Monografie / Scientific books - Monographs by Francesco Sielo

Bulzoni, 2024
Realismo e visionarietà sono forse i due poli che orientano la narrazione letteraria novecentesca... more Realismo e visionarietà sono forse i due poli che orientano la narrazione letteraria novecentesca della città di Napoli: opposti ma interagenti e spesso compresenti laddove meno lo si sospetterebbe, questi due modi narrativi costituiscono una rappresentazione strutturata per antitesi e opposizioni tematiche.
Nei saggi qui raccolti si analizzano le contrapposizioni tra paesaggio naturale idilliaco e società urbana distopica, tra classi deprivate ed egemonia borghese, tra cultura tradizionale e tensione modernizzatrice, tra stereotipo romanticizzante e stereotipo stigmatizzante.
Le analisi dei testi di Bernari, Ferrante, Malaparte, Marotta, Montesano, Prisco, Ortese, Ottieri, Ermanno Rea mostrano come la ricerca letteraria della Napoli reale conduca spesso alla costruzione di una Napoli visionaria, irrealistica e fantastica eppure indubbiamente viva, e come quest’ultima influenzi e modifichi l’essenza stessa, in fondo sconosciuta e inconoscibile, della città reale.
Realism and visionary imagination are perhaps the two poles that shape 20th-century literary narratives of the city of Naples. Though seemingly opposed, they interact and often coexist in unexpected ways, forming a representation structured through antitheses and thematic contrasts.
The essays collected in this volume analyze the oppositions between the idyllic natural landscape and the dystopian urban society, between marginalized classes and bourgeois hegemony, between traditional culture and modernizing impulses, and between romanticized and stigmatizing stereotypes.
Through an examination of the works of Bernari, Ferrante, Malaparte, Marotta, Montesano, Prisco, Ortese, Ottieri, and Ermanno Rea, this study reveals how the literary quest for a "real" Naples frequently leads to the construction of a visionary, unrealistic, and fantastical city—one that, despite its fictitious nature, remains undeniably vivid. Moreover, this imagined Naples ultimately reshapes and alters the very essence of the real city, an entity that remains, in many ways, unknown and unknowable.
Come definire l’identità umana? Questa domanda sembra attraversare le opere di molti autori itali... more Come definire l’identità umana? Questa domanda sembra attraversare le opere di molti autori italiani del Novecento, impegnati nel tentativo di rappresentare e comprendere cosa sia davvero un essere umano, in relazione a quanto viene percepito come non umano, dunque non solo gli animali e le macchine ma addirittura gli stranieri. Nei racconti di Primo Levi e nelle Medee di Alvaro e Pasolini è possibile vedere come gli esseri umani si rispecchino, anche se ambiguamente, nell’alterità degli animali e perfino nella materialità non vivente degli oggetti tecnologici, mentre arrivano spesso a disconoscere l’umanità nei loro simili di differenti culture e costumi.

Partendo da una formazione fortemente legata ai modelli francesi, Montale si avvicina gradualment... more Partendo da una formazione fortemente legata ai modelli francesi, Montale si avvicina gradualmente alla cultura anglosassone, complice la sua forzata e non sempre gradita attività di traduttore. Anche in veste di corrispondente giornalistico le sue osservazioni di cronista e interprete della società contemporanea si soffermano spesso sui paesi d’oltremanica e d’oltreoceano per indagarne il ruolo nel sistema culturale d’Occidente. Viste da una prospettiva d’insieme, opere apparentemente slegate come traduzioni, prose critiche, prose narrative e poesie in qualche modo di ambientazione angloamericana fanno straordinariamente corpo e rivelano molteplici interconnessioni. Di particolare interesse i lavori dedicati ad Eliot, a Shakespeare, a Dickinson, a Pound e molti altri. Un suggestivo percorso critico porta Montale a riscoprire, «fuori di casa», frammenti della propria tradizione letteraria (a rileggere, ad esempio, Dante attraverso Eliot e Pound).
Visti come «acme indiscusso» della civiltà occidentale, Inghilterra e Stati Uniti mostrano più chiaramente i pericoli della tecnocrazia e della disumanizzazione configurate come vera e propria Apocalisse, tematica fondamentale per comprendere l’ultima produzione in versi e in prosa di Montale. Per questo motivo le lucide analisi dei modelli letterari inglesi, accompagnate spesso da traduzioni elettive di straordinario spessore poetico, diventano sede di una riflessione quanto mai serrata e attuale sul ruolo della cultura in Europa, sulla circolazione di idee e opere letterarie e forse sul destino stesso dell’arte in un mondo sempre più governato dalla pervasiva sovranità tecnologica.
Articoli rev. paritaria / Peer-Reviewed Articles by Francesco Sielo

«Horizonte – Neue Serie. Italianistische Zeitschrift für Kulturwissenschaft und Gegenwartsliteratur. Rivista d’Italianistica e di letteratura contemporanea», 2024
The literary representation of industrialization in Campania throughout the 20th century has rema... more The literary representation of industrialization in Campania throughout the 20th century has remained marginal compared to the predominant interest in themes such as urban poverty and landscape beauty. This renders particularly significant those few texts that not only document life in the factory but also offer reflections and in-depth analyses—sometimes bordering on literary digression, at other times approaching journalistic inquiry or sociological research—on the role of industrialization in improving the living conditions of marginalized social classes, as well as its almost invariably negative impact on the ecological integrity of the landscape.
This study aims to examine, from a geo-ecocritical perspective, the works of Bernari, Prisco, Ottieri, and Rea, who have depicted the identity transformations of places and social groups associated with industrial development. Their narratives explore the evolution of disadvantaged classes within the factory-based economy and the ecological and landscape transformations brought about by industrialization.
Journal of Modern Italian Studies, 2023
Elena Ferrante’s saga L’amica geniale (My Brilliant Friend, 2012, 2013, 2014, 2015) tells the sto... more Elena Ferrante’s saga L’amica geniale (My Brilliant Friend, 2012, 2013, 2014, 2015) tells the story of a poor neighbourhood of Naples from the post-war to the present day. Drawing on a sociological analysis of the living conditions that characterise the setting of the novel (e.g. social exclusion, ghettoisation, widespread illegality, endemic violence, women’s oppression), we explore and criticise the ethnographic imagination that informs the author’s representation of the local dynamics of urban poverty. The criticism builds on the comparison with other authors whose’ fiction played a crucial role in the representation of Naples’ urban poor: Giuseppe Marotta, Curzio Malaparte, and Anna Maria Ortese.
Journal of Modern Italian Studies, 2023
Elena Ferrante’s saga L’amica geniale (My Brilliant Friend, 2012, 2013, 2014, 2015) tells the sto... more Elena Ferrante’s saga L’amica geniale (My Brilliant Friend, 2012, 2013, 2014, 2015) tells the story of a poor neighbourhood of Naples from the post-war to the present day. Drawing on a sociological analysis of the living conditions that characterise the setting of the novel (e.g. social exclusion, ghettoisation, widespread illegality, endemic violence, women’s oppression), we explore and criticise the ethnographic imagination that informs the author’s representation of the local dynamics of urban poverty. The criticism builds on the comparison with other authors whose’ fiction played a crucial role in the representation of Naples’ urban poor: Giuseppe Marotta, Curzio Malaparte, and Anna Maria Ortese.

Polygraphia, 2020
L'articolo si concentra sul particolare tipo di rappresentazione dei luoghi data da Elena Ferrant... more L'articolo si concentra sul particolare tipo di rappresentazione dei luoghi data da Elena Ferrante ne L'amore molesto, attraverso il confronto con la trasposizione cinematografica di Mario Martone. Testo letterario altamente descrittivo, che utilizza i luoghi di Napoli come elemento imprescindibile, si rivela però non riducibile a una narrazione pienamente realistica, bensì interpretabile come risultato di un difficile equilibrio tra realismo e visionarietà.
This article tackles the representation of places in L'amore molesto by Elena Ferrante, through a comparison with the cinematographic transposition of the novel made by Mario Martone. Although L'amore molesto is highly descriptive and uses city's places as essential elements, perhaps it does not belong to a fully realistic narrative but can be considered as the result of a difficult balance between realism and visionary.
«Oblio. Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca», 2020
L’articolo analizza da una prospettiva geocritica le peculiarità della rappresentazione letterari... more L’articolo analizza da una prospettiva geocritica le peculiarità della rappresentazione letteraria di Napoli nella contemporaneità, attraverso il caso di studio delle opere di Annamaria Ortese e Curzio Malaparte. Nato da un rapporto complesso con il realismo, il "landtelling" contemporaneo di una delle città più rappresentative del meridione può forse essere ascritto al genere utopico-distopico.
This paper takes a geocritical perspective on the literary representation of contemporary Naples by focussing on the works of Annamaria Ortese and Curzio Malaparte. Stemming from a complex relationship with realism, the “land-telling” of one of the most iconic cities of southern Italy can be arguably ascribed to the utopian-dystopian genre.

Ci si propone di indagare come le rappresentazioni di Napoli nelle opere di Curzio Malaparte poss... more Ci si propone di indagare come le rappresentazioni di Napoli nelle opere di Curzio Malaparte possano essere ascritte al genere distopico, se analizzate dal punto di vista delle due caratteristiche principali del genere come vengono definite da René Girard e Northrop Frye: l'abolizione dei limiti e il rovesciamento parodico. Entrambe queste dinamiche si ritrovano nei romanzi malapartiani Kaputt e La pelle e si manifestano nell’espressione di numerose tematiche, tra cui quella fondamentale è probabilmente la descrizione del corporeo.
We intend to investigate how the representations of Naples in the novels of Curzio Malaparte can be ascribed to the dystopian genre, if analyzed from the point of view of the two main characteristics of the genre as defined by René Girard and Northrop Frye: undifferentiation and parodic reversal. Both of these dynamics can be found in novels as Kaputt and La pelle and show themselves in many themes, among which the most important is probably the description of the body.

Nella riflessione di Ungaretti risulta centrale l’opposizione all’ossessione lirica della materia... more Nella riflessione di Ungaretti risulta centrale l’opposizione all’ossessione lirica della materia propria dei futuristi: parallelamente tuttavia il poeta dimostra un’intensa attenzione, in diversi saggi critici, verso l’arte informale e le poetiche della materia di Fautrier, Burri e Michaux. Nell’Informale Ungaretti vede la protesta di un uomo disumanizzato dalla macchina, che si esprime attraverso un linguaggio ormai ridotto a pura materia, per riuscire a testimoniare la «dismisura da apocalisse» del nostro tempo.
If on the one hand Ungaretti objected to the lyrical obsession with material typical of the Futurists, on the other hand he showed a deep interest, in his critical essays, towards non-representational art and the material poetics advocated by Fautrier, Burri and Michaux. In non-representational art Ungaretti saw the rebellion of man dehumanized by machines, a protest centred on a language whittled down to pure material, aiming to bear witness to the “apocalyptic excess” of our time.

«Esperienze letterarie», 2017
Esoterismo e tecnologia a confronto in Emilio Salgari
L’articolo si concentra sul rapporto tra e... more Esoterismo e tecnologia a confronto in Emilio Salgari
L’articolo si concentra sul rapporto tra esotico, esoterico e tecnologia in tre romanzi del ciclo dei pirati di Emilio Salgari. Ne I misteri della jungla nera, accanto a un esotismo piuttosto comune Salgari introduce il tema dell’esoterismo per poi darne una significativa amplificazione nel romanzo successivo I pirati della Malesia. Il Re del Mare, terzo romanzo in esame, esaurisce il tema ponendolo a confronto con la tematica tecnologica. L’irrompere della tecnologia modifica radicalmente il concetto di avventura che, dal gusto ottocentesco basato sul meraviglioso esotico/esoterico, evolve nella moderna avventura fantascientifica.
Esotericism and technology in Emilio Salgari
The article focuses on the relationship between exotic, esoteric and technological in the three novels of the Indo-Malay cycle of Emilio Salgari. In The Mystery of the Black Jungle, alongside a rather common exoticism, Salgari presents the theme of esotericism and then gives it a significant amplification in the next novel The Pirates of Malaysia. The King of the Sea, the third novel in question, complete the theme by comparing it with the technological theme. The rises of technology radically modifies the concept of adventure, based in the nineteenth century on exotic/esoteric, that evolves into the modern science fiction.
L'uso montaliano dell'intertestualità è particolarmente significativo nel caso del rapporto tra i... more L'uso montaliano dell'intertestualità è particolarmente significativo nel caso del rapporto tra il poeta italiano e quegli autori di lingua inglese che, nati in America, scelgono l'Europa come patria e cultura d'elezione.
Interagendo con questi autori, Eliot e Pound soprattutto, Montale riscopre segmenti della propria tradizione letteraria come Dante e Petrarca attraverso gli occhi degli 'stranieri', recuperando quindi una freschezza interpretativa che gli consente di analizzare con maggiore lucidità il destino dell' homo europaeus e della sua poesia.

«Si può ammirare una poesia di cui non si accettano le idee?», questa è la domanda che Montale to... more «Si può ammirare una poesia di cui non si accettano le idee?», questa è la domanda che Montale torna ostinatamente a chiedersi in tutte le prose critiche da lui dedicate, nel corso di circa un ventennio, al poeta americano Ezra Pound.
Questo interrogativo si rivela indice di una preoccupazione profonda, circa i rapporti tra etica e letteratura, che il poeta tenta puntualmente di ignorare o dissimulare e che finisce invece per riproporre quasi ossessivamente.
Per poter “salvare” la poesia poundiana Montale mette in atto le più svariate strategie: dal coinvolgere nell'analisi interpretativa l'intero gruppo degli 'esuli' americani (e dunque Hemingway, Eliot, Whitman, Henry Miller e altri) al distinguere, anche forzosamente, la figura del Pound poeta da quella dell'uomo, fino addirittura a considerare il caso Pound come parte di una deriva culturale più vasta, comprendente l'intera contemporaneità e forse, come direbbe Nozzoli, 'i destini stessi dell'uomo d'occidente'.
Quest'articolo si propone di valutare premesse ed esiti della pluriennale riflessione montaliana su etica e letteratura nel caso, davvero cruciale, di Ezra Pound, offrendo una panoramica quanto più possibile completa, dal dibattito tra Montale e Indro Montanelli a proposito delle idee fasciste del poeta americano fino al rapporto tra la poesia di Pound e quella di Montale stesso. Rapporto che Montale esplicita, forse involontariamente, definendo infine la poesia di Pound come 'canti di prigioniero', una definizione che non può non ricordare le straordinarie immagini del montaliano Sogno di un prigioniero.

I romanzi Dissipatio H. G. e The Purple Cloud, entrambi tra le prime testimonianze del tema dell’... more I romanzi Dissipatio H. G. e The Purple Cloud, entrambi tra le prime testimonianze del tema dell’ “ultimo uomo sulla Terra” nelle rispettive letterature, mostrano un ampio uso dell’ironia, contrariamente a quanto diverrà canonico nel genere apocalittico-distopico.
Attraverso un confronto tra elementi dei due romanzi che non trovano riscontro in altre opere del genere, il presente contributo intende analizzare la dinamica tra la rappresentazione ironica della contemporaneità come distopia, l’evento catastrofico e la successiva rifondazione della civiltà su basi utopiche.
Tra le tematiche comuni alle due opere fondamentale è il rapporto di conservazione e monumentizzazione dei resti del passato che si rovescia parodicamente in un’ansia di distruzione che i protagonisti mostrano verso ogni testimonianza della storia umana e in particolar modo verso gli oggetti della civiltà moderna.
La critica ironica verso la contemporaneità si converte quindi nei due autori nella volontà psicologica di riepilogare e poi «parentesizzare», attraverso una narrazione apocalittica, ogni aspetto della cultura contemporanea, per poter in seguito riattivare una progettualità utopica.
Dissipatio H. G. and The Purple Cloud are among the earliest manifestations, in both literatures, of “last man on Earth” tales and both display an unusual ironic mode, clearly against what will be usual in the in the apocalyptic-dystopian genre.
Through a comparison between those elements of two text that have no equal in other literary works, this article aims to analyze the dynamics dystopia-apocalypse-utopia, from an ironic description of our world as dystopian, through the apocalypse, up to a possible utopian, new beginning.
Among the common issues, the most meaningful is that the preservation of relics of past civilization becomes, in both authors, a destructive fury, that characters show against all human remains and especially against items of modern civilization.
Ironic criticism of contemporary society became, in both authors, psychological will to summarize and then «parentesizzare», parenthesize, through an apocalyptic narration, every aspects of contemporanean culture, in order to reactivate an utopian imagery.
L'articolo si propone di esaminare i rapporti e le possibili convergenze tra la poesia di Eugenio... more L'articolo si propone di esaminare i rapporti e le possibili convergenze tra la poesia di Eugenio Montale e quella di Emily Dickinson, partendo dall’analisi della traduzione montaliana del componimento n.1593, intitolato The Storm dai primi editori della Dickinson. Si evidenzieranno quindi le influenze reciproche tra il Montale traduttore e il Montale poeta durante quell’azione di interpretazione, fraintendimento e riscrittura che è la traduzione letteraria.
Infine l’affinità tra i due autori si dimostrerà essere soprattutto tematica, individuabile nel carattere ‘apocalittico’ di parte delle rispettive produzioni. La riflessione di entrambi su tempo, eternità e istante, dà luogo infatti a una sorta di metafisica della rivelazione, in cui il significato, incarnandosi, si rende parola.
«Quaderns de Cine», Universidad de Alicante, Alicante, 2013
In quest’articolo si analizzano le influenze, riscontrabili nelle poesie, nelle prose narrative e... more In quest’articolo si analizzano le influenze, riscontrabili nelle poesie, nelle prose narrative e nei reportages giornalistici, della letteratura francese nella prima produzione montaliana. La lettura giovanile di poeti, critici e soprattutto prosatori francesi, tra cui in particolare Maurice de Guérin, impronta Ossi di seppia e parte delle Occasioni, proiettandosi anche sul Montale maturo che, pur prediligendo la cultura inglese, baluardo contro il tecnicismo moderno, non perde interesse per la «domestica Francia» dove «natura e arte si confondono».
L'attesa mistica come attesa consapevole del nulla è uno dei temi fondamentali del pensiero di Si... more L'attesa mistica come attesa consapevole del nulla è uno dei temi fondamentali del pensiero di Simone Weil. Parallelamente si indaga l'antitesi di immaginazione e esercizio ascetico, l'una impegnata a "colmare il vuoto" dell'esistere e l'altro teso al contrario a riconoscere come ogni esistenza, persino l'esistenza di Dio, non è che un vuoto.
Relazioni a convegni / Conference Presentations by Francesco Sielo
Uploads
Monografie / Scientific books - Monographs by Francesco Sielo
Nei saggi qui raccolti si analizzano le contrapposizioni tra paesaggio naturale idilliaco e società urbana distopica, tra classi deprivate ed egemonia borghese, tra cultura tradizionale e tensione modernizzatrice, tra stereotipo romanticizzante e stereotipo stigmatizzante.
Le analisi dei testi di Bernari, Ferrante, Malaparte, Marotta, Montesano, Prisco, Ortese, Ottieri, Ermanno Rea mostrano come la ricerca letteraria della Napoli reale conduca spesso alla costruzione di una Napoli visionaria, irrealistica e fantastica eppure indubbiamente viva, e come quest’ultima influenzi e modifichi l’essenza stessa, in fondo sconosciuta e inconoscibile, della città reale.
Realism and visionary imagination are perhaps the two poles that shape 20th-century literary narratives of the city of Naples. Though seemingly opposed, they interact and often coexist in unexpected ways, forming a representation structured through antitheses and thematic contrasts.
The essays collected in this volume analyze the oppositions between the idyllic natural landscape and the dystopian urban society, between marginalized classes and bourgeois hegemony, between traditional culture and modernizing impulses, and between romanticized and stigmatizing stereotypes.
Through an examination of the works of Bernari, Ferrante, Malaparte, Marotta, Montesano, Prisco, Ortese, Ottieri, and Ermanno Rea, this study reveals how the literary quest for a "real" Naples frequently leads to the construction of a visionary, unrealistic, and fantastical city—one that, despite its fictitious nature, remains undeniably vivid. Moreover, this imagined Naples ultimately reshapes and alters the very essence of the real city, an entity that remains, in many ways, unknown and unknowable.
Visti come «acme indiscusso» della civiltà occidentale, Inghilterra e Stati Uniti mostrano più chiaramente i pericoli della tecnocrazia e della disumanizzazione configurate come vera e propria Apocalisse, tematica fondamentale per comprendere l’ultima produzione in versi e in prosa di Montale. Per questo motivo le lucide analisi dei modelli letterari inglesi, accompagnate spesso da traduzioni elettive di straordinario spessore poetico, diventano sede di una riflessione quanto mai serrata e attuale sul ruolo della cultura in Europa, sulla circolazione di idee e opere letterarie e forse sul destino stesso dell’arte in un mondo sempre più governato dalla pervasiva sovranità tecnologica.
Articoli rev. paritaria / Peer-Reviewed Articles by Francesco Sielo
This study aims to examine, from a geo-ecocritical perspective, the works of Bernari, Prisco, Ottieri, and Rea, who have depicted the identity transformations of places and social groups associated with industrial development. Their narratives explore the evolution of disadvantaged classes within the factory-based economy and the ecological and landscape transformations brought about by industrialization.
This article tackles the representation of places in L'amore molesto by Elena Ferrante, through a comparison with the cinematographic transposition of the novel made by Mario Martone. Although L'amore molesto is highly descriptive and uses city's places as essential elements, perhaps it does not belong to a fully realistic narrative but can be considered as the result of a difficult balance between realism and visionary.
This paper takes a geocritical perspective on the literary representation of contemporary Naples by focussing on the works of Annamaria Ortese and Curzio Malaparte. Stemming from a complex relationship with realism, the “land-telling” of one of the most iconic cities of southern Italy can be arguably ascribed to the utopian-dystopian genre.
We intend to investigate how the representations of Naples in the novels of Curzio Malaparte can be ascribed to the dystopian genre, if analyzed from the point of view of the two main characteristics of the genre as defined by René Girard and Northrop Frye: undifferentiation and parodic reversal. Both of these dynamics can be found in novels as Kaputt and La pelle and show themselves in many themes, among which the most important is probably the description of the body.
If on the one hand Ungaretti objected to the lyrical obsession with material typical of the Futurists, on the other hand he showed a deep interest, in his critical essays, towards non-representational art and the material poetics advocated by Fautrier, Burri and Michaux. In non-representational art Ungaretti saw the rebellion of man dehumanized by machines, a protest centred on a language whittled down to pure material, aiming to bear witness to the “apocalyptic excess” of our time.
L’articolo si concentra sul rapporto tra esotico, esoterico e tecnologia in tre romanzi del ciclo dei pirati di Emilio Salgari. Ne I misteri della jungla nera, accanto a un esotismo piuttosto comune Salgari introduce il tema dell’esoterismo per poi darne una significativa amplificazione nel romanzo successivo I pirati della Malesia. Il Re del Mare, terzo romanzo in esame, esaurisce il tema ponendolo a confronto con la tematica tecnologica. L’irrompere della tecnologia modifica radicalmente il concetto di avventura che, dal gusto ottocentesco basato sul meraviglioso esotico/esoterico, evolve nella moderna avventura fantascientifica.
Esotericism and technology in Emilio Salgari
The article focuses on the relationship between exotic, esoteric and technological in the three novels of the Indo-Malay cycle of Emilio Salgari. In The Mystery of the Black Jungle, alongside a rather common exoticism, Salgari presents the theme of esotericism and then gives it a significant amplification in the next novel The Pirates of Malaysia. The King of the Sea, the third novel in question, complete the theme by comparing it with the technological theme. The rises of technology radically modifies the concept of adventure, based in the nineteenth century on exotic/esoteric, that evolves into the modern science fiction.
Interagendo con questi autori, Eliot e Pound soprattutto, Montale riscopre segmenti della propria tradizione letteraria come Dante e Petrarca attraverso gli occhi degli 'stranieri', recuperando quindi una freschezza interpretativa che gli consente di analizzare con maggiore lucidità il destino dell' homo europaeus e della sua poesia.
Questo interrogativo si rivela indice di una preoccupazione profonda, circa i rapporti tra etica e letteratura, che il poeta tenta puntualmente di ignorare o dissimulare e che finisce invece per riproporre quasi ossessivamente.
Per poter “salvare” la poesia poundiana Montale mette in atto le più svariate strategie: dal coinvolgere nell'analisi interpretativa l'intero gruppo degli 'esuli' americani (e dunque Hemingway, Eliot, Whitman, Henry Miller e altri) al distinguere, anche forzosamente, la figura del Pound poeta da quella dell'uomo, fino addirittura a considerare il caso Pound come parte di una deriva culturale più vasta, comprendente l'intera contemporaneità e forse, come direbbe Nozzoli, 'i destini stessi dell'uomo d'occidente'.
Quest'articolo si propone di valutare premesse ed esiti della pluriennale riflessione montaliana su etica e letteratura nel caso, davvero cruciale, di Ezra Pound, offrendo una panoramica quanto più possibile completa, dal dibattito tra Montale e Indro Montanelli a proposito delle idee fasciste del poeta americano fino al rapporto tra la poesia di Pound e quella di Montale stesso. Rapporto che Montale esplicita, forse involontariamente, definendo infine la poesia di Pound come 'canti di prigioniero', una definizione che non può non ricordare le straordinarie immagini del montaliano Sogno di un prigioniero.
Attraverso un confronto tra elementi dei due romanzi che non trovano riscontro in altre opere del genere, il presente contributo intende analizzare la dinamica tra la rappresentazione ironica della contemporaneità come distopia, l’evento catastrofico e la successiva rifondazione della civiltà su basi utopiche.
Tra le tematiche comuni alle due opere fondamentale è il rapporto di conservazione e monumentizzazione dei resti del passato che si rovescia parodicamente in un’ansia di distruzione che i protagonisti mostrano verso ogni testimonianza della storia umana e in particolar modo verso gli oggetti della civiltà moderna.
La critica ironica verso la contemporaneità si converte quindi nei due autori nella volontà psicologica di riepilogare e poi «parentesizzare», attraverso una narrazione apocalittica, ogni aspetto della cultura contemporanea, per poter in seguito riattivare una progettualità utopica.
Dissipatio H. G. and The Purple Cloud are among the earliest manifestations, in both literatures, of “last man on Earth” tales and both display an unusual ironic mode, clearly against what will be usual in the in the apocalyptic-dystopian genre.
Through a comparison between those elements of two text that have no equal in other literary works, this article aims to analyze the dynamics dystopia-apocalypse-utopia, from an ironic description of our world as dystopian, through the apocalypse, up to a possible utopian, new beginning.
Among the common issues, the most meaningful is that the preservation of relics of past civilization becomes, in both authors, a destructive fury, that characters show against all human remains and especially against items of modern civilization.
Ironic criticism of contemporary society became, in both authors, psychological will to summarize and then «parentesizzare», parenthesize, through an apocalyptic narration, every aspects of contemporanean culture, in order to reactivate an utopian imagery.
Infine l’affinità tra i due autori si dimostrerà essere soprattutto tematica, individuabile nel carattere ‘apocalittico’ di parte delle rispettive produzioni. La riflessione di entrambi su tempo, eternità e istante, dà luogo infatti a una sorta di metafisica della rivelazione, in cui il significato, incarnandosi, si rende parola.
Relazioni a convegni / Conference Presentations by Francesco Sielo
Nei saggi qui raccolti si analizzano le contrapposizioni tra paesaggio naturale idilliaco e società urbana distopica, tra classi deprivate ed egemonia borghese, tra cultura tradizionale e tensione modernizzatrice, tra stereotipo romanticizzante e stereotipo stigmatizzante.
Le analisi dei testi di Bernari, Ferrante, Malaparte, Marotta, Montesano, Prisco, Ortese, Ottieri, Ermanno Rea mostrano come la ricerca letteraria della Napoli reale conduca spesso alla costruzione di una Napoli visionaria, irrealistica e fantastica eppure indubbiamente viva, e come quest’ultima influenzi e modifichi l’essenza stessa, in fondo sconosciuta e inconoscibile, della città reale.
Realism and visionary imagination are perhaps the two poles that shape 20th-century literary narratives of the city of Naples. Though seemingly opposed, they interact and often coexist in unexpected ways, forming a representation structured through antitheses and thematic contrasts.
The essays collected in this volume analyze the oppositions between the idyllic natural landscape and the dystopian urban society, between marginalized classes and bourgeois hegemony, between traditional culture and modernizing impulses, and between romanticized and stigmatizing stereotypes.
Through an examination of the works of Bernari, Ferrante, Malaparte, Marotta, Montesano, Prisco, Ortese, Ottieri, and Ermanno Rea, this study reveals how the literary quest for a "real" Naples frequently leads to the construction of a visionary, unrealistic, and fantastical city—one that, despite its fictitious nature, remains undeniably vivid. Moreover, this imagined Naples ultimately reshapes and alters the very essence of the real city, an entity that remains, in many ways, unknown and unknowable.
Visti come «acme indiscusso» della civiltà occidentale, Inghilterra e Stati Uniti mostrano più chiaramente i pericoli della tecnocrazia e della disumanizzazione configurate come vera e propria Apocalisse, tematica fondamentale per comprendere l’ultima produzione in versi e in prosa di Montale. Per questo motivo le lucide analisi dei modelli letterari inglesi, accompagnate spesso da traduzioni elettive di straordinario spessore poetico, diventano sede di una riflessione quanto mai serrata e attuale sul ruolo della cultura in Europa, sulla circolazione di idee e opere letterarie e forse sul destino stesso dell’arte in un mondo sempre più governato dalla pervasiva sovranità tecnologica.
This study aims to examine, from a geo-ecocritical perspective, the works of Bernari, Prisco, Ottieri, and Rea, who have depicted the identity transformations of places and social groups associated with industrial development. Their narratives explore the evolution of disadvantaged classes within the factory-based economy and the ecological and landscape transformations brought about by industrialization.
This article tackles the representation of places in L'amore molesto by Elena Ferrante, through a comparison with the cinematographic transposition of the novel made by Mario Martone. Although L'amore molesto is highly descriptive and uses city's places as essential elements, perhaps it does not belong to a fully realistic narrative but can be considered as the result of a difficult balance between realism and visionary.
This paper takes a geocritical perspective on the literary representation of contemporary Naples by focussing on the works of Annamaria Ortese and Curzio Malaparte. Stemming from a complex relationship with realism, the “land-telling” of one of the most iconic cities of southern Italy can be arguably ascribed to the utopian-dystopian genre.
We intend to investigate how the representations of Naples in the novels of Curzio Malaparte can be ascribed to the dystopian genre, if analyzed from the point of view of the two main characteristics of the genre as defined by René Girard and Northrop Frye: undifferentiation and parodic reversal. Both of these dynamics can be found in novels as Kaputt and La pelle and show themselves in many themes, among which the most important is probably the description of the body.
If on the one hand Ungaretti objected to the lyrical obsession with material typical of the Futurists, on the other hand he showed a deep interest, in his critical essays, towards non-representational art and the material poetics advocated by Fautrier, Burri and Michaux. In non-representational art Ungaretti saw the rebellion of man dehumanized by machines, a protest centred on a language whittled down to pure material, aiming to bear witness to the “apocalyptic excess” of our time.
L’articolo si concentra sul rapporto tra esotico, esoterico e tecnologia in tre romanzi del ciclo dei pirati di Emilio Salgari. Ne I misteri della jungla nera, accanto a un esotismo piuttosto comune Salgari introduce il tema dell’esoterismo per poi darne una significativa amplificazione nel romanzo successivo I pirati della Malesia. Il Re del Mare, terzo romanzo in esame, esaurisce il tema ponendolo a confronto con la tematica tecnologica. L’irrompere della tecnologia modifica radicalmente il concetto di avventura che, dal gusto ottocentesco basato sul meraviglioso esotico/esoterico, evolve nella moderna avventura fantascientifica.
Esotericism and technology in Emilio Salgari
The article focuses on the relationship between exotic, esoteric and technological in the three novels of the Indo-Malay cycle of Emilio Salgari. In The Mystery of the Black Jungle, alongside a rather common exoticism, Salgari presents the theme of esotericism and then gives it a significant amplification in the next novel The Pirates of Malaysia. The King of the Sea, the third novel in question, complete the theme by comparing it with the technological theme. The rises of technology radically modifies the concept of adventure, based in the nineteenth century on exotic/esoteric, that evolves into the modern science fiction.
Interagendo con questi autori, Eliot e Pound soprattutto, Montale riscopre segmenti della propria tradizione letteraria come Dante e Petrarca attraverso gli occhi degli 'stranieri', recuperando quindi una freschezza interpretativa che gli consente di analizzare con maggiore lucidità il destino dell' homo europaeus e della sua poesia.
Questo interrogativo si rivela indice di una preoccupazione profonda, circa i rapporti tra etica e letteratura, che il poeta tenta puntualmente di ignorare o dissimulare e che finisce invece per riproporre quasi ossessivamente.
Per poter “salvare” la poesia poundiana Montale mette in atto le più svariate strategie: dal coinvolgere nell'analisi interpretativa l'intero gruppo degli 'esuli' americani (e dunque Hemingway, Eliot, Whitman, Henry Miller e altri) al distinguere, anche forzosamente, la figura del Pound poeta da quella dell'uomo, fino addirittura a considerare il caso Pound come parte di una deriva culturale più vasta, comprendente l'intera contemporaneità e forse, come direbbe Nozzoli, 'i destini stessi dell'uomo d'occidente'.
Quest'articolo si propone di valutare premesse ed esiti della pluriennale riflessione montaliana su etica e letteratura nel caso, davvero cruciale, di Ezra Pound, offrendo una panoramica quanto più possibile completa, dal dibattito tra Montale e Indro Montanelli a proposito delle idee fasciste del poeta americano fino al rapporto tra la poesia di Pound e quella di Montale stesso. Rapporto che Montale esplicita, forse involontariamente, definendo infine la poesia di Pound come 'canti di prigioniero', una definizione che non può non ricordare le straordinarie immagini del montaliano Sogno di un prigioniero.
Attraverso un confronto tra elementi dei due romanzi che non trovano riscontro in altre opere del genere, il presente contributo intende analizzare la dinamica tra la rappresentazione ironica della contemporaneità come distopia, l’evento catastrofico e la successiva rifondazione della civiltà su basi utopiche.
Tra le tematiche comuni alle due opere fondamentale è il rapporto di conservazione e monumentizzazione dei resti del passato che si rovescia parodicamente in un’ansia di distruzione che i protagonisti mostrano verso ogni testimonianza della storia umana e in particolar modo verso gli oggetti della civiltà moderna.
La critica ironica verso la contemporaneità si converte quindi nei due autori nella volontà psicologica di riepilogare e poi «parentesizzare», attraverso una narrazione apocalittica, ogni aspetto della cultura contemporanea, per poter in seguito riattivare una progettualità utopica.
Dissipatio H. G. and The Purple Cloud are among the earliest manifestations, in both literatures, of “last man on Earth” tales and both display an unusual ironic mode, clearly against what will be usual in the in the apocalyptic-dystopian genre.
Through a comparison between those elements of two text that have no equal in other literary works, this article aims to analyze the dynamics dystopia-apocalypse-utopia, from an ironic description of our world as dystopian, through the apocalypse, up to a possible utopian, new beginning.
Among the common issues, the most meaningful is that the preservation of relics of past civilization becomes, in both authors, a destructive fury, that characters show against all human remains and especially against items of modern civilization.
Ironic criticism of contemporary society became, in both authors, psychological will to summarize and then «parentesizzare», parenthesize, through an apocalyptic narration, every aspects of contemporanean culture, in order to reactivate an utopian imagery.
Infine l’affinità tra i due autori si dimostrerà essere soprattutto tematica, individuabile nel carattere ‘apocalittico’ di parte delle rispettive produzioni. La riflessione di entrambi su tempo, eternità e istante, dà luogo infatti a una sorta di metafisica della rivelazione, in cui il significato, incarnandosi, si rende parola.
Giorno 3: “La civiltà della citazione: scrittura della tesi e scelta di una tradizione” (Francesco Sielo, SUN)
Utopia e distopia appaiono entrambe espressioni necessarie dell’arte e del pensiero contemporanei. Allo stesso tempo esse sono inseparabili poiché alla fantasia progettuale e rasserenante dell’utopia si collega l’immaginazione psicologicamente liberatoria, tipica della distopia, della completa dissoluzione di ogni ordine, apparentemente e ipocritamente stabile ma in effetti sull'orlo della scomparsa.
Ci si pone quindi l'obbiettivo di analizzare la correlazione tra queste due polarità in autori tra loro diversi come Giuseppe Montesano e Curzio Malaparte, alla ricerca di quei tratti in comune che potrebbero appartenere al genere della letteratura distopica.
Insospettabili affinità legano l’ardita teoria critica e la forzata e sgradita pratica del «traduttore mal pagato», segno sicuro di un interesse non casuale del poeta verso la traduzione, quando sia vista anche come attività critica, come ricerca di una tradizione letteraria fuori d’Italia in cui inserirsi e addirittura come campo di sperimentazione di quelle innovazioni stilistiche che caratterizzeranno la sua poesia dalle Occasioni in poi. L’attività del traduttore non può infatti, nelle teorie di Benjamin, essere separata da quella di critico e da quella del poeta, inteso come creatore del linguaggio. Le traduzioni non commissionate ma liberamente scelte (Eliot, Dickinson, Hopkins, Yeats, Joyce, Pound, Melville tra gli altri), delineano allora una «certa idea di poesia» che Montale ritiene di fondamentale importanza, non solo estetica ma culturale. Da lucido osservatore della realtà contemporanea, Montale vede nel mondo anglofono e nei suoi poeti lo specchio privilegiato per comprendere il proprio personale destino e il destino della cultura d’occidente.
Stefano Jossa writes that Tasso’s cell has always represented «the birthplace of modern literature and of poetry as a challenge to the prison of the world». Not just a physical jail constructed by the religious and political powers, but above all an ideological cage, imposed on the imagination by counter-reformation society.
Our analysis will highlight how the poet’s deepest suffering specifically acts as a curb on the imagination, a constraint on allowing every aspect of life (and of his poem) to enter into the designs of an orthodoxy that is, after all, meaningless.
But Tasso’s collection of letters, in the section in which we are interested, is not simply a precious documentary record: what it actually represents, as we intend to demonstrate, is a self-contained narrative piece, almost a veritable literary creation.
Our theory is supported by precise textual elements, both thematic and stylistic, the similarity with the writer’s major works and the tortuous goings-on associated with the publication and reception of this part of the collection.
And yet, wanting to try out the consistency of the letters as narrative text means that questioning which typology they belong to becomes inevitable. I intend to weigh up their pertinence to that which Sergio Zatti defines as “epic mode”.
The epic way, which naturally pervades Tasso's work, then worms its way, concealed and secretive, even within the collection of letters: Tasso constructs an epic narrative, based on the autobiography, as the only possible resistance to the imprisonment of the imagination.
Francesco Sielo