Papers by Beniamino Della Gala
InOpera. Esercizi di lettura su testi contemporanei, 2024
Il saggio si concentra su Q (1999), esordio del collettivo Wu Ming. Il romanzo è firmato con il n... more Il saggio si concentra su Q (1999), esordio del collettivo Wu Ming. Il romanzo è firmato con il nome Luther Blissett, utilizzato in quel periodo da artisti e attivisti nel contesto della militanza antagonista. Gli autori stessi ne parleranno successivamente come di una parte di un'operazione mitopoietica che, sfruttando linguaggi e stilemi dei generi di largo consumo, avrebbe dovuto supportare il movimento altermondista verso le proteste al G8 di Genova del 2001. Si ricercano dunque nel testo i segni della mitopoiesi, tramite un close reading che da una parte individua i repertori di simboli a cui hanno attinto gli scrittori e dall'altra evidenzia le modalità della costruzione di un eroe modellato sull'archetipo folkloristico del trickster.

Griseldaonline, 2022
The essay aims to reflect on the choice of the Middle Ages by Umberto Eco for the setting of his ... more The essay aims to reflect on the choice of the Middle Ages by Umberto Eco for the setting of his first novel Il nome della rosa (1980). While in the Postille to the novel published by the author in 1983 this choice is described as obvious, it is instead worth focusing on it in order to place it in its historical and cultural context-a wide-ranging medievalist revival in the 1970s-and thus understand its significance as a node in a wider network. Considering specifically what kind of Middle Ages is represented in the text, and relating it to the historical period during which Eco claims to have conceived the book, we see how what seems to interest him is the story of the eternal return of the dynamics of power, the definition of archetypes of power that could constitute a passepartout for the interpretation of reality: historical depth seems here to yield in a certain way to a 'meta-historical' hypothesis aimed at formulating a model of the clash between power and counter-power in the midst of which those who seek to lucidly investigate its mechanisms are bound to succumb.

Between, 2022
The article aims to show how, in the Italian cultural setting transitioning from the 1960s throug... more The article aims to show how, in the Italian cultural setting transitioning from the 1960s through the '70s, Viktor Šklovskij's theory of estrangement was read together with the works of an expert of popular culture such as Mikhail Bakhtin. Particular attention was given to tracing the role of this "cross-reading" in the project of the never-realized magazine Alì Babà (which had Italo Calvino and Gianni Celati as main promoters), based on the idea of Carnival as necessary estrangement of the cultural objects of an era. By re-proposing this cross-reading, we can identify in a specific literary device the meeting point of the two Russian critics: enumeration. While Celati and Calvino evoked as an actual condition the immense accumulation of objects, they never definitely turned their interest towards this rhetorical figure that conveys such an accumulation in verbal form. This essay intends, therefore, to lay the foundations of a research process to come about carnivalesque enumerations in Italian literature.
L'Ulisse, 2021
La poesia aneddiana come respiro pastorale 205 Francesco Ottonello Scienza e antropocene in Buffo... more La poesia aneddiana come respiro pastorale 205 Francesco Ottonello Scienza e antropocene in Buffoni 214 Lucia della Fontana La poesia allřepoca dellřAntropocene 226 Jacopo Turini Scavi archeo-logici nel contemporaneo 235 Gianluca D'Andrea Orientamenti spazio-ambientali nella poesia siciliana 247 Sara Vergari Lřantologia di poesia come Terzo paesaggio 282 PAESAGGI IN PROSA
Beniamino Della Gala, Adrien Frenay, Filippo Milani, Lucia Quaquarelli (eds.), Lasciate socchiuse le porte. Mobilità, attraversamenti, sconfinamenti, 2021

Griseldaonline, 2020
L'articolo si propone di ripercorrere la narrativa politica di Nanni Balestrini per mappare le sc... more L'articolo si propone di ripercorrere la narrativa politica di Nanni Balestrini per mappare le scene in cui viene posta al centro una violenza esercitata dal potere sui corpi; scene di forte impronta visuale che si inseriscono in un flusso di immagini ininterrotto dagli anni Settanta a oggi. Nello specifico, si esamina con particolare interesse la variante dell'esame autoptico: se infatti immagini di corpi morti affollano le pagine balestriniane, l'autopsia vi ricorre con una significatività che determina il costituirsi di un vero e proprio topos, con una stratificazione di significati fondamentali per comprendere la poetica dello scrittore milanese. Da una parte, l'autopsia è tentativo impossibile di sciogliere un enigma mediante l'enunciazione di una verità che viene puntualmente frantumata dall'autore, facendone implodere le contraddizioni, e mostrando il linguaggio dei media come forma di violenza; dall'altra, il corpo si fa metafora politica e testuale al tempo stesso. Se infatti è possibile interpretare l'esame autoptico come esempio per eccellenza della presa del potere sul corpo stesso, inscrivendo tali immagini nella concezione di una biopolitica, vi è altresì una corrispondenza tra la dissezione messa in atto dal medico sul cadavere e il procedimento di cut-up operato dall'autore sul testo per comporre le proprie sequenze.

Altre Modernità, 2018
The essay aims to explore the potentialities of collective writing for the deconstruction of the ... more The essay aims to explore the potentialities of collective writing for the deconstruction of the authorship in a cultural and political sense. Some historical experiences of collective writing from the avant-gardes are in fact cited in Roland Barthes’essay which, in a dialogue with Michel Foucault, opened in 1968 the debate on “The Death of the Author”; and even if the two scholars came to divergent outcomes as to the diagnosis of the author’s health, both reflections were based on the assumption of the political implications inherent in the figure of the Author as it was built and mythologized by the bourgeois society.
It will be seen how, from the end of the twentieth century, some collective writing experiences, in particular the Italian collectives Wu Ming and Scrittura Industriale Collettiva, have attempted to force and deconstruct the authorship by transforming collective writing into a tool of political and cultural struggle. However, the authorship remains unavoidable both for the aesthetic needs of literary criticism and for the commercial exploitation of the publishing market, which transforms this name into a brand to sell; the essay therefore intends to show that collective writing can not in itself be an antidote to the marketing of the author unless it is accompanied by paratextual strategies and extra-literary activities that are truly capable of deconstructing the mythology denounced by Barthes.
Books by Beniamino Della Gala

Mucchi Editore, collana Lettere Persiane, 2021
Costantemente circondati da schermi composti di pixel, siamo oggi sempre più portati a concepire ... more Costantemente circondati da schermi composti di pixel, siamo oggi sempre più portati a concepire l'interfaccia digitale come naturale finestra sul mondo. Anche le scritture letterarie si sono ritrovate a fare i conti con questa evoluzione tecnologica: da una parte, il display può essere utilizzato per riprodurre la pagina cartacea, che acquisisce così uno statuto ipermediale; dall'altra, tecniche e procedimenti mimetici del display sono sperimentati sulla pagina stessa, per restituire a chi legge l'esperienza percettiva dello schermo. Di fronte alle molteplici e variegate intersezioni tra letteratura e media digitali che lo scenario odierno ci propone, questo volume prende corpo dall'esigenza di monitorare le esperienze recenti in cui autori e autrici si cimentano in produzioni sempre più interattive e performative, dando vita a reticoli testuali aperti e potenzialmente infiniti. Dalla letteratura alle serie tv, dalla poesia al fumetto, dai social network alla retorica visuale: i contributi qui raccolti mostrano la ricchezza di approcci disciplinari e metodologici che è possibile adottare per analizzare le scritture letterarie che continuano a mettersi in gioco nella costruzione di immaginari all'interno del panorama mediale contemporaneo.
All'interno i saggi di Filippo Pennacchio, Corinne Pontillo, Marilina Ciaco, Nicola Dusi, Giovanna Santaera, Giorgio Busi Rizzi, Emanuele Broccio, Isotta Piazza, Beatrice Seligardi, Stefano Calabrese e Valentina Conti.
Books & journals (ed.) by Beniamino Della Gala
Questo volume collettivo è il risultato di una riflessione condivisa
e multidisciplinare sulle tr... more Questo volume collettivo è il risultato di una riflessione condivisa
e multidisciplinare sulle trasformazioni subite dalla mobilità a
causa del confinamento imposto per contrastare la pandemia
mondiale. I contributi corrispondono a modi diversi di produrre
configurazioni discorsive e plastiche delle pratiche di mobilità e
immobilità, che stanno alla base della nostra comprensione e
appropriazione del mondo. Si indagano da un lato i disagi della
situazione contingente che condizionano la vita quotidiana
(abitare, muoversi, incontrarsi); dall’altro, si provano a immaginare
forme alternative di mobilità che consentano la sopravvivenza e la
coesistenza di diverse socialità domestiche e pubbliche. Solo
lasciando le porte socchiuse, probabilmente, è possibile inventare
nuove forme di mobilità, di socialità, di relazione e di pensiero.
Blog Posts by Beniamino Della Gala
Il lavoro culturale, 2017
Lo studio della letteratura come navigazione incerta.
Conference Presentations by Beniamino Della Gala

THE PROJECT
ILIO envisages the organisation of a series of seminars, both in person and online, ... more THE PROJECT
ILIO envisages the organisation of a series of seminars, both in person and online, on multiple issues affecting contemporary Italian literature observed from an international and interdisciplinary perspective. The New Millennium is going through a number of transformations: the uneven relationship with the national and European cultural tradition; the transmediality of the literary text in the age of new media; the negotiation between established literary canons and new narrative phenomena; the publishing market in the late-capitalist era; cultural policies on the dissemination and translation of literary works. These phenomena are profoundly changing the way we deal with literature. The Inaugural ILIO Summer School will address in particular the reception of contemporary Italian literature in Europe, paying particular attention to the canon of authors proposed in the academic context.
THE SUMMER SCHOOL
ILIO’s mission is to provide students in the final year of a BA or enrolled on Masters and Doctoral Programmes in the Humanities, in particular in Italian Studies, the skills to conduct research in Italian literature from an international perspective and work with non-native learners studying Italian language and culture in a variety of pedagogical contexts.
The inaugural edition of the Summer School will address, more specifically:
the reception of contemporary Italian literature abroad;
the comparison between the internal and external canon of Italian literature;
the different ways of teaching Italian literature in different linguistic and cultural contexts;
the translation of modern and contemporary literary texts;
the dynamics of the publishing system promoting Italian literature abroad.
THE DATES
Online ILIO – 1 June 2023, 15:00-18:00 CET
On Campus ILIO – 5-9 June 2023
Online ILIO – 29 September, 6 and 13 October 2023, 15:00-18:00 CET
ILIO PI and Project Coordinator: Filippo Milani (Bologna)
Workshop Leaders
Marco Antonio Bazzocchi (Bologna)
Giuliana Benvenuti (Bologna)
Aurora Conde (Madrid)
Beniamino Della Gala (Bologna)
Natalie Dupré (KU Leuven)
Daniele Falcioni (Edinburgh)
Inge Lanslots (KU Leuven)
Federica G. Pedriali (Edinburgh)
Isotta Piazza (Parma)
Marco Pioli (Madrid)
Licia Reggiani (Bologna)
Lavinia Torti (Bologna)
Bart van den Bossche (KU Leuven)
ILIO Web – https://site.unibo.it/ilio/en
ILIO Summer School – https://site.unibo.it/ilio/en/summer-school
ILIO People – https://site.unibo.it/ilio/en/people

L’intervento propone una lettura della trilogia de La Grande Rivolta (1999) di Nanni Balestrini i... more L’intervento propone una lettura della trilogia de La Grande Rivolta (1999) di Nanni Balestrini in cui la nozione antropologica di “margine”, con i suoi molteplici significati, gioca un ruolo fondamentale: da una parte, soggettività decentrate, periferiche, marginali appunto, sono i protagonisti di questa epopea dei subalterni esclusi dal benessere del boom economico e relegati in un cono d’ombra dalle dinamiche repressive del potere; essi finiscono per costituirsi agonisticamente, con forti implicazioni identitarie, come minoranza. Dall’altra, nello schema triadico dei riti di passaggio tratteggiato dall’antropologo francese Arnold Van Gennep ai primi del Novecento e successivamente ampliato dallo scozzese Victor Turner, il concetto di margine indica la fase liminale in cui si compie la transizione vera e propria, che si frappone tra l’atto della separazione dalla comunità e la compensazione sacrificale che prelude alla riaggregazione; e la trilogia balestriniana sembra infatti ruotare attorno a questa fase in cui gli iniziati assumono i tratti dell’invisibilità e dell’illegalità rituale, rappresentando il lungo Sessantotto italiano come un rito di iniziazione e di passaggio.

Capofila della cosiddetta “letteratura selvaggia”, lo scrittore-pittore-operaio Vincenzo Guerrazz... more Capofila della cosiddetta “letteratura selvaggia”, lo scrittore-pittore-operaio Vincenzo Guerrazzi nel 1974 pubblica Nord e sud uniti nella lotta, dove racconta il viaggio in nave da Genova a Reggio Calabria degli operai che presero parte alla grande manifestazione promossa dai metalmeccanici nell’ottobre del 1972 per dare una risposta da sinistra ai “moti di Reggio”.
Guerrazzi, nato a Mammola (piccolo paesino dell’entroterra calabrese), si era trasferito ancora minorenne a Genova, dove era stato assunto alla Fabbrica Ansaldo Meccanica Varia. Vi lavorò per diciotto anni, fino a quando nel 1975 si licenziò per dedicarsi a tempo pieno alla pittura e alla scrittura; ma l’esperienza operaia influenzò profondamente la sua opera densa di impegno civile e politico. Raccontare il viaggio da Nord a Sud degli operai lungo il mar Tirreno significa infatti ripercorrere a ritroso una diaspora che segnò profondamente non solo la vicenda personale dello scrittore, ma anche la società, la memoria collettiva e, non ultimo, la letteratura italiane: basti pensare all’Alfonso del Vogliamo tutto di Balestrini, prima figura di operaio-massa proveniente dal Meridione e assunto a Torino ad affacciarsi sulla scena letteraria nel 1971.
Ma la nave, lungi dal limitarsi a rappresentare questo percorso esistenziale collettivo, diventa nel romanzo una grande allegoria: i diversi ponti uno sopra l’altro non sono se non la riproduzione delle gerarchie presenti dentro la fabbrica e all’interno dello stesso schieramento sindacale. Il viaggio via mare diventa pertanto lo stimolo per la rivendicazione di una nuova autonomia politica, di nuove forme di lotta e di un nuovo linguaggio.
L’intervento si propone di analizzare dunque l’allegoria della nave nel romanzo di Guerrazzi per poi rintracciare, in una breve percursio, altre declinazioni di un utilizzo engagé della metafora della navigazione nella letteratura italiana e nella cultura popolare militante (come nel canto anarchico classico opera di Belgrado Pedrini Il galeone, 1967).

In un saggio pubblicato su «Officina» nel 1956, Leonardo Sciascia definì «poesia della sesta gior... more In un saggio pubblicato su «Officina» nel 1956, Leonardo Sciascia definì «poesia della sesta giornata» la letteratura sulla Resistenza italiana: «una poesia sulla Resistenza ma non della Resistenza», gesto solidale dei poeti compiuto non nelle vicissitudini della lotta ma nella contemplazione di essa, consuetudine che sarebbe tratto distintivo italiano in contrapposizione ad altre esperienze europee.
L’espressione ironica è mutuata dall’epopea risorgimentale: durante le cinque giornate di Milano vennero definiti “eroi della sesta giornata” borghesi e aristocratici che, astenutisi dagli scontri finché l’esito della battaglia era incerto, una volta cacciati gli austriaci, ostentando il loro patriottismo si insediarono al governo della città.
La riflessione di Sciascia però, lungi dal limitarsi alla letteratura, sottintende un riferimento preciso al contesto storico e sociale del secondo dopoguerra, in cui, in nome di una bonaria “italianità” (identità in contrapposizione a quella del “cattivo tedesco”) e del processo di pacificazione nazionale post guerra civile, molti responsabili dei crimini fascisti rimasero impuniti, venendo per giunta assimilati dalla struttura politica della nascente Repubblica, per cui la lotta resistenziale non si poteva considerare del tutto compiuta.
L’intervento si propone dunque di verificare l’efficacia interpretativa di questa immagine costitutiva dell’italianità per il racconto dell’immediato dopoguerra, assumendo come principale case study due racconti di Giorgio Bassani: Una lapide in via Mazzini e Una notte del ’43 (in Dentro le mura). Nel primo l’immagine delle «barbe da guerra» si sovrappone a quella della “sesta giornata” nel designare il camouflage dei suddetti “eroi”; nel secondo il personaggio di “Sciagura” assurge a simbolo della rimozione collettiva e della mancata punizione giuridica dei crimini fascisti.
Si vedrà infine come proprio questo fenomeno abbia contribuito a dar vita e alimentare il mito della “Resistenza tradita”, mito traumatico fondativo del brigatismo che si ritrova ancora in opere della letteratura contemporanea e della cultura popolare di ambito resistenziale.

Il romanzo storico Q, uscito nel 1999 e firmato col nome collettivo Luther Blissett ... more Il romanzo storico Q, uscito nel 1999 e firmato col nome collettivo Luther Blissett da cinque scrittori riunitisi in seguito nel collettivo Wu Ming, si proponeva come narrazione mitopoietica di quel movimento politico impropriamente definito “No global” che si disgregò rapidamente pochi anni dopo, in seguito ai fatti del G8 di Genova del 2001. Il romanzo è infatti ambientato tra le rivolte contadine ed ereticali del Cinquecento delle guerre di religione, ma permette una lettura che sovrappone diversi piani temporali. È dunque un romanzo per certi versi “a chiave”, dove non solo vengono indagate le radici profonde di strutture economiche e sociali esistenti nella contemporaneità, ma viene inoltre suggerito un parallelismo con categorie e dinamiche del potere e dell’antagonismo politico proprie del secondo Novecento. Momento significativo della narrazione è la rivolta della cittadina tedesca di Münster, dalla quale gli eretici anabattisti scacciano il vescovo-principe cattolico Von Waldeck. La cittadina, unica del nord Europa in cui gli anabattisti giungono al potere, appare come città-mondo in quanto riflette come un microcosmo le contraddizioni sociali dell’epoca. Al suo interno vengono infatti riprodotte le conflittualità religiose che animano l’Impero di Carlo V, rappresentato nel romanzo come un vero e proprio mondo-città, struttura di potere del capitalismo nascente che vorrebbe appianare i conflitti sociali e religiosi esistenti al suo interno. Il moto antagonista fiorisce dunque in quella che appare come la periferia dell’Impero, e questo contrasto tra globale e locale rende evidente il fatto, evidenziato da Marc Augé, che «la città-mondo smentisce - per il solo fatto di esistere - le illusioni del mondo-città». Si vedrà dunque come proprio per la rinuncia alla sua qualità di città-mondo, nel momento in cui una serrata identitaria porta, all’interno della rivolta, a delle epurazioni che rimuovono la complessità del tessuto sociale e religioso, l’insurrezione venga facilmente repressa.

Nel saggio Spartakus. Simbologia della rivolta (pubblicato postumo nel 2000), il mitologo Furio ... more Nel saggio Spartakus. Simbologia della rivolta (pubblicato postumo nel 2000), il mitologo Furio Jesi ribaltava la classica svalutazione marxista della rivolta in subordine alla rivoluzione, descrivendo simboli e mitologemi che agiscono nei tentativi di rovesciamento del potere costituito. Jesi analizzava le componenti simboliche decantate in una situazione storicamente determinata - l’insurrezione spartachista fallita a Berlino nel 1919 - ma, riconoscendo la natura di epifania mitica dei tentativi insurrezionali, offriva spunti per l’analisi simbolica della rivolta che si prestano anche alle rappresentazioni artistiche. Una componente significativa è la demonizzazione del nemico. La raffigurazione orrorifica dei depositari del potere contro cui si combatte è per Jesi uno dei principali errori strategici commessi dai rivoltosi, poiché offusca la valutazione dei rapporti di forza e attribuisce al nemico un potere cui non si può che rispondere col sacrificio umano, votandosi ineludibilmente alla sconfitta. Un esempio di questa simbologia nella letteratura contemporanea è patente nel romanzo storico Qdi Luther Blissett (1999), ambientato nel Cinquecento delle rivolte contadine ed ereticali. In particolare si presta come case study l’episodio della rivolta della cittadina tedesca di Münster, dalla quale gli eretici anabattisti scacciano il vescovo-principe cattolico Von Waldeck. La liberazione si tramuterà però in una spietata dittatura teocratica, che demonizza l’alterità costruendo il mito di un mostruoso nemico interno da debellare. Verrà affrettato così il fallimento della rivolta e la repressione vescovile. Si cercherà dunque di applicare la riflessione di Jesi al romanzo, per comprendere come proprio la rappresentazione orrorifica del nemico sia la chiave di volta della vicenda münsterita. Nel momento in cui si segregano i nemici della comunità in rivolta dipingendoli come dei mostri, il mito di emancipazione che ha guidato l’insurrezione si sclerotizza in una narrazione identitaria non più inclusiva ma xenofoba. Questa degenerazione dell’epifania mitica segna ineluttabilmente il destino di sconfitta della rivolta.
Conferences by Beniamino Della Gala
In recent decades, the Middle Ages have occupied a significant place in the collective imaginatio... more In recent decades, the Middle Ages have occupied a significant place in the collective imagination, not only in literary and artistic terms, but also in those linked to television and the digital age. Television in these years, in particular, has progressively contributed to the definition of real sub-genres, with numerous cases of critical and public success. By bringing together historians, historians of thought, literature and art, media scholars and production companies, this meeting offers an opportunity to reflect on the reception of the Middle Ages in all areas of fiction and storytelling, seeking both to highlight general trends and to propose specific case studies.
Uploads
Papers by Beniamino Della Gala
It will be seen how, from the end of the twentieth century, some collective writing experiences, in particular the Italian collectives Wu Ming and Scrittura Industriale Collettiva, have attempted to force and deconstruct the authorship by transforming collective writing into a tool of political and cultural struggle. However, the authorship remains unavoidable both for the aesthetic needs of literary criticism and for the commercial exploitation of the publishing market, which transforms this name into a brand to sell; the essay therefore intends to show that collective writing can not in itself be an antidote to the marketing of the author unless it is accompanied by paratextual strategies and extra-literary activities that are truly capable of deconstructing the mythology denounced by Barthes.
Books by Beniamino Della Gala
All'interno i saggi di Filippo Pennacchio, Corinne Pontillo, Marilina Ciaco, Nicola Dusi, Giovanna Santaera, Giorgio Busi Rizzi, Emanuele Broccio, Isotta Piazza, Beatrice Seligardi, Stefano Calabrese e Valentina Conti.
Books & journals (ed.) by Beniamino Della Gala
e multidisciplinare sulle trasformazioni subite dalla mobilità a
causa del confinamento imposto per contrastare la pandemia
mondiale. I contributi corrispondono a modi diversi di produrre
configurazioni discorsive e plastiche delle pratiche di mobilità e
immobilità, che stanno alla base della nostra comprensione e
appropriazione del mondo. Si indagano da un lato i disagi della
situazione contingente che condizionano la vita quotidiana
(abitare, muoversi, incontrarsi); dall’altro, si provano a immaginare
forme alternative di mobilità che consentano la sopravvivenza e la
coesistenza di diverse socialità domestiche e pubbliche. Solo
lasciando le porte socchiuse, probabilmente, è possibile inventare
nuove forme di mobilità, di socialità, di relazione e di pensiero.
Blog Posts by Beniamino Della Gala
Conference Presentations by Beniamino Della Gala
ILIO envisages the organisation of a series of seminars, both in person and online, on multiple issues affecting contemporary Italian literature observed from an international and interdisciplinary perspective. The New Millennium is going through a number of transformations: the uneven relationship with the national and European cultural tradition; the transmediality of the literary text in the age of new media; the negotiation between established literary canons and new narrative phenomena; the publishing market in the late-capitalist era; cultural policies on the dissemination and translation of literary works. These phenomena are profoundly changing the way we deal with literature. The Inaugural ILIO Summer School will address in particular the reception of contemporary Italian literature in Europe, paying particular attention to the canon of authors proposed in the academic context.
THE SUMMER SCHOOL
ILIO’s mission is to provide students in the final year of a BA or enrolled on Masters and Doctoral Programmes in the Humanities, in particular in Italian Studies, the skills to conduct research in Italian literature from an international perspective and work with non-native learners studying Italian language and culture in a variety of pedagogical contexts.
The inaugural edition of the Summer School will address, more specifically:
the reception of contemporary Italian literature abroad;
the comparison between the internal and external canon of Italian literature;
the different ways of teaching Italian literature in different linguistic and cultural contexts;
the translation of modern and contemporary literary texts;
the dynamics of the publishing system promoting Italian literature abroad.
THE DATES
Online ILIO – 1 June 2023, 15:00-18:00 CET
On Campus ILIO – 5-9 June 2023
Online ILIO – 29 September, 6 and 13 October 2023, 15:00-18:00 CET
ILIO PI and Project Coordinator: Filippo Milani (Bologna)
Workshop Leaders
Marco Antonio Bazzocchi (Bologna)
Giuliana Benvenuti (Bologna)
Aurora Conde (Madrid)
Beniamino Della Gala (Bologna)
Natalie Dupré (KU Leuven)
Daniele Falcioni (Edinburgh)
Inge Lanslots (KU Leuven)
Federica G. Pedriali (Edinburgh)
Isotta Piazza (Parma)
Marco Pioli (Madrid)
Licia Reggiani (Bologna)
Lavinia Torti (Bologna)
Bart van den Bossche (KU Leuven)
ILIO Web – https://site.unibo.it/ilio/en
ILIO Summer School – https://site.unibo.it/ilio/en/summer-school
ILIO People – https://site.unibo.it/ilio/en/people
Guerrazzi, nato a Mammola (piccolo paesino dell’entroterra calabrese), si era trasferito ancora minorenne a Genova, dove era stato assunto alla Fabbrica Ansaldo Meccanica Varia. Vi lavorò per diciotto anni, fino a quando nel 1975 si licenziò per dedicarsi a tempo pieno alla pittura e alla scrittura; ma l’esperienza operaia influenzò profondamente la sua opera densa di impegno civile e politico. Raccontare il viaggio da Nord a Sud degli operai lungo il mar Tirreno significa infatti ripercorrere a ritroso una diaspora che segnò profondamente non solo la vicenda personale dello scrittore, ma anche la società, la memoria collettiva e, non ultimo, la letteratura italiane: basti pensare all’Alfonso del Vogliamo tutto di Balestrini, prima figura di operaio-massa proveniente dal Meridione e assunto a Torino ad affacciarsi sulla scena letteraria nel 1971.
Ma la nave, lungi dal limitarsi a rappresentare questo percorso esistenziale collettivo, diventa nel romanzo una grande allegoria: i diversi ponti uno sopra l’altro non sono se non la riproduzione delle gerarchie presenti dentro la fabbrica e all’interno dello stesso schieramento sindacale. Il viaggio via mare diventa pertanto lo stimolo per la rivendicazione di una nuova autonomia politica, di nuove forme di lotta e di un nuovo linguaggio.
L’intervento si propone di analizzare dunque l’allegoria della nave nel romanzo di Guerrazzi per poi rintracciare, in una breve percursio, altre declinazioni di un utilizzo engagé della metafora della navigazione nella letteratura italiana e nella cultura popolare militante (come nel canto anarchico classico opera di Belgrado Pedrini Il galeone, 1967).
L’espressione ironica è mutuata dall’epopea risorgimentale: durante le cinque giornate di Milano vennero definiti “eroi della sesta giornata” borghesi e aristocratici che, astenutisi dagli scontri finché l’esito della battaglia era incerto, una volta cacciati gli austriaci, ostentando il loro patriottismo si insediarono al governo della città.
La riflessione di Sciascia però, lungi dal limitarsi alla letteratura, sottintende un riferimento preciso al contesto storico e sociale del secondo dopoguerra, in cui, in nome di una bonaria “italianità” (identità in contrapposizione a quella del “cattivo tedesco”) e del processo di pacificazione nazionale post guerra civile, molti responsabili dei crimini fascisti rimasero impuniti, venendo per giunta assimilati dalla struttura politica della nascente Repubblica, per cui la lotta resistenziale non si poteva considerare del tutto compiuta.
L’intervento si propone dunque di verificare l’efficacia interpretativa di questa immagine costitutiva dell’italianità per il racconto dell’immediato dopoguerra, assumendo come principale case study due racconti di Giorgio Bassani: Una lapide in via Mazzini e Una notte del ’43 (in Dentro le mura). Nel primo l’immagine delle «barbe da guerra» si sovrappone a quella della “sesta giornata” nel designare il camouflage dei suddetti “eroi”; nel secondo il personaggio di “Sciagura” assurge a simbolo della rimozione collettiva e della mancata punizione giuridica dei crimini fascisti.
Si vedrà infine come proprio questo fenomeno abbia contribuito a dar vita e alimentare il mito della “Resistenza tradita”, mito traumatico fondativo del brigatismo che si ritrova ancora in opere della letteratura contemporanea e della cultura popolare di ambito resistenziale.
Conferences by Beniamino Della Gala
It will be seen how, from the end of the twentieth century, some collective writing experiences, in particular the Italian collectives Wu Ming and Scrittura Industriale Collettiva, have attempted to force and deconstruct the authorship by transforming collective writing into a tool of political and cultural struggle. However, the authorship remains unavoidable both for the aesthetic needs of literary criticism and for the commercial exploitation of the publishing market, which transforms this name into a brand to sell; the essay therefore intends to show that collective writing can not in itself be an antidote to the marketing of the author unless it is accompanied by paratextual strategies and extra-literary activities that are truly capable of deconstructing the mythology denounced by Barthes.
All'interno i saggi di Filippo Pennacchio, Corinne Pontillo, Marilina Ciaco, Nicola Dusi, Giovanna Santaera, Giorgio Busi Rizzi, Emanuele Broccio, Isotta Piazza, Beatrice Seligardi, Stefano Calabrese e Valentina Conti.
e multidisciplinare sulle trasformazioni subite dalla mobilità a
causa del confinamento imposto per contrastare la pandemia
mondiale. I contributi corrispondono a modi diversi di produrre
configurazioni discorsive e plastiche delle pratiche di mobilità e
immobilità, che stanno alla base della nostra comprensione e
appropriazione del mondo. Si indagano da un lato i disagi della
situazione contingente che condizionano la vita quotidiana
(abitare, muoversi, incontrarsi); dall’altro, si provano a immaginare
forme alternative di mobilità che consentano la sopravvivenza e la
coesistenza di diverse socialità domestiche e pubbliche. Solo
lasciando le porte socchiuse, probabilmente, è possibile inventare
nuove forme di mobilità, di socialità, di relazione e di pensiero.
ILIO envisages the organisation of a series of seminars, both in person and online, on multiple issues affecting contemporary Italian literature observed from an international and interdisciplinary perspective. The New Millennium is going through a number of transformations: the uneven relationship with the national and European cultural tradition; the transmediality of the literary text in the age of new media; the negotiation between established literary canons and new narrative phenomena; the publishing market in the late-capitalist era; cultural policies on the dissemination and translation of literary works. These phenomena are profoundly changing the way we deal with literature. The Inaugural ILIO Summer School will address in particular the reception of contemporary Italian literature in Europe, paying particular attention to the canon of authors proposed in the academic context.
THE SUMMER SCHOOL
ILIO’s mission is to provide students in the final year of a BA or enrolled on Masters and Doctoral Programmes in the Humanities, in particular in Italian Studies, the skills to conduct research in Italian literature from an international perspective and work with non-native learners studying Italian language and culture in a variety of pedagogical contexts.
The inaugural edition of the Summer School will address, more specifically:
the reception of contemporary Italian literature abroad;
the comparison between the internal and external canon of Italian literature;
the different ways of teaching Italian literature in different linguistic and cultural contexts;
the translation of modern and contemporary literary texts;
the dynamics of the publishing system promoting Italian literature abroad.
THE DATES
Online ILIO – 1 June 2023, 15:00-18:00 CET
On Campus ILIO – 5-9 June 2023
Online ILIO – 29 September, 6 and 13 October 2023, 15:00-18:00 CET
ILIO PI and Project Coordinator: Filippo Milani (Bologna)
Workshop Leaders
Marco Antonio Bazzocchi (Bologna)
Giuliana Benvenuti (Bologna)
Aurora Conde (Madrid)
Beniamino Della Gala (Bologna)
Natalie Dupré (KU Leuven)
Daniele Falcioni (Edinburgh)
Inge Lanslots (KU Leuven)
Federica G. Pedriali (Edinburgh)
Isotta Piazza (Parma)
Marco Pioli (Madrid)
Licia Reggiani (Bologna)
Lavinia Torti (Bologna)
Bart van den Bossche (KU Leuven)
ILIO Web – https://site.unibo.it/ilio/en
ILIO Summer School – https://site.unibo.it/ilio/en/summer-school
ILIO People – https://site.unibo.it/ilio/en/people
Guerrazzi, nato a Mammola (piccolo paesino dell’entroterra calabrese), si era trasferito ancora minorenne a Genova, dove era stato assunto alla Fabbrica Ansaldo Meccanica Varia. Vi lavorò per diciotto anni, fino a quando nel 1975 si licenziò per dedicarsi a tempo pieno alla pittura e alla scrittura; ma l’esperienza operaia influenzò profondamente la sua opera densa di impegno civile e politico. Raccontare il viaggio da Nord a Sud degli operai lungo il mar Tirreno significa infatti ripercorrere a ritroso una diaspora che segnò profondamente non solo la vicenda personale dello scrittore, ma anche la società, la memoria collettiva e, non ultimo, la letteratura italiane: basti pensare all’Alfonso del Vogliamo tutto di Balestrini, prima figura di operaio-massa proveniente dal Meridione e assunto a Torino ad affacciarsi sulla scena letteraria nel 1971.
Ma la nave, lungi dal limitarsi a rappresentare questo percorso esistenziale collettivo, diventa nel romanzo una grande allegoria: i diversi ponti uno sopra l’altro non sono se non la riproduzione delle gerarchie presenti dentro la fabbrica e all’interno dello stesso schieramento sindacale. Il viaggio via mare diventa pertanto lo stimolo per la rivendicazione di una nuova autonomia politica, di nuove forme di lotta e di un nuovo linguaggio.
L’intervento si propone di analizzare dunque l’allegoria della nave nel romanzo di Guerrazzi per poi rintracciare, in una breve percursio, altre declinazioni di un utilizzo engagé della metafora della navigazione nella letteratura italiana e nella cultura popolare militante (come nel canto anarchico classico opera di Belgrado Pedrini Il galeone, 1967).
L’espressione ironica è mutuata dall’epopea risorgimentale: durante le cinque giornate di Milano vennero definiti “eroi della sesta giornata” borghesi e aristocratici che, astenutisi dagli scontri finché l’esito della battaglia era incerto, una volta cacciati gli austriaci, ostentando il loro patriottismo si insediarono al governo della città.
La riflessione di Sciascia però, lungi dal limitarsi alla letteratura, sottintende un riferimento preciso al contesto storico e sociale del secondo dopoguerra, in cui, in nome di una bonaria “italianità” (identità in contrapposizione a quella del “cattivo tedesco”) e del processo di pacificazione nazionale post guerra civile, molti responsabili dei crimini fascisti rimasero impuniti, venendo per giunta assimilati dalla struttura politica della nascente Repubblica, per cui la lotta resistenziale non si poteva considerare del tutto compiuta.
L’intervento si propone dunque di verificare l’efficacia interpretativa di questa immagine costitutiva dell’italianità per il racconto dell’immediato dopoguerra, assumendo come principale case study due racconti di Giorgio Bassani: Una lapide in via Mazzini e Una notte del ’43 (in Dentro le mura). Nel primo l’immagine delle «barbe da guerra» si sovrappone a quella della “sesta giornata” nel designare il camouflage dei suddetti “eroi”; nel secondo il personaggio di “Sciagura” assurge a simbolo della rimozione collettiva e della mancata punizione giuridica dei crimini fascisti.
Si vedrà infine come proprio questo fenomeno abbia contribuito a dar vita e alimentare il mito della “Resistenza tradita”, mito traumatico fondativo del brigatismo che si ritrova ancora in opere della letteratura contemporanea e della cultura popolare di ambito resistenziale.