Books by Roberto Garaventa
La questione dell’umanismo oggi, a cura di A. Hilt, H. Zaborowski, V. Cesarone, Quodlibet Studio, Macerata, pp. 33-53. , 2017
In man, aggressive and destructive wickedness ultimately seems to prevail over goodness. Indeed, ... more In man, aggressive and destructive wickedness ultimately seems to prevail over goodness. Indeed, by virtue of its particular cruelty, savagery, ferocity and gratuitousness, the wickedness of man can certainly be considered one of the characteristics that most differentiate him from other animals, which kill only to defend themselves or to feed themselves
“Humanitas”, 2017
Garaventa -Strutturale malvagità dell'uomo 1 una religione libera per l'europa Humanitas 72(3/201... more Garaventa -Strutturale malvagità dell'uomo 1 una religione libera per l'europa Humanitas 72(3/2017) ___-___ RobeRto GaRaventa Strutturale malvagità dell'uomo 1 Si pensi soltanto al volume Giustificazione e interrogazione. Giobbe nella filosofia, guida, Napoli, 1991, dedicato non a caso alla memoria dei suoi genitori e dei due filosofi italiani che sono stati per lui costante punto di riferimento: alberto Caracciolo e Pietro Piovani. 2 a. Caracciolo, Nulla religioso e imperativo dell'eterno. Studi di etica e di poetica, tilgher, genova 1990, p. 23. 14_H17,3_Garaventa.indd 1
Si dà qui, in ordine alfabetico, la lista delle sigle usate nel testo per citare alcuni degli scr... more Si dà qui, in ordine alfabetico, la lista delle sigle usate nel testo per citare alcuni degli scritti di Troeltsch. Al titolo originario dello scritto segue il riferimento all'edizione (tedesca o italiana) utilizzata nelle citazioni. Per indicazioni più precise, cfr. la bibliografia posta al termine di questo lavoro.
Introduzione 13 Capitolo I L'interpretazione del peccato originale ne Il concetto dell'angoscia 3... more Introduzione 13 Capitolo I L'interpretazione del peccato originale ne Il concetto dell'angoscia 31 Capitolo II Angoscia del bene, della libertà, dell'Eterno. Su alcuni tratti demoniaci della società moderna 81 Capitolo III Preoccupazione e angoscia negli scritti religiosi Capitolo IV Angoscia, peccato, redenzione. Kierkegaard a confronto con l'antropologia e la psicoanalisi Bibliografia essenziale Indice dei nomi Capitolo I L'interpretazione del peccato originale ne Il concetto dell'angoscia L'angoscia non è una determinazione della necessità, ma neanche della libertà; essa è una libertà imbrigliata, dove la libertà non è libera in se stessa ma imbrigliata, non nella necessità, ma in se stessa 1

Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) 15 In effetti le religioni tend... more Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) 15 In effetti le religioni tendono sia a suscitare angoscia che a preservare dall'angoscia. 16 J. Delumeau, La paura in occidente, 1978. 2. Søren Kierkegaard: una fenomenologia dell'angoscia La cosa che più sorprende nel leggere Il concetto dell'angoscia (1844) di Kierkegaard 1 -primo pensatore ad essersi occupato sistematicamente del problema -è che questa "semplice riflessione di carattere psicologico", lungi da parlare dell'"angoscia" in un senso univoco (come sembrerebbe suggerire il titolo), utilizza questo termine in differenti accezioni, tanto da delineare una vera e propria fenomenologia (o tipologia) di questo stato affettivo fondamentale dell'esistenza. Anzitutto l'uomo prova angoscia quando decide di darsi un'identità, di imprimere una direzione precisa alla sua vita, di scegliere se stesso: è questa l'angoscia della libertà, che Kierkegaard definisce anche angoscia del nulla, dal momento che l'individuo, nel momento della scelta, si ritrova di fronte al suo nulla, a ciò che egli non è ancora (dato che sarà "qualcosa" solo una volta sceltosi). Nel momento in cui prende coscienza del legame conflittuale esistente in lui tra spirito e corpo, l'uomo prova però, in secondo luogo, anche angoscia della sua sessualità quale possibile fattore condizionante la sua scelta. Dovendo fare i conti con una colpa commessa, con la possibilità ognor presente di ricommetterla e con le eventuali imprevedibili conseguenze di tale atto, l'uomo è assalito invece dall'angoscia del male, mentre ad inquietare l'individuo che, volendo ostinatamente restare nella colpa, rifiuta di aprirsi a qualsiasi possibilità di cambiamento, è l'angoscia del bene. Di fronte all'incertezza del futuro il cristiano borgheseche ha perso la fede nella provvidenza divina -è invece preda dell'angoscia del domani, laddove l'uomo di fede prova angoscia proprio del finito, del terreno, in quanto privo di reale consistenza. Insomma: ciò che emerge da quest'opera pionieristica sull'argomento è in primis l'immagine di un'esistenza umana costitutivamente segnata da molteplici forme d'angoscia.
Per una riforma radicale della chiesa
Talks by Roberto Garaventa

In his doctoral dissertation from 1841, On the Concept of Irony with Continual Reference to Socra... more In his doctoral dissertation from 1841, On the Concept of Irony with Continual Reference to Socrates, Kierkegaard describes romantic irony as a form of existence characterized by moodiness, discontinuity, disharmony, and contradiction, since it is not based on a serious life choice. The romantic "ironist", who "composes himself and his environment with the greatest possible poetic license", and "lives in this totally hypothetical and subjunctive way", (SKS 1, 319 / CI, 284) remains in a strict state of pure possibility, refusing to make a decision for a specific form of existence and refusing to engage with existence with seriousness and commitment. Because of this, he also refuses to adopt a particular personality, and he ends up incessantly destroying his identity, as if in the throes of a continuous metamorphosis. What remains constant in him is only the empty vanity and spectral lightness of ironic subjectivity, in the face of which all content loses consistency and everything seems vain and nullified. Because he is against every firm existential ubi consistam, this type of person "succumbs completely to mood": "His life is nothing but moods [...] At times he is a god, at times a grain of sand. His moods are just as occasional as the incarnation of Brahma [...] At times he is on the way to the monastery, and along the way he visits Venusberg; at times he is on the way to Venusberg, and along the way he prays at a monastery [...] At times he has a clear grasp of everything, at times he is seeking; at times he is a dogmatician, at times a doubter, at times Jacob Böhme, at times the Greeks, etc.-nothing but moods". (SKS 1,(319)(320)(284)(285)

Il ruolo della filosofia nel mondo contemporaneo: la lezione di Karl Jaspers 1 1. Nelle società o... more Il ruolo della filosofia nel mondo contemporaneo: la lezione di Karl Jaspers 1 1. Nelle società odierne due sono le istanze veritative predominanti: le scienze naturali e le fedi rivelate. Per moltissimi individui le scienze naturali costituiscono la principale via d'accesso alla verità, in quanto non solo sono in grado di comprendere e interpretare la realtà senza far riferimento ad istanze metafisiche o religiose, ma sembrano poter altresì dare indicazioni precise, certe e fondate per risolvere i grandi problemi dell'esistenza. Esse producono infatti conoscenze che valgono dappertutto allo stesso modo, tanto che le tecniche sviluppate sulla loro scorta sono utilizzate da popolazioni appartenenti a culture anche profondamente differenti tra loro. La capacità che le scienze naturali hanno di darci un'interpretazione universalmente condivisa della realtà, insieme alla supposizione-presunzione che esse possano in futuro non solo risolvere gli enigmi conoscitivi ancora aperti, ma consentire altresì la costruzione di strumenti tecnologici capaci di migliorare sempre più la vita dell'umanità, genera tuttavia una diffusa fede acritica nella scienza, che si accompagna spesso a manifestazioni di agnosticismo religioso, se non di esplicito ateismo.
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