Books by Jean-Jacques Marchand
Jean-Jacques Marchand, nato nel 1944 da madre italiana e da padre svizzero, ha studiato a Losanna... more Jean-Jacques Marchand, nato nel 1944 da madre italiana e da padre svizzero, ha studiato a Losanna e a Firenze. È stato professore ordinario di letteratura italiana all'Università di Losanna fino al 2006. I suoi ambiti di specializzazione sono il Rinascimento (Machiavelli e la poesia di corte del Quattrocento) e il periodo contemporaneo (la letteratura degli emigrati italiani nel mondo e gli autori della Svizzera italiana). Ha organizzato vari convegni, in particolare su Machiavelli (1995 e 2002) e sulla storiografia toscana del Rinascimento (2004). Ha fatto parte del comitato dell'Accademia svizzera di scienze morali e del consiglio di Fondazione del Dizionario Storico della Svizzera. È membro del comitato scientifico per l'Edizione Nazionale delle opere di Machiavelli, di cui ha curato cinque volumi e del consiglio direttivo dell'Enciclopedia Machiavelli (Istituto dell'Enciclopedia Treccani), per la quale ha scritto una decina di voci. Nel 2018 ha pubblicato la voce Machiavelli nella decima Appendice dell'Enciclopedia Treccani. È accademico (corrispondente straniero) della Crusca.
Book`s Chapters by Jean-Jacques Marchand
Questa relazione si ricollega alla ricerca che, con Emanuele Cutinelli Rendina e Matteo Melera, s... more Questa relazione si ricollega alla ricerca che, con Emanuele Cutinelli Rendina e Matteo Melera, stiamo compiendo da quasi due anni, ed i cui primi risultati sono stati comunicati al Convegno su «Langue et discours machiavéliens. Editions, traductions, interprétations» svoltosi all'Ecole Normale Supérieure di Lione nel giugno 2001 1 • La nostra indagine ha per scopo di studiare l'emergenza del discorso politico da quello storiografico in Toscana tra la seconda metà del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, e più particolarmente di mettere in evidenza le caratteristiche formali di tale emergenza. n nostro lavoro si è basato fino adesso su un corpus relativamente limitato nel numero e nell'estensione cronologica: cioè su undici testi tra l'ultimo Quattrocento e il primo Cinquecento, che rappresentano un migliaio di pagine, cioè: il Diario di Biagio Buonaccorsi 2 , la Storia fiorentina e i Ricordi di Bartolomeo Cerretani 3 , il Diario fiorentino di Luca Landucci 4 , le Ricordanze di Bartolomeo MasP, Il miserando sacco dato alla terra di Prato dagli Spagnoli · 1 Cfr. E. CUTINELLI RÈNDINA, J.-J. MARCHAND e M. MELERA, Ipotesi per una ricerca. L'emergenza del discorso politico dalla storiografia toscana minore tra Quattro e Cinquecento, in Langues et écritures de la République et de la guerre: études machiavéliennes, sous la direction d'A. Fontana, J.-L. Fourncl et J.-C. Zancarini, Genova, Name, 2003 («Storia delle idee e delle istituzioni politiche: medioevo ed età moderna. Studi>>, 7), in corso di pubblicazione. 2
Studi machiavelliani by Jean-Jacques Marchand
un progetto di colpo di mano contro Pisa di Piero soderini e niccolò Machiavelli la riconquista d... more un progetto di colpo di mano contro Pisa di Piero soderini e niccolò Machiavelli la riconquista di Pisa, porto naturale di Firenze, ribellatasi nel 1494 in occasione della calata di carlo viii in italia, aveva preoccupato la rinata repubblica fin dai primi mesi della cacciata dei Medici. Gran parte delle risorse diplomatiche, finanziarie e militari erano state dedicate a questa impresa in progetti vari, ora con il diretto aiuto francese (1500), ora con faraonici e inconcludenti imprese d'ingegneristica come il dirottamento della foce dell'arno (1504), ora con la creazione, ad opera principalmente di Machiavelli, della milizia d'ordinanza (1505-1506). tutti i tentativi erano stati purtroppo vani poiché si erano in fin dei conti urtati non solo contro ostacoli militari, e in particolare la resistenza accanita dei pisani che avevano respinto ogni attacco, patendo malattie e carestie pur di non arrendersi, ma, e soprattutto, a causa della protezione di grandi potenze come la spagna. solo nel 1508, dopo quattordici anni di vani e rovinosi tentativi, si apre finalmente uno spiraglio di speranza per Firenze con la conclusione della lega di cambrai che riunisce Francia, impero, aragona, regno di napoli e stato della chiesa: per la prima volta coloro che erano stati i sostenitori dell'indipendenza di Pisa si trovano nello stesso campo di Firenze, alleata fin dal 1494 della Francia. all'inizio del 1509 queste speranze vanno concretandosi con la rinuncia da parte di Ferdinando d'aragona e luigi xii a difendere la città ribelle, in compenso di un notevole contributo finanziario. Poco dopo Firenze conclude un accordo con lucca per impedire il rifornimento di Pisa. Privi di sostegni esterni, i pisani sembrano costretti alla resa, se non vogliono morire di inedia e di stenti, o saccheggiati dai loro acerrimi nemici. di fronte al malumore crescente degli abitanti, i dirigenti pisani chiedono a Firenze 15655_Studi Machiavelliani_imp.qxp_Layout 1 18/05/18 17:29 Pagina 273 1 asF: dieci di Balia, carteggi, Missive interne 89, c. 92v. 2 Jean-Jacques Marchand, Niccolò Machiavelli.
Mario Martelli, nel 1995, apriva il convegno di Losanna dedicato a «Niccolò Machiavelli politico,... more Mario Martelli, nel 1995, apriva il convegno di Losanna dedicato a «Niccolò Machiavelli politico, storico, letterato» con le parole seguenti:
padre e allo sposo, preceduti da un altro aneddoto (S. giovanissimo salva la vita al padre ferito... more padre e allo sposo, preceduti da un altro aneddoto (S. giovanissimo salva la vita al padre ferito dai nemici presso il Ticino: Livio xxi 46), anch'esso canonico nelle celebrazioni quattrocentesce di S. (si ritrova, insieme a quello del giuramento e ad altri, anche nel capitolo "Dell'Ingratitudine", su cui si veda infra).
questioni rimaste insolute presso i precedenti biografi. Il complessivo lavoro di R. conseguì il ... more questioni rimaste insolute presso i precedenti biografi. Il complessivo lavoro di R. conseguì il risultato di radicare M. nel proprio tempo meglio di quanto non fosse fin lì accaduto, restituendolo a una concreta dimensione quotidiana e fiorentina. E, tuttavia, presso di lui ciò non significò -come poi avvenne in non pochi studiosi del secondo Novecento, per i quali i testi non restituiscono che l'immagine dei tempi, e questi senza residui la trama di quelli -il disconoscimento della grandezza e dell'originalità del pensiero machiavelliano.
; Pandolfini, presente nel campo francese: «la banda de' Tedeschi [...] si ritirorono avanti con ... more ; Pandolfini, presente nel campo francese: «la banda de' Tedeschi [...] si ritirorono avanti con tanto ordine, che sostennero la furia degli Spagnuoli» (Relation de la bataille de Ravenne, cit., p. 585, corsivo nostro). Il loyal serviteur di Bayard, Jacques de Mailles, che racconta la b. di R. nella sua biografia del 'prode cavaliere' francese, insiste sull'accanimento degli spagnoli nel difendersi e non lascia affatto ritenere che essi abbiano disfatto i tedeschi: «oncques gens ne firent plus de deffense que les Espaignolz qui, encores n'ayant bras ne jambe entiere, mordoient leurs ennemys» (La très joyeuse, plaisante et récréative histoire du gentil seigneur de Bayard [...], cit., p. 325). M. conosceva certamente questa interpretazione della battaglia e la riferisce nel Ritratto delle cose della Magna: In modo che, se, nella giornata di Ravenna tra e' franzesi e' Spagnoli, e' Franzesi non avessino avuto e' lanzcheneche, arebbono perso la giornata: perché, mentre che l'una gente d'arme coll'altra era alle mani, li Spagnuoli avevono di già rotto le fanterie franzese e guascone; e se li Alamanni colla ordinanza loro non le soccorevano, vi erano tutte morte e prese ( § 50).
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DAI PRIMI SCRITTI ALPRINCIPE
Seminario
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