Papers by Stefania Onesti
Danza e Ricerca, 2009
In 1765 Gasparo Angiolini presented his tragic pantomime ballet Semiramide, accompanying it with ... more In 1765 Gasparo Angiolini presented his tragic pantomime ballet Semiramide, accompanying it with an explanatory programme. The Dissertation sur les Ballets Pantomimes des Anciens gives voice to Angiolini's first ideas on pantomime ballet. This is the reason why it has to be considered, like other primary sources and documents, an important contribution for the study of the birth and the growth of the ballet d'action. The French text is translated into Italian and it is preceded by some reflections on Angiolini and the reform of pantomime ballet.
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), Dec 1, 2022
DOAJ: Directory of Open Access Journals - DOAJ, 2022
Danza e Ricerca, 2011
This section of the review includes Italian dance books from 2000 to 2011. Texts have been select... more This section of the review includes Italian dance books from 2000 to 2011. Texts have been selected following the scientific approach of the journal, to outline the contemporary panorama of dance studies in Italy. Titles have been organized in two ways by subject, as an indication, and year of publication.

Attraverso il paragone tra una serie di documenti d'archivio, tra cui le scritture di balleri... more Attraverso il paragone tra una serie di documenti d'archivio, tra cui le scritture di ballerini e coreografi per la stagione 1781-1782 al Teatro San Carlo di Napoli e quelle per il carnevale 1791 al Teatro Nuovo di Padova, l'articolo porta avanti una serie di ipotesi circa le condizioni contrattuali dei danzatori nella seconda metà del diciottesimo secolo in Italia. L'analisi dei documenti mette in luce alcuni aspetti finora poco esplorati del ballo pantomimo italiano quali, ad esempio, la durata degli ingaggi e delle prove per l'allestimento di uno spettacolo, la diversificazione di parti e compiti fra solisti e corpo di ballo, i compensi di danzatori e coreografi e, in alcuni casi, istruzioni dettagliate circa gli oggetti di scena, i costumi e gli accessori. Tutti questi aspetti messi insieme concorrono a consolidare l'idea di uno spettacolo percepito in primo luogo come evento unitario, in cui tutti i coefficienti scenici sono tra loro coordinati.
During the first decades of the nineteenth century, Mirra, one of the most controversial Alfieran... more During the first decades of the nineteenth century, Mirra, one of the most controversial Alfieran tragedies, was performed on the Milanese stages. Anna Fiorilli Pellandi and Carlotta Marchionni, as well as Carolina Internari and Maddalena Pelzet, performed this character with great success. However, Milan also saw a choreographic version of Mirra. In 1817 Salvatore Viganò created a choreodrama on this subject. The principal character was performed by the great mime and dancer Antonietta Pallerini, defined by many as an actress. The paper aims to investigate the relationship between Mirra’s acted version and the danced one through the analysis of its performer, highlighting constants and variations.
From an historiographical point of view, Salvatore Vigano could be considered as a figure of tran... more From an historiographical point of view, Salvatore Vigano could be considered as a figure of transition and his works represent an innovative junction between the Eighteenth-century pantomime ballet and the Romantic ballet. In the Commentarii della vita e delle opere coreodrammatiche di Salvatore Vigano e della coreografia e de’ corepei, published in 1838, the biographer Carlo Ritorni coined a new term – “coreodramma” – in order to underline the uniqueness of Vigano’s choreographic art. Nevertheless, what does the term “coreodramma” effectively means? The aim of this paper is to investigate and problematize this issue, by questioning the meaning of the neologism and the reasons of its creation by Ritorni.
Il saggio guarda alla poetica della «danza parlante» di Gasparo Angiolini focalizzando l’attenzio... more Il saggio guarda alla poetica della «danza parlante» di Gasparo Angiolini focalizzando l’attenzione sulle idee esposte negli avvisi dei libretti di ballo. Da tali tipologie di testi e possibile scoprire come una visione mentale “prenda corpo”, ovvero come le concezioni esposte nei lavori di natura piu espressamente speculativa trovino applicazione pratica. Queste fonti vengono, allo stesso tempo, messe in relazione con gli scritti piu propriamente teorici del coreografo, tanto viennesi quanto italiani, che rappresentano inevitabilmente il punto di partenza per affrontare il pensiero del coreografo fiorentino. Un simile confronto permette di ampliare e arricchire la visione poetica di Angiolini, offrendo un quadro piu completo e organico della sua attivita.

LA MUSICA IN CALABRIA Ei brami, o Febo, / e di novelle fronde / Cinger le chiome bionde, / 10 Che... more LA MUSICA IN CALABRIA Ei brami, o Febo, / e di novelle fronde / Cinger le chiome bionde, / 10 Che non pur Pafo o Cnido, / Ma possi anco lasciar / pe' boschi il lido".// 11 Grande affresco d'un meraviglioso paesaggio naturale: con un crescendo dal vegetale (i boschi) all'animale (l'augelletto) all'umano (il pastore) al divino (Febo). Amore è il demiurgo, l'artefice di quest'ascesa, che parte dal minerale (il lido). La prima quartina rende l'intrico lussureggiante del bosco: l'intreccio dei rami delle foglie e dei fiori, dei colori e dei profumi, di zefiro e ruscello, è reso dall'abbraccio tra i quattro soggetti melodici. Nel distico seguente sentiamo saltellare e cinguettare l'augelletto Amore. Gli ultimi cinque versi si posson dividere in tre più due: l'ascesa della natura giunge all'umano (pastore) e al divino (Febo); ma Febo Apollo, coronato d'alloro, mescolando cioè le chiome dell'in-lignata Dafne alle sue, ai suoi raggi solari, preferisce lasciare le isole d'Afrodite (Pafo, Cnido) per immergersi-attraversati i mari, oltrepassato il lido-in questi boschi amati, e in-lignarsi come Dafne in essi. Il 9 maggio 1597 Achille Falcone era già in Sicilia, "maestro di cappella della città di Caltagirone". Il prologo della sua celebre contesa con Sebastian Raval, "maestro della cappella reale di Sicilia", si svolse qualche mese dopo a Siracusa, nel palazzo del cavalier Vincenzo Mirabella, che non tollerandone la boria-come racconta Antonio Falcone, padre di Achille 12-, in presenza del viceré e del suo seguito, tra cui lo stesso Raval, «fe' venire delle opere sue [di Mirabella] e nostre [dei Falcone] e le fe' cantare in presenza di tutti quei signori, non senza scorno dell'opere di Raval». Da quel momento la breve vita di Achille brucia veloce, come fulgida cometa. Pochi mesi dopo, all'inizio di aprile dell'anno 1600, la contesa si svolge a Palermo: lì Achille, nella strada del Càssaro, «si venne a caso a incontrare con Ravalle». Questi lo provoca a pubblica disfida in «ogni sorte di compositione». I due scelgono concordi come giudice Nicolò Toscano, sacerdote «dell'ordine di san Domenico, musico principale e cantore» celeberrimo, «venerando per virtù e santità di vita». La sentenza, data il 18 aprile, fu quanto mai netta: «l'opera del signor Raval è composta senza artificio niuno, e non vi si scorge cosa d'arte né d'ingegno […] Al contrario in quella del signor Achille vi si scorge artificio grande […]». 13 11 Le barre oblique / separano i 12 soggetti melodici; le doppie barre // indicano le 3 cadenze perfette. Questo madrigale Achille lo dedicò «a don Berlinghieri Ventimiglia cavalier palermitano»: forse a lui si riferisce il pronome "Ei" all'inizio dell'ottavo verso; avrà certo goduto d'esser assimilato ad Apollo, che fu costretto da suo padre Zeus a far il pastore per Admeto, re di Fere in Tessaglia (cfr.

Danza E Ricerca Laboratorio Di Studi Scritture Visioni, Dec 28, 2011
Gli studi coreutici sono entrati nel XXI secolo con slancio ed entusiasmo, decisi -sembrerebbe -a... more Gli studi coreutici sono entrati nel XXI secolo con slancio ed entusiasmo, decisi -sembrerebbe -a guadagnarsi un posto di rilievo all'interno degli studi accademici. Fortificare e consolidare, se non ampliare ed espandere la disciplina è ora il compito degli studiosi e di chi desidera approfondire e diffondere la danza, la sua cultura, la sua storia. La crescita, solo negli ultimi anni più costante, delle pubblicazioni dedicate alla danza rende necessario un lavoro di orientamento bibliografico per una disciplina tutto sommato ancora giovane; per tale motivo la stesura di una vera e propria guida bibliografica ragionata, che possa offrire un orientamento anche metodologico sugli studi di danza del passato e del presente, sarebbe auspicabile (e a questo impegnativo lavoro ha iniziato a dedicarsi il gruppo di studio raccolto intorno a questa rivista). Senza alcuna pretesa di esaustività, e anzi solo per iniziare, presentiamo qui un primo elenco dei testi di danza editi in Italia dal 2000 ad oggi, per ricavare alcune indicazioni preliminari su come si siano mossi gli studi coreutici negli anni a noi più prossimi. Per la redazione di questo primo stralcio bibliografico, ancora non ragionato, abbiamo ritenuto opportuno seguire il taglio della rivista, preferendo innanzitutto studi di carattere scientifico-accademico insieme a quei testi che, fornendo un affondo storico e metodologico su determinate realtà, anche se minori, possono essere utili alla ricerca scientifica. I titoli sono stati quindi indicativamente suddivisi in undici sezioni, cercando di seguire e rispettare le molteplici tipologie di testi a cui tutte le arti dello spettacolo danno adito. Oltre alle parti più ovvie e generali (che raccolgono studi storico-critici, fonti, atti di convegno, repertori, monografie) abbiamo inserito anche una sezione dedicata agli "Scritti d'artista", che comprende testi di varia natura, quali diari, autobiografie e memorie, in cui è l'artista a farsi autore e a offrire delle riflessioni sulla sua opera. Ulteriori sezioni sono state riservate a "Antropologia e etnocoreologia" e a "Danza educativa e danzaterapia". Per quel che concerne la sezione dedicata ai manuali di tecnica, abbiamo deciso di
Danza E Ricerca Laboratorio Di Studi Scritture Visioni, 2009
Danza E Ricerca Laboratorio Di Studi Scritture Visioni, Feb 10, 2014
Danza E Ricerca Laboratorio Di Studi Scritture Visioni, Mar 26, 2015
Danza E Ricerca Laboratorio Di Studi Scritture Visioni, Nov 19, 2012
Edward Nye, Cambridge, CUP, 2011

Danza E Ricerca Laboratorio Di Studi Scritture Visioni, Dec 29, 2014
Nel 2011 ci eravamo lasciati con entusiasmo e ottimismo constatando come, nell'arco di un decenni... more Nel 2011 ci eravamo lasciati con entusiasmo e ottimismo constatando come, nell'arco di un decennio, gli studi di danza si fossero moltiplicati e fortificati all'interno di spazi istituzionalizzati e non. La giovane disciplina sembrava aver trovato, finalmente, un solido sviluppo, testimoniato da una serie di pubblicazioni legate tanto al mondo accademico e universitario, quanto a quello più strettamente artistico teatrale (si vedano, per esempio, le rubriche "Scritti d'artista" e "Materiali su progetti e spettacoli"). L'aggiornamento che qui proponiamo si inserisce, dunque, nel lavoro iniziato tre anni fa e, per questo, ne conserva la struttura con la suddivisione sia tematica che cronologica, dando modo così di testare la tenuta del settore attraverso le diverse sezioni. Riprendiamo quindi alcune pubblicazioni del 2011 che, per ragioni di tempo, non erano state incluse nel precedente regesto e arriviamo fino agli ultimi mesi del 2014.
Conference Presentations by Stefania Onesti

The long 18th century experienced a transformation in the ways in which antiquity was used, exhib... more The long 18th century experienced a transformation in the ways in which antiquity was used, exhibited, and communicated to different social classes. While the use of the past in art, music, and drama has been extensively discussed, the influence of antiquity in fashion and the performing arts, and their mutual connections, has often been neglected or approached just for its aesthetic significance. However, theatre settings, costume, dance, and fashion not only responded to aesthetic interest in antiquity, but they were crucial channels to vehiculate social and cultural messages among a wide range of audiences. They contributed to the creation of material objects, social trends, and discussion topics in society, and forged new ways of articulating selfhood and national identity. This panel highlights how, during the second half of the 18thcentury, antiquity models were used and reappropriated both in fashion and in the performing arts. It fosters an interdisciplinary discussion to revaluate the profound ways in which antique ideals, materials, sources, and models were visualized and propagated through dress, dance, and scenography, approaching at the same time visual, material, and cultural aspects within the discussion.
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