Thesis Chapters by Rossella Puca

Tale elaborato, a conclusione dell’illuminante Corso di Perfezionamento “Orientamento e career co... more Tale elaborato, a conclusione dell’illuminante Corso di Perfezionamento “Orientamento e career counselling per l’inclusione, la sostenibilità e la giustizia sociale” si propone di analizzare l'evoluzione normativa e le politiche di inclusione nell'ambito della parità di genere e del trattamento delle persone LGBT+, con specifico riferimento al contesto della Pubblica Amministrazione, e in particolare all'Università degli studi di Padova.
La tutela dei diritti fondamentali, sanciti a livello costituzionale e sovranazionale, impone un impegno crescente per l’attuazione di misure volte a garantire l'uguaglianza sostanziale, sia in termini di genere che di orientamento sessuale.
La parità di genere e l'inclusione delle persone LGBT+ costituiscono diritti essenziali per il rispetto dei principi di uguaglianza e non discriminazione, cardini delle moderne democrazie. In particolare, la pubblica amministrazione è chiamata non solo a garantire l’applicazione di tali principi, ma anche a farsi promotrice di pratiche inclusive e paritarie, in quanto struttura portante dell’apparato statale e riflesso della pluralità sociale. L'implementazione di politiche attive in tal senso è essenziale per assicurare che ogni individuo, indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale, goda delle stesse opportunità, in linea con quanto stabilito dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea.
La pubblica amministrazione riveste dunque un ruolo strategico nell’applicazione delle politiche di inclusione, agendo sia come garante del rispetto delle norme, sia come modello istituzionale per il settore privato. L’analisi del caso dell’Università degli studi di Padova, sviluppata nel terzo capitolo, offrirà una prospettiva specifica su come tali politiche siano concretamente attuate in ambito accademico e amministrativo, evidenziando eventuali progressi o criticità ove ancora presenti.
La tesi si articola in tre capitoli. Il primo capitolo esamina il contesto normativo di riferimento, sia a livello nazionale che comunitario, in materia di pari opportunità e parità di trattamento delle persone LGBT+. Saranno analizzati i principali atti normativi, dalla Costituzione italiana alle direttive
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dell'Unione Europea, con particolare attenzione al Codice delle Pari Opportunità, al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle iniziative specifiche rivolte alla tutela dei diritti LGBT+, come la recente designazione dell'UE come zona di libertà per le persone LGBT+.
Il secondo capitolo si concentra sulla pubblica amministrazione, con un'analisi delle misure adottate per garantire pari opportunità, sia in ambito lavorativo che nell'accesso alle cariche. Verranno esaminate le azioni positive intraprese, come il ruolo del Comitato Unico di Garanzia e la carriera Alias, strumenti che mirano a promuovere un ambiente inclusivo e privo di discriminazioni.
Il terzo capitolo è dedicato allo studio di caso dell’Università degli studi di Padova. Verranno esaminate le politiche di conciliazione vita-lavoro per il personale tecnico-amministrativo, le disparità di genere nelle posizioni apicali e la composizione delle commissioni di concorso. Saranno inoltre analizzate le differenze retributive tra i docenti e il personale amministrativo in una prospettiva di genere, con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle misure adottate e proporre possibili interventi migliorativi.
Questa tesi dunque, esaminando gli strumenti giuridici e amministrativi esistenti e offrendo spunti di riflessione per una loro più efficace attuazione, intende fornire un quadro esaustivo dell’attuale stato delle politiche di parità di genere e inclusione LGBT+ nella pubblica amministrazione, con un focus sull’Università di Padova, in quanto studentessa del Corso presso il medesimo Ateneo ma, soprattutto, essendo componente del Personale Tecnico Amministrativo.

Simbiosi mortale tra immigrazione e sicurezza, 2019
Nel linguaggio comune, intendendo per tale definizione quanto si apprende dagli apparati mass med... more Nel linguaggio comune, intendendo per tale definizione quanto si apprende dagli apparati mass mediali quale frutto di una cooperazione tra più attori sociali, la tematica dell’immigrazione è, sovente, associata a quella della sicurezza.
La competenza sulle migrazioni affidata al Ministero dell’Interno, detentore della sicurezza pubblica, è già di per sé dirimente.
Il linguaggio istituzionale adottato pare confermare quel senso comune criminalizzante parecchio diffuso socialmente e in particolare le opinioni di quanti, negli scorsi anni, ritennero oggettivamente dimostrata la “particolare propensione a delinquere” o l’“inclinazione a delinquere” degli immigrati .
Questo lessico rimanda ad eziologie criminali di tipo “positivo” fondato sulla caratterizzazione ontologico-costitutiva.
Appare chiaro, attraverso contributi rilevanti , che i migranti nel nostro Paese vivono in un contesto di marginalizzazione economico-sociale, subendo anche i processi di costruzione ideologica della devianza. Entrambi i fattori determinano “un circuito vizioso, criminalizzante-penalizzante, tra criminalità, debolezza sociale e criminalizzazione, per cui certi strati sociali sono più a rischio di criminalizzazione nel doppio senso di entrambi i poli del processo di criminalizzazione, e cioè sia quello di commettere atti criminali che di essere così etichettati socialmente”.
La criminalità degli immigrati ed il ruolo di quest’ultimi associati a “generatori di insicurezza” (folk devil), rappresenta un elemento simbolico che condiziona la percezione della realtà sociale consentendo agli attori politici di intraprendere decisioni legislative penalmente rilevanti, giustificandone, sulla base di una conoscenza condivisa e data per scontata, la legittimità .
I dispositivi normativi a partire dagli anni novanta, proseguendo con gli anni 2000 (Pacchetti Sicurezza) sino ad oggi (Decreti Immigrazione e Sicurezza) sono modellati su tali schemi presuntivi difficilmente superabili specie se il quadro giuridico di riferimento (penale e amministrativo) è connotato da elementi poliziesco-disciplinari.
Nonostante l’immigrazione interconnessa alla sicurezza abbia assunto il connotato di necessità reale ed indiscutibile, questa tesi si pone l’obiettivo di provare ad offrire una lettura diversa del fenomeno decostruendo il binomio attraverso il contributo della criminologia critica.

Le funzioni latenti del diritto penale, 2017
La tesi “Le funzioni latenti del diritto penale” si fonda sulla differenziazione operata da Merto... more La tesi “Le funzioni latenti del diritto penale” si fonda sulla differenziazione operata da Merton tra funzioni latenti e funzioni manifeste. Se il diritto penale all’interno del nostro ordinamento ha certamente delle funzioni manifeste normativamente e costituzionalmente definite e riconosciute tra i consociati quali ad esempio funzioni di protezione di beni giuridici preesistenti all’attività del legislatore, offendibili e tutelabili (Jäger, 1957) – e, dunque, di sicurezza e di ordine pubblico materiale -, diverso discorso è in merito alle funzioni latenti che emergono in situazioni di criticità o di sollevamento mediatico.
Nel primo capitolo si sviluppano le teorie criminologiche dell’etichettamento e della neutralizzazione, nel secondo capitolo vi è invece un excursus sulla funzione manifesta della pena partendo da un livello storico fino all’attuale. Nella concezione di rieducazione, come reale funzione della pena, le latenze riguardano dati poco confortanti in merito, rivelatori di una grande marginalizzazione sociale arrecata della stessa pena.
Oltre che all’ideologia carcerocentrica, rivelatrice di mancanza di interesse per il superamento della prevalenza della pena detentiva, si pone sullo stesso livello di una funzione latente una struttura che definirla ambigua è tutto dire: parliamo del fu terribile ricovero in OPG (art.222 c.p.) oggi eseguito in REMS: una misura di sicurezza che dopo un’alba abbastanza promettente si è scontrata con un ostacolo di burocrazia politico-economica, tipica del contesto nazionale. Sul finire del lavoro, detenzione e controllo sociale sono trattati sotto la luce di un evidente e pericolante sovrastruttura economico-sociale: la profonda crisi del welfare state.
Book Reviews by Rossella Puca

La teoria del diritto penale del nemico di Günther Jakobs tra funzionalismo luhmanniano e populismo penale, 2021
During the last twenty years, jurists vehemently debated about the 'criminal law of the enemy': J... more During the last twenty years, jurists vehemently debated about the 'criminal law of the enemy': Jakobs' paradigmisheavily criticized but, fromthe point of view of actuality, it becomes useful to explain many obscure folds of our legal system, for example preventive measuresasa whole.To avoid detached reasoning, it is very important to specify that the Feindstrafrecht is born from a determined and precise context. It is born from the adaptation of Luhmann'sfunctionalismto the context of criminal law.
In the essay there are referencesto philosophersof lawstarting fromKelsen toHegel, to show a sort of ideal line of continuity inGerman dogmatics.
Dante Valitutti analyses Jakobs?model placing it in a wider scenario: the evolution of German and Italian penal law through the second half of the twentieth century. About the Italian penal system, Valitutti starts from Bricola and from a constitutionally oriented interpretation.
Talks by Rossella Puca
A quasi un anno dalla formazione del Governo ormai lo schema del suo funzionamento è abbastanza p... more A quasi un anno dalla formazione del Governo ormai lo schema del suo funzionamento è abbastanza palese. Al fatto che assume rilevanza mediatica corrisponde l'azione massiccia e repentina: all'inizio furono i rave, poi la strage di Cutro, sino agli stupri di gruppo a Palermo e - pochi giorni dopo - a Caivano.
Papers by Rossella Puca
Questo è il quarto articolo del ciclo di approfondimento dedicato al DDL Sicurezza, ad oggi appro... more Questo è il quarto articolo del ciclo di approfondimento dedicato al DDL Sicurezza, ad oggi approvato solo alla Camera. Per il contesto e la nascita del DDL, si rimanda al primo articolo, per la parte dedicata alla Sicurezza Urbana (Capo II), si rimanda al secondo articolo, per la parte dedicata al contrasto del terrorismo e ai controlli di polizia, si rimanda al terzo articolo.
Questo è il terzo articolo del ciclo di approfondimento dedicato al DDL Sicurezza, ad oggi approv... more Questo è il terzo articolo del ciclo di approfondimento dedicato al DDL Sicurezza, ad oggi approvato solo alla Camera. Per il contesto e la nascita del DDL, si rimanda al primo articolo, per la parte dedicata alla Sicurezza Urbana (Capo II), si rimanda al secondo articolo.
Il DDL Sicurezza si compone di 38 articoli, suddivisi in sei Capi, che affrontano materie legate alla sicurezza pubblica, alla tutela del personale in servizio, alla protezione delle vittime dell’usura e all'ordinamento penitenziario.
In questa sede, l’obiettivo è analizzare il Capo I del DDL, inerente al contrasto del terrorismo e ai controlli di polizia.
Il disegno di legge Sicurezza (ddl 1660) è stato recentemente approvato alla Camera, presto appro... more Il disegno di legge Sicurezza (ddl 1660) è stato recentemente approvato alla Camera, presto approderà in Senato, non è ancora legge ma, lapalissiano, lo sarà molto probabilmente a breve. Su Global Project ci sarà un apposito approfondimento con una serie di articoli pensati sul tema. Questo è il primo articolo che si concentra sulla nascita del DDL per capirne contesto e identità, soffermandosi poi rapidamente sulle novità più problematiche per i movimenti sociali.
Questo è il secondo articolo del ciclo di approfondimento dedicato al DDL Sicurezza, ad oggi appr... more Questo è il secondo articolo del ciclo di approfondimento dedicato al DDL Sicurezza, ad oggi approvato solo alla Camera. Per il contesto e la nascita del DDL, si rimanda al primo articolo. In questa sede, l'obiettivo è analizzare il Capo II del DDL, inerente alle "Disposizioni in materia di sicurezza urbana".
Torture all’IPM Beccaria di Milano - Sguardo nel mondo penitenziario minorile., 2024
Istituto penitenziario minorile di Milano "Cesare Beccaria", mai titolazione meno azzeccata per u... more Istituto penitenziario minorile di Milano "Cesare Beccaria", mai titolazione meno azzeccata per un caso del genere. Perché sì, nonostante il nome del giurista illuminista, un reato di tortura codificato anzitempo e civiltà giuridiche che si presumono avanzate, nelle carceri italiane si continuano a perpetuare violenze ai danni dei detenuti. Dopo Santa Maria Capua a Vetere, Ferrara, Melfi, San Gimignano (...e tanti altri) entra nel novero della cronaca delle violenze della polizia penitenziaria, questa volta a danni di minori, l'IPM Beccaria, uno dei più famosi d'Italia, sito nella periferia di Milano.
C'è dell'anomalia nella risposta creatasi a seguito dell'omicidio di Giulia Cecchettin: è anche g... more C'è dell'anomalia nella risposta creatasi a seguito dell'omicidio di Giulia Cecchettin: è anche grazie alla sorella-Elena Cecchettin-che ha trasformato il suo lutto, il suo dolore, in una questione politica da affrontare.
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Thesis Chapters by Rossella Puca
La tutela dei diritti fondamentali, sanciti a livello costituzionale e sovranazionale, impone un impegno crescente per l’attuazione di misure volte a garantire l'uguaglianza sostanziale, sia in termini di genere che di orientamento sessuale.
La parità di genere e l'inclusione delle persone LGBT+ costituiscono diritti essenziali per il rispetto dei principi di uguaglianza e non discriminazione, cardini delle moderne democrazie. In particolare, la pubblica amministrazione è chiamata non solo a garantire l’applicazione di tali principi, ma anche a farsi promotrice di pratiche inclusive e paritarie, in quanto struttura portante dell’apparato statale e riflesso della pluralità sociale. L'implementazione di politiche attive in tal senso è essenziale per assicurare che ogni individuo, indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale, goda delle stesse opportunità, in linea con quanto stabilito dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea.
La pubblica amministrazione riveste dunque un ruolo strategico nell’applicazione delle politiche di inclusione, agendo sia come garante del rispetto delle norme, sia come modello istituzionale per il settore privato. L’analisi del caso dell’Università degli studi di Padova, sviluppata nel terzo capitolo, offrirà una prospettiva specifica su come tali politiche siano concretamente attuate in ambito accademico e amministrativo, evidenziando eventuali progressi o criticità ove ancora presenti.
La tesi si articola in tre capitoli. Il primo capitolo esamina il contesto normativo di riferimento, sia a livello nazionale che comunitario, in materia di pari opportunità e parità di trattamento delle persone LGBT+. Saranno analizzati i principali atti normativi, dalla Costituzione italiana alle direttive
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dell'Unione Europea, con particolare attenzione al Codice delle Pari Opportunità, al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle iniziative specifiche rivolte alla tutela dei diritti LGBT+, come la recente designazione dell'UE come zona di libertà per le persone LGBT+.
Il secondo capitolo si concentra sulla pubblica amministrazione, con un'analisi delle misure adottate per garantire pari opportunità, sia in ambito lavorativo che nell'accesso alle cariche. Verranno esaminate le azioni positive intraprese, come il ruolo del Comitato Unico di Garanzia e la carriera Alias, strumenti che mirano a promuovere un ambiente inclusivo e privo di discriminazioni.
Il terzo capitolo è dedicato allo studio di caso dell’Università degli studi di Padova. Verranno esaminate le politiche di conciliazione vita-lavoro per il personale tecnico-amministrativo, le disparità di genere nelle posizioni apicali e la composizione delle commissioni di concorso. Saranno inoltre analizzate le differenze retributive tra i docenti e il personale amministrativo in una prospettiva di genere, con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle misure adottate e proporre possibili interventi migliorativi.
Questa tesi dunque, esaminando gli strumenti giuridici e amministrativi esistenti e offrendo spunti di riflessione per una loro più efficace attuazione, intende fornire un quadro esaustivo dell’attuale stato delle politiche di parità di genere e inclusione LGBT+ nella pubblica amministrazione, con un focus sull’Università di Padova, in quanto studentessa del Corso presso il medesimo Ateneo ma, soprattutto, essendo componente del Personale Tecnico Amministrativo.
La competenza sulle migrazioni affidata al Ministero dell’Interno, detentore della sicurezza pubblica, è già di per sé dirimente.
Il linguaggio istituzionale adottato pare confermare quel senso comune criminalizzante parecchio diffuso socialmente e in particolare le opinioni di quanti, negli scorsi anni, ritennero oggettivamente dimostrata la “particolare propensione a delinquere” o l’“inclinazione a delinquere” degli immigrati .
Questo lessico rimanda ad eziologie criminali di tipo “positivo” fondato sulla caratterizzazione ontologico-costitutiva.
Appare chiaro, attraverso contributi rilevanti , che i migranti nel nostro Paese vivono in un contesto di marginalizzazione economico-sociale, subendo anche i processi di costruzione ideologica della devianza. Entrambi i fattori determinano “un circuito vizioso, criminalizzante-penalizzante, tra criminalità, debolezza sociale e criminalizzazione, per cui certi strati sociali sono più a rischio di criminalizzazione nel doppio senso di entrambi i poli del processo di criminalizzazione, e cioè sia quello di commettere atti criminali che di essere così etichettati socialmente”.
La criminalità degli immigrati ed il ruolo di quest’ultimi associati a “generatori di insicurezza” (folk devil), rappresenta un elemento simbolico che condiziona la percezione della realtà sociale consentendo agli attori politici di intraprendere decisioni legislative penalmente rilevanti, giustificandone, sulla base di una conoscenza condivisa e data per scontata, la legittimità .
I dispositivi normativi a partire dagli anni novanta, proseguendo con gli anni 2000 (Pacchetti Sicurezza) sino ad oggi (Decreti Immigrazione e Sicurezza) sono modellati su tali schemi presuntivi difficilmente superabili specie se il quadro giuridico di riferimento (penale e amministrativo) è connotato da elementi poliziesco-disciplinari.
Nonostante l’immigrazione interconnessa alla sicurezza abbia assunto il connotato di necessità reale ed indiscutibile, questa tesi si pone l’obiettivo di provare ad offrire una lettura diversa del fenomeno decostruendo il binomio attraverso il contributo della criminologia critica.
Nel primo capitolo si sviluppano le teorie criminologiche dell’etichettamento e della neutralizzazione, nel secondo capitolo vi è invece un excursus sulla funzione manifesta della pena partendo da un livello storico fino all’attuale. Nella concezione di rieducazione, come reale funzione della pena, le latenze riguardano dati poco confortanti in merito, rivelatori di una grande marginalizzazione sociale arrecata della stessa pena.
Oltre che all’ideologia carcerocentrica, rivelatrice di mancanza di interesse per il superamento della prevalenza della pena detentiva, si pone sullo stesso livello di una funzione latente una struttura che definirla ambigua è tutto dire: parliamo del fu terribile ricovero in OPG (art.222 c.p.) oggi eseguito in REMS: una misura di sicurezza che dopo un’alba abbastanza promettente si è scontrata con un ostacolo di burocrazia politico-economica, tipica del contesto nazionale. Sul finire del lavoro, detenzione e controllo sociale sono trattati sotto la luce di un evidente e pericolante sovrastruttura economico-sociale: la profonda crisi del welfare state.
Book Reviews by Rossella Puca
In the essay there are referencesto philosophersof lawstarting fromKelsen toHegel, to show a sort of ideal line of continuity inGerman dogmatics.
Dante Valitutti analyses Jakobs?model placing it in a wider scenario: the evolution of German and Italian penal law through the second half of the twentieth century. About the Italian penal system, Valitutti starts from Bricola and from a constitutionally oriented interpretation.
Talks by Rossella Puca
Papers by Rossella Puca
Il DDL Sicurezza si compone di 38 articoli, suddivisi in sei Capi, che affrontano materie legate alla sicurezza pubblica, alla tutela del personale in servizio, alla protezione delle vittime dell’usura e all'ordinamento penitenziario.
In questa sede, l’obiettivo è analizzare il Capo I del DDL, inerente al contrasto del terrorismo e ai controlli di polizia.
La tutela dei diritti fondamentali, sanciti a livello costituzionale e sovranazionale, impone un impegno crescente per l’attuazione di misure volte a garantire l'uguaglianza sostanziale, sia in termini di genere che di orientamento sessuale.
La parità di genere e l'inclusione delle persone LGBT+ costituiscono diritti essenziali per il rispetto dei principi di uguaglianza e non discriminazione, cardini delle moderne democrazie. In particolare, la pubblica amministrazione è chiamata non solo a garantire l’applicazione di tali principi, ma anche a farsi promotrice di pratiche inclusive e paritarie, in quanto struttura portante dell’apparato statale e riflesso della pluralità sociale. L'implementazione di politiche attive in tal senso è essenziale per assicurare che ogni individuo, indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale, goda delle stesse opportunità, in linea con quanto stabilito dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea.
La pubblica amministrazione riveste dunque un ruolo strategico nell’applicazione delle politiche di inclusione, agendo sia come garante del rispetto delle norme, sia come modello istituzionale per il settore privato. L’analisi del caso dell’Università degli studi di Padova, sviluppata nel terzo capitolo, offrirà una prospettiva specifica su come tali politiche siano concretamente attuate in ambito accademico e amministrativo, evidenziando eventuali progressi o criticità ove ancora presenti.
La tesi si articola in tre capitoli. Il primo capitolo esamina il contesto normativo di riferimento, sia a livello nazionale che comunitario, in materia di pari opportunità e parità di trattamento delle persone LGBT+. Saranno analizzati i principali atti normativi, dalla Costituzione italiana alle direttive
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dell'Unione Europea, con particolare attenzione al Codice delle Pari Opportunità, al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle iniziative specifiche rivolte alla tutela dei diritti LGBT+, come la recente designazione dell'UE come zona di libertà per le persone LGBT+.
Il secondo capitolo si concentra sulla pubblica amministrazione, con un'analisi delle misure adottate per garantire pari opportunità, sia in ambito lavorativo che nell'accesso alle cariche. Verranno esaminate le azioni positive intraprese, come il ruolo del Comitato Unico di Garanzia e la carriera Alias, strumenti che mirano a promuovere un ambiente inclusivo e privo di discriminazioni.
Il terzo capitolo è dedicato allo studio di caso dell’Università degli studi di Padova. Verranno esaminate le politiche di conciliazione vita-lavoro per il personale tecnico-amministrativo, le disparità di genere nelle posizioni apicali e la composizione delle commissioni di concorso. Saranno inoltre analizzate le differenze retributive tra i docenti e il personale amministrativo in una prospettiva di genere, con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle misure adottate e proporre possibili interventi migliorativi.
Questa tesi dunque, esaminando gli strumenti giuridici e amministrativi esistenti e offrendo spunti di riflessione per una loro più efficace attuazione, intende fornire un quadro esaustivo dell’attuale stato delle politiche di parità di genere e inclusione LGBT+ nella pubblica amministrazione, con un focus sull’Università di Padova, in quanto studentessa del Corso presso il medesimo Ateneo ma, soprattutto, essendo componente del Personale Tecnico Amministrativo.
La competenza sulle migrazioni affidata al Ministero dell’Interno, detentore della sicurezza pubblica, è già di per sé dirimente.
Il linguaggio istituzionale adottato pare confermare quel senso comune criminalizzante parecchio diffuso socialmente e in particolare le opinioni di quanti, negli scorsi anni, ritennero oggettivamente dimostrata la “particolare propensione a delinquere” o l’“inclinazione a delinquere” degli immigrati .
Questo lessico rimanda ad eziologie criminali di tipo “positivo” fondato sulla caratterizzazione ontologico-costitutiva.
Appare chiaro, attraverso contributi rilevanti , che i migranti nel nostro Paese vivono in un contesto di marginalizzazione economico-sociale, subendo anche i processi di costruzione ideologica della devianza. Entrambi i fattori determinano “un circuito vizioso, criminalizzante-penalizzante, tra criminalità, debolezza sociale e criminalizzazione, per cui certi strati sociali sono più a rischio di criminalizzazione nel doppio senso di entrambi i poli del processo di criminalizzazione, e cioè sia quello di commettere atti criminali che di essere così etichettati socialmente”.
La criminalità degli immigrati ed il ruolo di quest’ultimi associati a “generatori di insicurezza” (folk devil), rappresenta un elemento simbolico che condiziona la percezione della realtà sociale consentendo agli attori politici di intraprendere decisioni legislative penalmente rilevanti, giustificandone, sulla base di una conoscenza condivisa e data per scontata, la legittimità .
I dispositivi normativi a partire dagli anni novanta, proseguendo con gli anni 2000 (Pacchetti Sicurezza) sino ad oggi (Decreti Immigrazione e Sicurezza) sono modellati su tali schemi presuntivi difficilmente superabili specie se il quadro giuridico di riferimento (penale e amministrativo) è connotato da elementi poliziesco-disciplinari.
Nonostante l’immigrazione interconnessa alla sicurezza abbia assunto il connotato di necessità reale ed indiscutibile, questa tesi si pone l’obiettivo di provare ad offrire una lettura diversa del fenomeno decostruendo il binomio attraverso il contributo della criminologia critica.
Nel primo capitolo si sviluppano le teorie criminologiche dell’etichettamento e della neutralizzazione, nel secondo capitolo vi è invece un excursus sulla funzione manifesta della pena partendo da un livello storico fino all’attuale. Nella concezione di rieducazione, come reale funzione della pena, le latenze riguardano dati poco confortanti in merito, rivelatori di una grande marginalizzazione sociale arrecata della stessa pena.
Oltre che all’ideologia carcerocentrica, rivelatrice di mancanza di interesse per il superamento della prevalenza della pena detentiva, si pone sullo stesso livello di una funzione latente una struttura che definirla ambigua è tutto dire: parliamo del fu terribile ricovero in OPG (art.222 c.p.) oggi eseguito in REMS: una misura di sicurezza che dopo un’alba abbastanza promettente si è scontrata con un ostacolo di burocrazia politico-economica, tipica del contesto nazionale. Sul finire del lavoro, detenzione e controllo sociale sono trattati sotto la luce di un evidente e pericolante sovrastruttura economico-sociale: la profonda crisi del welfare state.
In the essay there are referencesto philosophersof lawstarting fromKelsen toHegel, to show a sort of ideal line of continuity inGerman dogmatics.
Dante Valitutti analyses Jakobs?model placing it in a wider scenario: the evolution of German and Italian penal law through the second half of the twentieth century. About the Italian penal system, Valitutti starts from Bricola and from a constitutionally oriented interpretation.
Il DDL Sicurezza si compone di 38 articoli, suddivisi in sei Capi, che affrontano materie legate alla sicurezza pubblica, alla tutela del personale in servizio, alla protezione delle vittime dell’usura e all'ordinamento penitenziario.
In questa sede, l’obiettivo è analizzare il Capo I del DDL, inerente al contrasto del terrorismo e ai controlli di polizia.