Papers by Giuditta Pesenti
Journal of Ancient Topography XXXI, 2021
FABRIZIO DUCATI, La Σελινουντία δυσχωρία: διὰ τῶν στενῶν. Dalle fonti alle nuove proposte di iden... more FABRIZIO DUCATI, La Σελινουντία δυσχωρία: διὰ τῶν στενῶν. Dalle fonti alle nuove proposte di identificazione sul terreno English Summaries Books Received Note to contributors Il sito etrusco di Campo di Chiara: note sul popolamento e sulla viabilità del territorio settentrionale di Vetulonia tra VII e IV secolo a.C.
Rivista di Epigrafia Etrusca (Studi Etruschi 80), 2017
Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, vol. 11/2015, Firenze, 2016
È stato stimato che un set di pesi da telaio dovesse essere composto da un numero di esemplari ch... more È stato stimato che un set di pesi da telaio dovesse essere composto da un numero di esemplari che variava dai 6 a 30, Gleba 2008, pp. 132-133. 3 Un possibile esempio sembra rappresentato dalle fuseruole, pesi da telaio e rocchetti rinvenuti a Poggio Colla, forse connessi con la lavorazione dei tessuti all'interno del santuario: al termine della campagna di scavo del 2011 il numero delle fuseruole ammontava a 153, a cui devono essere aggiunti 97 pesi da telaio e 83 rocchetti; da un deposito votivo, posto a sud-ovest dell'altare, proviene inoltre un peso da telaio circolare. Per l'analisi degli strumenti da tessitura rinvenuti sull'acropoli di Poggio Colla e un loro possibile valore sacrale, Meyers 2013: per la distribuzione dei rinvenimenti, p. 254, fig. 4; per il peso da telaio dal deposito votivo, p. 256, nota 49.
Costruire il passato in Etruria. Il senso dell'archeologia nella società contemporanea, 2018
Bollettino di Archeologia on line, 2019
ha dato avvio a un intenso programma di ricerche finalizzato allo studio e alla valorizzazione de... more ha dato avvio a un intenso programma di ricerche finalizzato allo studio e alla valorizzazione della necropoli etrusca di San Germano (Gavorrano, GR), nel territorio settentrionale di Vetulonia, in collaborazione con l'allora Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e successivamente con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di 1 www.bollettinodiarcheologiaonline.beniculturali.it
Paesaggi urbani e rurali in trasformazione. Contesti e dinamiche dell’insediamento letti alla luce della fonte archeologica, 2021
con vari ritrovamenti dell'area fiesolana 14 potrebbero confermare, per questo e per i successivi... more con vari ritrovamenti dell'area fiesolana 14 potrebbero confermare, per questo e per i successivi reperti (nn. 4-8), la provenienza da un'officina locale, attiva intorno alla metà del IV sec. a.C. Metà IV sec. a.C. (area fiesolana?) 4. Fr. ansa (mg 756
L. Cappuccini - Poggio Civitella (Montalcino, SI). Un insediamento etrusco ai confini del territorio chiusino, 2014
Il volume è realizzato nell'ambito della ricerca sugli "Insediamenti etruschi d'altura dell'Etrur... more Il volume è realizzato nell'ambito della ricerca sugli "Insediamenti etruschi d'altura dell'Etruria settentrionale", svolta presso il Dipartimento SAGAS dell'Università degli Studi di Firenze e beneficia dei fondi di ricerca inerenti.
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[Ri]scrivere il Passato. Il nome etrusco di Chiusi e altre Storie, 2019
Da un modesto frammento di piede di vaso in ceramica a vernice nera, databile al III-II sec. a.C.... more Da un modesto frammento di piede di vaso in ceramica a vernice nera, databile al III-II sec. a.C., su cui è graffita la scritta cleusinśl, che restituisce il nome etrusco della Città nella forma di un aggettivo al genitivo (“del
chiusino”) e racconta probabilmente anche di un dono votivo e di un Nume tutelare, prende spunto la mostra “(Ri)scrivere il Passato. Il nome etrusco di Chiusi e altre Storie” che propone all’attenzione del pubblico
testimonianze epigrafiche particolarmente significative conservate nei musei cittadini.
La mostra si inserisce all’interno della Giornata degli Etruschi 2019, promossa dal Consiglio Regionale della Toscana, per celebrare il conferimento del titolo di Granduca a Cosimo I de’ Medici, titolo che riecheggia
quello che gli storiografi attribuirono al re chiusino Porsenna.
L’iniziativa, resa possibile grazie al Consiglio Regionale della Toscana, al Comune della Città di Chiusi, al Polo Museale, al Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, e alla stretta collaborazione con la Soprintendenza
ABAP-SI, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Università di Roma Tre, il Museo Civico “La Città sotterranea”, il Museo della Cattedrale e la Fondazione Orizzonti d’Arte, è anche l’occasione per riproporre
all’attenzione del pubblico e degli studiosi il ricco patrimonio epigrafico etrusco e latino di Chiusi, attraverso un approccio non convenzionale e
innovativo, e un percorso arricchito, oltre che da questo catalogo, da un convegno, da un libro-gioco per i più piccoli, da conferenze periodiche e laboratori creativi sulla scrittura. Il catalogo propone materiali etruschi e romani dal VII sec. a.C. all’età tardoantica e all’Alto Medioevo configurandosi come un ulteriore approfondimento, “itinerante”, al percorso di visita, dalla Sala Mostre del Museo Nazionale, al Museo Nazionale stesso, al Museo Civico, a quello della Cattedrale, visitabili anche attraverso il costo agevolato di una
Chiusi Card.
Azioni e pensieri umani fissati mediante la scrittura su supporti non deperibili hanno superato secoli e millenni giungendo fino a noi, così da costituire una preziosa materia prima da leggere e interpretare per ricostruire
e riscrivere il passato di Chiusi e delle genti che vi abitarono.
Riproporre e raccontare queste “Storie” ha implicato una accurata selezione dei numerosissimi testi scritti a disposizione, e costretto ad affrontare lo studio dei materiali, noti e meno noti, con un taglio specialistico
ma nel contempo divulgativo e, per quanto possibile, considerata la materia estremamente complessa e tecnica, comprensibile al più vasto pubblico.
L’occasione ha poi stimolato in alcuni casi la proposta di nuove letture, alternative a quelle più ampiamente condivise, ha permesso di suggerire nuovi scenari e di formulare ipotesi di lavoro che costituiranno la necessaria premessa per ulteriori ricerche e approfondimenti.

Il secondo volume della collana «IdA» dedicato a Monte Giovi vuole offrire un’analisi critica del... more Il secondo volume della collana «IdA» dedicato a Monte Giovi vuole offrire un’analisi critica delle evidenze archeologiche emerse sulla vetta del rilievo e presentare alcune considerazioni sulla natura del sito etrusco che, nel nome come nelle testimonianze, rimanda indubbiamente alla sfera religiosa. Più che un punto di arrivo, gli studi racchiusi in questo volume vogliono rappresentare un incipit verso futuri approfondimenti rivolti sia alla conoscenza di Monte Giovi sia, più in generale, del comprensorio mugellano e dell’intero territorio di Fiesole.
Negli ultimi decenni importanti ricerche hanno modificato profondamente il quadro delle conoscenze di questo territorio posto nella parte più settentrionale dell’Etruria propria, terra di passaggio e giunzione con il mondo padano. La nuova fase della ricerca archeologica, iniziata da Giuliano De Marinis negli anni Novanta del secolo scorso, dopo le indagini a I Monti (San Piero a Sieve) si è intensificata con gli scavi pluriennali condotti a Poggio Colla (Vicchio) e a San Martino a Poggio (Frascole), entrambi compresi nella valle del Mugello e contemporanei alle scoperte e alle ricerche effettuate sul versante fiorentino, come a Pietramarina e a Gonfienti.
Accanto agli isolati nuclei dell’aristocrazia orientalizzante nel territorio fiesolano sono così apparsi nuovi insediamenti e santuari, diversificate produzioni artigianali e importazioni; tutte rivelano nel loro insieme un quadro culturale complesso in parte ridefinito dalla recente pubblicazione di varie carte archeologiche. In questa ottica, l’edizione delle ricerche di Monte Giovi vuole essere un utile termine di confronto verso lo studio e l’auspicabile presentazione di tutti questi importanti contesti che non potranno che modificare e aggiornare molte delle considerazioni contenute nel volume.
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chiusino”) e racconta probabilmente anche di un dono votivo e di un Nume tutelare, prende spunto la mostra “(Ri)scrivere il Passato. Il nome etrusco di Chiusi e altre Storie” che propone all’attenzione del pubblico
testimonianze epigrafiche particolarmente significative conservate nei musei cittadini.
La mostra si inserisce all’interno della Giornata degli Etruschi 2019, promossa dal Consiglio Regionale della Toscana, per celebrare il conferimento del titolo di Granduca a Cosimo I de’ Medici, titolo che riecheggia
quello che gli storiografi attribuirono al re chiusino Porsenna.
L’iniziativa, resa possibile grazie al Consiglio Regionale della Toscana, al Comune della Città di Chiusi, al Polo Museale, al Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, e alla stretta collaborazione con la Soprintendenza
ABAP-SI, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Università di Roma Tre, il Museo Civico “La Città sotterranea”, il Museo della Cattedrale e la Fondazione Orizzonti d’Arte, è anche l’occasione per riproporre
all’attenzione del pubblico e degli studiosi il ricco patrimonio epigrafico etrusco e latino di Chiusi, attraverso un approccio non convenzionale e
innovativo, e un percorso arricchito, oltre che da questo catalogo, da un convegno, da un libro-gioco per i più piccoli, da conferenze periodiche e laboratori creativi sulla scrittura. Il catalogo propone materiali etruschi e romani dal VII sec. a.C. all’età tardoantica e all’Alto Medioevo configurandosi come un ulteriore approfondimento, “itinerante”, al percorso di visita, dalla Sala Mostre del Museo Nazionale, al Museo Nazionale stesso, al Museo Civico, a quello della Cattedrale, visitabili anche attraverso il costo agevolato di una
Chiusi Card.
Azioni e pensieri umani fissati mediante la scrittura su supporti non deperibili hanno superato secoli e millenni giungendo fino a noi, così da costituire una preziosa materia prima da leggere e interpretare per ricostruire
e riscrivere il passato di Chiusi e delle genti che vi abitarono.
Riproporre e raccontare queste “Storie” ha implicato una accurata selezione dei numerosissimi testi scritti a disposizione, e costretto ad affrontare lo studio dei materiali, noti e meno noti, con un taglio specialistico
ma nel contempo divulgativo e, per quanto possibile, considerata la materia estremamente complessa e tecnica, comprensibile al più vasto pubblico.
L’occasione ha poi stimolato in alcuni casi la proposta di nuove letture, alternative a quelle più ampiamente condivise, ha permesso di suggerire nuovi scenari e di formulare ipotesi di lavoro che costituiranno la necessaria premessa per ulteriori ricerche e approfondimenti.
Negli ultimi decenni importanti ricerche hanno modificato profondamente il quadro delle conoscenze di questo territorio posto nella parte più settentrionale dell’Etruria propria, terra di passaggio e giunzione con il mondo padano. La nuova fase della ricerca archeologica, iniziata da Giuliano De Marinis negli anni Novanta del secolo scorso, dopo le indagini a I Monti (San Piero a Sieve) si è intensificata con gli scavi pluriennali condotti a Poggio Colla (Vicchio) e a San Martino a Poggio (Frascole), entrambi compresi nella valle del Mugello e contemporanei alle scoperte e alle ricerche effettuate sul versante fiorentino, come a Pietramarina e a Gonfienti.
Accanto agli isolati nuclei dell’aristocrazia orientalizzante nel territorio fiesolano sono così apparsi nuovi insediamenti e santuari, diversificate produzioni artigianali e importazioni; tutte rivelano nel loro insieme un quadro culturale complesso in parte ridefinito dalla recente pubblicazione di varie carte archeologiche. In questa ottica, l’edizione delle ricerche di Monte Giovi vuole essere un utile termine di confronto verso lo studio e l’auspicabile presentazione di tutti questi importanti contesti che non potranno che modificare e aggiornare molte delle considerazioni contenute nel volume.
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chiusino”) e racconta probabilmente anche di un dono votivo e di un Nume tutelare, prende spunto la mostra “(Ri)scrivere il Passato. Il nome etrusco di Chiusi e altre Storie” che propone all’attenzione del pubblico
testimonianze epigrafiche particolarmente significative conservate nei musei cittadini.
La mostra si inserisce all’interno della Giornata degli Etruschi 2019, promossa dal Consiglio Regionale della Toscana, per celebrare il conferimento del titolo di Granduca a Cosimo I de’ Medici, titolo che riecheggia
quello che gli storiografi attribuirono al re chiusino Porsenna.
L’iniziativa, resa possibile grazie al Consiglio Regionale della Toscana, al Comune della Città di Chiusi, al Polo Museale, al Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, e alla stretta collaborazione con la Soprintendenza
ABAP-SI, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Università di Roma Tre, il Museo Civico “La Città sotterranea”, il Museo della Cattedrale e la Fondazione Orizzonti d’Arte, è anche l’occasione per riproporre
all’attenzione del pubblico e degli studiosi il ricco patrimonio epigrafico etrusco e latino di Chiusi, attraverso un approccio non convenzionale e
innovativo, e un percorso arricchito, oltre che da questo catalogo, da un convegno, da un libro-gioco per i più piccoli, da conferenze periodiche e laboratori creativi sulla scrittura. Il catalogo propone materiali etruschi e romani dal VII sec. a.C. all’età tardoantica e all’Alto Medioevo configurandosi come un ulteriore approfondimento, “itinerante”, al percorso di visita, dalla Sala Mostre del Museo Nazionale, al Museo Nazionale stesso, al Museo Civico, a quello della Cattedrale, visitabili anche attraverso il costo agevolato di una
Chiusi Card.
Azioni e pensieri umani fissati mediante la scrittura su supporti non deperibili hanno superato secoli e millenni giungendo fino a noi, così da costituire una preziosa materia prima da leggere e interpretare per ricostruire
e riscrivere il passato di Chiusi e delle genti che vi abitarono.
Riproporre e raccontare queste “Storie” ha implicato una accurata selezione dei numerosissimi testi scritti a disposizione, e costretto ad affrontare lo studio dei materiali, noti e meno noti, con un taglio specialistico
ma nel contempo divulgativo e, per quanto possibile, considerata la materia estremamente complessa e tecnica, comprensibile al più vasto pubblico.
L’occasione ha poi stimolato in alcuni casi la proposta di nuove letture, alternative a quelle più ampiamente condivise, ha permesso di suggerire nuovi scenari e di formulare ipotesi di lavoro che costituiranno la necessaria premessa per ulteriori ricerche e approfondimenti.
Negli ultimi decenni importanti ricerche hanno modificato profondamente il quadro delle conoscenze di questo territorio posto nella parte più settentrionale dell’Etruria propria, terra di passaggio e giunzione con il mondo padano. La nuova fase della ricerca archeologica, iniziata da Giuliano De Marinis negli anni Novanta del secolo scorso, dopo le indagini a I Monti (San Piero a Sieve) si è intensificata con gli scavi pluriennali condotti a Poggio Colla (Vicchio) e a San Martino a Poggio (Frascole), entrambi compresi nella valle del Mugello e contemporanei alle scoperte e alle ricerche effettuate sul versante fiorentino, come a Pietramarina e a Gonfienti.
Accanto agli isolati nuclei dell’aristocrazia orientalizzante nel territorio fiesolano sono così apparsi nuovi insediamenti e santuari, diversificate produzioni artigianali e importazioni; tutte rivelano nel loro insieme un quadro culturale complesso in parte ridefinito dalla recente pubblicazione di varie carte archeologiche. In questa ottica, l’edizione delle ricerche di Monte Giovi vuole essere un utile termine di confronto verso lo studio e l’auspicabile presentazione di tutti questi importanti contesti che non potranno che modificare e aggiornare molte delle considerazioni contenute nel volume.