Papers by Tatiana Petrovich Njegosh

From The European South, 2023
Abstract
The Great Replacement Theory in Italy: A Racist and Sexist Narrative. Great replacement ... more Abstract
The Great Replacement Theory in Italy: A Racist and Sexist Narrative. Great replacement theories, in Italian teorie della sostituzione etnica (ethnic replacement theories) have been circulating in Italy since 2013. These transnational post-truth conspiracy narratives are investigated, in a few studies, as quasi-Foucaultian epistemic regimes with specific rules, roles and effects in contexts of crisis affected by information disorder. This article argues that Great replacement theories are widely spread narratives that should be considered, acknowledging the structural, operative intertwining of racism and sexism. Thriving where forms of systemic racism and sexism already exist, these transnational narratives revamp and specifically reshape the quintessential race and sex junction rooted in Euro-American institutional racisms in order to justify and reproduce racism and sexism both discursively and practically.
Keywords
Great Replacement theory, race, racism, sexism, Italy
Italian American Review, 2021

Italian Studies, 2018
La nostra tavola rotonda riflette a partire da una prospettiva intersezionale sulla costruzione d... more La nostra tavola rotonda riflette a partire da una prospettiva intersezionale sulla costruzione di modelli di bellezza nel tempo lungo tra fascismo e contemporaneità. Essa si inaugura con una breve introduzione a cura di Gaia Giuliani. Ad essa segue il saggio di Monica Di Barbora sulla costruzione fascista 'per contrasto' (con la corporeità deprecabile e nera delle colonizzate africane) degli ideali di bellezza femminile in alcune riviste. Il secondo saggio, di Vincenza Perilli, si concentra sulla costruzione della bellezza femminile proposta dalla rivista Noi donne. Il terzo è di Tatiana Petrovich Njegosh ed indaga, mediante una disamina del concorso di Miss Italia, la tensione tra articolazioni egemoniche della bellezza femminile italiana ed ideali di bianchezza. Segue il contributo di Giuliani sulla cinematografia minore degli anni Settanta e sull'oggettivazione cannibalistica del corpo femminile e nero. Chiude il saggio di Goffredo Polizzi su mascolinità e meridionalità nella trasmissione televisiva Cinico Tv.

FROM THE EUROPEAN SOUTH 1 (2016) 83-93 http://europeansouth.postcolonialitalia.it
Che cos’è la ra... more FROM THE EUROPEAN SOUTH 1 (2016) 83-93 http://europeansouth.postcolonialitalia.it
Che cos’è la razza? Il caso dell’Italia Tatiana Petrovich Njegosh
Università degli Studi di Macerata, InteRGRace
ABSTRACT
What is race? The Italian case
While race is being dismissed as a scientific category, it exists as a socio-symbolic category producing racializing dynamics which heavily affect the life, opportunities and death of racialized people at a global level (see Balibar; Goldberg; Curcio and Mellino for the Italian context). Together with material repercussions, race simultaneously engenders performative and symbolic effects (Hall). Both in Italy and abroad, dominant approaches have been based on true/false-real/unreal binaries (Winant), recently put into question by different, interdisciplinary perspectives. While Shawn Michelle Smith argued that the intersection of Visual Culture Studies and Critical Race Studies can open up the pos- sibility of defining race as a “visual cultural dynamic” and a “subjective status produced by the perfor- mance of a gaze” (2014), Arun Saldhana based his ‘ontology’ of race, in line with material feminism, on the subjective reality and truth of “embodied difference” (2006). On these premises, as well as with the help of the many, previous works on race and racism published in Italy by Italian scholars and activists (Piasere; Faso; Bontempelli; Re; Petrovich Njegosh and Scacchi; Giuliani and Lombardi- Diop), my article deals with the epistemology and ontology – the meanings and ‘referents’ – of race within the Italian public context today.
Introduzione alla sezione speciale della rivista online open access Iperstoria (n. 6 ottobre 2015)

Soltanto ci si confonde con chi ci assomiglia, da ciò la necessità di mantenere netta separazione... more Soltanto ci si confonde con chi ci assomiglia, da ciò la necessità di mantenere netta separazione fra le due razze bianca e nera. Alessandro Lessona a Rodolfo Graziani, 5 agosto 1936 La mancanza di una solida coscienza razziale ha avuto delle conseguenze molto gravi. È stata una delle cause della rivolta degli Asmara. Gli Asmara non avevano nessuna volontà di ribellarsi al dominio italiano, nessun interesse a farlo. (…) Ma quando hanno visto gli italiani che andavano più stracciati di loro, che vivevano nei tukul, che rapivano le loro donne ecc. hanno detto: "Questa non è una razza che porta la civiltà!" E siccome gli Asmara sono la razza più aristocratica d'Etiopia, si sono ribellati. Benito Mussolini, discorso al consiglio del Partito Nazionale Fascista, 25 ottobre 1938 La brava Ministra ha anche scoperto che il nostro è un paese "meticcio." Se lo stato italiano le dà i soldi si compri un dizionarietto e scoprirà che meticcio significa persona nata da genitore di razze (etnie) diverse. Per esempio il Brasile è un paese molto meticcio. Ma l'Italia proprio no. La saggezza contadina insegnava "mogli e buoi dei paesi tuoi." E oggi da noi i matrimoni misti sono in genere ferocemente osteggiati proprio dagli islamici. Giovanni Sartori, "L'Italia non è una nazione meticcia ecco perché lo ius solinon funziona," Il Corriere della Sera, 17 giugno 2013 L'ideologia che interpreta il mondo in termini ancestrali e nette divisioni etniche, che disegna rigidi confini tra noi e gli altri contiene in sé un principio d'esclusione pernicioso, che può giungere fino all'esito estremo della purificazione etnica. Essa si accompagna alla ripulsa del métissage, dello scambio fra culture, del pluralismo culturale; e in definitiva nasconde il rifiuto dell'uguaglianza e dell'universalità dei diritti.
"La 'realtà' transnazionale della razza. Dinamiche di razzializzazione in prospettiva comparata".... more "La 'realtà' transnazionale della razza. Dinamiche di razzializzazione in prospettiva comparata". Sezione monografica, Iperstoria n. 6 autunno 2015. Link alla rivista. Con Anna Scacchi, Livio Sansone, Sergio Bontempelli, Giuseppe Faso, Gaia Giuliani, Vincenza Perilli, Roberto Derobertis, Leonardo De Franceschi, Maria Elena Paniconi, Renata Morresi, Fred Kuwornu, Alessandro Luchetti, Erminia Dell'Oro.

Abstract
Nei panni e nella pelle dell’‘altro’: abito, identità di frontiera e linea del colore i... more Abstract
Nei panni e nella pelle dell’‘altro’: abito, identità di frontiera e linea del colore in George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel di Américo Paredes
Américo Paredes (Brownsville, Texas, 1915-1999), è stato attivista, scrittore, folklorista, docente universitario, musicista che ha lavorato sul border, la frontiera fisica e culturale tra Texas e Messico nel Sud-ovest degli Stati Uniti. Il primo romanzo di Paredes, scritto in piena depressione ma pubblicato nel 1990 (George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel), segna un passaggio importante e trascurato nella tradizione ‘accidentata’ della letteratura chicana moderna e postmoderna. GWG è infatti un’opera messico-texana dove l’ibridità, repressa da un contesto violento, razzista e fortemente polarizzato, si manifesta a più livelli: genere, stile, punto di vista, voce, lingua, e personaggi. L’abito, gli accessori, o il dato fenotipico più evidente nella razzializzazione dell’identità, il colore della pelle, sono i segni, polisemici e sfuggenti, dell’identità negata, problematica e complessa, evocata nel nome del protagonista e nel sottotitolo del romanzo.
Lo specchio materno. Madri e figlie tra biografia e letteratura, a cura di Anna Scacchi, Roma: Sossella 237-256, 2005
Stati Uniti e Italia nel nuovo scenario internazionale, a cura di Daniele Fiorentino e Matteo Sanfilippo, Roma: Gangemi 85-98, Mar 2012
La storia nella scrittura diasporica, a cura di Franca Sinopoli, Roma: Bulzoni 183-214, 2009
Identità americane: corpo e nazione, a cura di Camilla Cattarulla, Roma: Cooper, 66-89, 2006
Networking Women: Subjects, Places, Links Europe-America 1890-1939, Marina Camboni ed., 2004
"Studi culturali", n. 2 (agosto 2013), il Mulino, Bologna: pp. 47-54, 2013
Info: L'articolo pubblicato è parte della tavola rotonda "La sottile linea bianca: intersezioni d... more Info: L'articolo pubblicato è parte della tavola rotonda "La sottile linea bianca: intersezioni di razza, genere e classe nell'Italia postcoloniale", a cura di Gaia Giuliani. Il link è al blog di Sonia Sabelli "Riflessioni sull'intersezione di sessismo e razzismo" dove si trovano l'indice della tavola rotonda, l'articolo di Sabelli, e si può accedere all'introduzione di Giuliani.

Scrivere la storia, a cura di S. Valeri, 2004
N ell'autobiografia pubblicata nel 1934 e intitolata A Backward Glance, la scrittrice statunitens... more N ell'autobiografia pubblicata nel 1934 e intitolata A Backward Glance, la scrittrice statunitense Edith Wharton volge lo sguardo verso il mondo «compatto» della propria giovinezza, la New York dei 'quattrocento', l'élite di origine europea e di antica ricchezza che aveva retto le sorti economiche, politiche e sociali della città fino agli anni Settanta del secolo precedente. Nonostante siano passati solo cinquant'anni, quel periodo della propria storia personale (Wharton era nata a New York nel 1862 da George F. Jones e Lucretia Rhinelander) viene descritto come un mondo integro, lontanissimo e remoto. Solo un paziente lavoro di scavo archeologico, ricostruzione museale e interpretazione etnografica di ciò che rimane della vecchia New York, reliquie -quasi frammenti di culture antichissime e ormai estinte -può recuperare e riassemblare il passato: «The compact world of my youth has receded into a past from which it can only be dug up in bits by the assiduous relic-hunter, and its smallest fragments begin to be worth collecting and putting together before the last of those who knew the live structure are swept away with it» 1 . La necessità privata di ricordare si fonde con la distanza della ricostruzione storica e con il rigore del metodo antropologico: attraverso l'aiuto non di documenti, ma di un testimone oculare -un informatore interno all'universo di quella che è stata una «struttura viva» -i reperti della cultura un tempo integra della tribù dei quattrocento dovrebbero essere esibiti in collezioni private o pubbliche perché esotici quanto quelli di altre e ben più lontane tribù primitive.
Città, avanguardie, modernità e modernismo, a cura di M. Camboni e A. Gargano, 2008
USA: Identities, Politics and Culture in National, Transnational and Global Perspectives, 2009

Napoli: Università degli studi l''Orientale', Aug 2008
recently argued that the recovery of Henry James and other literary expatriates into the U.S. can... more recently argued that the recovery of Henry James and other literary expatriates into the U.S. canon "with the claim that they are more American for their rebellions" well reflects the new American Exceptionalism and the international ambitions of a neo-nationalistic turn in U.S. American studies. A Modernist cosmopolitan author "who forces us to recognize the inherent problems of national authorship," James "would be horrified by the misinterpretation of his works as testaments" of national values and by his commodification as an American writer. 1 Dismissing an either/or approach, I would try to demonstrate that the discourse of nation had instead a problematic and still neglected weight in James's life, writings, and critical history, and that it is not reducible to an oppositional paradigm. James's authorial dynamics shift between a rigid formal control and the "relinquishing" of power, as Donatella Izzo has argued, revealing the "double" feminist "vision" at work in a representational technique which locates him simultaneously in and outside gender, while to Joseph Litvak the writer and the man simultaneously sustain the dual role of involved performer and detached audience. 2 Calling for an aesthetic and psychic 1 John Carlos Rowe, "Henry James and the United States," The Henry James Review, 27:3 (Fall 2006): 231. 2 Donatella Izzo, "La metamorfosi di un queer monster: problemi di genere," in Incroci di genere. De(i)istituzioni, transitività e passaggi testuali, ed. Mario Corona, Bergamo: Bergamo University Press, 1998, 96; Joseph Litvak, Caught in the Act.
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Papers by Tatiana Petrovich Njegosh
The Great Replacement Theory in Italy: A Racist and Sexist Narrative. Great replacement theories, in Italian teorie della sostituzione etnica (ethnic replacement theories) have been circulating in Italy since 2013. These transnational post-truth conspiracy narratives are investigated, in a few studies, as quasi-Foucaultian epistemic regimes with specific rules, roles and effects in contexts of crisis affected by information disorder. This article argues that Great replacement theories are widely spread narratives that should be considered, acknowledging the structural, operative intertwining of racism and sexism. Thriving where forms of systemic racism and sexism already exist, these transnational narratives revamp and specifically reshape the quintessential race and sex junction rooted in Euro-American institutional racisms in order to justify and reproduce racism and sexism both discursively and practically.
Keywords
Great Replacement theory, race, racism, sexism, Italy
Che cos’è la razza? Il caso dell’Italia Tatiana Petrovich Njegosh
Università degli Studi di Macerata, InteRGRace
ABSTRACT
What is race? The Italian case
While race is being dismissed as a scientific category, it exists as a socio-symbolic category producing racializing dynamics which heavily affect the life, opportunities and death of racialized people at a global level (see Balibar; Goldberg; Curcio and Mellino for the Italian context). Together with material repercussions, race simultaneously engenders performative and symbolic effects (Hall). Both in Italy and abroad, dominant approaches have been based on true/false-real/unreal binaries (Winant), recently put into question by different, interdisciplinary perspectives. While Shawn Michelle Smith argued that the intersection of Visual Culture Studies and Critical Race Studies can open up the pos- sibility of defining race as a “visual cultural dynamic” and a “subjective status produced by the perfor- mance of a gaze” (2014), Arun Saldhana based his ‘ontology’ of race, in line with material feminism, on the subjective reality and truth of “embodied difference” (2006). On these premises, as well as with the help of the many, previous works on race and racism published in Italy by Italian scholars and activists (Piasere; Faso; Bontempelli; Re; Petrovich Njegosh and Scacchi; Giuliani and Lombardi- Diop), my article deals with the epistemology and ontology – the meanings and ‘referents’ – of race within the Italian public context today.
Nei panni e nella pelle dell’‘altro’: abito, identità di frontiera e linea del colore in George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel di Américo Paredes
Américo Paredes (Brownsville, Texas, 1915-1999), è stato attivista, scrittore, folklorista, docente universitario, musicista che ha lavorato sul border, la frontiera fisica e culturale tra Texas e Messico nel Sud-ovest degli Stati Uniti. Il primo romanzo di Paredes, scritto in piena depressione ma pubblicato nel 1990 (George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel), segna un passaggio importante e trascurato nella tradizione ‘accidentata’ della letteratura chicana moderna e postmoderna. GWG è infatti un’opera messico-texana dove l’ibridità, repressa da un contesto violento, razzista e fortemente polarizzato, si manifesta a più livelli: genere, stile, punto di vista, voce, lingua, e personaggi. L’abito, gli accessori, o il dato fenotipico più evidente nella razzializzazione dell’identità, il colore della pelle, sono i segni, polisemici e sfuggenti, dell’identità negata, problematica e complessa, evocata nel nome del protagonista e nel sottotitolo del romanzo.
The Great Replacement Theory in Italy: A Racist and Sexist Narrative. Great replacement theories, in Italian teorie della sostituzione etnica (ethnic replacement theories) have been circulating in Italy since 2013. These transnational post-truth conspiracy narratives are investigated, in a few studies, as quasi-Foucaultian epistemic regimes with specific rules, roles and effects in contexts of crisis affected by information disorder. This article argues that Great replacement theories are widely spread narratives that should be considered, acknowledging the structural, operative intertwining of racism and sexism. Thriving where forms of systemic racism and sexism already exist, these transnational narratives revamp and specifically reshape the quintessential race and sex junction rooted in Euro-American institutional racisms in order to justify and reproduce racism and sexism both discursively and practically.
Keywords
Great Replacement theory, race, racism, sexism, Italy
Che cos’è la razza? Il caso dell’Italia Tatiana Petrovich Njegosh
Università degli Studi di Macerata, InteRGRace
ABSTRACT
What is race? The Italian case
While race is being dismissed as a scientific category, it exists as a socio-symbolic category producing racializing dynamics which heavily affect the life, opportunities and death of racialized people at a global level (see Balibar; Goldberg; Curcio and Mellino for the Italian context). Together with material repercussions, race simultaneously engenders performative and symbolic effects (Hall). Both in Italy and abroad, dominant approaches have been based on true/false-real/unreal binaries (Winant), recently put into question by different, interdisciplinary perspectives. While Shawn Michelle Smith argued that the intersection of Visual Culture Studies and Critical Race Studies can open up the pos- sibility of defining race as a “visual cultural dynamic” and a “subjective status produced by the perfor- mance of a gaze” (2014), Arun Saldhana based his ‘ontology’ of race, in line with material feminism, on the subjective reality and truth of “embodied difference” (2006). On these premises, as well as with the help of the many, previous works on race and racism published in Italy by Italian scholars and activists (Piasere; Faso; Bontempelli; Re; Petrovich Njegosh and Scacchi; Giuliani and Lombardi- Diop), my article deals with the epistemology and ontology – the meanings and ‘referents’ – of race within the Italian public context today.
Nei panni e nella pelle dell’‘altro’: abito, identità di frontiera e linea del colore in George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel di Américo Paredes
Américo Paredes (Brownsville, Texas, 1915-1999), è stato attivista, scrittore, folklorista, docente universitario, musicista che ha lavorato sul border, la frontiera fisica e culturale tra Texas e Messico nel Sud-ovest degli Stati Uniti. Il primo romanzo di Paredes, scritto in piena depressione ma pubblicato nel 1990 (George Washington Gómez: A Mexicotexan Novel), segna un passaggio importante e trascurato nella tradizione ‘accidentata’ della letteratura chicana moderna e postmoderna. GWG è infatti un’opera messico-texana dove l’ibridità, repressa da un contesto violento, razzista e fortemente polarizzato, si manifesta a più livelli: genere, stile, punto di vista, voce, lingua, e personaggi. L’abito, gli accessori, o il dato fenotipico più evidente nella razzializzazione dell’identità, il colore della pelle, sono i segni, polisemici e sfuggenti, dell’identità negata, problematica e complessa, evocata nel nome del protagonista e nel sottotitolo del romanzo.
Questo libro riflette sulle immagini che riproducono gerarchie razziali; sulle ambivalenze dei tentativi di (dis)fare la “razza”, mostrandola o viceversa occultandola; infine, sulla dimensione “contro-visuale” delle battaglie culturali e politiche esplicitamente anti-razziste
discipline e campi di ricerca (antropologia culturale, scienze
politiche, lingue e letterature, cinema e media), esperti nella
formazione interculturale e attivisti nell'associazionismo
antirazzista e con i migranti (Leonardo Piasere, Livio Sansone, Anna Scacchi, Franca Sinopoli, Leonardo De Franceschi, Gaia Giuliani, Vincenza Perilli, Giuseppe Faso, Sergio Bontempelli).
Sarà presente il regista italo-ghanese Fred Kuwornu, e il 10 giugno
verrà proiettato il film "18 Ius soli" (F. Kuwornu, ITA 2011, 49').