University Of Macerata, Italy
Department Member
Regions and rights. The protection of rights in laws and regional statutes
- by Erik Longo and +1
- •
- Statuti Regionali, Diritto Regionale
The Høylandet Tapestry is a medieval wall hanging from central Norway that depicts scenes from the infancy of Christ and the arrival of the Magi. We do not know exactly when it was made. Scholars have attempted to date it on stylistic and... more
The Høylandet Tapestry is a medieval wall hanging from central Norway that depicts scenes from the infancy of Christ and the arrival of the Magi. We do not know exactly when it was made. Scholars have attempted to date it on stylistic and technical grounds. In this article I will try to do the same on an iconographical basis. Concentrating on the flower
that the Virgin holds in her hand, I will trace the origin of the Virgo virga theme in central European art of the early 12th century and examine how this motif can have found its way
from there to the outskirts of Norway. In addition, I will discuss the symbolic meaning of Mary holding a fl ower or a twig, which, in my view, refers to the Jesse root theme from Isaiah and the word play on virgo (Virgin) and virga (twig, branch), and alludes to Jesus’ ancestry as a member of the House of David.
Høylandsteppet è un tessuto ricamato medievale, proveniente dalla Norvegia centrale, i cui decori rappresentano scene della Natività di Cristo e l’arrivo dei Magi. Non si conosce con esattezza la sua data di origine. Gli studiosi hanno tentato di datarlo basandosi sia sulla tecnica di tessitura che sull’analisi dello stile delle fi gure. In quest’articolo cercherò di fare lo stesso attraverso un’analisi dettagliata dell’iconografi a. Partendo dal fi ore che la Vergine tiene in mano, vorrei tracciare le origini del soggetto Virgo virga nell’arte dell’Europa centrale della prima metà del XII secolo e indagare sulla diffusione dello stesso fi no ad approdare in un posto alquanto periferico della Norvegia centrale. Inoltre analizzerò il significato simbolico di questo soggetto che, alludendo al tema della radice di Iesse e al gioco di parole tra virgo (vergine) e virga (ramo, verga), fa riferimento alla discendenza di Gesù dalla tribù di Davide, re d’Israele.
that the Virgin holds in her hand, I will trace the origin of the Virgo virga theme in central European art of the early 12th century and examine how this motif can have found its way
from there to the outskirts of Norway. In addition, I will discuss the symbolic meaning of Mary holding a fl ower or a twig, which, in my view, refers to the Jesse root theme from Isaiah and the word play on virgo (Virgin) and virga (twig, branch), and alludes to Jesus’ ancestry as a member of the House of David.
Høylandsteppet è un tessuto ricamato medievale, proveniente dalla Norvegia centrale, i cui decori rappresentano scene della Natività di Cristo e l’arrivo dei Magi. Non si conosce con esattezza la sua data di origine. Gli studiosi hanno tentato di datarlo basandosi sia sulla tecnica di tessitura che sull’analisi dello stile delle fi gure. In quest’articolo cercherò di fare lo stesso attraverso un’analisi dettagliata dell’iconografi a. Partendo dal fi ore che la Vergine tiene in mano, vorrei tracciare le origini del soggetto Virgo virga nell’arte dell’Europa centrale della prima metà del XII secolo e indagare sulla diffusione dello stesso fi no ad approdare in un posto alquanto periferico della Norvegia centrale. Inoltre analizzerò il significato simbolico di questo soggetto che, alludendo al tema della radice di Iesse e al gioco di parole tra virgo (vergine) e virga (ramo, verga), fa riferimento alla discendenza di Gesù dalla tribù di Davide, re d’Israele.
- by Lasse Hodne and +1
- •
- Iconography, Heraldry, Emblem studies, Christian Iconography
SOMMARIO: 1. La sfida degli Statuti: verso un autentico sistema regionale delle fonti? 2. Uno sguardo al passato: la sobrietà dei vecchi Statuti regionali nella previsione di fonti «rinforzate» e «specializzate» 3. Il quadro delle... more
SOMMARIO:
1. La sfida degli Statuti: verso un autentico sistema regionale delle fonti?
2. Uno sguardo al passato: la sobrietà dei vecchi Statuti regionali nella previsione di fonti «rinforzate» e «specializzate» 3. Il quadro delle fonti «rinforzate» e «specializzate»: distinzione e caratteri
4. Alcuni spunti problematici: a) le leggi regionali «rinforzate» 5. segue: b) le fonti «specializzate»
6. … segue: i regolamenti consiliari (ovvero delle riforme ancora possibili)
7. Considerazioni finali
1. La sfida degli Statuti: verso un autentico sistema regionale delle fonti?
2. Uno sguardo al passato: la sobrietà dei vecchi Statuti regionali nella previsione di fonti «rinforzate» e «specializzate» 3. Il quadro delle fonti «rinforzate» e «specializzate»: distinzione e caratteri
4. Alcuni spunti problematici: a) le leggi regionali «rinforzate» 5. segue: b) le fonti «specializzate»
6. … segue: i regolamenti consiliari (ovvero delle riforme ancora possibili)
7. Considerazioni finali
Contiene: - Rosa Marisa Borraccini. Introduzione, pp. XI-XXV; - Roberto Rusconi. «O scritti a mano»: i libri manoscritti tra inquisizione e descrizione, pp. 1-26 - Margherita Breccia Fratadocchi. Antichi cataloghi, libri e biblioteche... more
Contiene:
- Rosa Marisa Borraccini. Introduzione, pp. XI-XXV;
- Roberto Rusconi. «O scritti a mano»: i libri manoscritti tra inquisizione e descrizione, pp. 1-26
- Margherita Breccia Fratadocchi. Antichi cataloghi, libri e biblioteche nei fondi manoscritti della Nazionale di Roma, pp. 27-59;
- Rosaria Maria Servello. «Habent sua fata libelli». Testimonianze di provenienza e possessori nei fondi librari, pp. 61-122;
- Monica Bocchetta. I libri ad usum fratrum del convento romano di Sant’Onofrio al Gianicolo, pp. 123-153;
- Rosa Marisa Borraccini. I libri ‘rifiutati’ degli Agostiniani di S. Lucia di Cingoli, pp. 155-178;
- Flavia Bruni. La biblioteca di S. Pier Piccolo ad Arezzo: tracce per una ipotesi ricostruttiva, pp. 179-203;
- Luca Ceriotti. Le cose mobili. Libri in S. Sisto di Piacenza nel 1600, pp. 205-243;
- Domenico Ciccarello. Dagli inventari vaticani agli esemplari nelle biblioteche: a proposito di alcuni incunaboli della Fardelliana di Trapani, pp. 245-254;
- Carmela Compare. «Invenimus numerum librorum cum inventario concordare»: la Bibliotheca di S. Antonio del Monte di Rieti, pp. 255-277;
- Sara Cosi. Da scriptorium e libraria comunis dell’Abbazia di Montevergine a Biblioteca pubblica statale. Prime indagini sul Vat. Lat. 11313, pp. 279-301;
- Federica Dallasta. I libri del convento di S. Maria Maddalena di Parma (Vat. Lat. 11326), pp. 303-325;
- Anna Delle Foglie. La Brava Libraria di San Giovanni a Carbonara e il Vat. Lat. 11310, pp. 327345;
- Giovanna Granata. La Libraria di san Bernardino nell’Inchiesta della Congregazione dell’Indice, pp. 347-377;
- Giovanni Grosso O.Carm. Tracce di storia della biblioteca dello Studium generale Carmelitarum di S. Maria in Traspontina in Roma: dall’elenco del Vat. lat. 11272 agli esemplari esistenti, pp. 379-407;
- Valentina Lozza. Libri e formazione presso l’Accademia di Somasca intorno all’anno 1600, pp. 409-434;
- Romilda Saggini. I libri del convento di San Giacomo di Savona e del monastero di Santa Maria di Finalpia, pp. 435-445;
- Elena Scrima. «Del luogo de’ PP. Capuccini di Mistretta». Libri dal convento di S. Maria, Vat. lat. 11323, pp. 447-486;
- Paola Zito. I libri dei Caracciolini secondo il Vat. lat. 11318. Due biblioteche sommerse?, pp. 487-499.
- Rosa Marisa Borraccini. Introduzione, pp. XI-XXV;
- Roberto Rusconi. «O scritti a mano»: i libri manoscritti tra inquisizione e descrizione, pp. 1-26
- Margherita Breccia Fratadocchi. Antichi cataloghi, libri e biblioteche nei fondi manoscritti della Nazionale di Roma, pp. 27-59;
- Rosaria Maria Servello. «Habent sua fata libelli». Testimonianze di provenienza e possessori nei fondi librari, pp. 61-122;
- Monica Bocchetta. I libri ad usum fratrum del convento romano di Sant’Onofrio al Gianicolo, pp. 123-153;
- Rosa Marisa Borraccini. I libri ‘rifiutati’ degli Agostiniani di S. Lucia di Cingoli, pp. 155-178;
- Flavia Bruni. La biblioteca di S. Pier Piccolo ad Arezzo: tracce per una ipotesi ricostruttiva, pp. 179-203;
- Luca Ceriotti. Le cose mobili. Libri in S. Sisto di Piacenza nel 1600, pp. 205-243;
- Domenico Ciccarello. Dagli inventari vaticani agli esemplari nelle biblioteche: a proposito di alcuni incunaboli della Fardelliana di Trapani, pp. 245-254;
- Carmela Compare. «Invenimus numerum librorum cum inventario concordare»: la Bibliotheca di S. Antonio del Monte di Rieti, pp. 255-277;
- Sara Cosi. Da scriptorium e libraria comunis dell’Abbazia di Montevergine a Biblioteca pubblica statale. Prime indagini sul Vat. Lat. 11313, pp. 279-301;
- Federica Dallasta. I libri del convento di S. Maria Maddalena di Parma (Vat. Lat. 11326), pp. 303-325;
- Anna Delle Foglie. La Brava Libraria di San Giovanni a Carbonara e il Vat. Lat. 11310, pp. 327345;
- Giovanna Granata. La Libraria di san Bernardino nell’Inchiesta della Congregazione dell’Indice, pp. 347-377;
- Giovanni Grosso O.Carm. Tracce di storia della biblioteca dello Studium generale Carmelitarum di S. Maria in Traspontina in Roma: dall’elenco del Vat. lat. 11272 agli esemplari esistenti, pp. 379-407;
- Valentina Lozza. Libri e formazione presso l’Accademia di Somasca intorno all’anno 1600, pp. 409-434;
- Romilda Saggini. I libri del convento di San Giacomo di Savona e del monastero di Santa Maria di Finalpia, pp. 435-445;
- Elena Scrima. «Del luogo de’ PP. Capuccini di Mistretta». Libri dal convento di S. Maria, Vat. lat. 11323, pp. 447-486;
- Paola Zito. I libri dei Caracciolini secondo il Vat. lat. 11318. Due biblioteche sommerse?, pp. 487-499.
Rethinking of the value of reception Vittorio Alfieri’s literature in the 'Thyestes' drama by Ugo Foscolo, I attempted to show how the readings of such Alfieri’s tragedies may has affected the learner’s creative process and critical... more
Rethinking of the value of reception Vittorio Alfieri’s literature in the 'Thyestes' drama by Ugo Foscolo, I attempted to show how the readings of such Alfieri’s tragedies may has affected the learner’s creative process and critical inquiry in the same time, even considering what was written by Mario Fubini about 'Ultime lettere di Jacopo Ortis': 'one of the Alfieri’s school tragedy not unworthy of the mentor'.
In the unconscious of students as well as in everyday language, the concept of error often overlaps with that of “mistake”, thus becoming a potential source of language unease in FL production and assessment. To subvert this “linguistic... more
In the unconscious of students as well as in everyday language, the concept of error often overlaps with that of “mistake”, thus becoming a potential source of language unease in FL production and assessment. To subvert this “linguistic morale” implying a Manichean ideology of “speaking a language well/badly”, it is important that university students a re made aware o f their level of language unease with respect to error assessment and correcting practices in foreign language teaching and the motivations that may be behind.
This paper provides an overview of how the concept of error has evolved and the correction strategies developed by the various language teaching approaches and methods. Secondly, it illustrates the main findings of a survey conducted among a sample of university students of foreign languages, discussing their representations on language error and its assessment and correction in the academic learning environment.
This paper provides an overview of how the concept of error has evolved and the correction strategies developed by the various language teaching approaches and methods. Secondly, it illustrates the main findings of a survey conducted among a sample of university students of foreign languages, discussing their representations on language error and its assessment and correction in the academic learning environment.
La Pastorale è una Nativity Play, scritta nel Settecento dal frate Fedele Tirrito da san Biagio e rappresentata periodicamente in alcuni comuni della Sicilia e anche altrove. Descritta da G. Pitrè e studiata da A. Buttitta, la Pastorale... more
La Pastorale è una Nativity Play, scritta nel Settecento dal frate Fedele Tirrito da san Biagio e rappresentata periodicamente in alcuni comuni della Sicilia e anche altrove. Descritta da G. Pitrè e studiata da A. Buttitta, la Pastorale non aveva mai ricevuto attenzioni filologiche prima del 2009, anno in cui Andrea Garbuglia ed io pubblicammo la prima edizione critica dell'opera, accompagnando il testo con filmati, foto e musiche originali. Nella divisione del lavoro a me toccò di scrivere questi Prolegomena, di cui adesso metto online l'ultima bozza prima della versione definitiva.
L'edizione, nata da un progetto di Michelangelo La Matina, è frutto di una ricerca finanziata dal Comune di Joppolo Giancaxio, dal Language Centre/International House e da privati.
L'edizione, nata da un progetto di Michelangelo La Matina, è frutto di una ricerca finanziata dal Comune di Joppolo Giancaxio, dal Language Centre/International House e da privati.
Monica Martinat (2013), Tra storia e fiction. Il racconto della realtà nel mondo contemporaneo, Milano: Et al., 185 pp. Valeria Merola eum edizioni università di macerata JOURNAL OF THE SECTION OF CULTURAL HERITAGE
- by Valeria Merola and +1
- •
- Fiction, Storia, Letteratura
Il contributo presenta alcuni documenti inediti su Lorenzo Lotto in grado di ampliare le conoscenze sul pittore veneto e sulle sue opere rimaste a Loreto dopo la morte. Alcune annotazioni contabili permettono di avanzare nuove ipotesi... more
Il contributo presenta alcuni documenti inediti su Lorenzo Lotto in grado di ampliare le conoscenze sul pittore veneto e sulle sue opere rimaste a Loreto dopo la morte. Alcune annotazioni contabili permettono di avanzare nuove ipotesi sulla consegna della pala Amici di Jesi, ultimo dipinto d'altare dell'artista. Un inventario della guardaroba del palazzo apostolico di Loreto del 1563 cita con certezza almeno sette dipinti di Lorenzo Lotto, quadri passati al santuario dopo l'oblazione del 1554. Nel 1580, infine, due «quadri in carta», identificabili con due cartoni delle tarsie di Bergamo, venivano venduti al governatore della Santa Casa Vincenzo Casali. É così possibile riaprire la questione dell'ultimo periodo del maestro veneto a Loreto e individuare delle tracce per la dispersione di alcune delle sue opere.
The paper presents some unpublished documents on Lorenzo Lotto able to increase knowledge on the Venetian painter and his works remained in Loreto after his death. Some notes of account allow us to advance new hypotheses about the delivery of the Amici Altarpiece for Jesi, the last altarpiece of the artist. An inventory of the wardrobe of the Apostolic Palace of Loreto, dated 1563, mentions at least seven paintings by Lorenzo Lotto, passed to the sanctuary after the artist's oblation in 1554. In 1580, finally, two "pictures on paper," identified with two cartons of marquetries from Bergamo, were sold to the governor of the Holy House Vincenzo Casali. It is possible to reopen the question of the last period of the Venetian master in Loreto and identify the traces for the dispersion of some of his works.
The paper presents some unpublished documents on Lorenzo Lotto able to increase knowledge on the Venetian painter and his works remained in Loreto after his death. Some notes of account allow us to advance new hypotheses about the delivery of the Amici Altarpiece for Jesi, the last altarpiece of the artist. An inventory of the wardrobe of the Apostolic Palace of Loreto, dated 1563, mentions at least seven paintings by Lorenzo Lotto, passed to the sanctuary after the artist's oblation in 1554. In 1580, finally, two "pictures on paper," identified with two cartons of marquetries from Bergamo, were sold to the governor of the Holy House Vincenzo Casali. It is possible to reopen the question of the last period of the Venetian master in Loreto and identify the traces for the dispersion of some of his works.
This issue is completely focused on Edmund Burke, his works and his times. The Journal therefore tries to offer a contribution which may help to reconstruct the whole dimension of Burkean constitutionalism. That which strikes is not just... more
This issue is completely focused on Edmund Burke, his works and his times. The Journal therefore tries to
offer a contribution which may help to reconstruct
the whole dimension of Burkean
constitutionalism. That which strikes is not just the multiplicity
of the roles he held, a quite common
occurrence in that period, rather his
“Atlantic” dimension, that is the fact of being
the main character, on the British side,
of the most important political-constitutional
events which decisively marked the
epoch of revolutionary constitutions. Burke
directly witnesses the two great revolutionary
experiences at the end of the 18th century
(however we should not ignore two other
questions either: the Irish question and
that linked to the East India Company) and
on both questions he reveals a fundamental point of view, able to orientate the debate
and the same political action. Thus Burke
belongs to the nation of thinkers and “performative”
speakers, who translate thought
into political action creating a virtuous intellectual
circle.
offer a contribution which may help to reconstruct
the whole dimension of Burkean
constitutionalism. That which strikes is not just the multiplicity
of the roles he held, a quite common
occurrence in that period, rather his
“Atlantic” dimension, that is the fact of being
the main character, on the British side,
of the most important political-constitutional
events which decisively marked the
epoch of revolutionary constitutions. Burke
directly witnesses the two great revolutionary
experiences at the end of the 18th century
(however we should not ignore two other
questions either: the Irish question and
that linked to the East India Company) and
on both questions he reveals a fundamental point of view, able to orientate the debate
and the same political action. Thus Burke
belongs to the nation of thinkers and “performative”
speakers, who translate thought
into political action creating a virtuous intellectual
circle.
Caro come cortigiano e come letterato, che si adopera ad ottenere la legittimazione professionale e il consenso d'opinione.Tuttavia Caro, da vero protagonista del Rinascimento, viene a completarsi attraverso la sua personalità di... more
Caro come cortigiano e come letterato, che si adopera ad ottenere la legittimazione professionale e il consenso d'opinione.Tuttavia Caro, da vero protagonista del Rinascimento, viene a completarsi attraverso la sua personalità di letterato. Lungo questa linea, si occupa dei problemi posti dal percorso futuro delle lettere e dalla questione attorno alla lingua, e finisce per delegare alla penna la confessione delle passioni, affidandole la riscrittura delle contraddizioni del Classico, appropriandosene fino a realizzarsi nella seduzione della trasposizione dell'Eneide. La partita è giocata sul riuso concesso dall'esercizio della imitazione: è proprio qui che Caro stupisce per la maestria con cui ci conduce, attraverso la specializzazione dei registri linguistici, nelle atmosfere di uno spettacolo immaginifico. Isbn 978-88-7462-144-2 Prima edizione: giugno 2009
- by Angela Bianchi and +1
- •
- Languages and Linguistics, Literature, Linguistics
Il gesto di lasciare testimonianza del colloquio con i propri libri e di rappresentarsi nella continuità dei lettori ha attraversato persone di ogni tempo e condizione in una logica consuetudinaria che ha alimentato l'identificazione di... more
Il gesto di lasciare testimonianza del colloquio con i propri libri e di rappresentarsi nella continuità dei lettori ha attraversato persone di ogni tempo e condizione in una logica consuetudinaria che ha alimentato l'identificazione di sé e il senso di apparteneza ad una comunità. Confidando sui segni di appropriazione e di riconoscimento apposti dagli uomini e – in misura minore – dalle donne dei chiostri, i saggi mirano a ricomporre le tracce disperse della longa memoria libraria claustrale muovendo da una fonte unitaria di straordinario valore approntata nel clima di rigoroso controllo delle letture attuato dalla Congregazione dell'Indice dopo la promulgazione dell'Index librorum prohibitorum di Clemente VIII (1596). Facendo tesoro dei risultati fin qui ottenuti nell'ambito del Progetto di Ricerca sull'Inchiesta della Congregazione dell'Indice dei libri proibiti (RICI), si è inteso animare l'immagine di alcune raccolte librarie fotografate nel corpus dei codici Vaticani latini 11266-11326, delineandone la fisionomia istituzionale e bibliografica e ripercorrendone le vicende e gli itinerari della dispersione.
Qui i "Passages" di Walter Benjamin divengono metafora, montaggio, architettura fluttuante per tracciare una nuova geografia corporea. La complessità della contemporaneità richiede un nuovo dispositivo transdisciplinare dove le scienze e... more
Qui i "Passages" di Walter Benjamin divengono metafora, montaggio, architettura fluttuante per tracciare una nuova geografia corporea. La complessità della contemporaneità richiede un nuovo dispositivo transdisciplinare dove le scienze e le arti possano convivere per una terza cultura. Le nuove tecnologie assorbono il corpo e persino i processi della coscienza (technoetica). L’essere vivente deve ripensarsi plurale, sincretico, pluricentrico e capace di fondersi con il sex appeal dell’inorganico, per una neo antropologia dell’artificiale. Il metrocorpo è la risultante di questo processo che recupera una nuova metrica del corpo, disposta ad accettarsi nella complessità di questa ri(e)voluzione. Guardare verso il futuro è la sfida umana del corpo-dispositivo che transita verso un progetto nuovo di esistenza, gettando al di là le basi per ripensare naturalmente la propria tecnologia.
art I – Stripsody. La vocazione musicale delle strisce a fumetti Costruita usando i suoni dei fumetti, Stripsody di Cathy Berberian è una composizione che ci pone di fronte a interrogativi fondanti sullo statuto che essi assumono... more
art I – Stripsody. La vocazione musicale delle strisce a fumetti
Costruita usando i suoni dei fumetti, Stripsody di Cathy Berberian è una composizione che ci pone di fronte a interrogativi fondanti sullo statuto che essi assumono all’interno di quello che, a prima vista, sembra essere un universo silente. I suoni delle strisce disegnate sono tutti dello stesso tipo? Che rapporto intrattengono con le cose sonore che li producono? È lecito eseguirli? Cosa succede quando lo facciamo?
Queste ed altre le domande intorno alle quali si sviluppa questo breve eBook. Il percorso seguito coinvolge discipline quali la semiotica, la filosofia del linguaggio, la linguistica, la filosofia della musica. L’intento è quello di attribuire ad un’opera, spesso dimenticata, un valore che va oltre la sua forza dissacrante, per gettare una nuova luce sulla musica e sui fumetti.
Part II – Berberian’s Stripsody and Comics Musical Vocation
Stripsody is a composition which Cathy Berberian wrote using sonic material derived from comic-strips. This opera puzzles us with many crucial questions on the role played by onomatopoeic sounds in comics’ silent world. Are they all alike? What kind of relation they entertain with the objects which produce them? Do we have to perform them? And if yes what happen when we do it?
These are the issues tackled in this eBook and Semiotics, Philosophy of Language, Linguistics, Philosophy of Music are some of the approaches used to investigate them. The aim will be to attribute a value to this composition that is not merely linked to its desecrating impact, and that throws a new light both on music and comix.
Costruita usando i suoni dei fumetti, Stripsody di Cathy Berberian è una composizione che ci pone di fronte a interrogativi fondanti sullo statuto che essi assumono all’interno di quello che, a prima vista, sembra essere un universo silente. I suoni delle strisce disegnate sono tutti dello stesso tipo? Che rapporto intrattengono con le cose sonore che li producono? È lecito eseguirli? Cosa succede quando lo facciamo?
Queste ed altre le domande intorno alle quali si sviluppa questo breve eBook. Il percorso seguito coinvolge discipline quali la semiotica, la filosofia del linguaggio, la linguistica, la filosofia della musica. L’intento è quello di attribuire ad un’opera, spesso dimenticata, un valore che va oltre la sua forza dissacrante, per gettare una nuova luce sulla musica e sui fumetti.
Part II – Berberian’s Stripsody and Comics Musical Vocation
Stripsody is a composition which Cathy Berberian wrote using sonic material derived from comic-strips. This opera puzzles us with many crucial questions on the role played by onomatopoeic sounds in comics’ silent world. Are they all alike? What kind of relation they entertain with the objects which produce them? Do we have to perform them? And if yes what happen when we do it?
These are the issues tackled in this eBook and Semiotics, Philosophy of Language, Linguistics, Philosophy of Music are some of the approaches used to investigate them. The aim will be to attribute a value to this composition that is not merely linked to its desecrating impact, and that throws a new light both on music and comix.
Cosa accomuna oggetti lontani – un mottetto, uno spartito illustrato, una miniatura – a cose oggi per noi ben più familiari come un film o un fumetto? Oggetti “da camera” i primi, prodotti di largo consumo questi ultimi, sembrerebbero... more
Cosa accomuna oggetti lontani – un mottetto, uno spartito illustrato, una miniatura – a cose oggi per noi ben più familiari come un film o un fumetto? Oggetti “da camera” i primi, prodotti di largo consumo questi ultimi, sembrerebbero destinati alle cure del filologo gli uni e gli altri alle attenzioni del massmediologo. Il volume di Andrea Garbuglia cerca una strada nuova, muovendo dalla semplice idea che questi, come tanti altri oggetti invisibili della quotidianità antica e moderna, siano “comunicati multimediali”; e, come tali, vadano studiati all’interno di una “teoria integrata dei linguaggi e dei testi” che nulla concede al feticismo e al narcisismo di altri approcci più noti. Sicché, individuato con arguzia il loro comun denominatore nell’elemento musicale, egli può descrivere i vari “comunicati” giovandosi di uno stile asciutto sempre e accattivante anche nelle parti in cui si addentra in analisi complicate. Come scrive Marco de Natale nella Postfazione: «il lavoro di Garbuglia risulta […] essere un passo significativo in direzione di una ‘essenza’ (se così la si può definire) della musica da sempre lasciata all’esaltante prospettiva magica, più tardi divinatoria, e ancora - in basso o in alto che si voglia - alle suggestioni di una corporeità che dissalda il nesso mind-body. […] La speranza - sia lecito dirlo - è che della novità epistemologica di tali ricerche si risenta l’eco nei Dipartimenti universitari di Filosofia, Lettere e Scienze umane entro cui, a mo’ di modesta appendice, si ritrovano a tutt’oggi gli studi musicali in dimensione storicistico-letteraria».
«Occorre dunque una forte e critica consapevolezza, unita, se posso dire, ad un vero e proprio fresh thinking. Il penale ha attraversato fasi storiche che bisogna leggere ciascuna secondo la sua lingua, fuori da ogni logica monista, e... more
«Occorre dunque una forte e critica consapevolezza, unita, se posso dire, ad un vero e proprio fresh thinking. Il penale ha attraversato fasi storiche che bisogna leggere ciascuna secondo la sua lingua, fuori da ogni logica monista, e badando ad evitare quel che spesso si è fatto: una storia di staticità messe in successione. È bene che l’approccio sia, se mi spiego, ’pluralista’. È bene che l’ottica ricostruttiva sia realistica, duttile e modulata, perché sembra evidente che fasi diverse ‘convivono’ affiancate, intrecciate o sovrapposte, in ragione di una ‘inerzia’ delle pratiche, che non si lasciano abrogare da nuove regole e tanto meno da novità interpretative o da svolte dottrinali. Per cui non è dato vedere che una nuova fase del penale rimpiazzi interamente la precedente, cancellandola. Allo stesso modo, ogni singolo frangente della trasformazione e della crescita dell’ordine penale è fatto di molti elementi che coesistono ed interagiscono su diversi fronti, dando vita ad una complessità che non si presta ad essere semplificata o ridotta. Che non si presta, in ogni caso, ad una trattazione meramente ‘evoluzionista’, che limpidamente scandisca fasi e stabilisca progressioni. È dunque l’approccio ‘plurale, dinamico ed integrato’ che permette allo storico di ‘vedere’ in tutta la sua rilevanza la specificità della ‘dimensione penale’ della vita associata ed il reale funzionamento dei sistemi penali storicamente rilevati. Intendo il loro concreto dispiegarsi, e non soltanto la loro conformazione, quale è possibile desumere dalle norme e dalle dottrine. Penso alla implicazione di sistemi normativi diversi dal giuridico, alle mentalità ed alle culture, alla criminalità in presenza, alle inclinazioni della giustizia praticata, all’orientamento dei poteri politici, alle sinergie dispiegate dai poteri diffusi, dalla chiesa, dalle comunità e dalle oligarchie locali. Penso alle logiche economiche che si intrecciano con la più generale economia del penale, alle interferenze morali ed ai condizionamenti religiosi, al ruolo giocato in direzioni diverse dal moral panic, dalla incostante efficienza degli apparati repressivi, dall’anomia e dall’osservanza». (M. Sbriccoli)
Francesco Carrara vide in una fonte “marginale”, le circolari, le «perpetue appendici e codicilli alle leggi italiane». In tal modo segnalava, nell’Ottocento, un punto di crisi dell'ordine liberale, che, in settori decisivi della vita... more
Francesco Carrara vide in una fonte “marginale”, le circolari, le «perpetue appendici e codicilli alle leggi italiane». In tal modo segnalava, nell’Ottocento, un punto di crisi dell'ordine liberale, che, in settori decisivi della vita nazionale, depotenziava il ruolo della «legge», malgrado il suo celebrato primato politico e ideologico. Non a torto il principio di legalità, cuore vitale di quell'ordine, parve al giurista toscano segnato dallo scarto tra retorica della legge ed effettività del governo burocratico.
È stata questa la premessa che ha orientato gli studi qui raccolti sul fenomeno normativo regolamentare/amministrativo, sulla sua dimensione costituzionale, sui suoi profili teorici, sul suo essere ambito di intermediazione tra sfera politica e amministrativa e cittadinanza.
Governare per decreti, regolamenti, circolari garantì in più campi della vita giuridica una forma di comunicazione tra centro e periferia, e un intervento normalizzatore, uniformatore, in taluni casi riformatore della legge, fino a realizzare un «invece della legge». La «letteratura grigia» assicurò, inoltre, una alfabetizzazione giuridica e lessicale ed il disciplinamento del ceto burocratico, operazione cruciale nella costruzione dello Stato nazionale; pertanto il volume presenta le culture di chi queste fonti scriveva, interpretava, applicava.
Una domanda era alla base della nostra ricerca: se l'opzione di governare con le circolari ministeriali e col potere regolamentare fosse una scelta imposta dalla intrinseca fragilità della legge formale/parlamentare, o piuttosto una strategia consapevole, volta a trasferire altrove il momento della specializzazione, in una sorta di cono d'ombra tra sfera politico normativa e sfera burocratico amministrativa. Nei diversi saggi qui raccolti quest'ultima interpretazione è parsa la più convincente, confortati ancora una volta dai rilievi di Francesco Carrara «Ecco il perché si fanno leggi ambigue ed oscure: perché possano i ministri farvi a piacimento loro aggiunte che mutino faccia alla legge».
In questa direzione, il presente volume vuol essere anche un contributo a ripensare la stessa categoria storiografica «gerarchia» delle fonti, che forse può lasciare il posto alla rappresentazione, più vicina alla realtà, di un «sistema», che proprio nella «zona grigia» e nella frammentazione dei “livelli” di legalità, volle la leva della politica del diritto nazionale, in una logica che pare andare oltre l'Otto e il Novecento.
È stata questa la premessa che ha orientato gli studi qui raccolti sul fenomeno normativo regolamentare/amministrativo, sulla sua dimensione costituzionale, sui suoi profili teorici, sul suo essere ambito di intermediazione tra sfera politica e amministrativa e cittadinanza.
Governare per decreti, regolamenti, circolari garantì in più campi della vita giuridica una forma di comunicazione tra centro e periferia, e un intervento normalizzatore, uniformatore, in taluni casi riformatore della legge, fino a realizzare un «invece della legge». La «letteratura grigia» assicurò, inoltre, una alfabetizzazione giuridica e lessicale ed il disciplinamento del ceto burocratico, operazione cruciale nella costruzione dello Stato nazionale; pertanto il volume presenta le culture di chi queste fonti scriveva, interpretava, applicava.
Una domanda era alla base della nostra ricerca: se l'opzione di governare con le circolari ministeriali e col potere regolamentare fosse una scelta imposta dalla intrinseca fragilità della legge formale/parlamentare, o piuttosto una strategia consapevole, volta a trasferire altrove il momento della specializzazione, in una sorta di cono d'ombra tra sfera politico normativa e sfera burocratico amministrativa. Nei diversi saggi qui raccolti quest'ultima interpretazione è parsa la più convincente, confortati ancora una volta dai rilievi di Francesco Carrara «Ecco il perché si fanno leggi ambigue ed oscure: perché possano i ministri farvi a piacimento loro aggiunte che mutino faccia alla legge».
In questa direzione, il presente volume vuol essere anche un contributo a ripensare la stessa categoria storiografica «gerarchia» delle fonti, che forse può lasciare il posto alla rappresentazione, più vicina alla realtà, di un «sistema», che proprio nella «zona grigia» e nella frammentazione dei “livelli” di legalità, volle la leva della politica del diritto nazionale, in una logica che pare andare oltre l'Otto e il Novecento.
La giustizia - nelle sue molteplici forme e manifestazioni (teorie, pratiche, antropologie, discorsi, rappresentazioni ecc.) - offre un osservatorio importante per leggere e interpretare il fenomeno giuridico nella sua complessità. La... more
La giustizia - nelle sue molteplici forme e manifestazioni (teorie, pratiche, antropologie, discorsi, rappresentazioni ecc.) - offre un osservatorio importante per leggere e interpretare il fenomeno giuridico nella sua complessità. La prospettiva storica consente di intrecciare modelli costituzionali e politiche della giustizia, concetti e dispositivi istituzionali, procedure e casi. Questo volume nello scegliere la storia della giustizia come campo di azione della storia del diritto intende osservare la "questione giustizia" come formante di sistema ed offrire un contributo per una riflessione metodologica.