, lo scopo e il supporto. Le storie che racconta, i segni che ci mostra, restituiscono un mondo che sin dai tempi più remoti ha utilizzato la scrittura come traccia del passaggio e strumento dell’esistenza, un filo rosso che fa della montagna, così come la conosciamo, un universo che la scrittura ha contribuito a rendere vivibile e pensabile.
INDICE
Il paradosso delle Alpi: note introduttive, Quinto Anonelli e Anna Iuso
La montagna come supporto
ll peccato dei pastori: Valle di Fiemme 1720-1960: antropologia del graffito e metodologia etnoarcheologica, di Marta Bazzanella e Giovanni Kezich
Scritture e simboli nelle incisioni rupestri in Cerdagna (Pirenei orientali, Francia - Spagna), di Pierre Campmajo e Denis Crabol
Demoni e meraviglie: scritture rupestri di pastori sul Mont Bego (Alpi marittime), di Nathalie Magnardi
La montagna come esperienza
Le parole della vertigine, di Enrico Camanni
Un rituale d'alta quota: il libro di vetta tra documento e souvenir, di Claudio Ambrosi
La conquista immateriale: scrivere sui libri di vetta, di Beatrice Campesi
«L'azzurro del cielo è meglio lasciarlo lassù»: uomini che combattono e scrivono in alta montagna, di Diego Leoni
Le arti del pastorie: scrittura, misura e malinconia, di Daniel Febre
La montagna ricordata
Far parlare la montagna: le autobiografie alpine, di Philippe Martel
La montagna a Venezia: le iscrizioni dipinte sull'isola del Lazzaretto nuovo, di Francesca Poggetti
Scrivere la casa
Epigrafia popolare alpina: una ricerca in Primiero, di Quinto Antonelli
Quando la casa parla: le memorie di pietra di Joseph Ichante (Pirenei Béarn, 1777-1857), di Christian Desplat
Gli olandesini: fra ricamo e scrittura femminile, di Anna Iuso
Segni e scritture della famiglia
Segni di casa in estimi del Cinquecento? Ipotesi d'interpretazione e linee di ricerca, di Giuseppina Bernardin
I conti perduti: registrazioni contabili di contadini e artigiani della Val di Fiemme, di Silvia Vinante
La lunga durata della scrittura popolare: inventari e liste dotali, di Glauco Sanga
Un archivio di famiglia a Selva di Cadore fra il 1700 e il 1960, di Luciana Palla
Riferimenti bibliografici
Illustrazioni
Indice dei nomi

Raconter sa vie, la ressaisir par l’écriture passe aujourd’hui pour une décision qui engage l’aut... more Raconter sa vie, la ressaisir par l’écriture passe aujourd’hui pour une décision qui engage l’autobiographe et lui seul. Confronté au silence, à l’oubli, à la censure, il se présente volontiers comme un héros de la vérité et de la sincérité. Un héros solitaire. En ce sens le genre autobiographique incarne toutes les facettes d’une mutation anthropologique profonde : le triomphe de la société des individus. Or, par un apparent paradoxe, écrire sa vie, ce comble de la singularité, est devenu, dès le XVIe siècle, une exigence ou une sollicitation qui émergent en divers points du monde social occidental. Dans quelles situations le sujet est-il poussé à dévoiler les événements, les expériences et les pensées qui l’ont construit ? Comment les institutions – religion, politique, justice, médecine, sciences de l’esprit et de l’homme social… – se sont-elles emparées du récit de vie comme instrument de connaissance et de contrôle ? L’enquête a réuni anthropologues et historiens. Elle conduit au troublant constat que l’acte autobiographique, loin d’exprimer la pure décision libre, est le plus souvent le résultat d’une injonction, impérative ou négociée, exigeante ou persuasive : « Raconte-moi ta vie ».
SOMMAIRE
Anna Iuso
L’injonction autobiographique
Bartolomé Bennassar
Raconter sa vie pour sauver sa peau
Antonio Castillo Gómez
Dieu, le confesseur et la religieuse
Autobiographies spirituelles féminines
en Espagne aux XVIe et XVIIe siècles
Anna Iuso
Le savant en personne
Sollicitations et modèles de l’autobiographie
intellectuelle en Italie au XVIIIe
siècle
Giordana Charuty
La double vie de l’âme
Augusta Molinari
Autobiographies féminines entre injonction
psychiatrique et reconstruction de soi
Mauro Boarelli
L’écriture de soi sous contrainte
L’autobiographie dans le parti communiste italien
(1945-1956)
Philippe Lejeune
Écrivains au défi
Daniel Fabre
L’histoire de vie entre injonction et interdit
Les auteurs
Index des noms propres

Issu d’un dialogue franco-italien de longue durée, cet ouvrage tente d’éclairer les relations com... more Issu d’un dialogue franco-italien de longue durée, cet ouvrage tente d’éclairer les relations complexes et changeantes entre le monument et les populations qui vivent autour de lui. Ces relations sont hétérogènes, contradictoires, changeantes, c’est-à-dire éminemment historiques. En cela, elles contredisent le rêve d’immobilité qui est à la source de l’utopie monumentale.
À travers une quinzaine d’études de cas - qui intéressent de grands ensemble historiques comme la Cité de Carcassonne, les Sassi de Matera, les trulli d’Alberobello, les églises baroques du Val de Noto, les falaises de Bandiagara au Mali… aussi bien que la Bibliothèque nationale François-Mitterrand ou les palais du pouvoir qui s’ouvrent lors des Journées du patrimoine - les auteurs explicitent la diversité des modes d’appropriation, singuliers et collectifs, discrets et violents, de la grandeur monumentale.
SOMMAIRE
Les auteurs
Préface:Ethnologie vagabonde
Christian Hottin
Introduction: Habiter les monuments
Daniel Fabre
1- Les métamorphoses de Matera
Les Sassi de Matera, du scandale national au monument ethnologique
Ferdinando Mirizzi
Matera en Utopie
Voisinage solidaire et village dans la ville
Ameigo Restucci
Un monumento habité malgré lui
Dorothy louse Zinn
2-Dèclasser, classer, surclasser
Adieu mon fief
Le rachat d’Alberobello
Anna Iuso
L’Unesco et le campanile
Patrimoine universel et patrimoines locaux
Berardino Palumbo
L’ethnographe en pays dogon
Un masque du patrimoine?
À Carcassonne, la Citè sous les regards
Christiane Amiel
3-Au nom du lieu
Armungia, pays de quelqu’un
Pietro Clemente
Forme urbaine et présence à l’histoire
Habiter le passé de Bernalda
Rosa Parisi
Des pierres pour l’avenir
Èconomie et histoire dans le Samnium
Valeria Siniscalchi
Le saline royale d’Arc-et-Senans:
Un patrimoine sans mémoire
Alain Chenevez
4-Architectures vécues
Les palais du pouvoir
Irène Bellier
Les livres et le monument
Claudie Voisenat

150.000 lettere di ammiratori destinate alla cantante Gigliola Cinquetti: un fondo di ricchezza s... more 150.000 lettere di ammiratori destinate alla cantante Gigliola Cinquetti: un fondo di ricchezza straordinaria che permette ai ricercatori di oggi di leggere attraverso diversi approcci disciplinari e metodologici il grande sommovimento sociale e le trasformazioni culturali che avvennero in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Questo libro, che raccoglie di atti del IX seminario internazionale della scrittura popolare, tenutosi a Trento nel 2005, svela come le lettere alla Cinquetti, depositate presso il Museo storico del Trentino, possono offrire un interessante racconto soggettivo, quasi una giovanile autobiografia collettiva.
INDICE
Quinto Antonelli - Anna Iuso
Scritture popolari e idolo mediatico nell’Italia del miracolo: l’archivio di Gigliola Cinquetti
Andrea Giorgi - Alessandra Pedrotti
Lo zio in archivio: sulle tracce del sistema di gestione dell’archivio di Gigliola Cinquetti
Prime letture
Serenella Baggio
Lettere a Gigliola Cinquetti: aspetti storico linguistici
Silvia Cocco - Laura Crosara
Lettere a Gigliola Cinquetti da Vicenza e provincia
Serenella Baggio - Francesca Bolza
Lettere a Gigliola Cinquetti dal Trentino
RIta Fresu - Ugo Vignuzzi
“Scusami gli errori ma in italiano non sono molto brava”: scrittura giovanile degli anni Sessanta e alfabetizzazione di massa in un corpus di lettere dell’archivio Gigliola Cinquetti
Attilio Bartoli Langeli
Note sull’uso popolare della macchina da scrivere
Alessandro Casellato
Santi e madonne per l’Italia del boom: lettere a papà Cervi e a Gigliola Cinquetti
Liviana Gazzetta
Eredità cattolica e modelli femminili nelle lettere dell’archivio di Gigliola Cinquetti
Gunther Pallaver
Gigliola Cinquetti come testimonial politico: la cantante del centro che guarda a sinistra
Felice Ficco
Un’ancora di salvezza
Un laboratorio universitario
Anna Iuso
Presentazione
Alessi Catalini - Francesco Della Costa
Cara Gigliola mi scusate se chiedo..
Tiziana Franceschini - Caterina Giannottu
“Non ho l’età (per amarti)”: Gigliola Cinquetti e il trionfo di Lolita
Giovani, musica, idoli
Anna Iuso
Scrivere agli idoli: lineamenti di un’epistolografia fra Gutenberg e i media
Daniel Fabre
Anni Sessanta: una giovinezza tra due mondi
Emmanuel Ethis
Ralazionarsi alla star: una modalità del sentimento di esistere
Sophie Maisonneuve
Il medium ed i suoi usi: il disco, tra cultura di massa e individualizzazione delle pratiche e dei gusti
Archivi a confronto
Dominique Cardon - SmaÏn Laarcher
Scrivere all’amica delle onde: le lettere alla trasmissione radiofonica di Manie Grègoire (1967-1981)
Paolo De Simonis
Distinti saluti. Viva Villa, Bella Ciao, Claudio.it
Stefano Moascredelli
“Volta la carta”: suggestioni dell’Archivio Fabrizio De Andrè

Questo libro è dedicato al tema dell'emigrazione italiana rappresentata attraverso la scrittura d... more Questo libro è dedicato al tema dell'emigrazione italiana rappresentata attraverso la scrittura degli stessi emigranti, documentata nell'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano. Tra i molti testi di tipo memorialistico e autobiografico sono stati selezionati quei gruppi che si riferivano alla stessa città o a destinazioni lavorative comuni. Così facendo sono emersi tre luoghi di emigrazione più rappresentati: Milano, Torino e le miniere del Nord Europa. Il numero di testi trovati e proposti nel volume è assai limitato, ed è evidente che non è possibile pensare che questi scritti rappresentino l'emigrazione di centinaia di migliaia di persone. Essi, forse, rappresentano la punta dell'iceberg, e narrano di alcune migrazioni che sono apparse riuscite, compiute, conciliate tanto da essere narrate anche negli aspetti del dolore.
INDICE
Pietro Clemente, Anna Iuso, Elena Bachiddu
A Milano, a Torino, in miniera. Premessa al canto del nord.
Le mani avanti
www.archiviodiari.it
Emigrazione
Metodi
Il lettore antropologo
Consigli
Schede
Appunti per la compilazione di una “scheda di ricerca”
Pietro Clemente
Gli spazi tra gli alberi
Migranti ieri e oggi, noi e loro
Scrittura della differenza, differenza della scrittura
Immaginare a Milano
Tante Milano
Chi sono gli alberi
Le antologie come esche
Quali racconti fanno Milano e come è fatta Milano dei racconti
Liminari
La conquista del sé
Poesia di 12 vite
Giochi di tracce: reti di reti di reti
Antologia
Migrare a Milano, a cura di Daniela Brighigni
Adelina Allemandi, Ai nostri monti torneremo
Aldo Linnea, Sino ai Quaranta
Giacomo Montemezzani, Nonno mi racconti di quando
Amalia Molinelli, I pensieri vagabondi di Amalia
Rino Esposito, Il treno
Arenzo Peroncini, Credo sia stato un giorno d’autunno
Giuseppe di Cola, Terra di San Nicola
Salvatore Esposito, I pigiama negato
Pasquale Morabito, Storie di lotte, lutti e letti
Tina Casciu, Tornerò
Franco Salvatore, Come il vento
Elena Bachiddu
Torino e Milano nella rappresentazione autobiografica delle migrazioni storiche
La partenza, una scelta obbligata conquistata o subita. Prefigurazione e distacco (la separazione)
Il viaggio. Sospensione, rammemorazione (il margine)
L’arrivo. Primo impatto e prime sistemazioni (riaggregaioni)
La scrittura e l’esperienza. Una pausa di riflessione
Felice Malgaroli. La Torino della grande fabbrica
Antologia
Migrare a Torino, a guida di Elena Bachiddu
Felice Malgaroli, Domani chissà
Ale Baracchino. Diario di un operaio Fiat
Bonaventura Alfano, Mirafiori e dintorni
Santi Maimone, I primi anni a Torino
Mario Fracasso, Autobiografia di un ex brigatista rosso
Nino de Amicis, Terrone beat extraparlamentare
Sebastiana Tarascio, Io mi racconto
Maria Rosa Papaianni, Sapori di un tempo
Anna Iuso
Le cicatrici della mina
Sottoterra
Partii con la tradotta di emigranti
Qualche questione di metodo
Brandelli etnografici
Epigrafia mineraria
Un altro corpo, un’altra mente
Buoni scrittori?
Una dimensione corale
Piccolo glossario della miniera
Antologia
Migrare in miniera, a cura di Anna Iuso
Annibale Mattavelli, Il cavallo cieco
Pietro Quercetti, I miei carnefici
Tommaso Angelone, Il riscatto di una vita
Lodovico Molinari, La banda della Uno bianca sulla mia strada
Raul Rossetti, Schiena di vetro

con Camillo Brezzi , 2005
Atti del convegno del 14 e 15 novembre 2003 ad Arezzo e Pieve Santo Stefano.
INDICE
Introduz... more Atti del convegno del 14 e 15 novembre 2003 ad Arezzo e Pieve Santo Stefano.
INDICE
Introduzione
di Camillo Brezzi e Anna Iuso
Figure e ruoli storici dell’e-migrante
Intellettuali in esilio. Karl Lowith ed altri
di Anna Iuso
Una terra promessa per nobili decaduti. L’immagine dell’America nella scrittura dell’emigrazione colta
di Amoreno Martellini
Il Freelance della rivoluzione. Nota all’inedita autobiografia di Carlo Tresca
di Sergio Bugiardini
Al di là del guado. Donne e uomini nell’emigrazione antifascista
di Patrizia Gabrielli
Di cosa scrivono gli emigranti?
Parlare di storie migranti
di Pietro Clemente
Amore e lontananza. Le lettere del cuore degli emigranti
di Anna Tonelli
Conversando con Teresa. Sulle memorie di un orgolese emigrata
di Giannetta Murru Corriga
“Arrivederci nella valle di Josafat”. Scrivere a fine secolo fra le Prealpi venete e il Rio Grande do Sul
di Daniela Perco
Mostrare, cantare, dipingere la migrazione
“Fatemi unpo sapere…”. Scrittura e fotografia nella corrispondenza degli emigranti
di Antonio Gibelli
“I bin a Italiano”. Tracce canore dell’emigrazione
di Quinto Antonelli
Le visioni del migrante. Pittura e memoria
di Daniel Fabre
Traiettorie di un esilio. Il “paradiso svizzero” fra il 1943 e il 1945
di Marina Marengo
Vite spartite, vite cantate: l’emigrazione italiana e le sue canzoni fra ‘800 e ‘900 nelle autobiografie e nei diari dei protagonisti
di Emilio Franzina

Au début du XXe siècle, la photographie triomphe, supplantant les dessinateurs qui avaient posé s... more Au début du XXe siècle, la photographie triomphe, supplantant les dessinateurs qui avaient posé sur le monde l’œil du voyageur et du reporter. Gaston Vuillier est un des ces grands oubliés. Après une jeunesse passé dans les Pyrénées audoises et un séjour de cinq ans en Algérie, il monte à Paris en 1878. Il à trente trois ans, il est décidé à devenir artiste.
Il trouvera sa voie dans les grandes reues illustrées comme Le tour du monde. De l’Andorre à la Tunisie, en passant par les Baléares, la Corse, la Sardaigne,, Malte et la Sicile, il devient le dessinateur des Iles Oubliées de la Méditerranée. A partir de 1892, c’est en Limousin, à Gimel, qu’il trouve son port d’attache. Il reconnaît un paysage exceptionnel : des cascades somptueuses qui évoquent son pays d’enfance. Il luttera vingt ans pour la sauvegarde du site. Il meurt là en 1915, rejoignant dans son paysage « l’éternelle rumeur des eaux ».
SOMMAIRE
Daniel Fabre
Les premières traces d’une vie
Voyages, voyages
Dans le paysage
Michel Melot
Gaston Vuillier et les dessinateurs de presse à la fin du XIXe siècle
Dessin contre photographie
Le temp des illustres
Des Peintres de la vie moderne
Jean-Pierres Piniès
Le voyage en Andorre: aux portes de L’Utopie
Splendeur et misère
Un art du voyage
Les fruits de l’Andorre
Une aventure initiatique
Lucie Desideri
En Corse: le voyageur-artiste
Oublièes
Le regard rapproché
Entre deux rives: esquisse du regard ethnographique
Anna Iuso
Giuseppe Pitré et Gaston Vuillier: un apprentissage ethnographique
Les manières du récit
Un hasard bienheureux
Une collaboration durable
Francois Pouillon
Le grand tour du monde des explorateurs: Gaston Vuillier, rive sud
Dessiner, redessiner
L’iconographe sur le motif
Francoise Maison
Gaston Vuillier et la fille des nuées
Emotion partagée
Bataille pour le classement
Menace persistance
Alain Sentier
Gaston Vuillier, protecteur des cascades de Gimel
Premier combattere et premières désillusions
Une installation contestée
La Défense du site face à l’hostilité générale
Claudie Voisenat
L’artiste, l’ethnographe et les grillons de l’enfance
Un artiste sur le terrain
Les mécanismes de la proximité
Incorporation d’enfance

Autobiografie, storie, eventi, pensieri, sensazioni, emozioni, sentimenti... tutto è stato fermat... more Autobiografie, storie, eventi, pensieri, sensazioni, emozioni, sentimenti... tutto è stato fermato in memorie, diari, corrispondenze: il vasto continente delle vite di carta continua, peró, a vivere nell’ombra di archivi molto speciali che possono svelare quell’immenso territorio dell’individualità, del racconto diretto, in prima persona, che fa risuonare la polifonia di una storia narrata “dal basso”. Studiosi di tutta Europa hanno esplorato questo mondo abitato da centinaia, migliaia di vite, ordinarie e non, per realizzare un bilancio che, a partire dalle memorie anonime o da quelle più o meno illustri, sia in grado di definire i modi e le forme in cui gli individui, i popoli e le nazioni costituiscono, definiscono, compongono e ricompongono la propria identità, attraverso il continuo intrecciarsi di storie.
INDICE
Premessa
Quinto Antonelli, Anna Iuso
Per una genealogia europea (Anna Iuso)
Stato, nazione archivio
Nuove storie nuovi archivi
Gli archivi dell’io
Autobiografia e identità nazionale (Marianne Gullestad)
Scrivi la tua vita
Il concorso e le sue storie
Ricerche sull’autobiografia e cambiamenti disciplinari
L’io nazionale: la storia di Karl
Contestualizzare la storia di Karl
Autobiografia come pratica globale
Le frontiere dell’autobiografia
Documentare la vita quotidiana (Dorothy Sheridan)
Le attività sull’autobiografia in Gran Bretagna
Come entrare negli archivi inglesi?
Gruppi di scrittura e di pubblicazione
Il mass-observation archive
L’autore, l’archivio, il ricercatore (alla-maija perltonen)
Alcuni fondi autobiografici
I principi di raccolta
Interagire a tre
Il vissuto è infinito
Ricuperanti: l’archivio della scrittura popolare (Quinto Antonelli)
I seminari
L’archivio per una regione-memoria
L’archivio lunga di conversazione
Un archivio all’altezza dei tempi
Tradizioni e innovazioni autobiografiche (Charlotte Heinritz)
Archivi fuori dall’università:il kempowski-archive fur unpubliziertg biographien
Il deutsche Tagebucharchiv von emmendingen
Archivi autobiografici nelle università
Bouchmer auswendererbrief-sammiungen (Baby)
l’echiv für alltäglichen erzählen dell’istituto di etnologia di Amburgo
L’erzahlarcjiv del Ludwig unhland Institut für Volkskunde dell’università di tubingen
Il deutsches Gedächtnis della femuniversitat di lsagen
Archivi autobiografici in Austria e svizzera
La nuova sfida
Scrivere di sé: storie e memorie (Saverio Tutino)
Le vite fanno una la storia
Catalogare
Percorsi
L’impegno dell’altro
La solitudine e la penna
Autobiografia come microesistenza
Scritture troppo ordinarie? I manoscritti dell’apa (Vèronique Leroux-hougon e Michel Vannet)
Sotto forma d’inventario:depositare
Conservare memoria
Fonde à rousseau, boîtes à outils, tables rondes, quaderni e cataloghi
Repertori di arrivi quotidiani, narrazioni incompiute, inclassificabili e sempre diverse
Gli archivi e i saperi
Vite esposte:scritture autobiografiche in libri, archivi, coscienze (Pietro Clemente)
Premesse italiane
Figlio mio che sogno lungo che fai
Memorie e generazioni
I vivi e i morti
Figlie care
La scrittura o la vita
Nessuna croce manca
Epilogo
C’era una volta la storia dal basso (Antonio Gibelli)
Numero e anonimato
Bodo
Analfabetismo
Oralità
Menocchia
Scrittura
Uomini comuni
Giuseppe capaci e Andrea gagliardo
Milioni di testimoni, milioni di testi
I linguisti e la scrittura popolare (Giovanni rovere)
Uno
Due
Tre
Dove finisce la letteratura? (Philippe Lejeune)
Chi, in francia…
cos’ho fatto?
Dove si ferma?
Anatole france
La pensée universelle
l’association pour l’autobiographie
Memoria e identità
Autobiografia e riconoscimento (Paolo Jedlowski)
Sui vuoti di memoria (Alberto cavaglion)
Scrivere per non impazzire:la difficile alterità (Antonietta di Vito)
Scrivere per non impazzire
Dinamiche di cambiamento e trame individuali
La mentalità giusta
Audacia, non pazzia
Memoria, infanzia, diversità
Il paradosso nazionale in un’autobiografia di confine (Pietro Vereni)
Il contesto storico.etnografico
Grecità e scrittura
Definire e narrare
Nazione e narrazione
Antropologi, autobiografia e politica dell’identità
La coscienza degli ultimi: antropologia e racconti si sé (Fabrizio Mangiameli)
La citazione del discorso orale
Alce nero patria
La differenza qual’è
Vivere, scrivere, archiviare (Daniel Fabre)
Vite
Soggetti
Testi
Note
Bibliografia

Questo libro è nato da uno strano paradosso. Per secoli destinate a saper soltanto leggere, le do... more Questo libro è nato da uno strano paradosso. Per secoli destinate a saper soltanto leggere, le donne hanno conquistato tardi, e in numero a lungo minoritario, la capacità di scrivere. Ma a partire dall’Ottocento sono le donne che gestiscono la totalità delle scritture domestiche, sono le donne che leggono più letteratura e sono le donne, di qualsiasi età, che praticano tutte le forme di scrittura personale: dal diario di ragazza alle memorie familiari delle nonne, passando per i libri di nascita e la corrispondenza intima. Come si è fatta questa mutazione? Che cosa ci insegna sul rapporto delle donne allo scrivere, che siano anonime scriventi o vere scrittrici?
Per far luce su questa grande questione i migliori specialisti di discipline diverse sono venuti da vari Paesi d’Europa ad Arezzo e a Pieve Santo Stefano. Questo libro documenta le ultime scoperte e i dibattiti appassionati che le scritture di donne hanno di recente suscitato.
INDICE
Benvenuto di Camillo Brezzi
Premessa di Saverio Tutino
Introduzione di Anna Iuso
Territori del femminile
La scrittura delle mistiche: affermazione o annullamento del soggetto?
di Jean Pierre Albert
Il libricino da chiudere a chiave
di Crista Hämmerle
Scritture femminili come riti di passaggio
di Agnès Fine
Rotture, emergenze, conquiste
Corrispondenti. Scritture di donne e cosmologia della moderintà
di Daniel Fabre
“Io sono di continuo in pensieri…” donne che scrivono nella Grande Guerra
di Quinto Antonelli
Il filo di Camilla, la tela di Giovanna
di Patrizia Gabrielli
Essere scrittrice
Autrici e testi nella tradizione letteraria italiana
di Marina Zancan
Autobiografie femminili nella Spagna contemporanea
di Anna Caballé
L’io di Maria. Come fu accolto il diario di Marie Bashkirtseff
di Philippe Lejeune
Dalla parte della lettura
Storie di donne tra leggere e scrivere
di Anna Iuso
Postfazione di Pietro Clemente
Articoli in rivista by Anna Iuso
Cancellare, riscrivere. Cancel culture, difficult heritage e riscrittura della storia, 2021
Erase, Rewrite. Cancel Culture, Rewriting of History, and Difficult Heritage
Our contemporaneity... more Erase, Rewrite. Cancel Culture, Rewriting of History, and Difficult Heritage
Our contemporaneity is characterized by increasingly frequent cases of cancel culture, often
linked with difficulties in managing contested past heritages. In other words, cancel culture is
often linked to the presence of a difficult heritage. But how generalizable are these two notions?
How far can they be declined according to different contexts? And to what extent do they
participate in the more generalized movement of rethinking history that characterizes our
contemporaneity? Starting from some ethnographic cases linked to the Fascist legacy of the city of Rome, this paper proposes new reflections and insights on the matter.
Keywords: Cancel Culture, Difficult Heritage, History, Fascism, Rome.

Oh Roméo Roméo! La maison de Juliette et l'illusion littéraire, 2021
O Romeo, Romeo! Juliet’s House and literary Illusion
With 350,000 visitors each year on averag... more O Romeo, Romeo! Juliet’s House and literary Illusion
With 350,000 visitors each year on average, Juliet’s House in Verona is one
of the most astounding cases of the patrimonialization of literature. This
article proposes a reading Juliet’s House as a complex heritage apparatus
that draws on various aspects of culture, in the sense that a collective
memory is transmitted through strategies that elude reading (the majority
of visitors having never read Shakespeare’s tragedy). This phenomenon has
drawn on heritage as an excuse in post-unification Italy in the 19th century
that has seen this House become a part of the city’s identity to the
point that it has been profoundly modified in order to better resemble that
described by Shakespeare. Today, hundreds of thousands of visitors are
faced with the question of what is real or fake, but the visitor experience
in Juliet’s House is based on believability and not historical accuracy.
Keywords
Shakespeare, Romeo & Juliet, Verona, literary illusion, literary heritage

Quindici donne nella storia. Memoria, futuro e nostalgia dell' '89 rumeno a trent'anni dalla caduta di Ceausescu, LARES , 2020
La caduta del muro di Berlino è stata un’epocale frattura storica che ha trascinato
con sé, fra l... more La caduta del muro di Berlino è stata un’epocale frattura storica che ha trascinato
con sé, fra l’altro, la dittatura di Ceausescu. Crollato anch’egli nel 1989,
ha lasciato dietro di sé un Paese stremato che in pochi anni ha dovuto gestire la
transizione dalla dittatura alla democrazia, dal comunismo al neoliberismo. Ma
il 1989 è stato anche l’anno che simbolicamente e concretamente ha sancito la
fine delle utopie, il cambiamento del nostro regime di storicità, il crollo di grandi
memorie organizzatrici. Come si è fatta, nel concreto, e negli interstizi del quotidiano,
questa transizione? Quest’articolo presenta una ricerca in corso, basata su
uno scambio epistolare che si è dipanato fra 15 donne, una francese e 14 rumene,
fra il 1990 e il 1995. Dalle settimane successive alla Rivoluzione fino all’acquietarsi
della transizione, queste lettere sono un prezioso spaccato sulla realtà rumena
post-rivoluzionaria e restituiscono, nel concreto farsi dei giorni, la fine delle utopie
e l’ingresso nella nostalgia del futuro.
The fall of the Berlin wall was an epochal historical fracture that dragged with
it, among other things, the dictatorship of Ceausescu. Also collapsed in 1989, he
left behind an exhausted country that in a few years had to manage the transition
from dictatorship to democracy, from communism to neoliberalism. But 1989
was also the year that symbolically and concretely sanctioned the end of utopias, the change in our historic regime, the collapse of great organizing memories.
How was this transition made, in practice, and in the interstices of everyday life?
This article presents an ongoing research, based on an exchange of letters that
took place between 15 women, one French and 14 Rumanians, between 1990 and
1995. From the weeks following the Revolution to the quieting of the transition,
these letters give a precious insight into the Romanian post-revolutionary reality
and return, in the concrete becoming of the days, the end of utopias and the entrance
into nostalgia of the future.
in "Antropologia museale" n.37/39, 2016
In una tranquilla cittadina pugliese un corteo storico dilaga, ogni anno, coi suoi 350 figuranti.... more In una tranquilla cittadina pugliese un corteo storico dilaga, ogni anno, coi suoi 350 figuranti. Racconta una storia che nessuno aveva mai sentito. Un gruppo di giovani cerca di legarla alle leggende locali. Da dove nasce tutto ciò? Inaspettatamente, dall’arrivo di un’équipe di archeologi. L’etnografia di quest’articolo rende conto delle implicazioni e delle ripercussioni dell’incontro fra professionisti dell’archeologia e una collettività, o meglio un gruppo di giovani, che scopre e nutre una passione per la storia. Da qui, due conseguenze inattese: la patrimonializzazione della storia, che i protagonisti valorizzano e riscrivono, e la creazione di un corteo storico, ormai quasi trentennale, che nel suo specifico linguaggio viene qui letto come un “uso sociale della storia”.
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Libri by Anna Iuso
In queste pagine, che ripercorrono testi autobiografici di scrittori quanto di gente comune, si indagano le scritture del sé non come genere letterario, ma in quanto pratica sociale, sintomo culturale di specifiche configurazioni antropologiche della nostra modernità.
Si ricostruiscono lo sviluppo, l’affermazione, le implicazioni e la funzione di questi generi testuali,
intesi come forme emblematiche e complesse dei mutamenti antropologici delle società europee.
Che differenza c’è fra l’uno e l’altro di questi tipi di scrittura? Quali caratteristiche e quali funzioni hanno l’autobiografia, le lettere, i diari? Chi scrive? Quando, come, perché?
Questo volume è il primo tentativo unitario di mettere ordine nel discorso sulle scritture del sé.
Questo volume risponde a queste domande uscendo dal paradigma stretto delle definizioni, per vederlo non come un oggetto, ma come una serie di eventi plurali, un insieme di azioni sociali, disegnando una galleria di forme di creatività locale che fa risaltare assetti e conflitti, tanto più interessanti quanto più i casi presentati sono inusuali, a volte imprevisti.
Dalla Puglia di Federico ii e di Alberobello, da Piazza Navona alla Casa di Giulietta, dall’alluvione di Firenze al Vittoriale di D’annunzio, fino ai diari di Pieve Santo Stefano, il libro si propone come una sorta di enciclopedia di base dei processi di elaborazione di valori culturali patrimoniali attraverso la narrazione di sette insolite storie su altrettanti luoghi che in Italia hanno costruito, conservato o inventato un patrimonio.
Une part centrale des publications de Daniel Fabre concerne la question des enfants et des « jeunes », leur apprentissage de la vie adulte, les voies de leur socialisation. Le texte ici publié synthétise ses réflexions en posant explicitement la question de l’existence ou non d’un parallélisme entre l’« initiation » des filles et celle des garçons.
Il compare ainsi l’apprentissage des garçons, tourné vers l’extérieur, marqué par la transgression des limites entre le domestique et le sauvage, les vivants et les morts, et l’apprentissage des filles, centré au contraire sur l’interprétation intime des mutations de leur corps et la préparation au mariage et à la maternité. Le texte de cette conférence est suivi d’un entretien avec Alessio Catalini en 2012, qui rappelle les points de soudure entre les traditions intellectuelles française et italienne ayant dessiné les objets de recherche de Daniel Fabre.
SOMMAIRE
Introduction de Jean-Claude Schmitt
L'invisible initiation. Devenir filles et garçons dans les sociétés rurales d'Europe
Conférence du Conservatoire régional d’Aubervilliers-La Courneuve (9 février 2015)
France-Italie. Un parcours d’anthropologue
Entretien avec Alessio Catalini (2012)
Le memorie forti delle società a tempo ciclico, e le memorie deboli – costantemente ri-radicate in un passato remoto – delle società a tempo sagittale sono oggi lo strumento principale di gruppi che attraverso monumenti, narrazioni, commemorazioni, rievocazioni, valorizzazioni e patrimonializzazioni plasmano i propri confini identitari attingendo a piene mani da quella straordinaria risorsa che è il passato.
In un simile quadro, vasto e variegato, questo volume indaga campi etnografici che vanno dall’Italia alla Norvegia, dalla Nuova Caledonia a Tahiti, dal Ghana all’Uganda, concentrandosi su uno specifico tipo di “patrimonio”: la storia.
E ci mostra come intere collettività, dal basso o dall’alto, individuano nella propria storia un patrimonio da condividere, da mettere in scena, da modellare giostrando abilmente sulle frontiere fra oralità e scrittura, fra passato e presente, fra memoria e oblio.
INDICE
Anna Iuso, introduzione
• Stefano Maltese, Terra, storia, potere. La patrimonializzazione degli archivi della chieftaincy nzema
• Fulvio Cozza, Annibale è passato da qui. La (ri)costruzione del passato tra archeologia e storia locale
• Matteo Gallo, Quando le pietre ricordano: una storia sui petroglyphes della Nuova Caledonia
• Francesco Aliberti, Scegliere la storia. Nostalgie, narrazioni e attese su facebook
• Marco Sottilotta, Usi e disusi della storia. Il ruolo politico del passato nel regno del Buganda
• Giacomo Nerici, Rendere visibile il passato: riappropriazione della storia e neosciamanesimo tra i Sami norvegesi
• Matteo Aria, La Storia messa in scena nella Polinesia francese
• Fabio Dei, senza titolo
Cosa c’è dietro questo grande cambiamento? Perché a fine Ottocento anche il più incolto e anonimo degli scriventi si considera degno di fare della propria vita un libro? E perché per raccontarsi si considera sempre più indispensabile partire dall’infanzia e dai suoi sfuggenti ricordi?
Questo libro indaga questo grande mutamento culturale. Percorrendo le vite di patrioti, letterati, scalpellini e vetrai mostra in che modo la pratica autobiografica ottocentesca sia il prodotto di una nuova concezione dell’individuo, della laicizzazione della nostra società, dello sviluppo delle scienze della psiche. E di come la più profonda intimità dell’uomo moderno si ripercorra attraverso mappe e piantine: ultime eredi delle arti della memoria, le autobiografie d’infanzia sono delle intime topografie dell’io.
INDICE
Introduzione, La collana di perle
PARTE I
La svolta autobiografica
CAPITOLO I
Indagine su due inchieste
Da Giovan Artico da Porcìa a Onorato Roux
Un Trattato precoce
L’infanzia dei grandi uomini
CAPITOLO II
Cercando gli autobiografi
Uno sguardo italiano: l’autobiografia come genere e come pratica »
L’Ottocento antologico e i primi passi verso un inventario
CAPITOLO III
L’io e la storia. Dell’autobiografia come fisiognomica dell’io
Memorie o Autobiografia?
Dalla critica letteraria a quella antropologica
Un’autobiografia per chiunque?
PARTE II
L’intimità per iscritto
CAPITOLO IV
L’universo della scrittura
I cavalli di Troia
L’odiosamata
La promozione della scuola
CAPITOLO V
Spazi e valori della vita privata
Il nuovo individuo della modernità
Un’intimità per tutti
Scriversi
8 Indice
CAPITOLO VI
Individuo e modernità
Il sentimento di sé
Il filo rosso: Bildung e autobiografia
Religione, democrazia, individuo
Il doppio individuo della modernità
PARTE III
Il territorio dell’infanzia
CAPITOLO VII
L’infanzia dalla storia alla memoria
Il continente inesplorato
Un nuovo territorio del sapere
Costruire l’infanzia
L’irraggiungibile infanzia
Luoghi, topoi e autoritratto
Infanzia senza tempo
PARTE IV
Biografemi: iniziazione, formazione, Bildung
CAPITOLO VII
Il presagio. Lotta e predestinazione
La fuga
Viaggio, passaggio
Il collegio: l’istituzione del soggetto
Il doppio programma
Totalità e individualità
Il microcosmo collegio
EPILOGO
Il popolo dell’inchiostro
Raccontarsi per gli altri
INDICE
Il paradosso delle Alpi: note introduttive, Quinto Anonelli e Anna Iuso
La montagna come supporto
ll peccato dei pastori: Valle di Fiemme 1720-1960: antropologia del graffito e metodologia etnoarcheologica, di Marta Bazzanella e Giovanni Kezich
Scritture e simboli nelle incisioni rupestri in Cerdagna (Pirenei orientali, Francia - Spagna), di Pierre Campmajo e Denis Crabol
Demoni e meraviglie: scritture rupestri di pastori sul Mont Bego (Alpi marittime), di Nathalie Magnardi
La montagna come esperienza
Le parole della vertigine, di Enrico Camanni
Un rituale d'alta quota: il libro di vetta tra documento e souvenir, di Claudio Ambrosi
La conquista immateriale: scrivere sui libri di vetta, di Beatrice Campesi
«L'azzurro del cielo è meglio lasciarlo lassù»: uomini che combattono e scrivono in alta montagna, di Diego Leoni
Le arti del pastorie: scrittura, misura e malinconia, di Daniel Febre
La montagna ricordata
Far parlare la montagna: le autobiografie alpine, di Philippe Martel
La montagna a Venezia: le iscrizioni dipinte sull'isola del Lazzaretto nuovo, di Francesca Poggetti
Scrivere la casa
Epigrafia popolare alpina: una ricerca in Primiero, di Quinto Antonelli
Quando la casa parla: le memorie di pietra di Joseph Ichante (Pirenei Béarn, 1777-1857), di Christian Desplat
Gli olandesini: fra ricamo e scrittura femminile, di Anna Iuso
Segni e scritture della famiglia
Segni di casa in estimi del Cinquecento? Ipotesi d'interpretazione e linee di ricerca, di Giuseppina Bernardin
I conti perduti: registrazioni contabili di contadini e artigiani della Val di Fiemme, di Silvia Vinante
La lunga durata della scrittura popolare: inventari e liste dotali, di Glauco Sanga
Un archivio di famiglia a Selva di Cadore fra il 1700 e il 1960, di Luciana Palla
Riferimenti bibliografici
Illustrazioni
Indice dei nomi
SOMMAIRE
Anna Iuso
L’injonction autobiographique
Bartolomé Bennassar
Raconter sa vie pour sauver sa peau
Antonio Castillo Gómez
Dieu, le confesseur et la religieuse
Autobiographies spirituelles féminines
en Espagne aux XVIe et XVIIe siècles
Anna Iuso
Le savant en personne
Sollicitations et modèles de l’autobiographie
intellectuelle en Italie au XVIIIe
siècle
Giordana Charuty
La double vie de l’âme
Augusta Molinari
Autobiographies féminines entre injonction
psychiatrique et reconstruction de soi
Mauro Boarelli
L’écriture de soi sous contrainte
L’autobiographie dans le parti communiste italien
(1945-1956)
Philippe Lejeune
Écrivains au défi
Daniel Fabre
L’histoire de vie entre injonction et interdit
Les auteurs
Index des noms propres
À travers une quinzaine d’études de cas - qui intéressent de grands ensemble historiques comme la Cité de Carcassonne, les Sassi de Matera, les trulli d’Alberobello, les églises baroques du Val de Noto, les falaises de Bandiagara au Mali… aussi bien que la Bibliothèque nationale François-Mitterrand ou les palais du pouvoir qui s’ouvrent lors des Journées du patrimoine - les auteurs explicitent la diversité des modes d’appropriation, singuliers et collectifs, discrets et violents, de la grandeur monumentale.
SOMMAIRE
Les auteurs
Préface:Ethnologie vagabonde
Christian Hottin
Introduction: Habiter les monuments
Daniel Fabre
1- Les métamorphoses de Matera
Les Sassi de Matera, du scandale national au monument ethnologique
Ferdinando Mirizzi
Matera en Utopie
Voisinage solidaire et village dans la ville
Ameigo Restucci
Un monumento habité malgré lui
Dorothy louse Zinn
2-Dèclasser, classer, surclasser
Adieu mon fief
Le rachat d’Alberobello
Anna Iuso
L’Unesco et le campanile
Patrimoine universel et patrimoines locaux
Berardino Palumbo
L’ethnographe en pays dogon
Un masque du patrimoine?
À Carcassonne, la Citè sous les regards
Christiane Amiel
3-Au nom du lieu
Armungia, pays de quelqu’un
Pietro Clemente
Forme urbaine et présence à l’histoire
Habiter le passé de Bernalda
Rosa Parisi
Des pierres pour l’avenir
Èconomie et histoire dans le Samnium
Valeria Siniscalchi
Le saline royale d’Arc-et-Senans:
Un patrimoine sans mémoire
Alain Chenevez
4-Architectures vécues
Les palais du pouvoir
Irène Bellier
Les livres et le monument
Claudie Voisenat
INDICE
Quinto Antonelli - Anna Iuso
Scritture popolari e idolo mediatico nell’Italia del miracolo: l’archivio di Gigliola Cinquetti
Andrea Giorgi - Alessandra Pedrotti
Lo zio in archivio: sulle tracce del sistema di gestione dell’archivio di Gigliola Cinquetti
Prime letture
Serenella Baggio
Lettere a Gigliola Cinquetti: aspetti storico linguistici
Silvia Cocco - Laura Crosara
Lettere a Gigliola Cinquetti da Vicenza e provincia
Serenella Baggio - Francesca Bolza
Lettere a Gigliola Cinquetti dal Trentino
RIta Fresu - Ugo Vignuzzi
“Scusami gli errori ma in italiano non sono molto brava”: scrittura giovanile degli anni Sessanta e alfabetizzazione di massa in un corpus di lettere dell’archivio Gigliola Cinquetti
Attilio Bartoli Langeli
Note sull’uso popolare della macchina da scrivere
Alessandro Casellato
Santi e madonne per l’Italia del boom: lettere a papà Cervi e a Gigliola Cinquetti
Liviana Gazzetta
Eredità cattolica e modelli femminili nelle lettere dell’archivio di Gigliola Cinquetti
Gunther Pallaver
Gigliola Cinquetti come testimonial politico: la cantante del centro che guarda a sinistra
Felice Ficco
Un’ancora di salvezza
Un laboratorio universitario
Anna Iuso
Presentazione
Alessi Catalini - Francesco Della Costa
Cara Gigliola mi scusate se chiedo..
Tiziana Franceschini - Caterina Giannottu
“Non ho l’età (per amarti)”: Gigliola Cinquetti e il trionfo di Lolita
Giovani, musica, idoli
Anna Iuso
Scrivere agli idoli: lineamenti di un’epistolografia fra Gutenberg e i media
Daniel Fabre
Anni Sessanta: una giovinezza tra due mondi
Emmanuel Ethis
Ralazionarsi alla star: una modalità del sentimento di esistere
Sophie Maisonneuve
Il medium ed i suoi usi: il disco, tra cultura di massa e individualizzazione delle pratiche e dei gusti
Archivi a confronto
Dominique Cardon - SmaÏn Laarcher
Scrivere all’amica delle onde: le lettere alla trasmissione radiofonica di Manie Grègoire (1967-1981)
Paolo De Simonis
Distinti saluti. Viva Villa, Bella Ciao, Claudio.it
Stefano Moascredelli
“Volta la carta”: suggestioni dell’Archivio Fabrizio De Andrè
INDICE
Pietro Clemente, Anna Iuso, Elena Bachiddu
A Milano, a Torino, in miniera. Premessa al canto del nord.
Le mani avanti
www.archiviodiari.it
Emigrazione
Metodi
Il lettore antropologo
Consigli
Schede
Appunti per la compilazione di una “scheda di ricerca”
Pietro Clemente
Gli spazi tra gli alberi
Migranti ieri e oggi, noi e loro
Scrittura della differenza, differenza della scrittura
Immaginare a Milano
Tante Milano
Chi sono gli alberi
Le antologie come esche
Quali racconti fanno Milano e come è fatta Milano dei racconti
Liminari
La conquista del sé
Poesia di 12 vite
Giochi di tracce: reti di reti di reti
Antologia
Migrare a Milano, a cura di Daniela Brighigni
Adelina Allemandi, Ai nostri monti torneremo
Aldo Linnea, Sino ai Quaranta
Giacomo Montemezzani, Nonno mi racconti di quando
Amalia Molinelli, I pensieri vagabondi di Amalia
Rino Esposito, Il treno
Arenzo Peroncini, Credo sia stato un giorno d’autunno
Giuseppe di Cola, Terra di San Nicola
Salvatore Esposito, I pigiama negato
Pasquale Morabito, Storie di lotte, lutti e letti
Tina Casciu, Tornerò
Franco Salvatore, Come il vento
Elena Bachiddu
Torino e Milano nella rappresentazione autobiografica delle migrazioni storiche
La partenza, una scelta obbligata conquistata o subita. Prefigurazione e distacco (la separazione)
Il viaggio. Sospensione, rammemorazione (il margine)
L’arrivo. Primo impatto e prime sistemazioni (riaggregaioni)
La scrittura e l’esperienza. Una pausa di riflessione
Felice Malgaroli. La Torino della grande fabbrica
Antologia
Migrare a Torino, a guida di Elena Bachiddu
Felice Malgaroli, Domani chissà
Ale Baracchino. Diario di un operaio Fiat
Bonaventura Alfano, Mirafiori e dintorni
Santi Maimone, I primi anni a Torino
Mario Fracasso, Autobiografia di un ex brigatista rosso
Nino de Amicis, Terrone beat extraparlamentare
Sebastiana Tarascio, Io mi racconto
Maria Rosa Papaianni, Sapori di un tempo
Anna Iuso
Le cicatrici della mina
Sottoterra
Partii con la tradotta di emigranti
Qualche questione di metodo
Brandelli etnografici
Epigrafia mineraria
Un altro corpo, un’altra mente
Buoni scrittori?
Una dimensione corale
Piccolo glossario della miniera
Antologia
Migrare in miniera, a cura di Anna Iuso
Annibale Mattavelli, Il cavallo cieco
Pietro Quercetti, I miei carnefici
Tommaso Angelone, Il riscatto di una vita
Lodovico Molinari, La banda della Uno bianca sulla mia strada
Raul Rossetti, Schiena di vetro
INDICE
Introduzione
di Camillo Brezzi e Anna Iuso
Figure e ruoli storici dell’e-migrante
Intellettuali in esilio. Karl Lowith ed altri
di Anna Iuso
Una terra promessa per nobili decaduti. L’immagine dell’America nella scrittura dell’emigrazione colta
di Amoreno Martellini
Il Freelance della rivoluzione. Nota all’inedita autobiografia di Carlo Tresca
di Sergio Bugiardini
Al di là del guado. Donne e uomini nell’emigrazione antifascista
di Patrizia Gabrielli
Di cosa scrivono gli emigranti?
Parlare di storie migranti
di Pietro Clemente
Amore e lontananza. Le lettere del cuore degli emigranti
di Anna Tonelli
Conversando con Teresa. Sulle memorie di un orgolese emigrata
di Giannetta Murru Corriga
“Arrivederci nella valle di Josafat”. Scrivere a fine secolo fra le Prealpi venete e il Rio Grande do Sul
di Daniela Perco
Mostrare, cantare, dipingere la migrazione
“Fatemi unpo sapere…”. Scrittura e fotografia nella corrispondenza degli emigranti
di Antonio Gibelli
“I bin a Italiano”. Tracce canore dell’emigrazione
di Quinto Antonelli
Le visioni del migrante. Pittura e memoria
di Daniel Fabre
Traiettorie di un esilio. Il “paradiso svizzero” fra il 1943 e il 1945
di Marina Marengo
Vite spartite, vite cantate: l’emigrazione italiana e le sue canzoni fra ‘800 e ‘900 nelle autobiografie e nei diari dei protagonisti
di Emilio Franzina
Il trouvera sa voie dans les grandes reues illustrées comme Le tour du monde. De l’Andorre à la Tunisie, en passant par les Baléares, la Corse, la Sardaigne,, Malte et la Sicile, il devient le dessinateur des Iles Oubliées de la Méditerranée. A partir de 1892, c’est en Limousin, à Gimel, qu’il trouve son port d’attache. Il reconnaît un paysage exceptionnel : des cascades somptueuses qui évoquent son pays d’enfance. Il luttera vingt ans pour la sauvegarde du site. Il meurt là en 1915, rejoignant dans son paysage « l’éternelle rumeur des eaux ».
SOMMAIRE
Daniel Fabre
Les premières traces d’une vie
Voyages, voyages
Dans le paysage
Michel Melot
Gaston Vuillier et les dessinateurs de presse à la fin du XIXe siècle
Dessin contre photographie
Le temp des illustres
Des Peintres de la vie moderne
Jean-Pierres Piniès
Le voyage en Andorre: aux portes de L’Utopie
Splendeur et misère
Un art du voyage
Les fruits de l’Andorre
Une aventure initiatique
Lucie Desideri
En Corse: le voyageur-artiste
Oublièes
Le regard rapproché
Entre deux rives: esquisse du regard ethnographique
Anna Iuso
Giuseppe Pitré et Gaston Vuillier: un apprentissage ethnographique
Les manières du récit
Un hasard bienheureux
Une collaboration durable
Francois Pouillon
Le grand tour du monde des explorateurs: Gaston Vuillier, rive sud
Dessiner, redessiner
L’iconographe sur le motif
Francoise Maison
Gaston Vuillier et la fille des nuées
Emotion partagée
Bataille pour le classement
Menace persistance
Alain Sentier
Gaston Vuillier, protecteur des cascades de Gimel
Premier combattere et premières désillusions
Une installation contestée
La Défense du site face à l’hostilité générale
Claudie Voisenat
L’artiste, l’ethnographe et les grillons de l’enfance
Un artiste sur le terrain
Les mécanismes de la proximité
Incorporation d’enfance
INDICE
Premessa
Quinto Antonelli, Anna Iuso
Per una genealogia europea (Anna Iuso)
Stato, nazione archivio
Nuove storie nuovi archivi
Gli archivi dell’io
Autobiografia e identità nazionale (Marianne Gullestad)
Scrivi la tua vita
Il concorso e le sue storie
Ricerche sull’autobiografia e cambiamenti disciplinari
L’io nazionale: la storia di Karl
Contestualizzare la storia di Karl
Autobiografia come pratica globale
Le frontiere dell’autobiografia
Documentare la vita quotidiana (Dorothy Sheridan)
Le attività sull’autobiografia in Gran Bretagna
Come entrare negli archivi inglesi?
Gruppi di scrittura e di pubblicazione
Il mass-observation archive
L’autore, l’archivio, il ricercatore (alla-maija perltonen)
Alcuni fondi autobiografici
I principi di raccolta
Interagire a tre
Il vissuto è infinito
Ricuperanti: l’archivio della scrittura popolare (Quinto Antonelli)
I seminari
L’archivio per una regione-memoria
L’archivio lunga di conversazione
Un archivio all’altezza dei tempi
Tradizioni e innovazioni autobiografiche (Charlotte Heinritz)
Archivi fuori dall’università:il kempowski-archive fur unpubliziertg biographien
Il deutsche Tagebucharchiv von emmendingen
Archivi autobiografici nelle università
Bouchmer auswendererbrief-sammiungen (Baby)
l’echiv für alltäglichen erzählen dell’istituto di etnologia di Amburgo
L’erzahlarcjiv del Ludwig unhland Institut für Volkskunde dell’università di tubingen
Il deutsches Gedächtnis della femuniversitat di lsagen
Archivi autobiografici in Austria e svizzera
La nuova sfida
Scrivere di sé: storie e memorie (Saverio Tutino)
Le vite fanno una la storia
Catalogare
Percorsi
L’impegno dell’altro
La solitudine e la penna
Autobiografia come microesistenza
Scritture troppo ordinarie? I manoscritti dell’apa (Vèronique Leroux-hougon e Michel Vannet)
Sotto forma d’inventario:depositare
Conservare memoria
Fonde à rousseau, boîtes à outils, tables rondes, quaderni e cataloghi
Repertori di arrivi quotidiani, narrazioni incompiute, inclassificabili e sempre diverse
Gli archivi e i saperi
Vite esposte:scritture autobiografiche in libri, archivi, coscienze (Pietro Clemente)
Premesse italiane
Figlio mio che sogno lungo che fai
Memorie e generazioni
I vivi e i morti
Figlie care
La scrittura o la vita
Nessuna croce manca
Epilogo
C’era una volta la storia dal basso (Antonio Gibelli)
Numero e anonimato
Bodo
Analfabetismo
Oralità
Menocchia
Scrittura
Uomini comuni
Giuseppe capaci e Andrea gagliardo
Milioni di testimoni, milioni di testi
I linguisti e la scrittura popolare (Giovanni rovere)
Uno
Due
Tre
Dove finisce la letteratura? (Philippe Lejeune)
Chi, in francia…
cos’ho fatto?
Dove si ferma?
Anatole france
La pensée universelle
l’association pour l’autobiographie
Memoria e identità
Autobiografia e riconoscimento (Paolo Jedlowski)
Sui vuoti di memoria (Alberto cavaglion)
Scrivere per non impazzire:la difficile alterità (Antonietta di Vito)
Scrivere per non impazzire
Dinamiche di cambiamento e trame individuali
La mentalità giusta
Audacia, non pazzia
Memoria, infanzia, diversità
Il paradosso nazionale in un’autobiografia di confine (Pietro Vereni)
Il contesto storico.etnografico
Grecità e scrittura
Definire e narrare
Nazione e narrazione
Antropologi, autobiografia e politica dell’identità
La coscienza degli ultimi: antropologia e racconti si sé (Fabrizio Mangiameli)
La citazione del discorso orale
Alce nero patria
La differenza qual’è
Vivere, scrivere, archiviare (Daniel Fabre)
Vite
Soggetti
Testi
Note
Bibliografia
Per far luce su questa grande questione i migliori specialisti di discipline diverse sono venuti da vari Paesi d’Europa ad Arezzo e a Pieve Santo Stefano. Questo libro documenta le ultime scoperte e i dibattiti appassionati che le scritture di donne hanno di recente suscitato.
INDICE
Benvenuto di Camillo Brezzi
Premessa di Saverio Tutino
Introduzione di Anna Iuso
Territori del femminile
La scrittura delle mistiche: affermazione o annullamento del soggetto?
di Jean Pierre Albert
Il libricino da chiudere a chiave
di Crista Hämmerle
Scritture femminili come riti di passaggio
di Agnès Fine
Rotture, emergenze, conquiste
Corrispondenti. Scritture di donne e cosmologia della moderintà
di Daniel Fabre
“Io sono di continuo in pensieri…” donne che scrivono nella Grande Guerra
di Quinto Antonelli
Il filo di Camilla, la tela di Giovanna
di Patrizia Gabrielli
Essere scrittrice
Autrici e testi nella tradizione letteraria italiana
di Marina Zancan
Autobiografie femminili nella Spagna contemporanea
di Anna Caballé
L’io di Maria. Come fu accolto il diario di Marie Bashkirtseff
di Philippe Lejeune
Dalla parte della lettura
Storie di donne tra leggere e scrivere
di Anna Iuso
Postfazione di Pietro Clemente
Articoli in rivista by Anna Iuso
Our contemporaneity is characterized by increasingly frequent cases of cancel culture, often
linked with difficulties in managing contested past heritages. In other words, cancel culture is
often linked to the presence of a difficult heritage. But how generalizable are these two notions?
How far can they be declined according to different contexts? And to what extent do they
participate in the more generalized movement of rethinking history that characterizes our
contemporaneity? Starting from some ethnographic cases linked to the Fascist legacy of the city of Rome, this paper proposes new reflections and insights on the matter.
Keywords: Cancel Culture, Difficult Heritage, History, Fascism, Rome.
With 350,000 visitors each year on average, Juliet’s House in Verona is one
of the most astounding cases of the patrimonialization of literature. This
article proposes a reading Juliet’s House as a complex heritage apparatus
that draws on various aspects of culture, in the sense that a collective
memory is transmitted through strategies that elude reading (the majority
of visitors having never read Shakespeare’s tragedy). This phenomenon has
drawn on heritage as an excuse in post-unification Italy in the 19th century
that has seen this House become a part of the city’s identity to the
point that it has been profoundly modified in order to better resemble that
described by Shakespeare. Today, hundreds of thousands of visitors are
faced with the question of what is real or fake, but the visitor experience
in Juliet’s House is based on believability and not historical accuracy.
Keywords
Shakespeare, Romeo & Juliet, Verona, literary illusion, literary heritage
con sé, fra l’altro, la dittatura di Ceausescu. Crollato anch’egli nel 1989,
ha lasciato dietro di sé un Paese stremato che in pochi anni ha dovuto gestire la
transizione dalla dittatura alla democrazia, dal comunismo al neoliberismo. Ma
il 1989 è stato anche l’anno che simbolicamente e concretamente ha sancito la
fine delle utopie, il cambiamento del nostro regime di storicità, il crollo di grandi
memorie organizzatrici. Come si è fatta, nel concreto, e negli interstizi del quotidiano,
questa transizione? Quest’articolo presenta una ricerca in corso, basata su
uno scambio epistolare che si è dipanato fra 15 donne, una francese e 14 rumene,
fra il 1990 e il 1995. Dalle settimane successive alla Rivoluzione fino all’acquietarsi
della transizione, queste lettere sono un prezioso spaccato sulla realtà rumena
post-rivoluzionaria e restituiscono, nel concreto farsi dei giorni, la fine delle utopie
e l’ingresso nella nostalgia del futuro.
The fall of the Berlin wall was an epochal historical fracture that dragged with
it, among other things, the dictatorship of Ceausescu. Also collapsed in 1989, he
left behind an exhausted country that in a few years had to manage the transition
from dictatorship to democracy, from communism to neoliberalism. But 1989
was also the year that symbolically and concretely sanctioned the end of utopias, the change in our historic regime, the collapse of great organizing memories.
How was this transition made, in practice, and in the interstices of everyday life?
This article presents an ongoing research, based on an exchange of letters that
took place between 15 women, one French and 14 Rumanians, between 1990 and
1995. From the weeks following the Revolution to the quieting of the transition,
these letters give a precious insight into the Romanian post-revolutionary reality
and return, in the concrete becoming of the days, the end of utopias and the entrance
into nostalgia of the future.
In queste pagine, che ripercorrono testi autobiografici di scrittori quanto di gente comune, si indagano le scritture del sé non come genere letterario, ma in quanto pratica sociale, sintomo culturale di specifiche configurazioni antropologiche della nostra modernità.
Si ricostruiscono lo sviluppo, l’affermazione, le implicazioni e la funzione di questi generi testuali,
intesi come forme emblematiche e complesse dei mutamenti antropologici delle società europee.
Che differenza c’è fra l’uno e l’altro di questi tipi di scrittura? Quali caratteristiche e quali funzioni hanno l’autobiografia, le lettere, i diari? Chi scrive? Quando, come, perché?
Questo volume è il primo tentativo unitario di mettere ordine nel discorso sulle scritture del sé.
Questo volume risponde a queste domande uscendo dal paradigma stretto delle definizioni, per vederlo non come un oggetto, ma come una serie di eventi plurali, un insieme di azioni sociali, disegnando una galleria di forme di creatività locale che fa risaltare assetti e conflitti, tanto più interessanti quanto più i casi presentati sono inusuali, a volte imprevisti.
Dalla Puglia di Federico ii e di Alberobello, da Piazza Navona alla Casa di Giulietta, dall’alluvione di Firenze al Vittoriale di D’annunzio, fino ai diari di Pieve Santo Stefano, il libro si propone come una sorta di enciclopedia di base dei processi di elaborazione di valori culturali patrimoniali attraverso la narrazione di sette insolite storie su altrettanti luoghi che in Italia hanno costruito, conservato o inventato un patrimonio.
Une part centrale des publications de Daniel Fabre concerne la question des enfants et des « jeunes », leur apprentissage de la vie adulte, les voies de leur socialisation. Le texte ici publié synthétise ses réflexions en posant explicitement la question de l’existence ou non d’un parallélisme entre l’« initiation » des filles et celle des garçons.
Il compare ainsi l’apprentissage des garçons, tourné vers l’extérieur, marqué par la transgression des limites entre le domestique et le sauvage, les vivants et les morts, et l’apprentissage des filles, centré au contraire sur l’interprétation intime des mutations de leur corps et la préparation au mariage et à la maternité. Le texte de cette conférence est suivi d’un entretien avec Alessio Catalini en 2012, qui rappelle les points de soudure entre les traditions intellectuelles française et italienne ayant dessiné les objets de recherche de Daniel Fabre.
SOMMAIRE
Introduction de Jean-Claude Schmitt
L'invisible initiation. Devenir filles et garçons dans les sociétés rurales d'Europe
Conférence du Conservatoire régional d’Aubervilliers-La Courneuve (9 février 2015)
France-Italie. Un parcours d’anthropologue
Entretien avec Alessio Catalini (2012)
Le memorie forti delle società a tempo ciclico, e le memorie deboli – costantemente ri-radicate in un passato remoto – delle società a tempo sagittale sono oggi lo strumento principale di gruppi che attraverso monumenti, narrazioni, commemorazioni, rievocazioni, valorizzazioni e patrimonializzazioni plasmano i propri confini identitari attingendo a piene mani da quella straordinaria risorsa che è il passato.
In un simile quadro, vasto e variegato, questo volume indaga campi etnografici che vanno dall’Italia alla Norvegia, dalla Nuova Caledonia a Tahiti, dal Ghana all’Uganda, concentrandosi su uno specifico tipo di “patrimonio”: la storia.
E ci mostra come intere collettività, dal basso o dall’alto, individuano nella propria storia un patrimonio da condividere, da mettere in scena, da modellare giostrando abilmente sulle frontiere fra oralità e scrittura, fra passato e presente, fra memoria e oblio.
INDICE
Anna Iuso, introduzione
• Stefano Maltese, Terra, storia, potere. La patrimonializzazione degli archivi della chieftaincy nzema
• Fulvio Cozza, Annibale è passato da qui. La (ri)costruzione del passato tra archeologia e storia locale
• Matteo Gallo, Quando le pietre ricordano: una storia sui petroglyphes della Nuova Caledonia
• Francesco Aliberti, Scegliere la storia. Nostalgie, narrazioni e attese su facebook
• Marco Sottilotta, Usi e disusi della storia. Il ruolo politico del passato nel regno del Buganda
• Giacomo Nerici, Rendere visibile il passato: riappropriazione della storia e neosciamanesimo tra i Sami norvegesi
• Matteo Aria, La Storia messa in scena nella Polinesia francese
• Fabio Dei, senza titolo
Cosa c’è dietro questo grande cambiamento? Perché a fine Ottocento anche il più incolto e anonimo degli scriventi si considera degno di fare della propria vita un libro? E perché per raccontarsi si considera sempre più indispensabile partire dall’infanzia e dai suoi sfuggenti ricordi?
Questo libro indaga questo grande mutamento culturale. Percorrendo le vite di patrioti, letterati, scalpellini e vetrai mostra in che modo la pratica autobiografica ottocentesca sia il prodotto di una nuova concezione dell’individuo, della laicizzazione della nostra società, dello sviluppo delle scienze della psiche. E di come la più profonda intimità dell’uomo moderno si ripercorra attraverso mappe e piantine: ultime eredi delle arti della memoria, le autobiografie d’infanzia sono delle intime topografie dell’io.
INDICE
Introduzione, La collana di perle
PARTE I
La svolta autobiografica
CAPITOLO I
Indagine su due inchieste
Da Giovan Artico da Porcìa a Onorato Roux
Un Trattato precoce
L’infanzia dei grandi uomini
CAPITOLO II
Cercando gli autobiografi
Uno sguardo italiano: l’autobiografia come genere e come pratica »
L’Ottocento antologico e i primi passi verso un inventario
CAPITOLO III
L’io e la storia. Dell’autobiografia come fisiognomica dell’io
Memorie o Autobiografia?
Dalla critica letteraria a quella antropologica
Un’autobiografia per chiunque?
PARTE II
L’intimità per iscritto
CAPITOLO IV
L’universo della scrittura
I cavalli di Troia
L’odiosamata
La promozione della scuola
CAPITOLO V
Spazi e valori della vita privata
Il nuovo individuo della modernità
Un’intimità per tutti
Scriversi
8 Indice
CAPITOLO VI
Individuo e modernità
Il sentimento di sé
Il filo rosso: Bildung e autobiografia
Religione, democrazia, individuo
Il doppio individuo della modernità
PARTE III
Il territorio dell’infanzia
CAPITOLO VII
L’infanzia dalla storia alla memoria
Il continente inesplorato
Un nuovo territorio del sapere
Costruire l’infanzia
L’irraggiungibile infanzia
Luoghi, topoi e autoritratto
Infanzia senza tempo
PARTE IV
Biografemi: iniziazione, formazione, Bildung
CAPITOLO VII
Il presagio. Lotta e predestinazione
La fuga
Viaggio, passaggio
Il collegio: l’istituzione del soggetto
Il doppio programma
Totalità e individualità
Il microcosmo collegio
EPILOGO
Il popolo dell’inchiostro
Raccontarsi per gli altri
INDICE
Il paradosso delle Alpi: note introduttive, Quinto Anonelli e Anna Iuso
La montagna come supporto
ll peccato dei pastori: Valle di Fiemme 1720-1960: antropologia del graffito e metodologia etnoarcheologica, di Marta Bazzanella e Giovanni Kezich
Scritture e simboli nelle incisioni rupestri in Cerdagna (Pirenei orientali, Francia - Spagna), di Pierre Campmajo e Denis Crabol
Demoni e meraviglie: scritture rupestri di pastori sul Mont Bego (Alpi marittime), di Nathalie Magnardi
La montagna come esperienza
Le parole della vertigine, di Enrico Camanni
Un rituale d'alta quota: il libro di vetta tra documento e souvenir, di Claudio Ambrosi
La conquista immateriale: scrivere sui libri di vetta, di Beatrice Campesi
«L'azzurro del cielo è meglio lasciarlo lassù»: uomini che combattono e scrivono in alta montagna, di Diego Leoni
Le arti del pastorie: scrittura, misura e malinconia, di Daniel Febre
La montagna ricordata
Far parlare la montagna: le autobiografie alpine, di Philippe Martel
La montagna a Venezia: le iscrizioni dipinte sull'isola del Lazzaretto nuovo, di Francesca Poggetti
Scrivere la casa
Epigrafia popolare alpina: una ricerca in Primiero, di Quinto Antonelli
Quando la casa parla: le memorie di pietra di Joseph Ichante (Pirenei Béarn, 1777-1857), di Christian Desplat
Gli olandesini: fra ricamo e scrittura femminile, di Anna Iuso
Segni e scritture della famiglia
Segni di casa in estimi del Cinquecento? Ipotesi d'interpretazione e linee di ricerca, di Giuseppina Bernardin
I conti perduti: registrazioni contabili di contadini e artigiani della Val di Fiemme, di Silvia Vinante
La lunga durata della scrittura popolare: inventari e liste dotali, di Glauco Sanga
Un archivio di famiglia a Selva di Cadore fra il 1700 e il 1960, di Luciana Palla
Riferimenti bibliografici
Illustrazioni
Indice dei nomi
SOMMAIRE
Anna Iuso
L’injonction autobiographique
Bartolomé Bennassar
Raconter sa vie pour sauver sa peau
Antonio Castillo Gómez
Dieu, le confesseur et la religieuse
Autobiographies spirituelles féminines
en Espagne aux XVIe et XVIIe siècles
Anna Iuso
Le savant en personne
Sollicitations et modèles de l’autobiographie
intellectuelle en Italie au XVIIIe
siècle
Giordana Charuty
La double vie de l’âme
Augusta Molinari
Autobiographies féminines entre injonction
psychiatrique et reconstruction de soi
Mauro Boarelli
L’écriture de soi sous contrainte
L’autobiographie dans le parti communiste italien
(1945-1956)
Philippe Lejeune
Écrivains au défi
Daniel Fabre
L’histoire de vie entre injonction et interdit
Les auteurs
Index des noms propres
À travers une quinzaine d’études de cas - qui intéressent de grands ensemble historiques comme la Cité de Carcassonne, les Sassi de Matera, les trulli d’Alberobello, les églises baroques du Val de Noto, les falaises de Bandiagara au Mali… aussi bien que la Bibliothèque nationale François-Mitterrand ou les palais du pouvoir qui s’ouvrent lors des Journées du patrimoine - les auteurs explicitent la diversité des modes d’appropriation, singuliers et collectifs, discrets et violents, de la grandeur monumentale.
SOMMAIRE
Les auteurs
Préface:Ethnologie vagabonde
Christian Hottin
Introduction: Habiter les monuments
Daniel Fabre
1- Les métamorphoses de Matera
Les Sassi de Matera, du scandale national au monument ethnologique
Ferdinando Mirizzi
Matera en Utopie
Voisinage solidaire et village dans la ville
Ameigo Restucci
Un monumento habité malgré lui
Dorothy louse Zinn
2-Dèclasser, classer, surclasser
Adieu mon fief
Le rachat d’Alberobello
Anna Iuso
L’Unesco et le campanile
Patrimoine universel et patrimoines locaux
Berardino Palumbo
L’ethnographe en pays dogon
Un masque du patrimoine?
À Carcassonne, la Citè sous les regards
Christiane Amiel
3-Au nom du lieu
Armungia, pays de quelqu’un
Pietro Clemente
Forme urbaine et présence à l’histoire
Habiter le passé de Bernalda
Rosa Parisi
Des pierres pour l’avenir
Èconomie et histoire dans le Samnium
Valeria Siniscalchi
Le saline royale d’Arc-et-Senans:
Un patrimoine sans mémoire
Alain Chenevez
4-Architectures vécues
Les palais du pouvoir
Irène Bellier
Les livres et le monument
Claudie Voisenat
INDICE
Quinto Antonelli - Anna Iuso
Scritture popolari e idolo mediatico nell’Italia del miracolo: l’archivio di Gigliola Cinquetti
Andrea Giorgi - Alessandra Pedrotti
Lo zio in archivio: sulle tracce del sistema di gestione dell’archivio di Gigliola Cinquetti
Prime letture
Serenella Baggio
Lettere a Gigliola Cinquetti: aspetti storico linguistici
Silvia Cocco - Laura Crosara
Lettere a Gigliola Cinquetti da Vicenza e provincia
Serenella Baggio - Francesca Bolza
Lettere a Gigliola Cinquetti dal Trentino
RIta Fresu - Ugo Vignuzzi
“Scusami gli errori ma in italiano non sono molto brava”: scrittura giovanile degli anni Sessanta e alfabetizzazione di massa in un corpus di lettere dell’archivio Gigliola Cinquetti
Attilio Bartoli Langeli
Note sull’uso popolare della macchina da scrivere
Alessandro Casellato
Santi e madonne per l’Italia del boom: lettere a papà Cervi e a Gigliola Cinquetti
Liviana Gazzetta
Eredità cattolica e modelli femminili nelle lettere dell’archivio di Gigliola Cinquetti
Gunther Pallaver
Gigliola Cinquetti come testimonial politico: la cantante del centro che guarda a sinistra
Felice Ficco
Un’ancora di salvezza
Un laboratorio universitario
Anna Iuso
Presentazione
Alessi Catalini - Francesco Della Costa
Cara Gigliola mi scusate se chiedo..
Tiziana Franceschini - Caterina Giannottu
“Non ho l’età (per amarti)”: Gigliola Cinquetti e il trionfo di Lolita
Giovani, musica, idoli
Anna Iuso
Scrivere agli idoli: lineamenti di un’epistolografia fra Gutenberg e i media
Daniel Fabre
Anni Sessanta: una giovinezza tra due mondi
Emmanuel Ethis
Ralazionarsi alla star: una modalità del sentimento di esistere
Sophie Maisonneuve
Il medium ed i suoi usi: il disco, tra cultura di massa e individualizzazione delle pratiche e dei gusti
Archivi a confronto
Dominique Cardon - SmaÏn Laarcher
Scrivere all’amica delle onde: le lettere alla trasmissione radiofonica di Manie Grègoire (1967-1981)
Paolo De Simonis
Distinti saluti. Viva Villa, Bella Ciao, Claudio.it
Stefano Moascredelli
“Volta la carta”: suggestioni dell’Archivio Fabrizio De Andrè
INDICE
Pietro Clemente, Anna Iuso, Elena Bachiddu
A Milano, a Torino, in miniera. Premessa al canto del nord.
Le mani avanti
www.archiviodiari.it
Emigrazione
Metodi
Il lettore antropologo
Consigli
Schede
Appunti per la compilazione di una “scheda di ricerca”
Pietro Clemente
Gli spazi tra gli alberi
Migranti ieri e oggi, noi e loro
Scrittura della differenza, differenza della scrittura
Immaginare a Milano
Tante Milano
Chi sono gli alberi
Le antologie come esche
Quali racconti fanno Milano e come è fatta Milano dei racconti
Liminari
La conquista del sé
Poesia di 12 vite
Giochi di tracce: reti di reti di reti
Antologia
Migrare a Milano, a cura di Daniela Brighigni
Adelina Allemandi, Ai nostri monti torneremo
Aldo Linnea, Sino ai Quaranta
Giacomo Montemezzani, Nonno mi racconti di quando
Amalia Molinelli, I pensieri vagabondi di Amalia
Rino Esposito, Il treno
Arenzo Peroncini, Credo sia stato un giorno d’autunno
Giuseppe di Cola, Terra di San Nicola
Salvatore Esposito, I pigiama negato
Pasquale Morabito, Storie di lotte, lutti e letti
Tina Casciu, Tornerò
Franco Salvatore, Come il vento
Elena Bachiddu
Torino e Milano nella rappresentazione autobiografica delle migrazioni storiche
La partenza, una scelta obbligata conquistata o subita. Prefigurazione e distacco (la separazione)
Il viaggio. Sospensione, rammemorazione (il margine)
L’arrivo. Primo impatto e prime sistemazioni (riaggregaioni)
La scrittura e l’esperienza. Una pausa di riflessione
Felice Malgaroli. La Torino della grande fabbrica
Antologia
Migrare a Torino, a guida di Elena Bachiddu
Felice Malgaroli, Domani chissà
Ale Baracchino. Diario di un operaio Fiat
Bonaventura Alfano, Mirafiori e dintorni
Santi Maimone, I primi anni a Torino
Mario Fracasso, Autobiografia di un ex brigatista rosso
Nino de Amicis, Terrone beat extraparlamentare
Sebastiana Tarascio, Io mi racconto
Maria Rosa Papaianni, Sapori di un tempo
Anna Iuso
Le cicatrici della mina
Sottoterra
Partii con la tradotta di emigranti
Qualche questione di metodo
Brandelli etnografici
Epigrafia mineraria
Un altro corpo, un’altra mente
Buoni scrittori?
Una dimensione corale
Piccolo glossario della miniera
Antologia
Migrare in miniera, a cura di Anna Iuso
Annibale Mattavelli, Il cavallo cieco
Pietro Quercetti, I miei carnefici
Tommaso Angelone, Il riscatto di una vita
Lodovico Molinari, La banda della Uno bianca sulla mia strada
Raul Rossetti, Schiena di vetro
INDICE
Introduzione
di Camillo Brezzi e Anna Iuso
Figure e ruoli storici dell’e-migrante
Intellettuali in esilio. Karl Lowith ed altri
di Anna Iuso
Una terra promessa per nobili decaduti. L’immagine dell’America nella scrittura dell’emigrazione colta
di Amoreno Martellini
Il Freelance della rivoluzione. Nota all’inedita autobiografia di Carlo Tresca
di Sergio Bugiardini
Al di là del guado. Donne e uomini nell’emigrazione antifascista
di Patrizia Gabrielli
Di cosa scrivono gli emigranti?
Parlare di storie migranti
di Pietro Clemente
Amore e lontananza. Le lettere del cuore degli emigranti
di Anna Tonelli
Conversando con Teresa. Sulle memorie di un orgolese emigrata
di Giannetta Murru Corriga
“Arrivederci nella valle di Josafat”. Scrivere a fine secolo fra le Prealpi venete e il Rio Grande do Sul
di Daniela Perco
Mostrare, cantare, dipingere la migrazione
“Fatemi unpo sapere…”. Scrittura e fotografia nella corrispondenza degli emigranti
di Antonio Gibelli
“I bin a Italiano”. Tracce canore dell’emigrazione
di Quinto Antonelli
Le visioni del migrante. Pittura e memoria
di Daniel Fabre
Traiettorie di un esilio. Il “paradiso svizzero” fra il 1943 e il 1945
di Marina Marengo
Vite spartite, vite cantate: l’emigrazione italiana e le sue canzoni fra ‘800 e ‘900 nelle autobiografie e nei diari dei protagonisti
di Emilio Franzina
Il trouvera sa voie dans les grandes reues illustrées comme Le tour du monde. De l’Andorre à la Tunisie, en passant par les Baléares, la Corse, la Sardaigne,, Malte et la Sicile, il devient le dessinateur des Iles Oubliées de la Méditerranée. A partir de 1892, c’est en Limousin, à Gimel, qu’il trouve son port d’attache. Il reconnaît un paysage exceptionnel : des cascades somptueuses qui évoquent son pays d’enfance. Il luttera vingt ans pour la sauvegarde du site. Il meurt là en 1915, rejoignant dans son paysage « l’éternelle rumeur des eaux ».
SOMMAIRE
Daniel Fabre
Les premières traces d’une vie
Voyages, voyages
Dans le paysage
Michel Melot
Gaston Vuillier et les dessinateurs de presse à la fin du XIXe siècle
Dessin contre photographie
Le temp des illustres
Des Peintres de la vie moderne
Jean-Pierres Piniès
Le voyage en Andorre: aux portes de L’Utopie
Splendeur et misère
Un art du voyage
Les fruits de l’Andorre
Une aventure initiatique
Lucie Desideri
En Corse: le voyageur-artiste
Oublièes
Le regard rapproché
Entre deux rives: esquisse du regard ethnographique
Anna Iuso
Giuseppe Pitré et Gaston Vuillier: un apprentissage ethnographique
Les manières du récit
Un hasard bienheureux
Une collaboration durable
Francois Pouillon
Le grand tour du monde des explorateurs: Gaston Vuillier, rive sud
Dessiner, redessiner
L’iconographe sur le motif
Francoise Maison
Gaston Vuillier et la fille des nuées
Emotion partagée
Bataille pour le classement
Menace persistance
Alain Sentier
Gaston Vuillier, protecteur des cascades de Gimel
Premier combattere et premières désillusions
Une installation contestée
La Défense du site face à l’hostilité générale
Claudie Voisenat
L’artiste, l’ethnographe et les grillons de l’enfance
Un artiste sur le terrain
Les mécanismes de la proximité
Incorporation d’enfance
INDICE
Premessa
Quinto Antonelli, Anna Iuso
Per una genealogia europea (Anna Iuso)
Stato, nazione archivio
Nuove storie nuovi archivi
Gli archivi dell’io
Autobiografia e identità nazionale (Marianne Gullestad)
Scrivi la tua vita
Il concorso e le sue storie
Ricerche sull’autobiografia e cambiamenti disciplinari
L’io nazionale: la storia di Karl
Contestualizzare la storia di Karl
Autobiografia come pratica globale
Le frontiere dell’autobiografia
Documentare la vita quotidiana (Dorothy Sheridan)
Le attività sull’autobiografia in Gran Bretagna
Come entrare negli archivi inglesi?
Gruppi di scrittura e di pubblicazione
Il mass-observation archive
L’autore, l’archivio, il ricercatore (alla-maija perltonen)
Alcuni fondi autobiografici
I principi di raccolta
Interagire a tre
Il vissuto è infinito
Ricuperanti: l’archivio della scrittura popolare (Quinto Antonelli)
I seminari
L’archivio per una regione-memoria
L’archivio lunga di conversazione
Un archivio all’altezza dei tempi
Tradizioni e innovazioni autobiografiche (Charlotte Heinritz)
Archivi fuori dall’università:il kempowski-archive fur unpubliziertg biographien
Il deutsche Tagebucharchiv von emmendingen
Archivi autobiografici nelle università
Bouchmer auswendererbrief-sammiungen (Baby)
l’echiv für alltäglichen erzählen dell’istituto di etnologia di Amburgo
L’erzahlarcjiv del Ludwig unhland Institut für Volkskunde dell’università di tubingen
Il deutsches Gedächtnis della femuniversitat di lsagen
Archivi autobiografici in Austria e svizzera
La nuova sfida
Scrivere di sé: storie e memorie (Saverio Tutino)
Le vite fanno una la storia
Catalogare
Percorsi
L’impegno dell’altro
La solitudine e la penna
Autobiografia come microesistenza
Scritture troppo ordinarie? I manoscritti dell’apa (Vèronique Leroux-hougon e Michel Vannet)
Sotto forma d’inventario:depositare
Conservare memoria
Fonde à rousseau, boîtes à outils, tables rondes, quaderni e cataloghi
Repertori di arrivi quotidiani, narrazioni incompiute, inclassificabili e sempre diverse
Gli archivi e i saperi
Vite esposte:scritture autobiografiche in libri, archivi, coscienze (Pietro Clemente)
Premesse italiane
Figlio mio che sogno lungo che fai
Memorie e generazioni
I vivi e i morti
Figlie care
La scrittura o la vita
Nessuna croce manca
Epilogo
C’era una volta la storia dal basso (Antonio Gibelli)
Numero e anonimato
Bodo
Analfabetismo
Oralità
Menocchia
Scrittura
Uomini comuni
Giuseppe capaci e Andrea gagliardo
Milioni di testimoni, milioni di testi
I linguisti e la scrittura popolare (Giovanni rovere)
Uno
Due
Tre
Dove finisce la letteratura? (Philippe Lejeune)
Chi, in francia…
cos’ho fatto?
Dove si ferma?
Anatole france
La pensée universelle
l’association pour l’autobiographie
Memoria e identità
Autobiografia e riconoscimento (Paolo Jedlowski)
Sui vuoti di memoria (Alberto cavaglion)
Scrivere per non impazzire:la difficile alterità (Antonietta di Vito)
Scrivere per non impazzire
Dinamiche di cambiamento e trame individuali
La mentalità giusta
Audacia, non pazzia
Memoria, infanzia, diversità
Il paradosso nazionale in un’autobiografia di confine (Pietro Vereni)
Il contesto storico.etnografico
Grecità e scrittura
Definire e narrare
Nazione e narrazione
Antropologi, autobiografia e politica dell’identità
La coscienza degli ultimi: antropologia e racconti si sé (Fabrizio Mangiameli)
La citazione del discorso orale
Alce nero patria
La differenza qual’è
Vivere, scrivere, archiviare (Daniel Fabre)
Vite
Soggetti
Testi
Note
Bibliografia
Per far luce su questa grande questione i migliori specialisti di discipline diverse sono venuti da vari Paesi d’Europa ad Arezzo e a Pieve Santo Stefano. Questo libro documenta le ultime scoperte e i dibattiti appassionati che le scritture di donne hanno di recente suscitato.
INDICE
Benvenuto di Camillo Brezzi
Premessa di Saverio Tutino
Introduzione di Anna Iuso
Territori del femminile
La scrittura delle mistiche: affermazione o annullamento del soggetto?
di Jean Pierre Albert
Il libricino da chiudere a chiave
di Crista Hämmerle
Scritture femminili come riti di passaggio
di Agnès Fine
Rotture, emergenze, conquiste
Corrispondenti. Scritture di donne e cosmologia della moderintà
di Daniel Fabre
“Io sono di continuo in pensieri…” donne che scrivono nella Grande Guerra
di Quinto Antonelli
Il filo di Camilla, la tela di Giovanna
di Patrizia Gabrielli
Essere scrittrice
Autrici e testi nella tradizione letteraria italiana
di Marina Zancan
Autobiografie femminili nella Spagna contemporanea
di Anna Caballé
L’io di Maria. Come fu accolto il diario di Marie Bashkirtseff
di Philippe Lejeune
Dalla parte della lettura
Storie di donne tra leggere e scrivere
di Anna Iuso
Postfazione di Pietro Clemente
Our contemporaneity is characterized by increasingly frequent cases of cancel culture, often
linked with difficulties in managing contested past heritages. In other words, cancel culture is
often linked to the presence of a difficult heritage. But how generalizable are these two notions?
How far can they be declined according to different contexts? And to what extent do they
participate in the more generalized movement of rethinking history that characterizes our
contemporaneity? Starting from some ethnographic cases linked to the Fascist legacy of the city of Rome, this paper proposes new reflections and insights on the matter.
Keywords: Cancel Culture, Difficult Heritage, History, Fascism, Rome.
With 350,000 visitors each year on average, Juliet’s House in Verona is one
of the most astounding cases of the patrimonialization of literature. This
article proposes a reading Juliet’s House as a complex heritage apparatus
that draws on various aspects of culture, in the sense that a collective
memory is transmitted through strategies that elude reading (the majority
of visitors having never read Shakespeare’s tragedy). This phenomenon has
drawn on heritage as an excuse in post-unification Italy in the 19th century
that has seen this House become a part of the city’s identity to the
point that it has been profoundly modified in order to better resemble that
described by Shakespeare. Today, hundreds of thousands of visitors are
faced with the question of what is real or fake, but the visitor experience
in Juliet’s House is based on believability and not historical accuracy.
Keywords
Shakespeare, Romeo & Juliet, Verona, literary illusion, literary heritage
con sé, fra l’altro, la dittatura di Ceausescu. Crollato anch’egli nel 1989,
ha lasciato dietro di sé un Paese stremato che in pochi anni ha dovuto gestire la
transizione dalla dittatura alla democrazia, dal comunismo al neoliberismo. Ma
il 1989 è stato anche l’anno che simbolicamente e concretamente ha sancito la
fine delle utopie, il cambiamento del nostro regime di storicità, il crollo di grandi
memorie organizzatrici. Come si è fatta, nel concreto, e negli interstizi del quotidiano,
questa transizione? Quest’articolo presenta una ricerca in corso, basata su
uno scambio epistolare che si è dipanato fra 15 donne, una francese e 14 rumene,
fra il 1990 e il 1995. Dalle settimane successive alla Rivoluzione fino all’acquietarsi
della transizione, queste lettere sono un prezioso spaccato sulla realtà rumena
post-rivoluzionaria e restituiscono, nel concreto farsi dei giorni, la fine delle utopie
e l’ingresso nella nostalgia del futuro.
The fall of the Berlin wall was an epochal historical fracture that dragged with
it, among other things, the dictatorship of Ceausescu. Also collapsed in 1989, he
left behind an exhausted country that in a few years had to manage the transition
from dictatorship to democracy, from communism to neoliberalism. But 1989
was also the year that symbolically and concretely sanctioned the end of utopias, the change in our historic regime, the collapse of great organizing memories.
How was this transition made, in practice, and in the interstices of everyday life?
This article presents an ongoing research, based on an exchange of letters that
took place between 15 women, one French and 14 Rumanians, between 1990 and
1995. From the weeks following the Revolution to the quieting of the transition,
these letters give a precious insight into the Romanian post-revolutionary reality
and return, in the concrete becoming of the days, the end of utopias and the entrance
into nostalgia of the future.
Per tale ragione, il volume si propone di fornire gli strumenti necessari all’acquisizione di una prospettiva critica transdisciplinare sul fenomeno della violenza di genere, alla sua comprensione e al suo contrasto, raccogliendo contributi teorici ed empirici caratterizzati da approcci e competenze differenti a cavallo tra le scienze sociali, politiche, demo-antropologiche, giuridiche, mediche e psicologiche.
Editore: CISU, Roma, 2022
"Antropologia del mondo contemporaneo".
Fuga. Speranza. Accoglienza. Rifugio.
Storie di oggi, che leggiamo, ascoltiamo, osserviamo ogni giorno. Che viviamo. Storie di ieri, che richiamano l’attenzione dagli scaffali dell’Archivio dei diari per essere raccontate. Le abbiamo ascoltate. E abbiamo affidato loro un numero della nostra rivista dedicata alle scritture autobiografiche, Primapersona. “Armi e Bagagli”. Quando un titolo dice tutto.
Traiettorie di uomini e di donne comuni, persone che nella loro vita sono scappate. Le emozioni, le paure, i dolori, le aspettative, le sconfitte, le delusioni, la solitudine, il senso di rivalsa, la lotta. La grande epopea di chi va, sapendo di non fare più ritorno. Mediterraneo luogo geografico di partenze e di arrivi: su una sponda città e stati da cui scappare, sull’altra luoghi dove rifugiarsi o transitare verso altri luoghi dove rifugiarsi. Esodi di popoli diversi per origine e tradizioni. Individui che si incontrano per caso, ma accomunati nel destino. Superare confini con bagagli di fortuna, fatti di attese e illusioni, e una zavorra di nostalgia verso la patria amata. E odiata al tempo stesso.
Questo numero di Primapersona, il 30° della rivista, racconta il lato drammatico dell’emigrazione, la sofferenza della condizione di profugo, l’umiliazione di chi arriva chiedendo asilo e giustizia.
È un piccolo omaggio di carta a tutti coloro che hanno scommesso la posta della sopravvivenza, pur di vivere e far vivere la propria famiglia in condizioni più dignitose.
L’Archivio, infatti, contiene un tesoro di voci che raccontano quell’esperienza tristissima e unica che ha inaugurato il Novecento: per farle uscire serviva solo un criterio originale, che non ricalcasse lo schema delle pubblicazioni “da centenario”. Ed è per questo che il numero 28 di Primapersona declina la Prima Guerra Mondiale secondo l’alfabeto: un alfabeto di memorie in cui ad ogni lettera corrisponde una serie di parole, ad ogni parola un tema, un pezzo del puzzle, ad ogni pezzo una voce e quindi una storia particolare. Raccontare la Storia “dal basso” vuol dire prestare orecchio alla versione di chi c’era, di chi l’ha fatta e scritta quella Storia, ma non solo: bisogna fare attenzione anche alle cose più piccole. Un soldato racconta del rancio, sempre scarso, un altro delle stelle alpine ammirate in montagna, un ufficiale veterinario parla del lavoro dei muli nella logistica dell’esercito. Memorie, lettere, diari che scandiscono la quotidianità dentro un’esperienza assolutamente straordinaria, si concentrano su sentimenti di amicizia e di amore dentro un massacro. La retorica nazionalistica dell’epoca si mescola, nelle pagine dei protagonisti, con la paura della morte, con l’affannosa ricerca di una via di fuga. Le foto originali, poi, raccontano per immagini gli spazi e la natura che furono teatro della guerra, ci mostrano i volti umani dei soldati e quelli disumani delle armi.
Sfidarsi, sforzarsi, mettersi in gioco, perdere e vincere, riposarsi per poi ripartire. Gesti che sembrano fatti per essere raccontati, come ogni epica che si rispetti. Ecco cosa sta dietro ad un numero di Primapersona sullo Sport, in cui le voci di chi ne ha fatto la propria vita e di chi lo ha reso, per passione, una parte importante di essa, si mescolano alle idee di chi, storico o antropologo, architetto o scrittore, ha studiato come il divertimento, la sfida, il gioco, siano parti fondamentali della cultura di una società. Le fotografie inedite raccontano anch’esse, con nitidezza, questo messaggio: lo Sport mette l’uomo di fronte ai propri limiti e lo ridefinisce, proprio per questo, come uomo.
Il pensiero diventa materia, la memoria diventa scrittura. Quali sono i meccanismi su cui poggiano i rapporti fra rammemorazione e segno grafico? Ma ci sono enigmi ancora più curiosi. Ad esempio, perché quando voglio ricordarmi di qualcosa la scrivo, e quando voglio liberarmi di un ricordo faccio la stessa cosa? Misteri ed eccentricità della dea Mnemosine da quando la propria vita, oltre a raccontarla, la si scrive.
Vogliamo mostrare ciò che questi terremoti hanno solo parzialmente distrutto: paesaggi e storie, usanze e monumenti, vite passate e stralci di modernità. Da Ignazio Silone, orfano e sfollato del terremoto della Marsica, ai giovani scrittori di Terremoto zeronove, una raccolta di diari di questo sisma.
Per questo il numero è “speciale”; fatto interamente dai membri della redazione, smantellando in parte l’impianto tradizionale: manca l’editoriale per lasciare l’introduzione direttamente a un abruzzese d’eccezione cui abbiamo preso in prestito un testo utile come “Pro memoria”, mentre “La Sapienza” e “In tema” sono sostituite da “A proposito”, una rubrica che vuole essere insieme uno spazio di analisi e di testimonianza. Nelle rubriche classiche invece storie d’amore, di fede e di viaggi che fanno da contraltare alle drammatiche foto del sisma, e che bisogna salvaguardare perché non finiscano sotto altre macerie. Pezzi di una regione che ha saputo entrarci nel cuore.
Questo numero di Primapersona ci regala pepite un po’ diverse. Al di là di ogni buonismo, abbiamo lasciato la parola ai carcerati non per raccontarci cosa sia successo prima di arrivare in carcere, ma per dirci come si vive lì, quante cose il carcere può far nascere o distruggere. Memorie e diari di uomini chiusi dentro, e di donne che vanno a trovarli. La grande protagonista è come sempre la scrittura: sia dalle memorie che dai testi scientifici abbiamo cercato di circoscrivere i suoi usi, le sue funzioni e i suoi ruoli fra le mura delle case circondariali. Vediamo come il carcere sia stato uno dei primi luoghi in cui si è sistematicamente chiesto di scrivere la propria vita, e seguiamo l’evoluzione di questa pratica: dall’ottocento lombrosiano delle autobiografie scritte per scopi scientifici, ai diari sollecitati oggi da psicologi, formatori e semplici volontari che col diario offrono solo un luogo d’espressione, e che inviano poi tutto all’archivio diaristico. Fra i contributi scientifici, testi sui graffiti nelle celle, dall’Inquisizione in poi, e ricerche sulle mura di cinta di Rebibbia e Regina Coeli per capire se, anche per la scrittura, quella è una frontiera. In apertura del numero, ancora una volta un testo importante: poche pagine di Michel Foucault tradotto appositamente per i nostri lettori. Il filosofo impegnato cui tanti di noi, nel comporre questo numero, hanno sentito di dover fare appello.
Enfance, jeunesse et agentivité (1500-1830)
Colloque international Université de Lausanne
5-6 novembre 2020