The Matenadaran in Yerevan is the main library of Armenian manuscripts in the world. Focusing on ... more The Matenadaran in Yerevan is the main library of Armenian manuscripts in the world. Focusing on this institution, this article briefy retraces its history and describes its aims, activities, and current organization. Some of the treasures kept in the institution are also reviewed. The richness of the material is such as to allow scholars to reconstruct the main stages in the history of Armenian illumination painting from the 9th to the 19th century.
Pubblicazione del colofone del manoscritto armeno Arch. Cap. B 77 della Biblioteca Apostolica Vat... more Pubblicazione del colofone del manoscritto armeno Arch. Cap. B 77 della Biblioteca Apostolica Vaticana (XIII sec.), con traduzione in italiano, note al testo e commento storico. L'esistenza di questo codice, menzionato solo in antichi inventari manoscritti, non era nota agli studiosi. Il suo lungo e articolato colofone finale tramanda interessanti e per alcuni aspetti nuovi dati sulla situazione politica del regno armeno di Cilicia all'indomani della morte del re Levon il Magnifico (1219), sulla comunit\ue0 monastica di Drazark, luogo di scrittura del codice e, infine, sull'allora erigendo ospizio armeno di Roma
Il contributo offre la versione italiana integrale dei colofoni dei manoscritti armeni copiati o,... more Il contributo offre la versione italiana integrale dei colofoni dei manoscritti armeni copiati o, in due casi, portati a Roma tra il XIII e l'inizio del XIV secolo, finora citati negli studi solo per brevissimi estratti. Ciascuna traduzione \ue8 preceduta da una breve introduzione e corredata di note di commento. Sono tradotte anche le frequenti sottoscrizioni secondarie, o colofoni \uabminori\ubb, di mano dello stesso copista o di altri artigiani che hanno collaborato alla confezione del libro. Di un colofone, pubblicato nei repertori solo in parte (ms. Nuova Giulfa [Isfahan], Biblioteca del Monastero del SS. Salvatore, 30, anno 1262), \ue8 riprodotto in Appendice il testo integrale. La ricchezza di contenuti del "genere letterario" dei colofoni armeni fa s\uec che questi documenti trasmettano notizie spesso uniche per ricostruire la storia della presenza degli Armeni a Roma
Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Rendiconti, 2014
L'articolo prende in esame, alla luce di nuovi dati, le tracce pi\uf9 antiche lasciate nella ... more L'articolo prende in esame, alla luce di nuovi dati, le tracce pi\uf9 antiche lasciate nella loro lingua dagli Armeni a Roma. Si tratta di manoscritti ed epigrafi risalenti al XIII secolo. Nelle ultime pagine \ue8 presentata anche un'iscrizione armena inedita del XVI secolo rinvenuta recentemente nel Tempio di Portuno, comunemente noto come "Tempio della Fortuna Virile"
Sulla base della documentazione esistente nell'Archivio storico dell'Associazione Naziona... more Sulla base della documentazione esistente nell'Archivio storico dell'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia (A.N.I.M.I.), l'articolo ripercorre la storia della nascita del villaggio armeno "Nor Arax", sorto nel 1926 alle porte di Bari. Il villaggio era destinato ad ospitare un centinaio di profughi armeni provenienti dalla Grecia in condizioni di estrema indigenza. La sua fondazione fu opera degli sforzi congiunti di Umberto Zanotti Bianco e del poeta armeno Hrand Nazariantz
L'articolo ripercorre brevemente i primi vent'anni di vita dell'Accordo di cooperazio... more L'articolo ripercorre brevemente i primi vent'anni di vita dell'Accordo di cooperazione internazionale tra l'Alma Mater Studiorum-Universit\ue0 di Bologna e l'Universit\ue0 Statale di Yerevan (YSU), esistente dal 1988
The production of Armenian manuscripts in Rome during the Middle Ages seems to have been flourish... more The production of Armenian manuscripts in Rome during the Middle Ages seems to have been flourishing, especially during the 13th century. The two oldest extant manuscripts, dating respectively from the years 1221 and 1226 (or 1228), should probably be better classified as examples of the early circulation of Armenian codices in medieval Rome than as local products; but seven later manuscripts are explicitly dated and situated in the City of the Popes in the years from 1239 to 1269 by their detailed colophons. In this study, the authors deal in particular with a handful of illuminated manuscripts within the extant witnesses of this group of Armenian codices from the Roman Duecento. The analysis of their different styles and iconographies shows interesting phenomena of convivencia between cultures and highlights the many traces of contacts with other visual traditions. In fact, various trends, motifs, and elements that are characteristic of Armenian illumination \u2013 from Greater Armenia or, conversely, from the more sophisticated painting tradition of the Armenian Kingdom of Cilicia \u2013 can here be found side by side with motifs of probable Byzantine origin, or are combined with significant Western elements. As for the contexts of their production and circulation, an interesting picture of the forms and places of the Armenian presence in Rome emerges from the study of these manuscripts in conjunction with the other, relevant epigraphic evidence
After presenting in schematic format the structural elements that are typical of an Armenian colo... more After presenting in schematic format the structural elements that are typical of an Armenian colophon, this article seeks to perform a simple operation: verify their actual presence in three colophons that date to 1266, 1269, and 1432. These colophons were chosen as samples not only because they differ from one another in terms of date, place, context, and personality of the scribe, but also because they represent three different examples of the variegated literary genre of Armenian colophons (the colophon of the copyist-scholar, the colophon focussing on the type of book, and the colophon ‘with external influences’). The positive outcome of this study on the one hand confirms the uniformity that fundamentally unites the Armenian subscriptions, and on the other hand it highlights the adaptability of the scheme to the variability of the contents transmitted by these compositions.
Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, 2018
Inscriptions and manuscripts left by the Armenians who resided in or were passing through Rome be... more Inscriptions and manuscripts left by the Armenians who resided in or were passing through Rome between the 1200s and the early 1300s exhibit traces of linguistic and cultural interaction with the Latin world. We shall focus specifically on examples of the coexistence of Armenian and Latin writing and the transcription in Armenian characters of words or entire scriptural passages in Latin. Notice will be taken in passing of some of the ways in which the local artistic production influenced the decoration of these manuscripts. General reflections will also be enunciated as regards Rome’s role as the privileged place of encounter between Armenians and the medieval Latin world, thanks to the presence of a hospice that arose in the first decades of the thirteenth century in the vicinity of the basilica of St. Peter in the Vatican so as to take in pilgrims. Armenian diplomats sent by the king and by the catholicos to visit the pope must have been present in the hospice as well, since the thirteenth and fourteenth centuries mark one of the more intense moments of the troubled ecclesiastical and political relations between Armenians and Latins.
NEA ROMI. RIVISTA DI RICERCHE BIZANTINISTICHE, 2016
L'articolo presenta la traduzione italiana, con introduzione e note di commento, dei testi integr... more L'articolo presenta la traduzione italiana, con introduzione e note di commento, dei testi integrali dei colofoni dei manoscritti armeni copiati a Roma nel corso del Duecento. L’importanza di questi testi, che nel mondo armeno, come è noto, trasmettono una notevole quantità di dati storici, deriva dal fatto che, oltre a riportare luogo e data di copia di ciascun manoscritto, costituiscono una rara occasione di recuperare in modo diretto le voci stesse, per così dire, dei pellegrini armeni che giungevano "ad limina Apostolorum" attraverso viaggi spesso perigliosi nonché di ricostruire la storia del loro ospizio sorto nei pressi della basilica di S. Pietro.
L'articolo, dopo aver riassunto le caratteristiche generali dei colofoni armeni (sviluppo, co... more L'articolo, dopo aver riassunto le caratteristiche generali dei colofoni armeni (sviluppo, contenuti, formule, linguaggio, stile, repertorio di immagini pi\uf9 frequenti), analizza due colofoni del XIII secolo contenenti critiche contro il potere politico e religioso
The Matenadaran in Yerevan is the main library of Armenian manuscripts in the world. Focusing on ... more The Matenadaran in Yerevan is the main library of Armenian manuscripts in the world. Focusing on this institution, this article briefy retraces its history and describes its aims, activities, and current organization. Some of the treasures kept in the institution are also reviewed. The richness of the material is such as to allow scholars to reconstruct the main stages in the history of Armenian illumination painting from the 9th to the 19th century.
Pubblicazione del colofone del manoscritto armeno Arch. Cap. B 77 della Biblioteca Apostolica Vat... more Pubblicazione del colofone del manoscritto armeno Arch. Cap. B 77 della Biblioteca Apostolica Vaticana (XIII sec.), con traduzione in italiano, note al testo e commento storico. L'esistenza di questo codice, menzionato solo in antichi inventari manoscritti, non era nota agli studiosi. Il suo lungo e articolato colofone finale tramanda interessanti e per alcuni aspetti nuovi dati sulla situazione politica del regno armeno di Cilicia all'indomani della morte del re Levon il Magnifico (1219), sulla comunit\ue0 monastica di Drazark, luogo di scrittura del codice e, infine, sull'allora erigendo ospizio armeno di Roma
Il contributo offre la versione italiana integrale dei colofoni dei manoscritti armeni copiati o,... more Il contributo offre la versione italiana integrale dei colofoni dei manoscritti armeni copiati o, in due casi, portati a Roma tra il XIII e l'inizio del XIV secolo, finora citati negli studi solo per brevissimi estratti. Ciascuna traduzione \ue8 preceduta da una breve introduzione e corredata di note di commento. Sono tradotte anche le frequenti sottoscrizioni secondarie, o colofoni \uabminori\ubb, di mano dello stesso copista o di altri artigiani che hanno collaborato alla confezione del libro. Di un colofone, pubblicato nei repertori solo in parte (ms. Nuova Giulfa [Isfahan], Biblioteca del Monastero del SS. Salvatore, 30, anno 1262), \ue8 riprodotto in Appendice il testo integrale. La ricchezza di contenuti del "genere letterario" dei colofoni armeni fa s\uec che questi documenti trasmettano notizie spesso uniche per ricostruire la storia della presenza degli Armeni a Roma
Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Rendiconti, 2014
L'articolo prende in esame, alla luce di nuovi dati, le tracce pi\uf9 antiche lasciate nella ... more L'articolo prende in esame, alla luce di nuovi dati, le tracce pi\uf9 antiche lasciate nella loro lingua dagli Armeni a Roma. Si tratta di manoscritti ed epigrafi risalenti al XIII secolo. Nelle ultime pagine \ue8 presentata anche un'iscrizione armena inedita del XVI secolo rinvenuta recentemente nel Tempio di Portuno, comunemente noto come "Tempio della Fortuna Virile"
Sulla base della documentazione esistente nell'Archivio storico dell'Associazione Naziona... more Sulla base della documentazione esistente nell'Archivio storico dell'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia (A.N.I.M.I.), l'articolo ripercorre la storia della nascita del villaggio armeno "Nor Arax", sorto nel 1926 alle porte di Bari. Il villaggio era destinato ad ospitare un centinaio di profughi armeni provenienti dalla Grecia in condizioni di estrema indigenza. La sua fondazione fu opera degli sforzi congiunti di Umberto Zanotti Bianco e del poeta armeno Hrand Nazariantz
L'articolo ripercorre brevemente i primi vent'anni di vita dell'Accordo di cooperazio... more L'articolo ripercorre brevemente i primi vent'anni di vita dell'Accordo di cooperazione internazionale tra l'Alma Mater Studiorum-Universit\ue0 di Bologna e l'Universit\ue0 Statale di Yerevan (YSU), esistente dal 1988
The production of Armenian manuscripts in Rome during the Middle Ages seems to have been flourish... more The production of Armenian manuscripts in Rome during the Middle Ages seems to have been flourishing, especially during the 13th century. The two oldest extant manuscripts, dating respectively from the years 1221 and 1226 (or 1228), should probably be better classified as examples of the early circulation of Armenian codices in medieval Rome than as local products; but seven later manuscripts are explicitly dated and situated in the City of the Popes in the years from 1239 to 1269 by their detailed colophons. In this study, the authors deal in particular with a handful of illuminated manuscripts within the extant witnesses of this group of Armenian codices from the Roman Duecento. The analysis of their different styles and iconographies shows interesting phenomena of convivencia between cultures and highlights the many traces of contacts with other visual traditions. In fact, various trends, motifs, and elements that are characteristic of Armenian illumination \u2013 from Greater Armenia or, conversely, from the more sophisticated painting tradition of the Armenian Kingdom of Cilicia \u2013 can here be found side by side with motifs of probable Byzantine origin, or are combined with significant Western elements. As for the contexts of their production and circulation, an interesting picture of the forms and places of the Armenian presence in Rome emerges from the study of these manuscripts in conjunction with the other, relevant epigraphic evidence
After presenting in schematic format the structural elements that are typical of an Armenian colo... more After presenting in schematic format the structural elements that are typical of an Armenian colophon, this article seeks to perform a simple operation: verify their actual presence in three colophons that date to 1266, 1269, and 1432. These colophons were chosen as samples not only because they differ from one another in terms of date, place, context, and personality of the scribe, but also because they represent three different examples of the variegated literary genre of Armenian colophons (the colophon of the copyist-scholar, the colophon focussing on the type of book, and the colophon ‘with external influences’). The positive outcome of this study on the one hand confirms the uniformity that fundamentally unites the Armenian subscriptions, and on the other hand it highlights the adaptability of the scheme to the variability of the contents transmitted by these compositions.
Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, 2018
Inscriptions and manuscripts left by the Armenians who resided in or were passing through Rome be... more Inscriptions and manuscripts left by the Armenians who resided in or were passing through Rome between the 1200s and the early 1300s exhibit traces of linguistic and cultural interaction with the Latin world. We shall focus specifically on examples of the coexistence of Armenian and Latin writing and the transcription in Armenian characters of words or entire scriptural passages in Latin. Notice will be taken in passing of some of the ways in which the local artistic production influenced the decoration of these manuscripts. General reflections will also be enunciated as regards Rome’s role as the privileged place of encounter between Armenians and the medieval Latin world, thanks to the presence of a hospice that arose in the first decades of the thirteenth century in the vicinity of the basilica of St. Peter in the Vatican so as to take in pilgrims. Armenian diplomats sent by the king and by the catholicos to visit the pope must have been present in the hospice as well, since the thirteenth and fourteenth centuries mark one of the more intense moments of the troubled ecclesiastical and political relations between Armenians and Latins.
NEA ROMI. RIVISTA DI RICERCHE BIZANTINISTICHE, 2016
L'articolo presenta la traduzione italiana, con introduzione e note di commento, dei testi integr... more L'articolo presenta la traduzione italiana, con introduzione e note di commento, dei testi integrali dei colofoni dei manoscritti armeni copiati a Roma nel corso del Duecento. L’importanza di questi testi, che nel mondo armeno, come è noto, trasmettono una notevole quantità di dati storici, deriva dal fatto che, oltre a riportare luogo e data di copia di ciascun manoscritto, costituiscono una rara occasione di recuperare in modo diretto le voci stesse, per così dire, dei pellegrini armeni che giungevano "ad limina Apostolorum" attraverso viaggi spesso perigliosi nonché di ricostruire la storia del loro ospizio sorto nei pressi della basilica di S. Pietro.
L'articolo, dopo aver riassunto le caratteristiche generali dei colofoni armeni (sviluppo, co... more L'articolo, dopo aver riassunto le caratteristiche generali dei colofoni armeni (sviluppo, contenuti, formule, linguaggio, stile, repertorio di immagini pi\uf9 frequenti), analizza due colofoni del XIII secolo contenenti critiche contro il potere politico e religioso
Presentation of the book: A. Sirinian, P. Buzi, G. Shurgaia (eds.), Colofoni armeni a confronto: ... more Presentation of the book: A. Sirinian, P. Buzi, G. Shurgaia (eds.), Colofoni armeni a confronto: le sottoscrizioni dei manoscritti in ambito armeno e nelle altre tradizioni scrittorie del mondo mediterraneo, Orientalia Christiana Analecta 299, Roma 2016
Workshop, 18-19 maggio 2017.
Università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Aula ... more Workshop, 18-19 maggio 2017. Università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Aula Gambi.
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Papers by Anna Sirinian
and the early 1300s exhibit traces of linguistic and cultural interaction with the Latin world. We shall focus specifically
on examples of the coexistence of Armenian and Latin writing and the transcription in Armenian characters of words or
entire scriptural passages in Latin. Notice will be taken in passing of some of the ways in which the local artistic production
influenced the decoration of these manuscripts. General reflections will also be enunciated as regards Rome’s role as the
privileged place of encounter between Armenians and the medieval Latin world, thanks to the presence of a hospice that
arose in the first decades of the thirteenth century in the vicinity of the basilica of St. Peter in the Vatican so as to take in
pilgrims. Armenian diplomats sent by the king and by the catholicos to visit the pope must have been present in the hospice
as well, since the thirteenth and fourteenth centuries mark one of the more intense moments of the troubled ecclesiastical
and political relations between Armenians and Latins.
and the early 1300s exhibit traces of linguistic and cultural interaction with the Latin world. We shall focus specifically
on examples of the coexistence of Armenian and Latin writing and the transcription in Armenian characters of words or
entire scriptural passages in Latin. Notice will be taken in passing of some of the ways in which the local artistic production
influenced the decoration of these manuscripts. General reflections will also be enunciated as regards Rome’s role as the
privileged place of encounter between Armenians and the medieval Latin world, thanks to the presence of a hospice that
arose in the first decades of the thirteenth century in the vicinity of the basilica of St. Peter in the Vatican so as to take in
pilgrims. Armenian diplomats sent by the king and by the catholicos to visit the pope must have been present in the hospice
as well, since the thirteenth and fourteenth centuries mark one of the more intense moments of the troubled ecclesiastical
and political relations between Armenians and Latins.
e nelle altre tradizioni scrittorie del mondo mediterraneo, Orientalia Christiana Analecta 299, Roma 2016
Università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Aula Gambi.