Papers by silvia viti
Risk is one of the key concepts of the contemporary academic debate in modern society. It determi... more Risk is one of the key concepts of the contemporary academic debate in modern society. It determines the way we deal with the chances and insecurities generated by modernization and technological innovation. Eric Landowski, one of the main scholars of the Ecole de Paris semiotic center and founder of the Socio-semiotic approach, has dedicated his thirty-yearold research to elaborate a methodology to analyze social and political discourse, to describe the relationship we build with the other, to observe the affective and passional dimension of signification. In his last essay, Les relations risquées, he faces the role played by risk in everyday interactions. Interviewed by «Equilibri», Eric Landowski explains his innovative theory of risk and offers an original analysis of the Siryan crisis.
Equilibri, 2013
Analysts, economists and businessmen agree with the forecast that
by 2050 we will witness the Af... more Analysts, economists and businessmen agree with the forecast that
by 2050 we will witness the African Renaissance: Africa will become the
new engine of the global economy. For «Equilibri» I asked Marwane Ben
Yahmed – «Jeune Afrique»’s executive director – to discuss this take off
and to underline its positive effects and the obstacles that may hinder this
growth. This interview offers a journey into the contradictions and mirages
of the African Renaissance, to investigate a possible model for a long-lasting and sustainable change.
La notte del 12 maggio 2016 lo street artist Blu, armato di rullo e pittura grigia, inaugura un'a... more La notte del 12 maggio 2016 lo street artist Blu, armato di rullo e pittura grigia, inaugura un'azione di cancellazione della propria opera nella città di Bologna. Cancellazione co-adiuvata e portata avanti anche l'indomani da attivisti dei centri sociali, collaboratori dell'artista e comuni cittadini uniti in una sorta di comunità informale che ne sposa la causa mentre altri accorrono a celebrare questo rito di sottrazione o a lamentarsene increduli, ad assistervi in ogni caso. L'attenzione si concentra in particolare sul grande murales che campeggia sul Centro Sociale XM24 (quartiere Bolognina) già in passato al centro di una mobilitazione dei cittadini per salvaguardarlo dai nuovi progetti edilizi che prevedevano la distruzione dell'edificio (luglio 2013).

La colata, un caso di efficacia. Oggigiorno l'immagine pubblicitaria ha invaso lo spazio urbano c... more La colata, un caso di efficacia. Oggigiorno l'immagine pubblicitaria ha invaso lo spazio urbano che abitiamo e attraversiamo quotidianamente. Non abbiamo a che fare semplicemente con un medium che veicola un messaggio di tipo manipolatorio, perché di fatto questo messaggio costituisce a un altro livello un luogo privilegiato del dibattito sociale. Diversamente alla fruizione passiva del messaggio pubblicitario a cui siamo esposti quando guardiamo la tv o quando sfogliamo un giornale, i poster pubblicitari per le strade supportano modalità alternative e senz'altro più interattive di fruizione. In qualità di oggetti dell'arredo urbano tra gli altri, si offrono infatti, loro malgrado, a un'interazione forzata e continua sia con lo spazio che li circonda che con i cittadini stessi. I poster pubblicitari promuovendo una griffe, un prodotto o un partito politico non fanno altro che proporci dei modelli e degli stili di vita celebrandoli come vincenti. Spesso li troviamo ripetuti in un patchwork discorsivo che ricopre le mura di interi isolati; talvolta abbiamo a che fare con poster di dimensioni talmente grandi da erigersi come obelischi, cattedrali profane che dominano l'ambiente circostante traendone il beneficio di un potere mistico. Di fronte a questa imposizione di idolatrie del mercato e a questo sfruttamento dello spazio pubblico, si affermano movimenti di protesta che rivendicano una presa di coscienza da parte dei cittadini e che trasformano i poster in supporti di un messaggio polemico, alternativo. Si tratta per lo più di una rivendicazione di spazi che passa per pratiche clandestine di risemantizzazione di quella parte dell'arredo urbano che all'occasione si fa supporto di un messaggio pubblicitario e di propaganda. Cartellonistica quindi, ma anche semafori, cassonetti, pali della luce, muri e molto altro. La Street Art ha assunto a vari livelli questa rivendicazione dello spazio urbano sviluppando dei codici espressivi tanto specifici da definire dei sotto-generi riconosciuti e etichettati in quanto tali. Le forme espressive di cui ci occuperemo in questo articolo sono riunite sotto la definizione di advertising guerrilla art. Nello specifico ci soffermeremo sui lavori di tre street artist che declinano la pratica sovversiva sotto forma di veri e propri attacchi visivi a partire dai quali potremmo parlare di forme moderne d'iconoclastia laddove la censura o l'alterazione dell'idolo, non arriva mai a eliminarne i tratti di riconoscibilità dell'idolo stesso.
L'articolo è un riadattamento dell'intervento al X Congresso AISV, Buenos Aires, ottobre 2013.
è un atto primario -forse l'atto primordiale -di trasformazione simbolica del territorio: d'altra... more è un atto primario -forse l'atto primordiale -di trasformazione simbolica del territorio: d'altra parte è camminando che l'uomo costruisce il paesaggio naturale che lo circonda nel momento in cui esplorandolo vi costruisce un nuovo ordine. Ma in cosa consiste esattamente la pratica tanto naturale quanto banale del camminare?
L'antropologo francese Marc Augé ha interrogato il rapporto tra identità e alterità a più riprese... more L'antropologo francese Marc Augé ha interrogato il rapporto tra identità e alterità a più riprese nel corso della sua opera, a partire dai dispositivi spaziali responsabili della loro articolazione.
Mon propos dans les pages qui suivent a plutôt été de décrire le reste: ce que l'on ne note génér... more Mon propos dans les pages qui suivent a plutôt été de décrire le reste: ce que l'on ne note généralement pas, ce qui ne se remarque pas, ce qui n'a pas d'importance: ce qui se passe quand il ne se passe rien, sinon du temps, des gens, des voitures et des nuages. (Georges Perec, 1970: 10) Visualizzate uno spazio. Uno qualsiasi. Pensate allo spazio che il vostro corpo occupa all'interno di questo altro spazio immaginario. Il vostro corpo è in questo spazio immaginato, ne prende parte, è dalla posizione, dalla porzione di spazio che il corpo occupa che lo esplorate.
Un percorso teorico al di qua del quadro.
Oggigiorno l'immagine pubblicitaria ha invaso lo spazio urbano che abitiamo e attraversiamo quoti... more Oggigiorno l'immagine pubblicitaria ha invaso lo spazio urbano che abitiamo e attraversiamo quotidianamente. Non abbiamo a che fare semplicemente con un medium che veicola un messaggio di tipo manipolatorio, perché di fatto questo messaggio costituisce a un altro livello un luogo privilegiato del dibattito sociale. Diversamente alla fruizione passiva del messaggio pubblicitario a cui siamo esposti quando guardiamo la tv o quando sfogliamo un giornale, i poster pubblicitari per le strade supportano modalità alternative e senz'altro più interattive di fruizione. In qualità di oggetti dell'arredo urbano tra gli altri, si offrono infatti, loro malgrado, a un'interazione forzata e continua sia con lo spazio che li circonda che con i cittadini stessi.
Silvia Viti [email protected] 1 LED THROWIES, O LE ARMI FREDDE DELLA STREET ART. Semiotica ... more Silvia Viti [email protected] 1 LED THROWIES, O LE ARMI FREDDE DELLA STREET ART. Semiotica dell'impronta e socio-semiotica a confronto.
Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d'un linguaggio; le cit... more Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d'un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell'economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi. (…) immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici." (Calvino, 1993: X) 1.

ITA
Nel corso del Novecento, la fortuna di happenings e performances contribuisce alla definizion... more ITA
Nel corso del Novecento, la fortuna di happenings e performances contribuisce alla definizione di un novo ruolo per artista e spettatore che si scoprono coinvol- ti somaticamente in quelli che non sono più soltanto percorsi cognitivi, ma vere e proprie esperienze corpo- ree in fieri fondate sull’adozione dei codici della ritua- lità, per un evento che si costruisce nell’interazione in presenza. L’esigenza di interrogare il successo di una categoria analitica, quella di efficacia simbolica, nata in seno all’antropologia e poi adottata in semiotica senza riserve per liquidare fenomeni che coinvolgessero una somaticità e una passionalità complesse, è qui alimenta- ta dall’incontro con certe manifestazioni dell’arte con- temporanea, le cui analisi mettono in luce dispositivi di interazione corpo a corpo che sfidano la logica giuntiva della narratività greimasiana. L’analisi di Omniprésence, VII performance chirurgica dell’artista Orlan, è qui oc- casione per una riflessione critica su proposte alternati- ve al problematico concetto di efficacia.
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ENG
In case of effectiveness. Open bodies and pas- sions in front of the picture
During the 90s, the fortune of happenings and perfor- mances contribute to re-define the artist and the au- dience role since they are bodily involved in somatic experiences coming from the use of rituality codes; per- formances and happenings are events built through the interaction. The purpose is to investigate the success of an analytic category, that of symbolic efficacy, that was formulated by anthropologist Lévi-Strauss and than adopted in semiotic without reserve to explain pheno- menons with a complex and collective passion device. Nowadays contemporary art codes are based on body to body interactions which challenge the junctive logic of greimasian standard narrativity. Omniprésence is the 7th surgical performance by artist Orlan and it offers us the chance for a critical thinking on alternative semiotic proposals to the old concept of efficacy.

L’obiettivo di questo contributo è quello di riflettere su come la tematica dell’estesia sia dive... more L’obiettivo di questo contributo è quello di riflettere su come la tematica dell’estesia sia divenuta un concetto chiave per la semiotica contemporanea. In particolare, approfondiremo in queste pagine la proposta di Eric Landowski, padre della così detta sociosemiotica, ten- tando di soppesarne la portata “rivoluzionaria” non tanto per il dibattito filosofico sull’estesia all’interno del quale simili riflessioni hanno una lunga tradizione, quanto piuttosto per l’economia della disciplina semi- otica; il lavoro di Landowski ha infatti dato il via a un recupero dell’eredità fenomenologica e a una sua più piena assunzione da parte della semiotica greimasiana. Con l’aiuto di un testo artistico - un breve estratto del progetto video art Provenance di Fiona Tan in mostra al padiglione tedesco della 53° Biennale di Venezia cer- cheremo quindi di andare a definire meglio quale teo- ria dell’estetica sia implicata dal modello della presa di Landowski.
El análisis del espacio urbano es una oportunidad experimental de gran interés para la semiótica ... more El análisis del espacio urbano es una oportunidad experimental de gran interés para la semiótica que se encuentra en este momento ampliando sus horizontes dedicándose al análisis de las vivencias y las prácticas cotidianas.
Thesis Chapters by silvia viti

(Resumé de la thèse de doctorat)
L’enjeu et la motivation de cette recherche est de rendre une ... more (Resumé de la thèse de doctorat)
L’enjeu et la motivation de cette recherche est de rendre une dignité théorique à toutes ces pratiques qui revendiquent une appropriation, ne serait-ce que exclusivement sémiotique, de l’espace urbain. En consonance avec la démarche de Michel De Certeau, même le concept d’art a été analysé en tant que forme d’expression quotidienne. La street art a été interrogée en tant que pratique de traversée de l’espace et en tant que style de spatialisation : le produit c’est toujours un certain effet-espace qui sous-tend un certain effet de présence.
L’exigence de ce travail c’était de faire un portrait de la ville à partir de micros narrations créatives qui la racontent comme par exemple l’intervention de Banksy sur la West Bank Barrier en Palestine, les inscriptions des pixadores brésiliens, les traversées des traceurs du Parkour, et les portraits affichés par JR. La street art c’est une narration possible de la ville, qui, comme un tatou sur la peau, en racontent les moments difficiles, en célèbrent les éléments d’identification, en souvient l’histoire (même celle des villes lointaines) dans une dialectique continue entre soi et Autre.
D’un point de vue méthodologique, nous sommes partis de l’analyse des cas pour interroger certaines problématiques sémiotiques à l’aide de la réflexion sur les interactions et les styles de vie d’Éric Landowski, celle sur les pratiques et les formes de vie de Jacques Fontanille et celle sur l’ethno-sémiotique de Francesco Marsciani. L’analyse du phénomène a été nourri par la contribution des autres sciences sociales ayant déjà réfléchi sur l’espace et sa représentation artistique, et tout particulièrement l’anthropologie.
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Papers by silvia viti
by 2050 we will witness the African Renaissance: Africa will become the
new engine of the global economy. For «Equilibri» I asked Marwane Ben
Yahmed – «Jeune Afrique»’s executive director – to discuss this take off
and to underline its positive effects and the obstacles that may hinder this
growth. This interview offers a journey into the contradictions and mirages
of the African Renaissance, to investigate a possible model for a long-lasting and sustainable change.
L'articolo è un riadattamento dell'intervento al X Congresso AISV, Buenos Aires, ottobre 2013.
Nel corso del Novecento, la fortuna di happenings e performances contribuisce alla definizione di un novo ruolo per artista e spettatore che si scoprono coinvol- ti somaticamente in quelli che non sono più soltanto percorsi cognitivi, ma vere e proprie esperienze corpo- ree in fieri fondate sull’adozione dei codici della ritua- lità, per un evento che si costruisce nell’interazione in presenza. L’esigenza di interrogare il successo di una categoria analitica, quella di efficacia simbolica, nata in seno all’antropologia e poi adottata in semiotica senza riserve per liquidare fenomeni che coinvolgessero una somaticità e una passionalità complesse, è qui alimenta- ta dall’incontro con certe manifestazioni dell’arte con- temporanea, le cui analisi mettono in luce dispositivi di interazione corpo a corpo che sfidano la logica giuntiva della narratività greimasiana. L’analisi di Omniprésence, VII performance chirurgica dell’artista Orlan, è qui oc- casione per una riflessione critica su proposte alternati- ve al problematico concetto di efficacia.
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In case of effectiveness. Open bodies and pas- sions in front of the picture
During the 90s, the fortune of happenings and perfor- mances contribute to re-define the artist and the au- dience role since they are bodily involved in somatic experiences coming from the use of rituality codes; per- formances and happenings are events built through the interaction. The purpose is to investigate the success of an analytic category, that of symbolic efficacy, that was formulated by anthropologist Lévi-Strauss and than adopted in semiotic without reserve to explain pheno- menons with a complex and collective passion device. Nowadays contemporary art codes are based on body to body interactions which challenge the junctive logic of greimasian standard narrativity. Omniprésence is the 7th surgical performance by artist Orlan and it offers us the chance for a critical thinking on alternative semiotic proposals to the old concept of efficacy.
Thesis Chapters by silvia viti
L’enjeu et la motivation de cette recherche est de rendre une dignité théorique à toutes ces pratiques qui revendiquent une appropriation, ne serait-ce que exclusivement sémiotique, de l’espace urbain. En consonance avec la démarche de Michel De Certeau, même le concept d’art a été analysé en tant que forme d’expression quotidienne. La street art a été interrogée en tant que pratique de traversée de l’espace et en tant que style de spatialisation : le produit c’est toujours un certain effet-espace qui sous-tend un certain effet de présence.
L’exigence de ce travail c’était de faire un portrait de la ville à partir de micros narrations créatives qui la racontent comme par exemple l’intervention de Banksy sur la West Bank Barrier en Palestine, les inscriptions des pixadores brésiliens, les traversées des traceurs du Parkour, et les portraits affichés par JR. La street art c’est une narration possible de la ville, qui, comme un tatou sur la peau, en racontent les moments difficiles, en célèbrent les éléments d’identification, en souvient l’histoire (même celle des villes lointaines) dans une dialectique continue entre soi et Autre.
D’un point de vue méthodologique, nous sommes partis de l’analyse des cas pour interroger certaines problématiques sémiotiques à l’aide de la réflexion sur les interactions et les styles de vie d’Éric Landowski, celle sur les pratiques et les formes de vie de Jacques Fontanille et celle sur l’ethno-sémiotique de Francesco Marsciani. L’analyse du phénomène a été nourri par la contribution des autres sciences sociales ayant déjà réfléchi sur l’espace et sa représentation artistique, et tout particulièrement l’anthropologie.
by 2050 we will witness the African Renaissance: Africa will become the
new engine of the global economy. For «Equilibri» I asked Marwane Ben
Yahmed – «Jeune Afrique»’s executive director – to discuss this take off
and to underline its positive effects and the obstacles that may hinder this
growth. This interview offers a journey into the contradictions and mirages
of the African Renaissance, to investigate a possible model for a long-lasting and sustainable change.
L'articolo è un riadattamento dell'intervento al X Congresso AISV, Buenos Aires, ottobre 2013.
Nel corso del Novecento, la fortuna di happenings e performances contribuisce alla definizione di un novo ruolo per artista e spettatore che si scoprono coinvol- ti somaticamente in quelli che non sono più soltanto percorsi cognitivi, ma vere e proprie esperienze corpo- ree in fieri fondate sull’adozione dei codici della ritua- lità, per un evento che si costruisce nell’interazione in presenza. L’esigenza di interrogare il successo di una categoria analitica, quella di efficacia simbolica, nata in seno all’antropologia e poi adottata in semiotica senza riserve per liquidare fenomeni che coinvolgessero una somaticità e una passionalità complesse, è qui alimenta- ta dall’incontro con certe manifestazioni dell’arte con- temporanea, le cui analisi mettono in luce dispositivi di interazione corpo a corpo che sfidano la logica giuntiva della narratività greimasiana. L’analisi di Omniprésence, VII performance chirurgica dell’artista Orlan, è qui oc- casione per una riflessione critica su proposte alternati- ve al problematico concetto di efficacia.
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In case of effectiveness. Open bodies and pas- sions in front of the picture
During the 90s, the fortune of happenings and perfor- mances contribute to re-define the artist and the au- dience role since they are bodily involved in somatic experiences coming from the use of rituality codes; per- formances and happenings are events built through the interaction. The purpose is to investigate the success of an analytic category, that of symbolic efficacy, that was formulated by anthropologist Lévi-Strauss and than adopted in semiotic without reserve to explain pheno- menons with a complex and collective passion device. Nowadays contemporary art codes are based on body to body interactions which challenge the junctive logic of greimasian standard narrativity. Omniprésence is the 7th surgical performance by artist Orlan and it offers us the chance for a critical thinking on alternative semiotic proposals to the old concept of efficacy.
L’enjeu et la motivation de cette recherche est de rendre une dignité théorique à toutes ces pratiques qui revendiquent une appropriation, ne serait-ce que exclusivement sémiotique, de l’espace urbain. En consonance avec la démarche de Michel De Certeau, même le concept d’art a été analysé en tant que forme d’expression quotidienne. La street art a été interrogée en tant que pratique de traversée de l’espace et en tant que style de spatialisation : le produit c’est toujours un certain effet-espace qui sous-tend un certain effet de présence.
L’exigence de ce travail c’était de faire un portrait de la ville à partir de micros narrations créatives qui la racontent comme par exemple l’intervention de Banksy sur la West Bank Barrier en Palestine, les inscriptions des pixadores brésiliens, les traversées des traceurs du Parkour, et les portraits affichés par JR. La street art c’est une narration possible de la ville, qui, comme un tatou sur la peau, en racontent les moments difficiles, en célèbrent les éléments d’identification, en souvient l’histoire (même celle des villes lointaines) dans une dialectique continue entre soi et Autre.
D’un point de vue méthodologique, nous sommes partis de l’analyse des cas pour interroger certaines problématiques sémiotiques à l’aide de la réflexion sur les interactions et les styles de vie d’Éric Landowski, celle sur les pratiques et les formes de vie de Jacques Fontanille et celle sur l’ethno-sémiotique de Francesco Marsciani. L’analyse du phénomène a été nourri par la contribution des autres sciences sociales ayant déjà réfléchi sur l’espace et sa représentation artistique, et tout particulièrement l’anthropologie.
URBAN CROSSINGS AND EVERYDAY ART.
The issue and the motivation of this research is to give a theoretical dignity to all these practices that claim an appropriation of the urban space, even out of its semiotic meaning. In consonance with Michel De Certeau approach, even the concept of art has been analyzed as an everyday form of expression. The street art has been examined either as a space-crossing practice either as a style of spatialization: the altogether product is a space-effect which underlies a certain effect of presence.
The goal of this work is to obtain a portrait of the city from a series of creative micro-narrations that illustrate it, as, for example, Banksy’s intervention on the West Bank Barrier in Palestine, the inscriptions of the Brazilian pixadores, Parkour tracers’ city crossings, the portraits posted up in the city by JR. The street art is a possible way of narration of the city, as a tattoo on the skin, it tells the hard moments, celebrates the identification elements, recollects the history (even for the far cities) with a continuous dialogue between itself and the Other.
From a methodological point of view, we started from case analyses to question certain semiotic issues with the help of Eric Landowski’s thoughts about interactions and lifestyles, Jacques Fontanille’s ones about life practices and forms, Francesco Marsciani’s reflections on ethno-semiotics. The analysis of the phenomenon has been enriched by the contribution of other social sciences which had already pondered on the concept of space and its artistic representation, anthropology among the others.
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Français
EN DEÇA DU TABLEAU, LA RUE.
TRAVERSEES URBAINES ET ARTS DU QUOTIDIEN.
L’enjeu et la motivation de cette recherche est de rendre une dignité théorique à toutes ces pratiques qui revendiquent une appropriation, ne serait-ce que exclusivement sémiotique, de l’espace urbain. En consonance avec la démarche de Michel De Certeau, même le concept d’art a été analysé en tant que forme d’expression quotidienne. La street art a été interrogée en tant que pratique de traversée de l’espace et en tant que style de spatialisation : le produit c’est toujours un certain effet-espace qui sous-tend un certain effet de présence.
L’exigence de ce travail c’était de faire un portrait de la ville à partir de micros narrations créatives qui la racontent comme par exemple l’intervention de Banksy sur la West Bank Barrier en Palestine, les inscriptions des pixadores brésiliens, les traversées des traceurs du Parkour, et les portraits affichés par JR. La street art c’est une narration possible de la ville, qui, comme un tatou sur la peau, en racontent les moments difficiles, en célèbrent les éléments d’identification, en souvient l’histoire (même celle des villes lointaines) dans une dialectique continue entre soi et Autre.
D’un point de vue méthodologique, nous sommes partis de l’analyse des cas pour interroger certaines problématiques sémiotiques à l’aide de la réflexion sur les interactions et les styles de vie d’Éric Landowski, celle sur les pratiques et les formes de vie de Jacques Fontanille et celle sur l’ethno-sémiotique de Francesco Marsciani. L’analyse du phénomène a été nourri par la contribution des autres sciences sociales ayant déjà réfléchi sur l’espace et sa représentation artistique, et tout particulièrement l’anthropologie.