In A. Grasso (a cura di), Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Volume III. I ... more In A. Grasso (a cura di), Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Volume III. I media alla sfida della convergenza, Vita e Pensiero, Milano 2017
A partire dalla metà degli anni Settanta, il panorama legislativo del settore dei media subisce u... more A partire dalla metà degli anni Settanta, il panorama legislativo del settore dei media subisce una serie di mutamenti che modificano nel profondo tanto i principi e i valori costitutivi, quanto i meccanismi di funzionamento e organizzazione dei mezzi stessi e dell'industria culturale nel suo complesso. Insieme alla riforma della Rai del 1975, che trasferisce il potere e la gestione del servizio pubblico radiotelevisivo dal governo al Parlamento, un primo spartiacque tra differenti stadi evolutivi del sistema dei media è caratterizzato dalla sentenza n. 202/1976 della Corte costituzionale che apre alla libera iniziativa di emittenti radiofoniche e televisive private in ambito locale, normando una tendenza e un fermento già in atto da alcuni anni. Si tratta di una fase breve, transitoria, dove una miriade di piccole imprese amatoriali e improvvisate viene ben presto fagocitata da industrie nazionali più forti e strutturate, come Mondadori, Rusconi e Fininvest 1 . Tuttavia, la sentenza del 1976 è indicativa di come il ruolo degli organismi preposti (siano essi di natura esecutiva, legislativa o di garanzia) sia stato quello di legittimare situazioni esistenti, secondo un'impostazione che diventerà prevalente proprio nei decenni successivi.
Il vento "di bufera" che ha investito Milano in occasione delle elezioni comunali ha prodotto non... more Il vento "di bufera" che ha investito Milano in occasione delle elezioni comunali ha prodotto non solo la novità politica del primo sindaco di centrosinistra ad elezione diretta, ma anche un nuovo clima d'opinione e una spinta alla partecipazione e mobilitazione dei cittadini 1 . La corsa per l'elezione del sindaco di Milano si può infatti ritenere esemplare, sia per il modo, molto acceso, in cui i due candidati hanno interpretato il confronto, sia per il recupero di un'attenzione per il territorio che è essenziale nelle elezioni amministrative (Diamanti, 2009; Marletti, 2007), combinata e potenziata con un utilizzo innovativo e capillare delle nuove tecnologie (Mascheroni e Murru, 2011). Per questo motivo analizziamo le strategie di campagna di Pisapia e Moratti partendo dagli appuntamenti elettorali sul territorio (e dalle esternazioni dei due candidati) 2 .
Il rapporto sulla campagna elettorale municipale 2011 illustra e discute i dati relativi al monit... more Il rapporto sulla campagna elettorale municipale 2011 illustra e discute i dati relativi al monitoraggio realizzato dall’Osservatorio sulla Comunicazione Politica a Milano e Torino nel periodo compreso tra il 7 marzo e il 29 maggio 2011. La ricerca, volta a studiare l’impatto della campagna elettorale nella duplice arena locale e nazionale, si è concentrata da un lato sull’analisi del coverage mediatico della campagna, dall’altro sulle strategie politico-comunicative attuate dai candidati. I due casi hanno permesso di confrontare gli stili e i temi di campagna, lo sviluppo del dibattito pubblico, la presenza di forme di mobilitazione “dal basso” e partecipate in due contesti molto diversi tra loro. Da un lato infatti l’elezione torinese ha avuto come cifra la continuità e ha privilegiato la dimensione locale; dall’altro l’esperienza milanese ha invece dato vita ad una campagna fortemente mediatizzata e carica di significati simbolici ben più ampi del semplice governo della città. In entrambi i casi, i candidati vincenti hanno realizzato campagne elettorali di tipo postmoderno, dando un forte impulso alla mobilitazione sul territorio.
[Carried out by the Observatory on Political Communication, this report shows and discusses the monitoring data on 2011 municipal election campaign in Milan and Turin during the period between March 7 and May 29. The research, aimed to study the impact of the campaign in local and national arena, focused mainly on two aspects: (a) the analysis of media campaign coverage, (b) the political communication strategies implemented by the leading political candidates. The selected case studies have allowed us to compare, in two contexts almost antithetical, styles and themes of election campaign, development of public debate, presence of grassroots mobilization and participation. On the one hand, in Turin the election was marked by the confirmation of the existing political balance, low levels of media coverage and the relevance of the local specificities. On the other hand, in Milan media interest and coverage of the election campaign was high, because of the symbolic meaning of competition, that exceeded the municipal boundaries, and the fact that the Italian Prime Minister, Silvio Berlusconi, was personally involved. In both cases analyzed, the winning canidates carried out post- modern campaigns that have strongly mobilized citizens in this electoral competition]
In this article the author compares the transformation of media systems of two countries belongin... more In this article the author compares the transformation of media systems of two countries belonging to the former Soviet bloc of Eastern Europe: Albania and Poland. The aim is to highlight differences that occurred in this process, in order to show how, albeit a similar past and the belonging to the same political and economic model until 1989.
Negli ultimi decenni, sotto la spinta di due fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazio... more Negli ultimi decenni, sotto la spinta di due fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione, lo stato-nazione ha visto un indebolimento del proprio raggio d’azione mentre i media sono stati attraversati da profondi mutamenti tecnologici e culturali che ne hanno modificato gli aspetti produttivi, fruitivi e distributivi.
Cosa accade ai sistemi mediatici nazionali quando sulla scena irrompono le nuove tecnologie della comunicazione, i fenomeni migratori, la costruzione di complesse articolazioni sovranazionali che ridisegnano l’identità culturale di una nazione? La tradizionale concezione nazional-statale del sistema mediatico può ancora essere considerata valida?
Quali dimensioni sono in grado di spiegare meglio il mutamento in corso? Il volume fornisce alcune risposte a tali quesiti, individuando criteri d’analisi in grado di pensare i sistemi mediatici oltre la cornice chiusa e finita dei confini nazionali. Vengono affrontati, nello specifico, i casi di Spagna e Italia, due Paesi fondati su modelli istituzionali e comunicativi piuttosto simili e da tempo impegnati in percorsi di ricostruzione dell’identità mediatica che coinvolgono aspetti commerciali, culturali, normativi e di contiguità geografica o linguistica.
Il saggio affronta l'evoluzione della rappresentazione dei programmi sportivi nella televisio... more Il saggio affronta l'evoluzione della rappresentazione dei programmi sportivi nella televisione italiana nel periodo compreso tra il 1979 e il 201
Pay fiction experienced a production boom in Europe between 2008 and 2017. The output of original... more Pay fiction experienced a production boom in Europe between 2008 and 2017. The output of original productions in Europe’s five main markets (France, Italy, Germany, Spain, and the UK) leapt from 8 series in 2008 to 47 in 2017 – a rise of +490% (as shown in the previous chapter). This growth is based on a change in the national production paradigms, which are increasingly modelled on “quality TV” from the US (Thompson 1997). Unsurprisingly, most of the titles travel very well across borders, both within and outside Europe. These series are much more export-friendly than what the national public and private (free) TV producers traditionally used to produce (Scaglioni and Barra 2013). This renaissance of sorts in European scripted pay TV production is also bound up with major changes in the industry that affect how European fic- tion productions begin to circulate. Besides pay TV growth in all the main markets studied, it is also about the arrival of the global SVOD giants based in the US (Netflix and Amazon Prime Video), the explosion of European OTT platforms, and the ever-greater take-up of streaming technology by the more traditional networks (Lobato 2019). All these factors have led to both a certain uniformity in productions across Europe and an increased transnational circulation of these products. This chapter maps out the de- velopment of the transnational circulation of European series in the five sample countries from two distinct yet complementary standpoints. First, we explore the circulation of pay fiction in Europe from an export perspec- tive; second, we focus on how those countries have gone about importing European scripted pay fiction in this context
Negli ultimi anni, sulla spinta della digitalizzazione, il mondo delle industrie mediali e creati... more Negli ultimi anni, sulla spinta della digitalizzazione, il mondo delle industrie mediali e creative ha subito diverse trasformazioni che ne hanno mutato \u2013 anche radicalmente \u2013 alcuni connotati classici e sedimentati nel tempo. Tali trasformazioni hanno iniziato a evidenziare un rinnovato bisogno di formazione in ambito audiovisivo. Obiettivo del presente contributo \ue8 quello di tracciare il profilo e i confini del settore audiovisivo con particolare riferimento ai cambiamenti intervenuti recentemente nella filiera, nei players del mercato e, infine, nelle professioni e nelle skills ritenute pi\uf9 rilevanti e interessanti
Television Histories in (Post)Socialist Europe, 2014
After the fall of the Berlin Wall and the end of communist regimes in 1989, national media system... more After the fall of the Berlin Wall and the end of communist regimes in 1989, national media systems of the Eastern European countries belonging to the Soviet bloc began a process of transformation along the way of liberalization and commercialization. In Albania, this process occurred in different phases, but with a common trend, that is the Italian television as a structural, economic and cultural model to inspire. In this article, I try to outline the deep influences and legacies between Italian and Albanian television systems (dating back to the last years of the regime) showing how, despite a progressive sliding towards americanization, they remain a typical landmark of Albanian media. From the formats of the first programmes after the regime to the recent appearances of Italian Tv presenters (in particular, from Berlusconi's channels) on Albanian private channels, we can observe a subtle but rooted and continuous dependency from the country on the other side of the Adriatic ...
pone al centro del proprio progetto scientifico e didattico le forme e i processi attraverso cui ... more pone al centro del proprio progetto scientifico e didattico le forme e i processi attraverso cui gli esseri umani pensano e fabbricano le loro società, organizzano e regolano la convivenza sociale, si danno istituzioni politiche, tessono e si riconoscono in una o più culture, si aggregano, comunicano e confliggono tra loro. Il Dipartimento intende essere il luogo in cui si studiano tali forme e processi nelle loro diverse manifestazioni nello spazio e nel tempo, su scala locale e globale, tenendo conto dei piccoli e dei grandi gruppi, nonché dei diversi intrecci che si stabiliscono tra questi orizzonti della vita sociale, politica e culturale, a livello sia individuale sia collettivo. La complessità dei fenomeni sociali e politici contemporanei costituisce una sfida alla convenzionale divisione del lavoro tra discipline. Il Dipartimento di Culture, Politica e Società appare a questo fine particolarmente attrezzato, giacché si avvale di competenze tanto articolate quanto convergenti e complementari. In esso si raccolgono studiosi di antropologia e sociologia, di scienza politica e relazioni internazionali, di teoria e filosofia politica, di storia, linguistica e geografia Via Giolitti,
Journal of Media and Communication Studies, Jun 30, 2014
In recent decades, media systems went through deep transformations, due to social phenomena such ... more In recent decades, media systems went through deep transformations, due to social phenomena such as globalization and digitalization; thus, they are to rewrite their boundaries, closely related as those of national states in which media operate. Since the Four theories of the press, studies on communication systems assumed the nation as a privileged frame for the analysis of the relationship between media, political and social structure; yet, what happen when new technologies, mass migration or even financial and institutional supranational bodies burst redefining media production and national cultural identity? Can we still consider national view of media system valid and to what extent can we talk about transnational media systems? Which dimensions are better able to explain the change? In this article, I try to answer these questions from a macro perspective and with a multidimensional approach in order to identify variables useful for defining media systems beyond national boundaries. A new model for studying media systems untied from administrative and geographical states should take into account: 1) The internationalization of media ownership, that is foreign investments in national media organizations and vice versa; 2) The technological development, that encourages circulation of media contents and information on a large and global scale; 3) The national legislation on media, where we can use to trace the degree of supranationalisation by the laws; d) the language, that is the ability of cultural and linguistic to unify through the media communities and groups around the world.
In 1985, during a decade of many transnational television experiments in Europe, RAI launched a p... more In 1985, during a decade of many transnational television experiments in Europe, RAI launched a project in cooperation with public service broadcasters of neighbouring countries; the collaboration involved the Swiss public service (RSI) and the Yugoslavian experience of RTV Koper. This project was called \u2018Comunit\ue0 Radiotelevisiva Italofona\u2019/\u2018Italophone Broadcasting Community\u2019 because the aim was the promotion and development of Italian language and culture all across the world. The experience of Comunit\ue0 Radiotelevisiva Italofona represents one of the clearest examples of the so-called \u2018Italicity\u2019, as defined by Bassetti \u2013 that is, the admixture between Italian culture and the foreign cultures with which it blends. The aim of this article is to retrace the history of this experience following multiple perspectives: an overview of the most significant transnational broadcasters that arose in Europe; the concept of \u2018Italicity\u2019 and the role of Italic and Italophone media in the world; the key stages and the most important changes in the history of Comunit\ue0 Radiotelevisiva Italofona. Ideally, the result would be a complete overview of a project that has been primary in making Italian public service (and its international branches) and Italian culture known beyond national boundaries
In A. Grasso (a cura di), Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Volume III. I ... more In A. Grasso (a cura di), Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Volume III. I media alla sfida della convergenza, Vita e Pensiero, Milano 2017
A partire dalla metà degli anni Settanta, il panorama legislativo del settore dei media subisce u... more A partire dalla metà degli anni Settanta, il panorama legislativo del settore dei media subisce una serie di mutamenti che modificano nel profondo tanto i principi e i valori costitutivi, quanto i meccanismi di funzionamento e organizzazione dei mezzi stessi e dell'industria culturale nel suo complesso. Insieme alla riforma della Rai del 1975, che trasferisce il potere e la gestione del servizio pubblico radiotelevisivo dal governo al Parlamento, un primo spartiacque tra differenti stadi evolutivi del sistema dei media è caratterizzato dalla sentenza n. 202/1976 della Corte costituzionale che apre alla libera iniziativa di emittenti radiofoniche e televisive private in ambito locale, normando una tendenza e un fermento già in atto da alcuni anni. Si tratta di una fase breve, transitoria, dove una miriade di piccole imprese amatoriali e improvvisate viene ben presto fagocitata da industrie nazionali più forti e strutturate, come Mondadori, Rusconi e Fininvest 1 . Tuttavia, la sentenza del 1976 è indicativa di come il ruolo degli organismi preposti (siano essi di natura esecutiva, legislativa o di garanzia) sia stato quello di legittimare situazioni esistenti, secondo un'impostazione che diventerà prevalente proprio nei decenni successivi.
Il vento "di bufera" che ha investito Milano in occasione delle elezioni comunali ha prodotto non... more Il vento "di bufera" che ha investito Milano in occasione delle elezioni comunali ha prodotto non solo la novità politica del primo sindaco di centrosinistra ad elezione diretta, ma anche un nuovo clima d'opinione e una spinta alla partecipazione e mobilitazione dei cittadini 1 . La corsa per l'elezione del sindaco di Milano si può infatti ritenere esemplare, sia per il modo, molto acceso, in cui i due candidati hanno interpretato il confronto, sia per il recupero di un'attenzione per il territorio che è essenziale nelle elezioni amministrative (Diamanti, 2009; Marletti, 2007), combinata e potenziata con un utilizzo innovativo e capillare delle nuove tecnologie (Mascheroni e Murru, 2011). Per questo motivo analizziamo le strategie di campagna di Pisapia e Moratti partendo dagli appuntamenti elettorali sul territorio (e dalle esternazioni dei due candidati) 2 .
Il rapporto sulla campagna elettorale municipale 2011 illustra e discute i dati relativi al monit... more Il rapporto sulla campagna elettorale municipale 2011 illustra e discute i dati relativi al monitoraggio realizzato dall’Osservatorio sulla Comunicazione Politica a Milano e Torino nel periodo compreso tra il 7 marzo e il 29 maggio 2011. La ricerca, volta a studiare l’impatto della campagna elettorale nella duplice arena locale e nazionale, si è concentrata da un lato sull’analisi del coverage mediatico della campagna, dall’altro sulle strategie politico-comunicative attuate dai candidati. I due casi hanno permesso di confrontare gli stili e i temi di campagna, lo sviluppo del dibattito pubblico, la presenza di forme di mobilitazione “dal basso” e partecipate in due contesti molto diversi tra loro. Da un lato infatti l’elezione torinese ha avuto come cifra la continuità e ha privilegiato la dimensione locale; dall’altro l’esperienza milanese ha invece dato vita ad una campagna fortemente mediatizzata e carica di significati simbolici ben più ampi del semplice governo della città. In entrambi i casi, i candidati vincenti hanno realizzato campagne elettorali di tipo postmoderno, dando un forte impulso alla mobilitazione sul territorio.
[Carried out by the Observatory on Political Communication, this report shows and discusses the monitoring data on 2011 municipal election campaign in Milan and Turin during the period between March 7 and May 29. The research, aimed to study the impact of the campaign in local and national arena, focused mainly on two aspects: (a) the analysis of media campaign coverage, (b) the political communication strategies implemented by the leading political candidates. The selected case studies have allowed us to compare, in two contexts almost antithetical, styles and themes of election campaign, development of public debate, presence of grassroots mobilization and participation. On the one hand, in Turin the election was marked by the confirmation of the existing political balance, low levels of media coverage and the relevance of the local specificities. On the other hand, in Milan media interest and coverage of the election campaign was high, because of the symbolic meaning of competition, that exceeded the municipal boundaries, and the fact that the Italian Prime Minister, Silvio Berlusconi, was personally involved. In both cases analyzed, the winning canidates carried out post- modern campaigns that have strongly mobilized citizens in this electoral competition]
In this article the author compares the transformation of media systems of two countries belongin... more In this article the author compares the transformation of media systems of two countries belonging to the former Soviet bloc of Eastern Europe: Albania and Poland. The aim is to highlight differences that occurred in this process, in order to show how, albeit a similar past and the belonging to the same political and economic model until 1989.
Negli ultimi decenni, sotto la spinta di due fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazio... more Negli ultimi decenni, sotto la spinta di due fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione, lo stato-nazione ha visto un indebolimento del proprio raggio d’azione mentre i media sono stati attraversati da profondi mutamenti tecnologici e culturali che ne hanno modificato gli aspetti produttivi, fruitivi e distributivi.
Cosa accade ai sistemi mediatici nazionali quando sulla scena irrompono le nuove tecnologie della comunicazione, i fenomeni migratori, la costruzione di complesse articolazioni sovranazionali che ridisegnano l’identità culturale di una nazione? La tradizionale concezione nazional-statale del sistema mediatico può ancora essere considerata valida?
Quali dimensioni sono in grado di spiegare meglio il mutamento in corso? Il volume fornisce alcune risposte a tali quesiti, individuando criteri d’analisi in grado di pensare i sistemi mediatici oltre la cornice chiusa e finita dei confini nazionali. Vengono affrontati, nello specifico, i casi di Spagna e Italia, due Paesi fondati su modelli istituzionali e comunicativi piuttosto simili e da tempo impegnati in percorsi di ricostruzione dell’identità mediatica che coinvolgono aspetti commerciali, culturali, normativi e di contiguità geografica o linguistica.
Il saggio affronta l'evoluzione della rappresentazione dei programmi sportivi nella televisio... more Il saggio affronta l'evoluzione della rappresentazione dei programmi sportivi nella televisione italiana nel periodo compreso tra il 1979 e il 201
Pay fiction experienced a production boom in Europe between 2008 and 2017. The output of original... more Pay fiction experienced a production boom in Europe between 2008 and 2017. The output of original productions in Europe’s five main markets (France, Italy, Germany, Spain, and the UK) leapt from 8 series in 2008 to 47 in 2017 – a rise of +490% (as shown in the previous chapter). This growth is based on a change in the national production paradigms, which are increasingly modelled on “quality TV” from the US (Thompson 1997). Unsurprisingly, most of the titles travel very well across borders, both within and outside Europe. These series are much more export-friendly than what the national public and private (free) TV producers traditionally used to produce (Scaglioni and Barra 2013). This renaissance of sorts in European scripted pay TV production is also bound up with major changes in the industry that affect how European fic- tion productions begin to circulate. Besides pay TV growth in all the main markets studied, it is also about the arrival of the global SVOD giants based in the US (Netflix and Amazon Prime Video), the explosion of European OTT platforms, and the ever-greater take-up of streaming technology by the more traditional networks (Lobato 2019). All these factors have led to both a certain uniformity in productions across Europe and an increased transnational circulation of these products. This chapter maps out the de- velopment of the transnational circulation of European series in the five sample countries from two distinct yet complementary standpoints. First, we explore the circulation of pay fiction in Europe from an export perspec- tive; second, we focus on how those countries have gone about importing European scripted pay fiction in this context
Negli ultimi anni, sulla spinta della digitalizzazione, il mondo delle industrie mediali e creati... more Negli ultimi anni, sulla spinta della digitalizzazione, il mondo delle industrie mediali e creative ha subito diverse trasformazioni che ne hanno mutato \u2013 anche radicalmente \u2013 alcuni connotati classici e sedimentati nel tempo. Tali trasformazioni hanno iniziato a evidenziare un rinnovato bisogno di formazione in ambito audiovisivo. Obiettivo del presente contributo \ue8 quello di tracciare il profilo e i confini del settore audiovisivo con particolare riferimento ai cambiamenti intervenuti recentemente nella filiera, nei players del mercato e, infine, nelle professioni e nelle skills ritenute pi\uf9 rilevanti e interessanti
Television Histories in (Post)Socialist Europe, 2014
After the fall of the Berlin Wall and the end of communist regimes in 1989, national media system... more After the fall of the Berlin Wall and the end of communist regimes in 1989, national media systems of the Eastern European countries belonging to the Soviet bloc began a process of transformation along the way of liberalization and commercialization. In Albania, this process occurred in different phases, but with a common trend, that is the Italian television as a structural, economic and cultural model to inspire. In this article, I try to outline the deep influences and legacies between Italian and Albanian television systems (dating back to the last years of the regime) showing how, despite a progressive sliding towards americanization, they remain a typical landmark of Albanian media. From the formats of the first programmes after the regime to the recent appearances of Italian Tv presenters (in particular, from Berlusconi's channels) on Albanian private channels, we can observe a subtle but rooted and continuous dependency from the country on the other side of the Adriatic ...
pone al centro del proprio progetto scientifico e didattico le forme e i processi attraverso cui ... more pone al centro del proprio progetto scientifico e didattico le forme e i processi attraverso cui gli esseri umani pensano e fabbricano le loro società, organizzano e regolano la convivenza sociale, si danno istituzioni politiche, tessono e si riconoscono in una o più culture, si aggregano, comunicano e confliggono tra loro. Il Dipartimento intende essere il luogo in cui si studiano tali forme e processi nelle loro diverse manifestazioni nello spazio e nel tempo, su scala locale e globale, tenendo conto dei piccoli e dei grandi gruppi, nonché dei diversi intrecci che si stabiliscono tra questi orizzonti della vita sociale, politica e culturale, a livello sia individuale sia collettivo. La complessità dei fenomeni sociali e politici contemporanei costituisce una sfida alla convenzionale divisione del lavoro tra discipline. Il Dipartimento di Culture, Politica e Società appare a questo fine particolarmente attrezzato, giacché si avvale di competenze tanto articolate quanto convergenti e complementari. In esso si raccolgono studiosi di antropologia e sociologia, di scienza politica e relazioni internazionali, di teoria e filosofia politica, di storia, linguistica e geografia Via Giolitti,
Journal of Media and Communication Studies, Jun 30, 2014
In recent decades, media systems went through deep transformations, due to social phenomena such ... more In recent decades, media systems went through deep transformations, due to social phenomena such as globalization and digitalization; thus, they are to rewrite their boundaries, closely related as those of national states in which media operate. Since the Four theories of the press, studies on communication systems assumed the nation as a privileged frame for the analysis of the relationship between media, political and social structure; yet, what happen when new technologies, mass migration or even financial and institutional supranational bodies burst redefining media production and national cultural identity? Can we still consider national view of media system valid and to what extent can we talk about transnational media systems? Which dimensions are better able to explain the change? In this article, I try to answer these questions from a macro perspective and with a multidimensional approach in order to identify variables useful for defining media systems beyond national boundaries. A new model for studying media systems untied from administrative and geographical states should take into account: 1) The internationalization of media ownership, that is foreign investments in national media organizations and vice versa; 2) The technological development, that encourages circulation of media contents and information on a large and global scale; 3) The national legislation on media, where we can use to trace the degree of supranationalisation by the laws; d) the language, that is the ability of cultural and linguistic to unify through the media communities and groups around the world.
In 1985, during a decade of many transnational television experiments in Europe, RAI launched a p... more In 1985, during a decade of many transnational television experiments in Europe, RAI launched a project in cooperation with public service broadcasters of neighbouring countries; the collaboration involved the Swiss public service (RSI) and the Yugoslavian experience of RTV Koper. This project was called \u2018Comunit\ue0 Radiotelevisiva Italofona\u2019/\u2018Italophone Broadcasting Community\u2019 because the aim was the promotion and development of Italian language and culture all across the world. The experience of Comunit\ue0 Radiotelevisiva Italofona represents one of the clearest examples of the so-called \u2018Italicity\u2019, as defined by Bassetti \u2013 that is, the admixture between Italian culture and the foreign cultures with which it blends. The aim of this article is to retrace the history of this experience following multiple perspectives: an overview of the most significant transnational broadcasters that arose in Europe; the concept of \u2018Italicity\u2019 and the role of Italic and Italophone media in the world; the key stages and the most important changes in the history of Comunit\ue0 Radiotelevisiva Italofona. Ideally, the result would be a complete overview of a project that has been primary in making Italian public service (and its international branches) and Italian culture known beyond national boundaries
Il rapporto sulla campagna elettorale municipale 2011 illustra e discute i dati relativi al monit... more Il rapporto sulla campagna elettorale municipale 2011 illustra e discute i dati relativi al monitoraggio realizzato dall'Osservatorio sulla Comunicazione Politica a Milano e Torino nel periodo compreso tra il 7 marzo e il 29 maggio 2011. La ricerca, volta a studiare l' ...
In her 2007 book, Naomi Sakr wrote that the most effective feature of the Arab media system was t... more In her 2007 book, Naomi Sakr wrote that the most effective feature of the Arab media system was the common language shared among all the Arab countries. This aspect, although realized and valued by different political and media institutions at the dawn of radio and television, led to a transnational media landscape transcending national boundaries. It also favoured the birth and development of a regional market – like those in the United States and Latin America – that could create a “pan-Arab space”. Since the beginning of the 2000s, Arab television has followed the construction of “pan-Arabism” combining the burgeoning free-market approach and the development of entertainment programmes and formats specifically relevant to that part of the world. In this process, we can observe the emergence of a particular type of fiction, called musalsalat, i.e. soap operas and series airing for a single 30-day period, mirroring the duration of Ramadan. Unlike other genres, such as reality shows...
Critical Studies in Television: The International Journal of Television Studies, 2017
What is a TV schedule? Luca Barra tries to answer this question in his book, Palinsesto. Storia e... more What is a TV schedule? Luca Barra tries to answer this question in his book, Palinsesto. Storia e tecnica della programmazione televisiva (translation Scheduling. History and Technique of Television Programming), analysing under different perspectives one of the key elements of both TV grammar and its industrial structure. If television, as Raymond Williams explains, 'is a continuous and indistinct flow of heterogeneous content' (1974: 13), the schedule represents the main instrument by which TV shows are organised in a well-ordered mosaic, made up from scattered and different contents (materials) into a definite and defining scheme. Barra's book is divided into four sections, each focusing on different approaches to understand the role of this particular 'object', not only in terms of television production and distribution practices but also in terms of the ongoing debate of television studies. The first one ('Definitions') reveals the manifold nature of the TV schedule, its many terminological layers and the meanings that this concept has in different countries. For the author, the multiple definitions of the TV schedule can be ordered on three different levels: the syntactic one, tied to the strategies used to put different elements into relation to each other; the semantic one, because 'this arrangement affects the meaning of the products and the way the audiences receive them' (p. 8); and the pragmatic one, referring to its communication purposes and the need by broadcasters to exploit this communication in order to build a durable bond with the spectators. The second section ('Techniques') explores the daily practices, negotiations and deliberations surrounding the construction of TV schedules and it use inside the TV industry, from a media production studies approach. Barra identifies different 'logics' (editorial, commercial, professional) that can influence the choices and decisions structuring the TV flow. As John Ellis (2000) wrote, broadcasters often act on the basis of different 'assumptions' about viewing habits, and the result of the mediation among these points of view leads to how TV content is actually broadcast. The rise of pay and digital multichannel television has modified the role of the TV schedule and its operating functions. If generalist networks, for example, struggle to maintain a wide range of different genres and targets, the new thematic channels have a less rich offer in terms of variety but can still build more specific and oriented schedules. Thus, while a generalist channel 'focuses its energy on prime time, the most important slot' (p. 56), a thematic channel tries to take profit from the construction of a strict identity and a distinctive brand in the complex and diversified television landscape. Techniques, tactics and strategies of TV programming are also well defined and consolidated, building on the definitions provided
Critical Studies in Television: The International Journal of Television Studies, 2017
What is a TV schedule? Luca Barra tries to answer this question in his book, Palinsesto. Storia e... more What is a TV schedule? Luca Barra tries to answer this question in his book, Palinsesto. Storia e tecnica della programmazione televisiva (translation Scheduling. History and Technique of Television Programming), analysing under different perspectives one of the key elements of both TV grammar and its industrial structure. If television, as Raymond Williams explains, 'is a continuous and indistinct flow of heterogeneous content' (1974: 13), the schedule represents the main instrument by which TV shows are organised in a well-ordered mosaic, made up from scattered and different contents (materials) into a definite and defining scheme. Barra's book is divided into four sections, each focusing on different approaches to understand the role of this particular 'object', not only in terms of television production and distribution practices but also in terms of the ongoing debate of television studies. The first one ('Definitions') reveals the manifold nature of the TV schedule, its many terminological layers and the meanings that this concept has in different countries. For the author, the multiple definitions of the TV schedule can be ordered on three different levels: the syntactic one, tied to the strategies used to put different elements into relation to each other; the semantic one, because 'this arrangement affects the meaning of the products and the way the audiences receive them' (p. 8); and the pragmatic one, referring to its communication purposes and the need by broadcasters to exploit this communication in order to build a durable bond with the spectators. The second section ('Techniques') explores the daily practices, negotiations and deliberations surrounding the construction of TV schedules and it use inside the TV industry, from a media production studies approach. Barra identifies different 'logics' (editorial, commercial, professional) that can influence the choices and decisions structuring the TV flow. As John Ellis (2000) wrote, broadcasters often act on the basis of different 'assumptions' about viewing habits, and the result of the mediation among these points of view leads to how TV content is actually broadcast. The rise of pay and digital multichannel television has modified the role of the TV schedule and its operating functions. If generalist networks, for example, struggle to maintain a wide range of different genres and targets, the new thematic channels have a less rich offer in terms of variety but can still build more specific and oriented schedules. Thus, while a generalist channel 'focuses its energy on prime time, the most important slot' (p. 56), a thematic channel tries to take profit from the construction of a strict identity and a distinctive brand in the complex and diversified television landscape. Techniques, tactics and strategies of TV programming are also well defined and consolidated, building on the definitions provided
The dissertation examines how globalization and digitalization concur to rewrite the notion of «m... more The dissertation examines how globalization and digitalization concur to rewrite the notion of «media system» in overcoming national boundaries. For many years, in fact, there has been a coincidence between boundaries of media systems and those of national states; nowadays, the growth of supranational organizations, non-state actors and transnational relations made possible by the development of digital media led to a change of paradigm. The research dwells on cases of Spain and Italy, two countries that belong to the “pluralist-polarized model” (Hallin and Mancini, 2004) and that share some characteristics of communication system, in the belief that a comparative analysis focused on “most similar systems” (Przeworski and Teune, 1970) can help to highlight the difference between them. Both media systems have been related to globalization and digitalization degrees and analysed in a macro perspective according to four crucial dimensions: internationalization of media ownership, development of new technologies, supranational references in media laws, language legacies and diffusion of Hispanic and Italic media worldwide.
Dagli Usa a Israele, dalla Norvegia alla Turchia, sono diversi i titoli che affrontano delicate q... more Dagli Usa a Israele, dalla Norvegia alla Turchia, sono diversi i titoli che affrontano delicate questioni di geopolitica. Guardando Homeland o Fauda lo spettatore fa i conti con i lati oscuri della lotta al terrore, in un intreccio tra finzione e mondo reale.
Negli ultimi anni, il comparto audiovisivoe quello televisivo in particolareha subito una serie d... more Negli ultimi anni, il comparto audiovisivoe quello televisivo in particolareha subito una serie di profonde trasformazioni che hanno investito tanto i contenuti in termini di forme e linguaggi, quanto le modalità di fruizione e consumo da parte del pubblico, nonché le strategie dei principali player. Con l'avvento delle tecnologie digitali, l'universo dei media è entrato in una fase d'innovazione e di 'convergenza' che, da un lato ha contribuito a sfumare progressivamente i confini tradizionali tra mezzi differenti, e dall'altro ha rafforzato le specificità di ciascuno. Di fronte alle sfide imposte dalla digitalizzazione e dalla convergenza, la televisione ha dovuto affrontare cambiamenti e metamorfosi evidenti, pur mantenendo alcuni elementi di stabilità e continuità rispetto al passato e, soprattutto, confermando la propria centralità all'interno del sistema dei media 1 ; in particolare, dentro uno scenario che ha visto mutare il ruolo e la natura dei prodotti e degli attori, delle tecnologie e degli spettatori, la Tv dell'età della convergenza e dell'abbondanza 2 evidenzia le proprie peculiarità sul fronte dell'estensione dei contenuti (che non si esauriscono nella messa in onda, ma continuano a vivere in innumerevoli forme dentro l'articolato ecosistema digitale), dell'accesso (attraverso sempre nuove forme di personalizzazione e frammentazione della fruizione) e della loro valorizzazione commerciale (che si manifesta nella capacità di un prodotto o di un network di costruire brand riconoscibili e affidabili). * Il saggio presenta i risultati della ricerca sulle professioni del broadcasting e della produzione audiovisiva condotta fra il 2015 e il 2016 dal Ce.R.T.A.
Fin dall'inizio il terrorismo di matrice islamista ha mostrato di saper usare la comunicazione pe... more Fin dall'inizio il terrorismo di matrice islamista ha mostrato di saper usare la comunicazione per realizzare i propri obiettivi, basti pensare all'impatto mediatico dell'attentato alle Twin Towers del 2001. La strategia comunicativa dell'ISIS compie un ulteriore passo in avanti su questa linea. In che modo differisce da quella di Al-Qaida? Su quali elementi si fonda? Quali obiettivi persegue? N el dicembre del 1985, lo studioso americano Brian Jenkins presentò al Defense Intelligence College degli Stati Uniti un documento sulle azioni, tendenze e strategie del terrorismo internazionale; in un passaggio, in particolare, l'analista sosteneva che «i terroristi vogliono tante persone che guardano e non tante persone che muoiono» (Jenkins 1985, 12). L'affermazione prendeva in considerazione l'antica questione della visibilità mediatica dei gruppi terroristici, la loro copertura informativa e il relativo dibattito sulla possibilità di "silenziarne" le operazioni, in un contesto internazionale segnato da una escalation di violenza, attentati ed emersione di organizzazioni terroristiche su vasta scala, dall'Europa al Medio Oriente, dall'America Centrale al Nord Africa. In sostanza, la convinzione di fondo espressa invitava a soffermarsi sul terrorismo come un insieme di soggetti interessati non solo agli obiettivi fisici e alla violenza manifesta, ma anche ai messaggi lanciati attraverso le
Rappresentare il lavoro attraverso i mass media non è impresa semplice, come testimonia la storia... more Rappresentare il lavoro attraverso i mass media non è impresa semplice, come testimonia la storia della televisione dalle origini a oggi e come dimostrano anche le nuove forme di comunicazione digitali. Quali produzioni nel corso dei decenni si sono rivelate più adatte a parlare del lavoro? Come rifuggire da una spettacolarizzazione eccessiva del lavoro, che impedisce di coglierne la vera portata? «A d Auschwitz ho notato spesso un fenomeno curioso: il bisogno del "lavoro ben fatto" è talmente radicato da spingere a far bene anche il lavoro imposto, schiavistico. Il muratore italiano che mi ha salvato la vita, portandomi cibo di nascosto per sei mesi, detestava i tedeschi, il loro cibo, la loro lingua, la loro guerra; ma quando lo mettevano a tirar su muri, li faceva dritti e solidi, non per obbedienza ma per dignità professionale». Così Primo Levi rispondeva a Philip Roth in una lunga e celebre intervista del 1986, pubblicata in diversi testi, tra cui in calce a un'edizione de Il sistema periodico (1997). L'osservazione del celebre scrittore sopravvissuto alla follia nazista aiuta a recuperare una dimensione spesso travisata e dimenticata quando si affronta il tema del lavoro nel dibattito contemporaneo: quella più prettamente culturale, legata al senso e alla missione di un mestiere o di una prestazione, intimamente connaturata alla sfera personale di ciascun individuo, alla capacità (e possibilità) di esprimere le proprie doti.
What is a TV schedule? Luca Barra tries to answer this question in his book, Palinsesto. Storia e... more What is a TV schedule? Luca Barra tries to answer this question in his book, Palinsesto. Storia e tecnica della programmazione televisiva (translation Scheduling. History and Technique of Television Programming), analysing under different perspectives one of the key elements of both TV grammar and its industrial structure. If television, as Raymond Williams explains, 'is a continuous and indistinct flow of heterogeneous content' (1974: 13), the schedule represents the main instrument by which TV shows are organised in a well-ordered mosaic, made up from scattered and different contents (materials) into a definite and defining scheme. Barra's book is divided into four sections, each focusing on different approaches to understand the role of this particular 'object', not only in terms of television production and distribution practices but also in terms of the ongoing debate of television studies. The first one ('Definitions') reveals the manifold nature of the TV schedule, its many terminological layers and the meanings that this concept has in different countries. For the author, the multiple definitions of the TV schedule can be ordered on three different levels: the syntactic one, tied to the strategies used to put different elements into relation to each other; the semantic one, because 'this arrangement affects the meaning of the products and the way the audiences receive them' (p. 8); and the pragmatic one, referring to its communication purposes and the need by broadcasters to exploit this communication in order to build a durable bond with the spectators. The second section ('Techniques') explores the daily practices, negotiations and deliberations surrounding the construction of TV schedules and it use inside the TV industry, from a media production studies approach. Barra identifies different 'logics' (editorial, commercial, professional) that can influence the choices and decisions struc-turing the TV flow. As John Ellis (2000) wrote, broadcasters often act on the basis of different 'assumptions' about viewing habits, and the result of the mediation among these points of view leads to how TV content is actually broadcast. The rise of pay and digital multichannel television has modified the role of the TV schedule and its operating functions. If generalist networks, for example, struggle to maintain a wide range of different genres and targets, the new thematic channels have a less rich offer in terms of variety but can still build more specific and oriented schedules. Thus, while a generalist channel 'focuses its energy on prime time, the most important slot' (p. 56), a thematic channel tries to take profit from the construction of a strict identity and a distinctive brand in the complex and diversified television landscape. Techniques, tactics and strategies of TV programming are also well defined and consolidated, building on the definitions provided 218 Critical Studies in Television: The International Journal of Television Studies 12(2)
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Books by Paolo Carelli
[Carried out by the Observatory on Political Communication, this report shows and discusses the monitoring data on 2011 municipal election campaign in Milan and Turin during the period between March 7 and May 29. The research, aimed to study the impact of the campaign in local and national arena, focused mainly on two aspects: (a) the analysis of media campaign coverage, (b) the political communication strategies implemented by the leading political candidates. The selected case studies have allowed us to compare, in two contexts almost antithetical, styles and themes of election campaign, development of public debate, presence of grassroots mobilization and participation. On the one hand, in Turin the election was marked by the confirmation of the existing political balance, low levels of media coverage and the relevance of the local specificities. On the other hand, in Milan media interest and coverage of the election campaign was high, because of the symbolic meaning of competition, that exceeded the municipal boundaries, and the fact that the Italian Prime Minister, Silvio Berlusconi, was personally involved. In both cases analyzed, the winning canidates carried out post- modern campaigns that have strongly mobilized citizens in this electoral competition]
Cosa accade ai sistemi mediatici nazionali quando sulla scena irrompono le nuove tecnologie della comunicazione, i fenomeni migratori, la costruzione di complesse articolazioni sovranazionali che ridisegnano l’identità culturale di una nazione? La tradizionale concezione nazional-statale del sistema mediatico può ancora essere considerata valida?
Quali dimensioni sono in grado di spiegare meglio il mutamento in corso? Il volume fornisce alcune risposte a tali quesiti, individuando criteri d’analisi in grado di pensare i sistemi mediatici oltre la cornice chiusa e finita dei confini nazionali. Vengono affrontati, nello specifico, i casi di Spagna e Italia, due Paesi fondati su modelli istituzionali e comunicativi piuttosto simili e da tempo impegnati in percorsi di ricostruzione dell’identità mediatica che coinvolgono aspetti commerciali, culturali, normativi e di contiguità geografica o linguistica.
Papers by Paolo Carelli
[Carried out by the Observatory on Political Communication, this report shows and discusses the monitoring data on 2011 municipal election campaign in Milan and Turin during the period between March 7 and May 29. The research, aimed to study the impact of the campaign in local and national arena, focused mainly on two aspects: (a) the analysis of media campaign coverage, (b) the political communication strategies implemented by the leading political candidates. The selected case studies have allowed us to compare, in two contexts almost antithetical, styles and themes of election campaign, development of public debate, presence of grassroots mobilization and participation. On the one hand, in Turin the election was marked by the confirmation of the existing political balance, low levels of media coverage and the relevance of the local specificities. On the other hand, in Milan media interest and coverage of the election campaign was high, because of the symbolic meaning of competition, that exceeded the municipal boundaries, and the fact that the Italian Prime Minister, Silvio Berlusconi, was personally involved. In both cases analyzed, the winning canidates carried out post- modern campaigns that have strongly mobilized citizens in this electoral competition]
Cosa accade ai sistemi mediatici nazionali quando sulla scena irrompono le nuove tecnologie della comunicazione, i fenomeni migratori, la costruzione di complesse articolazioni sovranazionali che ridisegnano l’identità culturale di una nazione? La tradizionale concezione nazional-statale del sistema mediatico può ancora essere considerata valida?
Quali dimensioni sono in grado di spiegare meglio il mutamento in corso? Il volume fornisce alcune risposte a tali quesiti, individuando criteri d’analisi in grado di pensare i sistemi mediatici oltre la cornice chiusa e finita dei confini nazionali. Vengono affrontati, nello specifico, i casi di Spagna e Italia, due Paesi fondati su modelli istituzionali e comunicativi piuttosto simili e da tempo impegnati in percorsi di ricostruzione dell’identità mediatica che coinvolgono aspetti commerciali, culturali, normativi e di contiguità geografica o linguistica.