Papers by Gaspare Lombardo
I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su support... more I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), i diritti di noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per tutti i paesi. L'acquisto della presente copia dell'opera non implica il trasferimento dei suddetti diritti né li esaurisce.

Se noi siamo ciechi nella nostra capacità d'immaginazione, gli apparecchi sono muti; con il che v... more Se noi siamo ciechi nella nostra capacità d'immaginazione, gli apparecchi sono muti; con il che voglio dire che la loro apparenza non rivela più affatto la loro reale potenzialità. A dire il vero l'espressione muti non è proprio esatta, dato che non si può negare la loro percettibilità. E tuttavia essi restano, anche se in qualche modo percettibili. Essi fingono un'apparenza che non ha nulla a che fare con la loro vera natura, sembrano meno di ciò che sono. A causa della loro apparenza troppo modesta, non si riesce più a capire ciò che sono. Molti, come per esempio le bombole di gas Cyclon B usate ad Auschwitz, che si differenziavano di poco dai barattoli per la conserva di frutta, hanno un'apparenza da nulla. Questa millanteria negativa, questo essere più dell'apparire non si è mai verificato prima della storia. E dato che il loro essere potenziale non ha più nulla a che fare con la percettibilità, si potrebbe chiamarli " menzogneri " , o ideologici: una espressione che fino ad oggi è sempre stata usata, a torto, per caratterizzare concetti o teorie e non oggetti. Ad ogni modo questi apparecchi sono quanto di meno fisiognomico sia mai esistito, con il che intendo che manca loro la capacità o la volontà di esprimere ciò che sono; e che dunque in estrema istanza non parlano, che la loro apparenza non coincide con la loro essenza. IL MATERIALISMO Noi non viviamo nell'era del materialismo, ma nella seconda era platonica. Solo oggi , nell'epoca dell'industria di massa, al singolo oggetto arriva, letteralmente, un minimo grado dell'essere come se fosse la sua idea. Nel 1945 non siamo entrati nell'era atomica perché avevamo fabbricato tre bombe atomiche, ma perché possedevamo la ricetta non fisica per realizzarne innumerevoli altre. E l'Unione Sovietica non era allora minacciata dall'esistenza di alcuni oggetti fisici, ma da quella della loro idea. Platone non si sarebbe nemmeno potuto sognare che si sarebbe giunti a una proprietà sulle idee e al tentativo di proteggere giuridicamente questa proprietà. Paragonato alle poche idee esistente nel cielo di Platone, il numero delle nostre idee attuali è infinito e infinitamente crescente: a causa dell'inflazione delle invenzioni (che presso Platone non si presentano mai come produzione di idee) il numero di idee cresce in direzione dell'infinito. I PRODOTTI 1. i prodotti in serie sono nati per morire Il principio di riproduzione dell'industria odierna non significa solo che i prodotti fabbricati nel processo di serie sono caduchi e transitori; non solo che essi, come i singoli pezzi delle precedenti generazioni di prodotti, purtroppo finiscono un giorno col diventare decrepiti, i vecchi vengono uccisi dalla produzione stessa E dato che la produzione usa noi, i consumatori, come alleati, cioè ci esorta e ci educa a consumare esemplari usandoli, a sfruttarli utilizzandoli, noi ci assumiamo questo lavoro omicida a scapito dei nuovi esemplari, così che questi adesso possano affrontare il loro posto, anche se di un unico giorno, sempre innocenti e con mani pulite. Ciò che viene prodotto oggi, domani diventerà uno scarto, rimane indietro alla verità. Piuttosto è vero che la produzione fa nascere i prodotti come scarti di domani, che insomma la produzione è produzione di scarto. Di uno scarto, tuttavia, la cui caratteristica è che si trovi temporaneamente in stato di utilizzazione. 2. Sulla fine di una virtù Noi proprietari e consumatori di prodotti non siamo indifferenti nei confronti della lotta spietata e regolarmente vittoriosa che la produzione conduce senza tregua contro la generazione dei suoi prodotti di ieri. Piuttosto siamo dalla sua parte, cioè dalla parte della produzione, il che significa che partecipiamo alla lotta come partigiani, di volta in volta, della nuova generazione. E significa anche che noi stessi ci siamo fatti spietati. La spietatezza è diventata per noi imperativo morale. Mi sembra impensabile che nei rapporti umani si possono far sopravvivere, come virtù, modi di comportamento che, nei confronti dei prodotti, non passano più per virtù ma, al contrario, per non-virtù.
È necessario, almeno una volta nella vita, dubitare di tutte le cose.
La scienza è un sapere teorico che organizza e unifica i dati dell'esperienza mediante metodologi... more La scienza è un sapere teorico che organizza e unifica i dati dell'esperienza mediante metodologie definite rigorose e verificabili. In un'accezione più ristretta e tradizionale, con il termine di "scienze" si intendono solo quelle matematiche e naturali. Tuttavia, in una visione più ampia (che facciamo nostra), il termine è riferito anche alle discipline umane e storico-sociali.
Nato in Francia, l'Immuminismo, dominò e si diffuse a partire dal 1750. Il termine Illuminismo si... more Nato in Francia, l'Immuminismo, dominò e si diffuse a partire dal 1750. Il termine Illuminismo significa che attraverso i lumi della ragione si voleva diffondere tutto il reale. Occorre ricordare Galileo, aveva basato la scienza sul metodo sperimentale, non bisogna mai accettare le cose superficialmente ma sempre metterle al dubbio della ragione. Gli illuministi avevano una fiducia illimitata nella razionalità, la ragione può garantire la conoscenza ed il controllo del mondo.

Copernico è il primo sostenitore della teoria eliocentrica o copernicana che pone il sole al cent... more Copernico è il primo sostenitore della teoria eliocentrica o copernicana che pone il sole al centro dell'universo e la terra che ci gira intorno. La portata della sua opera "de revolutionibus" va molto al di là di una riforma tecnica dell'astronomia: spostando la terra dal centro dell'universo mutò anche il posto dell'uomo nel cosmo. La rivoluzione astronomica portò anche una rivoluzione filosofica: la sua teoria è servita per passare dalla mentalità medievale a quella della moderna società occidentale; è cambiato il rapporto fra Dio e l'uomo e il suo posto nell'universo. Copernico recupera una vecchia suggestione del tempo antico; giunge a formulare la sua teoria più da matematico che da astronomo e non va oltre la concezione dell'universo come ente finito. La teoria eliocentrica di cui si fa portavoce si pone in posizione antitetica rispetto alla cosmologia aristotelica che Tolomeo aveva scientificamente dimostrato. La fisica aristotelica è anche metafisica perché usa termini e concetti mutuati da essa. Con Ockham e quella teoria nominalistica sugli universali che viene definita appunto "rasoio" la fisica conquisterà piena autonomia rispetto alla metafisica. Dalla fisica Aristotele prendeva spunto per la sua teoria astronomica: l'universo non è unitario ma si divide in mondo sublunare e mondo terrestre. Il mondo terrestre è caratterizzato dai quattro elementi (terra, aria, fuoco, acqua) e dai movimenti violenti o naturali (verso l'elemento di cui gli oggetti sono costituiti oppure in senso opposto). Il mondo sublunare è composto da 55 sfere in cui ci sono le stelle fisse; l'unico elemento presente è l'etere e i movimenti sono tutti perfetti e circolari. Questo universo è finito e chiuso dalle stelle fisse, ma Dio si trova oltre questo universo e lo muove rimanendo immobile. Il sole per Aristotele era un astro perfetto, intonso che racchiudeva la purezza che ben si addice a Dio, fonte suprema di bellezza e di luce, ma che non si identificava con esso. Copernico rovescia la teoria astronomica di Aristotele e di Tolomeo. L'universo copernicano è una struttura unitaria regolata dalle stesse leggi; è negata l'esistenza di una distinzione corporea fra gli elementi. Fra Copernico e Tolomeo+Aristotele c'è in comune la finitezza dell'universo e il fatto che le orbite dei pianeti siano circolari. Copernico scrive all'inizio dei cinquecento. Il testo è preceduto da una dedica al papa; anche se Copernico sostenne la teoria eliocentrica che contrastava con l'ideologia della chiesa non subì la stesa sorte di bruno per una motivazione prettamente di natura storica: non era stato infatti ancora istituita la santa inquisizione che è un prodotto del concilio di Trento. Copernico adduce come elementi che potevano rendere più valida la sua teoria il fatto che anche altri grandi del passato come cicerone, plutarco e i pitagorici l'avessero appoggiata.
Descartes ha delineato le tappe della sua formazione intellettuale nel Discours de la méthode (16... more Descartes ha delineato le tappe della sua formazione intellettuale nel Discours de la méthode (1637), lungo un periodo di circa vent'anni, attraverso il quale è divenuto "cartesiano". Una visione retrospettiva non esente certo dal condizionamento della riflessione matura in un tempo in cui, in possesso di risultati ormai raggiunti, si cerca di definire una linea giustificativa di sviluppo e di approdo.

Cartesio nacque il 31 marzo del 1596 in Francia e così come studiato in precedenza con altri filo... more Cartesio nacque il 31 marzo del 1596 in Francia e così come studiato in precedenza con altri filosofi, anche questi si formò all'interno di un contesto culturale particolarmente stimolante e fertile grazie alle grandi scoperte scientifiche. Il giovane Cartesio fu appassionato dalle tante scoperte fatte sino ad allora a cui si aggiunse però anche l'insoddisfazione della filosofia tradizionale, in contrasto con larga parte della cultura del suo tempo; nonostante ciò C. aveva un impressione potenzialmente ottimistica dell'impresa filosofia. Egli infatti ritiene che questa non è né difficile né impossibile a patto che si osservino alcune regole essenziali nella ricerca della verità. E fu proprio su questo che si basò la sua prefazione filosofica riguardo il discorso sul metodo (ne fu proprio l'introduzione) nel libro 'Il mondo o trattato della luce', diviso questo in 3 saggi, già stati scritti in precedenza, anche se poi fu da qui che estrasse: la dottrina, le meteore e soprattutto la geometria cartesiana ed analitica(eq. della retta, dell'iperbole, della parabola…). Le regole epistemologiche riguardano il discorso sul metodo(teorie della scienza) non vanno contro la ragione, bensì fede-ragione non sono in contrapposizione, C. era cattolico(così come Galileo d'altronde, Newton era protestante) sono 4:
Nella complessa concezione della ragione che Hegel ha espresso nel corso della sua attività filos... more Nella complessa concezione della ragione che Hegel ha espresso nel corso della sua attività filosofica, si possono distinguere diversi momenti anche tra loro contrastanti:

In questo testo Feuerbach nega l'immortalità personale perché l'individuo non è immortale. Spiega... more In questo testo Feuerbach nega l'immortalità personale perché l'individuo non è immortale. Spiega anche che quest'ansia d'immortalità nasce dal fatto che l'uomo nell'aldilà potrà ottenere quello che la vita terrena non gli ha dato: una vita in beatitudine. Infatti, se l'uomo fosse appagato non s'immaginerebbe altri paradisi in cui ottenere la felicità e la beatitudine. Se però la vera vita non è questa, ma quella dell'aldilà, è inevitabile che l'individuo non s'impegni con i suoi simili e a cambiare la sua realtà. Quando si parla del divino, di dio, si parla d'assoluto e d'immortalità e quindi il singolo, volendo essere immortale, vorrà essere divino, dio mostrando così orgoglio e presunzione. Il divino però è anche ciò che è autosufficiente, l'individuo non può quindi considerarsi divino perché non possiede questa caratteristica, egli non basta a se stesso e quindi non è un qualcosa d'alto, ma esiste un qualcosa di superiore che è il GENERE UMANO. L'umanità è, infatti, immortale eterna ed è anche autosufficiente. questo senso è possibile spiegare molti dogmi come quello della Trinità, gli attributi umani sono oggettivati nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Anche la famiglia celeste è proiezione della famiglia umana dove d'altra parte non manca la figura femminile ed è per questo che il cattolicesimo pone Maria accanto al Padre e al Figlio. A partire dalla considerazione di Dio è possibile conoscere l'uomo, il suo essere e ciò che egli pensa di sé; viceversa dall'uomo possiamo individuare i tratti del Dio, oggetto d'adorazione. La coscienza che l'uomo ha di Dio è quindi uguale alla coscienza che l'uomo ha di sé. L'obiezione che potrebbe essere mossa è la seguente: Dio è infinito, al contrario l'uomo è finito e limitato, ma poiché è l'uomo che crea Dio, Feuerbach si chieda come sia possibile una tale sproporzione tra la causa e l'effetto. Il filosofo afferma però che la natura umana non è limitata, ma lo è solo l'individuo, non il genere umano e quindi la ragione, la conoscenza e tutti gli altri attributi, non possono precludersi in un solo individuo perché sarebbero un nulla rispetto alle qualità del genere umano. Essi conoscono, infatti, uno sviluppo infinito nel tutto e sono proprio queste proprietà del genere umano ad essere proiettate in Dio. L'animale dal canto suo, ad es., ha coscienza di sé come singolo, ma secondo Feuerbach non è possibile affermare che esso abbia consapevolezza, oltre delle proprietà che a lui appartengono, del fatto che quelle stesse qualità non si esauriscono in lui, ma appartengono anche al genere e la specie. È proprio per questo motivo che l'animale non può dunque conoscere la religione. Gli uomini sono coscienti di loro stessi perché le loro facoltà sono parte di un tutto più ampio; l'uomo è cosciente anche degli altri, del genere. Quindi il legame con gli altri è costitutivo di noi stessi e ci permette di conoscerci. Dio possiede le più alte perfezioni e nel momento in cui i suoi attributi sono riconosciuti come umani, questi ultimi vengono di conseguenza valorizzati, come anche la natura umana che viene in un certo senso divinizzata, diventando così il valore più alto. Dio quindi non è una realtà indipendente ma è l'umano, l'umanità tutta, quindi conoscenza, volontà e amore non sono Dio, ma un qualcosa di divino. Nella religione sono comunque proiettate le proprietà più alte dell'uomo, quelle che sono oggetto di stima e ammirazione, ma è proiettato anche ciò che l'uomo desidera possedere: la conoscenza infinita propria del genere, una volontà onnipotente e così via. L'uomo vorrebbe essere infinito e proietta in Dio questo suo desiderio. Nel protestantesimo, per es., la femminilità è riconosciuta come fondamentale della natura umana, è goduta e cessa d'essere oggetto di desiderio, proprio perché i pastori non devono seguire il celibato. La donna dunque non è più proiettata come desiderio e in questa religione viene meno il culto della Madonna. Nel momento in cui le qualità più alte dell'uomo si staccano da lui, si verifica un impoverimento fino a che l'uomo religioso si sente un nulla in confronto a Dio e questo provoca l'inginocchiarsi, il chiedere perdono…. Questa è un'altra assurdità della religione: ci si piega di fronte ad una nostra creazione.
LA CIVILTà MINOICA-di maggior rilievo è quella che fiorisce a Creta e che da nome ad un leggendar... more LA CIVILTà MINOICA-di maggior rilievo è quella che fiorisce a Creta e che da nome ad un leggendario re Minosse si definisce minoica Cnosso Festo e Mallia tra le altre sorgono i primi palazzi e ha inizio il periodo protopalaziale che si prolunga fino al 1700. Quella detta neopalaziale e compresa tra il 1700 e la metà del xv secolo. Per Creta Minoica il declino non tarda tuttavia a venire. Verso la metà del xv sec. Tutti i palazzi dell'isola ad eccezione quella di Cnosso, subiscono una violenta distruzione.

Il termine ERMENEUTICA deriva dal greco hermeneuein, e significa letteralmente interpretazione, a... more Il termine ERMENEUTICA deriva dal greco hermeneuein, e significa letteralmente interpretazione, anche se si può tradurre in vari modi come tradurre, comprendere, spiegare. Tutti questi sensi entrano nel significato generale delle parola, che ha una ricorrenza piuttosto rara, un esempio può essere il Teeteto di Platone. Secondo una derivazione filologica che alcuni ritengono anche un po' dubbia il termine derivererebbe da Hermes, o messa in relazione con il nome Hermes, nome del dio chiamato in latino Mercurio, il messaggero degli dei, dio dei viandanti e commercianti; si accetta questa derivazione perché l'interpretazione riguarda il trasmettere dei massaggi e il comunicare. Questo spiega uno dei ruoli fondamentali che l'ermeneutica ha assunto nella storia e cioè la cosiddetta hermeneutica sacra che compare molto tardi nella storia della filosofia intorno al 1600 con un autore, Dannhauer, che introdusse la parola: con questa espressione si intende il rendere comprensibile il messaggio della divinità (da cui la derivazione da Hermes),e quindi l'hermeneutica sacra era quella disciplina (esegesi in pratica) che si occupava dell'interpretazione del testo sacro ed in particolare della Bibbia e per molto tempo l'ermeneutica è stata una disciplina di esegesi del testo sacro, una pratica filologica che riguardava in maniera specifica il testo teologico in particolare la Bibbia. Questo portare il messaggio divino concerne un problema fondamentale ovvero quello di come rendere e esprimere questo messaggio divino, come esprimere e rendere accessibile e comprensibile agli uomini il messaggio divino, una verità che deriva da un altro mondo cioè che protende ad un contenuto di verità che tende ad essere universale: se i testi non hanno un contenuto prettamente descrittivo e scientifico ci si può chiedere quale sia il loro contenuto di verità, se c'è. L'ermeneutica ha avuto un momento di crisi quando il testo biblico non venne più inteso come descrittivo e scientifico ma visto come un testo portatore di un messaggio solamente di tipo etico, morale e religioso (1500 Galileo); di qui deriva il problema molto serio di come sia possibile esprimere in linguaggio umano verità eterne, con cui si era confrontato Lutero ovvero con la traducibilità del testo ossia se la traduzione distorce o meno il senso di un testo e insieme la verità in esso contenuta e quindi se esista una lingua più adatta per questo scopo (esiste una lingua adamitica, cioè una lingua perfetta per esprimere tutto ciò?). L'interpretazione assume quindi in questo senso un ruolo di deviazione della verità. In ogni caso il problema dell'interpretazione viene a porsi nel momento in cui non si capisce un testo o qualche parte del testo.

Kierkegaard è un esponente di quella tendenza che prende il nome di "reazione all'idealismo". L'u... more Kierkegaard è un esponente di quella tendenza che prende il nome di "reazione all'idealismo". L'unico elemento che associa Kierkegaard e Schopenauer è la svalutazione della razionalità umana, vista come un elemento utile alla vita, ma non alla conoscenza della realtà. Schopenauer conserva la visione universale, collettivistica, che è tipica dell'idealismo, mentre Kierkegaard è sostenitore dell' individualismo: qualunque visione di tipo collettivo, per lui non conta niente. L'uomo è solo con la propria individualità, ed è solo di fronte al problema della vita, della morte e di Dio; parlare di questi problemi con gli altri uomini, quindi, è un modo sbagliato di cercarne la risoluzione. Il cristiano, dunque, è veramente tale quando instaura un dialogo con Dio al proprio interno, individualmente, e non quando si riunisce con altri uomini (ad esempio in Chiesa durante la messa). A Kierkegaard come individuo Dio dice soltanto "cercami", e il filosofo si dedica alla vita religiosa, uscendo dalla società, lasciando la fidanzata di cui fra l'altro era molto innamorato, e tralasciando ogni cosa che consisteva nella ricerca di Dio. Quella di Kierkegaard è una scommessa di tipo pascaliano: si getta nella vita religiosa sperando nella salvezza. L'individualismo di Kierkegaard si può ricondurre a certi aspetti del pensiero di Ockam: anche il filosofo inglese, infatti, era convinto che nella realtà non esistesse nulla di universale: la realtà per lui è intrinsecamente individuale, e ogni individuo è un blocco unitario individuale. Un altro punto di contatto con Ockham è la concezione della razionalità: essa per Kierkegaard, come per Ockham, è uno strumento utile per vivere, ma se si intende affrontare i problemi di fondo, la ragione bisogna lasciarcela alle spalle. Quella di Kierkegaard, quindi, è una visione anti -Hegeliana. Kierkegaard si può considerare il primo pensatore esistenzialista, anche se il termine "esistenzialismo" in senso stretto sarà coniato più tardi da Heidegger. Sartre, un esistenzialista contemporaneo, afferma che l'esistenzialismo è una posizione filosofica in cui l'esistenza precede l'essenza. L' "esistenza" consiste nel fatto, che è mutevole, l' "essenza" è il significato, il ti estin, la definizione logica e ontologica di qualcosa; l'essenza non è mutevole, è l'Idea di Platone: è l'aspetto della realtà che ha una sua valenza eterna, immutabile.

La filosofia medievale si occupa essenzialmente del rapporto fede/ragione. Si distinguono due tip... more La filosofia medievale si occupa essenzialmente del rapporto fede/ragione. Si distinguono due tipi di filosofie in questo periodo: 1) alto medioevo: monaci antidialettici-> impossibilità della teologia(via "alogica" di Tertulliano) 2) basso medioevo: monaci dialettici-> Scolastica medievale (rapporto diretto con l' insegnamento) e San Tommaso. Cultura medievale: la cultura dell' alto medioevo aveva il suo unico centro nel monastero, all'interno del quale ci si limitava solo alla conservazione/duplicazione dei testi o al massimo al commento. Dal 12°s ecolo ai monasteri si affiancano le scuole istituite nelle Cattedrali (scuole Cattedrali) e le università nate come associazioni di studenti e professori, le prime furono Parigi, famosa per gli studi teologici, e Bologna, per quelli giuridici. La Scolastica era l' insegnamento nelle scuole Cattedrali, la filosofia si sviluppava in tre punti: la lectio del maestro, la quaestio (comprensione profonda del testo) e la disputatio nella quale i discepoli si esercitavano col metodo dialettico trattando dell' auctoritas (testi sacri) ma non mettendone mai in dubbio la verità.

Sin dall'antichità classica, ogni epoca ha riflettuto sul sapere accumulato, allo scopo di organi... more Sin dall'antichità classica, ogni epoca ha riflettuto sul sapere accumulato, allo scopo di organizzarlo e di estenderlo. Il termine "enciclopedia" (che significa "educazione circolare"), designa la raccolta e l'esposizione sistematica delle conoscenze esistenti in un dato periodo storico. I progetti enciclopedici, susseguitisi a partire dall'Etica nicomachea di Aristotele, hanno via via una divisione delle scienze, una possibile organizzazione del sapere (modello classificatorio), oppure sono stati presentati, sin dal Medioevo, sotto forma di summae e dizionari (modello compilativo-erudito), o, infine, hanno cercato di garantire non soltanto l'esposizione delle verità riconosciute come tali, ma anche la scoperta di nuove verità, fino ad esaurire il dominio (modello inventivo la cui storia si intreccia con quella delle arti della memoria e della ricerca di una lingua perfetta o ars characteristica).
Questions do not become unaskable simply by the invention of a terminology in which they cannot b... more Questions do not become unaskable simply by the invention of a terminology in which they cannot be asked" (Freedom and Reason, XI, 2) Hume, nella I sezione del libro III del Trattato, ha sostenuto che "le distinzioni morali non sono il prodotto della ragione" 1 e che "la moralità non consiste in nessun dato di fatto che si possa scoprire con l'intelletto" 2 . Hume, nel negare la possibilità di fondare razionalmente l'etica, ha svolto diverse considerazioni che la tradizione filosofica anglosassone ha denominato come "legge di Hume", che può riassumersi così: è impossibile derivare razionalmente giudizi morali dalle conoscenze e dall'analisi di dati di fatto, o, detto in altri termini: non è corretto passare dal piano dell'essere, dei fatti, al piano del "dover essere".
Uploads
Papers by Gaspare Lombardo
L'opera è acquistabile presso le librerie fisiche e sui migliori store online. pag 296 euro 16,00