
Paolo Costa
Jurist, theorist of the State, observer of political phenomena.
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Papers by Paolo Costa
arguments, it also attempts to develop a metacriticism addressed to both
Kaufmann and Kelsen, as they seem to be caught in an overly rigid dichotomy between empiricism and normativism.
Title: The «existence» of the worker in the transition of the economic model. Some juridical and lexical considerations.
The boundary between public law and private law is essential for Western legal systems, especially for the civil law systems. It is a border that is periodically overcome; but deeprooted dogmatic needs inevitably lead to its restatement. This dialectic is clearly visible in the case of the transposition of the punitive damages in the Italian legal system. In
this case, private law dogmatics and public law dogmatics overlap, originating not minor conceptual and principle questions.
involved in the legitimation processes
Starting from Léon Duguit’s reflection on social solidarity, the essay argues that a functionalism rooted in a factual solidarity has generated (although within a dialectic between commutative justice and istributive) stronger solidarity constraints than a call for ethical solidarity. In this perspective, factual solidarity does not contradict ethical solidarity but can premise it.
The conclusion is a less pessimistic reading of the European integration process; however not an ingenuous one as some technical issues suggest a continuous caution.
arguments, it also attempts to develop a metacriticism addressed to both
Kaufmann and Kelsen, as they seem to be caught in an overly rigid dichotomy between empiricism and normativism.
Title: The «existence» of the worker in the transition of the economic model. Some juridical and lexical considerations.
The boundary between public law and private law is essential for Western legal systems, especially for the civil law systems. It is a border that is periodically overcome; but deeprooted dogmatic needs inevitably lead to its restatement. This dialectic is clearly visible in the case of the transposition of the punitive damages in the Italian legal system. In
this case, private law dogmatics and public law dogmatics overlap, originating not minor conceptual and principle questions.
involved in the legitimation processes
Starting from Léon Duguit’s reflection on social solidarity, the essay argues that a functionalism rooted in a factual solidarity has generated (although within a dialectic between commutative justice and istributive) stronger solidarity constraints than a call for ethical solidarity. In this perspective, factual solidarity does not contradict ethical solidarity but can premise it.
The conclusion is a less pessimistic reading of the European integration process; however not an ingenuous one as some technical issues suggest a continuous caution.
Seminario di studi in occasione della pubblicazione dei primi due volumi delle Opere di Hans Kelsen, Rubbeino Editore
Padova, 22 novembre 2023, Aula seminari, Palazzo del Capitanio, Piazza Capitaniato, 3
arricchimento, come già accaduto in passato grazie al celebre parallelo tra lingua e diritto.
Technopolis: verso la "città" sicura?
In occasione della pubblicazione del volume: Sicurezza e tecnologia,
a cura di F. Pizzolato-P. Costa, editore Giuffré, 2017.
La presentazione del volume Sicurezza e tecnologia vuole essere anche l’occasione per gettare le basi di una nuova ricerca.
Il volume ha posto al centro dei diversi contributi la relazione tra sicurezza e tecnologia. La nuova ricerca vorrebbe fare un passo ulteriore nella medesima direzione, estendendo il campo semantico della coppia lessicale: “sicurezza”, ma anche “controllo” e “consenso”; “tecnologia”, ma anche “scienze biologiche”.
L’estensione semantica chiama in causa immediatamente questioni di grande attualità ed interesse, foriere talvolta di inquietudini e di sinistri scenari, già preannunciati da tanta letteratura distopica (Orwell, Huxley, Dick, etc.).
Basti rammentare l’ambizione predittiva riposta, neppure troppo velatamente, nell’applicazione delle neuroscienze: predizione dei comportamenti criminali e predizione dei comportamenti elettorali, solo per rimanere ai casi più noti. Ma non si deve neppure trascurare il potenziale “manipolativo” di tale applicazione, probabilmente già ben noto ai “costruttori” di consenso commerciale e di consenso politico (forme di consenso che d’altra parte, come è noto da Schumpeter in poi, non differiscono essenzialmente).
Analogo discorso può essere fatto per le information and communications technologies. Locuzioni quali “società della conoscenza”, “società dell’informazione”, “era della comunicazione”, “era del digitale”, etc., annunciano non solo l’avvento di nuove tecnologie, ma anche di nuove immagini della società nonché di veri e propri processi di mutamento sociale. In questi ultimi si inserisce capillarmente la comunicazione politica nella sua ricerca di consenso, giungendo così a toccare l’idea stessa di democrazia: si sente parlare di democrazia del pubblico, di bubble democracy, etc.
I topoi del pensiero politico e giuridico che sono così evocati sono davvero molti: dal biodiritto alla biopolitica; dal significato della libertà a quello della democrazia; etc.
In questo scenario si affacciano numerose incognite che interpellano gli elementi costitutivi della convivenza democratica e dello Stato di diritto e che riscrivono il binomio sicurezza-tecnologia. Per intraprendere il dialogo desideriamo porci ad alcuni interrogativi di fondo: quali sono i campi di intersezione tra neuroscienze, nuove tecnologie e diritto? Quali ricadute hanno e potranno avere le neuroscienze nella conoscenza e nel controllo delle scelte dei consumatori, nella tutela della salute e nell’autodeterminazione dell’individuo? Come sono evoluti gli strumenti di costruzione del consenso politico grazie alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (cd. ICT, filter bubble, etc.) e alle scoperte neuroscietifiche? Quali saranno le implicazioni future per la democrazia?
Queste domande esigono un approccio davvero multidisciplinare, che senza cedere ad una vaga transdisciplinarità sappia cogliere in termini veramente positivi (nel senso più schiettamente scientifico del termine) la dimensione multiforme del fenomeno.
Innanzi a tale complessità, non potrebbe spettare che al pensiero filosofico-giuridico il compito di comprendere sinteticamente una fase storica in cui “la questione della tecnica” incrocia e trasforma viepiù i canonici paradigmi della regolazione sociale.
economico-giuridica” dal Centro di Ricerche in Analisi Economica - Cranec, dal Dipartimento di Scienze
economico-aziendali e Diritto per l’economia dell’Università di Milano Bicocca e da Fondazione Astrid,
con il contributo della Fondazione Cariplo.
Il ciclo di seminari è organizzato nell'ambito della ricerca "Territori e autonomie: un'analisi economico-giuridica" , con il contributo della Fon-dazione Cariplo.