Papers by Beatrice Barbiellini Amidei

CARTE ROMANZE, 2023
Il saggio si sofferma sulla celebre formula dell’amor de lonh nel vers
Lanquan li jorn di Jaufre... more Il saggio si sofferma sulla celebre formula dell’amor de lonh nel vers
Lanquan li jorn di Jaufre Rudel. Il meccanismo strutturale del componimento appare
costruito sul mot-refrain lonh e sul sintagma amor de lonh utilizzati prima con
aequivocatio e poi con ripresa-epistrofe rispettivamente nelle coblas I-V e VI-VII.
Questo dato e rimandi testuali come il longinquus amor di Properzio – già additato
da Roncaglia e Patrizia Onesta come un vero e proprio topos letterario utilizzato
nella lirica di Jaufre – e come gli amors loingtaignes del Lai d’Aristote farebbero ipotizzare che Lanquan li jorn utilizzi il sintagma poi cristallizzatosi e di enorme e
inuguagliato successo letterario nell’accezione temporale di ‘amore costante, durevole,
di lungo corso’. //
The essay is focused on the famous formula amor de lonh in Jaufre
Rudel’s Lanquan li jorn son lonc en mai. The metric structure appears to be built
around the mot-refrain lonh and the syntagm amor de lonh first with variatio and then
with epistrophe (in coblas I-V and VI-VII respectively). According to this data
and the textual references to Propertius’ longinquus amor – already considered by
Roncaglia and Patrizia Onesta as a literary topos in Jaufre’s lyric – and Lai
d’Aristote’s amors loingtaignes, the famous syntagm amor de lonh (later fixed and of
incomparable literary success) was probably used by the author in the temporal
meaning of ‘constant, long-lasting love’.
Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento
The article deals with the interpretation of Dec. I, I, and stresses the role of double of the au... more The article deals with the interpretation of Dec. I, I, and stresses the role of double of the author which is clearly visible in Ciappelletto. The notary from Prato is in fact a \uabmezzano\ubb, an intermediary, as the \uabDecameron\ubb itself and its author. The confession is an act of creativity, a parody of literature, conceived to undermine the boundaries between true and false and to remind the moralistical detractors of Boccaccio that only God can judge
Il saggio si concentra sui rapporti intertestuali tra il Dialogus Salomonis et Marcolphi e il tro... more Il saggio si concentra sui rapporti intertestuali tra il Dialogus Salomonis et Marcolphi e il trovatore Arnaut Daniel ; si accenna alla presenza del repertorio paremiologico e sentenzioso nei trovatori e si compiono alcuni brevi excursus, ad es. sul rapporto dei due testi col Cantico dei Cantici.
L''articolo presenta l''ipotesi di attribuzione a Giovanni Boccaccio dei testi co... more L''articolo presenta l''ipotesi di attribuzione a Giovanni Boccaccio dei testi compresi nel codice Riccardiano 2317, ceduto nel 1373 e che comprende il volgarizzamento dei due libri filogini del De Amore di Andrea Cappellano, a cui sono aggiunti due letterine amorose, quattro sonetti, una ballata commentata in una lettera-ragione in prosa nei modi della Vita Nuova, una lode misticheggiante alla donna amata ancora in forma di lettera e un congedo in prosa

[1] Il marchese di Sanluzzo1 da’ prieghi de’ suoi uomini costretto di pigliar moglie, per prender... more [1] Il marchese di Sanluzzo1 da’ prieghi de’ suoi uomini costretto di pigliar moglie, per prenderla a suo modo piglia una figliuola d’un villano, della quale ha due figliuoli, li quali le fa veduto d’uccidergli; poi, mostrando lei essergli rincresciuta e avere altra moglie presa a casa faccendosi ritornare la propria figliuola come se sua moglie fosse, lei avendo in camiscia cacciata e a ogni cosa trovandola paziente, piu cara che mai in casa tornatalasi, i suoi figliuoli grandi le mostra e come marchesana l’onora e fa onorare.[2] Finita la lunga novella del re, molto a tutti nel sembiante piaciuta, Dioneo ridendo disse: – Il buono uomo, che aspettava la seguente notte di fare abbassare la coda ritta della fantasima, avrebbe dati men di due denari di tutte le lode che voi date a messer Torello –; e appresso, sappiendo che a lui solo restava il dire, incomincio:[3] – Mansuete mie donne, per quel che mi paia, questo di d’oggi e stato dato a re e a soldani e a cosi fatta gente: e per cio, accio che io troppo da voi non mi scosti, vo’ ragionar d’un marchese, non cosa magnifica ma una matta bestialita, come che ben ne gli seguisse alla fine; la quale io non consiglio alcun che segua, per cio che gran peccato fu che a costui ben n’avenisse.[4] Gia e gran tempo, fu tra’ marchesi di Sanluzzo il maggior della casa un giovane chiamato Gualtieri, il quale, essendo senza moglie e senza figliuoli, in niuna altra cosa il suo tempo spendeva che in uccellare e in cacciare, ne di prender moglie ne d’aver figliuoli alcun pensiero avea;[5] di che egli era da reputar molto savio. La qual cosa a’ suoi uomini non piaccendo, piu volte il pregaron che moglie prendesse, accio che egli senza erede ne essi senza signor rimanessero, offerendosi di trovargliel tale e di si fatto padre e madre discesa, che buona speranza se ne potrebbe avere e esso contentarsene molto.
This work discusses the thesis, already presented by the author, of the attribution of the texts ... more This work discusses the thesis, already presented by the author, of the attribution of the texts of manuscripts Riccardiano 2317 and Riccardiano 2318 to Giovanni Boccaccio. In which we have a translation into vernacular of Andreas Cappellanus'' De Amore, 2 short love letters, 4 sonetti, 1 ballata with prose exposition, and 2 beautiful proses. Together with the characteristics which are specific to the texts, are introduced the hypotheses on the date of composition and the intended recipient of the translation; are also highlighted some similarities with the glosses of the translation of Ovid''s Ars Amandi, already attributed to Boccaccio, and other Boccaccio''s texts
L'intervento tratta, a partire dal \uabFilocolo\ubb e dalla ballata di Caleon \uabIo son del ... more L'intervento tratta, a partire dal \uabFilocolo\ubb e dalla ballata di Caleon \uabIo son del terzo ciel cosa gentile\ubb posta al centro del romanzo giovanile (l. IV, 43) perfettamente omometra della dubbia dantesca \uabDonne i' non so\ubb (d. II, YZZ ABc ABc CZZ tr\ue0dita dal cod. Escorialense e. III. 23, c. 76r e in versione pluristrofica dai codd. Ricc. 2317 e Pal. 613) dell'ispirazione cortese in Boccaccio, dello sperimentalismo boccacciano, e dei legami delle ballate del Boccaccio sino al \uabDecameron\ubb con la tradizione "veneziana" delle rime dello Stilnovo di cui l'Escorialense \ue8 il capostipite
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Papers by Beatrice Barbiellini Amidei
Lanquan li jorn di Jaufre Rudel. Il meccanismo strutturale del componimento appare
costruito sul mot-refrain lonh e sul sintagma amor de lonh utilizzati prima con
aequivocatio e poi con ripresa-epistrofe rispettivamente nelle coblas I-V e VI-VII.
Questo dato e rimandi testuali come il longinquus amor di Properzio – già additato
da Roncaglia e Patrizia Onesta come un vero e proprio topos letterario utilizzato
nella lirica di Jaufre – e come gli amors loingtaignes del Lai d’Aristote farebbero ipotizzare che Lanquan li jorn utilizzi il sintagma poi cristallizzatosi e di enorme e
inuguagliato successo letterario nell’accezione temporale di ‘amore costante, durevole,
di lungo corso’. //
The essay is focused on the famous formula amor de lonh in Jaufre
Rudel’s Lanquan li jorn son lonc en mai. The metric structure appears to be built
around the mot-refrain lonh and the syntagm amor de lonh first with variatio and then
with epistrophe (in coblas I-V and VI-VII respectively). According to this data
and the textual references to Propertius’ longinquus amor – already considered by
Roncaglia and Patrizia Onesta as a literary topos in Jaufre’s lyric – and Lai
d’Aristote’s amors loingtaignes, the famous syntagm amor de lonh (later fixed and of
incomparable literary success) was probably used by the author in the temporal
meaning of ‘constant, long-lasting love’.
Lanquan li jorn di Jaufre Rudel. Il meccanismo strutturale del componimento appare
costruito sul mot-refrain lonh e sul sintagma amor de lonh utilizzati prima con
aequivocatio e poi con ripresa-epistrofe rispettivamente nelle coblas I-V e VI-VII.
Questo dato e rimandi testuali come il longinquus amor di Properzio – già additato
da Roncaglia e Patrizia Onesta come un vero e proprio topos letterario utilizzato
nella lirica di Jaufre – e come gli amors loingtaignes del Lai d’Aristote farebbero ipotizzare che Lanquan li jorn utilizzi il sintagma poi cristallizzatosi e di enorme e
inuguagliato successo letterario nell’accezione temporale di ‘amore costante, durevole,
di lungo corso’. //
The essay is focused on the famous formula amor de lonh in Jaufre
Rudel’s Lanquan li jorn son lonc en mai. The metric structure appears to be built
around the mot-refrain lonh and the syntagm amor de lonh first with variatio and then
with epistrophe (in coblas I-V and VI-VII respectively). According to this data
and the textual references to Propertius’ longinquus amor – already considered by
Roncaglia and Patrizia Onesta as a literary topos in Jaufre’s lyric – and Lai
d’Aristote’s amors loingtaignes, the famous syntagm amor de lonh (later fixed and of
incomparable literary success) was probably used by the author in the temporal
meaning of ‘constant, long-lasting love’.
cantare e sulle metodologie di edizione da riservargli. // This is the critical edition (with supplementary paraphrase) of the Arthurian Tuscan-Veneto cantare «Ponzela Gaia» that enjoyed international critical success. The commentary is accompanied by a rich literary intertext and by a linguistic and stylistic analysis. The study also gives an account of the unpublished Rajna Papers of the Marucelliana and clarifies the position of the scholar on the dialectal cantare's linguistic substance and on the editing methodologies to be reserved to the text.