Books by Giovanni Ferroni

Firenze, Le Lettere, 2022
Il confronto con l’inevitabile modello delle tragedie di Corneille e Racine, le raffinate strateg... more Il confronto con l’inevitabile modello delle tragedie di Corneille e Racine, le raffinate strategie di seduzione del pubblico, i presupposti filosofici di drammi a lieto fine ma ricchi d’ambasce e poveri di letizia, il rapporto con l’opera coeva di Giambattista Tiepolo e l’influenza postuma esercitata sui libretti di Da Ponte sono l’oggetto dei sei densi capitoli di questo saggio dedicato al teatro di Pietro Metastasio (1698-1782). Davanti al lettore sfilano così personaggi e situazioni drammatiche che danno voce e figura alle aspirazioni profonde e ai temuti fantasmi del Rococò, stagione di una civiltà sospesa fra l’eredità tardo barocca e l’annuncio del travaglio di fine Settecento. Espressi in uno stile personalissimo e capace di assorbire con apparente naturalezza tradizioni letterarie diverse, il desiderio e l’impossibilità della trasparenza del cuore, l’utopia di felicità private e dimentiche dei doveri, l’antinomia fra piacere e verità, fra passioni e ordine razionale, sapranno ancora parlare alla sensibilità dei primi romantici prima d’entrare nel lungo cono d’ombra che ancora offusca la ricezione di questo protagonista della cultura europea del Settecento. Con rigore metodologico e apertura interdisciplinare, grazie a una scrittura tersa, severa adesione ai testi e al costante dialogo con la letteratura critica, questo studio, cui una costruzione progressiva e circolare e la frequenza di richiami interni garantiscono unità nella varietà prospettica, restituisce ora una piena intensità di senso all’opera di Metastasio.
Manziana, Vecchiarelli, 2018

Alessandria, Edizioni dell'Orso, Nov 2012
Nei decenni iniziali del Cinquecento, prima nella poesia latina e poi in quella volgare, il "lusu... more Nei decenni iniziali del Cinquecento, prima nella poesia latina e poi in quella volgare, il "lusus pastoralis" si afferma configurandosi come un genere libero da obblighi allegorici, quindi volutamente semplice, ma carico di potenziali valenze metapoetiche: ibrido originato dall’intersezione tra ecloga ed epigramma, esso dà luogo a un punto di contatto fra la tradizione poetica greco-latina e quella volgare che non sarà privo di risvolti polemici. Come per il genere cui appartiene, quello polimorfo della pastorale, da cui trae gli essenziali elementi figurativi e finzionali, l’impiego o il rifiuto del lusus rivelano una presa di posizione sul valore e sulle finalità della poesia e del poeta, sul rapporto che sussiste fra "res" e "verba", fra letteratura e verità. A tale presa di posizione se ne affiancano, soprattutto nell’ambito della lirica volgare, altre di ordine storico-letterario – l’esigenza di rinnovamento del modello petrarchesco – e retorico – l’opposizione stilistica fra gravitas e suavitas – che segnano confini precisi all’interno dei territori, spesso indistinti, della lirica cinquecentesca. Tramite trattazioni monografiche e analisi per lo più in ottica macrotestuale, mettendo in dialogo teoria e prassi, il libro cerca quindi di comprendere il significato del lusus nell’opera degli autori presi in esame e la funzione che, nel rapporto fra le parti e il tutto, singoli testi o più estese sequenze pastorali svolgono in alcune sillogi della prima metà del Cinquecento.
Edited books & proceedings by Giovanni Ferroni

a cura di Giovanni Ferroni ed Elisabetta Selmi, Padova, Padova University Press, 2024
Metastasio e la Francia: allo studio di questo rapporto, inteso in entrambi i sensi dello scambio... more Metastasio e la Francia: allo studio di questo rapporto, inteso in entrambi i sensi dello scambio, sono dedicati i tredici saggi raccolti in questo volume che presenta i risultati di un progetto di ricerca collaborativo e interdisciplinare sostenuto dal Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova. Grazie ai molteplici punti di vista offerti da discipline distinte e da diversi interessi di studio, viene così affrontato, per la prima volta in modo monografico, nella varietà delle sue sfaccettature e in un arco temporale che va dalla prima metà del Settecento all’Ottocento inoltrato, un punto cruciale della tradizione critica su Metastasio. Emerge così da un lato come egli sia stato sempre, dal debutto napoletano del 1724 al pluridecennale soggiorno alla corte di Vienna, un sensibile ammiratore, un acuto lettore e un fecondo imitatore dei classici francesi e delle loro fonti; dall’altro come, in Francia, “Métastase” sia divenuto il simbolo e l’eccezione di un’intera civiltà linguistica, letteraria e musicale lungamente osteggiata e poi, finalmente, celebrata e accolta, secondo però le modalità e le esigenze peculiari della cultura transalpina.
I libri di Viella 505 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata l... more I libri di Viella 505 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. Le passioni della politica Storia, storiografia ed emozioni a Firenze fra Quattro e Cinquecento a cura di Lucio Biasiori, Giovanni Ferroni e Alessio Panichi viella Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento.

Edizioni della Normale, 2024
Introduzione
ROBERTO VETRUGNO
Norma letteraria ed epistolografia cortigiana
ANDREA GUIDI
Ozio f... more Introduzione
ROBERTO VETRUGNO
Norma letteraria ed epistolografia cortigiana
ANDREA GUIDI
Ozio forzato e strategie di comunicazione nelle lettere di Machiavelli: una riconsiderazione
PAOLA MORENO
«Io non vi scrivo spesso come desiderrei, perché non ho tempo». Le lettere di Francesco Guicciardini durante il periodo della luogotenenza (giugno 1526 - maggio 1527)
CLAUDIA BERRA
Per Giovanni Della Casa epistolografo faceto
PAOLO PROCACCIOLI
Inimitabile però modello. La pretesa impossibile dell’Aretino epistolografo
FRANCESCO AMENDOLA
Pratiche di riuso nella scrittura epistolare di Pietro Bembo
VERONICA ANDREANI
Le lettere di Veronica Gambara tra manoscritti e stampe: auspici per la riapertura di un cantiere
VERONICA COPELLO
Una questione di scelte: lessico e sintassi in alcune lettere di Vittoria Colonna
GIORGIO MASI
Michelangelo epistolografo, con e senza compasso (e l’equivoco delle poesie per Vittoria Colonna)
GIOVANNA RIZZARELLI
Il «piacere di dar piacere al mondo». I libri di lettere di Anton Francesco Doni
GIOVANNI FERRONI
«Non esce cosa inconsiderata dalla sua penna». Annibal Caro e la raccolta delle sue Familiari
edited by Selene Maria Vatteroni and Bernhard Huss (general editor)
free download: http://www.padovauniversitypress.it/publications/9788869381843

a cura di Giovanni Ferroni, Pisa, ETS, 2016
Con il pretesto del suo settantesimo compleanno,alcuni allievi di diverse generazioni hanno volut... more Con il pretesto del suo settantesimo compleanno,alcuni allievi di diverse generazioni hanno voluto offrire a Riccardo Bruscagli una raccolta di studi per testimoniargli, con l’affetto, la gratitudine per il lungo e generoso magistero fiorentino.
Il volume si apre con il dittico trecentesco formato dal contributo di Giuseppe Girimonti Greco sul significato di alcune figure mitologiche nel Canzoniere e da quello di Dario Pisano sulla presenza di dantismi nel Trattatello di Boccaccio. Il saggio di Marco Villoresi sulle avventure infernali degli eroi dei romanzi italiani fra Medioevo e Rinascimento apre una sezione cavalleresca arricchita dalla riflessione di Luca Degl’Innocenti sul rapporto fra tecnica narrativa e oralità in Boiardo e dai lavori ariosteschi di Hans Honnacker, Elisa Martini e Daria Porciatti dedicati agli aspetti più “disarmonici” del Furioso e delle sue “giunte”. Seguono altri contributi di letteratura cinquecentesca: Giovanni Ferroni sulle Novelle di Molza, Dario Panno-Pecoraro su un autografo delle rime burlesche di Lasca e Francesco Sberlati sull’opera critica ed editoriale di Doni. Ampliano la riflessione sul Cinquecento gli studi di Simona Mammana, sulla contraffazione dei corpi come mezzo comico, e di Paolo Innocenti, che esplora la narrativa in prosa. La conclusione è affidata a saggi d’argomento novecentesco: Edoardo Rialti si occupa della ricezione dei poemi di Boiardo, Ariosto e Tasso in C.S. Lewis, Lucia Denarosi offre una lettura di Falsetto di Montale e Antonella Giordano ripercorre il complesso rapporto fra Pasolini e la madre.
Atti del XVIII congresso dell’ADI – Associazione degli Italianisti (Padova, 10-13 settembre 2014)... more Atti del XVIII congresso dell’ADI – Associazione degli Italianisti (Padova, 10-13 settembre 2014), a cura di G. Baldassarri, V. Di Iasio, G. Ferroni, E. Pietrobon, Roma, Adi editore, 2016
Papers by Giovanni Ferroni

«Atti e memorie dell'Arcadia», 13 (2024), 2, 2024
Il contributo analizza le Lettere del Conte N.N. ad una Falsa Divota di Giuseppe
Parini (1762 ca.... more Il contributo analizza le Lettere del Conte N.N. ad una Falsa Divota di Giuseppe
Parini (1762 ca.), dimostrandone l’incompiutezza, studiandone le modalità narrati-
ve e argomentative, anche in rapporto al genere del romanzo epistolare e ai modelli
francesi (le Lettres persanes di Montesquieu, le Lettres de mademoiselle Ninon de
Lenclos di Crébillon, la Julie di Rousseau) e precisandone le affinità con Il Mattino
e Il Mezzogiorno. A partire poi dal tentativo di ricostruire il contesto socio-religioso
in cui la vicenda è inserita, si propone una rilettura della religiosità di Parini, letta
nei rapporti di prossimità e distacco con quelle dei suoi colleghi d’accademia (per
esempio Tanzi e Balestrieri), e ricollocata nel contesto della sua opera poetica, in
quello del dibattito sul deismo, che coinvolge le opere di Rousseau, in quello del
riformismo teresiano e della opposizione alla Compagnia di Gesù. Si avanzano infi-
ne alcune ipotesi sulle ragioni dell’incompiutezza dell’opera.
Le passioni della politica. Storia, storiografia ed emozioni a Firenze fra Quattro e Cinquecento, a cura di Lucio Biasiori, Giovanni Ferroni, Alessio Panichi, Roma, Viella, 2024
Scrivere «a ventura» o «col compasso». Le lettere degli scrittori nel primo Cinquecento, 2024
Ripartendo da Vittoria Colonna (e dintorni). Il contributo femminile alla lirica cinquecentesca, 2024
Attori, cAntimbAnco, voci di piAzzA e voci regine L'attesa del re. Note per una lettura del Demet... more Attori, cAntimbAnco, voci di piAzzA e voci regine L'attesa del re. Note per una lettura del Demetrio di Metastasio
Les Métamorphoses de Boccace en Italie et en Espagne des XVe-XVIIIe siècles
Il teatro delle emozioni: la gioia, 2019
This article aims to explore the different forms of joy in Pietro Metastasio’s melodramas. Buildi... more This article aims to explore the different forms of joy in Pietro Metastasio’s melodramas. Building on Descartes’s theory of emotions, the article focuses on Metastasio’s representation of joy through versification, syntax, and the characters’ gestures and words. By doing so, the article allows for a better understanding not only of joy and the reasons why it is rarely represented on stage, but also of Metastasio’s idea of tragedy.
La cultura poetica di Benedetto Varchi, a cura di B.Huss e S. Vatteroni, 2019
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Books by Giovanni Ferroni
Edited books & proceedings by Giovanni Ferroni
ROBERTO VETRUGNO
Norma letteraria ed epistolografia cortigiana
ANDREA GUIDI
Ozio forzato e strategie di comunicazione nelle lettere di Machiavelli: una riconsiderazione
PAOLA MORENO
«Io non vi scrivo spesso come desiderrei, perché non ho tempo». Le lettere di Francesco Guicciardini durante il periodo della luogotenenza (giugno 1526 - maggio 1527)
CLAUDIA BERRA
Per Giovanni Della Casa epistolografo faceto
PAOLO PROCACCIOLI
Inimitabile però modello. La pretesa impossibile dell’Aretino epistolografo
FRANCESCO AMENDOLA
Pratiche di riuso nella scrittura epistolare di Pietro Bembo
VERONICA ANDREANI
Le lettere di Veronica Gambara tra manoscritti e stampe: auspici per la riapertura di un cantiere
VERONICA COPELLO
Una questione di scelte: lessico e sintassi in alcune lettere di Vittoria Colonna
GIORGIO MASI
Michelangelo epistolografo, con e senza compasso (e l’equivoco delle poesie per Vittoria Colonna)
GIOVANNA RIZZARELLI
Il «piacere di dar piacere al mondo». I libri di lettere di Anton Francesco Doni
GIOVANNI FERRONI
«Non esce cosa inconsiderata dalla sua penna». Annibal Caro e la raccolta delle sue Familiari
Il volume si apre con il dittico trecentesco formato dal contributo di Giuseppe Girimonti Greco sul significato di alcune figure mitologiche nel Canzoniere e da quello di Dario Pisano sulla presenza di dantismi nel Trattatello di Boccaccio. Il saggio di Marco Villoresi sulle avventure infernali degli eroi dei romanzi italiani fra Medioevo e Rinascimento apre una sezione cavalleresca arricchita dalla riflessione di Luca Degl’Innocenti sul rapporto fra tecnica narrativa e oralità in Boiardo e dai lavori ariosteschi di Hans Honnacker, Elisa Martini e Daria Porciatti dedicati agli aspetti più “disarmonici” del Furioso e delle sue “giunte”. Seguono altri contributi di letteratura cinquecentesca: Giovanni Ferroni sulle Novelle di Molza, Dario Panno-Pecoraro su un autografo delle rime burlesche di Lasca e Francesco Sberlati sull’opera critica ed editoriale di Doni. Ampliano la riflessione sul Cinquecento gli studi di Simona Mammana, sulla contraffazione dei corpi come mezzo comico, e di Paolo Innocenti, che esplora la narrativa in prosa. La conclusione è affidata a saggi d’argomento novecentesco: Edoardo Rialti si occupa della ricezione dei poemi di Boiardo, Ariosto e Tasso in C.S. Lewis, Lucia Denarosi offre una lettura di Falsetto di Montale e Antonella Giordano ripercorre il complesso rapporto fra Pasolini e la madre.
Papers by Giovanni Ferroni
Parini (1762 ca.), dimostrandone l’incompiutezza, studiandone le modalità narrati-
ve e argomentative, anche in rapporto al genere del romanzo epistolare e ai modelli
francesi (le Lettres persanes di Montesquieu, le Lettres de mademoiselle Ninon de
Lenclos di Crébillon, la Julie di Rousseau) e precisandone le affinità con Il Mattino
e Il Mezzogiorno. A partire poi dal tentativo di ricostruire il contesto socio-religioso
in cui la vicenda è inserita, si propone una rilettura della religiosità di Parini, letta
nei rapporti di prossimità e distacco con quelle dei suoi colleghi d’accademia (per
esempio Tanzi e Balestrieri), e ricollocata nel contesto della sua opera poetica, in
quello del dibattito sul deismo, che coinvolge le opere di Rousseau, in quello del
riformismo teresiano e della opposizione alla Compagnia di Gesù. Si avanzano infi-
ne alcune ipotesi sulle ragioni dell’incompiutezza dell’opera.
ROBERTO VETRUGNO
Norma letteraria ed epistolografia cortigiana
ANDREA GUIDI
Ozio forzato e strategie di comunicazione nelle lettere di Machiavelli: una riconsiderazione
PAOLA MORENO
«Io non vi scrivo spesso come desiderrei, perché non ho tempo». Le lettere di Francesco Guicciardini durante il periodo della luogotenenza (giugno 1526 - maggio 1527)
CLAUDIA BERRA
Per Giovanni Della Casa epistolografo faceto
PAOLO PROCACCIOLI
Inimitabile però modello. La pretesa impossibile dell’Aretino epistolografo
FRANCESCO AMENDOLA
Pratiche di riuso nella scrittura epistolare di Pietro Bembo
VERONICA ANDREANI
Le lettere di Veronica Gambara tra manoscritti e stampe: auspici per la riapertura di un cantiere
VERONICA COPELLO
Una questione di scelte: lessico e sintassi in alcune lettere di Vittoria Colonna
GIORGIO MASI
Michelangelo epistolografo, con e senza compasso (e l’equivoco delle poesie per Vittoria Colonna)
GIOVANNA RIZZARELLI
Il «piacere di dar piacere al mondo». I libri di lettere di Anton Francesco Doni
GIOVANNI FERRONI
«Non esce cosa inconsiderata dalla sua penna». Annibal Caro e la raccolta delle sue Familiari
Il volume si apre con il dittico trecentesco formato dal contributo di Giuseppe Girimonti Greco sul significato di alcune figure mitologiche nel Canzoniere e da quello di Dario Pisano sulla presenza di dantismi nel Trattatello di Boccaccio. Il saggio di Marco Villoresi sulle avventure infernali degli eroi dei romanzi italiani fra Medioevo e Rinascimento apre una sezione cavalleresca arricchita dalla riflessione di Luca Degl’Innocenti sul rapporto fra tecnica narrativa e oralità in Boiardo e dai lavori ariosteschi di Hans Honnacker, Elisa Martini e Daria Porciatti dedicati agli aspetti più “disarmonici” del Furioso e delle sue “giunte”. Seguono altri contributi di letteratura cinquecentesca: Giovanni Ferroni sulle Novelle di Molza, Dario Panno-Pecoraro su un autografo delle rime burlesche di Lasca e Francesco Sberlati sull’opera critica ed editoriale di Doni. Ampliano la riflessione sul Cinquecento gli studi di Simona Mammana, sulla contraffazione dei corpi come mezzo comico, e di Paolo Innocenti, che esplora la narrativa in prosa. La conclusione è affidata a saggi d’argomento novecentesco: Edoardo Rialti si occupa della ricezione dei poemi di Boiardo, Ariosto e Tasso in C.S. Lewis, Lucia Denarosi offre una lettura di Falsetto di Montale e Antonella Giordano ripercorre il complesso rapporto fra Pasolini e la madre.
Parini (1762 ca.), dimostrandone l’incompiutezza, studiandone le modalità narrati-
ve e argomentative, anche in rapporto al genere del romanzo epistolare e ai modelli
francesi (le Lettres persanes di Montesquieu, le Lettres de mademoiselle Ninon de
Lenclos di Crébillon, la Julie di Rousseau) e precisandone le affinità con Il Mattino
e Il Mezzogiorno. A partire poi dal tentativo di ricostruire il contesto socio-religioso
in cui la vicenda è inserita, si propone una rilettura della religiosità di Parini, letta
nei rapporti di prossimità e distacco con quelle dei suoi colleghi d’accademia (per
esempio Tanzi e Balestrieri), e ricollocata nel contesto della sua opera poetica, in
quello del dibattito sul deismo, che coinvolge le opere di Rousseau, in quello del
riformismo teresiano e della opposizione alla Compagnia di Gesù. Si avanzano infi-
ne alcune ipotesi sulle ragioni dell’incompiutezza dell’opera.
raggiunti.
Assumendo tale impostazione, il seminario intende offrire un’occasione di dialogo tra giovani ricercatori che presentino le proprie ricerche in atto e studiosi esperti, invitati in qualità di relatori o di discussant.
sottogenere del dramma pastorale che si delinea, nei contenuti teorici e nelle realizzazioni concrete, sotto l’egida arcadica e in
particolare crescimbeniana. Il contributo, esaminando la produzione compresa tra i libretti di Pietro Ottoboni e L’Eroe pastore
metastasiano, individua diverse concezioni di “pastorale eroica” che si sono alternate nel breve lasso di tempo considerato: se in
Crescimbeni prevale una concezione “stilistica” dell’eroismo dei pastori, le pastorali primo-settecentesche paiono volgersi piuttosto al
modello della “pastorale héroique” francese, in cui il carattere eroico è assicurato dalla presenza di eroi o divinità; ancora diversa
sarà la lettura di Metastasio, il quale riunisce le figure dell’eroe e del pastore per rappresentare il prototipo del perfetto sovrano.