Papers by Massimo Schilirò

VITA 17 la filosofia come vita pensata pensata Rivista di filosofia «Jede Auslegung hinausgehen m... more VITA 17 la filosofia come vita pensata pensata Rivista di filosofia «Jede Auslegung hinausgehen muß» -«Ogni interpretazione deve essere un andare oltre», Martin Heidegger, L'essenza della verità (1932), § 41. N.17-Aprile 2018 Anno VIII V P RIVISTADIFILOSOFIAVITAPENSATA Anno VIII N.17 -Aprile 2018 RIVISTADIFILOSOFIAVITAPENSATA Anno VIII N.17 -Aprile 2018 EDITORIALE AGB & GR Interpretazioni 4 TEMI Liborio barbarino Scienze dell'interpretazione: un'introduzione 5 Gian Mario anseLMi il gioco della narrazione 6 roberto antoneLLi le origini e il duecento: filologia d'autore e filologia del lettore 13 BarBara IvančIć il dialogo tra autori e traduttori 21 euGenio MazzareLLa lirica e poeSia 36 DanieLe iozzia eStetica da camera. note Sulla decorazione d'interni 45 Giusy ranDazzo Social-mente 50 AUTORI aLberto Giovanni biuso introduzione alla filoSofia di eugenio mazzarella 55 Giuseppe paLazzoLo uliSSe 1947 59 MassiMo schiLirò il romanzo della cacciata. Su aracoeli di elSa morante 65 antonio sichera la nuova lirica di giuSeppe pontiggia: il moto delle coSe 71 RECENSIONI Daria baGLieri temporalità e differenza 74 aLberto Giovanni biuso paganeSimi e gnoSticiSmi. Su Kri-SiSn. 47 "paganiSme?" 78 antonio sichera gli anni del noStro incanto 81 VISIONI Giusy ranDazzo la traviata al teatro carlo felice di genova 83 NEES Mosè siMone GaLLuzzo interviSta ad agneSe moro 87 SCRITTURA CREATIVA Giusy ranDazzo lei è libera 92 PORTFOLIO Franco carLisi il valzer di un giorno 96 indice ANNO VIII N.17 APRILE 2018 RIVISTA DI FILOSOFIA rivista Di filosofia on line Registrata presso il Tribunale di Milano N° 378 del 23/06/2010

Quando Emilio Cecchi va in Messico negli anni trenta è costretto a confrontare il pregiudizio cul... more Quando Emilio Cecchi va in Messico negli anni trenta è costretto a confrontare il pregiudizio culturale con la radicalità dell’altro. I temi del suo resoconto di viaggio (il tempo storico e quello geologico, le rovine industriali e quelle azteche, la morte, l’animale e l’eros) non si prestano al gioco consueto della domesticazione/comparazione. Certo è che Cecchi è comunque uscito dalla propria camera, si è esposto al pericolo del viaggio come rivelazione e mutamento dell’io, ed è giunto al termine del mutamento quando quest’ultimo diviene incontrollabile. Nel suo viaggio attraverso il ‘Messico crudele’, Cecchi è colto infine dal turbamento di fronte all’orrendo, perché forse ci riguarda.
When Emilio Cecchi goes to Mexico in the 1930s, he is forced to confront the cultural preconception with the radical nature of the other. The themes of his travelogue (the historical time and the geological one, the industrial ruins and the Aztec ones, the death, the animal and the Eros) do not allow the usual strategy of domestication/comparison. What is certain is that Cecchi went out of his room, he exposed himself to the danger of the journey as revelation and modification of the self, and he came at the end of the change when it becomes out of control. On his journey through the 'cruel Mexico’, Cecchi is finally upset in the face of the monstruos, because perhaps it concerns everyone.

Figure di città, 2012
Un'introduzione Flânerie/rêverie Per anni Roger Caillois aveva passeggiato più volte alla settima... more Un'introduzione Flânerie/rêverie Per anni Roger Caillois aveva passeggiato più volte alla settimana per il XV arrondissement. La sua era una flânerie da manuale. Passo dopo passo, lo scrittore-camminatore guarda il paesaggio, con le sue emergenze (i grattacieli sull'altra riva della Senna): la scena della città fisica. Guarda le vetrine: la scena erotico-feticistica della città capitalistica. Ascolta i passanti e le loro diverse lingue, gerghi, argot: la babele delle classi sociali e delle migrazioni. A poco a poco trae piacere dal disorientamento che sopravviene. E passa a uno stato ipnotico («Bighellonavo, sognavo»): la città è onirica, non per forza una scena notturna, ma scena del sogno a occhi aperti. La sua rêverie urbana, ripetuta e codificata, può confinare con una pratica ludica, il vagabondaggio associarsi con il gioco. Caillois finge di inseguire creature fantastiche mescolate alla folla e indirizzate a certe loro case-rifugio (o case-trappola). Nasce così il programma di un suo libretto: un inventario delle case insolite del quartiere 1 . Il gioco, si sa, mette ordine, cataloga, stringe in una regola. Il camminatore cerca la sua mappa quando ha smarrito ogni rotta, o quando il territorio che percorre ha perduto ogni legge 2 . Caillois comincia con il notare l'asimmetria dei comignoli sul tetto dell'École Militaire, punto d'accesso del vagabondaggio. Non sarebbe sorprendente, «ma ero già sulle tracce dello strano e non tardai a riconoscere nella dissimmetria dell'École Militaire l'avvertimento che, a partire da questa 1 R. Caillois, Piccola guida del XV arrondissement ad uso dei fantasmi, in Id., Parigi un apprendistato, edizioni di passaggio, Palermo 2012. 2 «Molte volte mi sono perso: allora mi sono sforzato di riconoscere la topografia dei luoghi. Talvolta inganna in modo anomalo. Ne ho cercato i motivi invece di trarne piacere, come avevo fatto finora gironzolando senza meta e prolungando a caso la mia passeggiata. Mi sono ormai lanciato in un'esplorazione sistematica» (ivi, p. 11). «Le forme e la storia» n.s. V, 2012, 2, pp. 7-24 16 Ivi, pp. 37-38. «L'evoluzione del genere d'altronde non ha smesso di seguire le stesse tappe che marcarono un tempo la sostituzione dei prodigi della fiaba tradizionale con il fantastico del terrore e che delimita la preferenza prossima accordata all'universo della grande città sulle solitudini inospitali e al fenomeno dell'inammissibile rispetto al miracolo accettato in anticipo» (ivi, p. 38).
Studi in onore di Nicolò Mineo, 2009
Questa relazione è stata letta in occasione della Giornata di studio in memoria di Arcangelo Blan... more Questa relazione è stata letta in occasione della Giornata di studio in memoria di Arcangelo Blandini. La sua poesia, il suo tempo, Catania, 6 dicembre 2007.

L'archivio salvato. Appunti sulla narrativa di Maria Attanasio Caltagirone dopo il terremoto del ... more L'archivio salvato. Appunti sulla narrativa di Maria Attanasio Caltagirone dopo il terremoto del 1693; i poveri sono tornati prima dei nobili, e occupano strade e slarghi, accendono fuochi in alloggi di fortuna. Inevitabile l'incendio. Catarina ha lasciato il marito infortunato nella baracca che brucia, si è recata a ringraziare Dio della pace concessa alla terra fino a poco prima tremante. Non fa in tempo a tornare dalla chiesa. Il suo è salvataggio-suicidio, al grido innamorato di "Senza vossia, non ce n'è mondo!" 1 . Il grido, che non dobbiamo pretendere sia stato pronunciato, che forse fu poi diceria della folla spettatrice, o menzogna di cronista, è ora "scrittura che tra pergamene e incunaboli nel Grande Archivio della Città ancora si conserva". La scrittura salva. Ma chi salva la scrittura? Essa è fragile, incendiabile come la carta che la porta. La scena più mossa del racconto è il salvataggio delle carte dell'archivio cittadino, dove "sottratta ai capricci del volubile presente la vita diveniva memorabile cronologia, scrittura che congiungeva al futuro eventi passati e generazioni: senza quei segni minuti e fitti su carte e pergamene -memoria e storia, stabilità di nome e certezza d'esistenza -la città, smemorata, sarebbe caduta in un confuso presente, e i cittadini, senza appartenenza, confusi a fiere erranti nelle campagne, ad anonime api in alveare" 2

Narratori italiani del Novecento, a cura di Rocco Morano, 2012
Indice 9 Presentazione di Mario Bozzo 11 Introduzione di Rocco Mario Morano DIACRONIE: TEORIA, LI... more Indice 9 Presentazione di Mario Bozzo 11 Introduzione di Rocco Mario Morano DIACRONIE: TEORIA, LINGUA E STILE 29 GIULIO IACOLI Un secolo di forme cangianti. Cenni, spunti, categorie per il romanzo e i generi narrativi del Novecento 91 MAURIZIO DARDANO Note sulla lingua del romanzo italiano del Novecento ESPLORAZIONI CRITICHE: LE OPERE, GLI AUTORI 161 GIORGIO BÁRBERI SQUAROTTI La prosa narrativa di Gabriele d'Annunzio 195 GINO TELLINI Ettore Schmitz e Italo Svevo 237 PASQUALE VOZA La poetica visionaria di Federigo Tozzi: Con gli occhi chiusi 257 MICHAEL RÖSSNER La sovversione umoristica della poetica naturalista: Luigi Pirandello narratore R u b b e t t i n o 283 FRANÇOIS LIVI Il saltimbanco narratore: Aldo Palazzeschi 337 GIUSEPPE RANDO Sperimentalismo, denuncia e profezia nella narrativa di Corrado Alvaro 463 FABIO PIERANGELI Carlo Emilio Gadda: una problematica dell'impossibilità e dell'incompiutezza 505 MASSIMO SCHILIRÒ I treni di Elio Vittorini 549 MARK PIETRALUNGA Cesare Pavese e l'arte del narrare 579 GIOVANNI BÁRBERI SQUAROTTI «Ci sarà sempre un racconto che vorrò fare ancora». Storia, forme e significati della narrativa di Beppe Fenoglio 617 NICOLA LONGO «Ruggito dei leoni nella notte». Carlo Levi e l'arte del narrare
RSI è una rivista internazionale (peer reviewed) ed esce due volte l'anno, a giugno e a dicembre.... more RSI è una rivista internazionale (peer reviewed) ed esce due volte l'anno, a giugno e a dicembre. La collaborazione alla rivista è libera. Il Comitato scientifico si riserva a suo insindacabile giudizio la pubblicazione degli articoli inviati. Ogni autore assume piena responsabilità per il contenuto del suo scritto. La riproduzione dei testi è riservata. I libri per recensione vanno inviati al seguente indirizzo: Prof.
La Casa editrice garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibil... more La Casa editrice garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne la rettifica o la cancellazione previa comunicazione alla medesima.
Carceri vere e d’invenzione dal tardo Cinquecento al Novecento, atti del convegno di Ragusa-Comiso, 14-15-16 novembre 2007, a cura di Giuseppe Traina, 2009
Dall'altro lato delle parole c'è qualcosa che cerca di uscire dal silenzio, di significare attrav... more Dall'altro lato delle parole c'è qualcosa che cerca di uscire dal silenzio, di significare attraverso il linguaggio, come battendo colpi su un muro di prigione.

Casa Il camminatore è uno che va in giro per campi e paesi perché crede nell'accoglienza del mond... more Casa Il camminatore è uno che va in giro per campi e paesi perché crede nell'accoglienza del mondo. È uscito nell'aperto perché là, nella luce che schiude lo spazio, conta di incontrare le cose e di non venirne respinto come straniero. Non sempre la sua fiducia verrà premiata, ma talvolta troverà spazi non ostili, dilatazioni della sua percezione, curvature ospitali della superficie che percorre. Dopo la registrazione del disordine se non dell'infezione del mondo, sul suo taccuino il camminatore Gianni Celati ritroverà annotazioni acquietate, depositi di raccoglimento: "Qui voglio parlare di Pomponesco […]. Là in fondo l'aperto si presenta dietro un orizzonte, facendo sentire l'indistinta lontananza che dà un senso alla nostra collocazione spaziale. Piazza quasi sempre vuota, dove il vuoto si riconosce come l'accogliente, e noi accolti potevamo accorgerci degli altri accolti di passaggio, senza la solita sensazione di fastidio" 1 . Se la città è un'estensione della casa, poiché essa chiude l'uomo due volte (entro le pareti della casa ed entro le mura della città), la piazza equivale al vano del focolare come centro del luogo chiuso 2 . Ma qui la piazza resta dis-chiusa, include 1 Gianni Celati, Verso la foce, Feltrinelli, Milano 1989, p. 46. 2 Oppure, se si vuole, l'agorà/forum al centro della città corrisponde all'atrium della casa greco-romana, luogo aperto verso l'alto al centro della casa. Cfr. Hajo Eickhoff, Casa, in
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Si indaga in questo studio il pellegrinaggio al luogo della madre. Conversazione in Sicilia di El... more Si indaga in questo studio il pellegrinaggio al luogo della madre. Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, Aracoeli di Elsa Morante, Verso la foce di Gianni Celati mettono in racconto il tentativo di superamento di una crisi attraverso il viaggio a un luogo pregnante connesso all'origine. Declinan-do il viaggio iniziatico o il mito edenico o le pratiche contem-poranee del camminare, sono storie della cesura del legame e quindi della separazione dal paesaggio materno. In questo modo sono accomunate dalla funzione che si riconosce al mi-to, di narrare una seconda venuta al mondo, una rinascita. Ma in tutti e tre i casi si rende palese il dissolvimento pro-gressivo dell'aura che irradia da questa favola del ricomincia-mento. Il recupero dell'inizio è comunque sempre mancato: perché non la discesa alle madri ma la risalita all'azione storica è la soluzione alla crisi individuale e collettiva (Vittorini); per-ché il paradiso non è mai esistito, il male è nella Genesi (Mo-rante); perché ogni viaggio è una deriva, i luoghi sono svaniti (Celati). L'origine è un paese introvabile. massimo schiLirò insegna Socio-logia della letteratura e Letteratura italiana moderna e contemporanea all'università di Catania. Ha pub-blicato studi sui progetti autobio-grafici di Vitaliano Brancati e Italo Calvino, sulla rappresentazione del luogo e il resoconto di viaggio, sul-la letteratura siciliana, sulla follia. Tra le sue più recenti pubblicazio-ni: Catania di carta,
Il presente studio si accosta a Brancati con l´intenzione di districarvi la scrittura personale: ... more Il presente studio si accosta a Brancati con l´intenzione di districarvi la scrittura personale: il diarismo intimo, i tracciati e i giochi della memoria. L´indagine ha principio da un´ipotesi: che in ultimo Brancati non si contentasse più delle sue maschere, che volesse darsi la parola. In una lettera dell´autore al suo editore, ecco infatti un progetto letterario, un ciclo narrativo-autobiografico, una strana mescolanza di generi in un unico contenitore. Della sintassi della memoria brancatiana resta soltanto la trama ipotetica, ma più consistente è il lessico: la nascita e la morte, la partenza e la clausura, la distanza e la nostalgia, la colpa e la negazione. Se ne tenta qui una ricomposizione, come si rifà un mosaico perduto con le (poche) tessere scampate.
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When Emilio Cecchi goes to Mexico in the 1930s, he is forced to confront the cultural preconception with the radical nature of the other. The themes of his travelogue (the historical time and the geological one, the industrial ruins and the Aztec ones, the death, the animal and the Eros) do not allow the usual strategy of domestication/comparison. What is certain is that Cecchi went out of his room, he exposed himself to the danger of the journey as revelation and modification of the self, and he came at the end of the change when it becomes out of control. On his journey through the 'cruel Mexico’, Cecchi is finally upset in the face of the monstruos, because perhaps it concerns everyone.
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When Emilio Cecchi goes to Mexico in the 1930s, he is forced to confront the cultural preconception with the radical nature of the other. The themes of his travelogue (the historical time and the geological one, the industrial ruins and the Aztec ones, the death, the animal and the Eros) do not allow the usual strategy of domestication/comparison. What is certain is that Cecchi went out of his room, he exposed himself to the danger of the journey as revelation and modification of the self, and he came at the end of the change when it becomes out of control. On his journey through the 'cruel Mexico’, Cecchi is finally upset in the face of the monstruos, because perhaps it concerns everyone.