Papers by Agnieszka Smigiel

Nel centenario della nascita di Maria Lai (Ulassai 1919-Cardedu 2013), il MAXXI propone al grande... more Nel centenario della nascita di Maria Lai (Ulassai 1919-Cardedu 2013), il MAXXI propone al grande pubblico la mostra intitolata Maria Lai. Tenendo per mano il sole, realizzata con la collaborazione sia delle istituzioni della Sardegna (Archivio Maria Lai, Fondazione Stazione dell'Arte, Fondazione di Sardegna) che di numerosi galleristi e collezionisti privati. Sulla scena nazionale l'iniziativa del MAXXI si presenta quasi come un atto dovuto al fine di rendere giustizia ad una delle figure d'eccellenza nel panorama della creatività italiana contemporanea; artista che troppo a lungo, quando era in vita, ha voluto tenersi distante dalla dimensione mondana della scena artistica. Sull'arena internazionale, la mostra si inscrive pienamente nel recente processo di rivalorizzazione dell'arte di Maria Lai, avviato poco dopo la sua morte avvenuta nel 2013, che vede nelle esposizioni Documenta 14, Art Basel 2017 e la Biennale di Venezia del 2017 le più importanti occasioni che hanno contribuito al riconoscimento dell'artista legittimandone la posizione centrale nella storia dell'arte contemporanea. La mostra al MAXXI conta oltre duecento pezzi esposti e rappresenta la più grande esposizione dedicata fino ad ora all'artista sarda; non si tratta di una classica retrospettiva, quanto piuttosto di un racconto movimentato che raramente è ordinato secondo vincoli puramente cronologici. Come hanno dichiarato i curatori, Bartolomeo Pietromarchi e Luigia Lonardelli, nel catalogo che accompagna la mostra: «la presentazione delle opere (…) ricalca ed è un omaggio a un periodare che spesso si interrompe per riprendere, anche dopo molti anni, discorsi apparentemente sospesi, dimostrando una qualità di ricucitura e resilienza percepibile anche nel percorso biografico dell'artista». Già il titolo della mostra è un manifesto artistico, in quanto, oltre a rimandare alla prima fiaba cucita realizzata dall'artista, racchiude in sé la filosofia della pratica artistica di Maria Lai. «Tenendo per mano il sole», continuano i curatori «è un verso che richiama il suo interesse per la poesia, il linguaggio e la parola» mentre «il sole evoca la cosmogonia delle sue Geografie». Considerando che l'opera è una risposta ai dubbi e agli interrogativi sorti all'artista sul senso della vita a seguito della visita al reparto pediatrico brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk provided by UniCA Open Journals

Nel centenario della nascita di Maria Lai (Ulassai 1919-Cardedu 2013), il MAXXI propone al grande... more Nel centenario della nascita di Maria Lai (Ulassai 1919-Cardedu 2013), il MAXXI propone al grande pubblico la mostra intitolata Maria Lai. Tenendo per mano il sole, realizzata con la collaborazione sia delle istituzioni della Sardegna (Archivio Maria Lai, Fondazione Stazione dell'Arte, Fondazione di Sardegna) che di numerosi galleristi e collezionisti privati. Sulla scena nazionale l'iniziativa del MAXXI si presenta quasi come un atto dovuto al fine di rendere giustizia ad una delle figure d'eccellenza nel panorama della creatività italiana contemporanea; artista che troppo a lungo, quando era in vita, ha voluto tenersi distante dalla dimensione mondana della scena artistica. Sull'arena internazionale, la mostra si inscrive pienamente nel recente processo di rivalorizzazione dell'arte di Maria Lai, avviato poco dopo la sua morte avvenuta nel 2013, che vede nelle esposizioni Documenta 14, Art Basel 2017 e la Biennale di Venezia del 2017 le più importanti occasioni che hanno contribuito al riconoscimento dell'artista legittimandone la posizione centrale nella storia dell'arte contemporanea. La mostra al MAXXI conta oltre duecento pezzi esposti e rappresenta la più grande esposizione dedicata fino ad ora all'artista sarda; non si tratta di una classica retrospettiva, quanto piuttosto di un racconto movimentato che raramente è ordinato secondo vincoli puramente cronologici. Come hanno dichiarato i curatori, Bartolomeo Pietromarchi e Luigia Lonardelli, nel catalogo che accompagna la mostra: «la presentazione delle opere (…) ricalca ed è un omaggio a un periodare che spesso si interrompe per riprendere, anche dopo molti anni, discorsi apparentemente sospesi, dimostrando una qualità di ricucitura e resilienza percepibile anche nel percorso biografico dell'artista». Già il titolo della mostra è un manifesto artistico, in quanto, oltre a rimandare alla prima fiaba cucita realizzata dall'artista, racchiude in sé la filosofia della pratica artistica di Maria Lai. «Tenendo per mano il sole», continuano i curatori «è un verso che richiama il suo interesse per la poesia, il linguaggio e la parola» mentre «il sole evoca la cosmogonia delle sue Geografie». Considerando che l'opera è una risposta ai dubbi e agli interrogativi sorti all'artista sul senso della vita a seguito della visita al reparto pediatrico brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk provided by UniCA Open Journals

Arte e spazio pubblico, 2023
Arte e spazio pubblico è un progetto di ricerca a cura della Direzione Generale Creatività Contem... more Arte e spazio pubblico è un progetto di ricerca a cura della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. Una ricerca su pratiche artistiche e strategie di progettazione negli spazi pubblici, su processi partecipativi, politiche pubbliche di rigenerazione di spazi urbani e territori, su committenti, mediatori e comunità, sul ruolo della conservazione delle opere d'arte nello spazio pubblico e sulla temporalità dell'opera d'arte pubblica. Il volume restituisce gli esiti delle giornate di studio Arte e spazio pubblico, dei tavoli di lavoro e della giornata di sintesi finale. Raccoglie i contributi di studiosi, artisti e curatori, architetti, giuristi e attori istituzionali, selezionati da una call for abstract e invitati a presentare ricerche, pratiche e casi studio, da cui emerge una visione a tutto campo sui temi Spazio, Temporalità, Partecipazione e Committenza.

A. Smigiel, L. Pennacchia, Alla ricerca di un’identità perduta. Il progetto del Museo dell’area a... more A. Smigiel, L. Pennacchia, Alla ricerca di un’identità perduta. Il progetto del Museo dell’area archeologica del Teatro di Marcello, in “Forma Urbis”, anno XXI, n.6, Giugno 2016, ISSN: 1720-884X. Il progetto per la realizzazione del Museo dell’area archeologica del Teatro Marcello all’interno dell’Albergo della Catena si inserisce nel tema del racconto del passato che vede il museo come la cosiddetta “eterotopia” di Michail Foucault, cioè di un ambiente semiotico che rimanda all’alterità spaziale e temporale. L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di diverse strutture dell’antichità: il Tempio di Apollo Sosiano e una parte della Porticus Octaviae. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini. L’intervento proposto mira a un progetto di riuso, con una valorizzazione dell’area, ma anche al miglioramento della sua fruibilità. Il progetto prevede la risemantizzazione non solo delle opere d’arte site finora nei magazzini, ma anche dell’edificio stesso assieme a tutta l’area del Teatro di Marcello. In particolare, gli interventi previsti puntano alla contestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo. Il progetto di allestimento di una serie di percorsi didattici in tutta l’area tende a creare una forma di “narratività” favorendo la comprensione delle stratificazioni storiche accresciute nel tempo e il dialogo con il contesto urbano. Il tutto porta alla creazione di una nuova dimensione che vive in relazione al sito che lo genera, e di conseguenza diventa la ricerca di un’identità perduta dell’area.

Medea, 2017
The paper presents a review of the exhibition entitled ”L’arte differente: MOCAK al MAXXI” hosted... more The paper presents a review of the exhibition entitled ”L’arte differente: MOCAK al MAXXI” hosted in the National Museum of 21 st Century Arts in Rome between the 7th December 2016 and the 22nd January 2017. This art event is a part of the big MAXXI project, titled “Expanding the Horizon”. The aim is to present the collections from diverse institutions in order to give an opportunity to Italian and international visitors to come into direct contact with different cultural and artistic realities. The art exhibition is dedicated to the MOCAK collection (Museum of Contemporary Art in Krakow), which includes numerous works that show the history and actual status of contemporary art in Poland. As pointed out by the curator of the event and the Director of MOCAK, Anna Maria Potocka, it is not just a collection of works of art but rather of ideas. This review describes several exhibited works and their accurate selection that reflects the curatorial strategy of the Cracovian museum.
This paper presents some characteristics of Yayoi Kusama's artistic production, that is one o... more This paper presents some characteristics of Yayoi Kusama's artistic production, that is one of the best known Japanese artists in the world, who has lived in an asylum for several years. Despite being one of the most beloved artists by the public, her art meets the constant criticism and problems related to the aesthetic judgment of her works. The artistic production of Yayoi Kusama is presented in relation to her biography that influenced her art by making an artistic brand, thus very easily recognizable all over the world, of her obsessions.
ABside-Rivista di Storia dell'Arte, 2019
Tenendo per mano il sole, Roma, MAXXI -Museo nazionale delle arti del XXI secolo, 19 giugno 2019 ... more Tenendo per mano il sole, Roma, MAXXI -Museo nazionale delle arti del XXI secolo, 19 giugno 2019 -12 gennaio 2020. Agnieszka ŚMIGIEL Corso Scuola del Patrimonio Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali -Roma [email protected]
“Thiasos Monografie”, vol. 11, 2018, ed. Quasar di Roma, ISBN 978-88-7140-907-8, pp. 279-290., 2018
Libeskind, urban sculptures, site specific, art in public space, urban landscape, memory
Medea - Rivista di Studi Interculturali , 2017
Roma, MAXXI -Museo nazionale delle arti del XXI secolo 7 dicembre 2016 -22 gennaio 2017
Medea - Rivista di Studi Interculturali, 2018

A. Smigiel, L. Pennacchia, Alla ricerca di un’identità perduta. Il progetto del Museo dell’area a... more A. Smigiel, L. Pennacchia, Alla ricerca di un’identità perduta. Il progetto del Museo dell’area archeologica del Teatro di Marcello, in “Forma Urbis”, anno XXI, n.6, Giugno 2016, ISSN: 1720-884X.
Il progetto per la realizzazione del Museo dell’area archeologica del Teatro Marcello all’interno dell’Albergo della Catena si inserisce nel tema del racconto del passato che vede il museo come la cosiddetta “eterotopia” di Michail Foucault, cioè di un ambiente semiotico che rimanda all’alterità spaziale e temporale. L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di diverse strutture dell’antichità: il Tempio di Apollo Sosiano e una parte della Porticus Octaviae. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini.
L’intervento proposto mira a un progetto di riuso, con una valorizzazione dell’area, ma anche al miglioramento della sua fruibilità. Il progetto prevede la risemantizzazione non solo delle opere d’arte site finora nei magazzini, ma anche dell’edificio stesso assieme a tutta l’area del Teatro di Marcello. In particolare, gli interventi previsti puntano alla contestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo. Il progetto di allestimento di una serie di percorsi didattici in tutta l’area tende a creare una forma di “narratività” favorendo la comprensione delle stratificazioni storiche accresciute nel tempo e il dialogo con il contesto urbano. Il tutto porta alla creazione di una nuova dimensione che vive in relazione al sito che lo genera, e di conseguenza diventa la ricerca di un’identità perduta dell’area.
Elaiopoulos M., Gentili M., Stellina Pochettino A., Fabrizi M., Zecca G., Scibetta R., Ancona L.,... more Elaiopoulos M., Gentili M., Stellina Pochettino A., Fabrizi M., Zecca G., Scibetta R., Ancona L., Smigiel A., CULTURE FOR ALL. TRADITIONAL AND MODERN SURVEYING TECHNIQUES MET GAMING TECHNOLOGY AND MOBILE APPS IN A PROJECT TO DIGITALLY PRESERVE AND DISSEMINATE INFORMATION ABOUT THE UNESCO WORLD HERITAGE SITE, THE ROYAL PALACE OF CASERTA IN ITALY. in: GeoConnexion International Magazine, Volume 15, Nov/Dec2016, p. 21-23, ISSN: 1748-5487
Conference Presentations by Agnieszka Smigiel

Agnieszka Smigiel, Imago Urbis secondo Daniel Libeskind. L’Urban Design tra istanza storica e ist... more Agnieszka Smigiel, Imago Urbis secondo Daniel Libeskind. L’Urban Design tra istanza storica e istanza estetica, II Convegno Internazionale Theatroeideis. L’immagine della città, la città delle immagini; Politecnico di Bari, 15-19 giugno 2016
Il contributo ha come oggetto la riflessione sul ruolo dell’urban design nella narrazione della memoria e nella rappresentazione dell’identità del luogo. Il punto centrale della trattazione sono le installazioni e le sculture urbane di Daniel Libeskind, cioè le architetture non percorribili, viste nella loro duplice polarità estetica e storica. Inoltre, i risultati delle ricerche hanno permesso di avanzare l’ipotesi che l’arte urbana di Libeskind, presente sopratutto in Italia, sia radicata profondamente nella cultura e nella tradizione disciplinare degli architetti italiani.
Lo studio ha portato alla lettura delle opere di Libeskind in chiave semiotica come un segno architettonico che si iscrive nello spazio della città, ricavando una matrice astratta del luogo. Considerato che secondo il Lotman “la città è un meccanismo che riporta in vita il passato (…)”, le installazioni urbane di Libeskind mirano al ritrovamento di un filo invisibile della memoria di un luogo, e di conseguenza al ritrovamento della presenza della narrazione. Si parla della liberazione della espressività simbolica di ogni singolo luogo e delle potenzialità custodite nel suo passato e nel suo presente. L’arte urbana di Libeskind istituisce, o a volte restituisce, le relazioni tra diversi edifici, ridefinendo e rivalorizzando l’intero paesaggio urbano. Le sue composizioni urbane creano la tensione dello spazio in cui convive e oscilla il passato e il presente, creando il legame tra città e narrazione. Nella definizione della sua estetica della città, l’urban design non fa solo scenografia alla vita urbana, ma diventa anche un “testo da leggere”.

L.Pennacchia, A.Smigiel, The Albergo della Catena Museum in Roma: Il Museo Archeologico Albergo d... more L.Pennacchia, A.Smigiel, The Albergo della Catena Museum in Roma: Il Museo Archeologico Albergo della Catena a Roma, in: Luis Palmero Iglesias (a cura di), ReUSO, III° Congreso Internacional sobre Documentación, Conservación y Reutilización del Patrimonio Arquitectónico y Paisajístico (Universitat Politècnica de València - Escuela Técnica Superior de Ingeniería de Edificación, 22-24 ottobre 2015), ISBN: 978-84-9048-386-2
The Albergo della Catena is one of the rare evidences of the minor medieval buildings in Rome and contains some remains of ancient architectural structures. At present, the building is in disuse and the archeological site in which it is located is now considered a mere place of passage even if it intersects several tourist and cultural circuits of the city. The original sculptures and architectural fragments found in situ are now located in different museums and storehouses.
The analysis of these problems led to plan an architectural reuse project. The main objectives of the project are the area’s rehabilitation and the improvement of the quality of its fruition. The planned interventions aim at the recontextualisation of the archeological objects in their original site throughout the restoration of the building and its musealization, creating didactical routes in the whole area which deepen the knowledge of the historical stratifications. The musealization of the building is obtained throughout adaptations of structural and technical implants in accordance with the current regulations and compatibly with the economic and cultural demand.
L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di strutture dell’antichità: un vero e proprio monumento, se al termine si dà l’accezione di documento. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini.
L’analisi di tali problematiche ha spinto alla formulazione di un progetto di riuso. Obiettivi principali del progetto sono la valorizzazione dell’area e il miglioramento della sua fruibilità. Gli interventi previsti mirano alla ricontestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo e allestendo una serie di percorsi didattici in tutta l’area che favoriscano la comprensione delle stratificazioni storiche. La musealizzazione dell’edificio è ottenuta attraverso il suo adeguamento strutturale e impiantistico nel rispetto delle normative vigenti e valutando la compatibilità economica e culturale dell’intervento.

The team of authors met winning a ministerial competition for a short-term contract at the Royal ... more The team of authors met winning a ministerial competition for a short-term contract at the Royal Palace of Caserta (Reggia di Caserta, Italy), where they worked for the Safeguard Department and the Architecture Management Office of the Museum. They joined their diversified fields of knowledge and know-how (Smigiel is a PhD student in Art History (New Museology), Pirro is architect and designer and Caggiani is expert in technology for cultural heritage) to give birth to a project that strongly connects virtual and real, technology and art, past and present, territory and museum collections. They presented their idea, in a small-scale version, in the competition "Creathon" - Marathon of Creativity (http://www.lubec.it/creathon), where they received the special jury prize.
Grand Tour 2.0 is a project in development, which aims to establish a bilateral cooperation between the Museum of the Royal Palace of Caserta and three regions of southern Italy (Apulia, Campania, Sicily). The idea is to open ideally the walls of the museum rooms towards the actual areas depicted in the permanent collection paintings. In fact, the Royal Palace owns a series of landscapes portrayed by Jacob Philipp Hackert during his travel in the Bourbon kingdom started in 1788. The project consists in following the footsteps of the artist starting a “new Grand Tour”, both virtual and real as characteristic of the modern era. Thus, it will allow not only the discovery of the collection history and its valorization, but also a better knowledge of the territory and his landscape together with the intrinsic elements of southern Italian culture included in the paintings.
We would like to present our project in an initial small-scale realization, focusing the attention on the series of ports of Apulia. Aiming to an approach 4all, we engage the newest technology, conceiving a web portal and a mobile multi-channel application to reach the largest audience possible and to collect visitor feedback. In order to extract the museum and its content from their halo of segregation, the project involves the visitors actively both in the museum and at the places where the respective masterpieces were painted by Hackert. The website, the application and their virtual tools will allow to browse the paintings and the respective modern landscapes in their tiniest details, to deepen the knowledge concerning places, costumes, food, and other elements of interest.
On the other hand, since we strongly believe in an appropriate use of technology when supported by the contents and completed by the actual experience, we also propose real itineraries and the wide spectrum of the different ways to promote and spread the culture and engage the visitors. For that reason, we decided to design cultural initiatives in the ports of Apulia, favoring the involving and the exchange of public between the Museum and the region. In this context, the territory becomes some kind of a large open-air museum and as such should be safeguarded and valued.
The Museum in the Global Contemporary: Debating the Museum of
Now” (Museum Studies at Leicester 50th Anniversary Conference)
20 - 22 april 2016

This proposal is based on the overcoming of the physical barriers of the museum and cultural heri... more This proposal is based on the overcoming of the physical barriers of the museum and cultural heritage trying to connect museum and territory, culture and tourism, art and technology but also past and present. We present a modern mixed method of valorization and reinterpretation of the landscapes portrayed by J. P.Hackert. The newest technology and traditional historical approach used have also the aim of favouring the reading of this kind of paintings, not always easy or interesting for all the different categories of public.
The Museum of the Royal Palace of Caserta owns a series of landscapes portrayed by Jacob Philipp Hackert during his travel in the Bourbon kingdom started in 1788. The presented project consists in following the footsteps of the artist starting a “new Grand Tour”, both virtual and real connecting technology and art, past and present, territory and museum collections. The idea is to open ideally, thanks to technology, the walls of the museum rooms towards the actual areas depicted in the permanent collection paintings. This will allow not only the discovery of the collection history and its valorization, but also a better knowledge of the territory, its culture and its landscape.
We would like to present the first results of our project, which received the special jury prize in the competition "Creathon" - Marathon of Creativity (http://www.lubec.it/creathon) and in which the attention is focused on the series of ports of Apulia. Aiming to an approach 4all, we engage the newest technology, conceiving a web portal and a mobile multi-channel application to reach the largest audience possible and to collect visitor feedback. In order to extract the museum and its content from their halo of segregation, the project involves the visitors actively both in the museum and at the places where the respective masterpieces were painted by Hackert. The website, the application and their virtual tools, such as the gigapixel images, will allow to browse the paintings and the respective modern landscapes in their tiniest details, to deepen the knowledge concerning places, costumes, food, and other elements of interest. We also decided to design cultural initiatives in the ports of Apulia, favoring the involving and the exchange of public between the Museum and the region. In this context, thanks to a conscious involvement of technology, the territory becomes some kind of a large open-air museum and as such should be safeguarded and valued.
IX Congresso Nazionale AIAr
Arcavacata di Rende, 9-11 Marzo 2016

L’artista a lavoro. La figura dell’artista nelle opere di Jacek Malczewski.
Il contributo ha com... more L’artista a lavoro. La figura dell’artista nelle opere di Jacek Malczewski.
Il contributo ha come oggetto la riflessione sul tema dell’artista a lavoro nella pittura di Jacek Malczewski, uno degli artisti polacchi più originali del suo tempo e uno dei più celebri pittori del simbolismo polacco. La trattazione è incentrata sulla lettura ermeneutica di alcune opere di Malczewski rappresentanti sia il pittore nel suo processo creativo (Natchnienie malarza 1887, Autoportret z paleta 1892, Wizja 1912, Widzenie 1890-94, Wytchnienie 1899), che l’atelier dell’artista, visto come un microcosmo e un luogo di incontro di diverse realtà parallele (Melancholia 1890-94, Bledne kolo 1895-97). Il contributo, toccando il tema del ruolo dell’artista, dei suoi doveri e della sua vocazione, delinea anche le peculiarità dell’arte della “Giovane Polonia”, fortemente influenzata dalla situazione politica d’allora. La pittura di Malczewski rappresenta una simbiosi tra la tradizione nazionale e gli input vitali del modernismo europeo, assegnando anche all’artista un ruolo fondamentale nell’integrazione dei temi storici, sociali e nazionali. Il tutto porta l’artista alla creazione di una versione personalizzata del simbolismo, che segnò l’arte del modernismo polacco rendendolo unico nel suo genere.
Parole chiave: Jacek Malczewski, simbolismo, ruolo dell’artista, atelier dell’artista, vocazione artistica
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Papers by Agnieszka Smigiel
Il progetto per la realizzazione del Museo dell’area archeologica del Teatro Marcello all’interno dell’Albergo della Catena si inserisce nel tema del racconto del passato che vede il museo come la cosiddetta “eterotopia” di Michail Foucault, cioè di un ambiente semiotico che rimanda all’alterità spaziale e temporale. L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di diverse strutture dell’antichità: il Tempio di Apollo Sosiano e una parte della Porticus Octaviae. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini.
L’intervento proposto mira a un progetto di riuso, con una valorizzazione dell’area, ma anche al miglioramento della sua fruibilità. Il progetto prevede la risemantizzazione non solo delle opere d’arte site finora nei magazzini, ma anche dell’edificio stesso assieme a tutta l’area del Teatro di Marcello. In particolare, gli interventi previsti puntano alla contestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo. Il progetto di allestimento di una serie di percorsi didattici in tutta l’area tende a creare una forma di “narratività” favorendo la comprensione delle stratificazioni storiche accresciute nel tempo e il dialogo con il contesto urbano. Il tutto porta alla creazione di una nuova dimensione che vive in relazione al sito che lo genera, e di conseguenza diventa la ricerca di un’identità perduta dell’area.
Conference Presentations by Agnieszka Smigiel
Il contributo ha come oggetto la riflessione sul ruolo dell’urban design nella narrazione della memoria e nella rappresentazione dell’identità del luogo. Il punto centrale della trattazione sono le installazioni e le sculture urbane di Daniel Libeskind, cioè le architetture non percorribili, viste nella loro duplice polarità estetica e storica. Inoltre, i risultati delle ricerche hanno permesso di avanzare l’ipotesi che l’arte urbana di Libeskind, presente sopratutto in Italia, sia radicata profondamente nella cultura e nella tradizione disciplinare degli architetti italiani.
Lo studio ha portato alla lettura delle opere di Libeskind in chiave semiotica come un segno architettonico che si iscrive nello spazio della città, ricavando una matrice astratta del luogo. Considerato che secondo il Lotman “la città è un meccanismo che riporta in vita il passato (…)”, le installazioni urbane di Libeskind mirano al ritrovamento di un filo invisibile della memoria di un luogo, e di conseguenza al ritrovamento della presenza della narrazione. Si parla della liberazione della espressività simbolica di ogni singolo luogo e delle potenzialità custodite nel suo passato e nel suo presente. L’arte urbana di Libeskind istituisce, o a volte restituisce, le relazioni tra diversi edifici, ridefinendo e rivalorizzando l’intero paesaggio urbano. Le sue composizioni urbane creano la tensione dello spazio in cui convive e oscilla il passato e il presente, creando il legame tra città e narrazione. Nella definizione della sua estetica della città, l’urban design non fa solo scenografia alla vita urbana, ma diventa anche un “testo da leggere”.
The Albergo della Catena is one of the rare evidences of the minor medieval buildings in Rome and contains some remains of ancient architectural structures. At present, the building is in disuse and the archeological site in which it is located is now considered a mere place of passage even if it intersects several tourist and cultural circuits of the city. The original sculptures and architectural fragments found in situ are now located in different museums and storehouses.
The analysis of these problems led to plan an architectural reuse project. The main objectives of the project are the area’s rehabilitation and the improvement of the quality of its fruition. The planned interventions aim at the recontextualisation of the archeological objects in their original site throughout the restoration of the building and its musealization, creating didactical routes in the whole area which deepen the knowledge of the historical stratifications. The musealization of the building is obtained throughout adaptations of structural and technical implants in accordance with the current regulations and compatibly with the economic and cultural demand.
L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di strutture dell’antichità: un vero e proprio monumento, se al termine si dà l’accezione di documento. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini.
L’analisi di tali problematiche ha spinto alla formulazione di un progetto di riuso. Obiettivi principali del progetto sono la valorizzazione dell’area e il miglioramento della sua fruibilità. Gli interventi previsti mirano alla ricontestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo e allestendo una serie di percorsi didattici in tutta l’area che favoriscano la comprensione delle stratificazioni storiche. La musealizzazione dell’edificio è ottenuta attraverso il suo adeguamento strutturale e impiantistico nel rispetto delle normative vigenti e valutando la compatibilità economica e culturale dell’intervento.
Grand Tour 2.0 is a project in development, which aims to establish a bilateral cooperation between the Museum of the Royal Palace of Caserta and three regions of southern Italy (Apulia, Campania, Sicily). The idea is to open ideally the walls of the museum rooms towards the actual areas depicted in the permanent collection paintings. In fact, the Royal Palace owns a series of landscapes portrayed by Jacob Philipp Hackert during his travel in the Bourbon kingdom started in 1788. The project consists in following the footsteps of the artist starting a “new Grand Tour”, both virtual and real as characteristic of the modern era. Thus, it will allow not only the discovery of the collection history and its valorization, but also a better knowledge of the territory and his landscape together with the intrinsic elements of southern Italian culture included in the paintings.
We would like to present our project in an initial small-scale realization, focusing the attention on the series of ports of Apulia. Aiming to an approach 4all, we engage the newest technology, conceiving a web portal and a mobile multi-channel application to reach the largest audience possible and to collect visitor feedback. In order to extract the museum and its content from their halo of segregation, the project involves the visitors actively both in the museum and at the places where the respective masterpieces were painted by Hackert. The website, the application and their virtual tools will allow to browse the paintings and the respective modern landscapes in their tiniest details, to deepen the knowledge concerning places, costumes, food, and other elements of interest.
On the other hand, since we strongly believe in an appropriate use of technology when supported by the contents and completed by the actual experience, we also propose real itineraries and the wide spectrum of the different ways to promote and spread the culture and engage the visitors. For that reason, we decided to design cultural initiatives in the ports of Apulia, favoring the involving and the exchange of public between the Museum and the region. In this context, the territory becomes some kind of a large open-air museum and as such should be safeguarded and valued.
The Museum in the Global Contemporary: Debating the Museum of
Now” (Museum Studies at Leicester 50th Anniversary Conference)
20 - 22 april 2016
The Museum of the Royal Palace of Caserta owns a series of landscapes portrayed by Jacob Philipp Hackert during his travel in the Bourbon kingdom started in 1788. The presented project consists in following the footsteps of the artist starting a “new Grand Tour”, both virtual and real connecting technology and art, past and present, territory and museum collections. The idea is to open ideally, thanks to technology, the walls of the museum rooms towards the actual areas depicted in the permanent collection paintings. This will allow not only the discovery of the collection history and its valorization, but also a better knowledge of the territory, its culture and its landscape.
We would like to present the first results of our project, which received the special jury prize in the competition "Creathon" - Marathon of Creativity (http://www.lubec.it/creathon) and in which the attention is focused on the series of ports of Apulia. Aiming to an approach 4all, we engage the newest technology, conceiving a web portal and a mobile multi-channel application to reach the largest audience possible and to collect visitor feedback. In order to extract the museum and its content from their halo of segregation, the project involves the visitors actively both in the museum and at the places where the respective masterpieces were painted by Hackert. The website, the application and their virtual tools, such as the gigapixel images, will allow to browse the paintings and the respective modern landscapes in their tiniest details, to deepen the knowledge concerning places, costumes, food, and other elements of interest. We also decided to design cultural initiatives in the ports of Apulia, favoring the involving and the exchange of public between the Museum and the region. In this context, thanks to a conscious involvement of technology, the territory becomes some kind of a large open-air museum and as such should be safeguarded and valued.
IX Congresso Nazionale AIAr
Arcavacata di Rende, 9-11 Marzo 2016
Il contributo ha come oggetto la riflessione sul tema dell’artista a lavoro nella pittura di Jacek Malczewski, uno degli artisti polacchi più originali del suo tempo e uno dei più celebri pittori del simbolismo polacco. La trattazione è incentrata sulla lettura ermeneutica di alcune opere di Malczewski rappresentanti sia il pittore nel suo processo creativo (Natchnienie malarza 1887, Autoportret z paleta 1892, Wizja 1912, Widzenie 1890-94, Wytchnienie 1899), che l’atelier dell’artista, visto come un microcosmo e un luogo di incontro di diverse realtà parallele (Melancholia 1890-94, Bledne kolo 1895-97). Il contributo, toccando il tema del ruolo dell’artista, dei suoi doveri e della sua vocazione, delinea anche le peculiarità dell’arte della “Giovane Polonia”, fortemente influenzata dalla situazione politica d’allora. La pittura di Malczewski rappresenta una simbiosi tra la tradizione nazionale e gli input vitali del modernismo europeo, assegnando anche all’artista un ruolo fondamentale nell’integrazione dei temi storici, sociali e nazionali. Il tutto porta l’artista alla creazione di una versione personalizzata del simbolismo, che segnò l’arte del modernismo polacco rendendolo unico nel suo genere.
Parole chiave: Jacek Malczewski, simbolismo, ruolo dell’artista, atelier dell’artista, vocazione artistica
Il progetto per la realizzazione del Museo dell’area archeologica del Teatro Marcello all’interno dell’Albergo della Catena si inserisce nel tema del racconto del passato che vede il museo come la cosiddetta “eterotopia” di Michail Foucault, cioè di un ambiente semiotico che rimanda all’alterità spaziale e temporale. L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di diverse strutture dell’antichità: il Tempio di Apollo Sosiano e una parte della Porticus Octaviae. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini.
L’intervento proposto mira a un progetto di riuso, con una valorizzazione dell’area, ma anche al miglioramento della sua fruibilità. Il progetto prevede la risemantizzazione non solo delle opere d’arte site finora nei magazzini, ma anche dell’edificio stesso assieme a tutta l’area del Teatro di Marcello. In particolare, gli interventi previsti puntano alla contestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo. Il progetto di allestimento di una serie di percorsi didattici in tutta l’area tende a creare una forma di “narratività” favorendo la comprensione delle stratificazioni storiche accresciute nel tempo e il dialogo con il contesto urbano. Il tutto porta alla creazione di una nuova dimensione che vive in relazione al sito che lo genera, e di conseguenza diventa la ricerca di un’identità perduta dell’area.
Il contributo ha come oggetto la riflessione sul ruolo dell’urban design nella narrazione della memoria e nella rappresentazione dell’identità del luogo. Il punto centrale della trattazione sono le installazioni e le sculture urbane di Daniel Libeskind, cioè le architetture non percorribili, viste nella loro duplice polarità estetica e storica. Inoltre, i risultati delle ricerche hanno permesso di avanzare l’ipotesi che l’arte urbana di Libeskind, presente sopratutto in Italia, sia radicata profondamente nella cultura e nella tradizione disciplinare degli architetti italiani.
Lo studio ha portato alla lettura delle opere di Libeskind in chiave semiotica come un segno architettonico che si iscrive nello spazio della città, ricavando una matrice astratta del luogo. Considerato che secondo il Lotman “la città è un meccanismo che riporta in vita il passato (…)”, le installazioni urbane di Libeskind mirano al ritrovamento di un filo invisibile della memoria di un luogo, e di conseguenza al ritrovamento della presenza della narrazione. Si parla della liberazione della espressività simbolica di ogni singolo luogo e delle potenzialità custodite nel suo passato e nel suo presente. L’arte urbana di Libeskind istituisce, o a volte restituisce, le relazioni tra diversi edifici, ridefinendo e rivalorizzando l’intero paesaggio urbano. Le sue composizioni urbane creano la tensione dello spazio in cui convive e oscilla il passato e il presente, creando il legame tra città e narrazione. Nella definizione della sua estetica della città, l’urban design non fa solo scenografia alla vita urbana, ma diventa anche un “testo da leggere”.
The Albergo della Catena is one of the rare evidences of the minor medieval buildings in Rome and contains some remains of ancient architectural structures. At present, the building is in disuse and the archeological site in which it is located is now considered a mere place of passage even if it intersects several tourist and cultural circuits of the city. The original sculptures and architectural fragments found in situ are now located in different museums and storehouses.
The analysis of these problems led to plan an architectural reuse project. The main objectives of the project are the area’s rehabilitation and the improvement of the quality of its fruition. The planned interventions aim at the recontextualisation of the archeological objects in their original site throughout the restoration of the building and its musealization, creating didactical routes in the whole area which deepen the knowledge of the historical stratifications. The musealization of the building is obtained throughout adaptations of structural and technical implants in accordance with the current regulations and compatibly with the economic and cultural demand.
L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di strutture dell’antichità: un vero e proprio monumento, se al termine si dà l’accezione di documento. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini.
L’analisi di tali problematiche ha spinto alla formulazione di un progetto di riuso. Obiettivi principali del progetto sono la valorizzazione dell’area e il miglioramento della sua fruibilità. Gli interventi previsti mirano alla ricontestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo e allestendo una serie di percorsi didattici in tutta l’area che favoriscano la comprensione delle stratificazioni storiche. La musealizzazione dell’edificio è ottenuta attraverso il suo adeguamento strutturale e impiantistico nel rispetto delle normative vigenti e valutando la compatibilità economica e culturale dell’intervento.
Grand Tour 2.0 is a project in development, which aims to establish a bilateral cooperation between the Museum of the Royal Palace of Caserta and three regions of southern Italy (Apulia, Campania, Sicily). The idea is to open ideally the walls of the museum rooms towards the actual areas depicted in the permanent collection paintings. In fact, the Royal Palace owns a series of landscapes portrayed by Jacob Philipp Hackert during his travel in the Bourbon kingdom started in 1788. The project consists in following the footsteps of the artist starting a “new Grand Tour”, both virtual and real as characteristic of the modern era. Thus, it will allow not only the discovery of the collection history and its valorization, but also a better knowledge of the territory and his landscape together with the intrinsic elements of southern Italian culture included in the paintings.
We would like to present our project in an initial small-scale realization, focusing the attention on the series of ports of Apulia. Aiming to an approach 4all, we engage the newest technology, conceiving a web portal and a mobile multi-channel application to reach the largest audience possible and to collect visitor feedback. In order to extract the museum and its content from their halo of segregation, the project involves the visitors actively both in the museum and at the places where the respective masterpieces were painted by Hackert. The website, the application and their virtual tools will allow to browse the paintings and the respective modern landscapes in their tiniest details, to deepen the knowledge concerning places, costumes, food, and other elements of interest.
On the other hand, since we strongly believe in an appropriate use of technology when supported by the contents and completed by the actual experience, we also propose real itineraries and the wide spectrum of the different ways to promote and spread the culture and engage the visitors. For that reason, we decided to design cultural initiatives in the ports of Apulia, favoring the involving and the exchange of public between the Museum and the region. In this context, the territory becomes some kind of a large open-air museum and as such should be safeguarded and valued.
The Museum in the Global Contemporary: Debating the Museum of
Now” (Museum Studies at Leicester 50th Anniversary Conference)
20 - 22 april 2016
The Museum of the Royal Palace of Caserta owns a series of landscapes portrayed by Jacob Philipp Hackert during his travel in the Bourbon kingdom started in 1788. The presented project consists in following the footsteps of the artist starting a “new Grand Tour”, both virtual and real connecting technology and art, past and present, territory and museum collections. The idea is to open ideally, thanks to technology, the walls of the museum rooms towards the actual areas depicted in the permanent collection paintings. This will allow not only the discovery of the collection history and its valorization, but also a better knowledge of the territory, its culture and its landscape.
We would like to present the first results of our project, which received the special jury prize in the competition "Creathon" - Marathon of Creativity (http://www.lubec.it/creathon) and in which the attention is focused on the series of ports of Apulia. Aiming to an approach 4all, we engage the newest technology, conceiving a web portal and a mobile multi-channel application to reach the largest audience possible and to collect visitor feedback. In order to extract the museum and its content from their halo of segregation, the project involves the visitors actively both in the museum and at the places where the respective masterpieces were painted by Hackert. The website, the application and their virtual tools, such as the gigapixel images, will allow to browse the paintings and the respective modern landscapes in their tiniest details, to deepen the knowledge concerning places, costumes, food, and other elements of interest. We also decided to design cultural initiatives in the ports of Apulia, favoring the involving and the exchange of public between the Museum and the region. In this context, thanks to a conscious involvement of technology, the territory becomes some kind of a large open-air museum and as such should be safeguarded and valued.
IX Congresso Nazionale AIAr
Arcavacata di Rende, 9-11 Marzo 2016
Il contributo ha come oggetto la riflessione sul tema dell’artista a lavoro nella pittura di Jacek Malczewski, uno degli artisti polacchi più originali del suo tempo e uno dei più celebri pittori del simbolismo polacco. La trattazione è incentrata sulla lettura ermeneutica di alcune opere di Malczewski rappresentanti sia il pittore nel suo processo creativo (Natchnienie malarza 1887, Autoportret z paleta 1892, Wizja 1912, Widzenie 1890-94, Wytchnienie 1899), che l’atelier dell’artista, visto come un microcosmo e un luogo di incontro di diverse realtà parallele (Melancholia 1890-94, Bledne kolo 1895-97). Il contributo, toccando il tema del ruolo dell’artista, dei suoi doveri e della sua vocazione, delinea anche le peculiarità dell’arte della “Giovane Polonia”, fortemente influenzata dalla situazione politica d’allora. La pittura di Malczewski rappresenta una simbiosi tra la tradizione nazionale e gli input vitali del modernismo europeo, assegnando anche all’artista un ruolo fondamentale nell’integrazione dei temi storici, sociali e nazionali. Il tutto porta l’artista alla creazione di una versione personalizzata del simbolismo, che segnò l’arte del modernismo polacco rendendolo unico nel suo genere.
Parole chiave: Jacek Malczewski, simbolismo, ruolo dell’artista, atelier dell’artista, vocazione artistica