
Rino Modonutti
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Books by Rino Modonutti
Nei primi sette libri del De gestis Italicorum, Mussato narra le turbolente vicende d’Italia (soprattutto dell’Italia centro-settentrionale) dall’agosto 1313 ai primi mesi del 1316, riservando una posizione privilegiata alla sua Padova, impegnata in un logorante conflitto con Cangrande della Scala, destinato a protrarsi tra alti e bassi fino al 1328. La città di Antenore è tormentata al suo interno da tensioni crescenti, che hanno talvolta esiti cruentissimi, come il tumulto dell’aprile 1314: tra i personaggi che si muovono sulla scena cittadina c’è l’autore stesso, che racconta di sé in terza persona; ci sono anche il vescovo Pagano della Torre, dedicatario e interlocutore privilegiato dell’opera, e soprattutto i nobili signori Da Carrara che, sotto l’intelligente guida di Giacomo il Grande, si preparano a giocare un ruolo sempre più importante e decisivo. Ricco e articolatissimo è pure il resoconto della cruciale battaglia di Montecatini del 1315, la magnifica impresa di un altro grande ghibellino di quegli anni, Uguccione della Faggiuola, descritto con finezza di analisi politica e psicologica nella sua quasi irresistibile ascesa. Uno sguardo attento è anche rivolto alle vicende lombarde, che vedono contrapporsi i Guelfi, alla cui guida ricopre una posizione importante la famiglia del dedicatario Pagano, e Matteo Visconti, che va allargando sempre più la sua area di influenza. Di molti di questi «successus rerum» è attore non secondario Roberto d’Angiò, di cui si descrive anche una non fortunata spedizione contro la Sicilia di Federico d’Aragona.
Come già si verifica nel De gestis Henrici, aperto all’insegna di Tito Livio, anche nel De gestis Italicorum Mussato si rivela debitore della tradizione storiografica antica, soprattutto per quanto riguarda i paradigmi di interpretazione morale delle vicende storiche, che risentono in particolare delle riflessioni sallustiane. Ma la storia di Roma, soprattutto della Roma repubblicana, influenza in maniera significativa pure il discorso sulle istituzioni politiche cittadine contemporanee, sul loro funzionamento, sul loro sviluppo e sul loro declino, mentre nella tessitura della prosa del Padovano riemerge più volte la memoria dei poeti antichi.
Il volume presenta l'edizione critica delle due opere storiografiche composte da Albertino Mussato, ormai esule a Chioggia, negli ultimi mesi della sua vita. La prima ripercorre e analizza le vicende che portarono alla presa del potere, in Padova, da parte di Marsilio da Carrara e alla successiva consegna della città a Cangrande della Scala (1325-1328); la seconda, presumibilmente interrotta dalla morte stessa dell'autore (1329) e rimasta per questo allo stato di abbozzo, racconta la discesa in Italia di Ludovico il Bavaro (1327-1329).
Papers by Rino Modonutti
by Ferreto Ferreti of Vicenza (d. 1337) in the context of early fourteenth-
century humanism in the Veneto region, and especially in relation
to the poetry of Albertino Mussato (1262-1329), the most influential figure
within this intellectual environment and the main model for Ferreto’s latinity. Ferreto’s “minor poems” are considered with particular attention paid to their classical models, which for the most part are renowned Latin poets, such as Vergil, Lucan, Statius, and above all Ovid. The Appendix presents the first critical edition of a nuptial poem by Ferreto, transmitted by MS Verona, Biblioteca capitolare, CCLXVII (242).
Nei primi sette libri del De gestis Italicorum, Mussato narra le turbolente vicende d’Italia (soprattutto dell’Italia centro-settentrionale) dall’agosto 1313 ai primi mesi del 1316, riservando una posizione privilegiata alla sua Padova, impegnata in un logorante conflitto con Cangrande della Scala, destinato a protrarsi tra alti e bassi fino al 1328. La città di Antenore è tormentata al suo interno da tensioni crescenti, che hanno talvolta esiti cruentissimi, come il tumulto dell’aprile 1314: tra i personaggi che si muovono sulla scena cittadina c’è l’autore stesso, che racconta di sé in terza persona; ci sono anche il vescovo Pagano della Torre, dedicatario e interlocutore privilegiato dell’opera, e soprattutto i nobili signori Da Carrara che, sotto l’intelligente guida di Giacomo il Grande, si preparano a giocare un ruolo sempre più importante e decisivo. Ricco e articolatissimo è pure il resoconto della cruciale battaglia di Montecatini del 1315, la magnifica impresa di un altro grande ghibellino di quegli anni, Uguccione della Faggiuola, descritto con finezza di analisi politica e psicologica nella sua quasi irresistibile ascesa. Uno sguardo attento è anche rivolto alle vicende lombarde, che vedono contrapporsi i Guelfi, alla cui guida ricopre una posizione importante la famiglia del dedicatario Pagano, e Matteo Visconti, che va allargando sempre più la sua area di influenza. Di molti di questi «successus rerum» è attore non secondario Roberto d’Angiò, di cui si descrive anche una non fortunata spedizione contro la Sicilia di Federico d’Aragona.
Come già si verifica nel De gestis Henrici, aperto all’insegna di Tito Livio, anche nel De gestis Italicorum Mussato si rivela debitore della tradizione storiografica antica, soprattutto per quanto riguarda i paradigmi di interpretazione morale delle vicende storiche, che risentono in particolare delle riflessioni sallustiane. Ma la storia di Roma, soprattutto della Roma repubblicana, influenza in maniera significativa pure il discorso sulle istituzioni politiche cittadine contemporanee, sul loro funzionamento, sul loro sviluppo e sul loro declino, mentre nella tessitura della prosa del Padovano riemerge più volte la memoria dei poeti antichi.
Il volume presenta l'edizione critica delle due opere storiografiche composte da Albertino Mussato, ormai esule a Chioggia, negli ultimi mesi della sua vita. La prima ripercorre e analizza le vicende che portarono alla presa del potere, in Padova, da parte di Marsilio da Carrara e alla successiva consegna della città a Cangrande della Scala (1325-1328); la seconda, presumibilmente interrotta dalla morte stessa dell'autore (1329) e rimasta per questo allo stato di abbozzo, racconta la discesa in Italia di Ludovico il Bavaro (1327-1329).
by Ferreto Ferreti of Vicenza (d. 1337) in the context of early fourteenth-
century humanism in the Veneto region, and especially in relation
to the poetry of Albertino Mussato (1262-1329), the most influential figure
within this intellectual environment and the main model for Ferreto’s latinity. Ferreto’s “minor poems” are considered with particular attention paid to their classical models, which for the most part are renowned Latin poets, such as Vergil, Lucan, Statius, and above all Ovid. The Appendix presents the first critical edition of a nuptial poem by Ferreto, transmitted by MS Verona, Biblioteca capitolare, CCLXVII (242).
Te. Tra and C.A.L.M.A.'s workshops at SISMEL, Florence, Via Montebello 7
Organised by Lorenza Tromboni and Gianluca Briguglia
Université de Strasbourg
Faculté de Philosophie, Centre de recherches en philosophie allemande et contemporaine (CREPhAC) - EA 2326
Horizon2020 - Marie Sklodowska-Curie Actions - GA n. 745584 - INSPIrE
Master d'études médiévales interdisciplinaires (MEMI)