Papers by Claudio Catalano
lo Spazio e la psiche, 2022
La nostra esperienza dello spazio è il frutto di una storia evolutiva e culturale che riguarda si... more La nostra esperienza dello spazio è il frutto di una storia evolutiva e culturale che riguarda sia lo spazio visibile che quello che non si dà ai sensi ma che costituisce una parte determinante per la generazione dell’ambiente che ci circonda. Lo spazio che ci è dato percepire negli stati di coscienza ordinaria è la punta di un iceberg che affonda il suo corpo nelle acque profonde dell’inconscio del mondo. Un vasto e misterioso ambiente psichico entro il quale i nostri corpi si muovono e i nostri pensieri emergono. Una dimensione invisibile che ci accompagna fin dalla nostra preistoria, da quel momento iniziale durato migliaia di anni che corrisponde all’alba della nascita della coscienza e che ci ha permesso di edificare la complessa realtà in cui viviamo.

Il nostro pianeta è un luogo di squisita bellezza, fatto materialmente con il respiro, il sangue,... more Il nostro pianeta è un luogo di squisita bellezza, fatto materialmente con il respiro, il sangue, e le ossa dei nostri avi. Dobbiamo riprendere la nostra antica percezione della Terra come organismo, e tornare a rispettarla. James Lovelock La teoria delle catastrofi ci insegna che i grandi cambiamenti avvengono a salti, in modo discontinuo e imprevedibile; nel Diciannovesimo secolo la scoperta della geometria sferica da parte di Bernhard Riemann ci ha aperto porte prima inimmaginabili nel percorso della conoscenza. Un evento che rivoluzionò la matematica e la topologia e che sarebbe diventato la chiave per la formalizzazione della struttura stessa dell'universo. Ancora più indietro nel tempo, secoli prima la scoperta della geometria sferica, l'uomo si accorse della curvatura della Terra; due eventi correlati che ci hanno permesso di avere nuovi strumenti, e protesi concettuali per scoprire le nostre nuove Indie; dalla concezione della cosmografia mesopotamica dove il mondo era descritto come un disco piatto galleggiante nell'oceano alle nostre mappe il salto non ha riguardato tanto il dettaglio sempre più fine della rappresentazione, quanto il passaggio dal bidimensionale al tridimensionale. Un modello a tre dimensioni contiene un numero maggiore di informazioni rispetto ad un modello a due dimensioni. D'altro canto, la quantità di informazione di cui disponiamo oggi rende il modello tridimensionale inadueguato ad una descrizione accurata della realtà, le informazioni che riguardano ogni evento sono necessariamente calate in uno spazio dove la dimensione tempo riveste grande importanza e lo spazio delle relazioni è di tipo quadridimensionale, uno spazio che può essere agevolmente descritto da un ipersfera. Di seguito, pur nella necessaria concisione di questo articolo, cercherò di approfondire il perché un modello quadridimensionale potrebbe essere più adatto alla descrizione della nostra attuale visione del mondo. Da milioni di anni, in quanto esseri viventi, siamo immersi nella biosfera secondo modalità che esulano in gran parte dalla nostra consapevolezza; aree buie della percezione, sistemi nascosti che in qualche modo influiscono sulla vita di ognuno. Quello che consideriamo mondo esterno emerge da relazioni che continuamente, noi membri della grande famiglia degli esseri viventi, instauriamo con ogni cosa visibile e invisibile. Ogni ambiente, ogni atmosfera sono prima di tutto prodotti dall'accoppiamento strutturale fra noi e il mondo. La nostra stessa coscienza è definita dal nostro interagire con il mondo e dipende solo in parte dal sistema nervoso. Noi non siamo interamente nel nostro cervello ma siamo individuati dalla relazione che si instaura fra il nostro cervello, il nostro corpo e l'ambiente in cui siamo immersi. La nostra mente non è nascosta dentro il nostro corpo ma emerge dalla dinamica con cui ci relazioniamo col mondo. La percezione è legata alle azioni del corpo, un corpo animato è un corpo partecipe allo spazio e alle cose. Secondo un approccio enattivo o esternalista alla percezione, l'esperienza è prodotta dall'integrazione fra percezione e azione, secondo tale ottica il percepire è un atto creativo che genera la realtà. La vita stessa consiste in continuo sforzo per rendere il mondo reale; attraverso la manipolazione e la rappresentazione della realtà creiamo mondi mentali che indirizziamo verso una loro fattibilità nel reale, in una possibilità di esistenza, micromondi di coerenza che come bolle di sapone si fondono o esplodono incontrandosi. Considerare la percezione come atto creativo significa porsi all'interno dell'organizzazione del mondo non solo intesi come parte in continuità fisica ma soprattutto come artefici di realtà: siamo parte del paesaggio, dell'ambiente e nell'atto di percepirlo lo trasformiamo.
Nel 1946 Le Corbusier incontra Albert Einstein a Princeton in occasione del viaggio a New York pe... more Nel 1946 Le Corbusier incontra Albert Einstein a Princeton in occasione del viaggio a New York per presentare alle Nazioni Unite il suo progetto per la sede dell’ONU. Le Corbusier bussò alla porta di Einstein al 112 di Mercer Street nella speranza di un’approvazione da parte del grande scienziato sul Modulor, il sistema di proporzioni idealizzate che stava sviluppando. Le Corbusier era fiducioso: «pieno di grande speranza, era giunta l'ora, finalmente di fare grandi cose in questo grande paese».
La geometria non euclidea ci è necessaria per immaginare e visualizzare la forma dello spazio cos... more La geometria non euclidea ci è necessaria per immaginare e visualizzare la forma dello spazio così come prevista dalla teoria della relatività; si presume che il nostro universo sia un’ipersfera senza nessun centro e senza nessun bordo limite, un’ipotesi che è conseguenza della conformazione dello spaziotempo relativistico, sebbene già nel 1584 Giordano Bruno descrivesse un universo ipersferico nella sua De la causa, principio e uno : «Possiamo affermare con certezza che l'universo è tutto esso centro, o che il centro dell'universo sia dappertutto e la sua circonferenza in nessun luogo».
La teoria della relatività e la creazione architettonica di Erich Mendelsohn
La concezione della geometria da Kant ad Einstein
...guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini
neri che rappresentano l... more ...guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini
neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché,
mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili
come quelli sulla cartina della Francia?
Vincent van Gogh

Dalla quarta di copertina:
La nostra generazione vede il mondo allo stesso modo delle preceden... more Dalla quarta di copertina:
La nostra generazione vede il mondo allo stesso modo delle precedenti? È possibile che scienza e arte abbiano, di volta in volta, mutato il modo di entrare in relazione con la realtà? Molti ancora non ne sono consapevoli perché educati unicamente all’interno del mondo classico della geometria di Euclide, della matematica di Cartesio e della fisica di Newton, ma la scienza del XX secolo ha prodotto due monumentali interpretazioni che hanno minato alla base l’abituale nozione di spazio e di tempo. Negli stessi anni, l’arte ha esplorato lo spazio scoprendone analogie con l’indagine scientifica. Inaugurando la collana «Gli Strumenti» diretta da Antonino Saggio, Claudio Catalano compie un affascinante percorso tra scienza ed arte: da Newton a Boulée da Riemann a Turner, da van Gogh a Poincaré, da Einstein a Duchamp, da Heisenberg e Bohr a Cage. Catalano estrapola materiali di grande suggestione e li porge al lettore con sicura capacità divulgativa. Ne nasce un percorso ricco di scoperte e a tratti entusiasmante che spingerà il lettore a ipotizzare nuove dimensioni del proprio operare.
L'armonia nascosta di Amedeo Modigliani, note sul rapporto aureo
La cultura architettonica del XX secolo ha attuato progetti applicando un metodo cartesiano di se... more La cultura architettonica del XX secolo ha attuato progetti applicando un metodo cartesiano di separazione fra uomo e natura: si sono così prodotti sistemi chiusi di forme preordinate rispecchianti una logica dicotomica che frammenta la realtà in sistemi opposti e inconciliabili. La natura non è una macchina e il considerarla tale porta a perdere di vista le connessioni che tengono in vita l’uomo e l’intero universo. Tutto l’esistente è profondamente interconnesso e ciò implica la presa in considerazione di un’ipotesi ecologica per la quale l’equilibrio si attua attraverso l’autorganizzazione di entità complesse composte da esseri viventi e natura. Compito dell’architettura è perciò quello di dare significato al nostro essere nel mondo rendendoci parte integrante della realtà che si rivela nella sua intima essenza soltanto attraverso un’esperienza percettiva globale.
Lo spazio emozionale è uno spazio primitivo soggiacente ad ogni spazio geometrico dove si muovono... more Lo spazio emozionale è uno spazio primitivo soggiacente ad ogni spazio geometrico dove si muovono sia i corpi sia i nostri pensieri; una dimensione dove si dispiega la nostra anima. L’emozione è una lettura del testo del reale che, interpretando il mondo, lo riscrive continuamente, permettendo di cogliere la magia del mondo. Laddove il magico è lo spirito trascinante fra le cose, l’emozione è comunicazione che non si serve delle sovrastrutture della razionalità: l’emozione comunica attraverso l’intuizione della presenza a noi stessi nel mondo. L’emozione è un modo di esistenza della coscienza, una delle modalità in cui essa comprende il suo essere nel mondo. È la prima emozione del venire al mondo che si perpetua nell’abitare secondo una pienezza e una presenza nella realtà che nasce solo dalla consapevolezza di essere parte attiva nell’evoluzione dell’universo.

Nel secolo scorso il manufatto architettonico rispecchiava una logica dicotomica di separazione d... more Nel secolo scorso il manufatto architettonico rispecchiava una logica dicotomica di separazione dal mondo in accordo con il pensiero dominante di cartesiana memoria.
Il costruito si proponeva così come un sistema chiuso non comunicante con l’ambiente esterno e con i suoi flussi.
Oggi l’architettura deve fare i conti con entità ibride, che comprendano spazio, luogo, tempo e interazioni.
Tener conto dei flussi informativi della realtà costituisce il momento di transizione fra la progettazione di cose e la progettazione di sistemi, e fra un modello basato su entità discrete e un modello continuo.
Ogni sistema complesso è formato da entità discrete che interagiscono e, sviluppano una forma di autorganizzazione che consente al sistema di acquisire proprietà collettive che non sono proprie dei singoli agenti.
In quest’ottica l’architettura è intesa come campo d’interrelazione tra esseri umani, flussi di persone e di cose, sistemi materiali e ambiente. Un rapporto che si estende aldilà degli scenari tradizionali fino a suggerire una vera e propria ecologia profonda
Il mezzo di creazione della forma passa dal disegno al processo, in cui non è più il prodotto finito ad essere determinato, ma una serie parametri iniziali che si evolvono interagendo con la realtà
Il processo del pensiero si fonde con la creazione nella natura e nel flusso continuo della realtà. Per favorire lo sviluppo di una percezione nuova simultanea e non locale. Il linguaggio simbolico diviene dinamico e onnicomprensivo.
L’architettura sarà strutturalmente organica ed ecologica nel suo sistema organizzativo, nel suo modo di disporre la struttura e nel modo di scaricare forze statiche e dinamiche. Ma non simbolo della natura in quanto anche essa natura è simbolo di una realtà soggiacente.
Il nostro pianeta è un luogo di squisita bellezza, fatto materialmente con il respiro, il sangue,... more Il nostro pianeta è un luogo di squisita bellezza, fatto materialmente con il respiro, il sangue, e le ossa dei nostri avi. Dobbiamo riprendere la nostra antica percezione della Terra come organismo, e tornare a rispettarla." James Lovelock, Omaggio a Gaia.
Talks by Claudio Catalano
Albert Einstein pronunciò questo discorso il 27 gennaio 1921 presso l’Accademia Prussiana delle S... more Albert Einstein pronunciò questo discorso il 27 gennaio 1921 presso l’Accademia Prussiana delle Scienze di Berlino. Tenne la conferenza in tedesco, qui ve ne presento una traduzione in italiano. La conferenza è stata pubblicata da Methuen & Co. Ltd, Londra, nel 1922.
Books by Claudio Catalano

Boullée, 2024
L’architettura di Étienne-Louis Boullée è la testimonianza di un viaggio grandioso e visionar... more L’architettura di Étienne-Louis Boullée è la testimonianza di un viaggio grandioso e visionario in quei territori del Sublime ove l’uomo ordinario raramente si avventura. Troppo grande è il rischio di smarrirsi in un mondo dove regnano forze incontrollabili. Il sublime conduce all’estasi, all’essere fuori di Sé, all’apice dell’emozione umana. L’estrema possibilità di uscire dalla propria condizione esistenziale. Étienne-Louis Boullée si prefisse di percorrere tale via d’uscita attraverso la codifica e la riproposizione del grandioso linguaggio della natura. La sua architettura colossale e terrificante come la discesa nel Maelström di Edgar Allan Poe volle squarciare la tenace barriera che separa l’uomo dal mondo. Questo è il compito dell’architettura, che Boullée intese come arte prima ancora che come tecnica del costruire. I suoi strumenti furono la luce e le tenebre, capaci di stabilire un legame profondo tra il sacro e la conoscenza, tra la scienza e la religione. Boullée ci insegna a non distogliere lo sguardo, quasi sussurrandoci che solo attraverso lo sguardo attento e “risvegliato” possiamo riscoprire quell'unità smarrita che, in fondo, fu il fine implicito dell'illuminismo e che ancora oggi resta il fine ultimo dell’avventura umana.

OltreUmano - Per un'architettura del vivente, 2023
“...Oggi sappiamo con ragionevole certezza che i sensi non sono un tramite fra noi e il mondo, es... more “...Oggi sappiamo con ragionevole certezza che i sensi non sono un tramite fra noi e il mondo, essi non ci permettono di affacciarsi su un mondo che è lì, fuori da noi, e indifferente al nostro sguardo. I sensi «sono» il mondo, lo costruiscono continuamente. Dalle antiche filosofie fino alle più recenti scoperte scientifiche tutto lascia supporre che non vi sia un soggetto distinto dal soggetto, non vi è l'uomo distinto dalla natura. Eliminare il dualismo ontologico è il primo passo verso un cambiamento di paradigma. Un cambiamento che riguarda il nostro modo di concepire la vita nella sua globalità. Una nuova rivoluzione copernicana potrà così svelare che l’uomo è parte di un sistema complesso costituito da una varietà di modi di percepire, rappresentare e vivere la realtà. Da ciò emerge una nuova coscienza ecologica, una nuova estetica che ha come presupposto le relazioni fra i viventi. Relazioni che si instaurano attraverso una rinnovata percezione del concetto di specie”.

Architettura psichedelica, 2023
Il XX secolo è stato segnato da un’architettura funzionalista di matrice meccanica e industriale ... more Il XX secolo è stato segnato da un’architettura funzionalista di matrice meccanica e industriale che ha ridisegnato il volto delle città dal dopoguerra a oggi. Un secolo in cui l’esperienza dello spazio vissuto e l’esperienza psichedelica ponendosi su binari paralleli sembrano non essersi mai incontrate. Eppure l’esperienza psichedelica ci dice qualcosa di inaudito sul mondo, o meglio qualcosa che sappiamo fin dall’alba dell’umanità ma che abbiamo dimenticato; riscoprire questa antica sapienza ci permette di cambiare la nostra mente e il nostro mondo che quotidianamente abitiamo. Negli anni sessanta del secolo scorso Herbert Marcuse parlò di civiltà bloccata e unidimensionale capace di far apparire razionale la sua irrazionalità, di trasformare lo spreco in bisogno, e la distruzione in costruzione. Ma forse non tutto è perduto: in questa alterazione di senso fra il razionale e l’irrazionale possono trovare ancora posto idee capaci di promuovere l’arte di vivere. In tale contesto l’architettura psichedelica si pone come recupero di un certo modo di intendere gli spazi secondo coordinate che esulano dalle tipologie consolidate da anni di architettura funzionalista. Il paradigma psichedelico è ancora oggi una possibilità per uscire dal disagio provocato dalla ragione dominante aprendo a quelle ulteriori dimensioni dell’umano che ne renderebbero completa l’esistenza, oltre quella unica dimensione descritta da Marcuse già negli anni sessanta del secolo scorso.

Claudio Catalano - IL VENTRE ARCAICO Il mito della Dea Madre e l'origine dello spazio e del tempo., 2022
Un impercettibile rumore di fondo collega l’uomo contemporaneo al mondo dell’Europa preistorica, ... more Un impercettibile rumore di fondo collega l’uomo contemporaneo al mondo dell’Europa preistorica, scenario di un lungo inizio che condusse i primi umani verso una visione della natura intesa come un tutt’uno vivente, manifestazione di un principio femminile da cui ogni cosa proveniva e in cui ogni cosa faceva ritorno. Il primo autentico atto creativo rappresentato dal concepimento e dalla nascita ci riporta inesorabilmente all’origine del genere umano e allo sviluppo della coscienza. Quando, all’inizio, non eravamo che un unico essere indifferenziato, lo spazio e il tempo erano la nostra stessa sostanza. Nelle prime enigmatiche forme dell’arte preistorica e protostorica è impressa l’essenza di un pensiero antico eppur attuale: le prime domande sulla natura dello spazio e del tempo restano le ultime con le quali l’uomo contemporaneo deve ancora confrontarsi.

Le forme dell’aria , 2020
Claudio Catalano
Le forme dell’aria
Atmosfere come stati d’animo fra arte, letteratura e architet... more Claudio Catalano
Le forme dell’aria
Atmosfere come stati d’animo fra arte, letteratura e architettura
"Un legame invisibile unisce spazi e atmosfere agli stati d’animo. Una corrispondenza risonante fra la transitorietà dei fenomeni atmosferici e quella dei nostri pensieri, che travalica i confini fra l’interiorità dell’uomo e l’esteriorità del mondo. Fin dall'antichità, attraverso l’arte, la letteratura e l’architettura, l’uomo ha cercato di raffigurare e padroneggiare tali rapporti, approntando tecniche capaci di catturarne l’essenza pur di tentare quel viaggio di ritorno al tempo dell’infanzia dell’umanità, quando lo spazio interiore era tutt'uno con quello della vastità dell’orizzonte, con il lento incedere dei corpi celesti e con le evanescenti forme disegnate dalle nuvole. Spazi ineffabili si sono condensati nelle forme delle cose e dei nostri pensieri, permettendoci l’illusione di essere divisi da questo mondo che, di fatto, filtra da ogni poro della nostra esistenza, consegnandoci alla sua primaria e indivisibile unità".
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Papers by Claudio Catalano
neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché,
mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili
come quelli sulla cartina della Francia?
Vincent van Gogh
La nostra generazione vede il mondo allo stesso modo delle precedenti? È possibile che scienza e arte abbiano, di volta in volta, mutato il modo di entrare in relazione con la realtà? Molti ancora non ne sono consapevoli perché educati unicamente all’interno del mondo classico della geometria di Euclide, della matematica di Cartesio e della fisica di Newton, ma la scienza del XX secolo ha prodotto due monumentali interpretazioni che hanno minato alla base l’abituale nozione di spazio e di tempo. Negli stessi anni, l’arte ha esplorato lo spazio scoprendone analogie con l’indagine scientifica. Inaugurando la collana «Gli Strumenti» diretta da Antonino Saggio, Claudio Catalano compie un affascinante percorso tra scienza ed arte: da Newton a Boulée da Riemann a Turner, da van Gogh a Poincaré, da Einstein a Duchamp, da Heisenberg e Bohr a Cage. Catalano estrapola materiali di grande suggestione e li porge al lettore con sicura capacità divulgativa. Ne nasce un percorso ricco di scoperte e a tratti entusiasmante che spingerà il lettore a ipotizzare nuove dimensioni del proprio operare.
Il costruito si proponeva così come un sistema chiuso non comunicante con l’ambiente esterno e con i suoi flussi.
Oggi l’architettura deve fare i conti con entità ibride, che comprendano spazio, luogo, tempo e interazioni.
Tener conto dei flussi informativi della realtà costituisce il momento di transizione fra la progettazione di cose e la progettazione di sistemi, e fra un modello basato su entità discrete e un modello continuo.
Ogni sistema complesso è formato da entità discrete che interagiscono e, sviluppano una forma di autorganizzazione che consente al sistema di acquisire proprietà collettive che non sono proprie dei singoli agenti.
In quest’ottica l’architettura è intesa come campo d’interrelazione tra esseri umani, flussi di persone e di cose, sistemi materiali e ambiente. Un rapporto che si estende aldilà degli scenari tradizionali fino a suggerire una vera e propria ecologia profonda
Il mezzo di creazione della forma passa dal disegno al processo, in cui non è più il prodotto finito ad essere determinato, ma una serie parametri iniziali che si evolvono interagendo con la realtà
Il processo del pensiero si fonde con la creazione nella natura e nel flusso continuo della realtà. Per favorire lo sviluppo di una percezione nuova simultanea e non locale. Il linguaggio simbolico diviene dinamico e onnicomprensivo.
L’architettura sarà strutturalmente organica ed ecologica nel suo sistema organizzativo, nel suo modo di disporre la struttura e nel modo di scaricare forze statiche e dinamiche. Ma non simbolo della natura in quanto anche essa natura è simbolo di una realtà soggiacente.
Talks by Claudio Catalano
Books by Claudio Catalano
Le forme dell’aria
Atmosfere come stati d’animo fra arte, letteratura e architettura
"Un legame invisibile unisce spazi e atmosfere agli stati d’animo. Una corrispondenza risonante fra la transitorietà dei fenomeni atmosferici e quella dei nostri pensieri, che travalica i confini fra l’interiorità dell’uomo e l’esteriorità del mondo. Fin dall'antichità, attraverso l’arte, la letteratura e l’architettura, l’uomo ha cercato di raffigurare e padroneggiare tali rapporti, approntando tecniche capaci di catturarne l’essenza pur di tentare quel viaggio di ritorno al tempo dell’infanzia dell’umanità, quando lo spazio interiore era tutt'uno con quello della vastità dell’orizzonte, con il lento incedere dei corpi celesti e con le evanescenti forme disegnate dalle nuvole. Spazi ineffabili si sono condensati nelle forme delle cose e dei nostri pensieri, permettendoci l’illusione di essere divisi da questo mondo che, di fatto, filtra da ogni poro della nostra esistenza, consegnandoci alla sua primaria e indivisibile unità".
neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché,
mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili
come quelli sulla cartina della Francia?
Vincent van Gogh
La nostra generazione vede il mondo allo stesso modo delle precedenti? È possibile che scienza e arte abbiano, di volta in volta, mutato il modo di entrare in relazione con la realtà? Molti ancora non ne sono consapevoli perché educati unicamente all’interno del mondo classico della geometria di Euclide, della matematica di Cartesio e della fisica di Newton, ma la scienza del XX secolo ha prodotto due monumentali interpretazioni che hanno minato alla base l’abituale nozione di spazio e di tempo. Negli stessi anni, l’arte ha esplorato lo spazio scoprendone analogie con l’indagine scientifica. Inaugurando la collana «Gli Strumenti» diretta da Antonino Saggio, Claudio Catalano compie un affascinante percorso tra scienza ed arte: da Newton a Boulée da Riemann a Turner, da van Gogh a Poincaré, da Einstein a Duchamp, da Heisenberg e Bohr a Cage. Catalano estrapola materiali di grande suggestione e li porge al lettore con sicura capacità divulgativa. Ne nasce un percorso ricco di scoperte e a tratti entusiasmante che spingerà il lettore a ipotizzare nuove dimensioni del proprio operare.
Il costruito si proponeva così come un sistema chiuso non comunicante con l’ambiente esterno e con i suoi flussi.
Oggi l’architettura deve fare i conti con entità ibride, che comprendano spazio, luogo, tempo e interazioni.
Tener conto dei flussi informativi della realtà costituisce il momento di transizione fra la progettazione di cose e la progettazione di sistemi, e fra un modello basato su entità discrete e un modello continuo.
Ogni sistema complesso è formato da entità discrete che interagiscono e, sviluppano una forma di autorganizzazione che consente al sistema di acquisire proprietà collettive che non sono proprie dei singoli agenti.
In quest’ottica l’architettura è intesa come campo d’interrelazione tra esseri umani, flussi di persone e di cose, sistemi materiali e ambiente. Un rapporto che si estende aldilà degli scenari tradizionali fino a suggerire una vera e propria ecologia profonda
Il mezzo di creazione della forma passa dal disegno al processo, in cui non è più il prodotto finito ad essere determinato, ma una serie parametri iniziali che si evolvono interagendo con la realtà
Il processo del pensiero si fonde con la creazione nella natura e nel flusso continuo della realtà. Per favorire lo sviluppo di una percezione nuova simultanea e non locale. Il linguaggio simbolico diviene dinamico e onnicomprensivo.
L’architettura sarà strutturalmente organica ed ecologica nel suo sistema organizzativo, nel suo modo di disporre la struttura e nel modo di scaricare forze statiche e dinamiche. Ma non simbolo della natura in quanto anche essa natura è simbolo di una realtà soggiacente.
Le forme dell’aria
Atmosfere come stati d’animo fra arte, letteratura e architettura
"Un legame invisibile unisce spazi e atmosfere agli stati d’animo. Una corrispondenza risonante fra la transitorietà dei fenomeni atmosferici e quella dei nostri pensieri, che travalica i confini fra l’interiorità dell’uomo e l’esteriorità del mondo. Fin dall'antichità, attraverso l’arte, la letteratura e l’architettura, l’uomo ha cercato di raffigurare e padroneggiare tali rapporti, approntando tecniche capaci di catturarne l’essenza pur di tentare quel viaggio di ritorno al tempo dell’infanzia dell’umanità, quando lo spazio interiore era tutt'uno con quello della vastità dell’orizzonte, con il lento incedere dei corpi celesti e con le evanescenti forme disegnate dalle nuvole. Spazi ineffabili si sono condensati nelle forme delle cose e dei nostri pensieri, permettendoci l’illusione di essere divisi da questo mondo che, di fatto, filtra da ogni poro della nostra esistenza, consegnandoci alla sua primaria e indivisibile unità".