L'antropologia si accosta al problema della differenza donna-uomo partendo dalla distinzione... more L'antropologia si accosta al problema della differenza donna-uomo partendo dalla distinzione tra il concetto di sesso e quello di genere - una distinzione che corrisponde più o meno a quella tra natura e cultura, e che tende a relativizzare le differenze di genere in relazione ai contesti socio-culturali. Tuttavia, nella storia degli studi, gli antropologi si sono interrogati su certe invarianze nella costruzione sociale del genere, soprattutto nella diversa distribuzione del potere tra uomini e donne, cercando di darne spiegazioni di tipo naturalistico. In modo più o meno esplicito, si è delineata una sfera "domestica" della vita sociale, definita dalle esigenze biologiche della procreazione, a partire dalla quale si determinerebbe il ruolo sociale della donna. Il più recente dibattito post- strutturalista ha tuttavia messo fortemente in discussione queste basi naturalistiche del genere, convergendo in ciò con alcuni esiti del pensiero femminista. Se la "natura", secondo la lezione di M. Foucault, è una costruzione epistemologica dell'occidente moderno, noi non possiamo semplicemente assumerla come risorsa per studiare gli "altri". L'esempio della teoria antropologica della parentela dimostra come nell'accostarci ad altri sistemi culturali diamo per scontato più di quello che potremmo e dovremmo. L'antropologia che segue questa linea di riflessione è interessata più ai modi in cui diversi contesti storico-sociali tracciano i confini tra natura e cultura: ed è per questo che nozioni come "donna" e "uomo", "sesso", persino "corpo" passano da risorse ad oggetti dell'analisi antropologica: devono essere descritte e comprese e non servire a descrivere e spiegare.
L'antropologia si accosta al problema della differenza donna-uomo partendo dalla distinzione... more L'antropologia si accosta al problema della differenza donna-uomo partendo dalla distinzione tra il concetto di sesso e quello di genere - una distinzione che corrisponde più o meno a quella tra natura e cultura, e che tende a relativizzare le differenze di genere in relazione ai contesti socio-culturali. Tuttavia, nella storia degli studi, gli antropologi si sono interrogati su certe invarianze nella costruzione sociale del genere, soprattutto nella diversa distribuzione del potere tra uomini e donne, cercando di darne spiegazioni di tipo naturalistico. In modo più o meno esplicito, si è delineata una sfera "domestica" della vita sociale, definita dalle esigenze biologiche della procreazione, a partire dalla quale si determinerebbe il ruolo sociale della donna. Il più recente dibattito post- strutturalista ha tuttavia messo fortemente in discussione queste basi naturalistiche del genere, convergendo in ciò con alcuni esiti del pensiero femminista. Se la "natura", secondo la lezione di M. Foucault, è una costruzione epistemologica dell'occidente moderno, noi non possiamo semplicemente assumerla come risorsa per studiare gli "altri". L'esempio della teoria antropologica della parentela dimostra come nell'accostarci ad altri sistemi culturali diamo per scontato più di quello che potremmo e dovremmo. L'antropologia che segue questa linea di riflessione è interessata più ai modi in cui diversi contesti storico-sociali tracciano i confini tra natura e cultura: ed è per questo che nozioni come "donna" e "uomo", "sesso", persino "corpo" passano da risorse ad oggetti dell'analisi antropologica: devono essere descritte e comprese e non servire a descrivere e spiegare.
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