Conferences and Seminars by Patrizia Laspia
Logos e physis. Il libro A della Physica di Aristotele, 2023
Dopo la locandina si trovano molti materiali complementari: il testo della prima parte della conf... more Dopo la locandina si trovano molti materiali complementari: il testo della prima parte della conferenza, il Power Point e altri materiali utilizzati durante il seminario del 10 5 2021
Books by Patrizia Laspia

DEFINIZIONE E PREDICAZIONE: DA FREGE AD ARISTOTELE
La ripubblicazione di un volume apparso nel 2005 in una casa editrice minore è occasione di ripen... more La ripubblicazione di un volume apparso nel 2005 in una casa editrice minore è occasione di ripensare la letteratura critica sul confronto fra Aristotele e Frece nell'ultimo cinquantennio. Aristotele e Frege sono concordemente ritenuti i padri della logica e dell'analisi del linguaggio. Ma è opinione comune che, in materia di logica e di analisi del linguaggio, Frege abbia detto di più, e meglio, di Aristotele. L'autore cerca di ribaltare questo luogo comune. Mentre la teoria della predicazione di Frege presenta suoi termini teorici ('concetto', 'oggetto', 'verità' etc.) come termini primitivi, non uteriormente passibili di definzione, Aristotele fonda la sua teoria della predicazione su una teoria della definizione. Ponendo le sue stesse basi e descrivendo i suoi propri elementi, il linguaggio si rivela così, per Aristotele, un sistema autopoietico. Ciò porta anche a una diversa concezione della verità, con profonde ricadute logiche e linguistiche. Ne deriva una assai positiva valutazione della logica e della teoria del linguaggio aristotelica, che giustifica il sottolitolo del libro: da Frege ad Aristotele.

Studi di fonetica greca, 2018
Il presente volume contiene tutti i contributi sulla fonetica greca pubblicati dall'autore dall'i... more Il presente volume contiene tutti i contributi sulla fonetica greca pubblicati dall'autore dall'inizio della sua carriera (1995) ad oggi. Gli argomenti principali: i modelli di produzione della voce e del linguaggio nella Grecia antica da Ippocrate, ad Aristotele, a Galeno. Omero come origine della linguistica e della scienza greca. La terminologia di voce e voce articolata in Omero e i suoi rapporti con le classificazioni fonetiche successive. Le teorie della voce e del suono in Aristotele, anche in relazione alle voci animali. I principi di classificazione fonetica nella Grecia antica, 'elemento' e 'sillaba' dalle origini a Platone e Aristotele e nella tradizione successiva, la teoria della sillaba in Aristotele. Trama di fondo che soggiace a tutti i lavori è che 'voce', 'elemento' e 'sillaba' siano concetti cardine della scienza greca. La teoria della voce è infatti inserita in una teoria generale della semanticità e dell'espressività umana e animale, e la teoria del linguaggio è, soprattutto in Aristotele, indissolubile da una scienza della natura. La sillaba è infatti, in Aristotele, modello della sostanza sensibile, e luogo privilegiato di osservazione e di teorizzazione dell'unità organica del vivente.

Springer, 2018
This volume is not intended as a philological or paleographical specialist contribution: it is a... more This volume is not intended as a philological or paleographical specialist contribution: it is a new attempt at reading Aristotle’s work as a whole. It consists of two chapters. The first chapter consists of three sections. First section discusses the main problems posed by the definition of arthron; second section considers the state of the text; third section examines the critical literature on that issue since the end of the nineteenth century. The second chapter is the actual pars construens of the work. It consists of five sections. The first section explores the close relationship that Aristotle holds between biology and language. Aristotle is not the father of the specialized sciences: He is rather the last great global thinker of Antiquity; in each field of knowledge, he employs the method of his biological inquiries. Second section analyzes the definition of arthron in the twentieth chapter of the Poetics and emphasizes their close similarity to its definition in the biological works. In the third section suggest my conjecture about the first example of arthron in the Poetics, according to which I read eimi instead of f.m.i. In the fourth and fifth sections, I take some objections to my conjecture into account; I reject that einai may be considered ‘one verb among the others.’ Last section considers the more recent critical issues about Greek einai.
L'articolazione linguistica. Origini biologiche di una metafora, 1997
Omero Linguista. Voce e voce articolata nell'enciclopedia omerica, 1996
Come e quando nasce, in Grecia, la riflessione sul linguaggio? Quali rapporti intercorrono tra vo... more Come e quando nasce, in Grecia, la riflessione sul linguaggio? Quali rapporti intercorrono tra voce e significato linguistico? E che ruolo ha in questo sviluppo Omero, capostipite della tradizione letteraria in Occidente? Attraverso un'analisi dei concetti di "voce" e "voce articolata" il libro ricostruisce il legame tra enciclopedia omerica e naturalismo greco e risolve in modo inedito il problema dell'origine della riflessione sul linguaggio in Grecia
Papers by Patrizia Laspia

This paper deals with the first lines of Aristotle’s De interpretatione. Starting from Lo Piparo’... more This paper deals with the first lines of Aristotle’s De interpretatione. Starting from Lo Piparo’s (2003) authoritative reading, I try to show that symbolon does not mean either ‘symbol’ or ‘sign’ in the sense commonly ascribed to these words. On etimological grounds (see symballo), I suggest that symbolon means something as ‘mark’, ‘countresign’, i.e., a double-faced unity. In any case, symbolon establishes a symmetric relation between its relata: if A is symbolon of B, B is symbolon of A. On the contrary, semeion (i.e. ‘sign’, for example a tombstone on a grave) establishes an asymmetric relation between its relata: if A is semeion of B, B cannot be semeion of A. Lo Piparo thinks that Aristotle’s use of the word homoioma looks like Euclides’s (and Wittgentein’s) use of ‘likeness’. But ‘likeness’ in our languages establishes a symmetric relation between its relata (if A is like B, B is like A) while Greek homoioma does not acts so (if A is homoioma of B, B cannot be homoioma of A). Therefore, I see a strict analogy between Aristotle’s use of homoioma in De interpretatione and Plato’s use of cognate words in Republic VI, 510 a 9-10. What about pragma? With De Rijk (2002 I, 106), and differently from most of scholars, I think that «pragma must stand not for actual thing, but for the content of an expression». So we would have a four-terms ratio in De interpretatione, as well as in Plato’s Republic VI. So: 1. written types (graphomena, grammata) behave to voices as pictures to their pattern; 2. the whole phonetic level of a language behave to the semantic level as a picture to its pattern; 3. on the phonetic level of a language, the pathemata tes psyches stand for words, names (onomata); 4. on the semantic level, pragmata (i.e. ‘facts’, ‘states of affairs’) stand for logoi (‘proposition’). Hence, pragmata are contents of (complete) expressions, i.e. propositions (logoi).

Rivista Di Filosofia Neo-scolastica, 2018
Sono passati da poco settant’anni dalla prima data di pubblicazione di un volume che ha cambiato ... more Sono passati da poco settant’anni dalla prima data di pubblicazione di un volume che ha cambiato la storia delle interpretazioni: si tratta del celeberrimo Die Entdeckung des Geistes di Bruno Snell1. Poche letture sono state penetranti, pervasive, influenti – e longeve – come quelle condotte da Snell in queste pagine dedicate al mondo greco. La tesi di fondo è assai nota, e in una certa misura ormai antiquaria. Nel tentativo di dimostrare il dato oggi scontato – in parte proprio grazie alla pervasiva ricezione di questo volume – che la lingua greca non è un’astrazione metatemporale, ma un prodotto storico in continua trasformazione, Snell cerca di corroborare la sua tesi attraverso esempi notevoli e accattivanti. Si parte constatando che la lingua di Omero non è affatto uguale alla lingua del greco classico: i nostri vocabolari, che azzerano la storia delle parole, sono dunque mere astrazioni. In particolare, secondo Snell, la lingua dei concetti, della filosofia, della scienza– in una parola: di Platone e Aristotele – sarebbe il prodotto di una lunga evoluzione. In parole più chiare: il concetto sarebbe un grande assente nella lingua di Omero. La concettualità, il pensiero, è qualcosa che emerge solo con tempo e fatica – o, per dirla con Snell, è una successiva scoperta dello Spirito. È appunto in questa «scoperta dello Spirito» – il titolo del volume suona appunto, in tedesco, Die Entdeckung des Geistes – che risiede l’aspetto più squisitamente hegeliano, e in definitiva più datato, del volume. Ma sbaglierebbe chi pensasse che il nome di Spirito, ed insieme lo spirito di Hegel, siano nel testo un aspetto meramente secondario. In altre parole: non basta togliere allo Spirito la S maiuscola per epurare l’hegelismo dalle pagine di Snell. Tutto ciò avrà pesanti conseguenze, come vedremo, nelle interpretazioni successive. Ancor più che nella letteratura anglofona, l’impostazione di Snell è stata, ed è, dura a morire nella cultura italiana, non dimentica dei decenni di egemonia di Croce e Gentile. Gli esempi sono troppi per menzionarli esaustivamente2. E soprattutto, il gioco non vale la candela: perché simili letture non sono fra quelle che oggi definiremmo ‘influenti’. Accenniano ora brevemente alle più longeve e fortunate tesi snelliane; e vediamo come esse sopravvivano, influenzando il corso delle interpretazioni che oggi definiremmo influenti.

UNIPA Springer series, 2018
This volume is not intended as a philological or paleographical specialist contribution: it is a ... more This volume is not intended as a philological or paleographical specialist contribution: it is a new attempt at reading Aristotle\u2019s work as a whole. It consists of two chapters. The \ufb01rst chapter consists of three sections. First section discusses the main problems posed by the de\ufb01nition of arthron; second section considers the state of the text; third section examines the critical literature on that issue since the end of the nineteenth century. The second chapter is the actual pars construens of the work. It consists of \ufb01ve sections. The \ufb01rst section explores the close relationship that Aristotle holds between biology and language. Aristotle is not the father of the specialized sciences: He is rather the last great global thinker of Antiquity; in each \ufb01eld of knowledge, he employs the method of his biological inquiries. Second section analyzes the de\ufb01nition of arthron in the twentieth chapter of the Poetics and emphasizes their close similarity to its de\ufb01nition in the biological works. In the third section suggest my conjecture about the \ufb01rst example of arthron in the Poetics, according to which I read eimi instead off.m.i. In the fourth and \ufb01fth sections, I take some objections to my conjecture into account; I reject that einai may be considered \u2018one verb among the others.\u2019 Last section considers the more recent critical issues about Greek einai

Il saggio affronta il problema delle origini della riflessione fonetica in grecia. opinione dei p... more Il saggio affronta il problema delle origini della riflessione fonetica in grecia. opinione dei pi\uf9 \ue8 che la riflessione fonetica sia, in Grecia, fortemente influenzata dalla scrittura alfabetica. Gli stoicheia o grammata sarebbero insomma redupicazioni foniche dei caratteri scritti. L'autore smonta questa tesi partendo da un'analisi della terminoolgia delle classificazioni fonetiche, ricavata da una analisi esastiva di tutte le fonti letterarie a nostra disposizione. Essa presenta quattro fasi. 1. prima fase, prelpatonica. i grammata sono divisi in due classi esaustive ed esclusive: phoneenta (vocali) ed aphona (non vocali). Una simile classificazione \ue8 presente ad esempio nelle tragedie di Eschilo. Seconda fase, platonica e aristotelica. E' introdotta una classe intermedia di mesa (Platone) o hemiphona (Aristotele). Qui per la prima volta le consonanti continue sono distinte dalle occlusive. E' da sottolineare che la precedente classificazione tripartita contunua a sopravvivere accanto alla nuova, e che la classe degli aphona sembra costituita da un insieme di elementi impronunciabili senza il supporto di una vocale. Le classificazioni fonetiche, dalle origini fino ad Aristotele incluso, non sembrano dunque ricavate in base all'infuenza della scrittura. Questa tesi \ue8 ulteriormente suffragata dall'analisi dei termini stoicheion, gramma, sullabe. La coppia gramma sullab\ue8 e la pi\uf9 antica, preplatonica. A partire da Platone a gramma si affianca il fortunato stoicheion, che indicher\ue0 poi la classe degli elementi naturali. Si diostra che stoicheion \ue8 un termine propriamente linguistico/grammaticale. Ma, a differenza di glramma indica il prototipo linguistico-metrico del suono, non il prototipo della sctrttura. L'indagine fonetica affonda dunque le sue radici nel glorioso passato orale della cultura greca
A partire dalla tradizione galenica, ed in particolare dal De Placitis Hippocratis et Platonis, i... more A partire dalla tradizione galenica, ed in particolare dal De Placitis Hippocratis et Platonis, il saggio ricostruisce una teoria fonetica secondo cui la voce proviene dal cuore, da Galeno attribuita agli Stoici. Il saggio dimostra che la paternit\ue0 della teoria \ue8 in realt\ue0 da attribuire ad Aristotele; e si sofferma in seguito sul perch\ue9 Galeno non la attribuisca ad Aristotele, e pi\uf9 in generale sulla ricezione dell''opera dello Starigita da parte del medico di Pergamo
This paper deals with Aristotle’s definition of arthron in the XX chapter of the Poetics. This de... more This paper deals with Aristotle’s definition of arthron in the XX chapter of the Poetics. This definition has always been considered as an unsolvable dilemma. Starting with a detailed analysis of the Greek text, and of the various attempts to make sense of it, the paper attempts to read it in an innovative way. The XX chapter of the Poetics is not a classification of parts of speech, as it is usually considered; we have to read it in light of Aristotle’s biological program. Arthron (as well as syndesmos, syllabe) are biological terms. In linguistics as well as in biology arthron is thus a ‘joint’: it has nothing to do with the ‘article’ in later grammatical sense. In this light, the paper offers a new textual conjecture for the first example of arthron in the Poetics.

La ripubblicazione di un volume apparso nel 2005 in una casa editrice minore \ue8 occasione di ri... more La ripubblicazione di un volume apparso nel 2005 in una casa editrice minore \ue8 occasione di ripensare la letteratura critica sul confronto fra Aristotele e Frece nell'ultimo cinquantennio. Aristotele e Frege sono concordemente ritenuti i padri della logica e dell'analisi del linguaggio. Ma \ue8 opinione comune che, in materia di logica e di analisi del linguaggio, Frege abbia detto di pi\uf9, e meglio, di Aristotele. L'autore cerca di ribaltare questo luogo comune. Mentre la teoria della predicazione di Frege presenta suoi termini teorici ('concetto', 'oggetto', 'verit\ue0' etc.) come termini primitivi, non uteriormente passibili di definzione, Aristotele fonda la sua teoria della predicazione su una teoria della definizione. Ponendo le sue stesse basi e descrivendo i suoi propri elementi, il linguaggio si rivela cos\uec, per Aristotele, un sistema autopoietico. Ci\uf2 porta anche a una diversa concezione della verit\ue0, con profonde ricadute logiche e linguistiche. Ne deriva una assai positiva valutazione della logica e della teoria del linguaggio aristotelica, che giustifica il sottolitolo del libro: da Frege ad Aristotele
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