Histoire De L'Art

This study explores the emergence of everyday life scenes in Italian painting during the 17th and 18th centuries, highlighting the influence of 17th-century Dutch painting. This research focuses on how Italian painters like Giuseppe Maria Crespi adopted and adapted these scenes to their cultural context, drawing inspiration from Dutch artistic innovations. A detailed comparative analysis is conducted, shedding light on the similarities and differences between the two artistic traditions, particularly through themes of daily life, cleanliness and dirt, and celebrations.

Ce travail de recherche porte sur les chhatrīs, des éléments architecturaux emblématiques de l'architecture moghole. Il explore la signification, l'origine et l'évolution stylistique des chhatrīs, ainsi que leur rôle fonctionnel et décoratif dans divers contextes architecturaux.

Tutti i diritti sono riservati. Questo volume è protetto da copyright. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in ogni forma e con ogni mezzo, inclusa la fotocopia e la copia su supporti magnetico-ottici senza il consenso scritto dei detentori dei diritti. Insegnare la storia dell'arte / a cura di Angela Ghirardi, Claudio Franzoni, Serena Simoni, Simonetta Nicolini. -Bologna : CLUEB, 2009 260 p. ; 24 cm ISBN 978-88-491-3293-9

Au temps de mon enfance, une marchande d'estampes, la mère Mignot, notre voisine, en tapissait tout un mur, et je les regardais chaque jour, en allant à la promenade et en en revenant; je nourrissais mes yeux de ces monstres, et, quand j'étais couché dans mon petit lit à galerie, je les revoyais sans avoir l'esprit de les reconnaître.

Queste pagine rielaborano e ampliano un capitolo della mia tesi di laurea su Joseph Stella, discussa nel 1981 con Renato Barilli presso l'Università di Bologna. Da allora, negli Stati Uniti sono usciti molti studi sull'artista di origine italiana, che fi gura tra le presenze di spicco delle avanguardie americane. La vicenda di Stella è meno conosciuta in Italia, soprattutto la fase iniziale della sua carriera in cui realizzava ritratti degli immigrati in America. Molti scritti di Stella furono pubblicati, in versione originale in italiano, da Irma B. Jaffe (Joseph Stella, Cambridge, Massachussetts, Harvard University Press, 1970, pp. 135-169); sono stati ripubblicati e integrati, in traduzione inglese, da in Italia essi sono disponibili in J. Stella, Ricordi e pensieri, Roma, Edizioni della cometa, 1989; e in S. Pagliuca, Joseph Stella, Muro Lucano, Centro culturale franco-italiano, 1994, pp. 57-66. A questi studi si rimanda anche per l'ampia bibliografi a sull'artista. Parte delle citazioni in questo saggio sono tratte dalle carte di Stella (Joseph Stella's Papers, microfi lms rolls 346-347, Washington D.C., Archives of American Art, Smithonian Institutions), da me consultate in originale e trascritte da microfi lm all'epoca del lavoro di tesi. Devo un ringraziamento particolare a Massimo Ferretti, Giorgio Bacci, Silvia Bottinelli e all'amico Harlan Sender che hanno offerto il loro generoso aiuto in ricerche bibliografi che, e ad Alessandra Borgogelli, che all'epoca della stesura della tesi, di cui era correlatrice, mi ha accompagnata in un lavoro per quei tempi pionieristico.

Nel 1955 Cesare Zavattini pubblicava un racconto in cui è riassunta la meravigliosa ambiguità dello sguardo infantile sulla realtà. Il pittore Asvero guarda un dipinto con il nipote: sotto i loro occhi il quadro si anima e si confondono fantasia e realtà. Ciò che è "dentro" e "fuori" l"immagine si compone in una mobilissima prospettiva inversa, sogno e fantasia cancellano il limite dell"opera, il margine della tela e del foglio. L"avvio del racconto, delicato e surreale, si lascia leggere come interpretazione lirica di un modo in cui gli artisti del Novecento hanno guardato alla pittura e alla fantasia dei bambini:

Chi in questi ultimi mesi ha avuto modo di passare nelle vicinanze della Basilica di San Vitale ha certamente notato le impalcature che avvolgevano parte dell'antico edificio, osservando così gli importanti lavori di rifacimento alla copertura del tetto. Forse meno attenzione è stata posta all'assenza della croce che da secoli svetta in cima a San Vitale e che in questi mesi era stata tolta. Ora, la croce di cui stiamo parlando (fig. 1)-rimontata sul tetto della Basilica mercoledì 9 giugno 2010-altro non è che una copia dei primi del '900. Ricorda infatti il Savini nel 1911, nelle Memorie Illustrate di Ravenna, che «La Sovrintendenza dei monumenti, auspice Corrado Ricci che ne è l'anima, allo scopo s'intende di radunare nel nuovo museo di S. Vitale oggetti antichi di grande importanza, nei giorni 7 ed 8 dicembre del 1910 fece levare dalla cupola della Chiesa di San Vitale la croce bizantina di bronzo, la quale è sormontata da un gallo di rame dorato» 1. Sempre del Savini inoltre è la notizia che la copia della croce, anch'essa in bronzo, venne fusa nella fonderia dei fratelli Rosetti di Ravenna 2. Riportando queste scarne notizie il Savini non tralascia qualche nota polemica, toni che contraddistinguono anche un articolo uscito sul Corriere di Romagna il 6 Marzo del 1912: «Convien dire che ora è proprio venuto il tempo del movimento delle croci antiche nella nostra Città: ma il curioso si è che esse si tolgono di là dove sono sempre state da secoli e al contrario se ne innalzano altre dove non sono mai per l'avanti esistite» 3. L'originale esposto dal 1911 all'interno delle collezioni del Museo Nazionale merita una qualche attenzione. La grande croce traforata ri